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mercoledì 30 novembre 2016

NAPOLI: Arriva Pomodoreide Il ragù più grande del mondo

NAPOLI: Arriva Pomodoreide Il ragù più grande del mondo



di Antonio Parrella



Giovanni De Angelis
Direttore Generale ANICAV

NAPOLI: Arriva Pomodoreide. E così da venerdì a sabato prossimi si terrà a Città della Scienza la rassegna promossa tra gli altri dall’ANICAV (Associazione Nazionale degli Industriali delle conserve vegetali) e dedicata al pomodoro in tutte le sue forme: un omaggio ad Eduardo De Filippo, una mostra dedicata alla storia e alla sostenibilità del pomodoro e la prima edizione del ragù  più grande del mondo.  Dunque un viaggio nell’epopea del pomodoro tra storia, sostenibilità e arte: questo sarà Pomodoreide, la rassegna dedicata all’oro rosso. La grande kermesse, organizzata da ANICAV, la più grande associazione di rappresentanza delle imprese di trasformazione del pomodoro al mondo, ricrea, il consorzio nazionale per il riciclo e recupero degli imballaggi in acciaio, Federconsumatori e CNR , prevede due giornate di didattica, laboratori, spettacolo, arte, musica e degustazioni guidate dedicate al re della cucina napoletana: il pomodoro. Ma Pomodoreide sarà anche l’occasione per una rassegna sul Food Design e sul Design for Food, attraverso una mostra-racconto che, dalla fine dell’800 ai tempi moderni, si svilupperà intorno all’esposizione di barattoli, etichette storiche, macchinari d’epoca, disegni e progetti delle macchine per la trasformazione. Grande attenzione verrà data anche al tema del riciclo e della sostenibilità ambientale con un work show  sul riciclo creativo, curato da Maurizio Capone e i Bungt Bangt:  gli imballaggi in acciaio utilizzati per conservare il pomodoro, dai barattoli ai grandi fusti, fino alle chiusure, sono infatti facili da differenziare e possono essere riciclati un numero infinito di volte mantenendo intatte le proprie qualità e dando vita a nuovi prodotti. La due giorni di eventi si aprirà con l’Assemblea Pubblica di ANICAV alla quale interverranno, tra gli altri, il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, il Sottosegretario al Ministero della Sviluppo Economico, Ivan Scalfarotto, l’europarlamentare Paolo De Castro e il presidente di ANICAV, Antonio Ferraioli. Sabato 3 dicembre, invece, verrà realizzato il ragù più grande del mondo, ad opera degli studenti dell’Istituto Alberghiero Duca di Buonvicino di Napoli. Per l’intera giornata,  nel corso della quale attraverso letture, video e piece teatrali verranno ricordati due napoletani di eccellenza, Edoardo e Luca De Filippo, ben 300 litri di ragù “pipperanno” in un grande pentolone, realizzato per l’occasione per diventare poi oggetto della scarpetta più grande del mondo, ma anche condimento per la grande pasta di Gragnano e di una originalissima pizza. Il ragù sarà realizzato grazie alla collaborazione delle aziende associate ad ANICAV che metteranno a disposizione il pomodoro pelato lungo necessario per la preparazione e che, nel corso di tutta la manifestazione, sosterranno il Banco Alimentare Campania. “Il pomodoro - spiega il Direttore Generale di ANICAV, Giovanni De Angelis - è uno dei simboli più rappresentativi della cucina napoletana e del made in Italy nel mondo ed è uno dei pilastri su cui si fonda la dieta mediterranea. Un prodotto di eccellenza, autentica espressione del saper fare dei nostri imprenditori. I pomodori non nascono a Napoli, ma la nostra curiosità, la nostra capacità di aprirci al nuovo, di contaminare ed essere contaminati li hanno fatti parlare “napoletano” in tutto il mondo. Con questa manifestazione - aggiunge De Angelis - guardiamo al futuro del pomodoro conservato, raccontandone il passato e l’impronta economica e sociale che la sua produzione ha lasciato sul territorio che ne è stata la culla gastronomica oltre 300 anni fa”. 

Napoli, presentata la legge alla Regione sulla tutela e benessere degli animali La proposta del generale Carmine De Pascale

Napoli, presentata la legge alla Regione sulla tutela e benessere degli animali La proposta del generale Carmine De Pascale
                                                     


di Antonio Parrella



Gen. Carmine De Pascale

NAPOLI - Tutela e benessere degli animali d’affezione e prevenzione del randagismo”. Arriva sui banchi del Consiglio regionale del Palazzo di Santa Lucia la specifica proposta di legge,  presentata dal generale Carmine De Pascale (consigliere regionale e capogruppo del gruppo consiliare “De Luca Presidente”). Tante  le novità previste in questa importante iniziativa legislativa regionale per il mondo animalista. Un testo moderno ed innovativo composto da 36 articoli, capace di colmare il vuoto presente nella legislazione campana e che si dirige verso l’adeguamento delle direttive nazionali ed europee. “La mia proposta di legge si propone di ampliare e rinnovare la disciplina vigente del 2001 in materia di animali da affezione e di prevenzione al randagismo - commenta l’onorevole De Pascale - pertanto è stato fatto un lavoro di concerto coinvolgendo soggetti pubblici (Regione Campania, Città Metropolitana, comuni, aziende sanitarie locali) e non pubblici (operatori di settore e di categoria). E così una stretta sinergia di queste figure darà vita ad una rete di azioni che renderanno un servizio efficiente alla cittadinanza interessata alla buona gestione e protezione del proprio amico a quattro zampe ed a coloro che si adoperano per contrastare il randagismo, fenomeno ancora tristemente diffuso sul territorio”. De Pascale introduce misure per educare e favorire il rispetto per gli animali d’affezione, adeguando strutturalmente, ma senza incidere sui bilanci dell’amministrazione, parchi e spiagge. Infatti è stata prevista l’introduzione di un ticket per le vaccinazioni rivolto a tutti coloro che sono inseriti in una fascia di reddito meno abbiente. “Tra le novità  -  precisa De Pascale - sono previste anche misure per contrastare e combattere efficacemente il traffico illegale di animali, utilizzando metodi di tracciabilità dell’animale per tutto l’arco della sua vita”. Inoltre questa proposta di legge ha l’obiettivo di avvalersi degli animali come una vera e propria fonte di benessere sociale, inserendo in modo ampio il concetto di pet-therapy. “Ma - aggiunge De Pascale - la mia proposta di legge prevede anche l’istituzione di un’apposita “Commissione per i diritti degli animali”. Un organismo di verifica dello stato d’attuazione di quanto previsto nella presente legge, proprio perché si intende dare concretezza alla proposta per la tutela degli animali”.

Come non detto Banca Etruria, ci sono tre assoluzioni "Salvi" il presidente e due alti dirigenti

Assolti il presidente e due alti dirigenti: "Non hanno ostacolato la vigilanza" 



Assolti gli ex vertici di Banca Etruria nel primo filone d'inchiesta per il dissesto dell'istituto di credito di Arezzo. L’ex presidente Giuseppe Fornasari, l'ex direttore generale Luca Bronchi e il dirigente David Canestri sono stati assolti dall'accusa di ostacolo all'autorità di vigilanza. È questa la sentenza emessa oggi dal gup del Tribunale di Arezzo, Anna Maria Loprete.

Sotto accusa c'erano tutti gli ex vertici che hanno governato l'istituto dal 2011 fino al commissariamento avvenuto nel febbraio 2015. Il procuratore capo Roberto Rossi e la Pm Jiulia Maggiore avevano chiesto 2,8 anni di carcere per Fornasari e Bronchi e 2 anni per Canestri.

Cade l'aereo, la squadra sterminata: l'ultimo inquietante messaggio / Guarda

Il messaggio inquietante di Cleber Santana dall'aereo caduto prima di morire



Un messaggio su Instagram straziante, l'ultimo prima di morire insieme ai suoi compagni di squadra. Il 35enne Cleber Santana, ex centrocampista dell'Atletico Madrid, era a bordo dell'aereo caduto in Colombia su cui viaggiava la sua squadra, i brasiliani del Chapecoense. Stavano andando a giocare la finale di Coppa Sudamericana contro il Nacional Medellin, una favola sportiva (fino al 20009 militavano nella Serie D brasiliana) finita nel sangue. Anche Cleber è tra le 76 vittime del disastro (solo 5 i sopravvissuti) e prima del decollo aveva scritto un post che ora suona inquietante e commovente al tempo stesso: "Em quantas vidas eu viver, em todas eu vou amar você", "per quante vite vivrò ti amerò sempre".

