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venerdì 9 gennaio 2015

I terroristi barricati in un'azienda Presi degli ostaggi / Segui la diretta

Charlie Hebdo, sparatoria a nord della Francia: il blitz della polizia





Continua la caccia all'uomo in Francia dopo l'attentato alla redazione di Charlie Hebdo. Verso le 8 e 30 c'è stata una violenta sparatoria nel nord est della Francia lungo l'autostrada A2. Poi i due ricercati si sono asserragliati in un'azienda di pubblicità. Ci sarebbero anche degli ostaggi. I due sono nella cittadina di Dammartin-en-Goele (a 30 km dalla zona dove si sono svolte le ricerche giovedì). Sul luogo della sparatoria stanno convergendo cinque elicotteri della polizia francese e importanti mezzi delle forze dell’ordine. Le teste di cuoio "si stanno recando sul posto, le operazioni sono in corso e verranno condotte nei prossimi minuti e ore": lo ha detto il ministro francese dell'Interno, Bernard Cazeneuve, riferendosi all'azienda di lavori pubblici di Dammartin-en-Goële. Poi Le Parisien aveva riferito la notizia della morte di due agenti di polizia durante la sparatoria. Notizia poi smentita dal ministero degli Interni francese. L'azienda in cui sarebbero asserragliati i terroristi sarebbe una piccola azienda, che ha solo cinque dipendenti. Le forze dell'ordine avrebbero intavolato delle trattative per il rilascio dell'ostaggio. 

Pino Daniele, scatta la lotta per l'eredità tra la compagna Amanda e le ex mogli

Pino Daniele, scatta la lotta per l'eredità tra la compagna Amanda e le due ex mogli: dal resort al mare alla villa da 3 milioni





A quattro giorni dalla morte di Pino Daniele, la compagna Amanda Bonini e le due ex mogli (Fabiola Sciabbarasi in testa) del cantautore napoletano morto a 59 anni all'alba di lunedì non litigano solo sul giallo dei soccorsi. In ballo, come spesso in questi casi, c'è anche la questione dell'eredità. La Bonini, compagna di Daniele da circa 2 anni, è amministratore unico della sua società, il Tuscany Bay srl, suggestivo complesso in riva al mare della Giannella, a Orbetello. Un piccolo tesoro che, come ricorda La Nazione, comprende un jazz bar, un ristorante extra-lusso e lo stabilimento balneare. Nel 2013 il suo volume d'affari è stato di 880mila euro, conta 30 dipendenti d'estate e 10 d'inverno. La proprietà è divisa tra Pino Daniele (per il 90%) e il figlio Alessandro (il 10%). La Bonini dovrà occuparsi di "ordinaria e straordinaria amministrazione", mentre, spiega La Nazione, la struttura resta di proprietà del Comune di Orbetello che dal 2011 l'ha concesso in gestione a Pino Daniele, per 18 anni, ad un canone annuo di 102mila euro più Iva. 

Il gioiello di Magliano - C'è poi naturalmente la villa nelle campagne tra Magliano e Orbetello, quella dove l'autore di Napul'è si trovava la sera del 4 gennaio quando è stato colpito da infarto e da dove è partito per l'ultimo viaggio in auto verso Roma, per un disperato e vano ricovero in ospedale. Isolata, costruita dalla nobile famiglia maremmana dei Colonna, due piani da circa 150 metri quadri ciascuno, con un giardino di circa un ettaro e ristrutturata negli ultimi anni, con tanto di piscina, giardino all'inglese e mobili di antiquariato. Vale 3 milioni di euro e fa gola a tutta la famiglia (allargata) di Daniele.

Yara, un'altra clamorosa svolta: c'è un testimone a favore di Bossetti

Yara, un'altra clamorosa svolta: c'è un testimone a favore di Bossetti





otrebbe esserci una svolta nel giallo della morte di Yara Gambirasio. Stando a a quanto ha detto il suo avvocato Claudio Salvagni a La vita in diretta, ci sarebbe una "testimonianza che potrebbe consentire di scrivere tutta un’altra storia", in favore di Massimo Bossetti, (che recentemente ha ripetuto la sua innocenza) accusato di aver ucciso la tredicenne di Brembate di sopra.  Il legale ha precisato che stanno valutando la veridicità di alcune parole che sono state riferite da un testimone,. "Se tutto venisse confermato e fosse riscontrato, ci rivolgeremmo direttamente alla Procura di Bergamo". Nessun altro dettagli trapela dalle parole dell'avvocato il quale non precisa se le parole del testimone si riferiscano a quel che accadde a Brembate Sopra, il 26 novembre del 2010, o a Chignolo d’Isola, quella sera o in giorni successivi.

Cadono calcinacci in una scuola materna Feriti sei bambini: ecco come stanno

Sei bimbi feriti in una scuola materna a Sesto San Giovanni





Sei bambini sono rimasti feriti ieri mattina nella scuola materna Rovani a Sesto San Giovanni, alle porte di Milano, dove alle 10.15 si è verificata una caduta di intonaco e calcinacci per cause ancora da accertare. L'istituto è stato evacuato e sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco. Dei sei bambini feriti, soccorsi dagli operatori del 118, cinque sono in codice verde e una in codice giallo: si tratta di una bambina di 3 anni trasportata all'ospedale Niguarda. La scuola era nell'elenco delle scuole che necessita di interventi di ristrutturazione. Il portavoce del sindaco di Sesto, Alberto Covini, ha poi riferito che la bambina di 3 anni che ha riportato le ferite più gravi alla testa sarebbe fuori pericolo: "La Tac ha escluso lesioni gravi, si tratta solo di escoriazioni".

"Quando l'ho visto sciare ho pensato a..." Pure l'ex slalomista Rocca boccia Renzi

L'ex slalomista Rocca boccia Renzi: "Ma quanto è negato sugli sci?" Solo sugli sci??




"La prima cosa che ho pensato quando ho visto le immagini è stata: 'ma quanto è negato sugli sci?'". Il "negato sugli sci" è nientemeno che il presidente del Consiglio Matteo Renzi. E il giudizio sulle sue doti di sciatore è parola di esperto: nientemeno che l'ex campione di slalom Giorgio Rocca. Dopo tutte le polemiche sul volo di Stato con cui il premier ha raggiunto con moglie e pargoli Aosta, il settimanale "Chi" in edicola si concentra sul Renzi-uomo delle nevi. Quello che, durante una discesa sulle piste di Courmayeur, ha urtato un altro sciatore rischiando di farlo cadere, senza neppure fermarsi e scusarsi. Roba da bulli, un po' come è abituato a fare a palazzo Chigi con chi osa criticarlo...

Per mettere ancor di più il dito nella piaga, il magazine di Signorini intervista pure un ex fuoriclasse dello sci come Rocca. Il quale non le manda certo a dire al capo del governo: "La prima cosa che ho pensato quando ho visto le immagini è stata: 'Ma quanto è negato?'. A parte gli scherzi, questo mi sembra un incidente dovuto a un concorso di colpa, uno dei più frequenti sulle piste. Se è vero che Renzi non si è fermato dopo aver fatto cadere un altro sciatore, ha commesso un errore grave. Quando si urta qualcuno bisogna sempre fermarsi, anche solo per chiedere: “Come va?”.

"Sei solo una starlette tv, faccia di..." Mitragliata di Alfano al Salvini anti-Islam

Il giornale degli alfaniani contro Salvini: "Vergognati di esistere"





Durissimo attacco alla Lega e al suo leader Matteo Salvini, per il quale occorre smetterla con buonismo e tolleranza nei confronti degli islamici, questa mattina su "L'occidentale", il giornale online del Nuovo centrodestra: "La storia, nel suo inesorabile sviluppo,  ha sempre conosciuto populisti e demagoghi, individui senza scrupoli che hanno strumentalizzato tragedie immani e vite devastate, pur di  conseguire i propri obiettivi. Il caso di Matteo Salvini è diverso e ancor più squallido: essendo destinato, forse, alle note di appendice dei manuali scolastici (ci dia retta, anche questa sarebbe per lui gran fortuna), ha deciso di cavalcare l’orrore e lo sgomento per un attacco terroristico al cuore dell’Europa, utilizzando la paura per fornire testimonianza del proprio passaggio su questa Terra" scrive il giornale degli alfaniani. E ancora: "Prendiamo atto di cotanto squallore. Salvini continui a fare la starlette in tv, con quella faccia di bronzo che riflette la totale insensibilità al dolore. Ma si vergogni, si vergogni di esistere".

