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venerdì 8 maggio 2015

Cacciati i vip per mettere i clandestini: Portofino, l'hotel è un campo profughi

Portofino, Kulm Hotel: cacciata la clientela vip per far posto ai clandestini. L'albergo diventa un campo profughi


di Gilberto Oneto 



Il Kulm di Camogli (nome ufficiale Portofino Kulm Hotel) è stato per decenni uno degli alberghi più prestigiosi dell’area. Posto in cima al Monte di Portofino, offre un panorama mozzafiato che arriva fino alla Riviera di Ponente: uno spettacolo che gli ha meritato fama internazionale, assieme alla bellezza della costruzione liberty, agli arredi eleganti e a un servizio impeccabile. Tutto questo va declinato al passato perché da un anno la struttura è chiusa per problemi gestionali. Un peccato, perché era la meta più ambita di una clientela con buone possibilità di spesa.


Il governo Renzi ha messo però finalmente fine a questo scandalo di privilegi classisti. Per far fronte all’emergenza emigranti, la prefettura di Genova ha infatti proposto di inserirlo fra le strutture idonee ad accogliere richiedenti asilo, profughi, rifugiati e clandestini vari.

L'altro giorno la nave maltese Kreta ha graziosamente scaricato nel porto della Spezia 424 «migranti» raccolti nel Mediterraneo su un barcone alla deriva. C’è chi sostiene che una bella fetta sarà sistemata in 35 strutture in provincia di Genova, fra cui l’ex manicomio di Quarto e il Kulm appunto. La Liguria era stata risparmiata dagli ospiti coatti grazie all’emergenza idrogeologica che l’ha colpita ma - ecco un altro miracolo renziano! - i pericoli frane e alluvioni sono terminati e anche la Liguria si deve prendere la sua razione di «nuovi cittadini». Una voce che è stata raccolta dal tam-tam locale dice che 150 «rifugiati» sarebbero destinati al Kulm: quattro stelle con mobili in stile, posate d’argento e broccati alle pareti. Sembrano tanti: non si sa se fra essi ci sarà anche il 62enne spezzino pizzicato giorni fa dalla Guardia di Finanza a traghettare 28 siriani e iracheni nel Canale d’Otranto. Risulta residente nel Tigullio e potrebbe essere il perfetto chaperon per i suoi clienti che saranno alloggiati in zona.

La macchina è in moto: l’assessore ai Servizi Sociali di Genova Emanuela Fracassi ha organizzato un ufficio «Persone senza territorio», l’Anpi locale auspica che i rifugiati siano «seguiti e accuditi in strutture piccole e in piccoli nuclei», e Husein Salah, della cooperativa Saba, lamenta che «ogni profugo abbia a disposizione 2,50 euro, che neppure bastano per comprare due biglietti dell’autobus. E i minori non hanno diritto neppure a quelli».

La soluzione Kulm fa contenti tutti: si organizza una piccola comunità, l’aria è salubre, l’autobus è sostituito dal pulmino «di cortesia» dell’albergo e le «persone senza territorio» ne trovano uno di eccellenza al Parco di Portofino. E poi suona come un racconto di Dickens del terzo millennio: i diseredati che vengono alloggiati nelle camere con vista e nelle suite dei ricchi. Escursioni a Punta Chiappa, a San Fruttuoso e - la domenica - alle Cinque Terre. Gli indigeni se ne restano - come in un film di Fellini - a guardare da fuori i fortunati che gavazzano nella speranza di poter un giorno essere al loro posto fra gli stucchi del Kulm. Se ne resterà qualcosa.

Forza Italia in crisi, Fitto pronto a lasciare. Verdini dopo le Regionali


Forza Italia in crisi, Fitto pronto a lasciare. Verdini dopo le Regionali








C'è una data segnata in rosso nell'agenda di Forza Italia: 13 maggio. Mercoledì prossimo Raffaele Fitto si riunirà con i suoi senatori per decidere se dire addio al Cav e creare gruppi autonomi. "Qualcuno di noi pensa di aspettare le Regionali, ma a quel punto potrebbe essere troppo tardi", racconta un fittiano a Francesca Schianchi de La Stampa. "A quel punto può succedere che Forza Italia fa un passo indietro e torna a cercare l'accordo con Renzi, o che si forma un gruppo a sostegno del governo. Noi dobbiamo creare al più presto un'alternativa al Pd e al premier".  Al più presto significa prima di Denis Verdini che ha già detto che lo strappo ci sarà subito dopo le Regionali per dar vita a quel "soccorso azzurro" di cui ha bisogno Matteo Renzi per far passare le riforme costituzionali a Palazzo Madama.

I numeri - Nel pallottoliere azzurro sarebbero 12-14 i fittiani pronti a lasciare Forza Italian, gli stessi che diedero battaglia con emendamenti all Italicum e atti di "insubordinazione" come la non partecipazione all'incardinamento notturno. Quelli che seguirebbero Verdini sarebbero 6-7, ma, sostiene la Schianchi, non è detto si fermi lì visto che anche nel gruppo di Gal potrebbe esserci qualcuno interessato all' operazione. Che però, se si farà, è rinviata al 1° giugno.

"Niente vacanze da chi rifiuta i profughi" Piovono insulti: Lerner demolito sul web

Gad Lerner, anatema contro la Val d'Aosta: "Non vado in vacanza da chi rifiuta i profughi"





Non è abbastanza accogliente con gli immigrati, quindi Gad Lerner non andrà in vacanza in Val d'Aosta. L'annuncio è stato dato dal giornalista sul suo profilo twitter: "La Valle d'Aosta rifiuta di accogliere 79 profughi. La motivazione è che ne ospita già 62. Mi basta e avanza per non andarci più in vacanza".

Inutile dire che il cinguettio - anatema di Lerner ha scatenato una valanga di commenti social, alcuni esilaranti. "Si stanno già tutti disperando", "secondo te la Valle d'Aosta si accorgerà della tua mancanza?". Un altro scrive: "Lerner, devi ospitarli a casa tua i profughi e così spendi meno soldi per le tue vacanze!". Dello stesso tenore il tweet: "E tu, Gad, quanti ne ospiti a tue spese? Lo sai che questo atteggiamento di gente come te, sta portando all'esasperazione?". C'è chi lo sfotte: "Sarà dura nè rinunciare a Curmayeur, compagno", "Se ne faranno una ragione... un altro immigrato in meno!", "portali con te sul panfilo di De Benedetti". Infine l'insulto: "Beato te che te le puoi permettere testa di caz...".

L'Italia in Europa torna piccolissima Napoli solo pari, sprofondo viola

Europa League: Napoli-Dnipro 1-1, Siviglia-Fiorentina 3-0





Rischia di essere una finale di Europa League, senza le italiane, quella che si giocherà il 27 maggio a Varsavia. Il compito più facile in questa andata delle semifinali ce l'aveva il Napoli di Benitez, che affrontava al San Paolo gli ucraini del Dnipro. Ma i biancocelesti non sono andati oltre l'1-1. Che di per sè non è un pessimo risultato, ma li obbliga comunque a vincere o a segnare almeno due reti nella partita di ritorno. Il risultato, poi, non rispecchia quanto prodotto dal Napoli che nella ripresa, dopo il vantaggio di David Lopez al 5' butta via palle gol in serie e poi incassa il pareggio di Seleznyov a dieci minuti dalla fine. E se il Napoli qualche speranza di finale ce l'ha, pare invece già tutto finito per la Fiorentina, che sbraca a Siviglia coi detentori della coppa. Per gli spagnoli vanno in rete Aleix Vidal al 17' del primo tempo e al 7' del secondo, e con gameiro al 30' sempre della ripresa. Al Franchi sarà una missione impossibile.