Esclusiva / Lapo nei guai per questo trans: ecco il volto di Curtis / Guarda

Lapo Elkann nei guai per questo trans: ecco il volto di Curtis McKinstry



Si chiama Curtis McKinstry, ha 29 anni ed è il trans di New York per cui Lapo Elkann è finito nei guai inscenando un rapimento con riscatto di 10mila dollari. È Il Messaggero a pubblicare la foto del transessuale con cui il rampollo Agnelli ha trascorso 48 ore di eccessi, tra sesso, alcol e droga. Una brutta storia finita con l'arresto del 39enne Lapo, che senza soldi avrebbe telefonato in Italia per chiedere aiuto inducendo così il fratello John Elkann a informare la polizia americana. 

Lapo è arrivato a New York giovedì scorso per lavoro, senza le due bodyguard e con solo una carta di credito prepagata in tasca ("per evitare tentazioni", scrive Alberto Dandolo su Dagospia). Secondo la stampa locale però già nel pomeriggio Elkann avrebbe contattato siti di escort e fissato un appuntamento con una giovane donna nel distretto teatrale di Times Square. Sarebbe stata lei, secondo il Messaggero, a farlo incontrare con McKinstry. Lapo ha passato due giorni nell'appartamento del trans in una zona squallida di Manhattan, un quartiere povero frequentato da pusher e tossicodipendenti. Dopo due giorni di follie Lapo ha finito i pochi soldi e chiamato casa per chiederne altri, fingendo un sequestro. Ricostruzione bislacca che induce la famiglia a tendergli "una trappola": inviano un uomo di fiducia a informare la polizia dell'accaduto, quindi insieme fissano un appuntamento per la consegna del denaro. Nel luogo stabilito i due complici vengono arrestati e Lapo condotto in commissariato: sostiene di aver finito i soldi e che il trans, dopo aver comprato droga a sue spese, lo abbia tenuto in ostaggio in attesa dei soldi. La sua storia però non convince gli inquirenti, che non a caso  rilasciano Curtis senza alcuna imputazione. Nei due giorni di paura e delirio, infatti, Lapo sarebbe stato libero di muoversi a suo piacimento. Tra qualche ora tornerà in Italia, il 25 gennaio dovrà comparire davanti al giudice americano per l'incriminazione. Rischia un massimo di due anni di carcere.

Gabanelli, l'addio a Report con veleno: "Chi mi voleva fare fuori e chi è il mio peggior nemico" (un ex ministro...)

Gabanelli, addio a Report: "Ecco chi mi voleva far fuori e il mio peggior nemico"



Il peggior nemico in 20 anni di Report? "Mi ha denunciato per 2 volte all'AgCom, invano: è Giulio Tremonti". Non ha dubbi, Milena Gabanelli: ha appena salutato il pubblico di Raitre, dicendo addio al programma di inchieste più longevo e seguito della tv. A Repubblica svela chi sono stati gli ossi duri incontrati per strada. 

Qualcuno ha cercato di farla fuori: "Qualche componente del vecchio Cda Rai, ma non ha senso rivangare, anche perché l'abbiamo sempre spuntata". "Fino al 2007 - prosegue - non avevamo alcuna tutela legale. Poi, con Cappon direttore generale, ci venne concessa. Provò nel 2009 Masi a toglierla, ma alla fine ci ripensò". A Viale Mazzini, assicura, sono stati molti i suoi sostenitori: "Certamente tutti i direttori di rete dalla nascita del programma a oggi, ma lo è stato anche Gubitosi e lo sono Campo Dall'Orto, Carlo Verdelli, i capistruttura della rete, Valerio Fiorespino, la responsabile risorse tv Chiara Galvagni e sicuramente ne dimentico". Tra i potenti, Mario Draghi le ha mandato un sms di commiato dopo l'ultima puntata. Detto dell'ex ministro Tremonti, la Gabanelli non andrebbe a cena con Antonio Razzi ("Siccome il tempo è oro, magari non saprei tanto cosa dirgli") ma non rinuncerebbe a "dialogare anche con chi ho poco in comune, se c'è un motivo. Per esempio nella puntata di ieri (lunedì, ndr) abbiamo chiesto a Salvini un confronto su un progetto proposto da noi per la gestione dei richiedenti asilo". Con Renzi, invece, "ci siamo incontrati una volta, è stato cordiale, e io ho sostenuto la mia battaglia sulla riduzione dell' uso del contante". Le inchieste più belle? "Quelle sui prodotti derivati, su Cremonini, Geronzi, Eni, Alitalia, Tanzi e il biologico hanno lasciato un segno".

"Armata", il tank che terrorizza il mondo Allarme per l'ultima arma di Putin / Foto

Armata, il nuovo tank di Vladimir Putin: il più potente al mondo



La Russia di Vladimir Putin entra di prepotenza nel mercato super-competitivo dei carri armati con un nuovo modello, il T-14 Armata che, come riporta una recente relazione dell'intelligence britannica ripresa da ItaliaOggi, "rappresenta il più rivoluzionario passo avanti nel disegno dei carri dell'ultimo mezzo secolo".

Con le serie T-72 e T-90, i russi avevano "mangiato la polvere" dai grandi carri americani, tedeschi, francesi, israeliani e italiani. Oggi, con il nuovo modello, di cui esistono ad oggi soltanto 20 esemplari di prova (l'intento è fabbricarne 120 unità nel 2018), la Russia rappresenta per molti, tra cui la stessa intelligence inglese, una reale preoccupazione. Il tank ha un design all'avanguardia: spiccano la torretta (totalmente automatizzata, digitalizzata e senza passeggeri umani) e la "capsula" blindata di protezione dell'equipaggio (separata dal magazzino delle munizioni).

Armatura reattiva di ultima generazione, sistemi di protezione che riescono ad abbattere i colpi in arrivo fino ad una velocità di tremila metri al secondo e, per finire, un cannone da 125 millimetri a canna liscia (capace di sparare dieci colpi al minuto, riuscendo a coprire una superficie di sette chilometri): sono queste le caratteristiche che rendono il mezzo un'eccellenza nel suo settore. Gli unici che non sono preoccupati sono coloro che sono del parare che, nonostante il mezzo sia fuori dal comune, la Russia non abbia le risorse per permettersi un riarmo così costoso.

Bechis: ecco come finirà domenica Le informazioni privilegiate sul voto

Referendum, Franco Bechis: attento fronte del No, Matteo Renzi ha azzeccato il finale di campagna


di Franco Bechis
@FrancoBechis



Per settimane è stato rinfacciato a Matteo Renzi quello che da quasi tutti veniva ritenuto un errore di comunicazione: la personalizzazione del referendum costituzionale. Avendo detto subito che lui di fronte alla vittoria del No si sarebbe dimesso, ha polarizzato sulla sua persona la discussione della campagna elettorale. E fin dalle prime settimane i sondaggi gli hanno dato torto.

I presidenti del Consiglio in Italia come nel resto del mondo sono popolari soltanto durante la luna di miele che segue al loro successo. Poi diventano invisi ai più. Renzi aveva un peccato originale in più: la sua luna di miele è sempre stata mediatica, ma non poggiava su un bagno di folla elettorale. L’unico è stato quello alle europee del 2014, un po’ fasullo perché lì lui non era nemmeno candidato. La sua luna di miele poggiando su basi fragili è durata assai poco.

Ben presto l’indice di polarità è sceso, e lo ha fatto assai rapidamente rispetto a quel che era accaduto con i suoi predecessori. L’unico caso simile in cui si è bruciata perfino più rapidamente la popolarità iniziale è stato quello di Mario Monti, non a caso anche lui premier non scelto dagli elettori.

Quell’errore è stato fin dall’inizio confermato da ogni tipo di sondaggio: gli elettori motivati e decisi fin dall’inizio sulle proprie scelte sono assai meno della metà del totale. Davanti a quel referendum personalizzato è apparso evidente che gli anti-Renzi sono largamente più numerosi dei sostenitori del premier in carica. Chi aveva intenzione di fare sloggiare Renzi da palazzo Chigi immaginava di farlo alle prossime elezioni, ma avendo una occasione d’oro davanti a sé per farlo prima, non la buttava via.

