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venerdì 13 marzo 2015

Riforma scuola, assunti 100mila precari Così Renzi cambia il mondo dei prof

Scuola, il Consiglio dei ministri dà l'ok alla riforma: 100mila prof precari assunti e bonus ai migliori, tutte le novità





Il consiglio dei ministri ha licenziato la riforma della scuola. E' quanto si apprende da fonti del governo. Il ddl dà il via libera a un Piano straordinario di assunzioni per il 2015/2016 per coprire le cattedre vacanti e creare l’organico dell’autonomia. Oltre 100mila insegnanti precari vengono assunti dall'1 settembre 2015. Dopo si torna ad assumere solo per concorso. Inoltre, introduce un meccanismo di premi per gli insegnanti meritevoli, per il quale è previsto uno stanziamento di 200 milioni di euro. Il riconoscimento (la cui assegnazione spetterà ai presidi), verrà dato in media a un insegnante su 20 e dovrebbe consistere in una somma pari a 5mila euro.

Il fondo da 100 milioni - Il disegno di legge assegna maggiori strumenti ai presidi per gestire risorse umane, tecnologiche e finanziarie. Le scuole, d'ora in poi, potranno indicare il loro fabbisogno di docenti e strumenti per attuare i Piani dell'offerta formativa. I Piani diventano triennali e saranno predisposti dai dirigenti scolastici, sentiti gli insegnanti, il Consiglio di istituto e le realtà territoriali. Almeno 400 ore nell'ultimo triennio dei tecnici e dei professionali e 200 in quello dei licei nel mondo del lavoro. L'alternanza si farà in azienda, ma anche in enti pubblici. A disposizione un fondo, a regime, di 100 milioni all'anno a partire dal 2016.

Prof card per la cultura - Arriva la Carta per l'aggiornamento e la formazione dei docenti, la cosiddetta "prof-card", ossia un voucher di 500 euro da utilizzare per l'aggiornamento professionale attraverso l'acquisto di libri, testi, strumenti digitali, iscrizione a corsi, l'ingresso a mostre ed eventi culturali.

Prima il merito, poi l'anzianità - Eliminati gli scatti di anzianità, una scelta che lo stesso Renzi ha definito "molto contestata e in seguito alla quale abbiamo scelto di inserire una cifra aggiuntiva sul merito" tramite la quale regolare gli avanzamenti di carriera.

Multe, pratiche, iscrizioni, scadenze: rivoluzione digitale, tutte le novità

Digitale, dal prossimo giugno nasce ItaliaLogin: il Facebook dei cittadini per pagare multe e parlare con la PA

di Giovanni Ruggiero 



L'ultimo roboante annuncio in campo digitale del governo di Matteo Renzi parla di un enorme passo in avanti nel rapporto tra cittadini e pubblica amministrazione. Dal prossimo autunno, sarà possibile avere un account grazie al quale sbrigare ogni faccenda noiosisissima come pagare multe, essere avvertiti delle scadenze (come oggi avviene per i compleanni su Facebook), il bollo dell'auto o l'iscrizione dei figli a scuola e università.

Il progetto - Si chiamerà ItaliaLogin, progettone partorito dall'Agenzia per l'Italia Digitale e Governo sulla spinta del consigliere di Renzi per l'innovazione Paolo Barberis. A questo scopo sarà fondamentale migliorare la velocità di connessione a tutti, così come annunciato nei giorni scorsi: entro il 2020 tutta la popolazione dovrà avere una connessione di almeno 30 megabyte al secondo. Ad oggi, scrive il Corriere della Sera, il 34% degli italiani non si è mai connesso e più o meno la metà secondo il Censis lo fa almeno una volta al mese. Le infrastrutture per spingere il digitale in Italia servono come il pane, ma forse è sull'alfabetizzazione informatica che abbiamo da macinare ancora tanta strada.

La triste realtà - Per non parlare poi del caos messo in piedi dalla delirante burocrazia italica. Riporta il Corsera che solo alla presidenza del Consiglio fanno capo 240 siti e sono quasi 100mila i servizi offerti dalla pubblica amministrazione. Quelli che sembrano un po' numeri a casaccio raccontano una situazione chiara a qualunque folle si sia messo in testa di risolvere le proprie faccende con la Pa online. Tra siti fatiscenti, procedure farraginose e tutte diverse l'una dall'altra, a seconda dell'ente o nello stesso ente, ai più passa la voglia di mettersi davanti allo schermo, preferendo passare una giornata in coda per un pezzo di carta.

Quando - ItaliaLogin vuol passare per la panacea di ogni male, e si spera possa essere così. Progetti simili si trascinano dai tempi del visionario Lucio Stanca, rivitalizzati dal governo Letta e rilanciati da Renzi. Quel che è certo, stando agli annunci, è che dal prossimo giugno si potranno ottenere le credenziali (username e password) su italia.it. Telecom e Poste stanno facendo i primi test. Prima dell'unificazione con l'anagrafe unica, prevista per il 2016, sarà difficile combinare qualcosa di utile.

Quelle e-mail segrete delle toghe rosse: insulti alla collega che assolse il Cav...

Processo Ruby, pool di Milano: le lettere segrete delle toghe rosse alla giudice che assolse Silvio Berlusconi





Le toghe rosse di Milano si attendevano l'annullamento dell'assoluzione in secondo grado. Volevano Silvio Berlusconi di nuovo alla sbarra nel processo Ruby. Ma così non è andata. Confermata l'assoluzione. E dopo la conferma, oltre al Cav, ci sono state diverse persone che si sono levate dei sassolini dalle scarpe. Una di queste era la giudice Concetta Locurto, toga stimata e progressista, già coordinatrice milanese di Area, il cartello tra le correnti di sinistra di Magistratura Democratica. Una, insomma, che aveva il "pedegree" giusto per condannare Berlusconi in secondo grado. Già, perché la Locurto la scorsa estate era la relatrice della sentenza di assoluzione del Cav nel processo Ruby. L'assoluzione scatenò un vespaio di polemiche in magistratura, culminate con le dimissioni del suo collega e presidente del collegio, Enrico Tranfa, che con il passo indietro volle dissociarsi da un verdetto che non condivideva.

Silenzio e lettere - La Locurto, al tempo, non volle commentare. E non ha voluto commentare neppure dopo la conferma dell'assoluzione che, nei fatti, ha confermato la bontà del suo operato. E il silenzio le deve essere costato, perché come spiega il Corriere della Sera la toga che ha assolto Berlusconi ha vissuto mesi da incubo, tra "attacchi e implicite insinuazioni di cosa di oscuro potesse essere accaduto attorno al processo" per spingere Tranfa alle dimissioni. Ha taciuto, la Tranfa. Almeno in pubblico. Già, perché secondo quanto scrive sempre il Corsera, la toga avrebbe scritto una piccola lettera ai colleghi (agli stessi colleghi che nei mesi precedenti tempestavano la sua email parlando di "torsione del diritto"). Il Corsera ha provato a chiederle del contenuto della lettera, ma la Tranfa, fedele alla sua riservatezza, ha scelto di non parlare. Eppure qualcosa è emerso. Nonostante il rifiuto della giudice, è stato ricostruito quanto abbia detto interpellando i destinatari della missiva.

Se c'è il Cav alla sbarra... - La Tranfa non giudicava la bontà della sentenza, ma metteva in guardia dai rischi di "una malevola dietrologia faziosa", del "pregiudizio", dei "pensieri in libertà da chiacchiera da bar" della quale è stata vittima per mesi per aver fatto il suo lavoro, che nella fattispecie prevedeva di assolvere Berlusconi. La Tranfa avrebbe scritto dei "magistrati che giudicano senza conoscere, finendo - proprio loro - per partecipare al tiro al piccione senza alcun rispetto per l'Istituzione e le persone". E il piccione, in quel momento, era proprio lei. E il "piccione", ora, si toglie le sue soddisfazioni. Nella missiva avrebbe aggiunto l'invito ai colleghi ad "andarsi a rileggere i provvedimenti redatti nel corso dell'intera carriera, piccoli o grandi che fossero, per avere certezza dell'identità di metro di valutazione utilizzato indifferentemente per extracomunitari e potenti". Quel metro di giudizio imparziale che però, i colleghi, le rimproverano: se c'è il Cav alla sbarra deve essere condannato.

