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giovedì 13 agosto 2015

Marò, spuntano delle lettere segrete In che modo c'entra Napolitano

Marò, l'arbitrato internazionale poteva essere intrapreso nel 2013




Era il 15 febbraio 2012, quando Salvatore Girone e Massimiliano Latorre spararono a due pescatori indiani, scambiati per pirati, uccidendoli. È al 2012 che si trascina la vicenda dei due fucilieri italiani, un tira e molla lungo più di tre anni fra Italia e India. Ma ci sono troppi punti oscuri, troppe omissioni che spingono questa faccenda al limite della comprensibilità. Saltano fuori alcune mail dei vertici politici e diplomatici italiani risalenti al 2013, quando ai due marò venne concesso di tornare in Italia per poter votare alle elezioni politiche. Un rientro della durata di quattro settimane, che la classe dirigente cercò di sfruttare per trovare il giusto appiglio per poterli trattenere in Italia, evitando loro il ritorno a Nuova Delhi. L'allora ministro della giustizia Paola Severino scriveva che ce lo imponeva la Costituzione di tenerci i fucilieri, di non rispedirli in pasto alla fantozziana giustizia indiana, aggiungendo poi che l'azione di bloccare nel paese l'ambasciatore italiano era priva di un qualsiasi supporto giuridico. Fu un braccio di ferro: voi non ci rimandate i fucilieri? Noi ci teniamo il diplomatico in ostaggio; questa la tattica messa in campo dall'India.

Occasione persa - L'Italia aveva la possibilità di far valere le sue ragioni, trattenendo Massimiliano e Salvatore in territorio nazionale e gestendo le redini del gioco. Pare che la strategia avesse inizialmente l'avallo dell'allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Tanto che in una mail inviata il 13 marzo 2013 a Palazzo Chigi e ai ministeri coinvolti da Stefano Stefanini, consigliere diplomatico del presidente, si legge: "Questa, posso garantire, è anche l'opinione del presidente Napolitano". Giulio Terzi, ministro degli affari esteri del governo Monti, credeva davvero in questa tattica, capitanando l'intera compagine ostruzionista nei confronti del ritorno dei marò in India. Tanto che l'11 marzo del 2013 il ministro degli esteri dichiarò pubblicamente che i due fucilieri non avrebbero fatto ritorno a Nuova Delhi alla scadenza del permesso accordato loro dalla corte indiana. Il suo obiettivo era di attivare un arbitrato internazionale sfruttando il trattato Onu sulla navigazione (Unclos). Ma le cose chissà come cambiarono a quel punto, e come lui stesso dichiarò in diverse interviste, la sua visione dei fatti si rivelò distante da quella del presidente Monti, ed evidentemente del presidente Napolitano, che tutto vedeva e tutto scrutava. Così Latorre e Girone, visto che la tensione fra India e Italia era diventata densa e incandescente, tornarono a Nuova Delhi per una decisione del governo. Tutti cambiarono bandiera, l'unico a rimanere convinto che mandare via i marò fosse una decisione insulsa fu proprio Terzi, che qualche giorno dopo la partenza dei fucilieri si dimise dalla sua carica di ministro, dichiarando apertamente il proprio dissenso nei confronti della strategia adottata dal governo.

Con due anni di ritardo - La beffa è che ora, e per ora si intende il luglio del 2015, è stato intrapreso il percorso inizialmente tracciato da Giulio Terzi, ovvero quello dell'arbitrato internazionale; solo il mese scorso l'India ha accettato il procedimento. Due anni sprecati, due anni buttati al vento. Due anni che sono costati a Latorre un'ischemia e a Girone una detenzione da ostaggio nello stato indiano, nel quale non sono ancora stati espressi formalmente i capi d'accusa. Quali interessi c'erano dietro la rinuncia a tenere in Italia i due fucilieri già nel 2013? Per quale motivo il presidente Napolitano e il governo decisero di sventolare bandiera bianca al braccio di ferro con l'India? E per quale motivo l'Italia inizia a far sentire solo adesso la sua voce, rimettendo a una corte internazionale il caso di due suoi soldati? Le responsabilità non si contano più. Ma la gravità delle scelte della classe politica pesano su due italiani, traditi dalla stessa patria che hanno scelto di servire.

1 commento:

  1. Con Napolitano due grandi eventi disastrosi per il paese.Il caso dei Maro' e la guerra alla Libia.Napolitano il peggiore presidente di tutti i tempi!

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