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domenica 8 maggio 2016

La follia dei black-bloc al Brennero Guerriglia al confine, diversi feriti

La follia dei black-bloc al Brennero: guerriglia al confine


Tensione è alle stelle sul Brennero. Una nutrita schiera di black bloc e anarchici ha iniziato una manifestazione contro la chiusura del confine con l’Austria, che è velocemente sfociata in violenza. I dimostranti hanno attaccato le forze di polizia, in tenuta anti sommossa. Almeno un poliziotto è rimasto ferito. A questo punto il corteo, di circa 500 manifestanti, si è diviso in due tronconi. Un gruppo ha cercato di abbattere le transenne che le forze dell'ordine avevano allestito per evitare che i dimostranti giungessero sulla sedia ferroviaria, lanciando bengala ed oggetti esplodenti. La polizia ha risposto con i lacrimogeni. Al momento, gli scontri sono ancora in corso e sia l'autostrada che la linea ferroviaria sono state chiuse per motivi di sicurezza.

Chi sono - La maggior parte dei manifestanti è giunta in treno da varie regioni italiane, ma anche da Germania, Austria e Spagna. Un altro gruppo è arrivato con le automobili. I manifestanti sono usciti dalla stazione, molti di loro con volto coperto e vestiti di nero, pronunciando slogan contro le forze di polizia e contro i giornalisti e facendo anche esplodere alcuni botti. Raggiunti davanti alla stazione dagli altri manifestanti, il corteo ha cominciato a marciare verso l'Austria.

Le reazioni - "Al Brennero non ci sarà nessun muro e il confine non verrà chiuso - ha detto il neo ministro degli interni austriaco Wolfgang Sobotka a Merano oggi per il congresso della Svp - Se l'Italia fa i suoi compiti non ci sarà neanche bisogno dei controlli". "Se la Germania può controllare verso l'Austria, non si capisce perché l'Austria non possa fare lo stesso verso l'Italia", ha aggiunto.

Marchini, mostruoso balzo in avanti Sondaggio-boom: dove è arrivato

Marchini, mostruoso balzo in avanti. Sondaggio-boom


Poche certezze, tante indecisioni, troppe variabili. Questi gli elementi che emergono dal sondaggio di Nando Pagnoncelli e pubblicato sul Corriere della Sera. Si parla della tribolata, appassionante e frammentata corsa elettorale a Roma.

Le intenzioni di voto - La grillina Virginia Raggi si conferma in testa con il 29,5% delle preferenze (+2% rispetto a marzo), seguita da Giorgia Meloni con il 21,5% (anch’essa in crescita: +1,5%), Roberto Giachetti con il 20% (in calo del 2,5%), Alfio Marchini con il 19,5%, (+13%) rispetto al precedente sondaggio, realizzato quando Guido Bertolaso era ancora in campo. A seguire Stefano Fassina con il 5,5% (+2%) e gli altri candidati che, tutti insieme, raggiungono il 4%. Da queste cifre emergerebbe, salvo rivoluzioni, uno scenario elettorale che prevederebbe il ballottaggio.

Il ballottaggio - In un ipotetico secondo turno, secondo Pagnoncelli, la Raggi sarebbe destinata a vittoria sicura. Al momento infatti, l’avvocato grillino prevale su Meloni (52,5% a 47,5%), Giachetti (55,2% a 44,8%) e Marchini (54,3% a 45,7%). Nel sondaggio inoltre, sono previste tutte le possibili ipotesi di ballottaggio tra i candidati principali: oggi Meloni prevale su Giachetti (55,2 a 44,8) e Marchini (52,9% a 47,1%), mentre Marchini prevale su Giachetti (54,4% a 45,6%).

Partiti - Per i partiti invece, il M5S si mantiene in testa con il 31,5% (+1,7% rispetto a marzo), seguito dal Pd (22,6%), FdI (10,8%), FI (9,7%), Lista Marchini (5,4%), Lega (4,3%). Da tenere presente l’elevato livello di astensione di lista e indecisione (53,2%).

sabato 7 maggio 2016

Europa spaccata in due: la secessione Ecco quando (e con chi andrà l'Italia)

La secessione: Europa divisa in due. Quando si spacca, con chi andremo


A Bruxelles la chiamano “Europa a più velocità” o “Unione politica”. Era un’idea già prospettata sedici anni fa dall’allora ministro degli Esteri tedesco Joschka Fischer, e rispolverata ieri dalla cancelliera Angela Merkel in visita a Roma. In un’Unione Europea troppo disomogenea e sull’orlo della disintegrazione, il progetto per far decollare l’Europa passa attraverso un’unione politica che coinvolgerebbe solo un ristretto gruppo di Paesi, pronti a procedere verso una frontiera più avanzata sui migranti, sull’euro e su robuste istituzioni comuni.

L’idea è quella di selezionare un gruppo di Stati d’avanguardia, che portino l’integrazione europea a un livello più avanzato. Il nucleo sarà probabilmente costituito dai sei fondatori: Francia, Germania, Italia, Olanda, Belgio e Lussemburgo. A questi potrebbe aggiungersi qualunque altro Stato sia disposto a unirsi alle condizioni indicate sopra: Spagna e Portogallo, e, se lo vorranno, Austria e Finlandia.

A quasi sessant’anni dalla sua fondazione, l’Europa di oggi è colpita da una doppia recessione, politicamente divisa lungo il valico del Brennero, minacciata dal referendum sulla Brexit. La Spagna è senza governo da quasi sei mesi, in Francia il Front National di Marine Le Pen è in testa ai sondaggi, l’Italia non vuole farsi indicare il bilancio pubblico da Bruxelles, la Germania continua a frenare sull’unione bancaria perché teme di dover pagare per le fragilità degli altri, sottolinea il Corriere della Sera.

Ormai è chiaro che l’equilibrio attuale non può più tenere a lungo. Eppure, in una situazione di fragilità come questa, l’unione politica, l’”Europa a più velocità” sembra un’idea tanto improbabile quanto concreta. Il nuovo progetto potrebbe già partire con una prima fase di consultazione dei cittadini.

Londra, Allah salvi il nuovo sindaco Chi è l'islamico che si prende la città

Londra, Allah salvi il nuovo sindaco: chi è l'islamico che si prende la città



Ha 45 anni, di origine pakistana, musulmano, avvocato dei diritti umani e, da oggi, è il nuovo sindaco di Londra, Sadiq Khan, candidato laburista, ha battuto alle urne l’avversario conservatore Zac Goldsmith. E ora, figlio di un autista d’autobus e di una sarta, si trova in mano le chiavi di una delle più grandi, dinamiche e cosmopolite metropoli di Europa. Una grande sfida lo attende: è il primo sindaco musulmano di una capitale europea, proprio nel momento in cui l’Europa è presa d'assalto dai tanti giovani musulmani immigrati di seconda generazione che si rivolgono al terrorismo perché si sentono esclusi dalla società di adozione.

“Voglio che tutti i londinesi abbiano le stesse opportunità che la città ha dato a me - si legge nel suo manifesto politico - una casa che si possono permettere, un lavoro di buon livello con un buon salario, un sistema di trasporto che non sia solo moderno ma anche economico e, infine, un ambiente sicuro, pulito e salutare”.

Quinto di otto fratelli, si è laureato in legge all’University of North London. Nella sua carriera legale, è specializzato in azioni contro la polizia, diritto del lavoro ed in materia di discriminazione, recensioni giudiziarie, inchieste e criminalità. Londinese di nascita è d’azione, è entrato in Parlamento nel 2005 con il partito laburista ed è stato ministro dei Trasporti nel governo di Gordon Brown.

Nel 2013 ricevette minacce di morte per aver votato in favore della legge che estendeva il matrimonio alle coppie dello stesso stesso. Secondo quanto riportavano i tabloid del periodo, l’imam di Bradford aveva emanato una fatwa in cui scomunicava Sadiq come musulmano. È sposato con la collega avvocato Saadiya Ahmed dal 1994 e ha due figlie, Anisah e Ammarah, oggi adolescenti.