Tosi dopo l'addio alla Lega vuota il sacco: "Tutta la verità su Passera e Alfano..."

Flavio Tosi: "Se mi candido in Veneto? Mi prendo due giorni per decidere"





Pronto a candidarsi. O quasi. Lui è Flavio Tosi, che dopo la cacciata dalla Lega Nord e la rottura con Matteo Salvini fa il punto della situazione. E intervistato da Repubblica premette: "Ricordo che alle ultime europee nel Veneto sono stato il candidato più votato". Dunque scende in campo? "Mi prendo ancora un paio di giorni per decidere. Sono troppo scosso per quello che è successo. E' stata una botta tremenda. (...) Dopo 25 anni di militanza nella Lega ti trovi all'improvviso fuori da casa tua. E' come prendere un pugno nello stomaco".

Passera e Ncd - Il sindaco di Verona poi aggiunge che Bossi "cercava sempre di mediare, lo ha fatto anche in questa vicenda, nonostante la forte antipatia che nutre nei miei confronti. Salvini no: non ha voluto la mediazione perché il suo obiettivo era liberarsi di me". Alle voci sul feeling con Corrado Passera ed Angelino Alfano risponde: "Con l'Ncd contatti ufficiali non ne ho avuti. Non pensavo che finisse, così. E quella dell'alleanza con Passera è una grossa bugia messa in giro da qualcuno che sta nella lega". Tosi, dunque, lascia intendere che potrebbe candidarsi da indipendente, con la Lista Tosi: "Vedremo...".

"Piano B" di Berlusconi: ecco dove vuole candidarsi

Berlusconi vuole fare il sindaco di Milano





Appena saputo dell'assoluzione definitiva nel processo Ruby, Silvio Berlusconi ha annunciato il ritorno in politica a tempo pieno. L'obiettivo, magari prima del tanto sbandierato 2018 quando il Cavaliere avrebbe 82 anni, resta la riconquista di palazzo Chigi. La condanna Mediaset prevede la pena accessoria della sospensione dai pubblici uffici per due anni, come confermato dalla Cassazione nel marzo del 2014. Dalla primavera 2016, il Cavaliere potrebbe quindi (in assenza di altre condanne nei processi che ancora lo riguardano) tornare a candidarsi per una carica pubblica, al di là di una eventuale pronuncia della Corte europea dei diritti dell'uomo. e a questo riguardo, il sito di news affaritaliani.it rivela uno scenario che sarebbe quantomeno suggestivo: quello di un Silvio Berlusconi in corsa per diventare sindaco di Milano.

A ipotizzarlo è l'entourage di Gianni Letta, per anni e anni braccio destro e uomo fidatissimo del Cavaliere. Che, secondo quanto riporta Affari, vorrebbe romanticamente mettere il sigillo alla sua carriera politica prendendo in mano le chiavi della città che lo ha visto imporsi prima come imprenditore e poi come uomo di sport alla guida del Milan. Una sorta di piano B, ma neanche tanto, che coi tempi dell'interdizione dai pubblici uffici cadrebbe alla perfezione, visto che le elezioni per il sindaco di Milano si terranno nel maggio 2016. E che, tra l'altro, potrebbe nel caso vedere la sfida stellare tra lo stesso cavaliere e Matteo Salvini, lui pure tentato da un futuro da sindaco nella città che lo ha visto nascere come uomo politico. In quel caso (di una sfida Salvini-Berlusconi), per la sinistra non ci sarebbe davvero trippa per gatti nel capoluogo lombardo.

Cesare Battisti arrestato in Brasile: possibile espulsione entro il 26 marzo

Brasile, arrestato Cesare Battisti: possibile espulsione entro il 26 marzo





Il terrorista rosso Cesare Battisti è stato arrestato dalla Polizia Federale brasiliana a Embu das Artes, nella regione di San Paolo. Battisti è stato arrestato per un ordine di custodia di tipo amministrativo al fine di poterlo espellere. Battisti è detenuto presso la Soprintendenza regionale della Polizia di San Paolo.

Il 3 marzo scorso la Giustizia federale brasiliana aveva deciso di annullare l'atto del Governo federale che consentiva la permanenza nel Paese sudamericano di Battisti. Pertanto l'ex membro dei Proletari Armati per il Comunismo, condannato all'ergastolo per aver ucciso 4 persone tra il 1978 e ilo 1979, potrebbe ora essere estradato in Francia o in Messico, Paesi nei quali Battisti visse dopo essere fuggito dall'Italia e prima di arrivare in Brasile. Battisti è nel Paese sudamericano dal 2004. Il suo legale aveva preannunciato ricorso avverso quest'ultima decisione della magistratura brasiliana. Secondo il quotidiano brasiliano O tempo, il giudice della Corte Federale di Brasilia, Adverci Tariffe, ha determinato l’espulsione di Battisti entro il 26 marzo. Secondo quanto si è appreso, all'arresto, eseguito ai fini dell'espulsione, ha collaborato attivamente lo Scip della Criminalpol tramite il suo ufficiale di collegamento in Brasile, coordinato da Roma.

giovedì 12 marzo 2015

In Europa League ride solo il Napoli Il derby Fiorentina-Roma finisce 1-1

Europa League, Higuain trascina il Napoli: 3-1 alla Dinamo Mosca. Il derby Fiorentina-Roma finisce 1-1





Il Napoli più vicino ai quarti di Europa League, nel derby tra Fiorentina e Roma tutto rinviato alla sfida di ritorno all'Olimpico, con i giallorossi leggermente favoriti. In un giovedì negativo per i nostri colori (il Torino sconfitto 2-0 dallo Zenit a San Pietroburgo, Inter ko 3-1 a Wolfsburg dopo una gara a due facce), sono gli azzurri di Benitez gli unici a sorridere, ma che fatica. Al San Paolo i russi della Dinamo Mosca vengono sconfitti 3-1: ospiti in vantaggio in avvio al 2' con il tedesco brasiliano Kuranyi, poi si scatena il solito, strepitoso Higuain con una tripletta al 25', al 31' (su rigore) e al 55'. Emozioni anche a Firenze, i viola in vantaggio con Ilicic al 17' (bel destro all'incrocio su iniziativa del sempre incontenibile Salah), rigore sbagliato da Ljajc al 60' (gran parata di Neto, eroe come contro il Tottenham) e pari al 77' di Keita, ancora decisivo dopo la zuccata in campionato contro la Juventus.

Caivano (Na): Intervista al candidato Sindaco del centro sinistra, dott. Luigi Sirico

Caivano (Na): Intervista al candidato Sindaco del centro sinistra, dott. Luigi Sirico 



di Gaetano Daniele 




Nella foto a Sinistra il candidato Sindaco
del centro sinistra dott. Luigi Sirico 

Dott. Sirico, benvenuto nel nostro blog, il Notiziario. Vengo subito alla prima domanda: cosa ha fatto il suo partito, il Pd, sulla questione rifiuti, visto che negli ultimi due anni, avete voluto fortemente entrare in maggioranza appoggiando l'amministrazione Falco e quindi l'Udc. 