"Charlie", i due killer non si trovano Da tempo erano nella lista nera Usa

Charlie Hebdo, continua la caccia all'uomo: terroristi barricati a 70 km da Parigi





"I due sospetti terroristi potrebbero essere ovunque". A quasi 48 ore dalla strage compiuta mercoledì mattina a Parigi presso la redazione del settimanale satirico Charlie Hebdo, le autorità francesi sono costrette ad alzare bandiera bianca: i due fratelli Said e Cherif Kouachi non si trovano. Le ultime notizie al riguardo degli unici sospettati per l'attentato si fermano a un distributore di benzina a 80 km da Parigi, dove i due si sono fermati a fare rifornimento. Poi più nulla. E la preoccupazione concreta è che abbiano già varcato il confine con il Belgio o siano diretti alla vicina Inghilterra. Giovedì otto gennaio li hanno cercati ovunque ma la giornata si è conclusa con uno smacco: i due sembravano ormai senza scampo, invece non si è arrivati a nulla. Si è scoperto che i due fratelli Kouachi, erano da tempo nella lista "nera" degli Stati Uniti, sospettati di terrorismo e quindi nella "no fly list". Nessuna traccia dei due presunti terroristi nella foresta di Longpont, nella Piccardia, a circa un'ora dalla Capitale. Gli agenti hanno perlustrato l'area palmo a palmo, dopo aver fatto lo stesso nel pomeriggio nei 20 km intorno a Crepy en Valois, paesino a metà strada tra Parigi e Reims. I due sospetti, di 34 e 32 anni, fratelli di origine algerina ma nati entrambi a Parigi, sono stati riconosciuti grazie a una carta d'identità ritrovata dalla polizia nella Citroen C3 abbandonata durante la fuga.

Altro terrore a Parigi - Nella capitale francese, quella dell'otto genanaio è stata una mattinata ad alta tensione con diverse segnalazioni di uomini armati nelle strade che si sono poi rivelate falsi allarmi. Ieri sera la polizia francese aveva perquisito alcuni appartamenti a Reims, nella regione dello Champagne. Si pensava che la loro cattura fosse imminente e invece oggi i due fratelli sono stati avvistati nella zona del’Aisne, vicino Villers-Cotteret, a bordo di una Renault Clio, mentre viaggiavano in direzione della capitale in un’auto con targa nascosta. A riconoscerli, il gestore di un distributore di benzina: i due, con indosso dei passamontagna, avrebbero attaccato la pompa di benzina e rubato carburante e cibo, prima di ripartire in direzione Parigi. A bordo del veicolo l’uomo ha visto dei kalashnikov e altre armi. Sono stati immediatamente predisposti posti di blocco su tutte le strade di accesso a Parigi e il palazzo dell’Eliseo è stato blindato. L’auto è stata poi trovata nei pressi del benzinaio, abbandonata dai due fuggitivi.

Polizia beffata - Nel primo pomeriggio, le forze dell’ordine sono entrate in una fattoria fuori Villers-Cotteret, a un centinaio di chilometri sempre a nord-est di Parigi, che secondo un giornalista locale citato da 20 Minutes sembrerebbe essere stata utilizzata dai due killer in fuga come base per preparare l'attentato a Hebdo. Sempre secondo la stesse fonte, le ingenti forze di polizia hanno poi lasciato il luogo. Nella zona, nella regione dell’Oise, è in corso un ingente dispiegamento di forze speciali con l’ausilio di elicotteri. L'impressione è che i due jihadisti stiano beffando le forze dell'ordine, spostandosi in continuazione e più velocemente della polizia. Già ieri la loro cattura era stata annunciata a Reims, poi i due erano stati dati per accerchiati a Crepy, mentre ora le ricerche sembrano essersi spostate ancora più a nord-est, nella zona di Corcy.

Le conferme del governo - Intanto, l'allarme attentati, già ieri innalzato al massimo livello in tutta l'Ile De France, è stato esteso anche al nord della Francia, nella regione della Piccardia dove è in corso una gigantesca caccia all’uomo. "Alla luce degli avvenimenti del primo pomeriggio di oggi, il primo ministro ha deciso di estendere alla Piccardia il livello di allerta attentati del piano Vigipirate" ha riferito il gabinetto presieduto da Manuel Valls. Sono in tutto nove le persone arrestate tra la scorsa notte e questa mattina, nell'ambito delle indagini sull strage. Tutte persone che, secondo gli investigatori, avrebbero collaborato all'organizzazione del blitz a Hebdo o avrebbero coperto o aiutato i due jihadisti fuggitivi. Lo ha detto questa sera a Parigi il ministro francese degli Interni, Bernard Cazeneuve. Said Kouachi, uno dei due fratello ricercati, è stato "formalmente riconosciuto" su una foto come uno degli aggressori, ha aggiunto il ministro.

"Fascisti di m., se la sono cercata". "Un complotto" Da Santoro va in onda l'Islam che sta coi terroristi

Charlie Hebdo su Servizio Pubblico: il vero volto arrabbiato degli islamici: "Fascisti di m., se la sono cercata"





"Hanno fatto bene ad ammazzarli, erano razzisti". "Non sono stati gli islamici, è tutta una trappola". Il volto dell'Islam, arrabbiato e complottista, tutt'altro che disposto a porgere la guancia alla Francia ferita e men che meno a fare auto-critica, va in onda in diretta su Servizio pubblico. Michele Santoro torna su La7 con il suo talk, tutto incentrato sulla strage di Parigi e l'assalto dei terroristi alla redazione di Charlie Hebdo. I 12 morti sono uno schiaffo atroce a chi, come i vignettisti Vauro e Vincino in studio, ha sempre creduto nella forza della satira contro la violenza. Santoro parte col suo monologo iniziale, prevedibile tirata contro le tentazioni conservatrici di Marine Le Pen. Ma i servizi, pregevoli, degli inviati in Francia per registrare le reazioni al dopo-attentato scoperchiano un calderone ben poco rassicurante per la Francia, ma anche per l'Italia. Perché l'atmosfera delle banlieu, da Saint Denis alle periferie della piccola Reims, assomigliano pericolosamente agli angoli oscuri delle città italiane.

"Quelli di Charlie sono razzisti" - Mentre Sandro Ruoloto è in piazza a Parigi, in mezzo alla gente (bianchi, di colore, cattolici, ebrei e musulmani) che manifestano in piazza gridando Je suis Charlie, il clima che si respira nel quartiere ad alta concentrazione di immigrati di Saint Denis è decisamente diverso. "Adesso daranno la colpa a noi, è sempre così", si lamenta un giovane musulmano. Altri, più esaltati, spiegano che "se è successo quello che è successo è perché qualche colpa quelli di Charlie Hebdo ce l'hanno avuta". Oppure che l'11 settembre non capitò per mano di islamici, e che "non tutti quelli che uccidono sono terroristi" e che "se si offende il Profeta è naturale che qualcuno si vendichi". Di solidarietà con le vittime dell'attentato ce n'è poca, e sembra esserci ben poco dolore. C'è, piuttosto, rabbia per la colpa che gli altri, i "ricchi" stanno gettando sulle loro spalle, i "poveri", gli immigrati di seconda o terza generazione "eterni outsider". Non ancora integrati, forse mai integrati come invece credono i buonisti, anche a casa nostra. 

A casa dei due sospetti terroristi - E poi ci si sposta a Reims, città dei due sospetti terrortisti Said e Cherif Kouachi. Nel quartiere di Croix Rouge dove vivevano i due uomini, i musulmani fanno blocco: "Li conoscevo, non sono terroristi". "Non possono essere stati loro, è tutto un complotto". E pazienza se il loro curriculum, anche giudiziario, parli chiaro.