Tutti hanno detto al capo del governo di smetterla, e lui sulle prime è sembrato abbozzare: “Va bene, non parlo più di me, non dico più cosa farò, discutiamo solo di contenuti”. È durata lo spazio di un mattino. Perché comunque il premier che non voleva il referendum su di sé si è esposto come unica bandiera del fronte del sì, non mancando un appuntamento televisivo come ospite e monopolizzando con la sua presenza ogni spazio possibile, al momento con la sola eccezione delle previsioni del tempo.

Da una decina di giorni a questa parte Renzi è tornato a rimettere al centro del dibattito le sue dimissioni da premier nel caso di vittoria del No. E ha aggiunto un tema in più: “Se perdo il referendum io mi dimetto, e dopo di me non ci sarà un altro governo politico, ma uno tecnico, come quello che guidò Mario Monti”.

Grazie a quelle paroline magiche “governo tecnico” e “Mario Monti” improvvisamente Renzi ha trasformato in arma a proprio vantaggio quella che era sembrata la sua grande debolezza. Perché è accaduto un fatto che nessuno aveva messo in conto: anche chi da tempo non crede più a Renzi, su una cosa gli crede: che voglia andarsene in caso di sconfitta. Crede alle sue dimissioni. E non crede a chi dice: “Ma no, è solo scena, non accadrà nulla”.

Credendo alle sue dimissioni, ha paura di quel che può accadere dopo. E in questo momento questa paura - non c’è bisogno di sondaggi, basta parlare con la gente in un bar, su un bus, a un mercato - è quella che sta spingendo più indecisi verso le urne referendarie. Tutti verso un sì che non ha nulla a che vedere con i contenuti del referendum, ma tantissimo con il terrore di trovarsi il giorno dopo in braccio al nuovo Monti o alla Elsa Fornero di turno. Uno choc - il cui peso specifico per legge non vi possiamo raccontare perché è vietato divulgare sondaggi in questo periodo - però un argomento pesante sulle urne di domenica prossima. E siccome questa paura che spinge al sì si accompagna a una scarsa informazione dell’elettorato anti-Renzi sugli effetti dell’astensione (molti sono convinti che sia un modo per mandare a casa il premier, e non hanno capito che questo tipo di referendum non ha quorum), la partita referendaria è davvero apertissima. E si giocherà alla conta dell’ultimo voto.

Prete pervertito, l'orrore: cosa faceva ai bambini sordomuti

Verona, prete abusava di bambini sordomuti: ora è in arresto



La stampa di Mendoza rende nota la notizia dell'arresto del prete 82enne, Nicola Corradi, con l'accusa di aver abusato anni fa di 12 bambini sordomuti, tra i 10 e i 12 anni, mentre si trovava all'istituto per l'educazione dei sordomuti in Argentina. Non è la prima volta che il prete si macchia di questa azione infamante, molti anni fa a Verona era stato accusato degli stessi delitti. Insieme a Corradi, sono stati fermati il sacerdote Hugo Corbacho (56 anni) e altri due collaboratori. Gli abusi sarebbero iniziati nel 2007 e, più precisamente, in un istituto nella località di Lujan de Cuyo, a Mendoza. Il pm Fabrizio Sidoti ha specificato che "le accuse sono di abuso sessuale aggravato. Nei loro racconti i bambini ci hanno detto che venivano portati in un luogo dell'Istituto chiamato la 'Casa di Dio'". Corradi è riuscito a schivare la prigione grazie all'età avanzata: è solo agli arresti domiciliari.

Dottore e infermiera, gli amanti arrestati Cinque morti sospette (marito compreso)

Arrestati dottore e infermiera: cinque morti sospette, anche il marito della donna



Un medico anestesista e la sua amante, infermiera, sono stati arrestati a Saronno, in provincia di Varese, con l'accusa di omicidio. La Procura di Busto Arsizio li ha accusati del decesso di quattro anziani, avvenuti tutti tra il febbraio 2012 e l'aprile 2013, tra i quali anche il marito dell'infermiera. Le vittime erano tutte persone anziane e gravemente malate, a cui il medico avrebbe somministrato dosi letali per via endovenosa, in sovradosaggio e in rapida successione, morfina, promazina, midazolam, tutti per lo più pesanti sedativi. Anche per il marito dell'infermiera stesso trattamento: all'uomo è stato somministrato per un lungo periodo un cocktail di farmaci considerati dagli inquirenti come "assolutamente incongrui" rispetto alle sue effettive condizioni di salute.

Le indagini che hanno portato alla custodia cautelare dei due presunti killer iniziano nel 2014, dopo una soffiata di una collega dell'infermiera. Giuseppe Regina, l'allora capitano del nucleo operativo dei carabinieri di Saronno, fece scattare le intercettazioni e le indagini patrimoniali; alla fine, a incastrare i due complici sono stati riscontri dal diario clinico del pronto soccorso e il nesso di casualità tra i farmaci e il decesso. Non si è potuto però escludere che la vittima morisse lo stesso, nonostante il cocktail di farmaci, dato le sue condizioni di salute molto aggravate. E' stato escluso dalle indagini tutto il resto del personale del'ospedale.

L'italiano "rapito dai jihadisti" in Siria "Sequestro anomalo", cosa non torna

Il video di Sergio Zanotti "rapito in Siria": "Un sequestro anomalo"



Fonti della Farnesina hanno definito quello di Sergio Zanotti un "sequestro anomalo". Il 56enne di Marone (Brescia) è scomparso in Siria 7 mesi fa, la famiglia non sa perché l'uomo fosse là né cosa facesse. Oggi l'agenzia russa News Front ha pubblicato un video che lo ritrae vestito di bianco, con barba e capelli lunghi, insieme a un uomo "jihadista". Zanotti chiede aiuto, dice di essere stato rapito. Ma da chi?  

Uno dei presunti rapitori ha contattato il responsabile di News Front Inghilterra via Facebook. Il suo profilo ha un nome, Abu Jihad, e nel suo messaggio recitava: "Prima di uccidere qualcuno comunichiamo sempre con i media". Nessuna richiesta di riscatto, però, né rivendicazione di alcun gruppo né sigle né bandiere. La famiglia di Zanotti aveva presentato denuncia di scomparsa lo scorso maggio. "Che esista un video è certo - ha commentato il presidente del Copasir Giacomo Stucchi -, che Zanotti non sia in Italia lo è altrettanto. Prima di capire reale situazione si possono fare solo ipotesi".

Euro, la tragica profezia inascoltata: il guru rivela come scompariremo

Euro, il libro di Giuseppe Capuano che nel 1998 aveva previsto tutto


di Francesco De Dominicis



Dalla crisi dello spread al crac della Grecia, dai vantaggi "esclusivi" per la Germania al flop del controllo dell'inflazione: tutti i danni e gli effetti collaterali cagionati dall'euro messi nero su bianco. Non in una (facile) analisi postuma. Ma in una previsione ragionata e dettagliata, ma rimasta inascoltata. Dunque, non è un pianto sul latte versato, di cui oggi abbondano gli scaffali (anche virtuali) delle librerie del Paese. Siamo nel 1998: la moneta unica è alle porte: a gennaio dell'anno successivo comincerà a sostituire i coni nazionali nelle transazioni e nei contratti, per poi entrare materialmente nelle tasche dei cittadini a gennaio 2002.

Quindici anni fa, Giuseppe Capuano - oggi alto dirigente del ministero per lo Sviluppo economico - è un economista già noto fra gli addetti ai lavori. Tuttavia, il suo libro Moneta unica, sviluppo economico e economie locali: una analisi critica della politica economica dell'euro resta nei cassetti delle stanze del potere. Letto, sì. Ma non adeguatamente considerato. Senza dubbio viene snobbato (consapevolmente?) da chi - dentro e fuori i confini nazionali - sta guidando la macchina della transizione all'area euro e del successivo change over.

La lettura delle considerazioni di Capuano non avrebbe consentito addirittura di evitare tutti i guasti della moneta unica di cui oggi ci si lamenta; certamente avrebbe messo in guardia, limitando il discorso all'Italia, chi era allora sul ponte di comando: ovvero il premier Romano Prodi, il ministro del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi, il governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio. Ma non solo.