"Quest'uomo ha ammazzato Prince?" È un vip: di cosa (e da chi) è accusato

"Quest'uomo ha ammazzato Prince?". È un vip: di cosa (e da chi) è accusato


La morte di Prince fa ancora discutere. E scaldare gli animi. La cantante Sinead O'Connor, per cui Prince aveva scritto la meravigliosa Nothing Compares To You, accusa il noto comico Arsenio Hall, 60enne cabarettista, attore, conduttore televisivo, produttore televisivo. Qualcuno, forse, lo ricorda al fianco di Eddie Murphie nel film Il principe cerca moglie. La cantante sostiene di fatto che la colpa della  morte di Prince è sua perché avrebbe fornito a lungo droga alla popstar, suggerendo addirittura alla DEA di fare indagini sul suo conto.

"Chiunque immagini che Prince non sia stato per un lungo periodo di tempo tossicodipendente vive nel paese delle meraviglie…", scrive la cantante, "Arsenio, ti ho segnalato all’ufficio dello sceriffo di Carver County. Aspettateti la sua chiamata. Sono consapevoli del fatto che mi hai fatta ubriacare anni fa a casa di Eddie Murphy".

Parole pesantissime. Immediata la risposta di Hall, che ha dato mandato ai propri legali di denunciare per diffamazione la cantante, chiedendo 5 milioni di dollari di risarcimento.

Bollo abolito, stangata sulla benzina I calcoli: ecco chi viene massacrato

Bollo abolito, stangata sulla benzina. I calcoli: ecco chi viene massacrato


di Sandro Iacometti



Un altro taglio delle tasse a spese dei contribuenti. È questa la sostanza dell' annuncio fatto mercoledì da Matteo Renzi sulla possibile abolizione del bollo auto. L' idea non sarebbe il semplice azzeramento del poco amato balzello, ma lo spostamento del gettito da una voce all' altra del comparto tributario, nel caso specifica sull' accisa che grava sui carburanti. Come ha spiegato lo stesso presidente del Consiglio, si tratta di «far pagare solo chi usa, consuma, inquina». Un concetto semplice, che diventa esplosivo se applicato alla realtà dei numeri e dei fatti. La massa da spostare è di 6 miliardi di euro e dovrebbe essere caricata su un gettito complessivo delle tasse sulla benzina che nel 2015 si è attestato a 35 miliardi. Per compensare le mancate entrate del bollo bisognerebbe aumentare l' accisa di 16 centesimi al litro.

Un balzello che si andrebbe ad aggiungere ad una selva di imposte (introdotte a partire dal 1935 e mai cancellate) che già paghiamo quando andiamo il distributore. Attualmente, compresa l' Iva, il peso del fisco è a quota 50 centesimi al litro.

Un salasso che non colpisce tutti nella stessa maniera. Al di là dell' inquinamento, infatti, c' è chi con l' auto ci lavora, come taxisti, autonoleggiatori, agenti di commercio e piccoli trasportatori. L' eliminazione del bollo non avvantaggerebbe queste categorie, così come non sarebbe conveniente per chi ha auto di piccola cilindrata. La Cgia di Mestre ha fatto due calcoli e ha scoperto che a guadagnare dalla mossa di Renzi sarebbero gli automobilisti che possiedono una vettura di grossa cilindrata e percorrono meno di 20mila chilometri l'anno. Tutti gli altri ci rimetteranno. Ma non è tutto. Invece di ridurre il peso del fisco sull' auto, che complessivamente nel 2014 ha pesato per 72 miliardi sulle tasche degli italiani, la mossa di Renzi potrebbe anche inasprire la tassazione. Il bollo, infatti, come ci spiega il Servizio politiche territoriali della Uil, costituisce l' 11,7% del gettito delle Regioni. E senza un' adeguata compensazione il rischio di un incremento dei balzelli locali è dietro l' angolo.

Per restare in tema, ieri il Mef ha diffuso i dati sulle entrate del primo trimestre, arrivate a quota 92,1 miliardi, con un balzo del 3,6% (3,2 miliardi) rispetto al 2015. E senza neanche gli incassi del canone.

Il Pd collassa sotto alle inchieste Renzi kaputt: sondaggio al tritolo

Il Pd collassa sotto alle inchieste. Renzi kaputt: sondaggio al tritolo per Renzi


Prima il caso dell'ex ministro Federica Guidi, poi l'iscrizione nel registro degli indagati del presidente del Pd in Campania e consigliere regionale, Stefano Graziano, infine l'arresto del sindaco di Lodi Simone Uggetti (braccio destro dell’attuale vicesegretario nazionale del Pd Lorenzo Guerini).  

Una dietro l’altra le inchieste giudiziarie che si abbattono sul Pd fanno perdere terreno a Matteo Renzi. Le indagini dei magistrati hanno un grande effetto sui consensi politici, e a registrare questo spostamento è l'ultimo sondaggio Ixé realizzato per Agorà. Ormai il M5S è a un passo dal Pd. Nel frattempo guadagna anche Forza Italia. Secondo le rilevazioni dell'istituto Ixè, quindi, il distacco tra Pd e Movimento 5 Stelle si sarebbe ridotto a 2,4 punti percentuali. Il partito di Renzi è passato dal 30,9% al 30,5%, mentre il Movimento 5 Stelle ha guadagnato un punto percentuale passando dal 27,1 al 28,1%.

Gli altri partiti - L’istituto di sondaggi evidenzia che il Movimento Cinque Stelle ha raggiunto il maggior numero di consensi mai raggiunto prima. La Lega Nord si attesta al 14,8%, Forza Italia cresce all'11,6%. Non solo il partito, ma anche Matteo Renzi ha perso un altro pesantissimo punto nella fiducia personale. Ormai è sceso al 26%. I tempi d'oro delle Europee, quando il premier riscuoteva consensi e voti, sono ormai lontanissimi. 

venerdì 6 maggio 2016

Dal Papa anatema contro la Merkel Quelle parole senza precedenti

Papa Francesco, anatema contro la Merkel. Critica senza precedenti: "Nonna sterile"


"La capacità di rialzarsi e di uscire dai propri limiti appartengono all"anima dell'Europa". Papa Francesco, ricevendo il Premio Internazionale Carlo Magno 2016 alla presenza di numerose autorità europee, attacca l'Europa e invita tutti a "uno slancio nuovo e coraggioso per questo amato Continente".

Il Papa parla di Europa come "famiglia di popoli, lodevolmente diventata nel frattempo più ampia, in tempi recenti - denuncia - sembra sentire meno proprie le mura della casa comune, talvolta innalzate scostandosi dall'illuminato progetto architettato dai Padri. Quell'atmosfera di novità, quell'ardente desiderio di costruire l'unità paiono sempre più spenti; noi figli di quel sogno siamo tentati di cedere ai nostri egoismi, guardando al proprio utile  e pensando di costruire recinti particolari". Tuttavia, continua il Papa "sono convinto che la rassegnazione e la stanchezza non appartengono all'anima dell'Europa".

Bergoglio ricorda il suo intervento al Parlamento europeo: "Mi sono permesso di parlare di Europa nonna. Dicevo agli eurodeputati che da diverse parti cresceva l'impressione generale di un'Europa stanca e invecchiata, non fertile e vitale, dove i grandi ideali che hanno ispirato l'Europa sembrano aver perso forza attrattiva; un'Europa decaduta che sembra abbia perso la sua capacità generatrice e creatrice".

Il più devastante terremoto di sempre sta per colpire: ecco dove e quando

Il più devastante terremoto di sempre sta per colpire: ecco dove e quando


Il Big one, il terremoto devastante che si attende da anni in California, sta per arrivare. Il sisma di magnitudo 8 che potrebbe distruggere decine di città sembra più vicino, secondo gli ultimi studi sulla faglia di San Andreas. Riporta il sito 3bmeteo.it che l'annuncio è stato dato il 4 maggio durante una conferenza Nazionale sul pericolo terremoti che si è tenuta proprio a Long Beach.

Thomas Jordan, direttore del Southern California Earthquake Center, ha ventilato l'ipotesi che il Big one potrebbe partire dalla zona meridionale della faglia di San Andreas e propagarsi per centinaia di chilometri in direzione Nord-Ovest investendo anche Los Angeles. Questo perché l'ultimo grande terremoto del sud della California è avvenuto 326 anni fa a dispetto di un tempo di ritardo di 110 anni (terremoto di San Francisco del 1906) della zona settentrionale. In qualche modo ha detto Jordan, la faglia di San Andreas si è bloccata nella sua sezione più meridionale perché non si notano spostamenti apprezzabili che invece dovrebbero essere nell'ordine di circa 5 metri ogni 100 anni. Ciò indica un grave aumento della tensione.

