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domenica 23 agosto 2015

Caivano (Na) - Meritocrazia, Nicola Semplice: In questo Paese non esiste

Caivano (Na) - Meritocrazia, Nicola Semplice: In questo Paese non esiste


Nicola Semplcie
Giovane disoccupato 

La meritocrazia a Caivano esiste solo a parole. Un nuovo indice misura la meritocrazia in Italia e toglie di mezzo una bella patina di melassa nella narrazione del nostro Paese. Siamo la peggiore delle nazioni europee monitorate dal “meritometro” del Forum della Meritocrazia, per almeno sette aspetti: libertà, pari opportunità, qualità del sistema educativo, attrattività dei talenti, struttura delle regole, trasparenza e mobilità sociale. Parole impegnative, che lo studio inquadra e definisce, assieme a una serie di parametri che sono stati adottati per misurare la loro applicazione in Italia. Le fonti sono autorevoli e vanno dall’Ocse all’Eurostat, dall’indice di Trasparency.org sulla corruzione.

Ma restiamo coi piedi per terra, insomma, nella nostra amata Caivano, dove a vincere affidamenti diretti e pseudo concorsi sono amici di amici, compari e comparielli. A parlare al nostro blog, è nuovamente il giovane disoccupato, Nicola Semplice, che denuncia quanto segue: "Non è possibile, non se ne può più! Ho un attestato diploma Osa (Operatore Socio Assistenziale) e tante altre qualifiche, ma quando escono i bandi al Comune di Caivano, a vincere sono sempre gli stessi. Mai, da anni, riesco a ricevere una sola chiamata, forse perchè non appartengo a nessuna lobby?". E aggiunge: "Ho consegnato curriculum alla dottoressa Damiano e partecipato ai bandi di concorso indetti dal V° Settore, diretto dal dott. Vito Coppola, sempre con esito negativo, e appunto, ti ritrovi davanti ai piedi sempre le solite facce. Si può mai nel 2015, vedere sempre le stesse cose e le stesse facce? Che sia ben chiara una cosa - conclude Nicola Semplice - denuncerò sempre questo tipo di ingiustizie, perchè nella mia situazione versano tantissimi ragazzi di Caivano, a breve indiremo una Manifestazione-sciopero contro questo sistema mostruoso che sembra non arrestarsi mai". 

Funerali-show, condanna del Vaticano: "Uno scandalo", poi la frase del Papa

Funerale Casamonica, la condanna del Vaticano: "Uno scandalo"




Nessuno spazio per "zone d'ombra". L’Osservatore Romano, a due giorni dai funerali choc di Vittorio Casamonica a Roma, dedica un ampio servizio alla vicenda dal titolo lo scandalo di un funerale. "Da una parte - registra il quotidiano della Santa Sede - la preghiera per i defunti, dall’altra lo spettacolo mediatico, l’ostentazione di potere, la strumentalizzazione chiassosa e volgare di un gesto di elementare pietà umana e cristiana come il funerale che, già di per sé, richiederebbe almeno compostezza, riserbo, dignità e, soprattutto, silenzio. Tutto quello che, invece, il 20 agosto a Roma è mancato alle esequie del patriarca di una famiglia, i Casamonica, tristemente famosa, almeno nella capitale d’Italia, per la voracità dei suoi tentacoli nella gestione di affari malavitosi e criminali".

Il brutto spettacolo - Il quotidiano d’Oltretevere fa notare che "mentre da parte di alcuni esponenti delle istituzioni civili stanno emergendo le prime ammissioni di responsabilità e di gravi mancanze, l’episodio è l'ultimo di una serie negativa che da mesi grava sulla città e sulla sua immagine; ha nuovamente catapultato Roma sui media internazionali e ha permesso di avallare i peggiori stereotipi che la rappresentano. Facendo anche intendere, più o meno velatamente, l’esistenza, se non di una connivenza, quanto meno di una qualche acquiescenza da parte della comunità cattolica. Nulla invece di più lontano dalla realtà secondo monsignor Giuseppe Marciante, vescovo ausiliare del settore Est nel quale è compresa la parrocchia di San Giovanni Bosco dove sono state celebrate le esequie".

La condanna - Il quotidiano della Santa Sede, dopo aver riportato le varie prese di posizione dei presuli in questi giorni, riferisce il punto di vista dell’ arcivescovo di Catanzaro-Squillace, il lazzarista Vincenzo Bertolone, postulatore della causa di canonizzazione del beato Pino Puglisi, vittima della mafia. "Dinanzi al mistero della morte, - ha detto Bertolone - la Chiesa non assume alcun atteggiamento di giudizio, ma affida nella preghiera la storia e la vita di ogni defunto alla misericordia di Dio. Nel caso di persone condannate per mafia, o chiaramente affiliate a organizzazioni malavitose, la Chiesa non nega, se richiesta dai familiari, i conforti religiosi, inclusa la celebrazione eucaristica, ma secondo le indicazioni rituali chiede che lo si faccia in forma semplice, senza pompa né fiori né musiche né canti né commemorazioni beatificanti". Il quotidiano della Santa Sede che ricorda le parole del Papa. "Basterebbe ricordare solo alcuni pronunciamenti del Papa, vescovo di Roma, che con nettezza, insieme a non formali appelli alla conversione dei cuori, ha esplicitamente ribadito la radicale incompatibilità tra malavita e Vangelo. Perché - come ha detto il Pontefice nella messa celebrata il 21 giugno 2014 nella Piana di Sibari, in Calabria - coloro che, come mafiosi, "nella loro vita seguono questa strada di male, se non si pentono, ’non sono in comunione con Dio: sono scomunicati".

La Lazio parte col piede giusto: due gol al Bologna e ne prende uno

Serie A, la Lazio ce la fa: batte il Bologna




Dopo la vittoria di martedì sera in Champions League, buona la prima della Lazio anche in campionato. Davanti al proprio pubblico, nel secondo anticipo di questa nuova serie A, i biancocelesti hanno battuto, con merito, per 2-1, il neo promosso Bologna, targato Delio Rossi e Marco Di Vaio (due grandi ex). Decisivi i gol firmati da Biglia (al 17’) e da Kishna (al 23’), ai quali ha risposto a fine primo tempo Mancosu, che ha «bagnato» con una rete il suo esordio nella massima categoria. 

Lo studio dei vulcanologi da paura: "Attenti al Vesuvio, sarà catastrofe"

I vulcanologi: allarme Vesuvio, manca un piano di evacuazione




Un allarme che si ripete e che ogni volta viene urlato più forte. Il Vesuvio potrebbe risvegliarsi. Questa volta a lanciare l'allarme in uno studio pubblicato su Nature sono due vulcanologi italiani, Giuseppe Mastrolorenzo e Lucia Pappalardo. A preoccupare è la grande quantità di magma ospitata in una caldera a dieci chilometri di profondità tra il Vesuvio e i Campi Flegrei, un magma che potrebbe violentemente risalire in superficie dopo un'esplosione. Il Vesuvio "dorme" da settant'anni ma questo sonno potrebbe essere interrotto presto. Nella zona dei Campi Flegrei il suolo nella zona si è sollevato di almeno venti o trenta centimetri dopo piccoli terremoti, fumaroli e molti episodi di bradisismo, il sollevamento della terra. Nonostante l'attività vulcanica sia sotto osservazione costante da anni, gli esperti sottolineano la necessità di approvare un nuovo piano di emergenza in caso di eruzione.  

L'ultimo piano del governo subito un posto di lavoro La pensione? Una miseria

Il piano del governo: un lavoro subito e una pensione più bassa




C'è un piano del governo, firmato dal papà del Job Act, il consulente del premier Tommaso Nannicini, che farà certamente discutere. Lo anticipa Repubbblica in edicola sabato 22 agosto. Il piano in estrema sintesi riguarda un giovane precario o disoccupato: vuoi un lavoro? Bene, avrai una pensione più bassa. Perché la proposta consiste nell'incentivare le aziende ad assumere i giovani attraverso il taglio del cuneo contributivo di sei punti: tre a carico del datore di lavoro, tre del lavoratore. Per sempre e, sottolinea Repubblica, senza nessun onere per lo Stato. Ovviamente il prezzo che il lavoratore paga sono pensioni più povere. A quest'ultimo però verrebbe lasciata la scelta di investire i suoi tre punti in meno nei fondi pensione integrativi oppure di incamerarli in busta paga, ma tassati. Il taglio degli altri tre punti, quelli a carico del datore, si tradurrebbe in una decurtazione dell'assegno previdenziale. Repubblica ha fatto fare un calcolo alla Uil -Servizio politiche territoriali. Il piano varre 6 miliardi nel triennio (orizzonte di programmazione della legge di Stabilità).