Onorevoli condannati, stop al vitalizio Ecco chi non prenderà più la pensione

Abolito il vitalizio per i parlamentari condannati in via definitiva





Gli Uffici di presidenza di Camera e Senato hanno dato il via libera alla cessazione dei vitalizi per gli ex parlamentari che siano stati condannati in via definitiva per reati particolarmente gravi. Tra i reati ricompresi, quelli gravi come mafia e terrorismo e la maggioranza dei reati contro la Pubblica Amministrazione:peculato, concussione, violazione del segreto d’ufficio, ad eccezione del reato di abuso d’ufficio, che al contrario non è ricompreso. Per i reati minori, invece, perchè scatti la cessazione dell’erogazione del vitalizio, occorre che vi sia stata una "condanna definitiva con pene superiori a due anni di reclusione per delitti non colposi, consumati o tentati, per i quali sia prevista la pena della reclusione non inferiore nel massimo a sei anni".

Di seguito, i nomi di alcuni dei più noti condannati che tra sessanta giorni, quando la delibera entrerà in vigore, smetteranno di prendere la pensione di ex parlamentari. Marcello Dell'Utri, condannato a 7 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa, percepisce un assegno mensile da 4.985 euro. Cesare Previti, condannato per corruzione in atti giudiziari, percepisce invece 4.235 euro. Arnaldo Forlani, condannato in via definitiva a due anni e quattro mesi di detenzione per finanziamento illecito nell'affare Enimont, percepisce 6.062 euro. Paolo Cirino Pomicino, condannato in via definitiva a 1 anno e 8 mesi di reclusione per finanziamento illecito dei partiti prende 5.573 euro. C'è anche Claudio Martelli il cui vitalizio è pari a 4.992 euro. Gianni De Michelis coinvolto in Tangentopoli, un patteggiamento e un vitalizio da 5.517 euro. Alfredo Vito percepisce due vitalizi: uno da ex consigliere regionale e l'altro da ex deputato, in tutto 4.540 euro. Toni Negri, che prende 2mila euro, è stato condannato per reati legati al terrorismo, Giuseppe Ciarrapico condannato per ricettazione fallimentare e bancarotta fraudolenta ha un vitalizio da 1.824 euro.

giovedì 7 maggio 2015

Caivano (Na): L'Avv. Domenico Acerra, chiarisce una volta per tutte la sua posizione politica al blog, il Notiziario

Caivano (Na), Intervista all'Avv. Domenico Acerra 



a cura di Gaetano Daniele 





Avv. Domenico Acerra

Avv. Acerra, siamo nel vivo della campagna elettorale, alcune indiscrezioni la davano fuori dalla lista civica Noi insieme con Monopoli, per non poche incomprensioni, può dirci di più?

Effettivamente ci sono state incomprensioni politiche relative alla composizione delle liste e della coalizione che appoggia il candidato a sindaco, dott. Monopoli. Ho pensato di abbandonare l'impegno politico proprio in virtù di tali incomprensioni. E tuttavia, gli amici sia della lista "Noi Insieme", della quale sono uno degli animatori e nella quale sono candidato come consigliere comunale, sia della coalizione, sia dello stesso Dott.  Monopoli, di fronte alle mie perplessità, mi hanno dimostrato affetto e mi hanno inviato a desistere dal mio intento di lasciare la campagna elettorale. Per questo e, soprattutto, per il bene di tutti e per la realizzazione del nostro progetto amministrativo, ho deciso di continuare nel mio impegno e di dare il mio contributo personale in questa campagna.

Avv. Acerra, perchè i caivanesi dovrebbero votare lei e la sua coalizione?

Per un motivo molto semplice: siamo una nuova speranza per il Paese. Ci sono tante persone candidate nelle nostre liste provenienti da diverse esperienze umane, culturali, lavorative, e queste hanno deciso di dare il loro contributo per la rinascita di Caivano. Il Paese deve scommettere su questi nuovi protagonisti che si affacciano sulla scena politica locale: essi rappresentano la speranza del cambiamento.

Avv. Acerra, è fiducioso nella coalizione che sostiene?

Nutro molta stima, come le dicevo prima, per le persone che si sono avvicinate alla nostra coalizione, decidendo di candidarsi. La sfida, ora,  è di imparare a conoscerci meglio e di rafforzare le ragioni del nostro stare insieme. Dopo la vittoria del dottore Monopoli, l'ulteriore obiettivo sarà quello di trasformare questa moltitudine di talenti in una nuova classe dirigente per Caivano.

Pensioni, altra mazzata sul governo "Niente ricorsi, ridate i soldi subito"

Pensioni, la Corte Costituzionale: "Sentenza da applicare subito, non serve il ricorso"





Le sentenze della Corte costituzionale, come quella resa nota giovedì scorso in materia di pensioni, sono immediatamente applicative, e soprattutto non serve presentare un ricorso per ottenere il rimborso pensionistico. E' la stessa Consulta a comunicarlo con una nota ufficiale. Viene meno, dunque, almeno un elemento di confusione: niente ricorsi, i rimborsi saranno automatici senza bisogno di rivolgersi a un giudice (allungando così i tempi).

Padoan: "Rispetteremo la Corte" - Su chi avrà diritto al rimborso delle pensioni dopo l'abrogazione del blocco dell'indicizzazione all'inflazione degli assegni disposto a suo tempo dal governo Monti con il Salva Italia per il 2012 e 2013, per il momento deve far fede quanto detto dal ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan: il governo agirà nel "pieno rispetto" della Consulta nella soluzione del rebus aperto dalla sentenza. Il potenziale buco di bilancio, secondo le stime della Cgia di Mestre, potrebbe raggiungere i 16,6 miliardi di euro. "Stiamo pensando intensamente sia agli aspetti istituzionali sia a quelli di finanza pubblica - ha dichiarato Padoan conversando con i giornalisti -, stiamo pensando a misure che minimizzino gli effetti sulla finanza pubblica, nel pieno rispetto della Corte". Possibile, a questo proposito, un contributo di solidarietà.

"Immorale ridare i soldi a tutti" - Una posizione che, in serata, è stata sottolineata da fonti di Palazzo Chigi come quella ufficiale del governo, nel probabile tentativo di contenere la polemica politica sorta da una precedente dichiarazione del sottosegretario all'Economia Enrico Zanetti che, pur dichiarandola "un'opinione a titolo personale", aveva definito "impensabile" l'ipotesi di restituire a tutti i pensionati le somme non versate. "Per quelle più alte sarebbe immorale e il governo deve dirlo forte. Occorre farlo per le fasce più basse", aveva aggiunto il sottosegretario. "Veramente immorale" è che "il governo si rifiuti di restituire i soldi ai pensionati, dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha bocciato la norma Fornero", aveva replicato via Facebook Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera ed esponente del Movimento 5 Stelle, mentre il leader leghista, Matteo Salvini, minacciava di "occupare il Tesoro" se non verranno restituiti i soldi ai pensionati.

"Bancomat vuoti, niente soldi": è realtà, nel cuore della ricca Europa

Berlino, sciopero dei portavalori, i bancomat restano vuoti: "Può andare avanti per giorni"





Panico a Berlino, bancomat vuoti. Effetto della crisi greca? Un crack finanziario imprevedibile? No, semplicemente uno sciopero dei trasporti che ha bloccato i portavalori, impedendo così di "rifornire" gli sportelli dei prelievi automatici. In ballo, come sottolinea il Sole 24 Ore, c'è la trasformazione a tempo indeterminato dei contratti di un gruppo di dipendenti di una importante società di sicurezza locale della capitale tedesca. Mentre le trattative continuano, sono rimasti all'asciutto molti bancomat. Il problema potrebbe continuare ancora per molti giorni, col risultato che mentre ad Atene nonostante tutto si continua a prelevare, nel centro dell'Europa ricca e potente si assaggia, sia pur solo momentaneamente, l'amarissimo sapore delle tasche vuote.