Una valutazione preliminare parla di un sisma di almeno 7.8 gradi Richter della durata di due minuti in grado di causare oltre 1800 vittime e 50mila feriti con 200 miliardi di dollari di danni. Secondo Thomas Jordan le autorità devono sapere qual è il potenziale pericolo e cercare ove possibile di prevenire il disastro.

Fortuna, indagata anche la mamma L'accusa contro di lei: cosa ha fatto

Fortuna, indagata anche la mamma. L'accusa contro di lei: cosa ha fatto


Torna sull'omicidio di Fortuna Loffredo, la piccola di 6 anni violentata e uccisa a Caivano, la trasmissione La vita in diretta. La novità principale è l'indagine nei confronti della mamma della bambina, Domenica Guardato, indagata per incendio doloso, insieme ad altri sette membri della sua famiglia.

Secondo i carabinieri, due ore dopo la notizia dell'arresto di Raimondo Caputo (il presunto assassino), gli otto indagati avrebbero intenzionalmente appiccato il fuoco, con il lancio di una molotov, contro la casa dove vive Marianna Fabozzi, la compagna di Caputo. Fabozzi è stata arrestata ieri per aver violato gli arresti domiciliari ai quali era sottoposta poiché coinvolta negli abusi sessuali sulle sue tre figlie.

GOLPE 2011: LA SVOLTA La caccciata di Berlusconi? Clamoroso: chi è indagato

La fine di Silvio e l'arrivo di Monti: arriva una svolta clamorosa


Ricordate la lettera della Bce che portò alla caduta del governo Berlusconi? Ricordate l'operazione da sette miliardi di euro effettuate sui titoli di Stato italiani tra il mese di gennaio e di giugno del 2011? Ecco, adesso dopo quattro anni arriva una notizia che getta una nuova luce su tutta quella vicenda. La Deutsche Bank di Francoforte sul Meno è indagata per manipolazione di mercato dalla procura di Trani assieme all'ex management del gruppo. Stando a quanto riporta l'Ansa i militari della Guardia di Finanza di Bari, assieme al pm Michele Ruggiero, hanno compiuto sequestri di atti e mail nella sede milanese dell'istituto tedesco, in piazza del Calendario, e avrebbero ascoltato testimoni. Nell'ambito dell'indagine della procura di Trani, gli indagati per per manipolazione di mercato risultano cinque. Si tratta dell'ex presidente di Deutsche Bank Josef Ackermann, degli ex co-amministratori delegati Anshuman Jain e Jurgen Fitschen (quest'ultimo è attualmente co-amministratore delegato uscente della Banca), dell'ex capo dell'ufficio rischi Hugo Banziger, e di Stefan Krause, ex direttore finanziario ed ex membro del board di Db. Da quella vendita 

Alla pubblicazione del bilancio dei primi sei mesi del 2011 dell'istituto tedesco, l'attenzione internazionale si concentrò sulla mossa di DB di ridurre l'esposizione sui titoli di Stato Italiani. In quella caldissima estate finanziaria il differenziale di rendimento tra Btp e Bund visse quella fiammata culminata ben oltre i 500 punti base (oggi siamo intorno a 130 punti). 

La difesa - "Deutsche Bank sta collaborando con le Autorità in questa inchiesta. Nel 2011 la Banca aveva risposto a una richiesta fatta da Consob in relazione a questa vicenda e aveva fornito le informazioni e i documenti relativi", questa la difesa della Banca tedesca. 

Spunta la patrimoniale nascosta Quanto si prende lo Stato dai conti

Tasse occulte: ecco come lo Stato ti prende i risparmi



Da quando la crisi imperversa gli italiani hanno un incubo comune e ricorrente: lo Stato che pesca a piene mani dai risparmi dei cittadini. Questo incubo è già realtà, e non tutti lo sanno. Senza ricorrere al prelievo forzoso dai conti correnti, lo Stato preleva ingenti somme dai risparmi dei contribuenti. 15,1 miliardi è la cifra che il governo ha ricavato tassando i depositi e gli investimenti degli italiani nel 2015. Una cifra in crescita rispetto al 2014 e che conferma l’escalation registrata a partire dal 2011, anno in cui il prelievo fiscale era meno della metà di quello attuale: 6,9 miliardi.

Lo rivela un’indagine condotta dal centro studi ImpresaLavoro per il settimanale Panorama. La cifra è il risultato di un mix di imposte su depositi e investimenti finanziari, che hanno subito repentini aumenti negli ultimi cinque anni. Per il 2016 è previsto un calo dei rendimenti di questi strumenti finanziari che si tradurrà in un calo del gettito proveniente dalle imposte per lo Stato, pari a un miliardo di euro. Questo potrebbe spingere il governo a compensare imponendo nuove strette fiscali su successioni e donazioni.

Imposta sostitutiva sui guadagni di natura finanziaria – È la componente più rilevante della tassazione esistente: da sola procura allo stato 10 miliardi di euro da quando, nel giugno 2014, l’aliquota standard è stata portata al 26 per cento (con la sola eccezione dei titoli di Stato, la cui tassazione rimane agevolata al 12,5 per cento). È anche il gettito fiscale più incerto perché dipende dall’andamento dei mercati finanziari e dalle politiche della Banca Centrale Europea.

Imposta di bollo su depositi e investimenti finanziari – Nata come bollo fisso di 34,20 euro l’anno, dal 2011 è stata trasformata in una patrimoniale "nascosta" che colpisce in misura proporzionale ogni strumento finanziario a eccezione di conti correnti, fondi pensione e alcuni tipi di polizze vita. Garantisce allo Stato 4,1 miliardi annui, una cifra dieci volte superiore rispetto al 2011, abbastanza da compensare altre imposte nel frattempo scomparse come l’Imu sulla prima casa.

La maggior paura degli italiani teme che, se il flusso di imposte sui risparmi dovesse ridursi, il governo ricorra al prelievo forzoso dai conti correnti, come avvenne nel 1992 con il governo Amato. Tuttavia, tale misura applicata oggi non frutterebbe al governo che 3,3 miliardi una tantum. Ecco perché le proposte d’intervento sono invece spostate su un ritocco dell’imposta di successione: raddoppiare l’aliquota, o addirittura triplicarla al di sopra di una certa soglia, e abbassare la soglia di esenzione (fissata a un milione per coniuge e figli), dimezzandola. La tassazione attuale frutta alle casse dello Stato solo 6-700 milioni annui, ma a Palazzo Chigi si sta lavorando a una proposta di legge che porterebbe l’aliquota fino al 45 percento. Nel calderone potrebbero finire anche le donazioni immateriali (come le licenze d’esercizio di farmacisti e tassisti) e le polizze vita.

Ultimo sondaggio: Silvio su, due perdono Chi sono i ministri più amati: la classifica

Il sondaggio: Silvio su, due perdono A sorpresa chi è il ministro più amato


Un sondaggio che spariglia di nuovo le carte in vista delle prossime elezioni amministrative. Secondo le rilevazioni dell'Istituto Piepoli diffuse da Affaritaliani.it gioisce Forza Italia che nell'ultima settimana sale di un punto percentuale e torna al 12%. Perdono mezzo punto sia i grillini (al 26,5%) che la Lega Nord  (al 13%). Cresce dello 0,5% Sinistra Italia (al 3,5%). Pd stabile al 31,5%. Fratelli d'Italia e Ncd-Area Popolare fermi rispettivamente al 5 e al 2,5%. Altri partiti in calo al 2% (-0,5).

I ministri più amati - Il sondaggio ha rivelato poi il ministro più amato del governo Renzi. Anche qui una sorpresa: il più apprezzato è Maurizio Martina, responsabile dell'Agricoltura. Al secondo posto Dario Franceschini (Beni Culturali e Turismo) e Graziano Delrio (Infrastrutture e Trasporti). Al quarto posto, con il 50% dei consensi si piazza Pier Carlo Padoan (Economia), seguito da Andrea Orlando (Giustizia) al 46% e da Paolo Gentiloni (Esteri) al 45%.