Le Contro i 12 miliardi dell' attuale sconto che però ha solo quattro mesi di vita residua. Le aziende che assumono entro il prossimo 31 dicembre pagano zero contributi previdenziali per tre anni (con un tetto annuo di 8.060 euro ad assunto), ma questi contributi sono colmati all' Inps dallo Stato (senza nessuna conseguenza sulle pensioni, quindi). Con questa recente proposta invece a pagare è il lavoratore che si ritrova con una pensione di gran lunga inferiore. Ma le brutte notizie per il dipendente non finiscono qui. Se il dipendente trattiene il bonus in busta paga, questo viene tassato. "Con entrate per lo Stato - secondo i dati elaborati dalla Uil per Repubblica - pari a circa 189 milioni di Irpef il primo anno, 400 milioni nel secondo, 589 milioni nel terzo". La scelta per il dipendente sarebbe quella di accontentarsi di 43 euro in più al mese oppure metterne da parte per la previdenza complementare.  

Renzi trema, il ministro può mollare Stressato, incastrato: ecco chi è

Perna, i tormenti di Padoan tra sogni di Matteo e fedeltà alla Merkel: ritratto di ministro


di Giancarlo Perna 



Alcuni anni fa, quando era ancora vicesegretario generale dell' Ocse, Pier Carlo Padoan disse all' incirca: «Se Atene non uscirà da sé dai suoi guai, vada pure in rovina». Fu spietato da prenderlo a schiaffi ma coerente con l' ortodossia europeista. Pier Carlo, per formazione, è in tutto allineato col rigorismo di Frau Merkel e di Herr Schauble. Quando poi, negli stessi giorni, se ne uscì con la frase: «Il risanamento è efficace, il dolore è efficace (sic!)», fu preso per fanatico e ribattezzato Derviscio dell' austerità.

Di Padoan, all' epoca, ignoravamo financo il nome, cognito solo agli addetti del jet set economico internazionale. Da lustri viveva fuori d' Italia. Un po' negli Usa dove fu direttore del Fmi, un po' a Parigi per sedere sulla poltrona dell' Ocse. Finché Matteo Renzi non se l' è preso come ministro dell' Economia e ne abbiamo visto per la prima volta la faccia. «E quello sarebbe il cerbero?!», stupimmo, avendone lette di cotte e di crude sulla sua fama sinistra.

Non si può difatti immaginare un viso più bonario e mite di quello che inalbera -costantemente, quindi manco dire che finge- il nostro Pier Carlo. Per me, è una delle facciotte più simpatiche del governo. Sempre quieto e sereno anche se i numeri dell' economia sono cattivi o, al meglio, mediocri. Mentre se vedo Renzi mi viene il ballo di San Vito per tutte le riforme che minaccia, presagendo dietro a ciascuna una turlupinatura, guardare Padoan mi rasserena. Mi piace quando sorride e getta acqua sul fuoco delle promesse del premier dicendo che sono allo studio. Questo suo rimandarle a un vago futuro, mi tranquillizza molto più della minacciosa imminenza con cui ne parla Renzi.

Si direbbe, dunque, che tra il Padoan dell' Ocse e quello che guida il Ministero di Via XX Settembre ci sia uno iato. Tanto era duro e astratto il primo, quanto è comprensivo e pragmatico l' altro. Torniamo al caso della Grecia da cui abbiamo preso le mosse. Se anni fa, all' Ocse, Pier Carlo faceva il drastico - o ti sollevi da sola o vai in malora- nella recente crisi è stato invece tra i ministri Ue più aperti e soccorrevoli. Mai ha fatto mancare una parola buona agli ellenici e di incoraggiamento per lo sballottato Alexis Tsipras. Direi che ha messo l' anima per dare una mano ad Atene. Questo ci autorizza a concludere che Padoan è cambiato? Che non è più il derviscio rigorista dei tempi dell' Ocse e che, tagliato il traguardo dei 65 anni, si è rabbonito? Che oggi pensa più allo sviluppo e meno agli aridi parametri con cui mittel e nord europei vorrebbero imbrigliare la nostra verve mediterranea?

Neanche per sogno. Pier Carlo non si è spostato di un millimetro dalle antiche convinzioni. È tuttora un fottutissimo, con rispetto parlando, sostenitore del fiscal compact, pareggio di bilancio, 60 per cento del debito sul Pil, tre per cento del deficit, ecc.

E allora, direte voi, a cosa servono il sorriso bonario, le aperture alla Grecia e tutto quello che ci siamo detti finora? Bè, la bonarietà è natura e quello resta. Quanto alla Grecia era una facciata che nascondeva un piano. E dietro quel piano ce n' era un secondo. Entrambi sono farina del sacco di Renzi che ci ha tirato dentro obtorto collo il dolce Padoan. Ma ora Pier Carlo è molto imbarazzato e guarda con apprensione all' avvenire.

Lo smaccato parteggiare di Roma per Atene, così ben rappresentato dal ministro dell' Economia, mirava a compiacere François Hollande che della Grecia si era fatto paladino. Questa era la prima parte del programma ideato da Renzi: creare un asse Roma-Parigi per forzare i tedeschi a uscire dal loro teutonismo nei riguardi di Atene.

Pier Carlo, che come ministro deve obbedienza al capo del governo, si è piegato abbastanza volentieri. È vero che in cuor suo avrebbe spezzato le reni alla Grecia, in coerenza, s' intende, con le proprie convinzioni teoriche.

Tuttavia, sostenere le ragioni sbagliate di un Paese terzo gli procurava meno imbarazzo che farlo in favore dell' Italia. In quel caso, sì che sarebbe entrata in gioco la sua personale credibilità. È un po' come nella vita, dove hai meno scrupoli a raccomandare il figlio di un altro che non il tuo.

Quel che però Padoan non si aspettava era la seconda tappa del piano. Il callido Renzi, forte del precedente greco, punta infatti a una vera alleanza con la Francia per combattere insieme le rigidità di Berlino. Un accordo duraturo per favorire la ripresa e trovare nell' appoggio del francese il fegato di contrapporsi a Frau Merkel che da solo non avrebbe. Si spiegano così le fantasticherie ferragostane di Matteo a base di tagli di tasse, redditi di cittadinanza, progetti mesopotamici e bagole varie. Capisco che vedere Al Sisi raddoppiare in un anno, come per magia, il Canale di Suez abbia avuto l' effetto di un' umiliante frustata su un giovane ambizioso come il nostro premier e non escludo che l' Egitto lo abbia ispirato. Tuttavia ha messo tanta di quella carne sul fuoco -meno tasse per cinque miliardi sulla casa, venti miliardi di sconti d' imposta sulle imprese, altrettanti sulle persone fisiche entro il 2017- che se gli va buca il piano di tirare Parigi dalla sua non gli resta che fare il pastore in Lunigiana. Ma Francia o non Francia, Padoan è angosciato per la piega delle cose. Toccherebbe, infatti, a lui realizzare il bengodi di Renzi e convincere l' Ue della sua fattibilità. Gli vengono i sudori freddi a pensare di presentarsi alla Frau di Berlino per dirle che il pareggio di bilancio, già promesso nel 2013 e rimandato al 2017, dovrà essere rinviato, che so, al 2021. Non è nelle sue corde questo lassismo. Non è nella sua cultura di comunista convertito al capitalismo rigorista per occultare le proprie origini. Contraddice tutta la sua storia. Insomma, Pier Carlo non ci sta e non ci stanno quelli della sua cerchia. L' intero Ministero dell' Economia è in subbuglio e considera l' asse con Parigi una iattura. I Celti -osservano- vorranno in cambio le nostre migliori aziende, come hanno già preso una fetta di Telecom. E Renzi - aggiungono sarcastici- ha cominciato a pagare dazio con la decisione di realizzare la banda larga, gigantesco affare per Telecom francesizzata.