Guardi io sono un tecnico. Cerco di rispondere con i fatti, citando documenti ufficiali (si veda in particolare la relazione territoriale sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti nella Regione Campania della Commissione Parlamentare d'inchiesta approvata il 5 febbraio 2013 e la relazione della Civil Engagement with ecological - european Commission FP7). Mi dispiace che non tutti abbiano lo stesso scrupolo. Lo so che studiare è faticoso ma a volte è doveroso. Veniamo alla questione dei rifiuti. Io credo che a Caivano continuiamo a fare come i famosi capponi di Manzoni: ci becchiamo a vicenda mentre andiamo tutti al macello. La questione dei rifiuti ha origini lontane e complesse e spesso dipende da decisioni che passano sulla testa dei cittadini e degli amministratori locali. La vicenda inizia nel 1989, quando si scopre che l'allora assessore all'ambiente Raffaele Perrone Capano, del partito liberale (presidente della giunta regionale era Ferdinando Clemente di San Luca), autorizza compagnie di trasporto legate alla criminalità organizzata a scaricare i rifiuti delle industrie del nord in Campania. Il primo stato di emergenza è del 1994, per il quale viene nominato commissario il Prefetto Improta. Dopo il decreto Ronchi del 1997, nel 1998 viene affidato all'allora presidente della giunta regionale, Antonio Rastrelli di Alleanza Nazionale il compito di indire il bando di gara decennale per lo smaltimento dei rifiuti. Con il decreto n.16 del 22 aprile del 1999 la FIBE si aggiudica l'appalto: dovrà costruire 7 impianti di compostaggio per il CDR e due Termovalorizzatori. Quello di Caivano viene inaugurato nei primi mesi del 2001 nel periodo in cui era amministrato da un commissario prefettizio, la dott.ssa Basilone (dal 21.07.2000 al 28.05.2001). Dal 2001 al 2011 abbiamo avuto in Campania diverse emergenze per un motivo banale: il ciclo dei rifiuti non poteva essere completo senza la realizzazione dei termovalorizzatori. L'ultima emergenza è proprio nel 2011. In quella occasione l'allora presidente della provincia di Napoli, Luigi Cesaro del Pdl, nella cui maggioranza credo sedesse anche qualche caivanese, con una sua ordinanza del 18.06.2011 n.411, autorizza lo smaltimento dei rifiuti all'interno della sede dell'Igi.ca di Caivano, a cui il Tar diede torto. Luigi Cesaro con grande soddisfazione disse: "Questa sentenza mi conforta perchè chiarisce definitivamente le competenze in materia (n. Agenzia 169/2011 dell'8 luglio 2011). Infatti le competenze in materia erano e sono della Provincia di Napoli. Detto questo e premesso che credo sia stato un errore entrare in maggioranza con l'Udc di Tonino Falco, cosa avrebbe dovuto fare il comune, visto che le competenze erano e sono della Provincia?. Ma messe da parte tutte le chiacchiere, possiamo fare uno sforzo per fare qualche proposta per il futuro? credo di sì. Togliere le eco balle non sarà facile. Lo avrà capito pure qualche ex sindaco che nonostante l'annuncio alla cittadinanza non ci riuscì (non era un sindaco di centro sinistra). Forse potremmo utilizzare gli strumenti messi a disposizione dal decreto sblocca Italia. E in seguito produrre meno rifiuti. E possiamo riuscirci se facciamo nostri i dieci punti della Carta di Napoli del 2007, i cui principi sono il fulcro del nostro programma amministrativo dei prossimi 5 anni. 

Dott. Sirico, le preciso anche se non è un dibattito che, alcune sue allusioni sono errate, ma non voglio entrare nel merito, se vorrà, lo potrà fare qualche politico di competenza. Lei dice: se la responsabilità era della provincia il comune cosa poteva fare? ad esempio, il suo partito, il Pd, uscito sconfitto dalle ultime elezioni, poteva mantenere fede al mandato elettorale, quindi restare all'opposizione e non entrare in maggioranza e fiancheggiare quelle coalizioni. Ma andiamo avanti. Ad oggi l'Igi.ca ha debiti? 

Non le so rispondere con precisione e dunque mi astengo. So che è fallita e mi dispiace. A risponderne, anche eventualmente ai magistrati credo dovranno essere gli amministratori della società.

Dott. Sirico si vocifera che lei sia la continuità dell'ex Sindaco dott. Semplice, cosa risponde a queste affermazioni, al momento da marciapiede? 

Sarebbe difficile essere in continuità con una persona che ha fatto il sindaco dal 2001 al 2006 . Dopo si sono susseguiti 3 sindaci e 3 commissari e sono passati 10 anni. Vogliamo continuare a fare chiacchiere. Credo sia giunto il tempo di parlare del presente. Ma mi chiedo anche dal 2006 ad oggi gli altri cosa hanno fatto?

Dott. Sirico, credo niente. Comunque a titolo informativo, negli ultimi due anni siete stati voi del Partito Democratico al timone. Intanto, qual'è il suo programma? 

La invito ad essere presente il 21 marzo a Caivano Arte. In quella occasione scriveremo il programma elettorale. Abbiamo istituito 5 tavoli tematici coordinato ciascuno da esperti e docenti universitari che ci aiuteranno nell'impresa. Ci sarà poi un focus sui fondi europei 2015/2020, perchè senza, i Comuni, a cui sono stati tagliati i trasferimenti in modo brutale, non potranno fare nulla. Ma la cosa a cui tengo di più è la stanza dei bambini, chiederemo a loro di immaginare la Caivano del futuro attraverso i loro disegni che entreranno a far parte del nostro programma. Prima di accettare la candidatura ho scritto le mie linee programmatiche che sono state già sottoscritte dalla coalizione che mi sostiene. Il cuore di quel documento è la partecipazione dei cittadini alla vita della città: referendum propositivi, bilancio partecipato sono gli strumenti per ricostruire una comunità, senza la quale non ci sarà speranza. Per il resto la invito con affetto a dare da caivanese un contributo ai nostri tavoli e se vuole nel frattempo le invio la bozza di programma. 

L'amministratore ringrazia il dott. Luigi Sirico per il tempo concesso. 

Sequestrati i beni tedeschi in Grecia "Sono il risarcimento dei crimini nazisti"

Grecia, la Corte Suprema sequestra i beni tedeschi come risarcimento dei crimini nazisti





Il ministro della Giustizia greco si è detto pronto a firmare una sentenza della Corte Suprema che consentirà al governo di sequestrare beni tedeschi come parziale risarcimento per i crimini commessi nel paese dai nazisti. Riferendosi ad una decisione pronunciata nel 2000 dalla massima istanza giuridica del paese, Nikos Paraskevopoulos ha ricordato che il provvedimento sosteneva il diritto dei sopravvissuti della città di Distomo - dove nel 1944 le forze naziste uccisero oltre 218 persone - a chiedere un risarcimento. "La legge", ha ricordato il responsabile della Giustizia, "stabilisce che per attuare il provvedimento è necessario un ordine del ministro. Ritengo che tale permesso debba essere dato e sono pronto a farlo", ha aggiunto nel corso di un’intervista all’emittente Ant1. Ieri il parlamento ellenico aveva deciso di creare una commissione incaricata di chiedere il pagamento dei danni di guerra alla Germania.

Il no tedesco - Da parte sua i tedeschi fanno orecchie da mercante. La Germania "non terrà un negoziato con la Grecia sulle riparazioni di guerra, perchè non c'è ragione di farlo", ha fatto sapere il portavoce del ministero delle Finanze tedesco, Martin Jaeger, secondo il quale "si tratta di una questione che è stata risolta". "Le richieste del governo greco", ha aggiunto Jaeger, "costituiscono una distrazione rispetto ai seri problemi a cui deve far fronte la Grecia".

Tsipras insiste - Ma il premier greco Alexis Tsipras non ha nessuna intenzione di mollare e rilancia l'accusa alla Germania di usare trucchi legali per evitare di pagare le riparazioni di guerra. Tzipras ha fatto anche sapere che porterà la questione in Parlamento per studiare il da farsi. "Dopo la riunificazione tedesca del 1990", ha detto in Aula, "si erano create le condizioni legali e politiche per risolvere la questione. Ma da allora i governanti tedeschi hanno scelto la linea del silenzio, trucchi legali e rinvii". "Mi domando", ha aggiunto il premier, "poichè in questi giorni c’è un gran parlare a livello europeo di questioni morali: questa posizione è morale?".

Le stime - Il governo greco non ha mai ufficialmente quantificato i danni di guerra da chiedere alla Germania, mentre Berlino sostiene di aver onorato i suoi obblighi dopo il pagamento di 115 milioni di vecchi marchi del 1960, pari a 59 milioni di euro. Secondo Tsipras il pagamento del 1960 copre solo i rimborsi alle vittime dell’occupazione nazista e non le distruzioni subite dalla Grecia durante l’occupazione tedesca. Il precedente governo di Antonis Samaras aveva stimato intorno ai 162 miliardi di euro l’ammontare delle riparazioni che Berlino avrebbe dovuto pagare ad Atene. Secondo Tsipras la richiesta di Atene è un "obbligo storico", mentre la Germania si considera esentata dal pagamento dei danni di guerra.