Così cambia il codice della strada Alcol, incidenti e patente: le pene

Codice della strada, cambia il ddl sull'ergastolo della patente: revoca fino a 30 anni. Come cambiano le pene per omicidio stradale






Misure più dure contro i pirati della strada, con pene come la revoca della patente fino a 30 anni: lo prevede la modifica al ddl sugli omicidi stradali appena depositata con emendamento dal relatore del Pd Giuseppe Cucca. Il testo, che prevede appunto revoca della patente stradale e nautica, colpisce gli automobilisti che superano i limiti di velocità in stato di ebbrezza o sotto l'effetto di stupefacenti. La modifica riguarda l'articolo 6, quello sull'ergastolo della patente. Prima "ammorbidito" e trasformato in sospensione da 5 a 12 anni, oggi viene appesantito con la potenziale revoca del documento di guida per superare i dubbi di costituzionalità avanzati nei giorni scorsi. Secondo il nuovo testo i soggetti a revoca della patente (il minimo sarà 4 anni, il massimo 30) per tornarne in possesso dovranno sostenere gli esami una volta scontata la pena. 

Cosa si rischierebbe - Le nuove pene vanno a 12 anni per omicidio senza aggravanti, che sale a 20 se il conducente è già stato condannato in passato per guida in stato di ebbrezza (o guida di imbarcazione senza l'abilitazione). Lesioni a terzi vengono punite con 4 anni, 8 con l'aggravante precedente e 10 se colto in superamento dei limiti di velocità, stato di ebbrezza o sotto effetto di stupefacenti.

mercoledì 6 maggio 2015

Caivano (Na), Politica: Quando Forza Italia "con prepotenza" sversava 4.500 tonnellate di spazzatura nella Società Ambiente e Energia fregandosene della volontà popolare

Caivano (Na), Politica: Quando Forza Italia "con prepotenza" sversava  4.500 tonnellate di spazzatura nella società Ambiente e Energia fregandosene altamente della volontà popolare



di Gaetano Daniele 




Correva l'anno 2011, 4 anni fa. Il presidente della provincia di Napoli, On. Avv. Luigi Cesaro (Forza Italia), unitamente alla sua maggioranza in consiglio provinciale, di cui faceva parte anche l'attuale candidato sindaco di Forza Italia, dott. Simone Monopoli, autorizzava, il Presidente Cesaro, con un'ordinanza urgente lo sversamento di 4.500 tonnellate di spazzatura nei capannoni di Ambiente e Energia, fregandosene altamente della volontà popolare caivanese. Oggi, in piena campagna elettorale, si ripresentano come il nuovo che avanza addirittura aizzandosi a paladini dell'ambiente, accusando e puntando il dito contro l'uno o l'altro candidato. Di seguito l'ordinanza per non dimenticare i responsabili del disastro ambientale che ha colpito Caivano negli ultimi anni. 




Grossissimi guai per Massimo Ferrero: l'ultima accusa fa tremare il Viperetta

Massimo Ferrero, altri guai per il Viperetta: accusato di non aver pagato 200mila euro d'Iva





L'imprenditore e dirigente sportivo Massimo Ferrero è nei guai. E' stato accusato dalla procura di Roma di un'ennesima evasione fiscale. Il presidente della Sampdoria è indagato per  un omesso versamento di Iva da duecentomila euro riconducibile alla Blu Cinematografica. L'inchiesta nata nel 2014 riguarda fatti del 2009. Non è la prima indagine dei magistrati requirenti romani sul numero uno doriano e la sua Blu Cinematografica. Il 27 maggio, in questo caso si è già arrivati a dibattimento, inizierà un processo per dichiarazione infedele pari a un milione e 176mila euro. Er Viperetta, come gli contesta il pm Mario Palazzi, avrebbe evaso l'Ires, l'imposta sul reddito delle società nel 2009.

Molti guai - Oltre alle due inchieste fiscali, il presidente doriano deve fare i conti anche con due denunce da parte della sua ex moglie, Laura Sini. Dopo anni di matrimonio la loro unione si è conclusa drasticamente con seguito di esposti in procura. Truffa e minacce, i reati per i quali la Sini ha sporto querela all'ex consorte. Ferrero da parte sua ha invece denunciato l'ex per calunnia. Una vita dedicata al cinema quella di Ferrero, se si considera che dopo essere stato per anni galoppino di star e registi, è poi diventato egli stesso produttore di film e padrone di parte dell'impero che fu di Cecchigori. Nel 2013 Ferrero si accaparrò un pacchetto di 15 sale cinematografiche dell'imprenditore toscano.

Sulle pensioni non è finita qui: "Occhio, perché a settembre..."

Alberto Brambilla: "Alla Fornero avevamo detto che sbagliava"


di Giuliano Zulin 


"Gli effetti della sentenza della Corte Costituzionale sulle pensioni? L’errore compiuto dalla Fornero, come quello sugli esodati, è il classico errore da professori, di chi ha in tasca la verità e di chi non ha voluto ascoltare le voci che le dicevano che era una manovra sbagliata". Alberto Brambilla, già sottosegretario al ministero del Welfare con delega alla previdenza sociale e docente all’Università Cattolica di Milano, non usa tanti giri di parole: "E non finisce qui, perché a settembre andrà al vaglio della Consulta il ricorso contro il contributo di solidarietà deciso dal governo Letta".

Brambilla si era dimesso dalla presidenza del Nucleo di valutazione della spesa pensionistica - la task force poi chiusa nel 2012 - proprio perché, fra le altre cose, "avevamo avvertito il ministro, di non fare questa scelta di bloccare l’indicizzazione solo a una parte di pensionati perché la cosa non sarebbe passata. Ma lei ci ha messo solo nelle condizioni di presentare le dimissioni".

Adesso per rimediare al buco nei conti pubblici non basterà il solito decreto-pezza. Brambilla lancia così una proposta in un colloquio con Labitalia, la stessa che presenterà presto a Poletti. "Attualmente - ricorda - siamo in un sistema previdenziale a ripartizione (se le entrate contributive non sono sufficienti, la spesa pensionistica è coperta con altri trasferimenti dalla fiscalità generale, ndr). Nel 2013 l’Inps ha evidenziato un buco da 25 miliardi, nel 2014 le cose sono andate peggio perché abbiamo perso circa un milione di posizioni attive. Occorre, dunque, mettere in sicurezza il sistema pensionistico e per farlo, devo per forza incentivare l’occupazione, aumentando così i lavoratori attivi". Come fare? "È dimostrato che funziona una leva fiscale, un abbassamento del costo del lavoro che in Italia è molto alto. Ma questo vantaggio fiscale - precisa - deve essere permanente e non sporadico. E per avere le risorse necessarie posso scegliere tra due strade: o una deindicizzazione delle pensioni, ma di tutte le pensioni - sottolinea - o un contributo di solidarietà su tutte le pensioni. Ciò detto, poi gli incentivi all’occupazione - dice - potrebbero essere mirati sostanzialmente a due fasce: gli under 29 e gli over 50. Così facendo si va anche a un naturale esaurimento della richiesta di agevolazioni, perché nel giro di qualche anno si stabilizza l'occupazione giovanile e si accompagna con il lavoro attivo il cinquantacinquenne alla pensione». Senza contare che, sottolinea il professore, «così facendo, si risparmia circa un miliardo l'anno di cig o Naspi come la si voglia chiamare. È una questione di volontà politica...".