Oppresso da questi ukase renziani, Pier Carlo non sa che pesci prendere. Continuare a occupare la sua cadrega o lasciarla? Peggiora le cose il fatto di non avere più a chi rivolgersi per dare una sterzata alla situazione. Il Nostro ha infatti perso i suoi riferimenti politici. Lo storico protettore, Max D' Alema, ha subito un trattamento antitarme ed è da tempo in naftalina. Il presidente emerito Napolitano, che lo volle ministro, è ormai solo un santino nella quadreria del Palazzo.

Queste angustie di Padoan sono, per un osservatore allenato, visibili a occhio nudo. Sinceratevene voi stessi guardandolo in tv. Vedrete che la giacca che ha sempre portato un numero più grande del necessario, gli penzola addosso più di prima. È come se ci ballasse dentro, quasi posseduto. Segno di grande marasma interiore.
E poi ditemi se i potenti sono da invidiare.

venerdì 21 agosto 2015

Cibo avariato, sporcizia e truffe Villaggi vacanze cosa hanno scoperto

Nas in villaggi, agriturismi e camping: 17 chiusure




Scarse condizioni igieniche e mancanza di autorizzazioni. Sono 17 tra villaggi turistici, depositi, bar e locali cucina le strutture chiuse dai Nas e il  cui valore immobiliare ammonta a complessivi 14 milioni di euro, nel corso dell’operazione Estate tranquilla 2015, disposta dal ministero della Salute per il controllo del rispetto delle norme per la sicurezza alimentare e la salute dei consumatori. Il piano di controlli che ha riguardato agriturismi, villaggi turistici e campeggi è stato articolato - si legge in una nota del dicastero - e ha permesso di ispezionare circa 600 strutture ricettive, rilevando irregolarità nel 45% dei casi. Con 265 violazioni alle normative nazionali e comunitarie, ovvero: alimenti in cattivo  stato di conservazione, privi di tracciabilità e di indicazioni di  origine, laboratori e cucine abusive, depositi con carenze strutturali e di autorizzazioni, destinazione di locali e spazi, quali bungalow e piscine, per un numero superiore a quello autorizzato).

 I controlli - Le verifiche  hanno evitato che circa 3 tonnellate di alimenti irregolari e potenzialmente nocivi finissero sulle tavole di ignari turisti italiani e stranieri. I militari dell’Arma, in particolare, hanno scoperto frodi commerciali e situazioni potenzialmente pericolose per  la salute legate alla mancata attuazione delle procedure di autocontrollo, necessarie a garantire la sicurezza degli alimenti preparati e somministrati. Ben 184 persone sono state segnalate alle  competenti autorità giudiziarie e amministrative competenti, tra le quali figurano titolari e responsabili delle strutture turistiche, a cui sono state contestate sanzioni per oltre 180 mila euro. 

Le strutture - In particolare, dai Nas di Catania è stata disposta la chiusura di un villaggio turistico della provincia per mancanza delle autorizzazioni per l’utilizzo del complesso, costituito da bungalow con capacità ricettiva per oltre 500 persone, due piscine, ristorante e laboratorio per alimenti, nonché per l’esistenza di impianti di smaltimento reflui, risultati abusivi. A Cagliari, invece, i Nas hanno proceduto al sequestro amministrativo di un agriturismo della provincia privo di autorizzazione e con gravi carenze igienico-sanitarie, nonché di una tonnellata e mezza di cibi vari (pasta fresca, gamberi, carne di diverse specie e pezzature, gelati, frutta e verdura, uova, acqua e bibite), tra cui carni ovine e suine sprovviste di bolli sanitari avviate subito allo smaltimento. A Treviso, poi, presso un agriturismo della provincia di Venezia, all’interno di un deposito abusivo in precarie condizioni igieniche, sono state sequestrate circa 10 mila bottiglie di vino. Mentre i Nas di Bari, in un agriturismo della campagna barese sono hanno sequestrato circa 100 kg di prodotti (carne e pesce) congelati irregolarmente e privi delle indicazioni di origine.

Trovato un treno carico di monete d'oro Un tesoro (antico) enorme: dove si trova

Ritrovato in Polonia un treno nazista carico d'oro




Un ritrovamento luccicante e dall'incredibile valore storico. In Polonia due uomini avrebbero ritrovato (la notizia è stata diffusa da diversi media ma non se ne può ancora accertare la veridicità) un treno carico di oggetti d'oro rubati dai nazisti prima del 1945. E da allora scomparso nel nulla. I due avrebbero chiesto tramite un notaio, alle autorità di Walbrzych in Polonia una ricompensa del 10% del valore della scoperta, in cambio delle informazioni sulla località in cui si troverebbe il tesoro. Il treno potrebbe essere finito in uno dei lunghissimi tunnel che i nazisti avevano scavato sotto le montagne, dove speravano di riparare alla fine della guerra.

Kim Jong Un fa tremare il mondo Il dittatore annuncia la guerra

Corea, Kim Jon Un annuncia: "Quasi stato di guerra"




l leader nordcoreano Kim Jong Un ha dichiarato il "quasi stato di guerra" e posto le truppe al confine con la Corea del Sud in assetto da combattimento. Lo riferisce l’agenzia  stampa sudcoreana Yonhap, citando i media di Pyongyang. "I comandanti dell’Esercito del Popolo Coreano sono stati rapidamente inviati presso le truppe in prima linea per guidare le operazioni militari destinate a distruggere le apparecchiature di propaganda psicologica, se il nemico non interromperà la propaganda entro 48 ore, e per prepararsi a possibili reazioni del nemico", riferiscono i media nordcoreani.

Lo scontro - Ieri vi sono stati scambi di colpi d’artiglieria attraverso il confine tra le due Coree, dopo i quali Pyongyang ha minacciato ulteriori azioni se la propaganda non si fosse fermata. Le tensioni fra le Coree sono salite sin da quando soldati di Seul sono stati feriti ai primi del mese dallo scoppio di mine. La Corea del Sud ha accusato Pyongyang e l’11 agosto ha ripreso le trasmissioni di propaganda dirette al  nord. I due paesi sono tecnicamente ancora in stato di guerra, dato  che il conflitto del 1950-53 si è concluso con un armistizio e non un trattato di pace.

giovedì 20 agosto 2015

Ferrara, "quarta guerra mondiale" Cacciari: "Ecco perché scoppierà"

Mattarella: "Dal terrorismo terza guerra mondiale". Le opinioni di Giuliano Ferrara e Massimo Cacciari




La Terza Guerra Mondiale? La combattono Ferrara e Cacciari su Repubblica. Le parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, inviate al Meeting di Cl di Rimini, hanno fatto rumore: il terrorismo islamico, ha spiegato il Capo dello Stato, "sta cercando di introdurre nel Mediterraneo, in Medio Oriente, in Africa i germi di una terza guerra mondiale. Sta alla nostra responsabilità fermarla". E via alle danze, perché il mondo (specialmente quello intellettuale e politico italiano), si divide tra chi abbraccia con fatalismo l'idea e chi la respinge con forza. Giuliano Ferrara e Massimo Cacciari, però, intervistati da Repubblica mostrano perlomeno un punto di contatto: l'inquietudine. 

Ferrara e la "quarta guerra mondiale" - "Terza guerra mondiale? Per me è una cosa ovvia dall'11 settembre 2001", attacca Ferrara, secondo cui il problema dell'Occidente è che "non risponde, lascia mani libere allo Stato islamico di sequestrare la città di Palmira". È proprio l'Isis al centro dell'analisi di Mattarella ma Ferrara non ci sta: "Ma quale terrorismo... Parlarne è ridicolo. È la terza guerra mondiale, se non addirittura la quarta se consideriamo la Guerra Fredda. Bisogna spazzarli via, esercitando contro di loro una violenza superiore rispetto a quella che esercitano nei nostri confronti. Abbiamo i mezzi, ma ci manca un Churchill". L'unica soluzione, dunque, è "esportare la democrazia con le armi", anche in Libia. Il guaio è che viviamo nell'epoca di Obama, "l'era delle chiacchiere", conclude amaro l'ex direttore del Foglio.

