Patrizia Reggiani, la vedova-killer di Gucci è libera: "La mia vita nel carcere"
Patrizia Reggiani, la vedova Gucci, quasi 68enne, si gode da ottobre la libertà, dopo aver passato 16 anni di reclusione per aver orchestrato la morte del marito (erede di una fortuna) Maurizio Gucci, assassinato il 27 maggio 1995 nei suoi uffici a Milano. Oggi, uscita dal carcere, continua a dichiarare la sua innocenza, anzi si lamenta della sua ingenuità che l'ha fatta cadere nelle mani sbagliate di Pina Auriemma (la cartomante che avrebbe organizzato l'omicidio e, secondo la sentenza proprio dietro pagamento della signora Patrizia). La vedova Gucci, nonostante tutto, non ha perso il suo vecchio "smalto" e si professa la stessa persona di un tempo: orgogliosa, non si è mai allontanata dal mondo sfavillante della moda. "Ero in quello che chiamo il Victor Residence (il carcere milanese di San Vittore). Quando ne ho avuto la possibilità uscivo, una volta la settimana. Andavo dal parrucchiere e poi mi buttavo negli acquisti nelle boutique per me e per le mie due figlie. Se c’erano i soldi, ovviamente. Altrimenti acquistavo solo per me", spiega la signora Gucci in un'intervista su il Giorno.
Le sue abitudini non sono cambiate nonostante l'accusa di concorso di omicidio, anzi leggere o farsi i capelli sono rimaste le sue priorità anche dentro il carcere, così come l'abitudine di non alzarsi prima delle dieci del mattino (grazie ad un apposito telo nero). E poi, ci tiene a sottolineare, non era sola: oltre alle detenute che ha aiutato con profumi e trucchi (motivo di grande vanto per lei), il suo tempo era dedicato ad un piccolo amico peloso, un furetto (prima Bamby 1, morto prematuramente, poi Bamby 2). Oggi invece è accompagnata da un variopinto pappagallo che ha la fortuna di condividere con la sua padrona una vita che è sempre stata "dorata", anche dentro il carcere di San Vittore (anzi il Victor Residence); una vita che quasi si ritrova a rimpiangere: a Patrizia Gucci infatti non piace l'obbligo di pagare le bollette, grave inconveniente della sua riacquistata libertà.
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