Insomma, dice Brambilla, "il governo dei tecnici non ne ha voluto sapere di fare scelte impopolari", e ora "paghiamo tutti quelle non scelte". Anche perché, ricorda, "in Italia ci sono molti milioni di pensionati che percepiscono un assegno pensionistico avendo lavorato 10 anni e ci sono 5 milioni di pensionati a cui lo Stato paga l’integrazione al minimo, vale a dire che percepiscono un assegno per il quale non hanno pagato i contributi sufficienti".

Scelta impopolare è anche quella di tassare i fondi pensione e di non educare chi lavora a investire, anche poche decine di euro, per una pensione integrativa. Dal 1993, anno di nascita dei fondi complementari, ha aderito - conclude Brambilla - solo il 27% dei lavoratori, spendendo "meno di 7 miliardi l’anno". Mentre "per il gioco non si bada a spese: 27 miliardi l’anno". Il 12-13-14 maggio a Napoli si parlerà anche di questo alla quinta Giornata nazionale della previdenza. Anche perchè - come dice l’ex sottosegretario - ormai bisogna informarsi da soli visto che "la politica fa disinformazione e fa spesso scelte sbagliate".

Matteo Renzi, il tuo futuro è tutto nero: La profezia: "Ha 3 strade, tutte sbagliate"

La Stampa contro Matteo Renzi: "Ha davanti tre strade, tutte sbagliate"





Renzi è un premier debolissimo. Nonostante la vittoria di ieri che gli ha permesso di portare a casa la nuova legge elettorale, resta un premier debole soprattutto perché non è stato eletto dal popolo e perché ha ormai alle spalle un partito spaccato. Nel suo commento oggi su La Stampa, Giovanni Orsina, spiega come Renzi abbia davanti tre strade e tutte ugualmente pericolose per lui e per il suo governo. Quella delle riforme etiche, (come ha fatto Zapatero in Spagna) una strada che il presidente del Consiglio ha aperto con l'approvazione del divorzio breve, è una strada abbastanza facile perché non sarebbe difficile raccogliere una maggioranza. "Ma questa ipotesi presenta delle controindicazioni: accenderebbe lo scontro ideologico su un terreno che finora il Presidente del consiglio ha mostrato di non voler radicalizzare; allontanerebbe Renzi dall'elettorato moderato al quale Renzi ha dato mostra di essere molto interessato". Inoltre, seguire la via delle riforme etiche comprometterebbe i rapporti con i centristi che pure il premier corteggia tenacemente. 

Economia e riforme - Un'altra possibilità che molti suggeriscono a Renzi  è quella dell'economia, sull'onda dei dati che stanno diventando più incoraggianti. Ma, osserva Orsina, è una strada pressoché impraticabile. "Pesa la debolezza del governo che è lecito dubitare sia in grado di raccogliere una maggioranza parlamentare attorno a provvedimenti politici incisivi". La terza strada è quella della riforma del Senato. Dopo le regionali Renzi potrà percorrerla o cercando di riavvicinarsi a Berlusconi ridando vita a una sorta di Nazareno 2.0  o "ripristinando la sintonia con la sinistra del suo partito". Ma questa potrebbe essere per lui la mossa fatale che, Orsina definisce "autolesionista". "Non è affatto detto che proprio su questo punto #lasvoltabuona non porti diritto in un burrone. 

martedì 5 maggio 2015

Frattamaggiore (Na): Intervista all'Avv. Antonio Silvestre

Frattamaggiore (Na): Intervista all'Avv. Antonio Silvestre di POPOLARI per Frattamaggiore 


a cura di Mario Setola 



Avv. Antonio Silvestre
Candidato al Consiglio Comunale di Frattamaggiore
con POPOLARI per Frattamaggiore 

Salve Avvocato. Prima candidatura al Consiglio Comunale Frattese. Come motiva tale decisione?

Grazie innanzitutto per l’intervista. Iniziamo col dire che tale scelta è maturata dopo aver attenzionato la politica frattese degli ultimi anni, che in termini di vivibilità sociale non ci ha lasciato alcuna eredità. Devo affermare, purtroppo, che anche a Frattamaggiore è valso il ben noto concetto secondo cui la politica forse è l’unica professione per la quale non si ritiene necessaria alcuna preparazione. Ed è proprio per invertire tale tendenza negativa che scendo in campo; metterò al servizio dei concittadini la mia competenza e professionalità, considerato che oramai è da circa 10 anni che mi occupo di Diritto Amministrativo.

A quale simbolo sará legato il suo nome? 

Supporterò la candidatura a Sindaco del Dott. Marco Del Prete nella lista civica “Popolari per Frattamaggiore”. Ne condivido i progetti.

Qual'è il suo programma elettorale? 

Non ho mai fatto promesse irrealizzabili e di certo non inizierò adesso. Vede, la politica è come la professione libera, si basa sulla cultura; ergo, ciò che si presenterà nel corso degli anni sará valutato in termini di fattibilità e benessere per il territorio, in particolar modo per quel che concerne la crescita economica e sociale. Ovviamente, bisognerà programmare, soprattutto in favore delle future generazioni. Bisogna seminare per raccogliere i frutti. La mia idea di base è l’internazionalizzazione della Città al fine di renderla vivibile e civile guardando agli standards delle città nordeuropee. Un punto di partenza potrebbe essere il restyling infrastrutturale delle arre urbane dismesse da destinare a fini produttivi, anche alternativi, col mero scopo di introitare risorse economiche da reinvestire sul territorio. Ripeto, le idee e le opportunità sono tante, ma bisogna fare un passo alla volta e saper scegliere per ottenere il miglior risultato. L’unica certezza sarà il rispetto assoluto dell’ambiente che, a mio giudizio, è la base della Società civile moderna, parimenti al rispetto della legalità.

Cosa si sente di dire ai suoi elettori?

Mi auspico di vedere dei governanti che non facciano chissà quali grandi cose ma siano più onesti, seri e competenti. Chi affiancherà il mio nome alla sua preferenza significa che avrà votato con serenità e coscienza. Sarò il loro referente. Infine mi sento di aggiungere: “Non pensiamo alle prossime elezioni, pensiamo alle prossime generazioni”. 

Caivano (Na), Politica: E' targato il Notiziario il 1° Incontro-Confronto tra i candidati Sindaco che si terrà venerdì 15 Maggio 2015

Caivano (Na), Politica: E' targato il Notiziario il 1° Incontro-Confronto tra i candidati Sindaco che si terrà venerdì 15 Maggio 2015

di Luisa Crispino 




Anche stavolta, come ormai consuetudine ad ogni tornata elettorale per scegliere il nuovo Sindaco di Caivano, il Notiziario sul web, organizza un incontro e confronto fra tutti i candidati alla carica di sindaco. Il dibattito avverrà in una delle nostre sedi de il Notiziario sul web, venerdì 15 maggio ore 19.00. Il dibattito sarà moderato dall'Amministratore del blog, il Notiziario, Gaetano Daniele, garantendo condizioni di assoluta par condicio a tutti i candidati, sia per i tempi, sia per i contenuti dei temi che saranno argomentati. Invitati appunto, il dott. Giuseppe Papaccioli di "Con Papaccioli per Caivano e Noi con Salvini" che ha già confermato l'invito. Invitato l'Arch. Luigi Sirico, candidato sindaco (centro sinistra) che ha già confermato l'invito. Invitato Giuseppe Ziello del Movimento 5 Stelle che ha già confermato l'invito. Invitato il dott. Raffaele Del Gaudio, candidato sindaco "i Socialisti" che ha confermato l'invito. Invitato il rag. Carlo Ciccarelli, candidato sindaco con la Lista Civica "Votate per Voi", ancora in attesa di conferma. Invitato il dott. Simone Monopoli, candidato sindaco (centro destra), ancora in attesa di conferma. 