Il patto di Londra - Il nodo da sciogliere è il patto di Londra del 1953 nel quale Berlino e altri 21 paesi siglarono un’intesa sui debiti contratti dalla Germania durante la Prima e la Seconda guerra mondiale. La prima decisione riguardò i debiti contratti fino al 1933, pari a 32 miliardi, la metà dei quali venne cancellata e l’altra metà pagata a condizioni molto favorevoli. Per i debiti legati ai danni della Seconda mondiale si decise invece di rimandare la faccenda a dopo la riunificazione tedesca. Nel 1990 però il cancelliere Helmut Kohl si oppose al pagamento delle riparazioni, spiegando che si trattava di richieste insostenibili, che avrebbero portato la Germania alla bancarotta. Gli Stati Uniti appoggiarono questa posizione. A partire dagli anni Sessanta Berlino ha stabilito degli accordi di compensazione volontari con alcuni paesi per i danni causati dal nazismo e nell’ottobre 2001 Berlino ha finito di rimborsare i debiti imposti dal trattato di Londra del 1953.

L'ora della parità tra l'euro e il dollaro I calcoli: ecco chi ci guadagna e chi ci perde

Parità euro-dollaro: chi ci guadagna e chi ci perde





manca pochissimo ormai. Quisquiglie. Ma nella sostanza il pareggio tra euro e dollaro è ormai realtà: la moneta unica europea, che appena un paio d'anni fa era arrivata a quota 1,5 per biglietto verde, oggi ha chiuso a 1,058. Una parità che, se immediatamente penalizza chi si debba recare in viaggio negli Stati Uniti (ma attira sicuramente visitatori da oltre Atlantico), è generalmente giudicata positiva per l'economia del vecchio continente e in particolare per l'export e per gli investimenti esteri. Ecco, settore per settore secondo quanto riporta il quotidiano La Stampa, chi guadagna e chi perde da una situazione del tutto inedita da quando è stato introdotto l'euro nel 2002.

Le imprese - Il super-dollaro darà un vantaggio competitivo alle oltre 22mila aziende italiane della manifattura. Secondo lo studio di Confindustria e Prometeia riportato da La Stampa, il calo del 10% dell'euro sul dollaro che si è verificato in questi ultimi mesi porterà a un aumento del Pil dell'1% nei prossimi due anni. le esportazioni cresceranno tra il 4,8% e il 5,2% nel 2016. Il mini-euro renderà pure più attrattivo il nostro Paese, con una capacità di attrarre investimenti esteri che crescerà del 3,5% nei prossimi anni a questi livelli di cambio con il biglietto verde.

Il turismo - Molti viaggiatori rivedranno le loro mete estive in base all'andamento del mercato monetario: secondo l'Ad di Alpitour Gabriele Burgio, "ci sarà una crecita degli arrivi da oltreoceano verso i Paesi del Mediterraneo. Ma anche da Gran Bretagna, Giappone e Svizzzera, che hanno cambi molto favorevoli. Allo stesso tempo sarà molto costoso, per noi, recarci negli usa e nei paesi con moneta forte sull'euro. E questo dovrebbe portare a un aumento dell'atrattiva dell'Italia, della Spagna, della Grecia, del Portogallo".

Lusso e Gioielli - Grazie all'epprezzamento del dollaro e del franco, la manifattura italiana diventerà più competitiva grazie a un calo del costo del lavoro. I benefici saranno importanti perchè non si lavora in dollari solo nel continente americano, ma anche nel Far East. Le materie prime e i semilavorati, però, subiranno un aumento di costi.

Elettronica - Per anni le grandi catene di elettronica hanno visto scendere i prezzi, ma nel 2015 si assisterà a una inversione di tendenza. La maggior parte delle ziende, oggi, ha sede in Nord Amrica (Silicon Vallei) e in Estremo Oriente. Come riporta La Stampa, i primi effetti del super-dollaro si vedranno già sul prezzo del nuovo MacBook, che sarà in vendita negli Stati Uniti a 1.299 dollari e in Europa a 1.499 euro.

Petrolio - L'euro che si deprezza sul dollaro non fa bene alle tasche degli automobilisti perchè il petrolio si paga in dollari. Dall'inizio dell'anno l'effetto cambio ha inciso sul prezzo dei carburanti per circa 8 centesimi al litro.

Prima violenta il figlio di 11 anni, poi lo vende sul web: horror a Napoli

Napoli, padre violenta il figlio e poi vende le immagine sul web





Una storia agghiacciante quella che è stata scoperta dalla Polizia municipale di Napoli: un uomo di 44 anni ha abusato del figlio 11enne per oltre un anno, ma non solo. Ha pensato che quel piccino poteva diventare una fonte di reddito e ha così deciso di metterlo in vendita sul web, diffondendo le immagini dei rapporti sessuali, e quindi sottoponendo al bambino ad eventuali pedofili. Tramite profili falsi gli uomini del nucleo Tutelaminori hanno contattato l'uomo fingendo essere interessati a un incontro con il ragazzo. Una volta incastrato, l'uomo ha subito confessato. Il piccolo, invece, nel tentativo di proteggere il papà, non voleva raccontare nulla. S'è convinto solo dopo alcune ore a parlare della sua sofferenza e delle cose strane che gli faceva fare il papà. L’uomo è stato arrestato e condotto nel carcere di Poggioreale

Brunetta e Verdini allo scontro finale: le loro dichiarazioni (e tutta la verità)

Forza Italia, Renato Brunetta e Denis Verdini allo scontro finale: le dichiarazioni (e la verità)

di Marco Gorra 



Nella maionese impazzita che è diventata Forza Italia, si è arrivati al ribaltamento definitivo. A difendere senza se e senza ma la linea imposta da Silvio Berlusconi risultano infatti essere Raffaele Fitto e i suoi, da mesi impegnati in una lotta all’ultimo sangue contro il quartier generale, mentre a tenere alte le insegne della dissidenza sono un gruppo di parlamentari di area verdiniana i cui nomi si era soliti incasellare alla voce “berlusconiani di ferro”.

Lo slittamento inizia nel pomeriggio di lunedì, quando da Arcore arriva l’indicazione berlusconiana: sulla riforma del Senato si vota no. A quel punto, partono le grandi manovre. Denis Verdini, che del Nazareno fu tessitore e che reputa sbagliatissimo abbandonare Matteo Renzi al proprio destino, riunisce a cena una ventina di fedelissimi per ragionare sul da farsi. A ragionamento in corso, tuttavia, i telefoni dei commensali iniziano a squillare in sequenza. All’altro lato delle cornette ci sono sempre gli stessi interlocutori: Renato Brunetta (capogruppo alla Camera ed alfiere dell’antirenzismo militante) e in alcuni casi Silvio in persona. L’obiettivo è il medesimo: convincere i riottosi a tornare sui propri passi a maggior gloria dell’unità del partito nel momento del bisogno.

Nonostante i toni delle telefonate non siano esattamente concilianti e le argomentazioni controriformiste fatichino a fare breccia, alla fine un qualche risultato il Cavaliere lo porta a casa. Il gruppo dei ribelli vota no (con la sola eccezione dell’ex ministro Gianfranco Rotondi, il cui sì era comunque annunciato) ed evita la catastrofe diplomatica. Lasciare passare la cosa senza conseguenze, però, non si può. I diciotto dissidenti producono pertanto un durissimo documento indirizzato a Berlusconi dove si sostiene che il voto negativo è stato dato «non per disciplina di gruppo, ma per affetto e lealtà nei tuoi confronti» e che, quanto al resto, il gruppo parlamentare evidenzia «un deficit di democrazia, partecipazione ed organizzazione». Seguono diciotto firme pesanti, tra i quali nome del calibro di Santanchè, Ravetto, Parisi e Abrignani. Il segnale è duplice: da una parte si fa capire a Renzi che non tutto è perduto (e che in Senato potrebbero esserci sorprese), e dall’altra si alza il tiro contro il nemico interno, cioè Brunetta, chiedendone la testa.