Certo, è difficile - oggi - dire quale sarebbe stato lo stato di salute dell'economia europea, se l'architettura dell'area euro avesse avuto qualche correzione in corsa. La lunga crisi di questi anni, del resto, è figlia anche di fattori esogeni, su tutti il crac della finanza Usa, prima coi mutui subprime del 2007 e poi con il default di Lehman Broters, il 15 settembre 2008. A deprimere la crescita, peraltro, contribuiscono anche le difficoltà delle economie asiatiche e problemi di natura globale.

L'euro, ovviamente, ha fatto la sua parte. E Capuano l'aveva scritto. Partiamo dallo spread. La crisi del debito pubblico in Italia ha portato il differenziale di rendimento a 570 punti base nel novembre 2011, era già stata prevista 13 anni prima. "L'andamento dei tassi di interesse dell'Unione europea - si legge nel libro - sarà influenzato anche da fattori esogeni al sistema (ciclo economico internazionale, pressioni speculative, rapporti di forza tra le varie valute mondiali, politica monetaria della Fed), che potenzialmente potrebbero creare delle tensioni monetarie e quindi condizionare al rialzo i tassi di interesse interni". In poche righe è sintetizzato quello che è accaduto a partire dall'estate di cinque anni fa, quando le pressioni internazionali sul governo italiano sono cresciute a dismisura, costringendo il presidente del consiglio in carica, Silvio Berlusconi, a rassegnare le dimissioni nelle mani del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano. Una procedura tanto anomala (il Parlamento non aveva sfiduciato il governo) quanto rapida: in pochi giorni, l'ex Cavaliere fu sostituito dal professor Mario Monti - fresco di nomina a senatore a vita - che si mise alla testa di un cosiddetto esecutivo tecnico, conseguenza proprio di quelle "pressioni speculative" previste e denunciate da Capuano nel 1998.

Capitolo Germania. Nelle 90 pagine del testo del dirigente ministeriale, viene ampiamente previsto lo strapotere tedesco, quella egemonia economica oggi presa di mira nei partiti e nei movimenti anti euro. Scrive Capuano: "Le politiche di convergenza realizzate dai governi nel periodo 92-98 hanno finito da un lato per rafforzare le aree forti (leggasi Germania, ndr) dall'altro per allontanare le aree deboli con effetti negativi sul processo di coesione". Fari puntati, poi, sull'austerity e su quell'ossessione per il rigore nei conti pubblici che: L'Ue "ha costretto a marce forzate i governi a rientrare nei parametri previsti con la conseguenza di rallentare la crescita e i processi di coesione economica".

Vantaggi immediati, come la stabilizzazione delle finanze pubbliche e una crescita apprezzabile, e guai nel futuro, a cominciare dall'inflazione: "Nel breve periodo - si legge ancora - ci sarà una convergenza delle economie europee, ma nel lungo periodo a causa degli squilibri reali il controllo degli aggregati monetari, di bilancio e del tasso di inflazione sarà più difficile". C'è un passaggio, poi, tra le tante osservazioni dell'autore, che lascia a dir poco l'amaro in bocca. Ovvero quando Capuano scrive che la creazione dell'area monetaria unica avrebbe portato a un "percorso squilibrato con un aumento della disoccupazione e una accelerazione dei divari regionali". Ossia: il conto, alle fine, lo pagheranno i più deboli: Spagna, Grecia, Italia. È andata così: ha "vinto" la Germania e pochi altri. E, purtroppo, si sapeva.

martedì 29 novembre 2016

Esclusiva / Lapo e il trans, ipotesi inquietante Ecco tutto quello che non torna

Lapo Elkann, tutti i punti oscuri della vicenda e dell'arresto a New York



Un caso clamoroso e grottesco, quello che riguarda Lapo Elkann: arrestato negli Stati Uniti, a New York, per aver simulato un rapimento mentre si trovava in compagnia di un trans. Una "simulazione" ideata quando era rimasto a corto di soldi: doveva pagare la cocaina, la somma era stata anticipata dal trans e dunque Lapo si sarebbe rivolto alla sua famiglia, simulando il rapimento, per ottenere 10mila euro, necessari a saldare il debito. Quando la polizia ha inscenato la consegna del denaro la farsa sarebbe stata scoperta.

Come detto, una vicenda più che grottesca. Assurda. A tratti irreale. L'ultimo capitolo della tribolata vita del rampollo della famiglia Agnelli, che nel 2005 fu salvato all'ultimo da un infarto che lo colse nel corso di un coca-party sempre con un trans e che, in tempi più recenti, pagò per evitare che venissero diffusi filmati e foto che lo ritraevano in simili contesti.

Ora, però, i fari restano puntati su quest'ultimo caso. Un caso talmente strano da sollevare qualche dubbio. In primis, possibile che un membro della famiglia Agnelli possa cacciarsi in un simile guaio per 10mila euro, una cifra che per le loro ricchezze può essere considerata irrisoria, spicci? Non aveva a disposizione un bancomat o la possibilità di fare un bonifico online? Possibile che il supposto delirio da droga lo abbia spinto a tanto, a inscenare il rapimento? Forse, come forse - considerati i precedenti - la famiglia può avere in un qualche modo posto un "tetto" alle spese di Lapo, che si sarebbe così ritrovato al verde. Ipotesi, quest'ultima, che però cozzerebbe nuovamente con le cifre: per Elkann, 10mila euro sono spicci, noccioline. 

E ancora, sui 10mila euro si può continuare a speculare: possibile inscenare un riscatto chiedendo quella miserrima cifra, miserrima cifra se si tratta di un membro della sua famiglia? Un Agnelli! E la famiglia stessa come ha fatto a credere a una versione dei fatti così bislacca? Possibile che si siano bevuti una simile fandonia? Certo, ovviamente è possibile. E ancora: Lapo avrebbe affermato di essere stato trattenuto da una donna contro la sua volontà. E come avrebbe fatto, la donna? Minacciandolo fisicamente? Con una pistola? E sotto al tiro dell'ipotetica pistola lo avrebbe costretto a telefonare alla famiglia? E infine, la famiglia ha scelto di rivolgersi alla polizia rischiando di aggravare una situazione già di per sé complessa per un importo così basso? Mettere a rempentaglio la vita di Lapo, per soli 10 mila euro? Assurdo. Per una mancia? Dubbi forse illegittimi, ma ai quali si attendono risposte che potrebbero arrivare nelle prossime ore.

L'ALLARME DA BRIVIDI Terremoto magnitudo 4.4: "Nuova sequenza sismica"

L'Aquila, terremoto di magnitudo 4.4. Il sismologo: "Nuova sequenza sismica"



Forte scossa di terremoto nell'Aquilano, di magnitudo 4.4. Secondo gli esperti non rientra nella sequenza sismica che ha devastato il centro Italia ad agosto e a ottobre: "Sicuramente è un'altra struttura, che si era attivata già da qualche giorno con altre scosse minori". È questa l'analisi a caldo del sismologo dell'Istituto Nazionale di Geofisica (Ingv) Alessandro Amato, interpellato dall'agenzia Agi. "L'epicentro di questa scossa - spiega - è collocato 5 chilometri più a su rispetto al limite più meridionale del cluster di questa estate. In questa zona avevamo registrato già una certa sismicità all'altezza del lago di Campotosto. Interessa un'altra struttura, la stessa area che fu colpita da una violenta scossa superiore a magnitudo 5 il 9 aprile 2009, pochi giorni dopo il terremoto dell'Aquila". Quello che non si può ancora valutare, ammette il sismologo, è un eventuale nesso causale tra le scosse di Amatrice e questa: "Non possiamo sapere se ci sarebbe stata ugualmente la scossa di oggi se non ci fossero state quelle di agosto e ottobre. È probabile comunque che, avendo oltretutto un meccanismo simile, il terremoto nel centro Italia abbia contribuito ad attivare questa nuova sequenza".  La nuova scossa è stata avvertita nitidamente anche nei territori colpiti dal sisma del 24 agosto, Amatrice, Accumoli, fino a Rieti capoluogo. Nei territori di Amatrice e Accumoli tanta la paura tra le persone che sono ancora alloggiate nel territorio. Al momento non si registra nessun danno.