Servizio Pubblico        ✔ @Serv_Pubblico

Altri sostengono che sia un complotto e che i due fratelli non c’entrino nulla #ServizioPubblico #JeSuisCharlie #CharlieHebdo
21:45 - 8 Gen 2015

Il tenore generale è quello secondo cui i vignettisti che hanno sbeffeggiato Maometto, in fondo, sapevano a cosa sarebbero andati in contro: 

Servizio Pubblico        ✔ @Serv_Pubblico

A Reims, nel quartiere musulmano, c’è chi dice: “Charlie Hebdo è una merda, sono dei razzisti” #ServizioPubblico #JeSuisCharlie
21:44 - 8 Gen 2015

Come possa coniugarsi questa visione del mondo con quella laica e moderata della cultura occidentale è un interrogativo che solo certa sinistra dogmatica e sognatrice sembra non volersi porre.

giovedì 8 gennaio 2015

"Sallusti? E' un terrorista proprio come...", "Salvini un niente, un..." Oliviero Toscani perde la testa in diretta tv (e su twitter)

Toscani show: "Cancellate le religioni", Salvini non sa ragionare", "Sallusti come Hitler"




Ieri sera nello speciale di Matrix dedicato alla strage di Parigi, all'interno della redazione del settimanale CHarlie Hebdo, in un suo intervento Oliviero Toscani commenta polemico le dichiarazioni di Alessandro Sallusti, direttore de il Giornale. "Quando io sento dire - afferma Toscani - io appartengo ad una civiltà superiore, mi rendo conto del perché esistono queste violenze. Finché c'è qualcuno che pensa di appartenere ad una civiltà superiore, come ho sentito dire a Sallusti, questo mi fa i brividi, questa qui era la mentalità di Hitler. Questo qui è parlare da terrorista". Non contento oggi sul suo profilo di Tweeter il fotografo milanese conferma il suo pensiero col seguente tweet: "Chiunque parli di civiltà superiore è un pazzo, fanatico, terrorista".

Poco prima, Oliviero Toscani aveva proposto come soluzione di pace, l'eliminazione di tutte le religioni viste come causa prima di guerre ed assassini. Così, quando il conduttore Luca Telese lo interpella nuovamente "Toscani è stato chiamato in causa da Salvini come uomo che vuole cancellare le religioni", Oliviero Toscani risponde prontamente: "Non è una provocazione, non è niente è un Salvini. Uno si chiede se sa ragionare".


oliviero toscani @OToscani

Chiunque parli di civiltà superiore è un pazzo, fanatico, terrorista. #CharlieHebdo #JeSuisCharlie
00:25 - 8 Gen 2015

Renzi e il sondaggio della paura: quanti voti ha perso col salva-Cav

Il pasticcio sul salva-Silvio costerà a Renzi 400mila voti




Certo, lui fa lo spavaldo come sempre. Di fronte alle polemiche che montavano altissime per quella norma nel decreto fiscale che "perdonava" le evasioni fiscali fino al 3% e che implicitamente "rischiava" di andare incontro a Silvio Berlusconi, da cui il soprannome di "salva-Berlusconi", Matteo Renzi ha addirittura affermato che non ritirerà il provvedimento. Ma, anzi, lo porterà fino in fondo. Spavaldo come sempre. Quasi arrogante. Ma gli elettori non hanno gradito. Almeno stando ai risultati di un sondaggio condotto da Coesis Research, l'istituto di consultazioni diretto da Alessandro Amadori, secondo il quale il pasticcio sul decreto fiscale farà perdere al premier e al suo partito circa 400mila voti pari all'1% del suo consenso. Ad avvantaggiarsene sarebbero, sempre secondo Coesis, la Lega Nord di Salvini e in parte minore il Movimento 5 Stelle.

"L'opinione pubblica è elastica e non bada alle microbeghe sugli assetti istituzionali. Ma in queste beghe c'è una sottocategoria che può costare voti. Essere ambigui e dire una cosa che poi viene smentita nei fatti non piace. Si tratta di una sottocategoria della falsità e della doppiezza a cui l'opinione pubblica presta attenzione. Le gente a un leader non chiede di essere nobile o altruista ma di risolvere i problemi e di avere una sola parola e soprattutto che non ci siano differenze tra il dire e il fare" ha dichiarato Alessandro Amadori al sito affaritaliani.it.

Pugno duro della Le Pen: 'Torniamo alla pena di morte"

Charlie Hebdo, Marine Le Pen invoca la pena di morte




Dopo la strage nella sede del Charlie Hebdo, Marine Le Pen propone la pena di morte. Sul suo account Twitter la leader del Front National ha annunciato che chiederà ai francesi proprio questo: "Voglio offrire ai francesi un referendum sulla pena di morte. A titolo personale, credo che questa possibilità debba esistere", ha scritto spiegando: "Sono gli islamici che hanno dichiarato guerra alla Francia". La leader di FN ricorda che "Charlie Hebdo ha molto combattuto il Fronte Nazionale. Ma la democrazia è questo". Al contrario "il terrorismo che si è espresso ieri vuole impedire la parola e il dibattito: al contrario bisogna parlare senza timore". Per Le Pen è importante valutare la portata di questa minaccia "non bisogna minimizzarla", bisogna uscire "dalla negazione e dall’ipocrisia". Dire le cose come stanno "significa dire che si tratta di un attentato commesso dai fondamentalisti islamici". 

Inorridita - Ieri la leader di Front National, appena saputa la notizia della strage, si era limitata al cordoglio per le vittime. "Siamo inorriditi", ha detto alla radio Rtl." Un'ondata di compassione unisce oggi il nostro popolo davanti all'attentato dei fondamentalisti islamici. Domani parleremo di politica, oggi c'è spazio solo per la consapevolezza di questo rischio di dimensioni spaventose". Poi ha aggiunto: “Bisogna dire basta all’ipocrisia e chiamare le cose con il loro nome: è una strage perpetrata dall’integralismo islamico. E’ mia responsabilità dire che la paura deve essere superata e che questo attentato deve al contrario liberare le nostre parole di fronte al fondamentalismo islamico, non bisogna tacere, ma cominciare a osare dare un nome a quanto accaduto. Non temere di dire le parole: si tratta di un attentato terroristico commesso in nome dell’islamismo radicale”.

ATTACCO ISLAMICO IN EUROPA Un'altra sparatoria, muore un'agente

Sparatoria alle porte di Parigi: agenti a terra




E' morta l'agente della polizia municipale gravemente ferita questa mattina durante un conflitto a fuoco registrato a Sud di Parigi. La sparatoria era scoppiata poco dopo le 8, mentre due poliziotti stavano intervenendo per un incidente stradale in cui sembra coinvolta una Clio bianca, un’auto simile a quella su cui i due attentatori del Charlie Hebdo sono fuggiti mercoledì sera. Ad un certo punto, riferiscono i media francesi, un uomo con addosso uno zaino, si è avvicinato alla scena dell’incidente, ha tirato fuori un fucile d’assalto, poi ha aperto il fuoco contro i due poliziotti all’altezza di Avenue Pierre Brossolette. Al momento non emergono legami accertati con l’assalto al Charlie Hebdo, ma non si possono escludere. Ferito gravemente anche l'altro agente.

Un altro uomo ricercato - L'uomo che era stato fermato subito dopo la sparatoria, un cinquantaduenne di orgini africane, è stato rilasciato perché le forze dell'ordine hanno ritenuto che non era coinvolto nel conflitto a fuoco. Adesso la polizia sta cercando un uomo con la testa rasata, vestito di nero e con un giubbotto antiproiettile, armato di mitra che è stato visto fuggire dalla Clio bianca coinvolta nell'incidente stradale, che è stata poi ritrovata in un comune vicino a Montrouge.

Silvio chiede la liberazione anticipata Ecco quando finirà i servizi sociali

Berlusconi, chiesta la liberazione anticipata




Attraverso i suoi legali, Silvio Berlusconi ha chiesto la liberazione anticipata nell'ambito dell'affidamento ai servizi sociali in seguito alla condanna per il caso Mediaset. "Il progetto rieducativo si è arricchito dello svolgimento dei lavori di pubblica utilità da cui ha accolto uno spunto di riflessione sulla condizione degli anziani" hanno scritto i legali.

