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martedì 17 maggio 2016

Esclusiva Video il Notiziario Matteo Salvini saluta tutti i lettori ed amici del blog

Esclusiva il Notiziario Matteo Salvini saluta tutti i lettori ed amici del blog 

di Gaetano Daniele


A breve uscirà in Esclusiva sul blog il Notiziario sul web un'intervista del Leader della Lega Matteo Salvini. Al termine, il Leader della Lega, ha voluto salutare e specificare alcune cose anche riguardo il suo nuovo Libro "Secondo Matteo": “Tocca a me l’onore e l’onere di guidare l’opposizione contro il Pd“. Il leader leghista riconosce a Berlusconi “un ruolo fondamentale” avuto in questi anni, “ma oggi non può piu’ essere lui il solo cardine della coalizione”. Forza Italia “e’ un partito indebolito da faide interne” e “dilaniato dal patto del Nazareno”, infine il saluto (indipendentemente dal colore politico) tanto atteso ai lettori ed amici del blog il Notiziario sul web.



Addio Mercedes, se ne va in Ferrari F1, piloti: clamoroso ribaltone / Foto

Addio Mercedes, se ne va in Ferrari. F1, piloti: clamoroso ribaltone / Foto



Una voce, clamorosa, attraversa il circus della Formula 1. Uno cambio impensabile e impensato: Nico Rosberg in Ferrari, dalla prossima stagione. Una soffiata lanciata a tutta pagina dal Corriere della Sera, che dà conto del "contatto" tra il tedesco e la scuderia di Maranello, per una collaborazione dal prossimo anno. L'indiscrezione è circostanziata: il "sondaggio reciproco", ad oggi, avrebbe coinvolto un numero ristretto di persone.

La Ferrari è alla ricerca di un sostituto del 36enne Kimi Raikkonen, di un pilota da affiancare a Sebastian Vettel. E Nico sarebbe il candidato numero uno per comporre una coppia tutta tedesca da sogno. Prendere Rosberg avrebbe un doppio vantaggio: indebolire la Mercedes e, soprattutto, carpire informazioni utili al bolide tedesco. Già, chi meglio di lui conosce i segreti della freccia d'argento?

Da par suo, Rosberg, come tutti i piloti sente fortissimo il richiamo della Ferrari, la scuderia più "pesante" e affascinante. Per la rossa sarebbe pronto anche a lasciare la tedeschissima Mercedes, che intanto non vede l'ora di farlo trionfare. Rosberg - la stagione parla chiaro - potrebbe lasciare da campione del mondo. Inoltre, tra le ragioni che spingono Nico all'addio, la difficile convivenza con Lewis Hamilton, ancor più difficile dopo il suicidio al via della gara in Spagna.

Infine, un particolare di non poco conto: Vettel accoglierebbe Rosberg di buon grado. Anche se sarebbe un partner impegnativo e stimolante, resta un pilota profondamente corretto, più "gestibile", per esempio, di un Hamilton qualunque. Il flirt è appena iniziato, le possibilità che si concluda sono concrete. Restano però un ultimo dubbio e un ultimo scenario: la Mercedes potrebbe scegliere, piuttosto, di sacrificare Hamilton, e Rosberg potrebbe usare la situazione per strappare un contratto da sogno ai tedeschi.

NICOLA PORRO SILURATO Feltri e il Virus da eliminare: "Trombato? Gira una voce"

Feltri e il Virus-Porro da eliminare: "Trombato?"


di Vittorio Feltri



Giovedì scorso, in prima serata, è andato come al solito in onda Virus, il contagio delle idee, Rai2, condotto da Nicola Porro, uno dei pochi giornalisti televisivi che non inciampi sul congiuntivo, e ha ottenuto un buon risultato in termini di audience. Ha battuto Ballarò, Di martedì e Piazza pulita. Un programma che va meglio di altri dello stesso genere non si dovrebbe toccare. Un’azienda degna di questo nome, soddisfatta del proprio prodotto, farebbe carte false per tenerlo in vita, investendoci dei soldi e potenziandolo. Cosa ha combinato invece il mastodonte di Viale Mazzini? Lo ha chiuso.

Basta, non si fa più. Il prossimo autunno in luogo di Virus vedremo una serie di telefilm polizieschi americani con tanti saluti al pluralismo dell’informazione, su cui la Rai dovrebbe basarsi per giustificare il canone spettante al servizio pubblico. La decisione è stata presa, suppongo, da Antonio Campo Dall’Orto, direttore generale, senza una motivazione, che per altro non c’è, visto che la trasmissione, oltre a reggere brillantemente la concorrenza, costa poco, meno di ogni talk show.

L’esperienza insegna che l’ex monopolio è dominato dai politici attraverso uomini di loro fiducia, ossia pronti all’obbedienza, preferibilmente proni, disposti ad agire non tanto nell’interesse degli abbonati quanto in quello del Palazzo e delle sue botteghe. Ma in questo caso, non comprendo il motivo per il quale Porro non sia gradito al governo, dato che costui è ideologicamente compatibile con chiunque sia fondamentalmente liberale. È un professionista aperto alla discussione, non è legato ad alcun carro partitico e le sue performance non sono mai sbilanciate di qua o di là.

La formula della trasmissione è imperniata sulla libera discussione, non punta sulla polemica sgangherata bensì su un civile confronto. Gli ospiti sono selezionati con cura, rappresentano, come si diceva una volta, l’intero arco costituzionale, di modo che il manovratore non teme agguati e può stare sereno. Insomma, il contagio delle idee avviene a destra e a sinistra e non favorisce né sfavorisce gli amici degli amici. Dov’è allora il problema? Perché silurare un conduttore che fa discreti ascolti e cavalca l’attualità con l’intento di svelarne gli aspetti poco chiari, evitando speculazioni politiche odiose o chiassose (che è anche peggio) non idonee a spiegare alla gente bisognosa di approfondire le questioni più scottanti e non di assistere a match pugilistici?

Ci piacerebbe che Antonio Campo Dall’Orto ci illustrasse perché Ballarò ha diritto di cittadinanza a Rai3, così come Linea Notte, mentre Virus meriti di essere sfrattato da Rai2. La logica che ha ispirato il suo provvedimento drastico ci sfugge. Non la trovo, forse non c’è e se c’è non è di rilevanza imprenditoriale. Vi è qualcosa di inconfessabile nel siluramento di Nicola? Le interpretazioni sono queste. Qualcuno sostiene che il trombato sia troppo bravo per essere tollerato dal burattinaio, altri, viceversa, sostengono che il direttore generale abbia in animo di affidargli un altro programma. Dando per buona la seconda, viene da domandarsi: perché annullare un talk show che funziona per inaugurarne un altro il cui successo non è stato verificato? Un mistero tutt’altro che buffo. Non ci garbano le esecuzioni sommarie dei colleghi.

Hacker, l'attacco cambia la storia: così ti hanno prosciugato il conto

Hacker, l'attacco cambia la storia: così ti prosciugano il conto



Un intrigo internazionale. Uno stranissimo attacco hacker alle banche che allunga un'ombra nera sull'intero sistema mondiale. Tutto, come rivela La Stampa, ha inizio venerdì 5 febbraio, quando la Fed statunitense riceve una serie di ordini di pagamento da parte della banca centrale del Bangladesh: le transizione, "autenticate" assicura la Fed, vanno verso conti privati nelle Filippine e nello Sri Lanka. Il tutto mentre gli uffici del Paese asiatico erano chiusi.

Quando gli impiegati della banca centrale del Bangladesh sono tornati al lavoro, la sorpresa: qualcuno aveva tentato di trasferire quasi un miliardo di dollari dal conto aperto alla Federal Reserve di New York. Gran parte dei soldi erano stati bloccati dalla banca, anche per un errore di battitura dei ladri: ma 20 milioni di dollari sono stati trasferiti in Sri Lanka, dove sono stati fermati dalle autorità locali. Altri 81 milioni sono finiti nelle Filippine, per poi essere inghiottiti dal giro dei casinò. Ad oggi, buona parte di questi soldi sono dati per persi.

Un attacco hacker, appunto. I pirati informatici sono riusciti a mettere a segno il colpo inviando fino a 35 richieste di trasferimento alla Fed attraverso Swift, il sistema di servizi e messaggistica interbancaria fornito a 11mila istituti di credito in tutto il mondo. Inoltre, si è scoperto che nel 2015, la TPBank in Vietnam, a dicembre, aveva bloccato all'ultimo un trasferimento di 1,13 milioni di dollari dai suoi conti, sempre attraverso Swift. Per la banca vietnamita si trattava di richieste fraudolente, dirette in Slovenia.