Una bomba su Massimo Bossetti: "Cosa tiriamo fuori al processo"

Una bomba su Massimo Bossetti: "Cosa tiriamo fuori al processo"



"Nel rileggere tutte le situazioni ho trovato elementi veramente forti che non sono stati presi in considerazione, elementi che potrebbero cambiare tutto...". Il criminologo Ezio Denti, consulente del pool difensivo di Massimo Bossetti, spiega a Radio Cusano Campus che quanto detto da Roberto Saviano deve essere presa in considerazione. E parte dalle persone che ruotavano intorno alla famiglia Gambirasio: "Nei documenti ho letto una dichiarazione del papà di Yara. Alla domanda Sapresti dirmi se Yara avrebbe dato confidenza a qualcuno o meno? lui ha elencato delle persone, facendone i nomi. Ho analizzato la storia delle persone nominate e ho trovato delle cose per le quali non trovo neanche un aggettivo. Ci sarebbe da scrivere un libro, potrebbe interessare a Saviano. Ci sono soggetti che hanno veramente un forte peso in questo caso per i loro precedenti".

Al momento però c'è riserbo sulle piste alternative: "Nel momento in cui l'appello dovesse essere accolto allora spareremo questa bomba. Ovvero le piste alternative che abbiamo trovato dopo un lungo lavoro". Intanto, una rivelazione: "Una persona che seguiva le indagini mi svelò un retroscena, prima che entrassi nel pool difensivo. Non si è infatti arrivati a Massimo Bossetti tramite le indagini ma tramite altre vie che non posso ancora esporre. La domanda è come sono arrivati a Massimo Giuseppe Bossetti?". Nessuno riesce a dare una spiegazione. "Lo hanno trovato in tre giorni dopo che, dagli atti che ho in mano in merito ai 4 anni di indagini, non compare mai il soggetto Massimo Bossetti così come la signora Ester Azzuffi. Oggi sono ancora più convinto che Bossetti non c'entri nulla". E conclude: "Va presa in considerazione la possibilità di riaprire il caso e valutare le piste alternative". 

Il raduno dei Babbo Natale è realtà: ecco come è andata!

Il raduno dei Babbo Natale è realtà: ecco come è andata!



La foto non lascia spazio a dubbi: la convention natalizia ha funzionato alla grande. Più di 550 Babbo Natale si sono dati appuntamento alla convention annuale, che si è svolta in Missouri lo scorso luglio. Un'occasione di incontro mondiale, dove i sosia del personaggio natalizio per eccellenza si sono dati appuntamento, rispondendo positivamente alla "chiamata".

"Di cosa hanno discusso?", vi starete chiedendo. Di marketing, trucco e parrucco, in sostanza. Come entrare nel personaggio, movenze, promozione e make up, per un'imitazione in piena regola! Poi, un quiz, per un tocco di divertimento in più!

"Il produttore che mi ha stuprata" La super-star della tv confessa / Foto

Rose McGowen, la star di Streghe: "Stuprata da un produttore di Hollywood"



La star di Streghe, Rose McGowen, più nota come Paige Matthews, poco più di un mese ha confessato di essere stata stuprata da un produttore cinematografico. L'attrice, da tempo in prima linea per la difesa dei diritti delle donne negli Stati Uniti, ha spiegato la ragione della sua mancata denuncia dopo il fatto: "Un'avvocatessa penalista me lo sconsigliò, perché avendo girato alcune scene di nudo in passato non avrei mai potuto vincere contro il capo degli studios". Poi la McGowen ha sottolineato su Twitter il fatto che tutti sapevano questo "sporco" segreto ad Hollywood. Anche se tutti si sono subito schierati dalla parte dello tupratore, denigrandola. Sotto l'hashtag, "why woman dont report", la McGowen rivela anche altri dettagli più scabrosi, spiegando come il suo ex l'avesse diffamata con il produttore-stupratore, vendendogli due video hard che avevano girato insieme, quando ancora erano una coppia. 

Sprofondo Napoli, solo 1-1 al San Paolo contro il Sassuolo: è crisi

Sprofondo Napoli, solo 1-1 al San Paolo contro il Sassuolo: è crisi vera



Non basta al Napoli una magia di Lorenzo Insigne nel primo tempo per superare il Sassuolo al San Paolo. Nella ripresa un gran gol di Defrel appena entrato consente alla squadra di Di Francesco di portare a casa un punto prezioso per il morale in un momento non facile fra sconfitte e infortuni. Napoli che fallisce l’occasione di accorciare le distanze dalla vetta della classifica, rosicchia un punto alla Juve ma ne perde due da Roma e Milan. La squadra di Sarri aggancia il Toro a quota 25 punti, ma ad oggi sarebbe clamorosamente fuori dall’Europa. I 50mila del San Paolo provano a spingere Hamsik e compagni, apparsi però poco brillanti e soprattutto poco precisi in zona gol. Il Sassuolo ha avuto il merito di non mollare mai, di restare sempre vivo e alla fine ha trovato la zampata vincente con l’attaccante francese. Per Sarri altra brutta notizia l’ammonizione di Mertens, che diffidato salterà il big match di venerdì contro l’Inter.

Sarri schiera Chiriches in difesa al fianco di Koulibaly, mentre in avanti Insigne e Callejon affiancano Gabbiadini, con Mertens in panchina. A centrocampo ritrova una maglia da titolare Jorginho. Nel Sassuolo parte dalla panchina l’acciaccato Defrel, al centro dell’attacco c’è Matri, con Politano e Ragusa sulle corsie laterali. Napoli che domina il primo tempo nel possesso di palla con lunghe azioni insistite che mettono il Sassuolo sotto pressione. Con il passare dei minuti però i neroverdi escono dal loro guscio e finiscono per fare il gioco della squadra di Sarri, micidiale a ripartire in contropiede con Hamsik e i due esterni d’attacco. La prima occasione della partita è per il Sassuolo, con un tiro di Ragusa da centro area respinto da Hysaj. Poi è un monologo azzurro, in particolare sale in cattedra Insigne. Il giovane attaccante prima si rende pericoloso con un paio di tiri dal limite, uno di poco a lato e il secondo su punizione respinto dalla barriera. Al terzo tentativo Insigne fa centro al 42’, ancora con un destro a giro dai venti metri ma questa volta è determinante la deviazione di Cannavaro che inganna Consigli.

Nel secondo tempo è sempre il Napoli a controllare il gioco, con il Sassuolo che fatica a prendere l’iniziativa. Azzurri pericolosi all’8’ con un micidiale contropiede concluso da un sinistro di Gabbiadini deviato in tuffo da Consigli. Di Francesco spinge i suoi ad attaccare e per dare maggior vivacità alla manovra inserisce Pellegini al posto di Mazzitelli, dopo che nel primo tempo era stato costretto a togliere l’infortunato Politano con Ricci. Neroverdi vicini al pareggio al 63’ con un colpo di testa di Missiroli su cross di Gazzola da destra, con palla respinta dalla traversa. Sarri replica togliendo Gabbiadini e inserendo Mertens, con l’obiettivo di sfruttarne le doti di velocista. Proprio il belga, però, dopo pochi minuti si fa ingenuamente ammonire ed essendo diffidato salterà la gara contro l’Inter. Gli azzurri sciupano un paio di buone occasioni con Hamsik e Insigne, facendo l’errore di tenere il Sassuolo in partita. Con l’ingresso di Defrel per Missiroli i neroverdi diventano sempre più offensivi, Sarri risponde mandando in campo Diawara al posto di Jorginho. È proprio il neo entrato attaccante francese a regalare il pareggio al Sassuolo a dieci dalla fine con una splendida deviazione di sinistro al volo su cross di Gazzola dalla destra. Nell’assalto finale Napoli pericoloso prima con un tirocross del neo entrato Giaccherini smanacciato da Consigli e poi con un destro rasoterra di Callejon respinto dal palo.

Arrestato lo stalker di Piero Pelù: cosa faceva alla moglie e alla figlia

Arrestato lo stalker di Piero Pelù: cosa faceva alla moglie e alla figlia



Perseguitava e minacciava online il cantante Piero Pelù, la sua ex compagna e la figlia. Ma ora i carabinieri lo hanno arrestato. Si tratta di un fiorentino di 47 anni, preso dopo un'attività di indagine sfociata in un'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari. I militari della compagnia di Firenze Oltrarno hanno proceduto ieri all'esecuzione della custodia cautelare nei confronti di A.M. nato a Firenze nel 1969 e residente a San Casciano Val di Pesa, accusato di atti persecutori ai danni della ex compagna del noto cantante fiorentino, leader della band Litfiba, dello stesso rocker e della loro figlia minore.

