Parità euro-dollaro: chi ci guadagna e chi ci perde
manca pochissimo ormai. Quisquiglie. Ma nella sostanza il pareggio tra euro e dollaro è ormai realtà: la moneta unica europea, che appena un paio d'anni fa era arrivata a quota 1,5 per biglietto verde, oggi ha chiuso a 1,058. Una parità che, se immediatamente penalizza chi si debba recare in viaggio negli Stati Uniti (ma attira sicuramente visitatori da oltre Atlantico), è generalmente giudicata positiva per l'economia del vecchio continente e in particolare per l'export e per gli investimenti esteri. Ecco, settore per settore secondo quanto riporta il quotidiano La Stampa, chi guadagna e chi perde da una situazione del tutto inedita da quando è stato introdotto l'euro nel 2002.
Le imprese - Il super-dollaro darà un vantaggio competitivo alle oltre 22mila aziende italiane della manifattura. Secondo lo studio di Confindustria e Prometeia riportato da La Stampa, il calo del 10% dell'euro sul dollaro che si è verificato in questi ultimi mesi porterà a un aumento del Pil dell'1% nei prossimi due anni. le esportazioni cresceranno tra il 4,8% e il 5,2% nel 2016. Il mini-euro renderà pure più attrattivo il nostro Paese, con una capacità di attrarre investimenti esteri che crescerà del 3,5% nei prossimi anni a questi livelli di cambio con il biglietto verde.
Il turismo - Molti viaggiatori rivedranno le loro mete estive in base all'andamento del mercato monetario: secondo l'Ad di Alpitour Gabriele Burgio, "ci sarà una crecita degli arrivi da oltreoceano verso i Paesi del Mediterraneo. Ma anche da Gran Bretagna, Giappone e Svizzzera, che hanno cambi molto favorevoli. Allo stesso tempo sarà molto costoso, per noi, recarci negli usa e nei paesi con moneta forte sull'euro. E questo dovrebbe portare a un aumento dell'atrattiva dell'Italia, della Spagna, della Grecia, del Portogallo".
Lusso e Gioielli - Grazie all'epprezzamento del dollaro e del franco, la manifattura italiana diventerà più competitiva grazie a un calo del costo del lavoro. I benefici saranno importanti perchè non si lavora in dollari solo nel continente americano, ma anche nel Far East. Le materie prime e i semilavorati, però, subiranno un aumento di costi.
Elettronica - Per anni le grandi catene di elettronica hanno visto scendere i prezzi, ma nel 2015 si assisterà a una inversione di tendenza. La maggior parte delle ziende, oggi, ha sede in Nord Amrica (Silicon Vallei) e in Estremo Oriente. Come riporta La Stampa, i primi effetti del super-dollaro si vedranno già sul prezzo del nuovo MacBook, che sarà in vendita negli Stati Uniti a 1.299 dollari e in Europa a 1.499 euro.
Petrolio - L'euro che si deprezza sul dollaro non fa bene alle tasche degli automobilisti perchè il petrolio si paga in dollari. Dall'inizio dell'anno l'effetto cambio ha inciso sul prezzo dei carburanti per circa 8 centesimi al litro.
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