Questi casi sono emersi pochi giorni dopo che la Swift ha diffuso un allarme in cui invitava le banche a revisionare i sistemi di sicurezza. "Swift non è e non può essere ritenuta responsabile per la vostra decisione di scegliere, implementare e mantenere firewall, o una appropriata segregazione della vostra rete interna”, ha scritto la società. Si tratta del primo avviso di questo tipo dal 1973 ad oggi. Secondo quanto si è appreso la frode è stata tentata attraverso dei Pdf redare infettati, utilizzabili anche per altre transazioni.

Ma non è tutto. Mentre accadeva tutto ciò, il colosso della difesa britannico BAE Systems pubblicava una ricerca secondo cui il malware usato in Bangladesh sarebbe lo stesso usato in Vietnam, che a sua volta avrebbe legami con un gruppo chiamato Lazarus e individuato da un'altra società specializzata in lotta alle frode online, Novetta. Proprio Lazarus, secondo i ricercatori, sarbbe responsabile dell'attacco avvenuto nel novembre 2014 a Sony Pictures.

Il punto, però, è che il caso in Bangladesh non è isolato: ci sono diverse altre banche colpite. Inoltre il malaware è stato ricondotto ad altri due attacchi: alcuni ricercatori indicano la Corea del Nord. E ancora, secondo un'analisi di FireEye, società di investigazioni digitali ingaggiata dalla banca del Bangladesh, a penetrare la rete dell'istituto di Dhaka sarebbero stati tre diversi gruppo: uno pakistano, uno nordcoreano e uno non identificato. Sulla vicenda indaga l'Fbi. Il dato, però, è chiaro: c'è qualcuno in grado di entrare nel sistema di comunicazione interbancaria per rubare soldi. I nostri soldi: come in Bangladesh, potrebbe accadere in Italia.

E di dato, in verità, ce n'è un altro: gli attacchi sarebbero arrivati da Corea del Nord e Pakistan. Da un regime terrorista e comunista e da uno dei Paesi sospettati di essere più vicini al terrorismo islamico. Paesi nei quali i nostri soldi non dovrebbero mai finire.

Marcianise: Di Fuccia e la rinascita della città: “I giovani sono una ricchezza, dobbiamo farli rimanere"

Marcianise: Di Fuccia e la rinascita della città: “I giovani sono una ricchezza, dobbiamo farli rimanere"


intervista a cura di Marina Iadicicco


MARCIANISE -  E’ un giovane avvocato in carriera e proprio dai giovani vuole partire Matilde Di Fuccia, candidata nella lista “Orgoglio Marcianise con Velardi sindaco”, per costruire la città del futuro. Ci ha concesso un’intervista a cuore aperto tra progetti e speranze in vista dell’appuntamento elettorale del 5 giugno.

Se dovesse essere eletta in consiglio comunale quali saranno le sue priorità?

“Innanzitutto miro a coordinare il programma per cui ci battiamo, affinché tutti questi progetti possano poi avere riscontro all’interno dell’amministrazione comunale. Mi propongo come cittadina col desiderio di migliorare la realtà di Marcianise dal punto di vista amministrativo e governativo. Molto spesso i giovani vanno via del nostro paese in cerca di lavoro, ci occupiamo di altre faccende e non facciamo nulla per farli restare nel paese di origine. La nostra Marcianise è così ricca e florida: può fare tanto per i giovani. Questa sarà una delle mie priorità”. 

E’ noto l’impegno del suo gruppo in favore del sociale ed in particolare per il soccorso ai cani randagi. Sulla questione canile cosa c’è da fare?

“Gli animali non possono essere lasciati all’abbandono. Nel sociale bisogna occuparsi di tutto e cercare di dare il giusto peso a tutte le problematiche che si hanno, comprese quelle dei cani. Mi informerò meglio sulla gestione e cura di progetti per realizzare delle case per l’ accoglienza del cane”.

E sulla tutela delle fasce deboli ed i servizi sociali?

“Dobbiamo trovare dei progetti giusti per donare alle persone non solo sostegno ma una speranza, un sorriso. Mi piacerebbe aiutarli a lavorare, per farli sentire realizzati e uguali ai cittadini della comunità”. 

Che apporto potrà dare alla città la scelta di convergere su un nome nuovo come Velardi?

“Non ho mai fatto politica, ma sentivo la necessità di cambiamento. Questo bisogno è già stato sentito nella precedente amministrazione ma che purtroppo non è arrivato. Ho collegato il mio nome a questa lista perché credo nella persona di Antonello Velardi, nella sua professionalità e personalità, per la sua voglia di fare. È un marcianisano come noi ed è una persona giusta, corretta. Il mio modo di pensare combacia col suo. Marcianise ora si trova su un binario morto: una personalità come quella di Velardi, può portarla alla rinascita”.

Ha intenzione di coinvolgere i giovani in qualche progetto? 

“Certo. I giovani sono una fascia sfiduciata della nostra Marcianise, posso definirla una fascia debole. Ho avuto l’opportunità di parlare con un ventenne che non aveva intenzione di andare a votare. A causa della sua condizione familiare, mi diceva di non avere un futuro, per cui io devo e voglio impegnarli in questi progetti, in qualcosa che li faccia sentire più partecipi, più vivi, per riottenere quella fiducia di riscattarsi e non scappare dalla propria terra di origine. Voglio che cambi il modo ragionare, non dobbiamo dare spazio agli egoismi, dobbiamo cercare di occuparci dell’ interesse comune, pensiero citato molte volte da Velardi. Una volta raggiunto questo obiettivo si raggiunge la fiducia delle persone e Marcianise veramente può rinascere”. 

Esclusiva il Notiziario Riparte la Rubrica "l'Avvocato Risponde" a cura di Mario Setola

Esclusiva il Notiziario Riprende la Rubrica "l'Avvocato Risponde" a cura di Mario Setola


Avv. Mario Setola

Ad un anno di distanza dall’ultima uscita riparte la rubrica settimanale "L'Avvocato Risponde" a cura dell'Avv. Mario Setola, civilista ed esperto in diritto di famiglia, sul blog d'Informazione il Notiziario sul web, diretto dall'Amministratore Gaetano Daniele. “Scopo dell’appuntamento settimanale - spiega l’avvocato Setola - è quella di cogliere i classici due piccioni con una fava: da un lato cercare di essere esaustivo e puntuale con chi mi sottopone un quesito e dall’altro dare la possibilità a tutti i lettori di essere aggiornati costantemente su tematiche sì attuali ma in costante evoluzione”.

DOMANDA:

Egregio avvocato, mi chiamo Ivan e scrivo da Caivano. Convivo con una ragazza in un appartamento di mia proprietà, abbiamo una figlia che ho riconosciuto legalmente. Oggi le cose non vanno molto bene tra noi, la famiglia di lei è molto lontana da casa nostra  (più di mille km). Se si mette male tra noi e decide di andarsene via, può portare via la nostra  bimba di 2 anni? e per vederla devo prendere un aereo? E se sono io ad andarmene sono obbligato a lasciarli  in quella casa o posso decidere un'altra soluzione, anche in affitto per loro? L'affidamento congiunto è automatico? Se l'affidamento fosse concesso esclusivamente alla madre, per poter esercitare i miei diritti di padre come posso fare? L'affidamento congiunto puo' essere un mezzo per poter tenere mia figlia almeno nella stessa citta'?

