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domenica 27 novembre 2016

"Jihadisti, dovete colpire l'Italia adesso" L'ordine è partito (a due passi da noi)

"Jihadisti dovete colpire l'Italia adesso". L'ordine è partito a due passi da noi



"L'Isis ha dato mandato ai mujaheddin kosovari o comunque dell'area balcanica di colpire il territorio italiano". Il "cifrato", riporta il Fatto, è sul tavolo dell'antiterrorismo. L'allarme non arriva dai Paesi dell'area mediorientale ma dalle nostre carceri, in particolare da quella di Rossano Calabro, che è, insieme a quella di Macomer in Sardegna, l'istituto dove si trovano la maggioranza dei detenuti per terrorismo islamico. "Il dato è rilevante, da quando è scattata l'emergenza per possibili attacchi del Califfato è la prima volta che abbiamo una segnalazione così specifica", spiega una fonte qualificata della nostra intelligence.

"Ancora non sappiamo come sia filtrata", continua la fonte, "se sia frutto di una intercettazione oppure di una confidenza fatta a qualche agente della polizia penitenziaria". Di più. Da quanto emerge dall'informativa del Dap, gli ordini sono arrivati dal dipartimento del Califfo per gli attacchi all'estero e spiegano anche il tragitto che i combattenti devono seguire: ovvero passare dal Kosovo in territorio bosniaco per poi proseguire verso l'Italia, facendo tappa in Svizzera oppure entrando a Trieste.

Gli obiettivi dei terroristi sono una incognita: "Ma certo il nord e parte del centro Italia rappresentano le aree dove maggiormente si concentrano le comunità originarie dei Balcani". C'è poi una nota riservata dei Servizi segreti che denuncia: "Le intensificate attività di proselitismo radicale nei Balcani presentano elevati profili di minaccia per l'Italia, in virtù della sua contiguità geografica e della presenza sul territorio nazionale di compagini originarie di quei paesi, che rimangono chiuse e autoreferenziali laddove i vincoli etnici risultano più forti della spinta all' integrazione". In questo momento sono tre i luoghi sotto osservazione: la comunità di Monteroni d'Arbia in provincia di Siena e alcune aree di Lecco e Cremona. 

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