La confessione di Fassina in diretta tv: "Lascio il Pd torno al mio lavoro"

Scuola, Fassina in piazza contro la riforma Giannini: "Lascio il Pd. Torno al mio lavoro"





E' deluso Stefano Fassina. Del suo partito e della politica. Tanto da pensare seriamente di dire basta a tutto. Ospite di Agorà su Rai Tre, l’esponente della sinistra Dem, con lo sguardo amareggiato dichiara: "Questo non è il Pd per il quale abbiamo lavorato in questi anni, però potremmo riuscire a cambiarlo. Oggi però se dovessi rispondere a chi mi chiede se alle prossime elezioni mi ricandiderò con il Pd risponderei no". Del resto, puntualizza, "si può fare politica in tanti modi, non bisogna stare in Parlamento. Potrei tornare a fare il mio lavoro".

In piazza - La distanza con il Pd di Matteo Renzi è evidente. "Andrò alla manifestazione sulla scuola", annuncia il dem ad Agorà. "Vado ad ascoltare", precisa. "Credo ci siano domande da raccogliere". Poi un nuovo affondo al premier segretario "Il modello di democrazia che Renzi ha imposto attraverso legge elettorale e revisione del Senato è lo stesso che si introduce nella scuola: dove c’è un capo, ossia il dirigente scolastico, che marginalizza gli insegnanti e trasforma la scuola in qualcosa che non può funzionare. E poi c’è il drammatico problema di decine e decine di migliaia di insegnanti precari abilitati che vengono sbattuti fuori, e questo è inaccettabile". Alla domanda se questa riforma è peggiore di quella Gelmini, Fassina risponde: "Peggio è difficile, ma da un governo presieduto dal segretario del Pd mi aspetto una riforma molto positiva e questa, purtroppo, oggi non lo è. La commissione Cultura della Camera sta facendo un ottimo lavoro di riscrittura profonda, ma senza una grande mobilitazione non riusciamo a convincere il governo che vanno fatti cambiamenti radicali di impostazione. È l’impianto che va rivisto, perché la scuola è una comunità, dove devono essere protagonisti tutti i soggetti".

Scuola, prof e studenti contro la riforma L'insegnante Agnese Renzi in aula

Scuola, prof e studenti in piazza contro la Riforma. La moglie di Renzi entra in classe





Manifestazioni in sette città italiane per lo sciopero nazionale contro la riforma della scuola del governo Renzi. A scendere in piazza non sono solo gli insegnanti e i lavoratori della scuola ma anche gli studenti medi e gli universitari che si sono dati appuntamento in diverse città. A Roma sono tre le manifestazioni in corso: due cortei e un sit in. Il corteo è quello promosso dalla Cgil, che da piazza della Repubblica alle 9 raggiungerà piazza del Popolo, dove ci saranno gli interventi dal palco.

Di prima mattina è andato in scena il blitz degli studenti al Pincio dove hanno apposto uno striscione. "Con lo striscione calato dal Pincio abbiamo voluto lanciare la mobilitazione odierna in cui Renzi ci vedrà tutti uniti contro il ddl Buona Scuola. Non solo studenti, genitori, insegnati, personale ata, ma tutta la cittadinanza. Il corteo verrà accolto da questo striscione che descriverà la voglia di protagonismo che attraverserà tutta la giornata, riassunta dallo slogan ’nelle nostre manì», dichiara Danilo Lampis, coordinatore nazionale Unione degli studenti.

Agnese Landini, insegnante part time dell'istituto superiore Ernesto Balducci di Pontassieve (Firenze) aveva annunciato ieri che sarebbe entrata a scuola. La first lady è docente part time di italiano e di latino in una classe del biennio del liceo scientifico. Insegna per quattro ore la settimana spezzate su due giorni, il martedì (domani appunto) e il venerdì. Nel settembre scorso, Agnese Landini, mentre era in fila tra i docenti precari per l'assegnazione delle supplenze, a un giornalista che le chiedeva se fosse l'ispiratrice della riforma, rispose: "Come in tutte le coppie ci confrontiamo. Matteo conosce la realtà della scuola italiana. Sa quali sono i punti di forza e di debolezza del mondo dell'istruzione anche attraverso la mia esperienza". "La moglie del premier, probabilmente, come ha dichiarato, sarà regolarmente in classe", ha denunciato su Facebook la senatrice M5S Barbara Lezzi, oggi in piazza con i docenti e gli studenti. "Ma la buona scuola, insegnanti e alunni, è qui a Roma a manifestare democraticamente per essere ascoltati. Hanno proposte ragionevoli e sono animati dalla  passione. Questa è l’Italia che ha orgoglio".

Pensioni, ecco il piano dello Stato per non ridare i soldi agli anziani

Pensioni, lo Stato non vuole restituire i soldi. Ecco come





Il governo Renzi deve trovare fra gli 11 e i 13 miliardi per riparare alla bocciatura della Corte costituzionale del decreto sulle pensioni di dicembre 2011 che congelò gli scatti su tutte le pensioni dai 1450 euro in su in modo da ridurre il deficit, rendere il debito più sostenibile, garantire la continuità degli impegni dello Stato con l'Europa. E proprio dall'Europa, secondo quanto si legge su Repubblica, potrebbe venire la soluzione che Matteo Renzi sta cercando per non restituire quei soldi ai pensionati: chiedere un rinvio del caso alla Corte di giustizia europea, per chiarire se la sentenza della Consulta italiana sia coerente con gli impegni di bilancio firmati a Bruxelles. Il nuovo Patto di stabilità, il "Six Pack" e il "Two Pack", spiega Federico Fubini, sono inclusi nel Trattato, dunque hanno rango costituzionale e il diritto europeo fa premio su quello nazionale. Il governo italiano potrebbe chiedere alla Corte di Lussemburgo se la sentenza dei giudici di Roma sia compatibile con essi. Se Renzi decidesse di prendere questa strada sarebbe la prima volta: non è mai successo infatti, spiega Repubblica, che un premier si rivolga alla giustizia europea contro la sua stessa Corte costituzionale. Altra strada sarebbe quella di attenuare e circoscrivere, per ora, l'impatto dei rimborsi richiesti. In passato la Corte aveva indicato che un blocco temporaneo degli adeguamenti all'inflazione delle pensioni almeno otto volte sopra il minimo (da circa 4.000 euro in avanti) non viola Costituzione. Per gli assegni più alti è verosimile che per ora non scatti alcun pagamento, ma i risparmi sarebbero poca cosa rispetto all'ammanco di bilancio aperto dalla sentenza.

L'Italicum passa: è legge Quanti voti ha perso Renzi

Italicum, chi ha votato e chi no





Sono stati appena 334 i sì ottenuti dall'Italicum alla Camera. Partito per partito, ecco chi ha partecipato al voto e chi no: nel Pd su 310 deputati, 303 hanno partecipato al voto, 1 era in missione e 6 non hanno preso parte al voto finale sull’Italicum alla Camera:  sono la prodiana Sandra Zampa, il bersaniano Davide Zoggia (che però è stato trattenuto a Venezia, altrimenti - secondo quanto sostiene la minoranza dem - avrebbe probabilmente votato contro), Giacomo Portas, Francesco Monaco, Michela Marzano e Francantonio Genovese. Di Area Popolare (Udc e Ncd) su 33 deputati, 30 hanno partecipato, 2 non hanno preso parte al voto e 1 era in missione. Di Forza Italia su 70 deputati, 1 ha partecipato al voto (si tratta di Francesco Saverio Romano, che lo ha dichiarato in Aula), 8 erano in missione e 61 non hanno partecipato alla votazione. Fedeli alla linea i 17 deputati della Lega Nord che non sono entrati in Aula, così come i 24 di Sel e i 90 del M5S (tranne 1 che era in missione). Anche i deputati di Fratelli d’Italia non hanno partecipato al voto: 6 su 8, (due erano in missione). Del gruppo Misto, su 38 deputati, 29 hanno partecipato allo scrutinio finale, 7 non vi hanno preso parte e 2 erano in missione. Sui 13 deputati di Per l’Italia-Centro democratico, 12 hanno votato e 1 non ha partecipato. Dei 25 deputati di Scelta civica per l’Italia, 24 hanno votato mentre uno era in missione.

lunedì 4 maggio 2015

Italicum, Renzi perde altri 18 voti Quella voce: "Al Senato i conti..."

