Yara, test del Dna sui peli trovati sui leggins: "Non sono di Bossetti"
Una svolta nell'inchiesta sul presunto assassino di Yara Gambirasio. Questa volta il test del Dna "scagiona" Massimo Bossetti, il principale indiziato per l'omicidio della ragazzina di Brembate. Su 200 tracce trovate sul corpo di Yara, nel campo di Chignolo d’Isola, ci sono soprattutto peli di animali o fibre inorganiche. Ma sono stati trovati anche alcuni peli umani. Era già trapelato che non appartenessero a Massimo Bossetti. Se non sono suoi, allora a chi appartengono? Sulla base dei dati scientifici raccolti fino ad ora non è dato saperlo.
Il test - I profili genetici di queste tracce sono stati quindi confrontati solo con quelli delle 500 donne sottoposte al prelievo (la caccia alla mamma del killer), ma con esito negativo. Non possono invece essere confrontati con i 21.000 Dna (nucleari) prelevati nei tre anni e mezzo di indagini a una marea di persone, soprattutto gli intestatari dei cellulari che hanno agganciato le celle telefoniche di Brembate Sopra e di Chignolo d’Isola nei giorni del delitto. Il consulente della famiglia Gambirasio, il genetista forense Giorgio Portera, aveva insistito perché si analizzassero quelle tracce pilifere. Erano state trascurate perché si dava priorità a "Ignoto 1", il Dna altamente indiziario sui leggings e sugli slip di Yara.
Le tracce di Bossetti - Va tuttavia ricordato che su leggins di Yara sono state ritrovate macchie di sangue appartenenti proprio a Bossetti. Non solo. Secondo la trasmissione Segreti e delitti su Canale 5, quando venne ritrovato il cadavere di Yara, il cellulare di Bossetti agganciò la cella del Campo di Chignolo.
Nessun commento:
Posta un commento