L'affidamento in prova ai servizi sociali, concesso il 15 aprile 2014 dal presidente del Tribunale di Sorveglianza Pasquale Nobile de Santis e dal giudice Beatrice Crosti, decorre dal 23 aprile 2014, quando il leader di Forza Italia ha sottoscritto il verbale con le prescrizioni. Ora la richiesta verrà trasmessa al dirigente dell'Ufficio esecuzione penale esterna, Severina Panarello la quale scriverà una relazione  anche in base alle informazioni inviate dai vertici della Sacra Famiglia dove il leader di Forza Italia fa attività di volontariato. La decisione nel merito potrebbe arrivare già la prossima settimana.

Fuori-porta Buffon ha il braccino corto Doveva 5 milioni alla sua azienda ma...

Zucchi, Buffon non versa i 5 milioni di aumento di capitale




Da quando ha investito i suoi soldi nella Zucchi, storico marchio di biancheria per la casa, il portiere della Juventus Gianluigi Buffon ha avuto più grattacapi che gioie. L'ultimo, dei grattacapi, ggli costerà la bellezza di cinque milioni di euro. Ovvero la somma che, in qualità di azionista di maggioranza dell'azienda, Buffon si era impegnato a versare come aumento di capitale entro il 31 dicembre 2014. Peccato che, come annuncia oggi in una nota la Vincenzo Zucchi, quei cinque milioni non li abbia mai versati. Il portiere della Juventus e della nazionale ha però "ribadito l'impegno ad effettuare, in base agli accordi negoziali stipulati nel 2013, il versamento entro il 31 gennaio 2015" e ha nel contempo chiesto di poter concordare una modalità di pagamento "anche in più soluzioni, con diverse modalità e tempistiche (...) tenendo comunque conto delle esigenze finanziarie" della società.

L'inverno torna di nuovo in vacanza In arrivo un weekend "caldissimo"

Meteo, inverno in vacanza. Salgono le temperature fino ai 18°




Si fa presto a dire inverno, che in questo 2014/2015 sembra davvero non voler arrivare. E infatti, questione di ore e tornerà il caldo, dovuto all'avanzare dell'alta pressione sulla nostra Penisola, che caratterizzerà il clima sino alla prima parte di domenica. Poi un veloce peggioramento interesserà maggiormente il Centro-Sud. Come segnalato dal sito ilmeteo.it, le temperatureresteranno  sempre sopra lo zero anche di notte anche al nord, con le massime che raggiungeranno i 18° al Sud. Secondo i meteorologi, rivedremo l'inverno non prima della  metà del mese, quando è previsto l'arrivo di un veloce impulso Nord europeo che interesserà il Centro e il Sud con piogge e nevicate sopra i 1200 metri. Perturbato anche al Nordest, con neve sopra i 900 metri.

Grillo, vacanze a "5 stelle" in Kenya: sguazza nella piscina di Briatore

Grillo paparazzato in Kenya nella piscina di Briatore




Mentre i suoi accoliti strillavano allo scandalo per l'aereo di Stato con cui Matteo Renzi e famiglia hanno raggiunto la Val D'Aosta, Beppe Grillo trascorreva beato le sue vacanze a Malindi in Kenya, nella villa della moglie  Parvin Tadjk. Vacanze lunghe, dal 26 dicembre fino al 2 gennaio. Ma si sa, non c'è niente di più facile che riempirsi la bocca con la crisi e i poveri italiani e poi volare ai tropici a godersi spiagge, sole e lusso. Non bastasse, nei suoi giorni kenyoti, il leader del Movimento 5 Stelle ha pensato bene di fare una capatina nel resort a 5 stelle di Flavio Briatore, il "Lion in the sun", per concedersi un bagno nella bella piscina. Peccato che a Malindi, meta natalizia di tanti vip italiani, ci fossero pure i paparazzi che hanno immortalato il bagno di Beppe proprio sotto gli occhi di Flavio, che faceva gli onori di casa. Foto che il settimanale "Chi" si è accaparrato e che saranno il pezzo forte del prossimo numero in edicola. Vedremo, in futuro, Grillo ospite del Billionaire in Sardegna?

Braccati i macellai islamici Arrivano dalla Siria dell'Isis

Braccati i macellai islamici Arrivano dalla Siria dell'Isis




Sono stati identificati e individuati al termine di una lunghissima e drammatica giornata di ricerche, posti di blocco e perquisizioni, i tre uomini che poco prima di mezzogiorno, in pieno centro a Parigi, mercoledì 7 gennaio hanno compiuto una strage nella redazione del settimanale satirico "Charlie Hebdo". La svolta ha dell'incredibile, visto che il documento d'identità di uno dei tre sarebbe stato rinvenuto all'interno della Citroen C3 usata per la fuga. Nella concitazione delle fasi successive alla sparatoria, nella quale sono rimaste uccise docici persone e ferite altre di cui 4 in modo grave, uno degli attentatori lo avrebbe smarrito. Il suo nome è Said Kouachi, nato a Parigi 34 anni fa ma di origini algerine. Il secondo uomo sarebbe il fratello Cherif Kouachi, di 32 anni. Entrambi avrebbero partecipato ai combattimenti in Siria con le forze dell'Isis e sarebbero rientrati in Francia la scorsa estate. Il terzo uomo del commando risponderebbe al nome di Hamid Mourad, un 19enne senza dimora fissa che avrebbe aiutato nell'azione i due fratelli. Secondo il sito di news transalpino Le Point uno dei due sospetti era già stato processato nel 2008, nell’ambito di un’operazione contro una filiera jihadista irachena basata nel 19esimo arrondissement di Parigi. Le forze d'intervento della polizia francese sono in azione a Reims, la città capitale della regione dello Champagne, dove sarebbe stato perquisito un appartamento. E un'operazione analoga è in corso a Charleville-Mezieres, sempre nella regione dello Champagne, dove vivrebbe la famiglia del membro più giovane del commando. Il ministero dell'Interno francese ha però smentito le notizie inizialmente circolate di un loro arresto annunciato da alcuni media francesi.

La cronaca dell'attacco - A metà mattinata di mercoledì 7 gennaio tre terroristi incappucciati e armati con kalashnikov e spara-granate hanno fatto irruzione nella redazione del settimanale e hanno sparato sui giornalisti in riunione: 12 morti, tra cui il direttore Stephan "Charb" Charbonnier e tre colleghi vignettisti, Cabu, Tignous e Wolinski, e altri quattro feriti gravi. Un massacro di "ferocia inaudita" al grido di "Allah Akbar" e "Vendicheremo il Profeta". Secondo una giornalista sopravvissuta uno di loro avrebbe ammesso: "Siamo di Al Qaeda", parlando in un "perfetto francese". Poi la fuga, ripresa da alcuni giornalisti terrorizzati dalle finestre dell'edificio in questo impressionante video: i due terroristi, vestiti di nero, sparano in strada contro gli agenti della polizia, finendoli a sangue freddo con un colpo a distanza ravvicinata. I due assassini sono poi saliti a bordo di una Citroen, forse rubata a un ignaro passante, ritrovata abbandonata circa un'ora dopo la strage.

Il giornale "Charlie Hebdo", noto per il suo stile ironico e provocatorio bollato come "anti-islamico", già aveva subito un attentato incendiario nel novembre 2011 e una serie di attacchi informatici dopo le sue vignette ritenute blasfeme dall'Islam. Quindici minuti prima dell'attacco, il profilo twitter del giornale aveva pubblicato un'altra vignetta satirica sul Califfo Al Baghdadi, leader dello Stato islamico.


Dalla parte della Fallaci - Nel 2002, quando uscì il libro La rabbia e l'orgoglio la testata si schierò a difesa di Oriana Fallaci divenuta oggetto di minacce da parte degli integralisti islamici. Ma è nel 2006 che l'Hebdo divenne noto al pubblico internazionale con la scelta di ripubblicare le dodici controverse vignette su Maometto del giornale danese Jyllands-Posten. Le vendite balzarono in un giorno dalle 140mila alle 400mila copie, facendo adirare il mondo islamico e spingendo il Consiglio francese del culto musulmano a chiedere il ritiro delle copie dalle edicole. Incriminato per razzismo, l'allora direttore Philippe Val fu assolto l'anno dopo da un tribunale francese.