L'ordinanza di custodia agli arresti domiciliari, richiesta dalla Procura fiorentina che ha condiviso le risultanze investigative dei carabinieri, ed emessa dal gip del Tribunale Matteo Zanobini, è scaturita dalla denuncia presentata dal cantante e dalla donna. Dalla indagini di polizia giudiziaria condotte dai militari della stazione di Firenze Galluzzo è emerso, in particolare, che nel periodo compreso tra il marzo ed il maggio scorsi, lo stalker, approfittando di un'amicizia comune su Facebook ha cercato di conoscere la ex compagna di Piero Pelù. Nonostante i ripetuti dinieghi e blocchi sia telefonici che sullo stesso social network, lo stalker 47enne si è lanciato, secondo quanto spiegato dagli investigatori, un'attività persecutoria e farneticante molto pesante.

Nonostante un primo ammonimento da parte delle autorità di pubblica sicurezza, l'uomo non ha accennato a desistere dal suo comportamento molesto e persecutorio, arrivando a postare su Facebook gravi minacce rivolte alla donna ed alla sua bambina oltre che allo stesso cantante dei Litfiba. Lo stalker ha perfino pubblicato su Facebook foto di armi da fuoco nel tentativo di intimorire ed impaurire l'ex compagna dell'artista. I carabinieri hanno dato esecuzione al provvedimento restrittivo e, al momento, l'uomo si trova in regime degli arresti domiciliari presso la propria abitazione nel comune di San Casciano Val di Pesa.

Renzi: "Domenica vinciamo larghi..." Boom: ecco il sondaggio clandestino

Matteo Renzi ai collaboratori: "Vinciamo largo"



Per settimane i sondaggi hanno continuato a martellare duro: i No avanti di 5-8 punti. È stato così fino al "silenzio" demoscopico imposto dalla legge negli ultimi quindici giorni prima del referendum del 4 dicembre. Nonostante ciò, Matteo Renzi affermava davanti al suo pubblico e ai suoi elettori che avrebbe vinto lui. Il punto è che stando a quanto rivela il quotidiano torinese La Stampa, il premier ora lo va dicendo anche ai suoi collaboratori, lontano da microfoni, telecamere e palchi. "Vinciamo largo, state tranquilli". A suggerirglielo sono dei sondaggi, ovvio, privatissimi e impubblicabili e che filtrano a Palazzo Chigi. Certo ci sarà pure una vena di ottimismo, ma gran parte della convinzione del premier deriva da quelle rivelazioni che i partiti continuano a fare pur senza poterle diffondere. Sondaggi che, come detto, in questi ultimissimi giorni di campagna elettorale indicherebbero un clamoroso risveglio del Sì dopo settimane di affanno.

Napoli, l’onorevole De Pascale interviene sull’atto di omofobia accaduto domenica a Fuorigrotta: “Stop alla violenza”

Napoli, l’onorevole De Pascale interviene sull’atto di omofobia accaduto domenica a Fuorigrotta: “Stop alla violenza”



di Antonio Parrella




NAPOLI. Ancora un episodio di omofobia. Sul triste fenomeno interviene l’onorevole Carmine De Pascale, presidente del Gruppo Consiliare “De Luca Presidente” e generale di Corpo d’Amata. De Pascale, in seguito allo spiacevole ennesimo atto di omofobia verificatosi questa volta a Fuorigrotta ai danni di un giovane ragazzo russo, esprime tutta la sua solidarietà e mette in campo il massimo impegno per scongiurare altri simili episodi di violenza. Il giovane russo    stava terminando la sua serata in un bar. “Soltanto ora - commenta De Pascale - sono venuto a conoscenza dell’episodio deplorevole di Fuorigrotta, inerente al vile attacco omofobo nei confronti di un ragazzo russo. Sono profondamente indignato per quanto è accaduto. Pertanto credo che non si debba stare mai in silenzio, in qualunque luogo ed in qualunque situazione nelle quali le persone coinvolte siano costrette a subire sofferenze e umiliazioni. E’ davvero impensabile che ancora oggi si possano annotare tali deprecabili vicende in un mondo cosiddetto “civile”.  Desidero, quindi, esprimere tutta la mia vicinanza e comprensione al giovane, vittima di questa inaudita violenza verbale e fisica, con la speranza che si possa comprendere che “tutti”, ugualmente, meritino tanto rispetto”.

lunedì 28 novembre 2016

Colpa sua i morti dell'alluvione a Genova Maxi-condanna per l'ex sindaca del Pd

Alluvione a Genova del 2011, ex sindaca Vincenzi condannata a 5 anni



L’ex sindaco di Genova Marta Vincenzi è stata condannata a 5 anni e due mesi di reclusione nell’inchiesta scaturita dall’alluvione  del 2011. Ad emettere la sentenza di primo grado la Corte d’Assise  presso il tribunale di Genova nel processo per l’esondazione del torrente Fereggiano che causò sei vittime. Tra i capi d’imputazione per Vincenzi omicidio colposo plurimo, disastro, falso, lesioni colpose e calunnia. L’accusa le ha contestato anche di aver fabbricato il verbale truccato che modificava la ricostruzione degli orari di esondazione, alleggerendo le responsabilità dei vertici di Comune e protezione civile. Dopo le repliche dei difensori, oggi il giudice Adriana Petri ha letto la sentenza questo pomeriggio. Per la Vincenzi il sostituto procuratore Luca Scorza Azzarà aveva chiesto una condanna a 6 anni e un mese.

"Il rischio radioattivo è alle stelle" Italia, la regione da allarme rosso

"Calabria regione radioattiva": Iene, servizio choc di Giulio Golia



Domani, martedì 29 novembre in prima serata su Italia 1, tra le inchieste delle Iene ce n'è uno particolarmente inquietante. Riguarda la Calabria. I recenti servizi di Giulio Golia riguardo il sospetto di rifiuti tossici e radioattivi riversati nel sottosuolo calabrese e nel mar Ionio, hanno suscitato molto clamore e diviso i cittadini della Calabria tra chi vorrebbe che le Iene proseguissero con l’inchiesta in nome della verità e chi ritiene, invece, che procedere possa ledere l’immagine della Regione.

Nel corso dell’ultima puntata, l’inviato ha così invitato il pubblico a esprimere la propria opinione in merito, riscuotendo in poche ore migliaia di messaggi di supporto.

Giulio Golia prosegue, quindi, la sua inchiesta a Calalunga di Montauro. Qui, in seguito alle criticità riscontrate dalla stessa Iena, le squadre dei Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico (N.O.E.), del reparto Nbcr (Nucleare, batteriologico, chimico, radiologico) dei Vigili del Fuoco e dell’Arpacal (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria) avevano effettuato ulteriori accertamenti per verificare l’eventuale presenza di radioattività. La Prefettura aveva poi dichiarato che non erano stati evidenziati parametri al di fuori della norma e che, secondo il direttore generale dell’Asp di Catanzaro, dai dati contenuti nel registro tumori non emergevano situazioni di allerta. Ciò nonostante, a detta del Dott. Stefano Molica, direttore del reparto di Oncoematologia dell’ospedale “Pugliese Ciaccio” di Catanzaro, in Calabria non esisterebbe un registro tumori statisticamente affidabile.

Recatosi nuovamente in Calabria, l’inviato intervista quindi Domenico Porcelli, ex procuratore di Catanzaro il quale, in seguito alla segnalazione di un professore di fisica di un liceo che con la classe aveva rilevato alcune anomalie sulla spiaggia di Calalunga, si era occupato delle indagini, poi archiviate, riguardo la presunta radioattività del luogo.

Ai microfoni delle Iene, inoltre, nuove testimonianze di persone che raccontano del ritrovamento di fusti sospetti sulle spiagge della costa ionica. Tra queste, i famigliari di un fotografo locale che, a loro dire, dopo aver fotografato e toccato dei fusti gialli con un teschio nero ritrovati sulla spiaggia di Calalunga, sarebbe deceduto a causa di un tumore pochi anni dopo. Infine, il racconto di un pescatore che recentemente avrebbe raccolto in mare un bidone sospetto.