Cacciari: "Dipende tutto da Israele" - Per Cacciari, invece, parlare di terza guerra mondiale innescata dal terrorismo "è ridicolo". "Mattarella? Condivido che stiamo vivendo su un vulcano, ma sono le grandi potenze, dagli Usa alla Cina alla Russia, che possono scatenare conflitti di interessi". Il terrorismo islamico, secondo il filosofo, "è il 10% del problema". Ma l'Isis, sottolinea, non è terrorismo: "Si tratta di uno Stato che conduce una guerra anche con armi terroristiche". Cacciari invita a distinguere dunque tra terrorismo e stati terroristici, così come tra terrorismo e immigrazione: "Un problema epocale, va affrontato con politiche di integrazione e accoglienza". C'è un movimento amplissimo, conclude, "di rivendicazione di maggiore autonomia, forza e potenza da parte della totalità del mondo musulmano" che non si traduce solo nell'Isis o nel terrorismo. "Il mondo musulmano sta cercando di recuperare la colossale catastrofe subita tra Ottocento e Novecento", di cui chiede il "risarcimento" all'Occidente. E se questi movimenti (dai Fratelli musulmani al regime iraniano) attaccassero Israele, l'eterno nemico, allora "non è impossibile che si scateni un conflitto di proporzioni mondiali".

mercoledì 19 agosto 2015

Assegni mensili fino a 780 euro Ecco a chi vuole darli il governo

Sussidio di povertà, governo e Inps pensano ad assegni fino a 780 euro al mese: come funzioneranno




Il governo ha in serbo un "piano disagiati", ossia un sussidio per i 5 milioni di italiani al di sotto della soglia di povertà. Secondo quanto riferisce il Messaggero, il Tesoro avrebbe già individuato una copertura da 2,4 miliardi, per consentire assegni massimi fino a 780 euro al mese, vincolati all'obbligo di partecipare a programmi di reinserimento sociale. Il reddito minimo, a partire dal 2016, prevederebbe anche un sussidio per gli 1,3 milioni di over 55 rimasti senza lavoro, come auspicato dal presidente Inps Tito Boeri. 

Come funziona il sussidio di povertà - Per individuare i beneficiari verrebbero utilizzati criteri come dichiarazione dei redditi e parametri Isee. In collaborazione con l'Inps, inoltre il governo istituirà della commissioni territoriali per "attenzionare" le famiglie a cui andrebbe il sussidio di povertà, per verificare che i soldi dell'assegno vengano utilizzati effettivamente per bisogni primari. Questo sussidio andrebbe ad aggiungersi a quello, limitato, già presente da un paio d'anni: è il "Sia" (Sostegno per l'inclusione attiva), concesso a circa 10mila famiglie residenti in città con più di 250mila abitanti, con importo medio di 360 euro.

"Traghetti gratis per gli immigrati" Ecco chi lo ha chiesto all'Unione Europea

Immigrazione, la proposta dei medici cattolici all'Unione europea: "Traghetti gratuiti dai porti di partenza"




Organizzare i flussi di immigrati dai porti di partenza, con traghetti gratuiti. È la proposta dei medici cattolici che chiedono all'Unione europea di "strutturare un servizio marittimo gratuito o semi-gratuito per i migranti la cui identificazione dovrebbe avvenire all'imbarco e non all'approdo, con notevole risparmio di uomini, mezzi e risorse", dice Filippo Maria Boscia, presidente nazionale dell'Associazione medici cattolici italiani. "La non conoscenza certa dei singoli porti di imbarco sembra essere la beffa più grande per la comunità internazionale che di fatto agevola imprenditori impietosi e opportunisti e scafisti violenti come gli unici a porre in atto una professione atroce in risposta a un bisogno reale, dolente e urgente di fuggire dalle guerre", aggiunge Boscia. 

"Medici cattolici in prima fila" - "Un simile piano, finanziato dall'Ue nell'ambito di progetti ad hoc, non è difficile da organizzare e gestire - dice ancora Boscia - se si tende a un uso credibile delle risorse. L'Amci garantirebbe controlli clinici e tutela della salute dei migranti a titolo esclusivamente solidale e gratuito e in modo coordinato con tutte le associazioni che già operano lodevolmente da tempo su questo fronte. Cosa ostacola il provare a conoscere alla partenza il Paese preferito dal migrante e cercare di organizzarne ordinariamente il trasferimento e la sua ricollocazione? È una utopia questa proposta? Non è meglio del silenzio?", si chiede ancora Boscia. "I medici cattolici - conclude - sono in prima fila per abbattere questo muro di omertà e intendono ringraziare sin da ora i vescovi italiani attraverso il cardinal Angelo Bagnasco per la quotidiana sollecitudine con cui affrontano le delicate questioni anche dell'immigrazione e condividono in pieno la proposta che siano le istituzioni sovranazionali ad affrontare in modo deciso il dramma che si consuma ogni giorno nel Mediterraneo".

In auto o scooter col telefonino? Ecco come vi incastrano i vigili

Vigili urbani in borghese pedinano e multano che guida in auto o scooter con il telefonino




Vigili in borghese che pedinano autisti e motociclisti per pizzicarli con il cellulare alla guida. È l'ultima frontiera anti-furbetti della strada, una strategia d'attacco che, come sottolinea il Giornale, da Firenze si sta diffondendo a macchia d'olio da Nord a Sud: da Padova (con 73 multe solo nella scorsa settimana, 161 euro di sanzione e -5 punti dalla patente) a Gallarate fino a Lecce. In pratica gli agenti, non riconoscibili, si mettono alle calcagna dei guidatori sospetti e, appena possibile, li colgono in flagrante.

Repressione e sicurezza - "Questo servizio - aveva spiegato l'assessore alla Mobilità di Gallarate, Luca Pasqualini - è mirato a migliorare la sicurezza stradale. Le statistiche parlano chiaro: la maggior parte degli incidenti, specialmente nei centri urbani, avviene per distrazione di chi è alla guida e il cellulare è il primo motivo". Una ricerca belga conferma questa tesi: l'utilizzo in modalità voce mentre si è al volante aumenta del 4% il rischio incidenti, se invece il telefonino lo si prende in mano il rischio sale al 23 per cento.  Chissà che il nuovo codice della strada, che permette di andare in scooter in due a partire dai 16 anni, non riesca a diminuire almeno su due ruote i comportamenti rischiosi. In fondo, ci si può sempre spartire i compiti: uno guida, l'altro chatta.

martedì 18 agosto 2015

Nuove regole per i motorini cambia il codice stradale multe e divieti: cosa cambia

Codice della strada, le nuove regole




In due sul motorino a 16 anni, una patente speciale per disabilità e niente più richiamo alla residenza per rilasciare la licenza di guida. Sono queste le novità più rilevanti che entreranno in vigore dal, 18 agosto, nel codice della Strada attraverso le nuove norme inserite nella legge 115 del 29 luglio scorso e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale il 3 agosto.

Se il motorino è omologato per il trasporto di due persone, il conducente potrà portare con sé un passeggero già a 16 anni, contro i 18 previsti dalla legge fino a oggi. Per quanto riguarda le persone disabili e il trasporto di rimorchi, diventa senza limiti il peso trasportabile se si sarà in possesso della nuova patente speciale. Fino a oggi il limite era fissato a 750 chilogrammi. Tra le novità introdotte, viene inoltre eliminato il richiamo alla residenza per rilasciare la patente di guida. Cambia anche la legge sugli esami per la ’B’, quella più diffusa tra le licenze: l’esaminatore dovrà essere in possesso di una patente analoga da almeno tre anni. Per le altre, l’esaminatore dovrà prima prendere parte a un percorso formativo. Infine, i gradi del campo visivo verso l’alto necessari per conseguire la patente passano da 25 a 30.

CASA, COME CAMBIANO LE TASSE C'è la Local Tax: chi paga e chi no

Tasse, arriva la Local Tax: cosa succede con l'abolizione della tassa sulla prima casa




Nel 2016 il Governo introdurrà la Local Tax che accorperà Imu, Tasi e tutti gli altri tributi comunali in un'unica imposta. Una data attesa con favore da chi invoca da sempre più semplicità e trasparenza fiscale, ma che rischia di trasformarsi in una nuova mannaia soprattutto per i contribuenti. Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi aveva annunciato durante la Direzione del Pd a Expo l'abolizione della tassa sulla prima casa, con il messaggio che sarebbe dovuto passare di alleggerimento della pressione fiscale, senza considerare però che se da un lato si elimina un'entrata certa per le casse pubbliche, da qualche altra parte bisognerà pur compensare.

La trasformazione - La Local Tax, scrive il Corriere della sera, non sarà un tributo "unico", ma sarà affiancato da un'altra tassa, sempre riscossa dai comuni, nella quale saranno accorpati Cosap, Tosap, Cimp e altre imposte minori che riguardano le attività commerciali. E poi resisterà la Tari, visto che è una tariffa sulla gestione della raccolta dei rifiuti e poco ha a che fare con il resto delle imposte.