E Berlusconi? Si vede costretto a fare viso così e così. L’ex premier verga una lettera di apprezzamento per il fatto che «oggi Forza Italia ha ripreso la sua autonomia tornando a fare opposizione a 360 gradi». Il rimbrotto ai reprobi è tutt’uno con la difesa di Brunetta: il no alle riforme è figlio di quanto deciso «durante il dibattito negli organismi di partito e all’interno dei gruppi parlamentari che, all’unanimità, hanno fatto proprie queste scelte». Ne consegue che «chi oggi ha ritenuto di dover esprimere le proprie riflessioni, avrebbe fatto meglio a farlo allora». Gran finale per il capogruppo: «Ringrazio Renato Brunetta», sostiene il Cav, «che si è assunto il non facile compito di argomentare le nostre scelte e del quale ho condiviso l'intervento in Aula». La resa dei conti è solo rinviata.

mercoledì 11 marzo 2015

Milano, Silvio Berlusconi: Finalmente la verità. Oggi è una bella giornata per la politica, per la giustizia, per lo stato di diritto

Milano, Silvio Berlusconi: Finalmente la verità. Oggi è una bella giornata per la politica, per la giustizia, per lo stato di diritto

di Silvio Berlusconi 



Non avendo mai avuto nulla da rimproverarmi, ero certo che le mie ragioni sarebbero state riconosciute. Rimane però il rammarico per una vicenda che ha fatto innumerevoli danni non solo a me, alla mia famiglia e alle altre persone innocenti coinvolte, ma a tutti gli italiani, alla vita pubblica del nostro paese e alla nostra immagine nel mondo.

Ringrazio gli avvocati che mi hanno assistito, le persone care, i miei amici e collaboratori che mi sono stati vicini e mi hanno sostenuto in questi anni. Ringrazio i leader politici di tutto il mondo, e i milioni di italiani di tutte le fedi politiche, che mi hanno testimoniato stima e rispetto e che non hanno creduto al fango che è stato gettato addosso alla mia persona ma anche alle istituzioni della Repubblica. 

Ringrazio naturalmente i magistrati che hanno fatto il loro dovere senza farsi condizionare dalle pressioni mediatiche e dagli interessi di parte. Quello che in altri paesi sarebbe scontato in Italia è una prova di coraggio e di indipendenza che merita rispetto e ammirazione.

Ora, archiviata anche questa triste pagina, sono di nuovo in campo per costruire, con Forza Italia e con il centrodestra, un’Italia migliore, più giusta e più libera.

EXPO, COMI F.I: Bene Rai, ma servono media esteri

EXPO, COMI F.I: Bene Rai, ma servono media esteri 



di Gaetano Daniele 



Lara Comi
Europarlamentare Forza Italia
Vice-presidente gruppo PPE 

"Da domani la Rai farà scattare il conto alla rovescia che ci condurrà a Expo. Mancano 50 giorni, e la Rai mette a punto documentari e programmi. Osservo però che l'Esposizione Universale è un evento appunto "universale", che deve promuovere Milano, la Lombardia e l'Italia all'estero. Così l'europarlamentare Lara Comi, ai nostri microfoni. E nota: Auspico che dei cospicui investimenti destinati a far conoscere Expo attraverso i media una parte consistente sia riservata anche a testate straniere. 

Budget - A quanto ammonta il budget per i network nazionali (ma è la Rai che farà la parte del leone) e qual'è invece l'investimento per le tv straniere? E' infatti all'estero che dobbiamo pubblicizzare l'evento per averne un ritorno in termini di visitatori e di promozione del made in Italy. Mi sembra opportuno - conclude Comi - ragionare insieme su questo aspetto importante, una volta che Expo avrà fornito il dato di investimento sulla comunicazione sui media esteri".

Le Br, "fai ridere", mafia, film comici: così Franco Coppi ha battuto le toghe

Processo Ruby, gli insulti del pm di Cassazione a Silvio Berlusconi: tra Br, "Promessi sposi" e Mel Brooks





Silvio Berlusconi è innocente: lo conferma la Cassazione. Il processo Ruby non esiste. Il teorema di Ilda Boccassini e compagni è soltanto fuffa. La decisione arriva di notte, al termine di una vulcanica giornata processo, durante la quale si è consumato un aspro duello tra l'accusa e la difesa. Parte il giudice relatore, secondo il quale "la stessa Ruby era dedita alla prostituzione e ha partecipato a serate conviviali a sfondo sessuale per Berlusconi". Poi tocca a Franco Coppi, che spiega: "La sentenza di assoluzione ammette che ad Arcore sono avvenuti fatti di prostituzione compensati, anche per Ruby. Noi non li contestiamo, ma arrivati all'ultimo gradino della scala probatoria, non è dimostrata la consapevolezza di Berlusconi che la ragazza fosse minorenne".

Br e Manzoni - Da par suo, il pm non aveva dubbi. Parlando dell'ipotetica concussione a Piero Ostuni, capo di gabinetto della procura di Milano, spiega: "Fu un atto di costrizione implicita che congelò, paralizzò la volontà del funzionario, il quale all'improvviso non ragiona più con la sua testa, in 20 minuti fa 14 telefonate per assicurare la liberazione della minorenne". Dunque il pm Eduardo Scardaccione tira in ballo addirittura le Brigate Rosse, usando una definizione coniata per l'agguato brigatista ad Aldo Moro: "Una geometrica potenza ghiacciò il cuore e la mente di Ostuni al fine di ottenere un risultato indebito e illecito". E dopo le Br i Promessi Sposi: Ostuni viene paragonato al Nibbio, il capo dei "bravi", e viene definito "il rapace a tutela del potere dell'Innominato", che sarebbe il Cav, ovvio.

Cinema e risate - Da par suo Coppi ribatte colpo su colpo e cita i processi di Cosa Nostra: "Qui si pretende di condannare un potente non perché ha abusato dei propri poteri ma solo perché è un potente, così come si puniscono i mafiosi non per quello che hanno fatto ma solo perché appartengono alla mafia". La palla torna al pm Scardaccione, che pesca nel cinema, e spiega di voler sorvolare sulla "vicenda della nipote di Mubarak degna di un film di Mel Brooks, il mondo intero ci ha riso dietro". Coppi ribatte, spiega che non c'è nulla da ridere: "Fu la ragazzina a dire a Berlusconi di essere imparentata con Mubarak, e Berlusconi scopr che non era vero, e che Ruby era minorenne, solo la sera in cui lei venne fermata". Il duello termina. Cala il sipario. Si riunisce una camera di consiglio fiume. E tesissima. E alla fine trionfa Berlusconi: innocente, su tutta la linea, con buona pace delle Br, dei bravi, di Manzoni e pure di Mel Brooks.

Caivano (Na): Intervista al dott. Giuseppe PAPACCIOLI

Caivano (Na): L'ex Sindaco dott. Papaccioli, interviene sul nostro blog 



dott. Giuseppe Papaccioli
già Sindaco di Caivano 

dott. Papaccioli, bentornato nel nostro blog. Secondo lei, dopo quanto accaduto a Caivano (ultimi 4 anni "amministrazione Falco"), di cosa ha bisogno la Politica. 

La Città e la politica ha bisogno di classe dirigente di qualità non di quattro ripetitivi e ridondanti personaggi in cerca di autore!. La platea dell'offerta politica va allargata, non si possono sostituire i faccendieri intercettati malamente con gli improvvisati familisti, camaleonti culturati o sedicenti guru politici che da sempre sono le quarte file del sistema politico clientelare di Caivano. 

Cosa si sente di dire ai cittadini di Caivano.

Ai cittadini va offerta una gamma di proposte tra cui scegliere e non un pacchetto autoreferenziale già preconfezionato, il dibattito va allargato e deve essere pubblico non nel chiuso di qualche stanza. Si proponga un dibattito pubblico tra le varie forze politiche. Organizzi un confronto pubblico insieme agli altri operatori della carta stampata. 

Accettiamo con piacere la proposta del dott. Papaccioli, di organizzare un confronto pubblico con le varie forze politiche locali. Intanto, può iniziare a spiegare a chi ci segue sul web, quali sono le sue proposte? 

Le nostre proposte sono: utilizzo dei gettoni di presenza per borse di studio per studenti meritevoli; collegamento della formazione al mercato del lavoro; aumento dell'offerta formativa ai giovani; attivazione della scuola dei mestieri; arruolamento degli anziani per la bottega dei racconti; riqualificazione della produzione agricola; consapevolezza e messa in rete delle informazioni sullo stato di salute del territorio; tutela della sicurezza dei cittadini; riqualificazione dei servizi comunali; verifica dello stato di avanzamento delle pratiche sospese presso gli uffici tecnici; snellimento delle procedure autorizzative e slancio del commercio; riduzione delle gabelle per la spazzatura; introdurre delle premialità per i cittadini virtuosi. Di tutto ciò questi non ne sanno nulla sono degli improvvisati e non aspettano altro che sostituire il malaffare con il loro malaffare. 