L'AVVOCATO RISPONDE: 

Gentile Ivan, vorrei innanzitutto precisare che la mamma non potrebbe portare con sé la bambina, laddove dovesse decidere di tornare a vivere nell'abitazione paterna, a seguito della cessazione della convivenza. Commetterebbe il reato di cui all'articolo 574 del codice penale, secondo la giurisprudenza consolidata della Corte di Cassazione. L’articolo in questione intitolato “sottrazione di persone incapaci”, recita testualmente:” Chiunque sottrae un minore degli anni quattordici, o un infermo di mente, al genitore esercente la patria potestà, al tutore, o al curatore, o a chi ne abbia la vigilanza o la custodia, ovvero lo ritiene contro la volontà dei medesimi, è punito, a querela del genitore esercente la patria potestà, del tutore o del curatore, con la reclusione da uno a tre anni.  Alla stessa pena soggiace, a querela delle stesse persone, chi sottrae o ritiene un minore che abbia compiuto gli anni quattordici, senza il consenso di esso per fine diverso da quello di libidine o di matrimonio”. Tale reato è ipotizzabile anche nell'ipotesi in cui sia proprio un genitore a sottrarre all'altro genitore, il figlio. La sentenza della Cassazione - Sezione VI - 4 novembre 2009, n. 42370, dà una risposta al seguente quesito di carattere giurisprudenziale: la madre affidataria sottrae per mesi il figlio minore al padre, portandolo in luogo raggiungibile solo in aereo: è sottrazione di minore ex art. 574 del codice penale?  Ecco cosa risponde, a tal proposito, la Suprema Corte. “Risponde del delitto di sottrazione di persona incapace (art. 574 c.p.) il genitore che, senza consenso dell'altro, porta via con sé il figlio minore, allontanandolo dal domicilio stabilito, ovvero lo trattiene presso di sé, quando tale condotta determina un impedimento per l'esercizio delle diverse manifestazioni della potestà dell'altro genitore, come le attività di assistenza e di cura, la vicinanza affettiva, la funzione educativa, identificandosi nel regolare svolgimento della funzione genitoriale il principale bene giuridico tutelato dalla norma”. A tal proposito alcune altre sentenze della cassazione. “E' il regolare svolgimento della funzione genitoriale, il principale bene giuridico tutelato dall'articolo 574 del codice penale (Cass. Sez. 6, 4-3-2002 n. 11415; Sez. 6, 18-2-2008 n. 21441). Ai fini della integrazione dell'elemento soggettivo della fattispecie criminosa in esame, è richiesto il dolo generico, consistente nella coscienza e volontà da parte dell'agente della condotta e dell'evento, ossia nella coscienza e volontà di sottrarre (cioè di togliere, portare via) il minore all'altro genitore esercente la potestà genitoriale e di trattenerlo presso di sé contro la volontà dell'altro genitore (Cass. Sez. 6, 4-3-2002 n. 11415)”. Tanto premesso, laddove la ragazza dovesse portare via dall'abitazione familiare, la bimba, dovrai recarti senza indugio dai carabinieri per denunciarla, ai sensi dell'articolo 574 del codice penale. La bambina ha diritto all'affido condiviso a favore di entrambi i genitori. La Corte di Cassazione, sezione VI civile, con ordinanza del 2 dicembre 2010, afferma quanto segue: “In tema di affidamento dei figli, l’oggettiva distanza esistente tra i luoghi di residenza dei genitori non preclude la possibilità di un affidamento condiviso, potendo detta distanza incidere soltanto sulla disciplina dei tempi e delle modalità della presenza del minore presso ciascun genitore, ai sensi degli artt. 155, comma 2, e 155-quater, comma 2, del codice civile”. Quindi, laddove la vostra convivenza dovesse cessare, vi rivolgerete al tribunale che deciderà per l'affidamento condiviso della bimba, in ragione delle esigenze della stessa e dei genitori. Ad esempio, un mese con la mamma, un mese con il papà oppure nel periodo scolastico con la mamma, in quello festivo con il papà. La decisione spetterà al tribunale e pertanto, in assenza di una sentenza ad hoc, commetterebbe un reato, il genitore che decidesse di “impossessarsi” della bambina, come se fosse un gioiello da portare via. 

Avv. Mario Setola – Foro di Napoli – Esperto in diritto di famiglia 
Studio: Cardito (Na) Corso Cesare Battisti n. 145
Cell. 3382011387 Email: avvocato.mariosetola@libero.it

L'UNITÀ, ROSSI UMILIATI A tre settimane dal voto... Renzi caccia il direttore / Foto

L'Unità, crisi rossa. Renzi licenzia il direttore: chi ha scelto



L'Unità passa dalla rivoluzione gramsciana a quella dei direttori renziani. I conti del quotidiano per il 20% di proprietà del Pd sarebbero in profondo rosso, secondo il Corriere della sera, e la redazione è sul piede di guerra perché la proprietà ha in mente di dimezzarla, passando da 33 a 16 giornalisti per contenere i costi. Non sarà però l'attuale direttore Erasmo D'Angelis a far partire la mannaia. La sua missione si è spenta dopo appena un anno, ora tornerà a fare il dirigente a palazzo Chigi per lasciare il posto a un renziano più renziano di lui. Il nuovo direttore de L'Unità sarà Riccardo Luna, già primo direttore di Wired Italia e il Romanista, oltre che collaboratore di Repubblica. Per Renzi, Luna è stato il guru dell'innovazione al quale ha affidato tanti progetti la cui realizzazione è tanto difficile da definire, da farli passare per geniali. Come i Digital champion, gli innovatori sparsi per la nazione che avrebbero rivoluzionato il sistema Paese, non pervenuti. A Luna innanzitutto l'ingrato compito di risollevare le sorti del quotidiano Dem, con un occhio più attento al digitale e al web, dove L'Unità non sembra brillare. E poi una missione ben più delicata in vista del referendum di ottobre, il quotidiano sarà chiamato al disperato obiettivo di sostenere il caro leader ed evitare il tracollo delle urne.

Feltri, profezia sulle unioni gay: "Vedrete che fine faranno"

Unioni omosessuali. la profezia di Vittorio Feltri: "Vi dico io che fine faranno"


di Vittorio Feltri



A bocce ferme si può tentare un ragionamento sulle unioni civili e le varie convivenze approvate dal Parlamento. Molti - non so quanti - sono contrari alla legge e protestano. In particolare, non tollerano che gli omosessuali contraggano una specie di matrimonio, che poi matrimonio non è. Se si fa notare che ormai mezzo mondo ammette ufficialmente l’accoppiamento stabile fra gay, i tradizionalisti rispondono che l’Italia è un Paese di mentalità e cultura cattolica, pertanto è logico che la maggioranza rifiuti ciò che contrasta con le proprie idee.

Non ho intenzione di polemizzare con chi è ostile alle nuove norme. Vorrei solo ricordare a chi è giovane o non ha buona memoria, che anche il divorzio - a suo tempo - generò scontri micidiali fra credenti (di fede intransigente) e laici (esagero) libertari. Era l’inizio degli anni Settanta. Allora i cristiani promossero un referendum il cui risultato premiò i divorzisti, e quasi per incanto cessarono le diatribe. Adesso nessuno oserebbe scendere sul sentiero di guerra in difesa dell’indissolubilità del matrimonio.

La gente ha capito: non è obbligatorio divorziare, così come non è obbligatorio sposarsi. Trattasi di facoltà (cioè atti facoltativi). In altri e più espliciti termini chi desidera unirsi per sempre è libero di fare simile scelta e chi, viceversa, decide di rompere il legame, allo stesso modo è libero di procedere in questo senso. Alcune formazioni cattoliche, legittimamente, si stanno organizzando allo scopo di sottoporre a plebiscito la materia relativa agli omosessuali e ad altri soggetti. Si può fare. Sono certo però che se la legge non verrà abrogata, tra un lustro al massimo essa sarà stata metabolizzata dalla società e non sarà più contestata.

Non mi sembra quindi il caso di alimentare lo scandalismo in assenza di un autentico scandalo. Indubbiamente, le novità turbano gli animi e suscitano apprensione, ma non appena digerite entrano a pieno titolo nel costume e si accettano. La medesima cosa accadde per l’aborto. In breve, si passò dalle polemiche infocate all’accoglimento pacifico della interruzione della gravidanza. Giusto o sbagliato? Personalmente non sono del tutto convinto sia lecita la soppressione del feto (che poi è un bambino). Però mi sono inchinato e mi inchino alla volontà popolare. La democrazia non mi piace in ogni circostanza, ma me la faccio piacere perché, come diceva Churchill, le altre formule di governo sono peggiori, dato che è inattuabile una dittatura con me al vertice.

Tornando agli omosessuali, sui quali si è legiferato fra tanti contrasti, devo confessare che non comprendo il motivo del contendere. Brutalmente. Se due gay campano sotto il medesimo tetto e convivono more uxorio a me non importa niente e non vedo perché dovrei impedire loro di realizzare il progetto. Scusate: non me ne frega un accidente. Agiscano come preferiscono. Che disturbo danno?

