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martedì 2 febbraio 2016

La truffa degli operatori telefonici: ecco che cosa non devi pagare

Operatori telefonici, svelata la truffa: quali soldi devi rifiutarti di pagare




Il passaggio da un operatore telefonico a un altro è spesso un momento complicato nel quale è frequente che l'azienda che stiamo lasciando pretenda oneri dei quali si ignorava l'esistenza. Come in un tribolato rapporto di coppia, lasciarsi non è mai facile, il lasciato resta avvinghiato al lasciante e tagliare ogni tipo di rapporti a volte richiede l'intervento di un esperto. Cosa fare per esempio se il vecchio operatore continua a fatturare i vecchi servizi sul conto che si pensava chiuso e poi pretende costi esorbitanti per il recesso anticipato del contratto? Nell'inserto L'esperto risponde del Sole 24 ore, qualche dubbio viene chiarito. La legge a cui si fa riferimento quando si passa da un operatore a un altro è la famosa legge Bersani del 2007, che però non è riuscita a frenare i tentativi delle aziende di pretendere più di quanto spettasse loro.

Le nuove penali - Nel 2008 l'Autorità garante per le telecomunicazioni ha ribadito che gli unici importi da addebitare in caso di recesso anticipiato sarebbero quelli "giustificati dai costi degli operatori". Le compagnie però chiedono fantomatici "contributi di disattivazione" o "importi per dismissione" o "costi per attività di migrazione" o infine "corrispettivi per recesso anticipato". Insomma quelle penali che la legge Bersani aveva promesso di cancellare, sono rimaste cambiando solo il nome. Nel caso in cui siano pretese spese esorbitanti, l'unica salvezza resta il ricorso all'Autorità Garante delle comunicazioni, avviando così un tentativo di conciliazione e, se questa non dovesse andare a buon fine, un'azione diretta contro gli operatori coinvolti, sia il nuovo che non ha agito per tempo nell'attivazione, sia il vecchio che chiede in modo poco chiaro costi per servizi non erogati.

Le minacce - All'orizzonte le prospettive non sono rosse, considerando che anche nel disegno di legge sulla concorrenza in discussione alla Camera, il governo non ha voluto affrontare concretamente l'eliminazione di ogni forma di penale, anzi ha lasciato una certa ambiguità sui contratti con "offerte promozionali": da un lato gli operatori vogliono trattenere gli utenti più tempo possibile, offrendo costi bassi all'inizio e sempre più alti col passare del tempo; dall'altro ci sono gli utenti che vorrebbero scegliere come e quando vogliono le offerte più convenienti. Il disegno di legge punta ad abolire la disdetta obbligatoria con raccomandata, permettendola con una semplice telefonata. Resta però in piedi la questione "penali", visto che i contratti non dovrebbero durare più di 24 mesi, ma chi li sottoscrive - si legge ancora nel disegno di legge - è tenuto a pagare un extra per la disdetta anticipata, che andrà commisurato alla durata residua del contratto. La si intendo come si vuole, questa è una penale e a poco sembrano servire i richiami dell'Autority che chiede al legislatore di far pretendere alle aziende solo i costi effettivamente sostenuti.

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