Cibi, padelle e piatti per i bambini: quel nemico che si nasconde a tavola

Cibi, padelle e piatti per i bambini. Quel nemico che si nasconde a tavola





A tavola si nascondono delle insidie per la nostra salute, e non si celano solo nei cibi che mangiamo ma anche nei contenitori che usiamo. "In termini di sicurezza alimentare, il rischio", spiega a il Giorno Sabato Simonetti, comandande dei Nas di Bologna, non è solo "microbiologico, ma dobbiamo fare i conti anche col rischio chimico, un rischio presente, subdolo, che può presentare problematiche per la salute a lungo termine e in modo non chiaro". Su 38.000 controlli nel settore alimentare quasi 12.500 "sono risultati non conformi", continua Simonetti, "3.000 campioni di alimenti sono stati prelevati laddove c' è stato anche solo il sospetto. La nostra attività spiega il comandante Simonetti si basa molto sull' analisi dei fenomeni: negli ultimi anni, per esempio, si sono moltiplicate le attività commerciali di tipo etnico".

Il pesce - Il pesce che finisce nelle nostre tavole non è più quello italiano, pescato in Liguria o in Romagna, ma arriva spesso dai Paesi del terzo mondo e questo comporta rischi alla conservazione del prodotto e alla contaminazione (si parla di metalli pesanti come cadmio e mercurio). Attenzione soprattutto al tonno fresco perché "se rimane in frigo in condizioni non idonee, porta rapidamente a produzione di istamina", spiega Giorgio Fedrizzi, chimico dell'Istituto zooprofilattico sperimentale della Lombardia ed Emilia Romagna. "La cosa può risultare molto spiacevole, perché può provocare sindrome sgombroide immediata e ricovero al pronto soccorso. Casi da intossicazione di istamina spariti 10 anni fa, stanno tornando". Altro problema è l'anisakis, un parassita molto diffuso. Il boom del pesce crudo del sushi ha questo pericoloso risvolto. Per questo è fondamentale che "tutto il crudo che mangiamo va prima abbattuto nel congelatore: chi non lo fa è fuori dalla legge" avverte Valentina Tepedino, veterinario, esperta di Eurofishmarket. 

Le uova - Nelle uova di gallina non da allevamento, ma del contadino, sono state trovate diossine.

I materiali di contatto - Passati certi timori sui pesticidi e i fitofarmaci usati nell'agricoltura e negli allevamenti industriali, c'è un nuovo allarme sui materiali da contatto con i cibi: piatti, stoviglie, pentole, griglie, la qualità di certo acciaio, l'alluminio, lo strato antiaderente di pentole e padelle, le plastiche, il Bisfenolo A, la messa al bando del Pvc. "E' impressionante la quantità di materiale che arriva dalla Cina destinata all'uso alimentare, così come il volume dei respingimenti alle dogane, ma è impossibile controllare tutto".

I piatti dei bambini - Spesso i bambini usano stoviglie di melammina, "una resina pericolosissima. In Cina ha causato mortalità infantile perché veniva utilizzata per aumentare in maniera fraudolenta il tenore proteico del latte in polvere e degli alimenti per l' infanzia. Come singola molecola è molto tossica a livello renale. Se viene polimerizzata diviene un blocco solido che in condizioni ottimali non cede alcunché. Ma se diventa monomero perché per sbaglio va nel microonde, o la stoviglia viene lavata a una temperatura superiore ai 70°, può dar corso a fenomeni di cessione all'alimento, con i rischi che ben conosciamo".

I cani poco educati? Si ammazzano: il "piano-Merkel" sconvolge la Germania

Germania, corsi di educazione per i cani: se non passano l'esame vengono uccisi





Animalisti scatenati in Germania dove un cane che morde un passante è obbligato, insieme al suo padrone, a frequentare un corso di rieducazione al termine del quale se Fido non passa l'esame viene eliminato. L'esame, spiega Italia Oggi, consiste in un percorso obbligato durante il quale il cane deve obbedire agli ordini del padrone, senza alcuna esitazione. Se la prova fallisce, l'animale viene soppresso. Una condanna a morte senza processo, e senza appello. Roberto Giardina racconta di aver seguito la scena in un programma specializzato sull'educazione di quel che dovrebbe essere il miglior amico dell'uomo. "Il destino di quel cane lupo che non capiva di starsi giocando la vita mi ha rattristato", scrive l'inviato a Berlino di Italia Oggi che rivela solo alla fine il cane purtroppo non ce l'ha fatta ed è stato ammazzato nonostante le tante proteste di chi sosteneva che l' "imputato" è stato condannato a morte senza un avvocato difensore.

Processo anche per le piante - Gli animalisti tedeschi vorrebbero dunque ripristinare il processo per le bestie che non si comportano bene. E qualcuno, si legge su Italia Oggi, chiede un procedimento legale anche prima di abbattere un albero. Un olmo centenario è stato appena segato perché faceva ombra al proprietario di una villa. Si abbattono alberi perché in autunno fanno cadere troppe foglie, e altre piante per questioni di traffico. Nel Brandeburgo volevano abbattere i filari che fiancheggiano le strade provinciali perché pericolose per gli automobilisti che sbandano. Sono state salvate le piante, preferendo che rischiassero la vita quanti corrono troppo. Oggi basta rivolgersi alle autorità competenti e la condanna viene eseguita senza un difensore d' ufficio per abeti, querce e pioppi.

Dalla Rai un maxi-siluro bipartisan: quella voce su Isoardi e Conchita...

Rai, flop della Isoardi e di Concita De Gregorio: viale Mazzini chiude i loro programmi





Mamma Rai è pronta a mandare in soffitta i programmi di Elisa Isoardi e Concita De Gregorio. "A conti fatti" su Raiuno e "Pane quotidiano" su Raitre non hanno infatti registrato share tali da confermare una seconda stagione e così a viale Mazzini si parla di chiusure. Chiusure che, come rivela Dagospia, non hanno nulla a che vedere, nel caso della Isoardi con la relazione con Matteo Salvini, seppure qualcuno abbia accostato le due circostanze. Se il programma chiude non è colpa del legame con il leader del Carroccio, dipende solo degli ascolti: bassissimi. Come quelli di Concita.

Il segreto: perché l'euro rischia il crac Un Paese europeo sta per collassare...

Austria, il nuovo caso "Lehman Brothers" che può travolgere tutta Europa (Italia compresa)





Il bazooka di Mario Draghi scaccia tutti i cattivi pensieri? Non proprio. Già, perché la più grande minaccia per il sistema finanziario europeo (e dunque italiano) sta covando proprio in questi giorni. Qualcosa che potrebbe avere conseguenze ben peggiori rispetto a quelle della grande crisi da cui ancora non siamo usciti. L'affare in questione è già stato ribattezzato il "primo caso Lehman della storia del Nord Europa", con un chiaro riferimento al crac della Lehman broterhs dal quale, dopo il quale, a cascata sono stati travolti gli Stati Uniti e il mondo intero.

Spina staccata - Il "problema", come sottolinea Wall Street Italia, è un buco da 7,6 miliardi di euro scoperto nella bad bank di Hypo Alpe Adria, la Heta Asset Resolution. Si parla del caso austriaco del fallimento di una banca, di cui vi abbiamo dato conto, e per il quale hanno dovuto pagare i creditori al fine di evitare che lo Stato e i contribuenti si accollassero il peso delle perdite. In buon sostanza, i bond di Heta sono rimasti orfani della garanzia dello Stato. Il punto, però, è che come rivela Bloomberg il panico è solo all'inizio: la decisione dell'Austria di "staccare la spina" alla bad bank sta avendo un effetto domino su tuutto il sistema finanziario, provocando revisioni al ribasso di rating in Austria e perdite di banche in Germania.