Gli omosessuali, “sposati” o no, esistono comunque, tanto vale lasciare che stiano in coppia. Non cambia nulla. Per noi etero la fedeltà coniugale sarebbe richiesta, una specie di precetto, ma alzi la mano chi non l’ha impunemente violato. Un minimo di pragmatismo e di realismo bisogna praticarlo e non stracciarsi le vesti dinanzi a chi “sgarra”. Inoltre, vogliamo prendere atto che le famiglie cosiddette regolari non sono in genere esempi di moralità e di cura della prole, se sono attendibili le statistiche secondo le quali una moltitudine di genitori picchia i figli?

Da qui la certezza che le future unioni civili e di fatto non saranno né buone né cattive, ma esattamente come le altre, quelle consacrate. L’umanità è quella che è a prescindere dalle preferenze sessuali. È destinata all’imperfezione.

"Armi e aiuti, niente intervento militare" Usa e Italia in Libia staranno a guardare

Vienna, accordo sulla Libia: "Via l'embargo sulle armi, aiuti ma niente intervento straniero"



Niente eserciti stranieri in Libia, ma più aiuti militari. Stati Uniti, Italia e altre venti potenze internazionali hanno convenuto sulla necessità di armare il governo di unità libico per continuare la lotta contro lo Stato islamico, che sta guadagnando terreno grazie allo stallo della situazione politica e al vuoto di potere nel Paese dal 2011. Nel vertice ministeriale che si è tenuto oggi a Vienna, i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell'Onu (Usa, Russia, Cina, Francia e Regno Unito), insieme all'Italia e ad altri 14 stati europei e arabi hanno concordato infatti di cercare di revocare l'embargo sulle armi imposto alla Libia. 

Usa e Italia: "Via l'embargo sulle armi" - "Ribadiamo il nostro appoggio alla sovranità della Libia, alla sua integrità territoriale e alla sua unità", si legge in una nota diffusa dal Dipartimento di Stato Usa. Il presidente del Governo di unità libico designato dall’Onu, Mohammad Fayez al Serraj, che da marzo cerca di stabilire la sua autorità nel Paese, ha chiesto alle potenze internazionali aiuto nella lotta contro i jihadisti dell'Isis e la revoca dell'embargo, in vigore dal 2011. La richiesta è stata accolta dalle potenze, che si sono dette "disposte a rispondere alla proposta del governo libico per addestrare ed equipaggiare le forze e stabilire esenzioni dall'embargo". Il segretario di Stato Usa, John Kerry ha fatto sapere in una conferenza stampa a seguito del vertice che "la comunità internazionale appoggia il governo di unità libico per aiutare il Paese ad affrontare la crisi economica e aiutare la popolazione". Francia, Germania e Italia hanno inoltre precisato che l'instabilità in Libia e l'avanzata dello Stato islamico in una situazione di vuoto al potere rappresentano una minaccia diretta per l’Europa. "La stabilizzazione della Libia è la chiave per combattere il terrorismo. Senza stabilità si rischia un conflitto interno, anche armato", ha dichiarato il ministro degli Esteri italiano, Paolo Gentiloni, secondo cui "la stabilizzazione della Libia è necessaria anche per fronteggiare l’emergenza migranti". 

Al Serraj: "Sostegno straniero, non intervento" - Al Serraj ha ribadito di aver chiesto un aiuto ma non un intervento di forze straniere: "Chiediamo alla comunità internazionale di aiutarci, non parliamo di un intervento ma di sostegno". Al Serraj ha segnalato che la situazione in Libia è molto precaria anche per l'aggravarsi della crisi umanitaria, l'aumento di sfollati e il terrorismo, e ha segnalato la necessità di combattere questi problemi per evitare di compromettere altri Paesi. Ad esempio, ha ribadito, gli aiuti internazionali in materia di sicurezza sono essenziali per proteggere le frontiere e per evitare l’immigrazione illegale. La nomina lo scorso dicembre di un governo di unità non ha concluso la dualità istituzionale che divide il Paese per l'esistenza di due Parlamenti che non si riconoscono a vicenda. Da un lato il Parlamento di Tripoli, considerato ribelle, e dall'altro Tobruk, riconosciuto dalla comunità internazionale e che a sua volta non ha riconosciuto il governo di unità designato dall'Onu. Kerry ha quindi chiesto a Tobruk di riconoscere il governo di Serraj, definito "l'unico strumento per ridare stabilità al Paese".

"Consumi bugiardi", la Fiat in tribunale: tutta colpa di questo modello / Guarda

Fiat, la class action contro la Panda: "Consumi bugiardi"



Guai in vista per la Fiat: 21.031 automobilisti hanno aderito a una class action contro Fca contro i presunti "consumi bugiardi" della Panda ammessa dal Tribunale di Torino. Come riporta Altroconsumo, le domande sono giunte dai possessori della Panda 1.2 benzina 51 kw: il 20,6% provengono dalla Lombardia, il 13,3% dal Piemonte, il 9,63% dalla Toscana e il 9,21% dal Lazio. Per il momento Fca non ha rilasciato alcun commento. 

I 28 preconvocati di Conte per gli Europei: sette debuttanti, 3 stranieri e un assente

Italia, i 28 preconvocati di Conte per gli Europei: ci sono 7 debuttanti


Il ct Antonio Conte ha reso noti i 28 preconvocati per la fase finale degli Europei di calcio. In attesa dei giocatori di Juventus e Milan, impegnati nella finale di Coppa Italia del 21 maggio (così come dei papabili nelle rose di Psg, Manchester United e Anderlecht, anche loro alle prese con gli ultimi impegni), la Nazionale si ritroverà a Coverciano per lo stage e tra gli azzurri ci sono 7 debuttanti assoluti: Benassi, Cataldi, Izzo, Pavoletti, Sportiello, Tonelli e Zappacosta. Tornano in Nazionale Borini e Mirante mentre sono novità assolute nell'era Conte Ogbonna e Marchetti, assenti rispettivamente dall'ottobre 2014 e dal marzo 2015. Torna in azzurro anche Daniele De Rossi mentre si chiude definitivamente la porta per Andrea Pirlo, da un anno a New York e non richiamato dal mister che lo aveva "rigenerato" alla Juventus.

I 28 preconvocati - Questo l’elenco completo dei convocati. Portieri: Federico Marchetti (Lazio), Antonio Mirante (Bologna), Marco Sportiello (Atalanta); Difensori: Francesco Acerbi (Sassuolo), Davide Astori (Fiorentina), Leonardo Bonucci (Juventus), Armando Izzo (Genoa), Angelo Obinze Ogbonna (West Ham), Lorenzo Tonelli (Empoli); Centrocampisti: Marco Benassi (Torino), Federico Bernardeschi (Fiorentina), Antonio Candreva (Lazio), Danilo Cataldi (Lazio), Daniele De Rossi (Roma), Lorenzo De Silvestri (Sampdoria), Stephan El Shaarawy (Roma), Alessandro Florenzi (Roma), Emanuele Giaccherini (Bologna), Jorge Luiz Jorginho (Napoli), Marco Parolo (Lazio), Roberto Soriano (Sampdoria), Davide Zappacosta (Torino); Attaccanti: Fabio Borini (Sunderland), Citadin Martins Eder (Inter), Ciro Immobile (Torino), Lorenzo Insigne (Napoli), Leonardo Pavoletti (Genoa), Graziano Pellè (Southampton).

La strada verso l'Europeo - Lo stage è fissato per mercoledì 18 a mezzogiorno e prevede sei sessioni di allenamento. Lunedì 23 maggio - riferisce la FIGC nella nota - verranno annunciati i convocati per la seconda parte del raduno pre Uefa Euro 2016 con ritrovo a Coverciano il giorno seguente. Previsti due periodi di lavoro di circa una settimana ciascuno per un totale di 12 giorni, comprese le amichevoli contro Scozia (29 maggio a Malta) e Finlandia (6 giugno a Verona), ultimi test prima della partenza per Montpellier dall'eroporto di Milano Malpensa (8 giugno). Tra le due gare, è prevista anche una serata evento dedicata alla Nazionale su Rai 1 il 31 maggio alle ore 20.35: Sogno Azzurro, in diretta dall'Auditorium Rai del Foro Italico di Roma, ospiterà la Nazionale al completo guidata dal ct Conte e tutta la delegazione che accompagnerà gli azzurri nell'avventura europea, a cominciare dal Presidente federale Carlo Tavecchio. Nella stessa occasione, Conte annuncerà la lista ufficiale per il torneo francese.