Dove trovare i fondi - Il principio alla base del nuovo sistema fiscale è che lo Stato mantenga le imposte sui redditi, mentre ai Comuni rimangano quelle sul patrimonio. Questo prima che Renzi annunciasse l'eliminazione della Tasi che per i sindaci vale 3,2 miliardi di euro. A compensare ci dovrebbe pensare lo Stato, o frenando i tagli ai trasferimenti ormai costanti negli ultimi anni o - ipotesi più probabile - costringendo i comuni a rovistare nelle tasche dei contribuenti con nuove forme di tassazione o con l'aumento delle imposte esistenti.

Ritardi - L'introduzione della Local Tax è stata in qualche modo frenata dall'attuale Governo, temendo che la nuova tassa fosse percepita come un aumento della pressione fiscale, timore più che fondato. A quella doveva seguire la riforma del Catasto, che avrà bisogno di qualche anno per entrare a regime, e che potrebbe rappresentare una beffa, seppur temporanea, per i proprietari di casa senza un chiarimento rapido su chi deve pagare e cosa.

I risparmi - Stando alle proiezioni del Corsera, l'abolizione della Tasi potrebbe portare immediati vantaggi sui conti correnti dei proprietari di casa a cominciare da quelli di Torino, che avendo un'alta tassazione sulla prima casa, andrebbero a risparmiare in media all'anno 403 euro. Seguono i cittadini di Roma con 391 euro, Siena con 356, Firenze con 346, Genova con 345, Bari con 338, Bologna 331, Foggia 326, Como 321 e Ancona con 318.

lunedì 17 agosto 2015

I TRE GIORNI DI SALVINI "Ecco come bloccheremo l'Italia e manderemo a casa Renzi"

Matteo Salvini promette battaglia: "Ecco come saranno i tre giorni di sciopero anti-Renzi"




Bloccare l'Italia per tre giorni: è l'idea di Matteo Salvini per fare cadere il governo di Matteo Renzi. Lo sciopero è fissato a novembre, Salvini lo ha deciso perché "me lo chiedono sempre più persone che non ce la fanno ad arrivare a metà mese, altro che ultima settimana", dice il leader della Lega a Il Giorno, "la cosa che mi ha colpito è che non sono più solo il pensionato al minimo, il disoccupato, che ci chiedono di fare qualcosa di forte, ma a questi si uniscono avvocati, medici, commercianti e il popolo della partite Iva". Salvini dice che ora servono le maniere forti. "Immagino tre giorni di manifestazioni civiche. Per questo c' è bisogno di una lunga preparazione, per permettere che ciascuno, per quello che potrà fare, possa dire: io ci sono. Le giornate avranno un' etica: consumare, ad esempio, solo prodotti italiani. Andremo anche nel concreto delle proposte: ci saranno iniziative per l'agenzia delle entrate, per le prefetture, per le banche. Immaginate un'Italia che si ferma, che non dà quattrini a questo governo, per poi ripartire".

Salvini auspica che non solo la Lega si faccia promotrice di questo mega sciopero contro Renzi, ma anche Forza Italia, Fratelli d'Italia, ma nono solo il centrodestra. "Vorrei anche i grillini". Salvini anticipa che la protesta terminerà con una grande manifestazione. Visto che Grillo e soci "a parole sono anti-Renzi, organizziamo qualcosa insieme. Poi andiamo a votare e che vinca il migliore". Sul Pil che cresce dello 0,2%, Salvini commenta che "a furia di zero virgola tra dieci anni saremo ancora al punto di partenza. La nostra manifestazione è per abbattere lacci, lacciuoli che questo governo lascia intatti. Se non invertiamo completamente la rotta è la fine. Meglio alzare la testa allora. Tre giorni di blocco totale valgono altro che la pena, di più".

LA RIVOLUZIONE MAGGIONI Blitz alla Rai a Ferragosto Dai tg alle fiction: chi trema

Rai, la rivoluzione lacrime e sangue di Maggioni e Dall'Orto: taglio dei megastipendi e redazione da 1500 giornalisti




A Saxa Rubra in pochissimi possono godere di sonni tranquilli da quando sono stati nominati il nuovo direttore generale, Antonio Campo Dall'Orto, e la presidente, Monica Maggioni. L'imprenditore veneto ha rinunciato a trascorrere agosto in ferie per tuffarsi a spulciare i bilanci, la giornalista Rai invece affila le armi e lo porta in giro per i corridoi in stile cicerone per un primo giro di presentazioni. Ma in testa il piano per tagliuzzare e rivoluzionare l'organizzazione di viale Mazzini è chiarissima.

Giornalisti - Già il precedente Dg, Luigi Gubitosi, aveva progettato una cura dimagrante per la Rai in due fasi: una prima di dimagrimento delle spese, una seconda logistica, con l'accorpamento delle redazioni delle redazioni giornalistiche in un'unica newsroom. L'idea della coppia Maggioni-Dall'Orto è bruciare le tappe e passare direttamente alla fase due: una redazione unica da 1500 giornalisti, capace di competere con ogni tipo di all news mondiale. Quindi un unico direttore, con una squadra di vicedirettori, che avrà nelle mani un potere enorme. Poi una redazione riservata alle inchieste e la cancellazione degli anacronistici pastoni politici.

Bilancio - La direzione presa dalla nuova dirigenza punta a una riduzione più che immediata del 20% delle spese superflue. La spending review si concentererà, secondo il Fatto quotidiano, sulle reti, piene zeppe di stipendi galattici e benefit. Saranno ridotte le produzioni delle fiction e caleranno anche gli acquisti di format dall'estero.

Toto-nomi - I primi segnali arriveranno il 2 settembre, quando ci sarà la prima riunione del nuovo Cda dopo le ferie estive. Ma un assaggio potrebbe arrivare il 23 agosto, quando Monica Maggioni sarà ospite del Meeting di Cl a Rimini. Uno degli sport più in voga in viale Mazzini è il toto-nomi sui prossimi direttori dei tg: Mario Orfeo del Tg1 sarebbe uno dei più certi di mantenere la poltrona, forte dei buoni ascolti portati a casa. Quasi certi i cambi per il Tg2, dove Marcello Masi potrebbe lasciare a favore di Andrea Covotta, e per il Tg3: Bianca Berlinguer è data in partenza, al suo posto potrebbe arrivare Luca Mazza o Maurizio Mannoni. Nessuna novità invece per la sostituta della Maggioni a Rainews, ci sarebbe Lucia Goracci, ma non tutti sono convinti.

Scomparsi tre sub italiani nel Borneo Nessuna loro notizia da due giorni

Indonesia, tre sub italiani scomparsi dopo immersione nel Borneo: senza notizie da sabato




Tre sub italiani ed un belga sarebbero dispersi dopo un’immersione nelle acque al largo dell’isola di Sangalaki, nel Borneo. Secondo quanto riporta la stampa locale un gruppo di sei turisti, cinque italiani ed un belga, ha partecipato all’escursione ma solo due italiani, che hanno fatto unicamente snorkelling, sarebbero rientrati sulle barche. I quattro sono stati dichiarati dispersi dopo le 19 ora locale di ieri 16 agosto, e sono iniziate le ricerche, riportano ancora i media locali. "Sono stati dichiarati dispersi sabato sera e le operazioni di ricerca per localizzarli sono ancora in corso", ha dichiarato, secondo quanto riporta il Jakarta Posta, il capo dell’ufficio della protezione civile di East Kalimatan. La Farnesina tramite la sua ambasciata in loco sta facendo tutte le verifiche del caso in contatto con le autorità locali.

La mail: "Ti rimborsiamo il cellulare" State attenti, è una truffa (e costa caro)

La truffa dei finti funzionari della 3: promettono rimborsi in cambio della carta di credito




n piena estate un gruppo di truffatori ha messo in piedi un sistema per spillare quattrini ai clienti della H3G Italia. Lo comunica la stessa azienda attraverso la sua pagina Facebook: "In questi giorni, alcuni individui, sotto le mentite spoglie di funzionari di 3, hanno contattato alcuni clienti, promettendo loro inesistenti rimborsi per conto della nostra Società". L'obiettivo dei truffatori è derubare i clienti della Tre in poche mosse: "Questi soggetti - aggiungono dalla Tre - stanno usando tale raggiro al solo scopo di ottenere i dati e i codici della carta di credito e del conto corrente così da prelevare denaro e/o effettuare spese a danno altrui".