L'ultima "provocazione" - Come ultima provocazione sui tabu dell'estremismo islamico il numero speciale dedicato alla vittoria degli islamisti in Tunisia. In copertina si vede una sacrilega immagine di Maometto che promette "cento frustate se non morite dal ridere". Fu subito dopo l'uscita di quel numero che la sede della rivista venne distrutta da un incendio provocato da un lancio di molotov.

Il discorso di Hollande - "Nessuno può pensare di agire in Francia contro i principi della Repubblica. E' un attentato alla nostra libertà, alla libertà di stama. Reagiremo con fermezza", il presidente François Hollande è intervenuto sul posto ed ha subito avuto parole di condanna durissima contro quello che, senza esitare, ha definito "attentato terroristico", un "atto di barbarie eccezionale".  

mercoledì 7 gennaio 2015

REGIONE, GELMINI: Maroni al lavoro su programma, no a pagelle anticipate

REGIONE, GELMINI: Maroni al lavoro su programma, no a pagelle anticipate 


a cura di Gaetano Daniele 




Maria Stella Gelmini
Coordinatrice Regionale Regione Lombardia 

"La Regione Lombardia rappresenta un modello di governance che ha raggiunto i migliori risultati in Europa su indici fondamentali, dalla sanità alla promozione del territorio, dalle infrastrutture all'ambiente. Una Regione in grado di individuare le criticità e di rispondere con i fatti, con riforme concrete come quella dell'Aler e di Trenord. Ed è oggi la Regione che garantisce la maggiore libertà di impresa in Italia, grazie all'ispirazione liberale che il centrodestra ha opposto in questi anni alle derive stataliste e fiscaliste degli ultimi esecutivi nazionali e che stanno uccidendo l'impresa in tutta Italia, mentre in Lombardia si vedono segni di ripresa. Cosi Maria Stella Gelmini, Coordinatrice regionale di Forza Italia, al nostro blog, il Notiziario. E nota: Il programma di trattenimento delle tasse sul territorio è in pieno svolgimento: non siamo nemmeno a metà mandato. E anche sui ticket sanitari sono certa che la maggioranza centrerà l'obiettivo. Ricordo peraltro che le Regioni di centrodestra sono oggi le uniche a rappresentare una forma di opposizione e di alternativa liberale al Governo Renzi, che ormai agisce senza contraddittorio con un programma economico ad oggi vuoto di risultati. Ed è il Governo che oggi continua a tagliare in modo lineare sui trasporti e sul sociale, è il Governo che aumenta le tasse, è il Governo che continua a rinviare l'applicazione dei costi standard, è il Governo che continua a premiare le regioni spendaccione di colore amico. Questi sono fatti, - conclude Gelmini - fatti che i Lombardi verificano ogni giorno. Le pagelle anticipate servono a poco, soprattutto quando chiamano in causa sempre e solo qualcuno e non tutti".

Quella vignetta profetica del direttore ammazzato: "Nessun attentato? C'è tempo fino a fine gennaio"

Strage islamica al "Charlie Hebdo", chi era il direttore ucciso: Stéphane Charbonnier e la sua tragica vignetta profetica




Nell'attacco terroristico alla redazione del settimanale Charlie Hebdo ci sono 12 vittime. Tra queste, anche il direttore del periodo satirico, Stéphane Charbonnier, 47 anni, detto Charb. Come disegnatore satirico e giornalista, ha lavorato per parecchi giornali e collaborava anche con il quotidiano del partito comunista l'Humanitè e due principali riviste francesi di fumetti, Fluide Glacial e l'Echo des Savanes. Irriverente e soprattutto anti-capitalista, lo si capiva anche dalle sue vignette più celebri spesso al limite del pornografico, che riguardano il cane Maurice, bisessuale e anarchico, e Patapon, gatto asessuato e fascista. Quindici minuti prima dell'attacco, il settimanale satirico aveva pubblicato sul profilo Twitter una vignetta su Abu Bakr al-Baghdadi, leader dello Stato islamico (Isis) ma la pubblicazione che sta sconvolgendo tutti è quella di una vignetta premonitrice dello stesso Charb, che forse anche per le sue tanto contestate vignette su Maometto, si aspettava qualche attacco, anche perché proprio per tali vignette nel 2013 Al Qaida l'aveva inserito nella lista degli obiettivi. In settimana infatti, era comparsa sul Charlie Hebdo, questa vignetta che riporta sullo sfondo la scritta "Ancora nessun attacco in Francia" e in primo piano un attentatore islamico con kalashnikov in spalla che afferma: "Aspettate abbiamo fino alla fine di gennaio per farli". Forse se l'aspettava forse no, ma alla fine così è andata e pochi giorni dopo, l'attentato è arrivato mietendo tra le vittime proprio il direttore, che in nome della libertà d'espressione nonostante tutto aveva continuato a raccontare i terroristi a modo suo.

Disoccupazione, numeri agghiaccianti: 3 milioni e mezzo di italiani senza lavoro

Disoccupazione, ancora un record negativo: 3 milioni e mezzo di italiani senza lavoro



Il tasso di disoccupazione in Italia è salito al 13,4% a novembre, con un aumento di 0,2 punti percentuali in termini congiunturali e di 0,9 punti nei dodici mesi. Lo comunica l’Istat, sottolineando che si tratta del nuovo record dall’inizio delle serie storiche. Il numero di disoccupati a novembre tocca quota 3 milioni 457 mila, con un aumento dell’1,2% rispetto al
mese precedente (+40 mila) e dell’8,3% su base annua (+264 mila).

I giovani - Il tasso di disoccupazione nella fascia di età compresa tra 15 e 24 anni è pari al 43,9%, in aumento di 0,6 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 2,4 punti nel confronto tendenziale. Sono circa 729mila, dice l’Istat, i giovani che cercano lavoro. Il numero di individui inattivi tra i 15 e i 64 anni diminuisce invece dello 0,1% rispetto al mese precedente e del 2,2% rispetto a dodici mesi prima. Il tasso di inattività, pari al 35,7%, rimane invariato in termini congiunturali e diminuisce di 0,7 punti su base annua.

Eurozona - La disoccupazione europea invece è stabile in novembre: secondo il dato diffuso da Eurostat, il tasso è pari all’11,5% nell’Eurozona e al 10% in Ue: stabile rispetto al mese precedente ma in calo rispetto a un anno fa, quando era rispettivamente dell’11,9% e del 10,7%. Il dato è in lenea con le attese. A essere senza lavoro in ottobre erano 24,4 milioni di europei, di cui 18,4 milioni nell’Eurozona, rispettivamente 19 mila e 34 mila in più rispetto a ottobre. In Italia, il tasso di disoccupazione è al 13,4% a novembre, contro il 12,5% di un anno fa.

Occupati - A novembre 2014, secondo le rilevazioni dell'Istat, gli occupati sono 22 milioni 310 mila, in diminuzione dello 0,2% sia rispetto al mese precedente (-48 mila) sia su base annua (-42 mila). Il tasso di occupazione, pari al 55,5%, diminuisce di 0,1 punti percentuali in termini congiunturali e rimane invariato rispetto a dodici mesi prima. A novembre, su base mensile, l’occupazione diminuisce dello 0,1% tra gli uomini e dello 0,4% tra le donne. Anche su base annua, continua l’Istat, l’occupazione maschile diminuisce dello 0,1% e quella femminile dello 0,4%. Il tasso di occupazione maschile, pari al 64,5%, rimane invariato sia rispetto al mese precedente sia su base annua. Quello femminile, pari al 46,5%, diminuisce di 0,2 punti percentuali in termini congiunturali e di 0,1 punti in termini tendenziali.

ATTENTATO IN EUROPA Strage nel giornale anti-Maometto Terroristi con kalashnikov: "10 morti"

Parigi, attentato terrorista nella sede del giornale satirico Charlie Hebdo: "10 morti"




Due uomini incappucciati hanno fatto irruzione nella sede del giornale satirico Charlie Hebdo nel pieno centro di Parigi facendo fuoco con dei kalashnikov. Un dipendente al telefono ha confermato: "E' un massacro. Ci sono dei morti". Il primo bilancio parla di dieci vittime. Il giornale, noto per il suo stile ironico e provocatorio, già aveva subito un attentato incendiario e una serie di attacchi informatici dopo le sue vignette ritenute blasfeme dall'islam.