La sua nomina? Occhio, è illegale: Boschi, il nuovo grosso guaio

La bomba: la sua nomina è illegale. Guai per la Boschi


di Tommaso Montesano



La nomina di Maria Elena Boschi alla presidenza della Commissione per le adozioni internazionali (Cai), decisa da Matteo Renzi nel consiglio dei ministri dello scorso 10 maggio, è avvenuta in violazione della normativa che regola l’organizzazione della Commissione. La guida della Cai sarebbe dovuta andare ad Enrico Costa (Ncd), già in possesso della delega alla Famiglia.

A denunciarlo, nel corso del question time andato in scena al Senato giovedì scorso, è stato Carlo Giovanardi, senatore di Idea, il movimento fondato da Gaetano Quagliariello. «La legge prevedeva che fosse il ministro per la Famiglia a presiedere la Commissione», ha ricordato l’ex esponente di Ncd. Il riferimento di Giovanardi è al decreto del presidente della Repubblica numero 108 del 2007, contenente il «Regolamento recante il riordino della Commissione per le adozioni internazionali». Nel testo, infatti, all’articolo 3, relativo alla Presidenza della Cai, è stabilito che «la Commissione è presieduta dal Presidente del consiglio dei ministri o dal ministro delle politiche per la Famiglia». «Io stesso, quando dal 2008 al 2011 sono stato sottosegretario di Palazzo Chigi con delega alla Famiglia, ho guidato la Cai», ha ricordato Giovanardi. Invece Renzi, che ha affidato le deleghe per la Famiglia a Costa, nominato ministro degli Affari regionali lo scorso gennaio, ha preferito affidare la Commissione per le adozioni a Boschi, già in possesso dei ministeri delle Riforme, dei Rapporti con il Parlamento e delle Pari Opportunità.

Una nomina che, nel momento in cui il Pd annuncia la riapertura della partita sulle adozioni per le coppie omosessuali, non va giù a Giovanardi, che insieme agli esponenti degli altri partiti del centrodestra sta per depositare il quesito su cui raccogliere le firme per l’abrogazione della legge Cirinnà. «Boschi è notoriamente a favore delle adozioni per le coppie gay, quindi totalmente al di fuori dal contesto delle adozioni internazionali», ha attaccato Giovanardi a Palazzo Madama. Tutto il contrario di Costa, che con il suo partito, Area popolare, ha già annunciato di non avere alcuna intenzione di far rientrare dalla finestra ciò che è uscito dalla porta, ossia la stepchild adoption. Da qui il sospetto che Renzi abbia voluto depotenziare un ministero, quello di Costa, che sul tema sta dando filo da torcere al Pd.

Il ministro degli Affari regionali, in Aula, ha preferito glissare: «Ci sono delle articolazioni e delle attività organizzative nell’ambito delle deleghe assegnate che sono funzionali all’attività del governo. Ritengo che la delega alla famiglia sia completa e consenta di dare uno stimolo ai miei colleghi di governo per arrivare a una disciplina organica».

A Montecitorio, però, il clima è destinato a surriscaldarsi di nuovo. Oggi, infatti, in commissione Giustizia inizia il ciclo di audizioni per l’indagine conoscitiva sullo stato della legge per le adozioni. Un passo propedeutico a quella riforma osteggiata dai centristi. Il primo a intervenire sarà Andrea Orlando, ministro della Giustizia.

SGAMBETTO CAPITALE Il Pd a Roma ora trema: l'uomo che gli toglie il 5%

Comunali, ammesse le liste di Fassina a Roma e Fratelli d'Italia a Milano



Brutte notizie per Matteo Renzi: la terza sezione del Consiglio di Stato ha ammesso la lista di Stefano Fassina, candidato sindaco per Sinistra italiana e Sel a Roma, e quella di Fratelli d'Italia a Milano. In particolare la presenza nella competizione elettorale del fuoriuscito dal Pd, quotato intorno al 5%, soffierà voti preziosissimi al dem Roberto Giachetti, già in grave difficoltà nei confronti della grillina Raggi. A questo punto è in dubbio la corsa stessa al ballottaggio contro i due candidati del centrodestra, Meloni e Marchini. A Milano viceversa la presenza di Riccardo De Corato e FdI sarà un sostegno ulteriore a Stefano Parisi del centrodestra, praticamente certo di arrivare al ballottaggio contro Beppe Sala del Pd.

Mentana, il sondaggio definitivo Sindaci: i risultati città per città

Sondaggio Mentana, elezioni amministrative: i risultati 


Il sondaggio definitivo. Perchè poi scatterà il divieto di pubblicare rilevazioni in vista delle prossime elezioni amministrative. Certo, anche lunedì prossimo, Mentana continuerà a fornire dati su cosa succederebbe se si andasse al voto oggi. Ma quello di oggi, al tg di La7, era l'ultimo appuntamento con le previsioni sulle elezioni che si terranno il 5 e il 19 giugno.

Secondo la Emg, a Milano la situazione è più fluida che mai: al primo turno dà Parisi del centrodestra avanti col 36,5% delle preferenze contro il 36 di Sala, ma il candidato del centrosinistra avrebbe la meglio al ballottaggio per 51 a 49. A Roma ci sono almeno tre candidati con speranze di accesso al ballottaggio: la 5 Stelle Raggi data al 28%, il Pd Giachetti al 24, la Meloni al 22 e Marchini al 17. Al ballottaggio, nella Capitale la Raggi vincerebbe a mani basse su Giachetti (56 a 44) e Marchini (56,5 a 43,5), mentre la spunterebbe di un soffio sulla candidata dei Fratelli d'Italia e della Lega (51,5 a 48,5).

A Torino Fassino avanti di brutto al primo turno sulla grillina Appendino: 40% contro 29. Ma al Ballottaggio il risultato è più che mai in bilico, visto che l'attuale sindaco Pd la spunterebbe con soli due punti di vantaggio (51 a 49). Assai più definita la situazione a Napoli, dove secondo Emg, se si votasse oggi, al primo turno De Magistris comanderebbe col 39% davanti a Lettieri del centrodestra col 24% e a Valente del centrosinistra col 19%. Il ballottaggio tra i primi due vedrebbe il sindaco in carica trionfare col 64% delle preferenze contro il 36% di Lettieri.

lunedì 16 maggio 2016

Diluvio di morti per una lite tra poliziotti Stragi di Parigi e Bruxelles, verità horror

Negligenza, invidie e antipatie. Le colpe degli 007 di Bruxelles



Prima delle stragi di Parigi e Bruxelles, la polizia belga avrebbe ignorato un documento che avrebe potuto evitare quelle tragedie. Secondo Il Giornale, Yves Bogaerts, capo della polizia di Malines-Willebroek, a metà strada tra Bruxelles e Anversa, non avrebbe prestato attenzione a un dossier redatto da uno dei suoi ispettori a causa di una antipatia personale, per una pregressa vertenza sindacale. L'attento investigatore, nel carteggio in oggetto, avrebbe meticolosamente spiegato gli spostamenti del gruppo jihadista di Salah Abdeslam e dei suoi fiancheggiatori, il tutto corredato da mappe e indirizzi di possibili covi dei terroristi. Un caso di deliberata negligenza che avrebbe ostacolato l'esiziale lavoro di intelligence alla base dell'antiterrorismo.

Le dichiarazioni - "Non capisco come una relazione informativa così delicata non sia stata letta o trasmessa all'antiterrorismo - ha spiegato il sindaco Bart Somers, confermando la storia - Quando è scoppiato il caso ho manifestato sostegno al comandante Bogaerts, ma la nostra comunità merita maggiore attenzione". Sulle falle della polizia è intervenuto ieri anche Olivier Vanderhaegen, direttore dei mediatori culturali di Malines, gettando ulteriore benzina sul fuoco: "Lavoriamo in situazioni critiche e sotto minaccia - ha detto - È inconcepibile che la polizia si permetta di giocare con la nostra vita non prendendo sul serio denunce, segnalazioni o, peggio ancora, rapporti di funzionari". Il caso, infine, è passato al "Comitato P", l'organo di controllo dei servizi di polizia che dovrà pronunciarsi nelle prossime settimane e, con molta probabilità, potrebbe sollevare dall'incarico il comandante della caserma di Malines. La commissione dovrà fare chiarezza su un caso di possibile negligenza, che ha portato alla morte di 162 vittime fra gli attacchi del novembre 2015 a Parigi e lo scorso marzo a Bruxelles.