SCANDALO PENSIONI D'ORO Vitalizi degli ex onorevoli: Cifre record, chi le prende

Le pensioni d'oro degli ex onorevoli: chi guadagna di più (cifre da capogiro)



Tito Boeri ha lanciato l'allarme: "I vitalizi dei parlamentari sono quasi il doppio di quanto sarebbe giustificato alla luce dei contributi versati". Si risparmierebbero circa 76 milioni l'anno se si portassero le pensioni dei parlamentari a valori normali, applicando il sistema contributivo si avrebbe un risparmio di circa un miliardo e 457 milioni sui primi 10 anni (oltre 100 milioni all' anno). Il meccanismo dovrebbe essere applicato non solo ai parlamentari ma anche ai consiglieri regionali.

L'elenco - Il quotidiano Il Tempo in edicola oggi, pubblica di queste pensioni d'oro, fa i nomi e i cognomi dei parlamentari super fortunati. Luciano Violante percepisce un vitalizio di 9.363 euro al mese, Giuliano Amato arriva a 31.411 euro al mese, Walter Veltroni ogni mese incassa 5.373, Massimo D' Alema appena 90 euro in meno del suo storico rivale. Marco Pannella porta a casa una pensione da 5.691 euro al mese. Percepisce il vitalizio anche l' ex presidente della Camera Gianfranco Fini (5.614 euro). Poi Prodi (2.864), Rodotà (4.684) e Franco Marini (5.800  Irene Pivetti dal 2013, ovvero da quando aveva solo 50 anni, percepisce 6.203 euro al mese. Alfonso Pecoraro Scanio, deputato dal 1992 al 2008, riceve 8.836 euro al mese da quando aveva 49 anni. A Vittorio Sgarbi per essere rimasto in carica per 4 legislature riceve 8.455 euro. Rosa Russo Iervolino, parlamentare per oltre 20 anni e più volte Ministro, riceve mensilmente il suo assegno da circa 5400 euro netti. Pensionata a 41 anni e con un assegno di 8.455 euro: accade a Claudia Lombardo, definita Miss Vitalizio d' oro. Gianni De Michelis, percepisce 5.800 euro netti al mese.

giovedì 5 maggio 2016

"Ero nel panico. Ecco cosa ho visto" La donna che inguaia il Pd (e Renzi)

"Ero nel panico. Ecco cosa ho visto": la donna che inguaia il Pd (e Renzi)



Si chiama Caterina Uggè. È lei la funzionaria del Comune di Lodi che ha scoperchiato il vaso di Pandora su un giro di appalti truccati e turbativa d’asta che vede come protagonista il sindaco Simone Uggetti, braccio destro e successore a Lodi del vicesegretario del Pd, Lorenzo Guerini. È stata la sua denuncia alla Guardia di Finanza che ha portato, martedì, all’arresto del sindaco (arresto contro il quale il Pd sta duramente protestando, rivolgendosi al Csm). Mercoledì, la responsabile di Sport e Turismo di Palazzo Broletto era seduta alla sua scrivania, come sempre: “Sono qui cercando di fare il mio lavoro il più seriamente possibile come ho sempre fatto. Io mi sono sempre occupata di sport, turismo, promozione della città. Non è cambiato nulla, per ora sto facendo le cose che facevo ieri e l’altro ieri con la stessa serenità – ha commentato ai microfoni di Radio 24 -. Anche con i miei colleghi cerchiamo di andare avanti normalmente, com’è giusto che sia, come se nulla fosse”.

La vicenda - Il 28 gennaio scorso, Uggè stava preparando il bando per assegnare la gestione delle piscine comunali. Il sindaco allora le ha manifestato l’intenzione di affidare la gestione delle piscine scoperte direttamente ad Astem. La funzionaria obietta: non si può perché la legge regionale prevedeva l’assegnazione in via prioritaria a una delle associazioni sportive dilettantistiche. Ma Uggetti non demorde e fa pressioni alla responsabile perché incontri l’avvocato Marini, per confrontarsi con lui sulla possibilità dell’affidamento diretto. Uggè non cede, ma il 29 febbraio viene convocata nell’ufficio del sindaco e lei porta con sé il registratore, acceso. Lì trova anche l’avvocato Marini. “Volevo andarmene, ma non ho trovato il coraggio – ha testimoniato ai finanzieri –. Ho visto sulla scrivania del sindaco una copia del mio bando e del mio capitolato e ho capito di avere interrotto una riunione in cui lo stavano esaminando e correggendo insieme”. “Il mio stato confusionale era totale – ha raccontato la donna -, il sindaco mi chiedeva un cambiamento dopo l’altro e io cerco di reggere alle insistenze, fingo di essere disposta a rimettere in discussione ancora tutto, sapendo dentro di me che quel bando non l’avrei più firmato perché veniva totalmente snaturato nel suo equilibrio”.

La denuncia - L’8 marzo, Caterina Uggè ha raccolto il coraggio e si è presentata dalle Fiamme Gialle, dove ha denunciato di essere stata vittima di una “grave e illecita ingerenza posta in essere da parte del sindaco Simone Uggetti e dell’avvocato Cristiano Marini”, come si legge nell’ordinanza del gip. Nelle carte si legge anche che il sindaco aveva cercato di “convincere” (leggi corrompere) la funzionaria, prefigurandole la possibilità di coinvolgere nella gestione delle piscine anche la società sportiva Sportime, la cui presidente è Lucia Uggè, sorella di Caterina, fino ad allora sempre esclusa dalla gestione della piscina coperta perché concorrente di Sporting Lodi, la realtà ‘predestinata’ dal sindaco per la vittoria del bando.

Omicidio Fortuna, pestata in carcere la compagna di Raimondo Caputo

Omicidio Fortuna, pestata in carcere la compagna di Raimondo Caputo, il presunto Orco che uccise La piccola Chicca



Picchiata nella sua cella del carcere di Pozzuoli Marianna Fabozzi, la compagna di Raimondo Caputo, in carcere per omicidio e abusi sessuali nel caso della piccola Fortuna Loffredo. La donna è finita in cella per aver violato i domiciliari ai quali era sottoposta con l'accusa di concorso in violenza sessuale ai danni di una delle bambine. Non ci sono maggiori particolari, per ora sull'aggressione.

La 26enne è anche la madre del piccolo Antonio Giglio, morto ad aprile 2013, anche lui, precipitando dal settimo piano delle palazzine, dal lato opposto a quello dove è stata trovata in fin di vita Fortuna. Sul caso è aperta un'indagine della Procura per omicidio colposo. Il bimbo era il figlio di Gennaro Giglio, il precedente compagno di Marianna Fabozzi. Solo una settimana fa, anche Caputo fu aggredito e pestato in carcere dai compagni di cella.

Formigoni, che stangata al processo La richiesta che lo manda sul lastrico

Corruzione, la Regione Lombardia chiede a Formigoni 6 milioni di risarcimento


Una stangata che può metterlo sul lastrico. E' la cifra che la Regione Lombardia, parte civile nel processo a carico dell'ex governatore Roberto Formigoni, ha chiesto tramite il suo legale come provvisionale di risarcimento immediatamente esecutiva: 5 milioni 619 mila euro.

Secondo il legale della Regione, il dibattimento ha accertato "tre diverse utilità" che sarebbero andate come "prezzo" della presunta corruzione "al pubblico ufficiale", ossia all’ex presidente della Regione Lombardia, per il quale i pm di Milano Laura Pedio e Antonio Pastore nella scorsa udienza hanno chiesto una condanna a 9 anni di carcere.

Utilità verso Formigoni che il legale ha diviso in tre generi:  i 3,7 milioni di euro per l’utilizzo delle imbarcazioni messe a disposizione dal faccendiere Pierangelo Daccò tra il 2007 e il 2011, l' 1,3 milioni di maxi-sconto sull’acquisto di una villa in Sardegna che era di Daccò; i  soldi "consegnati in contanti a cui si aggiungono 600mila euro per il finanziamento di una campagna elettorale e l’acquisto di biglietti". Per un totale, appunto, di oltre 5,6 milioni di euro, più basso comunque rispetto ai circa 8 milioni contestati dall’accusa a Formigoni, anche perché il legale della Regione ha escluso dal calcolo "tutti quei benefici che riguardano la promozione per finalità politiche", come il pagamento di cene.

