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domenica 9 aprile 2017

Kim Jong-Un choc, l'ordine è partito Schiaffo a Trump, è incubo nucleare

La minaccia: "Pronti a usare l'atomica per reagire alla violenza Usa"




Si impenna la tensione tra gli Stati Uniti e il regime nordcoreano dopo il bombardamento ordinato da Donald Trump sulla base aerea siriana di Sahyrat. Da Pyongyang era arrivata la condanna scontata sull'azione americana, ma fonti vicine al regime riportano la ferma intenzione di reagire. Secondo i vertici militari nordcoreani la pioggia di razzi americani "prova un milione di volte" come sia giustificato il rafforzamento e la prosecuzione del proprio programma nucleare per dotarsi di quegli ordigni atomici che terranno Pyongyang al riparo da eventuali azioni di Washington. Lo riferiscono i media locali citando un portvaoce del ministero degli esteri nordcoreano. Il via libera del presidente Usa Donald Trump è arrivato proprio mentre stata ricevendo in Florida il presidente cinese Xi Jinping, al quale ha di fatto intimato: o tenete a bada voi Pyongyang o ci penseremo noi anche ricorrendo ad un intervento militare.

Secondo l’agenzia di Stato Kcna il portavoce del ministero degli Esteri ha aggiunto che gli "atteggiandosi arrogantemente a superpotenza gli Stati Uniti hanno solo scelto di colpire Paesi senza armi nucleari (cosa in sè verissima, ndr) e l’amministrazione Trump non fa eccezione alcuna" a questa linea di condotta. "L’attacco siriano ci ricorda con durezza che solo la nostra potenza militare ci proteggerà da un’aggressione imperialista e pertanto rafforzeremo le forze di autodifesa per fare fronte agli ancora più intensi atti di aggressione statunitensi" ha concluso il portavoce di Pyongyang.
La Corea del Nord ha effettuato dall’ottobre 2006 cinque test di esplosioni di altrettanti ordigni atomici, due solo lo scorso anno e le immagini satellitari raccolte dagli americani da settimane lasciano intendere che si prepari ad effettuarne un sesto, in palese violazione delle sanzioni Onu. Allo stesso modo Pyongyang ha dimostrato che non ha alcuna intenzione di fermare il proprio programma missilitico che ha l’obiettivo di riuscire a costruire un vettore balistico intercontinentale sul quale montare una testata atomica miniaturizzta in grado di essere collocata nell’ogiva e sparata a migliaia di km di distanza.

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