"Il salva-Cav? Si farà lo stesso", Renzi sfida il Pd

Matteo Renzi: "Prima Quirinale e legge elettorale, poi il decreto fiscale. Berlusconi sconterà tutta la sua pena"

di Claudio Brigliadori 



"Noi cambiamo il fisco per gli italiani, non per Berlusconi. Senza fare sconti a nessuno, nemmeno a Berlusconi, che sconterà la sua pena fino all'ultimo giorno". Dopo la retromarcia-figuraccia sul decreto fiscale e le polemiche sul "salva-Cav" poi ritirato, Matteo Renzi prova a fare la voce grossa. "Noi - ribadisce - non facciamo norme ad personam, né contra personam. E' una norma semplice che rispetta il principio di proporzionalità", sottolinea a proposito del famoso limite al 3% dell'importo sulle imposte sui redditi evase al di sotto del quale il reato di frode fiscale verrebbe depenalizzato. Un principio di proporzionalità, aggiunge Renzi, "che si può naturalmente eliminare, circoscrivere, cambiare. Ma per evitare polemiche - sia per il Quirinale, che per le riforme - ho pensato più opportuno togliere di mezzo ogni discussione e inserire anche questo decreto nel pacchetto riforme fiscali del 20 febbraio". Scadenza temporale entro la quale il governo spera di chiudere tutte le partite più bollenti, dall'Italicum all'elezione del nuovo presidente della Repubblica. Di fatto, dunque, significa tenere la pistola carica e ben in vista sul tavolo delle trattative con Berlusconi e Forza Italia. Una strategia muscolare molto, molto vicina al "ricatto sul Colle" di cui ha parlato l'avvocato del Cavaliere, Franco Coppi. 

L'altra lettura - Tutto questo a una prima lettura. Ma attenzione, perché le parole di Renzi possono essere lette anche in altro modo, decisamente più morbido per il Cav. Innanzitutto, il decreto fiscale si farà. Ed è una sfida alla sinistra Pd e al Movimento 5 Stelle che difficilmente non avrà ripercussioni sul dialogo per il dopo-Napolitano. E proprio per questo, al netto delle possibili modifiche nel merito, appare come un'apertura allo stesso Berlusconi dopo un paio di giorni in cui, se solo avesse voluto veramente, il premier avrebbe potuto chiudere ogni dialogo ancora in piedi con il leader di Forza Italia (e viceversa). Se i due stanno ancora parlando, significa che le intese sono profonde. E pure quella frase, "Berlusconi sconterà la sua pena fino all'ultimo giorno", suona un po' come un contentino ai più manettari e anti-Cav della sinistra. A febbraio, infatti, Berlusconi finirà "naturalmente" i suoi servizi sociali a Cesano Boscone e l'iter parlamentare del decreto fiscale di fatto coinciderà con quella scadenza. Diverso, molto diverso, il discorso dell'incandidabilità di Silvio. Di questo se ne riparlerà dopo l'approvazione del decreto. E tutto è ancora aperto.

"Preferenze più collegi" - Il premier cerca di liberarsi con una scollata di spalle dell'ultimo pasticcio del suo governo e rilancia sulle riforme in arrivo. Innanzitutto, c'è l'Italicum: "Alla fine due terzi dei parlamentari saranno eletti con le preferenze, un terzo con il sistema dei collegi. Tutti sapranno chi si vota in modo riconoscibile e chiaro. Da domani siamo al Senato, in aula. Poi passaggio finale alla Camera. Dopo anni di parole ci siamo davvero", scrive ancora Renzi. "Cento collegi in cui ogni partito presenta un nome sul modello dei collegi uninominali, ma viene introdotta anche la possibilità di votare il proprio candidato con la preferenza". La nuova legge elettorale sarà, parola del premier, "semplice, chiara, immediata": "Chi vince, vince. E governa, per cinque anni. Maggioranza chiara. Basta col ricatto dei partitini: il partito più forte governa da solo, sempre che ne sia capace".

"Fine del bicameralismo perfetto" - Legato a questa riforma c'è il nuovo Senato. Il ddl Riforme è mercoledì alla Camera, "con tempi contingentati per finire entro gennaio la seconda lettura". "Un passaggio storico", lo definisce il presidente del Consiglio: "Il Presidente Napolitano ha detto che il bicameralismo paritario è stato il più grande errore dell'Assemblea Costituente. La pensiamo come lui". Per questo, "dopo 70 anni di tentativi andati a vuoto, questo Parlamento, in questa Legislatura, sta portando a casa una riforma seria e organica. Sta nascendo il Senato delle autonomie, si definiscono le funzioni delle Regioni riducendone costi e pretese ma chiarendone meglio le funzioni, si aboliscono gli enti inutili, si semplifica il procedimento legislativo". 

AUTOMOBILI, CASE E REDDITO 5 mosse per evitare i guai col Fisco

Fisco, le 5 mosse per evitare le contestazioni




Le contestazioni da parte del Fisco per gli incrementi patrimoniali potrebbero turbare il 2015 di milioni di contribuenti. Così è meglio sapere come difendersi di fronte ai rilievi fiscali. Secondo quanto racconta il Sole 24 Ore basterebbe dimostrare il possesso di proventi già tassati o fiscalmente irrilevanti di entità tale da giustificarne la spesa. Ad esempio per quanto riguarda la sottoscrizione di un aumento di capitale sociale il contribuente potrebbe dimostrare con documentazione bancaria o contabile che la sottoscrizione è avvenuta con compensazione di crediti ventati nei confronti della società. 

Le mosse - Per quanto riguarda invece l'acquisto di un'autovettura, il contribuente potrebbe dimostrare che l'acquisto è stato fatto con l'uso di elargizioni familiari, presentando così copia degli assegni circolari emessi dai familiari. Un'altra spina nel fianco potrebbe essere l'acquisto di un immobile. Il contribuente in questo caso potrebbe dimostrare che in realtà l'immobile è stato oggetto di una donazione da parte dei genitori e che dunque si è trattato di una vendita simulata. Nel mirino del fisco anche l'accensione di una polizza assicurativa. In questo caso, come ricorda sempre il Sole 24 ore, il contribuente potrebbe dimostrare che la spesa è stata sostenuta con redditi di tutto o in parte esenti a ritenuta alla fonte a titolo d'imposta, quali indennizzi, somme riscosse a titolo di risarcimento patrimoniale, eredità, donazioni o vincite. Infine fare attenzione anche all'acquisto di titoli e fondi immobiliari: anche questi finiscono nel mirino del fisco. Il contribuente, se riceve contestazione, deve limitarsi a dimostrare di possedere proventi già tassati o fiscalmente irrilevanti di entità tale da giustificare l'incremento patrimoniale, ma non occorre la prova che queste risorse siano state utilizzate proprio per il sostenimento dell'acquisto. 

martedì 6 gennaio 2015

Alemanno pubblica una foto e scoppia la bufera: pioggia di insulti al veleno. Ecco cosa ha combinato...

Gianni Alemanno e la foto sulla neve: pioggia di insulti




Una foto e scoppia la polemica su twitter. Gianni Alemanno poco dopo capodanno ha postato sul suo profilo un immagine che lo ritraeva impegnato in una scalata sul Cascata Antares, sul Gran Paradiso. Alla foto ha aggiunto una didascalia: "Per allenarsi a risalire". Non l'avesse mai fatto. Sui social è stato ricoperto di insulti. Molti followers in quelle parole hanno letto un riferimento allo scandalo Mafia Capitale e all'indagine a carico dello stesso alemanno. Così qualcuno ha commentato: "Gianni, non dire dove stai che sennò la Guardia di finanza ti trova subito". Per Alemanno c'è stato anche spazio per una battuta quando qualcuno lo ha accusato di trovarsi a Courmayeur come il premier. La risposta è stata lapidaria: "Mai dove sta Renzi".  