Referendum, mossa sporca di Renzi Per vincere cambia tutto (all'ultimo)

Referendum, mossa sporca di Renzi: per vincere cambia tutto (all'ultimo)


La strategia di Matteo Renzi, un premier alle prese con i sondaggi e un tangibile crollo di consenso e popolarità, di giorno in giorno si fa più chiara e delineata. Ormai il fatto che alle Comunali si voterà su due giorni è un dato sostanzialmente certo. Renzi "magnanimo"? Non proprio. Certo, in apparenza la scelta sembra un mezzo autogol: tutti gli analisti dei flussi elettorali indicano che la scelta di votare soltanto la domenica potrebbe avvantaggiare la sinistra, che storicamente ha un popolo più "motivato" ad andare al voto. Non a caso, le polemiche sulla scelta di votare alle amministrative in un giorno soltanto avevano scatenato una violenta polemica, che ora parte archiviata: si voterà anche lunedì.

Ma, attenzione. Putacaso, subito dopo la scelta di spalmare la corsa alle urne su una seconda giornata, ha iniziato a circolare un'indiscrezione, che parimenti ora ha assunto il contorno di un dato di fatto. Si voterà su due giorni anche in occasione del referendum costituzionale di ottobre, quello su cui Renzi si gioca la faccia e il governo: a più riprese ha ripetuto che in caso di vittoria dei "no" abbandonerebbe Palazzo Chigi e la politica. La conferma al voto su due giorni è arrivata dal ministro dell'Interno, Angelino Alfano.

Tutti i sondaggi, ad oggi, indicano i "no" in vantaggio. Renzi, insomma, rischia di saltare. E insomma, è in questo contesto che sarebbe maturata la scelta di spalmare il voto su due giorni anche in occasione del referendum. Il presupposto dietro alla scelta è semplice da comprendere: anche in questo caso, votando in un solo giorno, il "no" sarebbe favorito poiché chi è contrario al pacchetto di riforme è più motivato a recarsi alle urne. Il voto su due giorni, dunque, assume le sembianze di un tentativo di non andare a schiantarsi. Infine, si ricorda che su un referendum costituzionale non vi è alcun quorum da raggiungere: per le ragioni elencate qui sopra, insomma, votare due giorni invece che uno, per il fronte del "sì" è soltanto un vantaggio.

Milano, panico alla fermata Duomo: metrò evacuata, il (brutto) sospetto

Milano, panico alla fermata Duomo: metrò evacuata, il (brutto) sospetto


Momenti di terrore sulla Metropolitana M1 della linea rossa, a Milano. Intorno alle 20 di domenica sera, un vagone in arrivo da Bisceglie e diretto a Sesto San Giovanni, è stato fatto evacuare alla fermata Duomo, in pieno centro, a causa di "una saturazione di una sostanza nell'aria", ha riferito la procura. Non è ancora chiaro se qualcuno abbia spruzzato spray urticante o se il disagio a vie respiratorie e visive sia stato provocato dal rilascio di una sostanza dovuto a un guasto tecnico.

Stando alla ricostruzione fornita da alcuni testimoni oculari, i passeggeri non riuscivano a respirare in modo regolare e presentavano occhi arrossati. Sul luogo sono intervenute ambulanze del 118 e quattro mezzi dei vigili del fuoco. La situazione è però sotto controllo: nessuno è stato ricoverato. Per precauzione, la fermata Duomo è stata momentaneamente chiusa.

"Il centrodestra presto al governo" Il documento che cambia la storia

"Il centrodestra presto al governo": il documento che cambia la storia del Paese



Nel febbraio del prossimo anno, si sussurra, l'Italia potrebbe essere chiamata alle urne per le elezioni politiche (e questo al netto del risultato del referendum). E dunque, cosa potrebbe accadere se si andasse al voto tra nove mesi? Una risposta al quesito la ha fornita il sondaggista Alessandro Amadori ad Affaritaliani.it. Amadori ha elaborato i dati dell'ultimo sondaggio Piepoli per spiegare che cosa potrebbe accadere.

Si parte dal Pd, "il partito che rischia maggiormente". Amadori spiega che "la variabilità dipende da come andranno le Amministrative del 5 giugno e soprattutto il referendum di ottobre sulla riforma costituzionale. Se ci fosse una sconfitta simbolica e la vittoria del no al referendum costituzionale si potrebbe generare un effetto-galvanizzazione dell'elettorato di centrodestra". In cifre, secondo Amadori, il Pd potrebbe oscillare tra il 30 e il 34 per cento.

La vera sorpresa, però, è relativa al centrodestra: ha tutte le carte in regola per riprendersi, vincere e governare. E questo nonostante le divisioni interne che si sono manifestate in modo violento a Roma. La parola alle cifre. La Lega gode di un 13-15%, Forza Italia dell'11-13%, Fratelli d'Italia in netto rialzo può arrivare al 5-7 per cento. Mettendoci i voti di altri partiti, il centrodestra potrebbe arrivare al 31-34%, superare il Pd e vincere.

Chi invece potrebbe uscire ridimensionato dal voto a febbraio 2017 è il Movimento 5 Stelle, il cui consenso potrebbe oscillare tra il 24 e il 26 per cento. Spiega Amadori: "Dopo la morte di Casaleggio ha perso smalto. Non ha ancora un leader. Di Maio non lo è e Grillo è tornato a fare il comico. Anche le ultime grane che sono emerse in questi giorni sono state gestire in modo poco brillante e per certi versi anche contraddittorio".

domenica 15 maggio 2016

Scandalo Antinori, parla la vittima Infermiere-modelle, i soldi, il furto

Scandalo Antinori, ora parla la vittima. Dentro la clinica "delle modelle": il furto



È stata sottoposta a bombardamenti ormonali, continue iniezioni e visite ginecologiche, finché non le hanno "rubato" gli ovuli. Parla in un'intervista a Repubblica una delle prime ragazze che ha denunciato il ginecolo Severino Antinori, facendolo arrestare dopo aver scoperto quello che racconta come un furto in un clima di violenza vera e propria. Giovanissima, ha solo 22 anni, accento brasiliano, la ragazza, nome di fantasia Maria, ha raccontato come è entrata in contatto con la clinica Matris, gestita da Antinori e da sempre famosa per essere riuscita a portare a termine gravidanze ritenute impossibili, o di certo complesse nel rispetto delle leggi italiane. In Italia infatti è vietata la vendita di ovuli, ne è concessa solo la donazione, il che rende più difficile reperirli.

Il sistema - La soluzione di Antinori quindi sarebbe stata quella di acquistare gli ovuli da giovanissime ragazze, in cambio di denaro e favori di vario genere. Lo racconta Maria che, in difficoltà economiche perché disoccupata e con un affitto da pagare, dice di essere stata avvicinata dalla sua amica Barbara, che già lavorava nella clinica Matris. Il contatto è stato l'annuncio di una casa pubblicato da Barbara, un alloggio che Maria non si sarebbe mai potuta permettere finché l'altra non le ha proposto un aiuto. La proposta era quella di vendere i suoi ovuli per mille euro a ogni prelievo. Se portava un'amica, avrebbe guadagnato altri 500 euro.

I pagamenti - Maria ha quindi venduto la prima volta ed è stata pagata. Si è sottoposta a un secondo ciclo di cure ormonali, ma al suo risveglio, dopo l'intervento: "mi hanno detto che avevano trovato solo acqua. Ma gli ovuli tre giorni prima si vedevano dall'ecografia. Non volevano pagarmi".

La clinica - Maria dimostra di avere una discreta memoria storica sulla clinica Matris di Antinori e ne racconta il declino degli ultimi tempi: "Quando ho accettato di diventare donatrice, c'erano medici ed esperti di fecondazione alla Matris. Non li ho più trovati lì. Se ne sono andati quasi tutti - ha aggiunto - In compenso il centro si è popolato di ragazze bellissime, vestite da infermiere, che hanno iniziato a lavorare alla Matris. Giovani come le mie coetanee che portavo a Barbara".