Come evitare - L'azienda mette in chiari quali sono le modalità con cui il personale della 3 si presenta ai suoi clienti e quali sono i dati personali che richiede, cioè: "L’IBAN al fine di effettuare l’accredito e non già la carta di credito e comunica sempre il numero specifico della pratica in lavorazione". C'è un indirizzo email individuato dalla 3 che si nasconde dietro la truffa: "La gravità di tali condotte lede evidentemente sia i clienti 3 sia la nostra reputazione e, proprio per stroncare tale fenomeno, invitiamo tutti a segnalarci episodi simili e a non rispondere ad alcuna mail proveniente dall'indirizzo h3grimborsocontrattistand@yahoo.it, che non appartiene né è in uso alla nostra Società.
H3G ha già intrapreso tutte le azioni necessarie alla tutela della propria immagine e dei propri clienti".

'E' il ciclone Troy, "ucciderà l'estate" Nubifragi e grandine, quando arriverà

Meteo, dopo il tornado di Ferragosto martedì arriva il ciclone Troy: nubifragi e grandinate




Dopo Summer storm arriva il ciclone Troy, nuove piogge e temporali nella prossima settimana sulla penisola e l'estate, probabilmente, non si riprenderà più. Dopo la burrasca di Ferragosto culminata con l'arrivo di Summer storm ecco pronto un nuovo peggioramento: il ciclone Troy. La redazione web del sito ilmeteo.it comunica che "da lunedì 17 il tempo migliorerà sull'Italia col ritorno del sole, ma con temperature fresche e sotto la media del periodo. Martedì, però, ecco pronto un nuovo peggioramento; sempre dall'Atlantico il ciclone Troy si avvicinerà all'Italia e nella notte e prime ore di mercoledì raggiungerà le regioni settentrionali portando nuovi temporali, nubifragi e locali grandinate. Il maltempo toccherà anche la Toscana e la Liguria, difatti molti vacanzieri stanno decidendo di lasciare le proprie località turistiche, quindi il resto delle regioni centrali, ma questa volta il Sud dovrebbe esser e risparmiato".

"Ucciderà l'estate" - Il direttore di ilmeteo.it Antonio Sanò segnala che "giovedì Troy si allontanerà dall'Italia, permettendo la rimonta dell'alta pressione che riporterà un periodo più soleggiato e caldo, ma per quanto? Il ciclone Troy, come il cavallo di Troia, sembra proprio abbia intenzione di uccidere l'estate".

domenica 16 agosto 2015

Electrolux, in 60 lavorano a Ferragosto C'è più lavoro, i sindacati protestano

Electrolux Susgana, 60 operai lavorano a Ferragosto per ordini eccezionali. Fiom: "Scelta inopportuna"




Alta tensione, operai che nascondevano il volto, poca voglia di parlare con i giornalisti. È surreale l'atmosfera del Ferragosto di lavoro all'Electrolux di Susegana (Treviso), dove circa 60 dipendenti hanno accettato di tornare in fabbrica dalle 6 alle 12 per rispondere un inatteso carico di ordini. Buona notizia, dal punto di vista dell'azienda, che in un momento di crisi ha sottolineato l'importanza di "riagganciare la ripresa quando c'è". Una pessima notizia per i sindacati, Fiom in testa, che ha giudicato la richiesta dell'Electrolux "inopportuna" e definito la scelta di riaprire una linea di produzione "unilaterale": "Non c'è stato nessun confronto con le Rsu e nessun coinvolgimento - accusa all'agenzia Adnkronos Sandro Rui, delegato Rsu Fiom Cgil dell'Electrolux di Susegana. "Se ci fosse stato un coinvolgimento del sindacato - sottolinea Rui - avremmo trovato delle alternative. Non è la prima volta che lavoriamo durante una festività. Abbiamo lavorato anche il giorno del Santo Patrono e il 6 gennaio. Il problema in questo caso è che l'azienda non ha coinvolto nessuno né le Rsu né il sindacato e questa è una cosa negativa". Con l'azienda, aggiunge Rui, "abbiamo fatto un accordo sulle ferie che prevede di lavorare tutti i sabati a giugno, luglio e agosto. L'unico giorno libero era il 15 perché è una festività. Dall'azienda c'è stata una forzatura".

Escrementi, batteri e immondizia: ecco tutte le spiagge da evitare

Escrementi e immondizia, ecco le spiagge più sporche d'Italia




La metà delle spiagge italiane sono sporche, piene di residui di escrementi. Tutta colpa degli scarichi fognari che non vengono adeguatamente o del tutto depurati. Così il 45% delle spiagge è bagnato da acque piene di coliformi fecali e un altro 42% è invece inquinato da olii esausti e immondizia. Le analisi, riportate da Il Tempo, sono state effettuate da Goletta Verde.

E i risultati sono inquietanti: su 266 campioni di acqua marina analizzati dal laboratorio mobile di Legambiente il 45 per cento è contaminato da cariche batteriche "superiori ai limiti imposti dalla normativa". Insomma, ogni 62 chilometri di costa c'è una spiaggia inquinata che a sua volta, nella metà dei casi, è una spiaggia libera e vicina alle foci di fiumi o canali dove si scaricano liquami.

Le coste più sporche sono in Sicilia e Calabria, seguita dal Lazio e dalla Campania. Non bene anche Marche, Abruzzo e Puglia. La Sardegna si conferma la regione più pulita: solo quattro i punti critici sui 27 monitorati. Un danno non solo ambientale ma anche economico se si pensa che le sanzioni dell'Unione europea ammontano a 476 milioni di euro l'anno dal 2016 e fino al completamento delle opere. Al momento sono 1.022, il 32% del totale, gli agglomerati coinvolti dai procedimenti europei. Le Regioni maggiormente interessate sono la Campania, con l' 81% dei Comuni condannati o interessati in procedure d'infrazione, la Sicilia, con il 73%, e la Calabria, con il 62%. Le regioni costiere con il minor numero di centri urbani che sforano i limiti sono il Veneto (17%), la Toscana (18%) e il Friuli Venezia Giulia (24%).

La lista degli italiani più ricchi in Borsa In classifica anche il Cav, con sorpresa

I Paperoni della Borsa 2015: la classifica degli italiani azionisti più ricchi




Il patron di Luxottica Leonardo Del Vecchio si conferma al primo posto nella speciale graduatoria dei Paperonì di Borsa 2015 elaborata da Mf Milano Finanza. Nella classifica di Mf, oltre ai nomi più noti della finanza made in Italy, scalano un posto i cinesi di Peoplès Bank of China (azionisti di numerosi ’campioni nazionalì tra cui Eni, Fca, Telecom etc.) passando dall’ottava alla settima posizione. Del Vecchio mantiene la posizione grazie alle partecipazioni in Foncieres des Regions, Generali Assicurazioni, Luxottica, Space 2, UniCredit Group, che valgono (al 7 agosto 2015) 24,135 miliardi di euro.

Podio - Al secondo e terzo posto, Stefano Pessina (Walgreens Boots Alliance - 18,243 miliardi di euro) e i fratelli Benetton (Atlantia, Autogrill, Caltagirone Ed., Mediobanca, Pirelli, World Duty Free - 8,839 mld di euro). Sia Pessina che i Benetton hanno guadagnato posizioni rispetto al 2014, passando dalla settima alla seconda e dalla quarta alla terza posizione. Al quarto posto il duo Miuccia Prada - Patrizio Bertelli (Prada, 8,493 ml d di Euro), seguiti dai fratelli Gianfelice e Paolo Rocca (Tenaris, 8,364 mld di euro), e dalle famiglie Agnelli-Nasi (5,795 mld di euro, la partecipazione in Exor). Passa dall’ottava alla settima Peoplès Bank of China ( 5.648,2 mld di euro, il valore delle quote in Enel, Eni, FCA Fiat Chrysler A., Generali Ass.ni, Intesa SanPaolo Monte Paschi Siena, Prysmian, Saipem, Telecom Italia, Terna, UniCredit).

Il Cav - Migliora anche la posizione di Silvio Berlusconi, dalla nona all’ottava grazie alle partecipazioni in Mediaset, Mediobanca, Mediolanum, MolMed, Mondadori - 4,548 mld di euro). Completano la griglia dei primi 10, Emmanuel Besnier (Parmalat, 3.594,1mld di euro) e le famiglie Boroli-Drago (3.125,7 ml dm di euro le partecipazioni in Antena 3, International Game Technology, DeA Capital, Generali Ass.ni, GreenItaly1).