Soru, un altro condannato nel Pd Tre anni per evasione. Addio-casa

Soru, un altro condannato nel Pd Tre anni per evasione



Altri disastri per il Pd di Matteo Renzi. Renato Soru, europarlamentare e segretario del partito in Sardegna (immediatamente dimissionario), è stato condannato a tre anni di reclusione per evasione fiscale. "Una sentenza ingiusta da mio punto di vista", ha subito commentato l’ex presidente della Regione e fondatore di Tiscali uscendo dall'aula del tribunale di Cagliari. E ai cronisti che gli chiedevano se si sarebbe dimesso ha risposto: "Penso a tante cose, tra cui questa. È un momento molto grave della mia vita". Pochi minuti dopo, come detto, sono arrivate le dimissioni dalla segreteria del Pd sardo.

"Non ho mai voluto sottrarre soldi al Fisco. Ho dimostrato di aver investito su un progetto industriale, quello di Tiscali, e non sul volermi arricchire". Così Soru si era difeso il 28 gennaio scorso al processo per evasione fiscale per flussi di denaro passati attraverso la società Andalas, con sede a Londra e riconducibile allo stesso patron di Tiscali, come da lui sempre dichiarato alla Consob.

Stando alle accuse, legate a una complessa ed estremamente tecnica controversia fiscale, nel 2004 la società londinese, avrebbe concesso un prestito di oltre 27 milioni di euro alla Tiscali finance. La società con sede a Cagliari, a Sa Illetta, nei cinque anni successivi avrebbe restituito parte del debito versando anche gli interessi alla Andalas. Soldi che non sarebbero stati mai dichiarati al fisco né inglese né italiano. Da qui le contestazioni che Soru, presidente della Regione Sardegna dal 2004 ai primi del 2009, aveva cercato di respingere punto per punto. I suoi legali avevano sostenuto che Soru, all’epoca dei fatti contestati,svolgeva il suo ruolo di presidente della Regione Sardegna in modo maniacale che lo portava, inevitabilmente a trascurare le sue aziende.

"Sono chiamato in causa per un’operazione che solo per motivi formali da perdita, quale è stata, figura come un utile che però non ho realizzato", aveva spiegato l’europarlamentare. "Non sapevo e non pensavo che quella operazione potesse essere rilevante. Ho fatto le cose senza cercare vantaggi fiscali, dimostrando di non mettere il denaro al primo posto. Ma questa vicenda si è trasformata in un incubo". In tribunale Soru aveva spiegato che, visto il suo ruolo pubblico, aveva deciso di non impelagarsi in una controversia fiscale ma di pagare quanto gli veniva chiesto. La sua pratica però era già finita ad Equitalia con tutti i meccanismi di moltiplicazione degli importi che hanno portato la cifra da versare, a poco meno di dieci milioni di euro. "Non è stato facile. Mi hanno preso un terzo dello stipendio e messo la casa in vendita". La sua villa di Cagliari sul colle di Bonaria è stata infatti ipotecata da Equitalia.

"Hamilton sabotato dalla Mercedes?" L'accusa.terremoto in Formula 1

"Hamilton sabotato?". Accusa-choc alla Mercedes: un nuovo terremoto in F1


La goccia che ha fatto traboccare il vaso del sospetto è stato il problema al motore nel corso del weekend in Russia. Tanto è bastato a far rimpallare la voce del sabotaggio contro Lewis Hamilton, una voce forse "sponsorizzata" anche dal suo entourage, e che dal circus della Formula 1 è arrivata fino ai media. La Mercedes contro il campione del mondo? Improbabile, eppure c'è chi lo sostiene.

A stretto giro di posta, però, arriva la netta smentita del team tedesco, con un duro comunicato: "Abbiamo i ragazzi e le ragazze migliori al mondo, che stanno facendo un ottimo lavoro, tutte le settimane. E lo fanno per la squadra, non per un pilota o per l'altro, ma per entrambi". Insomma, nessuno vuole favorire il tedesco Nico Rosberg. E ancora: "Non c'è qui un team A o un team B. Ogni singolo membro della nostra truppa si è guadagnato il diritto a far parte dell'elite del proprio campo e ha sacrificato molto per farcela".

Il comunicato prosegue: "Il weekend di un Gran Premio comincia il giovedì mattina e finisce la domenica sera, un brutto risultato può far male per qualche ora, poi la vita continua ed è la vita di un migliaio di persone a Brackley e Brixworth. Sudano, si sforzano, ridono, piangono, urlano, festeggiano e si dispiacciono, insieme, vincono e perdono, insieme. Ai nemici, agli scettici e ai cospiratori, se possiamo convincere anche la metà di voi di ciò che davvero rappresentiamo, allora potremo considerare la battaglia vinta". Basterà a tacere le voci?

Rai3, Daria Bignardi ha scelto: cacciato Giannini, arriva il riciclato di lusso

Massimo Giannini ha le ore contate: ecco chi vuole piazzare il direttore Bignardi alla conduzione di Ballarò



Che il direttore di Raitre Daria Bignardi voglia rinnovare la conduzione di Ballarò è cosa piuttosto nota. Massimo Giannini avrebbe (televisivamente) le ore contate, e ora Dagospia fa il nome di chi potrebbe prendere il suo posto. Scrive il sito di Roberto D'Agostino: "Qualcuno avverta Massimo Giannini che la spocchiosa neo-direttora di Raitre Daria Bignardi ha già scelto il suo sostituto per la prossima stagione di Ballarò! Trattasi del neo “disoccupato” Andrea Vianello...".

Vianello è l'ex direttore di Raitre. Non è durata molto la sua panchina: la Bignardi gli avrebbe promesso la prima serata.

Supernave da guerra senza equipaggio È l'ultima arma letale di Obama / Guarda

Usa, varata la nave da guerra priva di equipaggio


140 tonnellate e 40 metri di lunghezza, non si tratta della solita nave da guerra costruita dai produttivissimi cantieri americani ma di un trimarano armato che, grazie ad un sofisticato sistema radar che permette una navigazione in autonomia senza il rischio di entrare in rotta di collisione con altri vascelli, non ha bisogno di capitano e equipaggio. La Sea Hunter, ha solcato i mari davanti alle coste di San Diego, in California, per i primi test. Il progetto delle forze armate statunitensi potrebbe cambiare l'intero settore dei trasporti marittimi e rappresenta, per il Pentagono, addirittura «l’alba di una nuova era nella tattica navale e nel campo dell’automatizzazione». La Sea Hunter può navigare a 27 nodi (circa 50 km/h) restando in mare per quasi 90 giorni. Progettata per cacciare i sottomarini nemici la nave è stata costruita in Oregon e progettata dalla Darpa (Defense Advanced Research Projects Agency), un'agenzia governativa con lo scopo di realizzare progetti all'avanguardia per l’esercito Usa.

MATTEO SVELA IL PIANO In pensione prima: i dettagli Benzina e bollo, sono dolori

Novità su tasse, pensioni e bollo auto. L'idea di Renzi per spennarci ancora


Nel marasma di argomenti che vengono fuori ogni volta che Matteo Renzi fa una diretta video su Facebook, nell'ultima occasione sono spuntati un paio di macigni che faranno discutere. Renzi ha affrontato il tema rovente delle pensioni, surriscaldato dall'arrivo in questi giorni delle buste arancioni dell'Inps, oltre che dalle parole del presidente dell'istituto di previdenza, Tito Boeri, che ha profetizzato per i nati negli anni Ottanta almeno quarant'anni di lavoro e il raggiungimento della pensione non prima dei 75 anni. Ora sulle pensioni potrebbe arrivare l'ennesima riforma, come ha accennato Renzi: "Interverremo nella legge di stabilità del 2017. Quello su cui stiamo lavorando è creare un meccanismo, si chiamerà Ape - ha aggiunto il premier -  c’è già il simbolo, il nome, ne abbiamo parlato con l’Inps e sarà lo strumento in vigore con la legge di stabilità del 2017 con cui chi vorrà potrà anticipare con una decurtazione economica l’ingresso in pensione solo un certo periodo di tempo. L'operazione - ha concluso - va incontro ai nati tra il '51 e il '53". Prima che il progetto veda la luce, però, Renzi ha intenzione di confrontarsi con i sindacati e i datori di lavoro, ma dovrà fare i conti anche con l'Europa e i vincoli di bilancio da rispettare. 