Ecco il giorno della sua fine (politica) La Raggi spacciata, Grillo ha deciso

Virginia Raggi, il processo del M5s dopo il referendum: a gennaio se ne va?



Virginia Raggi, sindaca di Roma dal 20 giugno, ha sempre più gatte da pelare. Gli occhi di tutti - con la complicità di errori e ritardi - le restano puntati addosso, e ora deve rispondere anche alle accuse velate provenienti dal suo stesso partito. È stato Beppe Grillo, sabato scorso dopo essere caduto, il primo (e di sicuro non l'unico) ad aver bacchettato la sua "collega" per le condizioni delle strade romane. "E chi le aggiusta?". Una battuta, vero, ma dal sapore un po' amaro: il riferimento non sembrava puramente casuale. Da par suo, la Raggi, continua a puntare il dito contro Mafia capitale e i tagli del governo. Ma tant'è, la situazione a Roma resta disastrosa: secondo la ricerca conclusa dall'Università La Sapienza, la capitale è finita all'88esimo posto per qualità di vita (un tracollo di 19 posizioni), precipitando anche sul fronte sicurezza, disagio sociale e tenore di vita.

I grillini, ad oggi, continuano la difesa pubblica della prima sindaca di peso eletta nella storia del Movimento. Eppure i tempi sarebbero maturi per un cambio di rotta: secondo quanto scrive Repubblica, infatti, sarebbe stata calendarizzata per gennaio una valutazione dei vertici pentastellati sull'operato della sindaca. Lo stesso Grillo, sul palco della manifestazione capitolina, l'ha abbracciata davanti a tutti. Eppure, lontano dai riflettori, la Raggi sarebbe rimasta isolata rispetto agli altri attivisti M5s. Insomma, in privato, avrebbe perso il sostegno di quasi tutto il direttorio grillino. Il punto è che la sindaca Raggi ha ancora molto da fare e soprattutto da spiegare: è ancora aperto infatti il fascicolo del pm sulla promozione di Salvatore Romeo e di Raffaele Marra, tanto che lo stesso M5s dà quasi per certa la sua iscrizione nel registro degli indagati. E si sussurra che in questo contesto, a gennaio e dopo il referendum, gli stessi vertici grillini potrebbe scaricare la sindaca.

Capodrise (Ce): Multe Il Sindaco fa cassa con la processione

Passa la Processione Raffica di multe I cittadini lamentano scarsi avvisi


di Angela Bechis



Passa la processione ed arrivano le multe. L'altra sera, la sortita dei vigili urbani ha preso le mosse da via Santa Croce a via San Donato, tanto per citarne alcune, strade interessate dal passaggio della processione.

Resta da capire come mai, per una piccola processione di Paese, siano state necessarie ben 3 ore di divieto di sosta. I cartelli sistemati in strada solo il giorno prima, infatti, riportavano anche l’ordinanza stilata dalla Polizia locale: “rimozione dalle 15.30 alle 18.30”. "Non è passata nemmeno una macchina che ci avvisasse della Processione. Nulla. In una via lunga circa due chilometri solo due cartelli formato A/6, tra l'altro illeggibili che si confondono con altri cartelli pubblicitari, e siccome siamo sotto le festività natalizie non si distinguono. Sarà anche vero che saranno stati affissi Manifesti, ma per chi non c'era ed è tornato proprio in quel giorno? Non si può battere cassa con la Processione. E' assurdo. Multe a go go e soprattutto tolleranza zero da parte della Polizia locale, tutto ciò è inconcepibile. Perchè non hanno autorizzato una macchina che avvisasse i cittadini? Sapete quante persone di mezza età ci sono che per un motivo o per un altro motivo non escono? E se non escono come fanno a leggere uin volantino tra l'altro affisso male A/6?. In questo Paese ogni scusa è buona per battere cassa". 

I vigili urbani, in ossequio a quell’ordinanza dirigenziale, hanno multato gli automobilisti in sosta vietata. Il tutto, nel giorno della Processione, un giorno di unione e fratellanza. Si, fratellanza. 

Nulla da eccepire, chi parcheggia in sosta vietata va multato. Resta però il problema di fondo: a cosa serve vietare la sosta per 3 ore quando l’evento in questione dura poco più di un’ora e mezza? Ma soprattutto, perchè le auto portate via dal servizio Aci, sono state prima portate al comando Polizia Locale e poi solo in secondo momento al Garage? Visto che durante la processione tutti gli agenti di polizia erano impegnati dietro la processione? Se si tratta di un modo per “battere cassa” questa volta si è scelto quello sbagliato.

La casalinga che la odia dice no: "Dalla Boldrini io non ci vado"

La casalinga che la odia dice no: "Dalla Boldrini io non ci vado"



La signora Gabriella, 61 anni, "costretta ancora a lavorare nei campi col marito", aveva scritto un ferocissimo attacco su Facebook al presidente della Camera Laura Boldrini. E per questo è stata travolta dalle critiche in rete.

"Mi vergogno di quello che ho fatto, è stato l'attimo dell' imbecille", si giustifica, "mi stanno facendo nera di insulti, me li merito ho fatto una cosa orrenda da sentirmi male". Scrive sulla bacheca della Boldrini (in maiuscolo). "Chiedo fermamente scusa per le parole che ho detto, mi vergogno x quello che ho fatto, la prego ho sbagliato a volte si fanno certe cose nella completa ignorantaggine". Arriva un "mi piace", nota il Corriere. Si sente perdonata e sollevata.

Intanto la Boldrini, a Gazebo su Rai3, annuncia che la vuole incontrare. Glielo scrivono sulla sua bacheca, lei non ci crede: "Mi state prendendo in giro". Poi capisce che è tutto vero. Ma è decisa: "Mi sento inadeguata, non sono all'altezza". Non la vuole incontrare: "L'importante è che questa storia finisca, non posso e non voglio, non è nel mio carattere, è già troppo quello che ho combinato". Per lei la faccenda è chiusa. La Boldrini se ne faccia una ragione.

Il Cavaliere si riprende i riflettori Incontenibile: "I golpe e la dittatura Pd"

Silvio Berlusconi, l'intervista dalla D'Urso a Domenica Live



"Silvio, Silvio, Silvio!". Un ritorno in grande stile a Mediaset: Silvio Berlusconi viene accolto da Barbara D'Urso negli studi di DomenicaLive su Canale 5 e il pubblico si alza in piedi. Standing ovation e coro, il miglior modo per affrontare il confronto (a distanza di qualche minuto) con il premier Matteo Renzi. 

Show con la D'Urso - Subito battute a raffica: "Non ci vediamo da prima dell'operazione, ma stai una favola", scherza la D'Urso dando del tu a Berlusconi. Risposta: "Ho il cuore di atleta, i medici mi hanno spiegato che sono state le inchieste, i 73 processi e le umiliazioni subite in tutti i miei anni in politica". 

L'erede - E c'è spazio anche per un aneddoto divertente. "Ormai sono un patriarca. Una sera a una festa c'era una bellissima ragazza. Il mio nipotino Riccardo, anni 3, si è avvicinato e mi ha detto: Posso darle un bacio?". 

Se vince il no - "Sedersi al tavolo se dovessero vincere i no al referendum? Lo spero proprio, è quello da fare. Sederci con 
tutte le forze del paese per fare una legge elettorale".

Senato al Pd - "Anche se il centrodestra vincesse le elezioni, avremmo un Senato con il 60% dei suoi componenti del Pd. Il Senato ha dei poteri enormi".

Renzi padrone - "Noi siamo contro questa riforma perché è inaccettabile, insostenibile, assurda. È contro la democrazia". "Renzi si è cucito un abito su misura su di lui e sul Pd. Che cosa succederebbe? Un unico uomo avrebbe nelle sue mani il Senato, la Camera, potrebbe eleggere il capo dello Stato e i membri della Corte Costituzionale. Sarebbe padrone
dell'Italia e degli italiani. Ma questo è contrario alla democrazia".