Un debito enorme - Ancor più tranchant e drammatica l'analisi del Telegrpah inglese: "I bond Heta sono nozionalmente garantiti dallo stato (...). E' un eco del caos che colpì l'Irlanda all'apice della crisi bancaria, quando tentò scioccamente di frenare il panico sottoscrivendo tutte le passività bancarie irlandesi". E ancora: "Essenzialmente, quello che il governo austriaco sta facendo è dare il benservito a una intera regione (...) è una mini-Grecia che sta esplodendo nel cuore dell'Europa". Il debito infatti è enorme. La regione della Carinzia aveva garantito un debito di Heta per 10,2 miliardi di euro nel 2014, ma le entrate previste per il 2015 sono appena 2,36 miliardi. Lo stato austriaco, dunque, come spiega il governatore Peter Kaiser, non riuscirebbe mai a garantire il rimborso. Dovrebbe dunque intervenire l'Austria. Peccato però che il ministro delle Finanze, Hans Joerg Schelling, abbia rifiutato di provvedere all'ammanco.

E il rating... - Questo caso ha avuto durissime ripercussioni sul debito della Carinzia: Moody's ha tagliato il rating sullo stato di quattro livelli in un sol colpo, da A2 a Baa3, cambiando l'outlook da stabile a negativo. Moody's infatti mette in evidenza come il buco possa essere maggiore del previsto. E tra i debiti di Heta, per 1,24, c'è anche l'istituto Pfandbriefbank Oesterrich AG, che emette bond per conto delle banche provinciali austriache. Anche quest'ultimo istituto è finito nel mirino di Moody's, così come sono nel mirino due banche delle province austriache del Tirolo e di Vorarlberg.

Effetto domino - E al termine della descrizione del problema tutto austriaco, si arriva al problema tedesco. Tra le banche esposte ad Heta ci sono anche Dexia Kommunalbank Deutschland, divisione tedesca di Dexia, che detiene Bond per 395 milioni di euro. Anche Deutsche Pfandbriefbank detiene bond Heta per 395 milioni di euro, e soffrirà una svalutazione da 120 milioni. Le cifre dell'esposizione degli istituti tedeschi non sono iperboliche, ma arrivano al cuore del problema. Dopo la Grecia, nel cuore pulsante dell'Europa, c'è una regione che sta per collassare: la Carinzia. E la Carinzia potrebbe trascinare negli abissi l'Austria intera. E quindi la Germania. E quindi l'Europa, in una perfetta riedizione dell'effetto domino innescato da Lehman Brothers. La Lehman europea, appunto...

LUI È INNOCENTE, LEI IMPUNITA I giudici chiudono il caso Ruby

Processo Ruby, la Cassazione conferma l'assoluzione di Silvio Berlusconi





Silvio Berlusconi resta assolto dal processo Ruby. La Sesta sezione della Cassazione ha deciso di confermare la sentenza che nel luglio scorso assolse il Cavaliere con formula piena nel processo di appello per il caso Ruby. Nell'ultima arringa, il Procuratore generale dela Cassazione, Edoardo Scardaccione, ha chiesto di annullare interamente la sentenza del secondo grado. Secondo il magistrato, Berlusconi sarebbe stato colpevole sia del reato di concussione ai danni del capo di gabinetto della questura di Milano, Piero Ostuni, sia del reato di utilizzo della prostituzione minorile, a proposito del rapporti con Ruby.

Il secondo grado - I giudici del tribunale di Milano avevano assolto Silvio Berlusconi dall'accusa di concussione e prostituzione minorile per i quali i pm avevano chiesto in tutto sei anni di reclusione e l'interdizione perpetua dai pubblici uffici. A proposito della telefonata in questura, per i giudici non c'è stato reato di concussione perché l'allora presidente del Consiglio non minacciò i funzionari che trattenevano Ruby nè ha provato a corromperli. Per quanto riguarda invece l'accusa di prostituzione minorile, per quanto certo che ci furono "atti di natura sessuale retribuiti" tra il padrone di casa di Arcore e Ruby, secondo i giudici non è stato provato che Berlusconi conoscesse la vera età della ragazza.

martedì 10 marzo 2015

La Santanchè travolta dall'uragano (nel vero senso della parola...)

Daniela Santanché, il grecale distrugge la sua casa a Forte dei Marmi





La casa delle vacanze di Daniela Santanché a Forte dei Marmi non è stata risparmiata dalla furia del grecale che ha spazzato via mezza Toscana. Alberi abbattuti, tetti danneggiati, strutture buttate giù: molte sono state le ville dei vip a riportare danni, anche se sembra che quella della deputata azzurra abbia subito i colpi più forti. Si è salvata invece la casa del compagno di partito Maurizio Bianconi che ha spiegato al Corsera il perché. "I pini intorno alla mia casa li avevo fatti tagliare. Nell'area della casa della Santanché ne sono caduti 73. Sono stato molto fortunato perché il mio giardino è finito in un 'cono d'ombra' del vento. Ci ho rimesso solo la parabola".

Tutti contro tutti, Minzo contro Verdini: "Denis, se oggi fuggi da Forza Italia..."

Augusto Minzolini a Denis Verdini: "Se fuggi fai un errore"





Sempre più lontano da Forza Italia, e dopo aver annunciato la sua volontà di lasciare la politica, Augusto Minzolini continua a menar fendenti contro gli azzurri. "Dirigenti vecchi per una politica nuova? No, non ci siamo", spiega in un'intervista a Il Giorno. Ma l'ex direttorissimo spiega di non stare con Raffaele Fitto, che però "ha ragione" sulla volontà di cambiare gruppo dirigente. "Ma sbaglia - avverte - a non mettere i piedi nel piatto". Nel colloquio spiega: "Dobbiamo ritrovare la nostra ragione sociale. Se Salvini grida, noi siamo afoni. Invece Fi ritorni a dar voce agli interessi di quelle persone che ha sempre rappresentato". Minzolini, poi, ne ha anche per Denis Verdini, che stando ai retroscena di stampa potrebbe, già oggi, strappare e votare a favore delle riforme di Matteo Renzi: "Verdini fugge? Non so. Ma farebbe un errore. Perché riforme e Italicum sono contro Forza Italia".

Forza Italia, la lettera dei 18 deputati contro Berlusconi: "E' l'ultima volta...ecco perché stiamo per mollarti..."

Forza Italia, la lettera dei 18 deputati a Berlusconi: votiamo la tua linea solo per affetto





"Caro presidente, desideriamo rappresentarti il nostro profondo disagio e dissenso rispetto alla decisione di votare contro le riforme istituzionali all'esame della Camera». E' questo il testo della lettera inviata da 18 parlamentari di Forza Italia a Silvio Berlusconi in cui si difende il patto del Nazareno ma si critica fortemente la gestione sia del gruppo della Camera che dell’intero partito. I deputati, in larga parte vicini a Denis Verdini, rivendicano il lavoro sulle riforme e annunciano il loro no solo per "affetto" verso il Cavaliere. "Siamo infatti convinti della bontà del percorso che era stato avviato con il cosiddetto patto del Nazareno, un percorso che ci aveva rimesso al centro della vita politica del Paese e che ci aveva consentito di partecipare a un processo di riscrittura della Costituzione che per la logica fisiologia della politica non poteva che avere natura compromissoria. Siamo quindi convinti della bontà del lavoro fatto prima di noi dai colleghi del gruppo parlamentare del Senato, cui va la nostra solidarietà nel momento in cui ne viene messo così pesantemente in discussione l’operato, così come dal lavoro che è stato fatto in Commissione Affari Costituzionali Camera e - prima della rottura con il Partito Democratico - in Aula alla Camera. Non abbiamo votato norme mostruose né partecipato a una svolta autoritaria del Paese, ma semmai abbiamo contributo a migliorare norme che nell'altro ramo del Parlamento il nostro gruppo aveva già approvato anche su tua indicazione".

Deficit di democrazia - E proseguono: "Siamo persuasi che la conduzione del nostro gruppo parlamentare mostri quotidianamente un deficit di democrazia, partecipazione e organizzazione: non è pensabile, per rispetto dell’intelligenza di tutti, che si continui a riunirsi per ratificare decisioni già prese altrove e che magari ti vengono rappresentate come decisioni unitarie del gruppo". Conclusione: "Non ci iscriveremo al Comitato per il No contro queste riforme, andando a sostenere le stesse tesi del Movimento 5 Stelle o di Sel, né riteniamo che un partito come il nostro possa subire i diktat di chi si propone - prima di eventuali alleanze in vista delle elezioni regionali - di verificare il nostro comportamento in Parlamento. Lo troviamo offensivo per la nostra dignità di partito e di parlamentari".