Tasse - A proposito di pressione fiscale, Renzi si è vantato di aver ridotto le tasse negli ultimi due anni, anzi di aver intenzione di continuare a ridurle ancora. Peccato però che la voglia di abbassare le imposte gli sia passata non appena un utente gli ha lanciato la proposta di eliminare il bollo auto, aumentando però le accise sul carburante. L'aumento "ragionevole" delle tasse sulla benzina secondo Renzi: "Non è una cattiva idea". Passa poco e un altro utente su Twitter ha bacchettato il premier: "Aumentare le accise? Ma se nel 2014 avevi promesso di abolirle...". Renzi se ne sarà dimenticato, i suoi elettori evidentemente no.

"Questo borotalco provoca il cancro" La morte misteriosa: c'è la sentenza

Talco cangerogeno, ancora una condanna per Johnson&Johnson


Ennesima condanna per la Johnson&Johnson. Stavolta ad aver ragione sulla grande multinazionale una donna malata di tumore alle ovaie sviluppatosi a causa del talco usato per anni. L’azienda dovrà risarcire 55 milioni di dollari a Gloria Ristesund, 62enne del South Dakota.

La causa - La sentenza, pronunciata oggi, arriva dalla stessa corte che nel mese di febbraio aveva emesso un altro verdetto sfavorevole alla J&J, obbligandola a sborsare 72 milioni di dollari alla famiglia di una donna dell’Alabama, Jackie Fox, deceduta in seguito allo stesso tipo di malattia.  Gli avvocati dell’accusa hanno sostenuto che il gruppo sapeva dei grossi rischi legati all’uso del prodotto e avrebbe omesso di informare correttamente i consumatori, come sarebbe emerso peraltro anche da alcuni documenti interni dell’azienda presentati al processo.

Il ricorso - I problemi per l’azienda statunitense però non terminano certo con questa sentenza e anzi queste ultime potrebbero essere fondamentali per la determinazione di altre 1.200 cause pendenti sulla stessa tematica con altre che, secondo gli esperti, potrebbero aggiungersi dopo le recenti notizie. La Johnson & Johnson ha annunciato che presenterà appello per entrambe le decisioni, precisando che le sentenze sono contrarie ai risultati di decenni di ricerche le quali sostengono la sicurezza del talco, mai inserito tra quelle a rischio di favorire la comparsa di un tumore alle ovaie.

La lista di tutti i ministri grillini Svolta di Grillo: chi ha fatto fuori

Il Movimento 5 Stelle si prepara a governare: ecco la lista dei futuri ministri



Il Movimento 5 Stelle è diventato grande e sembra finalmente pronto ad abbandonare l’opposizione, terreno in cui è nato e cresciuto, per tentare l’impresa del governo. Dopo la riorganizzazione interna seguita alla morte del papà Casaleggio, i pentastellati si sono rimboccati le mani alla ricerca dei nomi giusti. Quelli per occupare i ministeri del futuro governo. Ma la lista è lungi dall'essere terminata.

I nomi - C’è il professor Maurizio Verna, ordinario di patologia clinica alla Sapienza di Roma, per il dicastero della Sanità, Salvatore Settis, presidente del consiglio scientifico del Louvre, per i beni e le attività culturali, Maurizio Dècina, professore del politecnico di Milano, per le telecomunicazioni e la fisica Maria Rita d’Orsogna per l’Ambiente. Ovviamente, in coerenza con la linea del movimento, si tratta solo di candidature. Sarà il popolo della rete, come sempre, a scegliere i nomi dalla lista sulla base di un procedimento simile a quello adottato nella scelta del candidato per il Quirinale.

Da definire - Tuttavia, mancano ancora i nomi più difficili: quelli per l’Economia e gli Esteri. D’altro canto le esigenze del M5S sono cambiate: devono presentare un’offerta politica credibile senza far perdere di forza al versante movimentista. Quindi, addio alla linea anti-euro e benvenuti i nomi che possono garantire un dialogo con le imprese e i partner europei, anche se con esperienze politiche pregresse. La lista ufficiale verrà sottoposta ai grillini dopo il voto alle amministrative e sul referendum.

Vedete questa banconota? Sparirà Arrivano altri due nuovi tagli: eccoli

Addio alle banconote da 500 euro arrivano due nuovi tagli



Il biglietto da 500 euro non verrà più prodotto nè emesso ma continuerà ad avere valore. La produzione delle banconote da 500 euro verrà fermata da subito, mentre lo stop alle emissioni avverrà dalla fine del 2018, "quando verranno introdotte le programmate banconote da 100 e 200 euro". "Tutte le altre banconote, da quella da 5 euro a quella da 200 euro resteranno in vigore". La Bce precisa poi che la banconota da 500 euro, non verrà abolita.

"In vista del ruolo internazionale dell’euro - si legge nella nota dell’istituto - e della diffusa fiducia nelle sue banconote, quella da 500 euro resterà una valuta legale e potrà dunque essere usata come moneta di pagamento e come riserva di valore. L’Eurosistema, che comprende la Bce e le banche nazionali dell’area euro, adotteranno le misure necessarie per assicurare che le restanti denominazioni siano disponibili nella giusta quantità". "La banconota da 500 euro - prosegue la nota della Bce - come le altre banconote in euro, manterrà sempre il suo valore e potrà essere scambiata nelle banche nazionali dell’Eurosistema per un periodo di tempo illimitato". 

mercoledì 4 maggio 2016

Augias, pazzesche parole in diretta Così umilia in tv la piccola Fortuna

Augias, pazzesche parole in diretta: così umilia in tv la piccola Fortuna Loffredo


Chissà, forse è stato frainteso, forse non intendeva dire esattamente quel che ha detto a Di Martedì, intervistato da Giovanni Floris. Fatto sta, però, che Corrado Augias è stato aspramente criticato, quando non insultato, sui social network per le parole pronunciate in merito alla piccola Fortuna Loffredo, la bimba di 6 anni violentata e uccisa per anni in un condominio di Caivano, popoloso centro alle porte di Napoli. Parlando di donne e violenza, Floris ha chiesto una opinione sulla tremenda vicenda al giornalista, conduttore tv e scrittore. E Augias ha usato parole quantomeno imprudenti di fronte a una vasta audience televisiva: "Fa impressione il contrasto tra lo sfondo e la bimba. Ha 5-6 anni e pure guardi come si atteggia, come è pettinata, guardi i boccoli... Aveva 5-6 anni ma si atteggiava come se ne avesse 16 o 18".

Attenti all'ultima fregatura indiana Perchè Girone non tornerà in Italia

Marò, corte suprema indiana in ferie: il rientro di Girone rischia di slittare di due mesi



L'ennesimo sberleffo. E non è nemmeno detto che sia l'ultimo. La scorsa settimana, il tribunale arbitrale de L'Aja aveva finalmente disposto il rientro in Italia di Salvatore Girone, il marò ancora trattenuto in India senza nè accusa nè condanna. Girone tornerebbe a casa per tutta la durata dell'arbitrato internazionale sulla diatriba che da anni divide Italia e India, ma è molto probabile che il suo sia un rientro definitivo. Giusto il tempo della sentenza, ed ecco che da Delhi arriva un'altra beffa. Il via libera definitivo al rientro del fuciliere deve essere dato dall'ormai famigerata Corte suprema indiana . Che però dal 15 maggio al 28 giugno sarà in ferie. Quindi, o il via libera arriverà a Girone di qui ai prossimi dieci giorni, o il poverò marò dovrà aspettare praticamente altri due mesi. Scommettiamo su questa seconda ipotesi?

Chi "benedice" Virginia Raggi: così il Vaticano cambia tutto

Chi sta con Virginia Raggi, impensabile benedizione: così il Vaticano cambia tutto



«Virginia Raggi? Le auguro ogni successo». Arriva l’imprimatur del Vaticano per la candidata del Movimento 5 stelle alla poltrona di sindaco a Roma. Ad esprimersi a favore della grillina è stato il segretario di Stato Vaticano, cardinale Pietro Parolin. L’altro prelato rispondendo alla domanda di un cronista, che gli chiedeva se quindi il suo augurio alla Raggi fosse quello di diventare primo cittadino della capitale, ha replicato: «Di diventare quello che vuole diventare».

Sembra proprio che il Vaticano voglia scongiurare il pericolo di un altro Ignazio Marino. Uno stalker per papa Bergoglio che, ritrovando Marino ad attenderlo anche a Philadelphia, meta di un viaggio pastorale, disse sul volo di ritorno: «Io non ho invitato il sindaco Marino, chiaro? Ho chiesto agli organizzatori e neanche loro lo hanno invitato». E la Raggi lontana dalla corruzione romana, che ha investito i partiti tradizionali sia a destra che a sinistra, potrebbe essere la candidata ideale per la Santa Sede.

