Istat, mazzata su Renzi: crescita dello 0,2% nel secondo trimestre 2015
Dura chiamarla ripresa: il Pil italiano è cresciuto dello 0,2% nel secondo trimestre rispetto a quello precedente e dello 0,5% nel confronto con il periodo aprile-giugno del 2014. La fotografia dello stato di avanzamento della crescita in Italia arriva dall'Istat che nelle sue stime preliminari sul prodotto interno lordo rende noto che il dato è la sintesi di una diminuzione del "valore aggiunto" nel settore dell'agricoltura, di un aumento nei servizi, e di una variazione nulla nell'insieme dell'industria. Anche per questo il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi è critico: "Non c'è ripartenza vera". E se qualcuno nel governo e nel Pd esulta (il vicesegretario Lorenzo Guerini su Twitter: "Avanti con le riforme per rilanciare competitività nostro Paese"), il clima generale nella maggioranza e nelle opposizioni, da sinistra a destra, è di delusione fortissima e di attacco frontale all'ottimismo immotivato del premier Matteo Renzi.
Padoan: Si può fare di più - Il ministero del Tesoro sottolinea l'inversione di tendenza registrata dall'inizio del 2015 e di un risultato "in linea con le attese": "Grazie alle riforme strutturali e alla politica economica del Governo ci aspettiamo un'accelerazione", spiega il ministro Pier Carlo Padoan, secondo cui l'obiettivo è di raggiungere una crescita nel 2015 pari a +0,7 per cento. Maurizio Sacconi (Ncd) gli fa eco: "La crescita della ricchezza certificata dall'Istat è in linea con le previsioni ma al di sotto delle possibilità della nazione. Si può fare di più attraverso la prossima legge di stabilità, le riforme dello Stato e i comportamenti di governo".
Polli e aglietto - "Al Mef si consolano con l'aglietto: siamo ultimi in Eurozona. Non c'è da stare allegri. Basta propaganda!", si scatena il presidente dei deputati di Forza Italia Renato Brunetta. La collega Daniela Santanchè parla di una "flessione positiva da far ridere i polli" mentre Giorgia Meloni (Fratelli d'Italia) è amara: "La Grecia ad un passo dal default cresce dello 0,8%, la Spagna dell'1%, la Germania dello 0,4%. Renzi fatti una domanda e datti una risposta".
Fassina: "Peggiori d'Europa" - Malumori anche a sinistra. L'ormai ex Pd Stefano Fassina definisce la "cosiddetta ripresa anemica, risultato inevitabile dell'insostenibile mercantilismo liberista imposto dalla Germania". "Nello spento quadro della moneta unica - prosegue il parlamentare anti-renziano - l'Italia continua a far peggio della media: dal secondo trimestre 2014 al secondo trimestre di quest'anno, noi cresciamo dello 0,5%, mentre l'Eurozona arriva all'1,2%, nonostante la nostra maggiore caduta avrebbe dovuto portare per noi a un rimbalzo più alto". Per Arturo Scotto (Sel) c'è "un disastro sul piano economico e sociale, il segno che le ricette adottate da Renzi sono buone per la propaganda quotidiana ma non intaccano l'economia reale".