Italicum, ok alla Camera: 334 sì. Ma battere Renzi si può: al Senato ha un solo voto di vantaggio





L'Italicum è stato approvato in via definitiva alla Camera e Matteo Renzi incassa il primo grande successo sul fronte delle riforme dal suo sbarco a Palazzo Chigi. La riforma elettorale è realtà con 334 voti favorevoli, ossia 18 in meno della prima fiducia votata la scorsa settimana. Un risultato più che atteso, al di là delle proporzioni numeriche. L'opposizione ha lasciato l'aula e si prepara a dar battaglia alla legge elettorale fuori dal parlamento con un referendum abrogativo che chieda ai cittadini di cancellare la nuova legge elettorale. Sono d'accordo, su questo fronte, Forza Italia, Sel, M5S e anche un pezzo di Pd. Ma il referendum avrà tempi lunghi, oltre che risultati incerti.

Se invece l'obiettivo più a corto termine vuole essere quello di mandare a casa Renzi, non è necessario attendere tanto. Lo avrebbe spiegato Massimo D'Alema all'ex capogruppo del Pd alla Camera Speranza. L'ex premier, che secondo alcuni sarebbe il grande manovratore della minoranza dem, fa un semplice calcolo numerico.  Se alla Camera, infatti, Renzi può godere di una maggioranza assai ampia, a palazzo Madama, dove a breve dovrà transitare la riforma del Senato, i numeri della maggioranza sono risicati. A dimostrarlo c'è quanto accaduto due mercoledì fa a Palazzo Madama. L'altro giorno, forse per caso, 17 senatori bersaniani hanno infatti votato un emendamento leghista sulla riforma della pubblica amministrazione e il governo si è salvato per un solo voto. E quando poi c' è stato il sì finale e le opposizioni sono uscite, il numero legale è stato garantito da Mastrangeli, il primo fuoriuscito grillino. La mossa avrebbe anche un' altra conseguenza giudicata positiva nella strategia della minoranza : portare allo scoperto il soccorso degli ex berlusconiani di Denis Verdini.

Caivano (Na): Esclusiva Video il Notiziario - Papaccioli interviene sul nostro blog

Caivano (Na): Esclusiva Video il Notiziario - Papaccioli interviene sul nostro blog 


a cura di Gaetano Daniele 


Dott. Giuseppe Papaccioli
Candidato sindaco con "Papaccioli per Caivano e Noi con Salvini"

Il candidato sindaco, dott. Giuseppe Papaccioli, interviene sul nostro blog, il Notiziario, e nota: "Abbiamo cacciato tonnellate e tonnellate di spazzatura dal nostro territorio, solo che, dopo, non è stato fatto più nulla, dal sindaco in carica al consigliere provinciale di maggioranza che sedeva al fianco dell'On. Luigi Cesaro. Proponiamo il nuovo, le nuove generazioni, volti nuovi al rilancio di questo Paese". 



Caivano (Na), Politica: Alla faccia della coerenza... Monopoli per non sentirsi accusato, accusa!

Caivano (Na), Politica: Alla faccia della coerenza.... Il candidato sindaco di Forza Italia, dott. Monopoli, per non sentirsi accusato, accusa i suoi avversari politici


di Gaetano Daniele 



Dott. Simone Monopoli
Candidato Sindaco Forza Italia 

Questo il comunicato che, l'attuale candidato sindaco di Forza Italia, dott. Simone Monopoli, lancia sul web poche ore fa. Un documento politico che la dice lunga su quanto accaduto ad inizio campagna elettorale. Monopoli, propone ai suoi lettori ed elettori, questo comunicato dove dice di non voler affidare il Paese ai soliti noti, ai cosiddetti vecchi della Politica, a chi si riferisce? Forse al suo candidato di Forza Italia, al consiglio comunale, Alfonso Castelli? che siede nei banchi del civico consesso da oltre 20 anni? Oppure ad altri esponenti politici di vecchia data che, sono attualmente candidati nelle sue liste? Nulla di personale nei confronti del candidato al consiglio comunale, Alfonso Castelli ma, non si può accusare la parte politica avversa avendo appunto, nelle proprie liste vecchi candidati come il citato. In più, conclude la nota che, loro, come coalizione, hanno le idee chiare e sono pronti ad un confronto aperto e pubblico, ma soprattutto leale con chiunque. 

Ricordiamo al candidato sindaco del centro destra, dott. Simone Monopoli che, in data 8 Aprile 2015, avevamo, tramite il suo responsabile marcheting, il dott. Giovanni De Cicco, stabilito appunto, un incontro con gli altri candidati sindaco del comune di Caivano, in ultimo, lo stesso De Cicco, ci comunicava che, il dott. Monopoli era impossibilitato a raggiungere il luogo prestabilito dal nostro blog, il Notiziario, per sopraggiunti impegni istituzionali. In seguito, il nostro blog, il Notiziario, in accordo sempre con gli altri candidati sindaco dall'Arch. Sirico al dott. Giuseppe Papaccioli, allo steso Giuseppe Ziello, inviava ed invitava al candidato Monopoli, con precisione, in data 17 Aprile 2015, un nuovo appuntamento, un nuovo incontro. Ecco il testo dell'invito: 

Esimio dott. Simone Monopoli, candidato a Sindaco Forza Italia - Comune di Caivano - 

Napoli 17/04/2015, ore 14.42 


Il giorno 21 Aprile 2015, il blog: www.ilnotiziariolocale.blogspot.com, blog associato a Google+ di blogger, avvierà una serie di Video Interviste sul territorio, appunto, ai vari candidati a Sindaco di ogni singolo schieramento politico, affinchè portare all'attenzione dei cittadini, quali sono i costi della politica. Dalla singola pagina acquistata, ai classici 6x3, ai convegni organizzati e a quelli ancora in programma etc etc. Insomma, un punto della situazione di quanto approssimativamente costa una campagna elettorale. Vengono citati spesso gli eccessi della politica, pertanto, il blog il Notiziario, la invita a partecipare a tale iniziativa. 

Coordialmente

Gaetano Daniele 
Amministratore del blog
www.ilnotiziariolocale.blogspot.com (GOOGLE+) 

L'invito non solo non è stato accettato dallo stesso candidato Monopoli che, fino al 24 Febbraio 2015, cioè 3 settimane prima dell'apertura ufficiale della campagna elettorale, ci inviava Post ed interviste, ma addirittura, stamattina, prendiamo visione che il candidato sindaco Monopoli, scarica la colpa "ingiustificata" agli altri candidati sindaco. Un modo di interpretare la politica che noi del blog il Notiziario, non possiamo accettare. Forse il dott. Monopoli, vuole un incontro confronto su misura, organizzato ad hoc dai suoi addetti ai lavori? 