Il ritorno - Se dovesse vincere il No si ricandiderebbe? "Io ho avuto questo intervento chirurgico e mi è servito molto tempo per riprendermi. Sentivo di non impegnarmi più ma poi è sopravvenuto un senso di responsabilità verso il Paese. Apro una parentesi: io in questi anni ho preso ben 200 milioni di voti dagli italiani, Renzi non si è nemmeno presentato alle elezioni politiche e non è stato nemmeno eletto in Parlamento. Unico voto che ha avuto è per diventare sindaco della sua meravigliosa città, con 112mila voti: 112mila voti contro 200milioni, credo tra noi ci sia un abisso". E qui l'applausometro ha registrato il picco. 

domenica 27 novembre 2016

Caivano (Na): Semaforo verde per l’undicesima edizione di “Natale Moda”

 Caivano (Na): Semaforo verde per l’undicesima edizione di “Natale Moda” Patron del maxi evento di moda e spettacolo è Michele Trasparente


di Antonio Parrella




CAIVANO - “Rilanciare il territorio e valorizzare il terziario locale”. E’ l’obiettivo dell’undicesima edizione della kermesse di moda e spettacolo denominata “Natale Moda”, che si svolgerà oggi domenica 27 novembre (ore 19,30), presso la splendida struttura dell’auditorium di Caivano Arte, in via Necropoli. La manifestazione, organizzata dall’associazione “Vivi la Città” di Michele Trasparente (direttore artistico) con il patrocinio del Comune, proporrà le anticipazioni sulle tendenze della moda autunno-inverno. E così, presentate dall’eclettico Anthony Palmieri, decano della grande kermesse, e dalla cantante Anna Schiavino, sfileranno sulla passerella splendide modelle e modelli professionisti con abiti forniti da ditte locali. Tra le modelle in scena ci saranno tra le altre Chatrin Ponticelli, Raffaella Abete, Letizia Ghandi, Miriam Lanzetta, Emanuela Augelli, Valentina Puzone, Mariagrazia Autieri e Domenica Guerra, oltre alle top model Mina Muscariello e Laura Tresa. Le coreografie saranno curate dall’esperta Mariangela Trasparente. Ma sulla scena si alterneranno anche bambini, ragazzi e giovani caivanesi che, oltre a sfilare in passerella, faranno anche da modelli ai coiffeur ufficiali della manifestazione.  “L’evento - spiega il patron Trasparente - rappresenta ormai un appuntamento da non perdere non soltanto per gli addetti ai lavori, ma anche per gli appassionati della moda. La manifestazione-spettacolo vuole essere un trampolino di lancio per i commercianti locali in questo periodo di difficoltà economica che, purtroppo, sta attraversando anche questo settore. L’iniziativa, che è stata accolta ancora una volta con molto entusiasmo dagli addetti ai lavori, oltre a promuovere il “bello”, vuole essere anche un momento di puro relax e di aggregazione con iu residenti delle città limitrofe”. Nel corso della serata saranno presentati, tra gli altri, abiti da sposa, camicie, abbigliamento per donne, uomini e bambini, calzature, articoli per parrucchieri. Ospite della serata sarà Fabio Brescia  (Radio Kiss Kiss Napoli).

Carla Bruni, terrore per il figlio 15enne Ecco come le hanno ridotto il ragazzo

Carla Bruni è sotto choc: il figlio è stato aggredito



Carla Bruni-Sarkozy in questi giorni non se la sta passando molto bene: domenica, ha dovuto subire la sconfitta del marito alle primarie della destra, ora invece il figlio avuto con il filosofo Raphael Enthoven, Aurèlien (15 anni) è stato aggredito a due passi da scuola. È il settimanale Closer a diffondere la notizia: il giovane Aurèlien stava andando a scuola, in compagnia di due amici quando è stato fermato da due brutti ceffi che lo hanno minacciato di consegnargli il cellulare. Il giovane Sarkozy, forse troppo impavido, si è rifiutato di accettare il ricatto ed è stato preso a schiaffi di conseguenza. Nemmeno i suoi due compagni ne sono usciti incolumi, con il risultato che i due ladri sono comunque riusciti a fuggire con il cellulare richiesto. Ovviamente Carla Bruni ha subito presentato denuncia alla polizia, decisa a ritrovare gli assalitori del figlio. 

La vedova-killer di Gucci è libera e parla: "Cosa facevo in carcere", frasi pazzesche

Patrizia Reggiani, la vedova-killer di Gucci è libera: "La mia vita nel carcere"



Patrizia Reggiani, la vedova Gucci, quasi 68enne, si gode da ottobre la libertà, dopo aver passato 16 anni di reclusione per aver orchestrato la morte del marito (erede di una fortuna) Maurizio Gucci, assassinato il 27 maggio 1995 nei suoi uffici a Milano. Oggi, uscita dal carcere, continua a dichiarare la sua innocenza, anzi si lamenta della sua ingenuità che l'ha fatta cadere nelle mani sbagliate di Pina Auriemma (la cartomante che avrebbe organizzato l'omicidio e, secondo la sentenza proprio dietro pagamento della signora Patrizia). La vedova Gucci, nonostante tutto, non ha perso il suo  vecchio "smalto" e si professa la stessa persona di un tempo: orgogliosa, non si è mai allontanata dal mondo sfavillante della moda. "Ero in quello che chiamo il Victor Residence (il carcere milanese di San Vittore). Quando ne ho avuto la possibilità uscivo, una volta la settimana. Andavo dal parrucchiere e poi mi buttavo negli acquisti nelle boutique per me e per le mie due figlie. Se c’erano i soldi, ovviamente. Altrimenti acquistavo solo per me", spiega la signora Gucci in un'intervista su il Giorno. 

Le sue abitudini non sono cambiate nonostante l'accusa di concorso di omicidio, anzi leggere o farsi i capelli sono rimaste le sue priorità anche dentro il carcere, così come l'abitudine di non alzarsi prima delle dieci del mattino (grazie ad un apposito telo nero). E poi, ci tiene a sottolineare, non era sola: oltre alle detenute che ha aiutato con profumi e trucchi (motivo di grande vanto per lei), il suo tempo era dedicato ad un piccolo amico peloso, un furetto (prima Bamby 1, morto prematuramente, poi Bamby 2). Oggi invece è accompagnata da un variopinto pappagallo che ha la fortuna di condividere con la sua padrona una vita che è sempre stata "dorata", anche dentro il carcere di San Vittore (anzi il Victor Residence); una vita che quasi si ritrova a rimpiangere: a Patrizia Gucci infatti non piace l'obbligo di pagare le bollette, grave inconveniente della sua riacquistata libertà. 

"Jihadisti, dovete colpire l'Italia adesso" L'ordine è partito (a due passi da noi)

"Jihadisti dovete colpire l'Italia adesso". L'ordine è partito a due passi da noi



"L'Isis ha dato mandato ai mujaheddin kosovari o comunque dell'area balcanica di colpire il territorio italiano". Il "cifrato", riporta il Fatto, è sul tavolo dell'antiterrorismo. L'allarme non arriva dai Paesi dell'area mediorientale ma dalle nostre carceri, in particolare da quella di Rossano Calabro, che è, insieme a quella di Macomer in Sardegna, l'istituto dove si trovano la maggioranza dei detenuti per terrorismo islamico. "Il dato è rilevante, da quando è scattata l'emergenza per possibili attacchi del Califfato è la prima volta che abbiamo una segnalazione così specifica", spiega una fonte qualificata della nostra intelligence.

"Ancora non sappiamo come sia filtrata", continua la fonte, "se sia frutto di una intercettazione oppure di una confidenza fatta a qualche agente della polizia penitenziaria". Di più. Da quanto emerge dall'informativa del Dap, gli ordini sono arrivati dal dipartimento del Califfo per gli attacchi all'estero e spiegano anche il tragitto che i combattenti devono seguire: ovvero passare dal Kosovo in territorio bosniaco per poi proseguire verso l'Italia, facendo tappa in Svizzera oppure entrando a Trieste.

Gli obiettivi dei terroristi sono una incognita: "Ma certo il nord e parte del centro Italia rappresentano le aree dove maggiormente si concentrano le comunità originarie dei Balcani". C'è poi una nota riservata dei Servizi segreti che denuncia: "Le intensificate attività di proselitismo radicale nei Balcani presentano elevati profili di minaccia per l'Italia, in virtù della sua contiguità geografica e della presenza sul territorio nazionale di compagini originarie di quei paesi, che rimangono chiuse e autoreferenziali laddove i vincoli etnici risultano più forti della spinta all' integrazione". In questo momento sono tre i luoghi sotto osservazione: la comunità di Monteroni d'Arbia in provincia di Siena e alcune aree di Lecco e Cremona.