Feltri e il Virus-Porro da eliminare: "Trombato?"
di Vittorio Feltri
Giovedì scorso, in prima serata, è andato come al solito in onda Virus, il contagio delle idee, Rai2, condotto da Nicola Porro, uno dei pochi giornalisti televisivi che non inciampi sul congiuntivo, e ha ottenuto un buon risultato in termini di audience. Ha battuto Ballarò, Di martedì e Piazza pulita. Un programma che va meglio di altri dello stesso genere non si dovrebbe toccare. Un’azienda degna di questo nome, soddisfatta del proprio prodotto, farebbe carte false per tenerlo in vita, investendoci dei soldi e potenziandolo. Cosa ha combinato invece il mastodonte di Viale Mazzini? Lo ha chiuso.
Basta, non si fa più. Il prossimo autunno in luogo di Virus vedremo una serie di telefilm polizieschi americani con tanti saluti al pluralismo dell’informazione, su cui la Rai dovrebbe basarsi per giustificare il canone spettante al servizio pubblico. La decisione è stata presa, suppongo, da Antonio Campo Dall’Orto, direttore generale, senza una motivazione, che per altro non c’è, visto che la trasmissione, oltre a reggere brillantemente la concorrenza, costa poco, meno di ogni talk show.
L’esperienza insegna che l’ex monopolio è dominato dai politici attraverso uomini di loro fiducia, ossia pronti all’obbedienza, preferibilmente proni, disposti ad agire non tanto nell’interesse degli abbonati quanto in quello del Palazzo e delle sue botteghe. Ma in questo caso, non comprendo il motivo per il quale Porro non sia gradito al governo, dato che costui è ideologicamente compatibile con chiunque sia fondamentalmente liberale. È un professionista aperto alla discussione, non è legato ad alcun carro partitico e le sue performance non sono mai sbilanciate di qua o di là.
La formula della trasmissione è imperniata sulla libera discussione, non punta sulla polemica sgangherata bensì su un civile confronto. Gli ospiti sono selezionati con cura, rappresentano, come si diceva una volta, l’intero arco costituzionale, di modo che il manovratore non teme agguati e può stare sereno. Insomma, il contagio delle idee avviene a destra e a sinistra e non favorisce né sfavorisce gli amici degli amici. Dov’è allora il problema? Perché silurare un conduttore che fa discreti ascolti e cavalca l’attualità con l’intento di svelarne gli aspetti poco chiari, evitando speculazioni politiche odiose o chiassose (che è anche peggio) non idonee a spiegare alla gente bisognosa di approfondire le questioni più scottanti e non di assistere a match pugilistici?
Ci piacerebbe che Antonio Campo Dall’Orto ci illustrasse perché Ballarò ha diritto di cittadinanza a Rai3, così come Linea Notte, mentre Virus meriti di essere sfrattato da Rai2. La logica che ha ispirato il suo provvedimento drastico ci sfugge. Non la trovo, forse non c’è e se c’è non è di rilevanza imprenditoriale. Vi è qualcosa di inconfessabile nel siluramento di Nicola? Le interpretazioni sono queste. Qualcuno sostiene che il trombato sia troppo bravo per essere tollerato dal burattinaio, altri, viceversa, sostengono che il direttore generale abbia in animo di affidargli un altro programma. Dando per buona la seconda, viene da domandarsi: perché annullare un talk show che funziona per inaugurarne un altro il cui successo non è stato verificato? Un mistero tutt’altro che buffo. Non ci garbano le esecuzioni sommarie dei colleghi.
Nessun commento:
Posta un commento