Euro ai minimi dal 2006 sul dollaro Ecco perché l'Italia ci guadagna

Euro ai minimi dal 2006: con il mini-euro +10 mld per il Made in Italy




Euro ai minimi dal 2006. Con il mini-euro +10 mld per il Made in Italy. L’euro scende ancora e tocca i minimi dal 2006, prima di riprendere quota. La moneta unica scende fino a 1,1864 dollari, valore minimo dal marzo 2006, per poi risalire fino a 1,1959 dollari. In calo anche sullo Yen, a 143,16, ai minimi da inizio novembre. Come sottolinea il Wall Street Journal, la divisa unica è sospinta verso il basso dalle turbolenze greche, dalle aspettative sui programmi di stimolo monetario della Bce (l’acquisto dei titoli di Stato) e dal rafforzamento del dollaro (al livello più alto da 11 anni rispetto alle monete concorrenti).

Chi ci guadagna - La moneta unica ai minimi dal 2010 sul dollaro favorirà il rilancio del made in Italy soprattutto negli Stati Uniti. Per gli esperti il tasso di cambio attuale potrebbe valere per le aziende italiane 10 miliardi in più di ricavi all’estero. A beneficiarne, saranno in particolare le imprese della Lombardia (+2,6 miliardi) e quelle del Piemonte (+1 miliardo). La base di partenza è solida: nel primo semestre del 2014, a livello globale, solo la Polonia ha fatto registrare ritmi di sviluppo delle vendite estere migliori di quelli italiani. Poi c’è stato un rallentamento, ma il consuntivo degli ultimi tre mesi, per quanto riguarda gli affari con i Paesi extra-europei, fa segnare un più 3,2%.

Morto Pino Daniele, Napoli tradita?: funerali a Roma, tomba in Toscana

Pino Daniele è morto, schiaffo alla "sua" Napoli?: "Vuole essere sepolto a Talamone"




Uno schiaffo alla "sua" Napoli?: i funerali di Pino Daniele, morto a quasi 60 anni per un infarto, verranno celebrati a Roma mercoledì 7 gennaio per volontà dei figli. Una scelta che ha provocato le proteste dei fratelli del cantautore napoletano. "Abbiamo scelto Roma perché noi figli siamo nati e viviamo qui", ha spiegato la figlia Sara. Cerimonia aperta al pubblico al santuario del Divino Amore, "una chiesa grande, siamo sicuri che papà vorrebbe che chiunque avesse la possibilità di dargli l'ultimo saluto". "Noi fratelli vorremmo che i funerali fossero a Napoli: Pino è un pezzo di quella città", ha spiegato il fratello Carmine, anche se il rapporto tra lo schivo Pino e i suoi (troppo?) calorosi concittadini non è mai stato facile. Da anni Daniele aveva scelto di vivere lontano dalla sua casa, dividendosi tra Roma e Toscana. Non a caso, il suo cardiologo di fiducia lavorava a Roma e quando la notte di domenica si è sentito male il chitarrista ha provato a farsi portare in auto nella Capitale, e non in un ospedale della più vicina Grosseto. 

La tomba a Talamone - La Toscana comunque era la sua seconda casa. Lo stesso Daniele avrebbe manifestato la volontà di essere seppellito in Maremma. Per questo la sua famiglia ha deciso di tumulare la salma del cantante nel piccolo cimitero di Talamone, nel comune di Orbetello (Grosseto). Un avvocato che rappresenta la famiglia ha contattato questa mattina Monica Paffetti, sindaco di Orbetello, il Comune di residenza di Daniele, chiedendo l'ospitalità dell'amministrazione per la tumulazione. "Abbiamo ricevuto la richiesta da parte della famiglia di Pino Daniele per la sepoltura nel cimitero di Talamone - ha detto Pataffi all'agenzia Adnkronos -. Abbiamo dato la disponibilità e siamo onorati da questa scelta", ha aggiunto il sindaco. "La Maremma per Pino non era soltanto un rifugio, ma un luogo dove incontrare gli amici e suonare. Siamo onorati e profondamente commossi che abbia scelto Talamone - ha dichiarato il sindaco -. La città di Orbetello e la sua amministrazione partecipano al dolore per la morte di Pino Daniele, il grande musicista partenopeo profondamente legato a questo territorio". 

"Questa era casa sua" - "La casa è dove sei nato o dove scegli di vivere e di tornare. Pino Daniele aveva scelto di vivere con noi - ha aggiunto Pataffi -. Si sentiva nel posto giusto forse anche grazie alla riservatezza della nostra gente. E così aveva portato ciò che amava di più: la musica. Far nascere un locale in Giannella è stato, anche quello, un modo per sentirsi a suo agio e, contemporaneamente
restituire qualcosa a noi tutti". "La Maremma per Pino non era soltanto un rifugio, ma un luogo proprio, dove incontrare gli amici e suonare insieme fuori dai circuiti ufficiali, e lasciare scorrere il tempo. Di tutto questo lo ringraziamo. Siamo onorati e profondamente commossi che abbia scelto Talamone".

Un milione di spie contro gli evasori Ecco il sito che denuncia i furbetti

Evasione fiscale, in un anno un milione di denunce anonime




E' il capolavoro del duo Monti-Befera. Non che il sito www.evasori.info abbia direttamente a che fare con l'ex presidente del Consiglio e l'ex numero uno dell'Agenzia delle entrate. Ma il suo successo è il frutto del clima di terrore e di caccia alle streghe creato nell'anno in cui il bocconiano ha spadroneggiato su un'Italia scioccata dalla crisi economica e dalla prematura fine del governo Berlusconi. A quei tempi risalgono i blitz degli 007 del fisco in rinomate località turistiche e pure nelle strade dello shopping a Milano e Roma. E sempre in quel periodo sono stati varati strumenti come il redditometro e incentivati i cittadini a denunciare chi non paga le tasse. A fare cioè quel che uno Stato incapace non è riuscito a fare per decenni.

Fatto sta che i numeri diffusi oggi dal sito evasori.info fanno impressione. Nel corso del 2014, infatti, le segnalazioni online compiute da semplici cittadini contro l’evasione fiscale sono cresciute del 76%. Il dato annuale aggiornato a oggi 5 gennaio 2015 parla di 1.122.589 segnalazioni e riguarda un’importo evaso di 170.518.147 euro. Se si confrontano i numeri con quelli di un anno fa, al 6 gennaio 2013 le segnalazioni erano state 854.681 per 129.284.347,61 euro. Nel mirino dei "delatori della porta accanto" non ci sono, ovviamente, i grandi evasori. Ma i comportamenti quotidiani, spesso all’insegna dell’evasione totale: dal caffé al bar alla cena al ristorante, passando per le prestazioni di  dentisti, idraulici ed elettricisti, concessionari e meccanici auto e  moto.

In testa alla classifica che riguarda il numero di segnalazioni ci  sono i bar (34,6% del totale delle segnalazioni) e i ristoranti (12%). Perché l’evasione più diffusa è quella che nasce e cresce intorno alla ristorazione: il caffè e  cornetto, per iniziare la giornata, senza scontrino; e poi la pizzeria che scrive il conto a penna direttamente sulla tovaglia di carta o  l’agriturismo che non registra gli ospiti, così può fare lo sconto. Seguono i servizi alla persona (9,4%), gli alimentari e tabacchi (9,3%), il catering e i fast food (5,7%), gli ambulanti (4,1%), i medici e i dentisti (3,1%), i rivenditori di auto e moto (1,5%).

Guidano invece la graduatoria costruita sulle somme evase medici e dentisti. Perché interi piani tariffari possono essere declinati  secondo il doppio binario: migliaia di euro con regolare fattura,  oppure migliaia di euro, ma un pò di meno, con una qualche fattura ogni tanto. Ben posizionate anche le imprese edili. Per i lavori di ristrutturazione di casa non si accettano assegni, solo contanti. Lo  impongono i fornitori, servono a pagare gli operai, sono le giustificazioni più ricorrenti. Ecco la classifica delle delle somme evase per categoria: medici e dentisti 12.542.961 euro; ristoranti 10.321.904 euro; immobiliari 9.501.176 euro; bar 9.460.976 euro; servizi alla persona 8.945.984 euro; costruttori 8.464.856 euro; rivenditori di auto e moto 7.526.005 euro; studi legali, avvocati e notai 5.639.768 euro.