SOLDI PER LE FAMIGLIE La novità sul primo figlio: quanto vale ora l'assegno

Soldi per le famiglie. La novità sul primo figlio: quanto vale ora l'assegno


Il Governo sta ragionando sull’ipotesi di introdurre il ’fattore famiglià, proposto dal Forum delle associazioni familiari come rimodulazione della no-tax area in base al numero dei componenti di uno stesso nucleo. Lo ha affermato il ministro della Famiglia, Enrico Costa, intervenuto oggi al convegno organizzato a Roma dal Forum, in occasione della Giornata internazionale della famiglia che si celebra domani. «Voglio lanciare un grande ’Patto con le famigliE e lo voglio chiamare così perchè penso che le risorse che vengono investite, lasciate in tasca o messe in tasca alle famiglie italiane, rientrino: non si tratta di un segno meno nel bilancio dello Stato ma di un segno più in termini di crescita e sviluppo», ha premesso Costa, non escludendo il ’Fattore famiglià tra gli strumenti fiscali a favore dei nuclei con figli. «È una proposta molto seria, complessa e interessante che ha un obiettivo assolutamente condivisibile: favorire le famiglie in rapporto al numero dei figli. È un tema sul quale stiamo ragionando». Poi, secondo il ministro, è necessario «rafforzare i sistemi e i meccanismi che già ci sono, dal bonus bebè alle detrazioni, e farlo anche per incentivare le coppie a fare non solo il primo figlio ma anche il secondo o il terzo. Inoltre dobbiamo semplificare la normativa, ora frastagliata e disordinata, e per questo puntiamo a fare un Testo unico sulla famiglia», ha aggiunto Costa, spiegando che «bisogna semplificare» attraverso «un approccio organico» che vada a «cucire insieme misure frammentarie, disorganiche, senza una visione complessiva, a sfrondarle e a vedere quelle che sono state utili e quelle che non lo sono state, quelle non finanziate o inefficaci»

L’obiettivo, per il ministro, è chiaro: «la famiglia è la prima impresa italiana e noi abbiamo un grande problema che è quello del tasso di denatalità. Ci preoccupiamo giustamente dei cervelli in fuga ma dobbiamo anche preoccuparci delle 100 mila culle vuote rispetto a 5 anni fa, con una progressione che dobbiamo fermare e invertire» mediante «misure concrete ed efficaci», ha concluso, osservando che «la coperta è corta ma la priorità è la famiglia». Il Forum famiglia, per voce del suo presidente Gianluigi De Palo, chiede che «le famiglie non vadano in difficoltà, altrimenti produrremo sempre costi: la richiesta del ’fattore famiglià e di un fisco più equo serve proprio a evitare questo tipo di problemi, perchè c’è da decidere se essere curatori fallimentari di un paese che non fa più figli o se investire le risorse sull’impresa che produce più frutti, che è la famiglia». Il fattore famiglia, ha spiegato De Palo, «a regime costa 14 miliardi di euro ma rimodulando il bonus degli 80 euro, in funzione dei figli e non del contratto di lavoro, ci sarebbero già 10 miliardi a disposizione e quindi in due anni si potrebbe fare».

Canone Rai, ecco come non si paga C'è la tassa nascosta: quanto spendi

Canone Rai, la tassa occulta (da 11 euro) per non pagarlo


di Edoardo Cavadini



Pagare di più anche quando si ha diritto a non pagare nulla. Paradosso tutto italico, vittima predestinata il contribuente, che anche quando segue le regole fino alla virgola scopre che lo Stato per premio ha in serbo una sovrattassa, un extra-tariffa, insomma riesce sempre a spillargli qualche euro in più dalla saccoccia.

La scusa stavolta è il canone Rai. Renzi ha sentenziato: con la tariffa nella bolletta elettrica pagheranno meno (da 113 a 100 euro) ma pagheranno tutti. Intanto, a poche settimane dall' invio della prima maxi-rata a luglio, da 70 euro, il caos regna sovrano, con le compagnie elettriche che dovranno fare i salti mortali per travestirsi da sostituto d' imposta, mentre i cittadini che hanno i requisiti fanno la corsa per accedere alla finestra dell' esenzione che scade questo lunedì. E qui casca l' asino.

Chi scrive si trova nella fortunata condizione di risiedere a Milano ma, avendo mantenuto la residenza nella casa dei genitori in un altro Comune, di rientrare nel novero di coloro che sono esclusi dal pagamento della gabella (una buona casistica si trova sul sito dell' Agenzia delle Entrate. Due le strade da percorrere. Compilare il modulo di esenzione on line o optare per l' invio cartaceo. Abbiamo scelto la seconda strada, non essendo registrati al portale delle Entrate. E sono iniziati i dolori. In primis perché la raccomandata deve essere effettuata solamente con un plico senza busta. Ammettiamo l' ignoranza in numismatica.

Dopo alcune ricerche su internet, si scopre essere un incrocio tra un origami e un' esercitazione di educazione tecnica. Bisogna munirsi di pazienza, precisione e tanto nastro adesivo. Il plico, infatti, va fabbricato con le proprie mani. Letteralmente. Si devono piegare i fogli (due più la copia di un documento di indentità) a soffietto, così da simulare la forma di una busta. Poi occorre sigillare i lati aperti con lo scotch, operazione in sé banale, certo, ma non tutti sono fan di Art Attack. Ah, nota importante, non vi venga in mente di cavarvela con una graffettatrice, verreste rimbalzati allo sportello postale. In ogni caso sono molti i tutorial su Youtube.

Ma veniamo al dunque. Chiusa la busta-non busta, scritto l' indirizzo, compilato il modulo per la raccomandata 1, ci si presenta dall' addetto. Il quale pesa l' incartato (20 grammi) e chiede il pagamento di 11 euro e 80 centesimi. «Ma come - facciamo con una certa sorpresa - ci deve essere un errore, la tariffa non è di 6 euro e 5 centesimi?». La risposta dell' addetto è cortese ma lapidaria: «Signore avrebbe ragione se si trattasse di un invio normale. Ma questa è una lettera non standard, e anche se pesa come una busta normale e ne ha le stesse dimensioni, per noi è un altro tipo di prodotto». Non resta che pagare col sapore della beffa in bocca.

Perché dopo averlo costretto a fare gli straordinari con forbice e righello, Mamma Rai non ce la fa proprio a tagliare il cordone ombelicale col figlio che osa staccarsi dal suo giogo fiscale. E così gli rifila un ultimo, simbolico, ceffone, sottoforma di sovrattassa occulta. Noi, almeno, abbiamo vissuto così l' affrancamento dal Canone. Purtroppo il timore è che non saremo i soli.

I NUMERI DEL PANICO Un sondaggio e due ko: Renzi, il suo futuro è nero

Referendum. Renzi ancora più giù, ora rischia davvero il posto



Stabile nell’ultima settimana al 28% la fiducia in Matteo Renzi, secondo l’Istituto Ixè per Agorà (Raitre), il presidente del Consiglio rimane al secondo posto tra i leader politici in compagnia di Luigi Di Maio (al comando c’è sempre Sergio Mattarella, con il 55%). Più in alto di tutti, come al solito, Papa Francesco, con l’86% di fiducia. Scende, intanto, al 25% (-1%) la fiducia nel governo.

Le riforme - Sul referendum costituzionale invece, il 72% degli italiani dichiara che a ottobre andrà a votare per il referendum costituzionale (la settimana scorsa era il 74%). Tra questi, il 46% oggi voterebbe sì e il 54% no (aumento del 2% rispetto alla settimana scorsa). Numeri decisamente preoccupanti per Renzi che, a 5 mesi dal referendum, perde sempre più terreno sul fronte del si e rischia di uscire sconfitto nella battaglia campale sulle riforme aprendo una grave crisi di governo. Lo stesso Renzi da Fazio ebbe a dire: “Se perdo, mi ritiro”.

Giovanni ha 7 anni e non ha speranze: la sua scelta straziante prima di morire

Giovanni ha 7 anni e sta per morire: "Date tutti i soldi a quest'ospedale"


Quando un bambino può insegnare molto agli adulti, ai cosiddetti “maturi”, a quelli che conoscono la vita e le persone. Questa è la storia, purtroppo tristissima, del piccolo Giovanni Ignaccolo che, al termine di un lungo calvario, si è spento alla tenera età di 7 anni. Il piccolo però, prima di lasciare i suoi cari ha espresso un ultimo desiderio di una generosità smisurata: “Comprate con i miei risparmi un'attrezzatura per questo reparto. Servirà per gli altri bambini”.

La storia - La storia di Giovanni, vittima di un incidente quattro anni fa, quando è caduto nel vuoto dal vano scala di un edificio dall'altezza di circa 6 metri, riportando una decompressione della massa ematica rilevante, ha emozionato il personale medico e paramedico dell'Ospedale “Maggiore” di Modica dove è stato ricoverato per tanti anni. Così i suoi genitori hanno deciso di contribuire all'acquisto di un oscillometro che verrà donato alla divisione di pediatria dell'ospedale "Maggiore". Il sito on line Ragusanews contribuirà alla raccolta dei fondi per l'acquisto dello strumento sanitario.