Bella vita al Quirinale: i prezzi stracciati solo per le case dei funzionari / Le cifre

Quirinale, affitti a poche centinaia di euro in centro a Roma: solo per i dipendenti del Presidente della Repubblica




Abitare in centro a Roma in un appartamento da circa 100 metri quadrati può costare almeno 2400 euro al mese, ma questo solo per chi non lavora per il Presidente della Repubblica. In particolare per il personale destinato agli uffici del Segretario generale del Quirinale i canoni di locazione appaiono particolarmente vantaggiosi. Scrive il Fatto quotidiano come in via della Dataria, salita che va a finire dritta in piazza del Quirinale, un mese di affitto in un appartamento da 100 mq costa appena 360 euro. Un affarone che in realtà era più conveniente quando il Capo dello Stato era Giorgio Napolitano: con lui l'uso degli appartamenti per questi funzionari era a titolo gratuito, utenze escluse. Gli appartamenti sono infatti "concessioni" e non locazioni, regolati da decreti della Presidenza della Repubblica. Il motivo è legato alla reperibilità richiesta ai dipendenti, che quindi devono abitare quanto più vicino al luogo di lavoro e, come riportato nell'articolo 3 dell'ultimo decreto di Sergio Mattarella firmato poco prima della pausa estiva, riservato a quelle mansioni la cui: "continuità di servizio è ritenuta strettamente necessaria per il buon andamento e l'efficienza dell'Amministrazione e per le quali le esigenze di reperibilità e di flessibilità, nonché di prolungamento della presenza in servizio olte l'orario di lavoro assumano carattere di ordinarietà". Il decreto entrerà in vigore dal prossimo settembre e riguarderà 58 appartamenti. Ci sono buone notizie anche per gli altri dipendenti che non fanno parte del segretariato, ma già abitano in case di proprietà del Quirinale. Per loro il decreto concede di poter vivere in quegli immobili fino al 2018 a canoni in media di 1250 euro per il 2016, sempre per apprtamenti di solito superiori ai 100 mq, che diventeranno 2500 nel 2017.

Renzi cade? Mattarella ha un piano Ecco chi farà il premier: ok dal Cav

Lo scenario per il dopo Renzi: governo di larghe intese guidato da Enrico Letta




È nella settimana di Ferragosto che si è infittito il dibattito politico su una possibile riapertura del Patto del Nazareno. Guai a chiamarlo così per chi sul fronte del centrodestra lavora alla ricucitura con la maggioranza di Matteo Renzi, ma nella sostanza la trattativa sta esaurendo la sua fase preliminare. Il consigliere politico di Silvio Berlusconi, Giovanni Toti, ha messo in chiaro che non ci sono trattative sottobanco, di sicuro nessun compromesso che preveda uno scambio tra i voti di Forza Italia e una riforma della Giustizia che piaccia al Cav. Nel corso di una riunione di parlamentari azzurri, riporta La Stampa, lo stesso Toti avrebbe comunque detto: "Se Renzi facesse le cose seriamente in tema di intercettazioni, separazione delle carriere e limiti della carcerazione preventiva, allora magari...". Sempre Toti aveva in qualche modo smentito, marchiando il governo in carica come legato a doppio filo con la magistratura. La partita vera si gioca tutta sull'Italicum, con il centrodestra che chiede compatto da tempo che il premio di maggioranza sia assegnato alla coalizione vincente e non alla singola lista, come sperato da Renzi.

Lo scenario - La fiducia sulla buona riuscita di un nuovo Patto è bassa, quasi nulla, all'interno di Forza Italia. La linea prevalente è quella di Renato Brunetta, secondo il quale Renzi ha ormai le ore contate e dovrebbe arrendersi a una "onorevole sconfitta". Inutile quindi agganciarsi a chi è destinato a perdere, secondo l'ex ministro. C'è quindi chi pensa già a un dopo Renzi, a uno scenario che in qualche modo richiama dinamiche già viste pochi anni fa dopo il governo di Mario Monti. Senza Renzi, il Pd si spaccherebbe perdendo il sostegno in Parlamento dell'ala più a sinistra. A quel punto l'unico modo per formare una maggioranza di governo sarà solo quello delle larghe intese, una sorta di Coalizione della Nazione. E le indiscrezioni parlano di un solo nome che troverebbe il gradimento di Forza Italia, Dem e del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: Enrico Letta, che tornerebbe a servire il piatto freddo della vendetta.

sabato 15 agosto 2015

DITE ADDIO AL TURISMO IN ITALIA Profezia dello studio scientifico Ue

Troppo caldo, addio Spagna e Italia: al mare si andrà nei Baltici




Secondo uno studio dell’Unione europea sugli effetti sul turismo in Europa prodotti dal cambiamento climatico, a partire dal 2100, l’aumento delle temperature nei Paesi europei dell’area mediterranea e non solo, in particolare Italia e Spagna, renderà poco piacevoli per i turisti le condizioni meteo di spiagge e campagne in estate. Al contrario luoghi considerati belli, ma troppo freddi, come il mare dei Paesi Baltici potrebbero vedere un fortissimo incremento del turismo balneare estivo.

Lo studio è stato condotto da Salvador Barrios e Juan Nicholas Ibanez ed è targato Ue. Dall’inizio del prossimo secolo il decremento delle entrate turistiche potrebbe viaggiare al ritmo dello 0,45% del Pil ogni anno (per l’Italia a valori attuali siamo oltre gli 8,7 miliardi di euro l’anno, per la Spagna intorno ai 5,6 miliardi di euro), mentre le entrate turistiche dei Paesi del Nord Europa potrebbero crescere dello 0,32% del Pil di ciascun Paese all’anno. Tutti in Lettonia ed Estonia? Chissà.

Quella dell’aumento delle temperature è una realtà con cui i Paesi del Sud Europa come il nostro sono chiamati a fare i conti. Anche in questo caso lo studio suggerisce un rimedio: cercare di spostare il turismo balneare verso quelle stagioni come la primavera e l’autunno che presenteranno temperature più favorevoli. Piogge permettendo.

Da Gomorra finisce al fresco: entra al ristorante e spara. Ecco chi è finito nei guai / Foto

Aversa, arrestato il cantante neomelodico Raffaello: ha ferito un cameriere in un ristorante dopo una lite




È entrato in un ristorante e ha sparato due colpi di pistola contro due clienti con cui aveva litigato. È stato arrestato ad Aversa, in provincia di Caserta, Raffaele Migliaccio, cantante neomelodico noto al pubblico come Raffaello e sarà processato per direttissima con l'accusa di tentato omicidio, porto e detenzione abusiva di arma da fuoco. Parte della notorietà di Raffaello è dovuta alla partecipazione della serie tv Gomorra, nella quale è stato inserito un suo brano nella sequenza iniziale. Dopo una discussione con due avventori di un ristorante, Raffaello ha estratto la pistola e ha sparato due colpi in aria, poi contro i due che intanto stavano scappando e infine contro il proprietario del locale. Uno dei colpi ha ferito un cameriere.

Partite Iva, regime dei minimi e Irap: le tre mosse del governo sul Fisco

Partite Iva, regime dei minimi, esenzione Irap: le mosse del governo




Semplificazioni per le piccole e medie imprese e nuovi regimi fiscali per le partite Iva. È l'obiettivo del governo, da portare avanti in tre mosse: tassazione del 5% per i primi tre anni di attività, regime di cassa per calcolare reddito e valore della produzione delle ditte individuali e delle società di persone ed esenzione dall'Irap per imprese e professionisti privi di autonoma organizzazione. 

Il regime dei minimi - Come ricorda il Sole 24 Ore, già la legge di Stabilità del 2014 ha introdotto una tassazione sostitutiva forfettaria del 15% e ora si punta ad aggiungere il vecchio regime dei minimi, con l'imposta ridotta di un terzo (il 5%) per i primi 3 anni. Sul tavolo, spiega il quotidiano di Confindustria, c'è l'ipotesi del beneficio del prelievo ultra-agevolato per i primi 5 anni, ma su questo punto occorrerà fare i conti con i soldi in cassa. In base a questi si deciderà se applicare livelli di ricavi e coefficienti diversificati anche alle piccole start-up oppure se la soglia di ricavi sarà uguale per tutti a 30mila euro.