«Penso che oggi Papa Francesco abbia il nostro stesso obiettivo: ripulire Roma dalla corruzione», ha detto Alessandro Di Battista, membro del direttorio M5S, commentando l’endorsement della Santa Sede alla candidata del M55, «Credo che la sua», ha detto a proposito delle parole di Parolin, «sia stata una risposta dettata dalla buona educazione. Del resto dovremo convivere e servono rapporti di educazione e stima reciproci».

Parla la candidata Mara Carfagna: "Cosa so su Salvini e la Meloni"

Mara Carfagna capolista di Forza Italia a Napoli



Si era parlato, per un po', di una sua candidatura a sindaco di Napoli. Poi, Gianni Lettieri, sconfitto cinque anni fa dal guitto De Magistris, ha annunciato di volerci riprovare e il prossimo 5 giugno sarà lui a tentare di portare Napoli al centrodestra. Ma Mara Carfagna ci sarà eccome. In cima alla lista di Forza Italia, secondo una strategia perseguita dagli azzurri anche a Milano, dove la capolista è Maria Stella Gelmini: mettere nomi di peso, con esperienze in Parlamento e al governo, sul territorio.

Intervistata dal quotidiano "Il Tempo", la Carfagna è consapevole delle difficoltà della corsa, specie in alcune città (come proprio Napoli e Roma) "dove il centrodestra si presenta diviso per la necessità di soddisfare alcuni personalismi". L'ex ministro delle Pari opportunità, però, si rifiuta di credere che dietro le divisioni con Salvini e Meloni in vista delle amministrative ci sia la lotta per la leadership del centrodestra: "I leader di Lega e Fratelli d'Italia sono troppo accorti per non tenere distinti i due piani. Non si possono utilizzare città come Roma o Napoli per le proprie ambizioni personali. Che possono anche essere legittime, ma si decidono in altri tempi e con altre modalità".

Quanto alla sua candidatura, spiega che "è la dimostrazione di quanto Forza Italia consideri importante mettere tutte le risorse di cui dispone al servizio di città abbandonate al degrado dopo anni di cattiva amministrazione. Città che invece vanno governate con cura, serietà e rigore da persone che abbiano a cuore gli interessi della comunità".

Sconfitto anche l'ultimo avversario Trump candidato alla Casa Bianca

Cruz sconfitto anche in Indiana: Trump sarà candidato repubblicano alla Casa Bianca



Donald Trump non ha più rivali dopo la vittoria alle primarie repubblicane dell’Indiana che hanno costretto Ted Cruz a gettare la spugna. Nello stato del Midwest, Bernie Sanders ha avuto la meglio, seppur di misura, sulla favorita Hillary Clinton avvertendo che la partita è ancora tutta da giocare. Celebrando nella Trump Tower di New York, circondato dai figli e con al suo fianco la moglie Melania, Trump ha voluto rendere omaggio al senatore del Texas definendolo un «duro avversario», «intelligente» e dal brillante futuro. Una netta virata rispetto ai toni della vigilia quando il miliardario ha accusato il padre di Cruz, Rafael, di apparire in una foto con Lee Harvey Oswald, pochi mesi prima dell’assassinio di Jfk.

Il senatore del Texas si è giocato il tutto per tutto in Indiana, uno stato conservatore che sulla carta gli era favorevole. Ha indicato Carly Fiorina come sua scelta per la vice presidenza e si è alleato con John Kasich perchè gli lasciasse fare campagna indisturbato. «Abbiamo fatto il possibile ma gli elettori hanno deciso diversamente. Pertanto con il cuore pesante ma con un ottimismo sconfinato sul futuro nel lungo periodo della nostra nazione, sospendiamo la nostra campagna», ha annunciato Cruz sul palco della sua Waterloo, ad Indianapolis, con i genitori e la moglie Heidi, tutti visibilmente commossi.

Sebbene John Kasich abbia reso noto di non voler abbandonare la corsa, il presidente della Republican national committee, Reince Priebus, subito dopo il ritiro di Cruz ha decretato Trump «probabile candidato», cioè a dire candidato di fatto. Formalmente gli mancano circa 200 delegati per raggiungere la fatidica soglia dei 1.237 necessari per l’incoronazione prima della convention di Cleveland ma Priebus ha esortato il partito ad «unirsi» per «sconfiggere» Hillary Clinton, segnando una svolta rispetto alla posizione dell’establishment Gop restio ad identificarsi con il tycoon newyorchese. L’appello, almeno sui social media, non è stato accolto a braccia aperte con alcuni repubblicani che si sono detti pronti a votare Clinton piuttosto che Trump, come Mark Salter (ex advisor di John McCain) o Ben Howe, direttore di RedState. Sul fronte democratico, la diciottesima vittoria di Sanders in Indiana, alimenta il morale ma non intacca il primato matematico dell’ex Segretario di stato verso la nomination che molti osservatori giudicano ormai irreversibile. Lei è già proiettata sulla ribalta presidenziale: concorda nel ritenere Trump il «probabile nominato» ed invita i supporter ad intervenire per non lasciare che il miliardario arrivi alla Casa Bianca.

Il colpo di grazia al governo Renzi? Benigni, la sentenza: cosa ha detto

Il colpo di grazia al governo Renzi? Benigni, la sentenza: cosa ha detto



Con mesi di anticipo è iniziata la più febbrile delle campagne elettorali: quella sul referendum costituzionale che potrebbe spedire a casa Matteo Renzi e il suo governo. Lo hanno confermato sia Maria Elena Boschi sia Giorgio Napolitano: se vincesse il "no", ovvero se le riforme dell'esecutivo venissero bocciate dagli italiani, il governo sarebbe de facto finito. E, ad oggi, secondo i sondaggisti proprio i "no" sarebbero in vantaggio.

Ed in questo contesto un'ulteriore mazzata alle possibilità di vittoria di Renzi arriva da uno dei totem di sinistra: Roberto Benigni. Anche lui, con mesi di anticipo, si esprime in modo netto: "Al referendum costituzionale voterò no". Una mossa a sorpresa, quella del premio Oscar che in tv ha più volte raccontato la Costituzione. "Sarei orientato a votare proprio per proteggere la nostra meravigliosa Costituzione. Preferirei un dibattito sui contenuti, piuttosto che il referendum su Renzi. Carica innovativa del premier? Sinceramente aspetto ancora di vederla". Il messaggio è arrivato a Palazzo Chigi, forte e chiaro.

Paura per Ennio Morricone: sta male Cancellati tutti i concerti di primavera

Preoccupazione per Morricone: cancellati i concerti in programma a Maggio e Giugno



Il due volte premio Oscar Ennio Morricone deve rinunciare ai suoi concerti. Il motivo? il collasso di due vertebre (la prima e la seconda) che gli impediscono di lavorare per i prossimi due mesi. Come comunicato dall’Accademia di Santa Cecilia il maestro è stato obbligato dai medici al riposo più assoluto fino all’ultima decade di giugno.

Gli eventi - Uno stop imprevisto che impedirà al celebre compositore di partecipare agli eventi in programma il 21, il 24 maggio e quelli in giro per l’Europa.  "Sono molto dispiaciuto - ha detto - ma quanto prima saranno stabilite le nuove date dei concerti". Le esibizioni del Maestro Morricone, fanno sapere da Santa Cecilia, saranno sostituite - in prima italiana - dal musical capolavoro di Leonard Bernstein, West Side Story, nella celebre versione cinematografica di Jerome Robbins e Robert Wise. La proiezione del film avrà l'esecuzione della musica dal vivo dell'Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia. 

I rimborsi - Il biglietto acquistato può essere utilizzato per il nuovo concerto in programma o potrà essere rimborsato dal 9 maggio fino al giorno del concerto secondo le seguenti modalità: - per i biglietti acquistati in Auditorium, rimborso al botteghino; - per i biglietti acquistati online rimborso effettuato direttamente da TicketOne. Il concerto 'Domenica in musica' del 22 maggio è annullato. Le modalità di rimborso sono come sopra indicate.