Caivano (Na): Esclusiva Video il Notiziario - Sirico rilancia il centro sinistra e boccia Monopoli

Caivano (Na): Esclusiva Video il Notiziario - Sirico in compagnia dell'On. Pittella rilancia il centro sinistra e boccia Simone Monopoli 


a cura di Gaetano Daniele




Alla presentazione delle Liste, il candidato sindaco del centro sinistra, Luigi Sirico, parla di programma e, in qualità di tecnico, cerca di proporre soluzioni al Paese. Non mancano i colpi di scena. Sirico boccia in maniera categorica il suo avversario politico, Simone Monopoli. Ascolta il Video. 



In 20 mila a Milano per ripulire la città dopo la devastazione

In 20 mila alla manifestazione Nessuno tocchi Milano per ripulire il centro dalla devastazione dei No Expo





Milanesi in piazza a migliaia, come direbbe qualcuno (a zuffun) per ripulire la città, dopo le violenze dei black bloc. I cittadini sono partiti da piazza Cadorna, presenti il sindaco Pisapia e il cantante Roberto Vecchioni. In molti si sono dati da fare per ripulire le scritte che gli antagonisti avevano tracciato sui muri. "Siamo oltre 20 mila, per restituire a Milano la bellezza - ha detto il sindaco Pisapia -  Milano non si deve toccare. Stamattina ho ricevuto una bellissima telefonata, era il Presidente Mattarella che si complimentava con la nostra città. Questo è il modo per dire che possiamo andare avanti". Presenti anche attori e cantanti legati in modo indissolubile alla città, come Claudio Bisio e Roberto Vecchioni:  "È stata una delle giornate più commoventi di tutta la mia vita e sono qua orgogliosamente come milanese - ha sottolineato Vecchioni - abbiamo simbolicamente rimesso a posto la città".

Carte di credito, nuova legge Quali convengono adesso

Carte di credito, l'Ue impone il tetto alle commissioni: "Rischio stangata per i consumatori". Ecco i circuiti penalizzati





Il tetto alle commissioni per i pagamenti elettronici potrebbe nascondere una salata fregatura per chi utilizza le carte di credito. A due anni dall'avvio della pratica, il Consiglio europeo ha approvato in via definitiva il Regolamento sui pagamenti con moneta elettronica e il via libera ufficiale arriverà nelle prossime settimane. Il presidente di Italia E-Payment Coalition (Iepc) Antonio Longo, però, lancia l'allarme: "Più volte abbiamo sottolineato le criticità della norma europea - ha spiegato a Quifinanza.it -  ma non siamo stati ascoltati. Il Regolamento UE rischia di avere effetti deleteri per i consumatori e lede la libera concorrenza, perché si applica solo ad alcuni tipi di carte e costringe i cittadini a pagare canoni annui più alti o sovrapprezzi per ogni transazione". 

Chi ci può rimettere - Secondo il nuovo regolamento Ue, il cap delle commissioni sui pagamenti con carta di debito è fissato allo 0,2% e allo 0,3% per gli acquisti con carte di credito. La regola però varrà solo per i cosiddetti circuiti a 4 parti (Visa e Mastercard), escludendo quelli a 3 (Diners, PayPal e American Express). "Applicare un unico tetto alle transazioni significa chiedere più soldi ai cittadini che vedranno crescere i costi annui delle proprie carte - continua Longo -. Un effetto reso inevitabile dal probabile aumento dei costi disposto dalle banche per fronteggiare i mancati ricavi delle commissioni. A questo si aggiunge il rischio sovrapprezzo, previsto dalla legge, per i titolari di carte Diners, PayPal e American Express. Senza contare che, oltre al problema dei costi, la nuova legge creerà confusione tra i consumatori, non applicandosi a tutti i circuiti". 

In Spagna andò malissimo - C'è un precedente inquietante: tra il 2006 e il 2010 in Spagna il Governo aveva disposto la riduzione media delle commissioni interbancarie del 57% causando l'aumento del 50% dei costi annuali delle carte di credito e costringendo i consumatori a sostenere spese extra per oltre 2,75 miliardi di euro, come evidenziato dallo studio delle Università di Madrid, Rey Juan Carlos e UNED.

La verità di Sallusti sulla devastazione di Milano: "Trattativa Alfano - Black bloc? Vi dico io come sono andate le cose..."

No Expo e violenze a Milano, Alessandro Sallusti: "Trattativa tra Stato e black bloc"





Una trattativa tra Stato e Black bloc: va giù diretto Alessandro Sallusti, commentando nel suo editoriale sul Giornale le devastazioni del Primo Maggio a Milano. "La verità non la sapremo mai. Perché in questi casi la verità può essere indicibile - esordisce -. C'è stata una trattativa tra Stato e black bloc per evitare che una tragedia macchiasse in modo indelebile Expo 2015, pregiudicandone il successo? In altre parole: lo Stato ha permesso che una banda di delinquenti mettesse a ferro e fuoco un quartiere di Milano ottenendo in cambio che nessuno si facesse davvero male e che la cosa finisse lì?". La risposta arriva subito: "Molto probabile, direi praticamente certo". "Le forze dell'ordine eseguono gli ordini alla lettera - spiega Sallusti - Se la disposizione è di menarle di santa ragione loro menano, se l'ordine è di prenderle loro le prendono. Se c'è da arrestarne cento, cento saranno. Se per salvare la faccia basta ammanettarne cinque - dico cinque, come è accaduto venerdì - i primi cinque pirla finiscono in questura e lì finisce". Chi ci guadagna, così? "Il ministro degli Interni fa la figura dell'incapace - cosa che gli riesce bene a prescindere - ma salva il posto. Regione e Comune si affrettano a dire che pagheranno i danni a cittadini e commercianti che hanno subito danni: quarantotto ore di bailamme e di sdegno su giornali e tv e poi è tutto dimenticato. Ma soprattutto l' Expo è salvo e, scommetto, per i prossimi sei mesi nulla più accadrà di sconveniente o grave, almeno su questo fronte". La "Ragione di Stato", conclude Sallusti, "non è un male assoluto, ma questo Stato ha abbassato di molto l'asticella della ragione". Tutta colpa della "sindrome G8 di Genova", che ha indebolito secondo il direttore "i concetti di diritto e di difesa. Guai se un no global finisce all'ospedale dopo che la polizia italiana è stata bollata come torturatrice dalla Corte europea. Meglio rischiare che la testa se la spacchi un poliziotto o un cittadino". Occhio, però, avverte Sallusti: "Dalla ragione di Stato alla vigliaccata di Stato il passo è breve".

domenica 3 maggio 2015

Equitalia, le armi anti-cartelle: tutti i casi in cui non si paga

Tasse, le sentenze della Cassazione per fare ricorso contro le cartelle di Equitalia





Gli italiani vessati dalle cartelle di Equitalia hanno più di una speranza, anzi più di una vera e propria opportunità, per difendersi ed evitare che il Fisco ripulisca le tasche del malcapitato contribuente risultato moroso. Un'arma preziosa arriva dalle sentenze dei giudici di Cassazione combinate con il Dlgs 546/1992 che all'articolo 19 stila un elenco di tutti quegli atti impugnabili davanti alle commissioni tributarie. Una lista che potrebbe non essere esaustiva, ma a favore del contribuente. Infatti i casi impugnabili potrebbero essere più numerosi. È il caso ad esempio dell'estratto di ruolo, o dell'avviso di intimazione ad adempiere o dell'ingiunzione fiscale o i casi di rateizzazione per debiti maggiori di 50 mila euro se non sono concessi automaticamente. La lista dell'articolo 19, riportata dal Sole 24 ore, comprende atti come:

  • avviso di accertamento;
  • avviso di liquidazione;
  • provvedimento che irroga le sanzioni;
  • ruolo e cartella di pagamento;
  • avviso di mora;
  • iscrizione di ipoteca sugli immobili e fermo di beni mobili registrati;
  • atti relativi alle operazioni catastali;
  • rifiuto espresso o tacito della restituzione di tributi e sanzioni; 
  • revoca di agevolazioni; 
  • rigetto di domande di definizione agevolata di rapporti tributari. 