Le altre due mosse - Per professionisti e imprese prive di autonoma organizzazione si pensa all'esclusione dall'Irap, mentre la terza mossa sarebbe l'introduzione della determinazione del reddito e del valore della produzione netta secondo il criterio di cassa per le imprese individuali e le società di persone in contabilità semplificata.  Anche in questo caso, dipenderà da quante risorse avrà a disposizione il governo nella prossima legge di Stabilità. 

Il ribaltone, piano di guerra del Cav Vuole un Vip della Tv e un "gelataio"

Silvio Berlusconi a caccia di volti nuovi per l'Altra Italia: al Comune di Torino pensa a mister Grom e a Massimo Giletti




Silvio Berlusconi vuole candidare come sindaco di Torino un famosissimo imprenditore oppure un personaggio notissimo della Rai. Il progetto L'Altra Italia è ancora vivo nella mente dell'ex premier, impegnato in pieno agosto nella selezione volto per volto dei candidati possibili alle prossime elezioni amministrative. Il Cav è a caccia di facce nuove per la politica, ma che siano ben note agli elettori, magari perché sono già personaggi della tv e dello spettacolo, oppure per la propria storia personale, come imprenditori di successo e, cosa che non guasta, anche di bella presenza.

Le scelte - Da anni Berlusconi corteggia a distanza Guido Martinetti, fondatore con l'amico Federico Grom della catena internazionale di gelaterie. I primi segnali ci sono stati già nel 2012, ricorda Repubblica, quando Martinetti "splendido quarantenne dalla faccia di un Jude Law nostrano" era stato visto da Berlusconi come candidato alle politiche. Sul personaggio che incarna il modello del "sogno italiano" era stata impegnata anche la sondaggista di fiducia del leader azzurro, ma lui aveva declinato con un garbato: "Non adesso". Nessuna chiusura quindi e quello spiraglio oggi è tornato a fare luce con l'idea berlusconiana di candidare Martinetti nel 2016 contro la sempre più probabile conferma dell'avversario, l'attuale sindaco Piero Fassino. Martinetti non ha confermato nè smentito, di fatto sembra chiedere una vera e propria proposta chiara, a quel punto potrebbe seriamente pensarci.

L'alternativa - C'è però un altro nome che frulla nella testa di Berlusconi, più volte tirato in ballo in passato. Un altro torinese molto noto e popolare è il conduttore dell'Arena, Massimo Giletti. Lui però sembra meno convinto della proposta: "Mi hanno chiamato - ha confermato il giornalista a Repubblica - ma non dirò chi". Per ora comunque ha declinato l'invito: "La politica è meglio che la facciano i politici".

venerdì 14 agosto 2015

A gennaio ci tagliano le pensioni Per quanto tempo si dovrà lavorare

Pensioni, dal 2016 saranno più basse: aumenta l'aspettativa di vita e diminuiscono le quote


di Antonio Castro



Se avete i requisiti per andare in pensione già nel 2015, ma state tentennando, forse un incoraggiamento ad andare a riposo entro il prossimo dicembre potrebbe arrivarvi dal taglio della pensione che a inizio luglio (il 6) è stato formalizzato sulla Gazzetta Ufficiale (n° 154). Un regalino per il popolo degli aspiranti pensionati (e non sono pochi, nel 2014 le pensioni attivate sono state 75mila) confezionato dal ministero delle Politiche sociali (guidato da Giuliano Poletti), nascosto a pagina 46 della Gazzetta tra un accordo con il Canada e un’intesa militare con il Kazakhstan.

In sostanza verranno rivisti i coefficienti di trasformazione del montante contributivo. Che detta così sembra una porcheria. Tradotto in italiano è il rendimento del tesoretto previdenziale (la somma dei contributi messi da parte). Ebbene il governo Renzi - ereditando una limatura rifilataci a suo tempo dal ministro del Lavoro Cesare Damiano - ha pensato bene di pubblicare il decreto che rivede, e abbassa, i coefficienti e, per effetto a cascata, anche le nostre pensioni.

I nuovi parametri saranno applicati a tutte le pensioni che scatteranno dal 1 gennaio 2016. Quindi il lavoratore che ha già il diritto alla pensione quest’anno, ha tutta la convenienza a scappare prima. Forse un esempio pratico - come quello offerto ieri da “Il Sole 24 Ore”, ma nascosto a pagina 35 del supplemento Norme e Tributi - aiuta a capire meglio. Poniamo il caso di un lavoratore che entro il prossimo novembre compirà i previsti (dalla riforma Fornero) 67 anni. E ipotizziamo che questo signore abbia accumulato circa 200mila euro. La sua pensione sarebbe di 11.652 euro se comincerà a percepirla quest’anno. Se invece dovesse fare domanda nel 2016, e quindi continuando a versare contributi, la stessa pensione sarebbe di 11.400 euro, 252 euro in meno. Una decurtazione di circa 19 euro al mese (per tredici mensilità). Un bella fregatura per il lavoratore, un risparmio netto per gli istituti di previdenza e per lo Stato, che degli enti pubblici “ricopre” i buchi miliardari. Insomma, più lavori meno guadagnerai.

A dirla tutta i coefficienti sono rimasti gli stessi dal 1996 (riforma Dini), fino al 2009. Poi Damiano (nel secondo Governo Prodi dal maggio 2006 all’aprile 2008), ha introdotto la definizione dei coefficienti per il triennio 2010/2012. Poi si è deciso di agganciare gli incrementi alle aspettative di vita. Prima la revisione era triennale (come quello che sta per arrivare 2016/2018), ma dal 2019 gli incrementi della speranza di vita passeranno dal triennali a biennali. Dettaglio non trascurabile visto che l’agganciamento alla speranza di vita rinvia anche di anno in anno il raggiungimento della pensione ai lavoratori.

Da un lato, quindi, si riduce il rendimento del tesoretto previdenziale accumulato, dall’altro si allontana la data in cui si riuscirà ad andare in pensione. Ovviamente per lo Stato questo rinvio - e la contemporanea riduzione della rivalutazione e quindi dell’assegno - si trasformano in un risparmio netto di miliardi. Considerando che le donne vivono mediamente più degli uomini (l’aspettativa di vita fissata dall’Istat quest’anno è di 79,6 anni per gli uomini e a 84,4 anni per le donne, rispettivamente superiore di 2,1 anni e 1,3 anni alla media europea), si capisce bene perché ogni governo (questo, il precedente e quello prima ancora), metta progressivamente mano alle pensioni.

È una sorta di bancomat di risparmi. Il giochino della Fornero - al netto delle 6 salvaguardie per gli esodati - porterà risparmi per 80 miliardi. Solo giocando sui rinvii dell’età pensionabile e il taglio delle prestazioni. Più si alzano i parametri di accesso, più si riduce il tempo in cui il lavoratore incasserà potenzialmente l’assegno pensionistico, più lo Stato risparmia. Riducendo l’erosione del montante personale accumulato e quindi aumentando i potenziali risparmi futuri per lo Stato. Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha già annunciato che a settembre - con la presentazione della Legge di Stabilità - si aprirà la “pratica pensioni”. Il ministro del Welfare Giuliano Poletti è già al lavoro e l’Inps di Tito Boeri ha già presentato, a inizio luglio, una sorta di canovaccio di riforma.

L’idea resta quella di accordare “scivoli” a chi è in zona pensione (con un anticipo massimo di 5 anni). Ma saranno scivoli a pagamento: ovvero con l’introduzione di una penalità crescente tanto più è lontana la data del pensionamento. Si parla di un taglio dell’assegno del 2, forse 3% in meno l’anno. Che però cumulato per un quinquenni di anticipo fa la bellezza di un meno 15% di pensione.

L’altra idea è di coinvolgere imprese e lavoratori in un percorso di “maturazione dei requisiti”. In sostanza - e lo stanno già facendo alcune grandi banche per svecchiare il personale - si accorda un prestito al dipendente per riscattare periodi (come la laurea), e quindi avere entro il 2017 i contributi. In sostanza gli si consente in via sperimentale (legge di Stabilità 2015) di raggiungere i 40 anni di versamenti. Se avrà 62 di età nel dicembre 2017, potrà andare in pensione senza aspettare i 67.
Ma è un po’ come pagarsi un pezzo di pensione. O come rinunciarvi. La sostanza cambia poco.