Vendetta Berlusconi: "Se è stato lui, ecco cosa gli faccio"

Vendetta Berlusconi: "Se è stato Fitto lo sbatto fuori"




"Se è stato lui, questa volta lo sbatto fuori a calci"- Silvio Berlusconi è furioso per il codicillo all'interno della riforma fiscale che è stato svelato il giorno di Capodanno e finito su tutti i giornali. Quella norma avrebbe potuto permettergli la ricandidatura, ma il premier Renzi lo ha prontamente bloccato. Ieri si sono rincorse le voci secondo cui a dare in pasto ai giornali la notizia sarebbe stato Raffaele Fitto. Il Giorno, ha raccolto lo sfogo di Berlusconi contro il dissidente interno, anche se il Cav, a Toti, Verdini, Romani e Brunetta ha detto che lui non ha bisogno di un codicillo, "sono innocente e la sentenza di Strasburgo lo dimostrerà una volta per tutte". Non vuole averci più nulla da fare con la norma salva-Silvio.

Il nodo Fitto - D'altronde anche il Mattinale, house organ del capogruppo alla Camera Renato Brunetta, scriveva: "Berlusconi non ha bisogno di regali, né di spintarelle". La notizia che la legge salva-Silvio ha fatto infuriare i fedelissimi "incomprensibile come una norma concepita con l'intento di venire incontro a problematiche di cittadini onesti venga congelata perché potrebbe essere utile a Berlusconi", dice Ignazio Abriganini. Berlusconi ha detto chiaramente che non ha senso alzare le barricate in questo momento e conviene mantenere aperto il canale di dialogo con Renzi. Sia per il Colle che per le rifome. Un messaggio mandato anche a chi come Brunetta ripete che bisogna prima votare per il Colle e poi mettere mano alle riforme e a chi, come Romani, non si fida delle deleghi in bianco a Renzi sull'Italicum. Il nodo di Raffaele Fitto resta. Ieri è stato accusato di aver passato ai media la notizia della norma, ma il punto vero e che lui e i suoi 40 uomini hanno un peso sia sul tavolo dell'elezione della presidente della Repubblica, sia su quello delle riforme. 

lunedì 5 gennaio 2015

Renzi si difende sul volo di Stato ma queste carte lo smentiscono

Il documento che smentisce il premier




L’onorevole grillino si è premurato di recuperare anche la schermata del radar dell’aeroporto di Aosta, svelando - senza farsi troppi problemi - il codice utilizzato per segnalare la presenza a bordo di un velivolo del Presidente del consiglio. Lo screenshot scattato nel piccolo scalo della Val D'Aosta il 30 dicembre scorso dimostra qualcosa che pochi si aspettavano: Matteo Renzi ha utilizzato l’aereo di Stato per andare a sciare insieme alla famiglia, per raggiungere Courmayeur. La rivelazione è del deputato Paolo Romano, che ha pubblicato sul blog i piani di volo dell’aereo, la sua rotta spezzata da Tirana fino a Roma e poi, dopo una sosta a Firenze per far salire la signora Agnese e i bimbi, ripartito per l’aeroporto più vicino alla nota stazione sciistica. «Il Falcon 900 con Renzi e famiglia atterra alle 21,25 di martedì per le vacanze», denuncia. Il grillini sbertucciano il premier e il suo capodanno «all’insegna del risparmio per lui, a spese della comunità»: «Quanto è costato questo volo di Stato in missione-vacanza? Un Falcon costa 9.000 euro all’ora». Il premier che per mesi aveva tuonato contro le «scorte usate come carrello umano», detto di non volerne una perchè «la mia scorta è la gente» e promesso di non utilizzare le auto blu, si è dovuto difendere. «Gli spostamenti aerei, dormire in caserma, avere la scorta, abitare a Chigi non sono scelte, ma protocolli di sicurezza», ha tweettato Renzi ieri pomeriggio. A completare la risposta del Rottamatore ci hanno pensato “fonti di Palazzo Chigi”: «Il Presidente non ha raggiunto Aosta con il volo di Stato con cui si è recato a Tirana, in visita ufficiale in Albania (regolarmente atterrato a Roma), ma con un Falcon 900, nel pieno rispetto della normativa e dei protocolli di sicurezza. Ciò riguarda anche la famiglia quando si muove con lui, sottoposta agli stessi obblighi di sicurezza e a norma di legge». 

Tranne il cambio di aereo - non quello grosso con le insegne della Repubblica, ma il jet più piccolo (e veloce) in dotazione al trentunesimo stormo, sono confermate tutte le osservazioni dei grillini. Le “fonti” garantiscono che il premier ha pagato di tasca almeno l’alloggio nella caserma degli alpini dove dormiva, l’attrezzatura da sci («presa da un privato per la somma di 450 euro per tutta la famiglia»), skipass e cibo nei rifugi. «Il fatto che il Presidente sia sottoposto a una serie di misure di sicurezza non è una scelta, ma il rispetto delle norme che regolano il suo ruolo e il suo incarico, in linea con quanto avviene per i capi di governo in tutto il mondo», aggiungono le stessi fonti.

Peccato che le ragioni di “sicurezza” genericamente addotte per motivare la missione - vacanza contrastino in maniera aperta con una circolare della Presidenza del consiglio. Firmata dal segretario generale di Palazzo Chigi e spedita a tutti i capi di gabinetto il 10 maggio 2013 ha come oggetto le “modalità di concessione del trasporto aereo di Stato”. Non bastano i «motivi di sicurezza» - sempre che ve ne fossero, visto che il premier ha sciato tranquillo sulle piste, in mezzo alla gente -: il premier al momento di “prenotare” il volo deve invece dimostrare che non esistevano alternative. La circolare fu scritta al tempo in cui “regnava” Enrico Letta: seppur accusato dal suo successore di essere finito «nella palude», sugli aerei di Stato si era messo a fare sul serio. Non soltanto Letta aveva messo in vendita due jet della flotta, ma, appunto, aveva ristretto le possibilità di accedere al servizio. Il regolamento approvato meno di due anni fa prevede che sia «necessario corredare ogni istanza per la concessione di un volo di Stato da documentazione attestante le circostanze che rendono indispensabie e necessario l’utilizzo del mezzo aereo». Le sole deroghe previste dal documento sono «urgenza, motivazioni istituzionali, mancanza di mezzi di trasporto alternativi»: nessuna di queste condizioni sembra verificarsi nel caso della vacanza a Courmayeur. Non è finita: il premier o i ministro che utilizzano i Falcon devono «precisare» le circostanze «ostative all’uso di voli commerciali o altri mezzi di trasporto». La Val D’Aosta non era forse raggiungibile in altro modo?

Direttore della tv albanese sputtana (e massacra) Caprarica: "Non sapevo che fosse Capraricca, mi ha chiesto perfino..."

Il direttore della tv albanese sputtana Caprarica: "Mi ha chiesto perfino..."




Parla il proprietario di Agon Chanel Francesco Becchetti. Lo fa in una lunga intervista al Fatto Quotidiano. Parla e sputtana Antonio Caprarica che ha appena lasciato la direzione delle news e degli approfondimenti del canale italo-albanese. Il giornalista si era sfogato lamentando come la televisione di Tirana non gli offrisse gli strumenti per lavorare. Ma ecco che arriva la replica di Becchetti: "Il dottor Caprarica, arrivando in Albania, aveva stilato una lista degli oggetti indispensabili allo svolgimento della sua professione. L'iPad di ultima generazione, lo scaldapane 2.0 e naturalmente le ciabattine scendiletto per lui e per sua moglie. La persona che si era prodigata per trovarle adesso è molto triste". E ancora : "Aveva provveduto - continua Becchetti - a casa, macchina e autista e non riusciva a darsi pace per le ciabatte. L'ho consolato. 'Non te la prendere' gli ho detto: 'L'errore è essere stato troppo zelante'". Becchetti si pente di averlo scelta, credeva che "il suo cursus internazionale fosse l'ideale per guidare un tg nuovo e delocalizzato. Mi sbagliavo. Non conoscevo altri aspetti di questo signore e non ho centrato la scelta. Ammettere gli errori non mi turba. Solo chi la le cose sbaglia". Becchetti scherza (ma mica tanto) e diche: "Non sapevo che lo chiamassero "Capraricca" e poi lo soprannomina:  "il procacciatore di ciabattine".