Estratto di ruolo - Succede non di rado che la cartella di Equitalia non arrivi al diretto interessato e quando questo tenta di vendere un immobile o un'automobile scopre dell'esistenza di un fermo amministrativo o peggio di iscrizione dell'ipoteca. L'estratto di ruolo è un atto interno, deve sempre essere accompagnato dalla cartella originaria. Se questa quindi non è mai stata inviata o ricevuta, una sentenza della Cassazione (6395/2014) ammette l'impugnazione di quell'estratto di ruolo usato come imposizione di pagamento come unico atto da parte di Equitalia. Può però succedere che il contribuente venga a sapere da una telefonata o da una semplice email dell'atto mai ricevuto. Sarà la Cassazione a Sezioni unite ad esprimersi nel merito. Finora, chiarisce il Sole, la giurisprudenza si è sempre espressa sull'impugnabilità dell'atto. Avviso di intimazione - Niente è perduto neanche quando si arriva ad un passo dall'espropriazione forzata, essendo passato un anno dalla notifica della cartella di pagamento o dell'avviso di accertamento esecutivo. Un'altra sentenza della Cassazione (2616/2015) dice che anche contro questo avviso si può fare ricorso, visto che questi atti che comunicano una "pretesa ormai definita" sono assimilabili agli avvisi di accertamento o di liquidazione.

Ingiunzione fiscale - Non è riportato nell'elenco dell'articolo 19, ma è comunque impugnabile anche l'ingiunzione fiscale, cioè quell'atto di solito inviato in caso di morosità sui tributi locali (10958/2005).

Monti e il pasticcio pensioni: "O blocco o default e Troika"

Pensioni, Mario Monti: "Quel blocco era inevitabile, rischiavamo grosso con la Troika"





"Il nostro primo dovere era evirare il default, non finire come la Grecia". Così Mario Monti spiega a La Stampa la natura dello stop all'adeguamento delle pensioni introdotto dal suo governo e oggi giudicato incostituzionale dalla Corte costituzionale. Una sentenza che obbligherà lo Stato a rimborsare una cifra molto vicina a 10 miliardi di euro. "Quello della Corte è un mondo calmo, riflessivo, che deve ragionare ex post e non è esposto alle tempeste che i governi devono affrontare in situazioni di emergenza", spiega l'allora premier secondo cui senza quel doloroso provvedimento "sarebbero state a rischio le pensioni, non solo il loro aumento per recuperare l'inflazione. Dal punto di vista finanziario la situazione dell'Italia di allora puntava pericolosamente in direzione della Grecia. Se non avessimo preso le misure necessarie, sarebbe intervenuto il default oppure sarebbe arrivata la Troika. La Corte non avrebbe avuto nulla da eccepire. Ma l'Italia avrebbe perduto il proprio credito oppure la sovranità nazionale". 

"Lavoravamo con fretta diabolica" - Secondo i giudici, il governo aveva "irragionevolmente sacrificato il diritto ad una prestazione previdenziale adeguata", ossia l'adeguamento Istat per le pensioni superiori a 1.400 euro netti al mese: "La situazione era tale per cui nei giorni precedenti il decreto sembrava inevitabile bloccare l'indicizzazione di tutte le pensioni, a prescindere dal reddito - ricorda il Professore -. Ma Elsa Fornero e io - e con noi i nostri colleghi - ci siamo ribellati nelle nostre stesse coscienze. Pur di evitare il blocco per le più povere, riaprimmo le posizioni del precedente scudo fiscale e imponemmo ex post un tassazione supplementare". Non sarebbe bastato, sottolinea, fare come Prodi nel 2007, quando bloccò l'indicizzazione alle pensioni da 3.700 euro. "Occorreva un risparmio maggiore, e poi c'era un problema di equilibrio politico. Le misure sulle pensioni, sgradite al Pd, facevano parte di un pacchetto in cui erano comprese misure sgradite al Pdl, l'Imu e l'inasprimento della lotta all'evasione fiscale. Solo grazie a questo mix di sacrifici politici, il Salva-Italia venne approvato dal Parlamento, rapidamente e a larga maggioranza". Monti ammette che il governo allora, dovendo lavorare "con fretta diabolica", non quantificò con esattezza quei tagli. Resta, però, un punto: "Siamo in una fase della storia europea in cui bisogna fare i conti con diritti a prestazioni che una volta erano sostenibili, oggi no".

Feltri, lettera amara a De Bortoli: "Stai attento, sei inutile, gli ex sottoposti ti...". E poi cimiteri, veleni e Isis in redazione: un tornado

Vittorio Feltri, lettera amara a Ferruccio De Bortoli: "Stai attento, sei inutile, gli ex sottoposti ti scaricheranno"





Caro Ferruccio attento, preparati ai calci dei tuoi ex sottoposti. La letterina di saluti di Vittorio Feltri a Ferruccio De Bortoli somiglia molto a uno sfogo autobiografico, da ex direttore (di Libero e del Giornale) a ex direttore (del Corriere della Sera). "I giornalisti si sopravvalutano. I direttori, poi, si sentono investiti di una missione e pensano di essere chissà chi: dimenticano che il loro peso (momentaneo) è commisurato alla stazza della testata che guidano - spiega amaro Feltri sul Giornale -. Se ne ricordano soltanto quando, licenziati, verificano di non contare più nulla. I loro ex subalterni (perdonate il termine antipatico), nel giro di alcune ore, li considerano zero e, incontrandoli in corridoio, dopo un minuto di convenevoli sono annoiati e trovano un pretesto per scaricarli". Un'amarezza concreta, tangibile: De Bortoli "proverà un senso di solitudine, parente stretta dell'inutilità" dopo 12 alla guida del "quotidiano per eccellenza, il più autorevole e importante d'Italia, antico e glorioso". "Coloro che lo hanno lasciato per recarsi altrove - tra l'altro, è il caso dello stesso Feltri -, attratti da stipendi più consistenti, lo rimpiangono: in cuor loro desiderano rientrarci, magari nel ruolo di numero uno. Aspetta e spera". E poi via, con la solita ironia: "Quando viene scelto il comandante del primo foglio nazionale, e se ne pronuncia il nome, ogni collega dice a se medesimo: se hanno assunto quello lì potevano ingaggiare anche me". 

"Via Solferino? Un Cimitero" - C'è spazio anche per un giudizio sarcastico sul Corrierone: "Chi lo tocca crepa o si fa molto male. Esso è portatore sano di sfiga. Molti degli imprenditori che lo hanno posseduto, o hanno cercato di possederlo, sono finiti male". "Via Solferino dovrebbe cambiare nome e chiamarsi viale del Cimitero. Non vi transito da un ventennio nel terrore di disgrazie, malattie, sciagure varie. Consiglio a De Bortoli, visto che è sopravvissuto a lungo agli influssi malefici del sito, di stare alla larga dal quartiere Brera. Non si sa mai". E Feltri fa un augurio anche al neodirettore Luciano Fontana: "Di essere immune dalle note maledizioni. Egli, peraltro, essendo scampato alle stragi e al fallimento dell'Unità (la cui dipartita è ancora oggetto di varie feste organizzate dai compagni per motivi misteriosi), dovrebbe avere gli anticorpi necessari per sopravvivere anche alle iatture del Corriere. Ma sia prudente. In ogni angolo della redazione si celano insidie. Non intrattenga rapporti coi sindacati interni, altrimenti detti Comitati di redazione, che hanno provocato più disastri dell'Isis".