Comunali 2016, la svolta epocale: così scopri se il candidato è "pulito"

Elezioni comunali 2016, ecco il sito per scoprire se i vostri candidati sono "puliti"



"Sai Chi Voti" è il nome della campagna contro la corruzione realizzata da Riparte il futuro per le elezioni comunali 2016. Una innovativa piattaforma digitale per i candidati: curriculum, status giudiziario, eventuali conflitti di interesse e un impegno anti-corruzione saranno accessibili online da tutti i cittadini. Sono molte le sigle che in questi giorni si stanno unendo ai promotori: Associazione Pubblici Cittadini, Transparency International Italia, ActionAid, Movimento consumatori, Diritto di sapere, Liberi cittadini, Carte in regola, Cittadinanzattiva, Cittadinireattivi, Openpolis, Movimento federalista europeo. "La criminalità organizzata e la corruzione aggrediscono senza tregua le nostre città - spiega Federico Anghelé di Riparte il futuro - gli elettori hanno bisogno di strumenti per reagire. Dobbiamo sapere tutto dei nostri futuri amministratori: chi sono, cosa hanno fatto e cosa intendono fare per contrastare questi fenomeni sul proprio territorio". Questo originale progetto digitale parte dal sito www.saichivoti.it, sul quale ogni candidato sindaco dei 30 Comuni più popolosi al voto potrà sottoscrivere la propria adesione dimostrando di rispettare quattro fondamentali indici di trasparenza. Per farlo deve pubblicare sul sito il proprio cv, rendere nota la propria situazione giudiziaria, dichiarare gli eventuali conflitti di interesse che lo riguardano e impegnarsi a introdurre, qualora eletto, il meccanismo delle audizioni pubbliche per tutte le nomine apicali in enti, consorzi o società che spettano al Comune, entro i primi 100 giorni di amministrazione mediante una modifica del Regolamento comunale. I 30 Comuni che verranno osservati sul sito Sai Chi Voti sono: Roma, Milano, Napoli, Torino, Bologna, Trieste, Ravenna, Cagliari, Rimini, Salerno, Latina, Bolzano, Novara, Brindisi, Busto Arsizio, Grosseto, Varese, Casoria, Caserta, Cosenza, Castellammare di Stabia, Vittoria, Savona, Crotone, Benevento, Olbia, Gallarate, Pordenone, Battipaglia, Rho. A ogni candidato di queste città corrisponderà un profilo sul sito, che i cittadini potranno consultare prima di recarsi alle urne, verificando se l'aspirante sindaco ha rispettato o meno gli indici di trasparenza. I candidati al ruolo di consigliere e tutti i candidati a sindaco e consigliere degli altri Comuni al voto, che non fanno parte della lista dei 30 sotto osservazione, potranno ugualmente aderire in forma autonoma pubblicando le informazioni richieste sui propri siti o sulle proprie pagine social.

Candidato Pd vicino all'islam radicale: chi è l'amico dell'Imam imbarazzante

Sala nei guai: il candidato Pd vicino all'islam radicale



Nuovi imbarazzi per il Pd milanese nella composizione delle liste. A finire nel mirino, questa volta è la possibile candidatura in Zona 4 di Sam Aly, giovane musulmano che sul suo profilo Facebook, oltre a definirsi «candidato», esibisce una fotografia con Tareq Al-Suwaidan, un imam radicale al quale un mese fa è stato vietato dal governo l’ingresso in Italia. Al-Suwaidan, infatti, divenne famoso nel 2009 quando predicò la conquista di Roma da parte del Califfato e invitò i presenti a collaborare al compimento della profezia. Un radicalismo che negli anni gli è valso il divieto d’ingresso anche in Belgio, Regno Unito, Francia, Stati Uniti e persino Arabia Saudita. 

A lanciare l’allarme sono stati Maurizio Lupi e Matteo Forte, rispettivamente capolista e candidato per Milano Popolare. «Nelle liste del Partito democratico a Milano ci sono rappresentanti di quell’Islam che non ci piace», ha tuonato Lupi. «Un conto è garantire inclusione e convivenza - ha aggiunto Forte - Ma questo è un islamismo politico che mira alla nostra sottomissione». La candidatura è stata bocciata anche da Nabih Dalal, impiegata e rappresentante delle donne marocchine in Italia, a sua volta candidata nella lista di Milano Popolare: «Avere una collaborazione con persone che fanno parte dei Fratelli Musulmani non è un vantaggio per l’integrazione». Per Fabrizio De Pasquale (Fi): «Dopo aver assegnato aree pubbliche alle realtà più estremiste, il Pd vuole candidare personaggi ambigui nei confronti degli imam più radicali». 

Anche la Lega, col candidato presidente di Zona 4, Paolo Guido Bassi, dice la sua: «Noi non vogliamo fare esami del sangue ai candidati della sinistra, ma certo è buffo che chi questi esami li fa in casa d’altri, poi non s’accorga di quello che avviene nella propria». E ancora: «Questo ragazzo si candida per fare l’opposizione in un Municipio che vieterà le nuove moschee e chiuderà quelle abusive». 

Travolto dalla nuova bufera il centrosinistra ha risposto in ordine sparso, non risparmiando a Beppe Sala l’ennesima gaffe. Interpellato sull’argomento Sala si è sbilanciato: «Il candidato in foto con l’imam sgradito? Mi hanno detto che non è così. Se fossi in Lupi penserei ai condannati nelle sue liste». Peccato che negli stessi istanti iniziassero a girare le foto di Sam Aly sorridente accanto all’imam Tareq Al-Suwaidan e all’ex imam di Cinisello Balsamo Usama El Santawy, che nel 2014 disse: «Onore agli italiani che vanno a combattere la jihad». 

Non a caso sulla vicenda il Pd ha usato toni meno netti. Pietro Bussolati, segretario metropolitano, ha spiegato a Libero che «Noi abbiamo approvato solo i capolista e i presidenti dei Municipi. Le liste ci verranno consegnate mercoledì. Faremo le verifiche sui candidati e decideremo. È chiaro che se queste indiscrezioni fossero confermate Sam Aly non sarà candidato». Bussolati conferma poi la candidatura di Sumaya Abdel Qader, anche lei vicina a gruppi musulmani discussi: «È stata un’allieva del cardinal Martini e ha smentito le voci sul suo estremismo».

TELEFONATA VERDINI-CAV "Pronto, presidente": bomba Cosa prepara (c'entra Renzi)

Verdini e la telefonata a Berlusconi: cosa bolle in pentola (con Renzi?)



Una telefonata, poche parole: "Presidente, hai fatto bene". Denis Verdini ha chiamato Silvio Berlusconi per congratularsi della scelta di Alfio Marchini come candidato sindaco a Roma. Il dettaglio, riferito dalla Stampa, sarà utilizzato dai più maliziosi (anti-renziani, anti-berlusconiani e non solo) come la "prova regina" del ritorno al Patto del Nazareno che il leader di Forza Italia per primo ha tenuto a smentire più volte negli ultimi giorni. 

La strategia di Verdini - Più semplice leggere la mossa di Verdini attraverso la lente della sagacia tattica dell'ex plenipotenziario del Cav: un modo per tenersi buono l'ex capo, tentare di ricucire dopo lo strappo doloroso, tessere intese bipartisan su tutto l'arco nazionale in vista dei secondi turni che si preannunciano caldissimi. Cosa faranno per esempio gli elettori azzurri se saranno costretti a scegliere al ballottaggio tra il dem Giachetti e la grillina Raggi? Probabile che Verdini e Matteo Renzi la domanda se la siano posta molto spesso, e qualcuno stia favorendo una risposta positiva. 

La mappa delle alleanze - D'altronde, le mosse dei verdiniani in queste amministrative sono abbastanza lineari: con Renzi senza sé e senza ma. La mappa del sostegno elettorale l'ha tracciata sempre la Stampa: Ala correrà a Torino per Piero Fassino, a Milano per Giuseppe Sala, a Roma per Giachetti, a Napoli per Valeria Valente. Molto rumore hanno fatto anche i movimenti in Calabria, a Cosenza. I 5 Stelle hanno tuonato: "Prove tecniche di Partito della nazione". La cosa singolare è che invece chi è nel governo, come Ncd, in alcuni casi sostiene la "concorrenza" e si ritrova alleata di Forza Italia o addirittura di Lega Nord e Fratelli d'Italia. Gli alfaniani e i centristi di Scelta civica, però, al referendum costituzionale voteranno sì, per non mandare a casa Renzi. Vuoi vedere che in questo bailamme i più coerenti sono proprio i verdiniani?