Solo per amore - All'interno del Partito, deve ora essere "recuperata una piena democrazia degli organismi, partendo dalla centralità dei gruppi parlamentari e dal loro diritto di autodeterminare i propri organismi". I diciotto però, dopo l'appello di Silvio all'unità, votano "come da te indicato non per disciplina di gruppo, ma per affetto e lealtà nei tuoi confronti. Lo facciamo contraddicendo le nostre convinzioni, e dicendoti con franchezza, che situazioni simili in futuro non potranno vederci silenti. Con immutato affetto".

Lavoro, le aziende del nord cercano professionisti specializzati (e soprattutto seri)

Lavoro, le aziende del nord cercano professionisti specializzati (e soprattutto seri)





La vera classifica della vergogna per l'Italia è quella europea sull'occupazione. Solo la Grecia è messa peggio di noi con il 28,9% di disoccupati,a ruota c'è l'Italia con il 26%, terzi gli spagnoli con il 22,5% e poi il confronto diventa impietoso con il Regno Unito al 14,7%, la Francia al 13,8% e la Germania con l'8,7%. In una situazione tragica c'è da attendere gli eventuali effetti della riforma del lavoro renziana, anche se - scrive il Giornale - ci sarebbero 1,5 miliardi di euro dell'Ue che rischiano di rimanere inutilizzati. Ma oltre alle rivoluzionarie riforme, rimane sempre in piedi il vecchio matching, l'incontro tra domanda e offerta che continua a essere la vera piaga mai guarita del mercato del lavoro italiano.

Il lavoro che c'è - Esiste un esercito di aziende italiane che nonostante la crisi investono in ricerca ed eccellenza, hanno bisogno di personale ultrapreparato e fatalmente non riescono a trovarlo. Tra i ruoli ricercati ci sono tecnici della vendita e della distribuzione, disegnatori tecnici, conduttori di macchine utensili automatiche e semiautomatiche. Non solo impieghi per laurati, quindi, ma anche per diplomati ben formati.

Dove cercare - La concentrazione maggiore di aziende in cerca di lavoratori sono inevitabilmente dall'Emilia-Romagna in su. L'analisi della geografia di un mercato del lavoro di varie nicchie e vivacissimo trova un'analisi dettagliata sul portale Wollybi, sviluppato dall'Università Milano-Bicocca di Milano. La ricerca sugli annunci di lavoro pubblicati su siti e quotidiani tra il 2013 e il 2014 ha fatto emergere come un terzo arrivi dall'industria.

Cosa cercano - Nei candidati le aziende cercano per la maggior parte dei casi un'esperienza specifica nel settore e la conoscenza di software informatici e linguaggi di programmazione. Non devono mancare le doti di comunicazione e una disponibilità dichiarata ad essere flessibili con gli orari di lavoro. Passa in secondo piano il titolo di studi, richiesto nel 57% dei casi, è un dato quasi scontato così come la conoscenza di almeno una lingua straniera, l'inglese su tutte. Tra i settori, quello più affamato di lavoratori è il campo tecnico per il 28% dei casi, solo il 16% delle aziende cerca professionalità culturali e il 12% quelle impiegatizie.

La mappa IT - Sono i progettisti di software ad andare a ruba tra le aziende, soprattutto in Lombardia, poi nel Lazio, Emilia-Romagna e Piemonte. I contratti offerti sono a tempo determinato. Per gli amministrativi, i ruoli più richiesti sono gli addetti all'accoglienza, alla gestione dei magazzini e della segreteria. Per loro ci sono praterie in Veneto, Lombardia, Emilia-Romagna e Piemonte. L'elemento in comune richiesto in tutte le inserzioni è la precisione, un'aspetto caratteriale preferito dai datori di lavoro molto più della serietà e della dinamicità.

La lettera: rendiamo libere le canne Lo chiede un pezzo di governo Renzi

Droghe leggere, il radicale Benedetto della Vedova scrive a tutto il Parlamento: "Legalizziamo la cannabis"





Il senatore radicale oggi in Scelta Civica Benedetto della Vedova ha lanciato la campagna in Parlamento per dare seguito all'invito del procuratore capo dell'Antimafia: liberalizzare le droghe leggere. L'ex Pdl ed ed Fli dice di promuovere una battaglia a titolo personale: "Non come membro del governo". Difficile però mettere da parte il dettaglio che Della Vedova è anche sottosegretario del governo di Matteo Renzi con delega agli Esteri. All'Huffingtonpost ha detto: "Ho scritto a tutti i parlamentari, li invito ad aderire all'intergruppo per la legalizzazione della cannabis". La replica è già arrivata da Maurizio Gasparri e Carlo Giovanardi di Forza Italia: "Rilanceremo l'intergruppo contro le droghe".

Assicurazione gratis un anno con l'auto nuova? Occhio alla fregatura

Assicurazioni auto, le fregature dietro le offerte di polizze gratuite con l'acquisto di automobile nuova





Sono sempre più frequenti le offerte di polizze Rc auto gratuite quando si acquista una nuova automobile. Da uno a tre anni, gli omaggi si sprecano, ma i regali non li fa neanche Babbo Natale. L'Ivass, l'autorità che vigila sulle assicurazioni, ha messo in guardia i clienti delle concessionarie visto che spesso al termine del periodo promozionale, a causa delle modalità con cui le polizze vengono offerte (contratto a 'libro matricola' non intestato al singolo assicurato) e delle loro caratteristiche (formula con franchigia, anziché con la tradizionale formula Bonus-Malus), gli assicurati possono perdere i benefici della classe di merito acquisita prima dell'offerta. Il discorso si applica anche con il famoso "Decreto Bersani" che permette di ereditare la classe di merito in famiglia. Il rischio concreto è di perdere tutto.

Come evitare - L'Ivass consiglia quindi di raccogliere informazioni dettagliate sulla conclusione del periodo di offerta. Ci deve sempre essere un attestato di rischio. Può essere utile consultare un assicuratore di fiducia che ci aiuterà a capire anche se la polizza offerta "gratuitamente" è con formula bonus-malus o "a franchigia".

Arrivano le nuove bollette per luce e gas: occhio agli aumenti

Nuove bollette gas e luce, dal 1 settembre via al mercato libero e bollette più chiare e semplici





Dal prossimo 1 settembre le bollette per case e aziende cambieranno e punteranno ad essere più comprensibili. Ci sono però 16 associazioni di consumatori che temono un aumento dei costi, soprattutto sulle utenze domeniste, pari al 20%. Colpa dell'abolizione del mercato tutelato, dicono, alla quale non ha fatto seguito la decisione di regole e informazioni.

La nuova bolletta - Sarà più semplice il confronto tra le offerte dei venditori, perché dovranno rispettare in un anno le stesse regole per la compilazione delle bollette. Ci sarà un unico foglio, corredato di grafici a colori e termini di facile comprensione. L'elenco prevede le informazioni di base della fornitura energetica: la situazione dei pagamenti, i consumi, i dati anagrafici del cliente e la spesa da pagare. Per quanto riguarda la bolletta elettrica a spesa per l’energia (l’attuale «Servizi di vendita»), l’Iva, le imposte, la spesa per il trasporto dell’energia e la gestione del contatore (l’attuale «Servizi di rete»), gli oneri di sistema (indicati in modo esplicito, mentre oggi sono inclusi nei «Servizi di rete»). Negli oneri di sistema ricadono tra l’altro le sovvenzioni per le fonti rinnovabili e la dismissione delle vecchie centrali nucleari.

Costo - Nella bolletta 2.0 sarà mostrato il costo medio unitario in euro/Kwh ed euro/metro cubo per quanto riguarda il gas. Le tabelle dovranno mostrare il totale dei consumi, come indicato dal contatore, e il consumo tra la l'ultima lettura e la precedente. Manca ancora un intervento chiaro dell'autority dell'energia per chiarire i termini con cui i venditori stimeranno i consumi.