"Dal rubinetto esce l'acqua della fogna" Allarme in Italia: dove non si deve bere

L'acqua della fogna nei rubinetti, quattro intossicati



Depositate negli uffici della Procura della Repubblica di Bari cinque denunce per sintomi da avvelenamento causati da acqua contaminata per le rete idrica nel comune di Casamassima. Nei giorni scorsi i militari hanno acquisito i primi elementi presso gli uffici dell'Acquedotto pugliese. L'ipotesi è che la rottura di una condotta dell'acquedotto abbia causato la contaminazione dell'acqua con sversamento di sostanze provenienti dalla locale fogna che ha generato diversi malori e ricoveri fra adulti e bambini. Delle cinque denunce giunte, quattro sono a firma di cittadini che hanno subito ricoveri, gastroenteriti e danni alla salute. Una invece, è stata depositata dal Comune di Casamassima, sulla base di una relazione del comando di polizia locale, con l’ente pronto a: “attivare azioni legali nei confronti di chi si ravvisasse responsabile” della situazione di allarme idrico e dei conseguenti danni alla salute. 

Ncd contro Pd, il governo si spacca sulle adozioni gay

Ncd contro Pd, il governo si spacca sulle adozioni gay



Il governo ha rischiato grosso sulle unioni civili, ne è passato indenne grazie a una difficilissima mediazione tra Pd e Ncd e dopo qualche giorno torna a spaccarsi sul tema che era stato stralciato proprio per evitare guai, le adozioni gay. "Sia chiaro che non può rientrare dalla finestra quello che è uscito dalla porta - è l'affondo dell'alfaniano Enrico Costa, ministro per gli Affari regionali con delega alla Famiglia -. In tema di stepchild adoption fino a oggi la giurisprudenza ha dato delle interpretazioni colmando un vuoto normativo. Ora quel vuoto non c'è più, c'è una norma chiara che esclude la stepchild adoption, a maggior ragione alla luce dei lavori parlamentari, e quindi mi attendo di vedere chiusa una fase di interpretazione creativa". Parole che non sono piaciute alla senatrice del Pd Monica Cirinnà, firmataria della legge e simbolo della sua versione più "radicale" che comprendeva anche le adozioni gay: "Non è così, non c'è alcuna giurisprudenza creativa, c'è la giurisprudenza che, davanti alla scelta del legislatore di non decidere, continua ad applicare la norma esistente che è la legge sulle adozioni che è richiamata esplicitamente al punto 20 del maxi-emendamento del governo".

Il governo si spacca sulle adozioni gay Parla il ministro Ncd e il Pd s'arrabbia

Tania Cagnotto concede il bis: un'altra medaglia d'oro



Tania Cagnotto trionfa anche dal trampolino da tre metri agli europei dei tuffi di Londra. La campionessa azzurra, che aveva già vinto il titolo da un metro, ha bissato nella specialità olimpica chiudendo i cinque salti di finale con 360.60, 30 punti di vantaggio sull'argento, l'olandese Freitag, bronzo alla britannica Reid.

Hamsik storico, Napoli in Champions Milan horror, Sassuolo in Europa (forse)

Serie A, gli ultimi verdetti: Higuain storico, Napoli in Champions. Sassuolo in Europa, Milan horror



Ultima giornata di Serie A senza sorprese nelle zone alte: il Napoli resta secondo grazie a un Higuain leggendario, 36 gol in 35 partite, tripletta nel 4-0 al Frosinone. La Roma, con il 3-1 a San Siro sul Milan, conferma di essere in un momento di forma stellare, purtroppo per lei raggiunto troppo tardi, e col terzo posto dovrà conquistare la Champions League superando i preliminari. Il Sassuolo vince 3-1 su un'Inter quarta e già in vacanza e centra uno storico sesto posto che gli dà l'accesso ai preliminari di Europa League. E il Milan, allo sbando e senza futuro, resta aggrappato al sogno della vittoria in Coppa Italia contro la Juventus il 21 maggio per tornare in Europa. Un'illusione, visto come stanno i rossoneri e soprattutto i campioni d'Italia (5-0 alla Samp nell'anticipo di sabato pomeriggio).

Higuain superstar - Il Napoli soffre un tempo contro il Frosinone già retrocesso, anche in 11 contro 10 per il rosso a Gori. A Milano la Roma lo scavalca al secondo posto passando in vantaggio sul Milan e il San Paolo trema. Traversa di Insigne, tante occasioni per gli uomini di Sarri ma a sbloccare il risultato a fine primo tempo ci pensa capitan Hamsik con una zampata sottomisura. Gli azzurri si sciolgono e nel secondo tempo è festa totale per il Pipita Higuain: tre gol, l'ultimo in rovesciata, che gli permettono di superare il record del mitico bomber svedese del Milan Gunnar Nordahl, risalente al 1950. 

Sassuolo in Europa (forse) - Inutile la vittoria della Roma sul campo di un derelitto Milan, che chiude settimo: resta l'impressione di una squadra bella e consapevole dei propri mezzi, con Salah ed El Shaarawy letali (in gol), un centrocampo muscolare e creativo insieme e un Totti ciliegina sulla torta (dà il via di tacco alla rete di Emerson). Colpa anche di un Diavolo povero, poverissimo. Balotelli dal 1' e invisibile, Bacca inesistente (e solito gol di rapina, il numero 18), una difesa senza senso tattico e un centrocampo di burro (col giovane Locatelli all'amarissimo debutto): in queste condizioni, sembrerebbe già un miracolo perdere con dignità la finale di Coppa contro la Juve, ultimissima occasione per riabilitare una stagione modesta diventata orribile per colpe solo proprie. Gode giustamente il Sassuolo, che ha fatto un campionato ottimo nonostante molti passaggi a vuoto nel finale di stagione (ma il Milan ha fatto peggio). La vittoria per molti scontata contro l'Inter (doppietta di Politano e gol di Pellegrini, Palacio segna il momentaneo 1-2) regala un sogno europeo: sabato Squinzi e Di Francesco dovranno tifare Juve.

sabato 14 maggio 2016

Un porno scandalo sul pm dei marò: "Che cosa faceva alle avvocatesse"

Un porno scandalo sul pm dei marò: "Che cosa faceva alle avvocatesse"


Censura e trasferimento d'ufficio al tribunale di Viterbo, dove farà il giudice: questo il provvedimento disciplinare che ha colpito il sostituto procuratore romano Franesco Scavo, 59 anni, titolare tra le altre delle inchieste sugli italiani sequestrati all'estero (per esempio seguì il caso di Greta e Vanessa), sui nostri marò e, per ultimo, sull'omicidio di Luca Varani da parte di Marc Prato e Manuel Foffo.

La decisione è arrivata dal Csm, che accusa Scavo di aver rivolto ad alcune avvocatesse e ad altre interlocutrici "apprezzamenti imbarazzanti a sfondo sessuale" nonché "vere e proprie avances". In un caso, si può leggere nel rapporto, gli approcci si sarebbero "tradotti anche in repentini palpeggiamenti in ufficio davanti alla porta di collegamento con la segreteria". I fatti contestati risalirebbero a un periodo compreso tra il 2009 e il 2011.

Ascolti record, Giletti pigliatutto. Cosa vuole dargli in mano la Rai

Raiuno, il piano: a Massimo Giletti l'intera "Domenica in"



Va a bomba, come si dice, Massimo Giletti con la sua "Arena" della domenica su Raiuno. Alla faccia degli snob che sbavano per le (non) interviste di Fazio a "Che tempo che fa" e lo considerano un giornalista di serie B, lui sta ottenendo eccezionali risultati d'ascolto e pure un notevole ritorno mediatico sui giornali del lunedì, che assai spesso riprendono quanto accaduto in studio. Per questo, secondo quanto riporta l'agenzia di news AdnKronos, in Rai sarebbe in fase avanzata l'idea di affidare a Giletti e al suo gruppo di lavoro l'intera Domenica In , dalle 14 alle 18. Nella seconda parte del programma non ci sarebbe più quindi Paola Perego, per la quale sarebbe allo studio l'ipotesi di un nuovo programma nel sabato pomeriggio, un magazine sul tipo di 'Verissimo" di Canale 5.