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venerdì 25 settembre 2015

Anche un "big" molla Alfano: Ncd kaputt Ecco perché il suo partito scompare

Anche Quagliariello molla Alfano: Ncd rischia l'estinzione


di Fausto Carioti



Gaetano Quagliariello lascia la maggioranza e mette un piede e mezzo fuori dal Nuovo Centrodestra, partito del quale è tuttora il coordinatore nazionale. È questa la convinzione che ha lasciato in Senato il discorso pronunciato ieri in aula dall’ex ministro durante il dibattito sulle riforme istituzionali. Non è il solo, dentro Ncd, a meditare l’addio: l’Italicum, legge elettorale che non contempla alleanze, sta spingendo l’intera compagine governativa degli alfaniani a confluire nel partito della Nazione di Matteo Renzi, ma molti sono quelli che non intendono seguire Angelino Alfano e Beatrice Lorenzin lungo tale strada. Questa dinamica, e il rientro della diaspora in Forza Italia iniziato con Nunzia De Girolamo, sembrano destinate a segnare la fine di Ncd.

Alludendo proprio a questo, nel suo intervento Quagliariello ha detto che «sarebbe paradossale che le forze popolari italiane perdessero per legge ogni spazio di autonomia e diritto di rappresentanza». «Le riforme non sono in discussione», ha assicurato, «ma, un minuto dopo, questo dibattito sulle riforme ne genererà un altro, che investirà sia i rapporti interni a una coalizione di governo che la legge pone fuori-legge, sia la collocazione politica. È un problema che personalmente mi riguarderà», ha avvisato il senatore, convinto che riguarderà tutti quelli che come lui «hanno fin qui contribuito al cammino delle riforme, ma non intendono consentire l’estinzione della propria cultura politica». Insomma, bolle in pentola qualcosa di nuovo e alternativo a Renzi.

Un discorso a tratti anche ruvido, che però non può aver sorpreso Alfano. Diverse volte, nelle ultime settimane, Quagliariello aveva manifestato al ministro dell’Interno preoccupazione per un quadro politico destinato a togliere ogni spazio di autonomia all’area moderata. Problema che Quagliariello intendeva porre con chiarezza agli alleati di governo. Lui e Alfano si erano confrontati prima dell’intervento alla festa nazionale dell’Udc di due domeniche fa, e un ultimo colloquio tra i due si è svolto alla vigilia dell’intervento in aula di Quagliariello. Senza però trovare un’intesa.

Dinanzi ai rifiuti di Renzi a tenere in considerazione un alleato piccolo, ma sempre leale come Ncd, Quagliariello aveva proposto all’ala “governativa” del partito il ritiro dall’esecutivo: di fatto, il passaggio a un appoggio esterno. Proposta respinta. A quel punto Quagliariello ha alzato il tiro su una battaglia sgradita al premier che comunque Ncd portava avanti (invano) da mesi: la riforma dell’Italicum, introducendo il premio di maggioranza alla coalizione, in modo da garantire dignità e sopravvivenza a chi non vuole stare né con Renzi né con Salvini.

La posizione assunta, per i toni e per i contenuti, è senza ritorno. E in aula Quagliariello ha fatto intendere che lo stesso malessere riguarda altri di Ncd, che non si faranno annettere dal Pd né oggi né mai. I parlamentari vicini a lui assicurano che nessuno pensa a un ritorno nell’ovile berlusconiano, ma la convivenza nella maggioranza si è fatta difficile, se non impossibile. È presto per fare conte e non ci sarebbe ancora stato alcun reclutamento ufficiale, ma dentro Ncd raccontano che, in calce al disegno di legge presentato da Quagliariello per cambiare l’Italicum, ci sono già diciassette firme di senatori di Area Popolare.

giovedì 24 settembre 2015

Occhio alla "mattanza" degli Intercity Gli 80 treni che rischiano di saltare

Treni, gli Intercity di Genova e Torino a rischio: 80 convogli rischiano di sparire




Cambia il ministro, cambiano gli accordi. Così, con l'addio di Maurizio Lupi al ministero dei Trasporti, ecco che Genova e Torino rischiano di trovarsi, da un giorno all'altro, senza ben 84 treni Intercity, i più utili per i pendolari. Come spiega Francesco Balocco, assessore regionale ai Trasporti, Piemonte e Liguria, avevano avviato un piano con l'ex ministro "per dimezzare le 4 coppie di Intercity tra Torino e Genova e per usare i soldi così risparmiati, circa 3,5 milioni, per potenziare i regionali Torino-Savona e Cuneo-Ventimiglia". Ma ora che i vertici sono cambiati, come  scrivono su La Stampa, se non ci sarà un "contratto ponte" e un rinnovo del piano di sostituzione dei treni, si dovrà dire addio alla maggior parte degli Intercity presenti sui territori interessati.

Le prospettive - Se dovesse verificarsi questo scenario, il disagio sarebbe palpabile. Torino perderebbe gli unici collegamenti possibili con Roma e Napoli. Ancora peggio lo scenario che si prospetta per la Liguria, con 36 treni a rischio, 22 dei quali percorrono le tratte Genova-Milano. Ma c'è un altro problema. Finora il governo non ha ancora pagato a Trenitalia i 200 milioni di euro che deve alla compagnia per i servizi erogati a regime di proroga. E, a poche settimane dall'entrata in vigore dell'orario invernale, non si hanno notizie sulle intenzioni future del governo. I viaggiatori, soprattutto i pendolari, rimangono così nell'incertezza. Sono infatti 15 mila gli italiani che ogni giorno usano gli Intercity per recarsi al lavoro e che non sanno se fra qualche settimana il treno ci sarà o meno. Per questo Assoutenti ha chiesto aiuto ai parlamentari e ha scritto una lettera a ognuno di loro per avvisarli del problema. Ma da Roma garantiscono: "Abbiamo in programma riunioni tecniche per trovare una soluzione e per vedere se sia possibile concedere una nuova proroga".

Volkswagen, ombre su Pirelli e Fiat La lettera della Procura e quell'accusa

La Procura: "La beffa sui diesel italiani che favorisce i costruttori"




Il pericolo che in Italia la situazione sia uguale a quella denunciata negli Usa è concreto. Riporta il Fatto quotidiano che "le auto diesel vendute come ecologiche inquinano in realtà più delle altre grazie a decreti legislativi scritti apposta per favorire i costruttori, applicati in modo scorretto dal ministero dei Trasporti e nel totale disinteresse di quelli della Salute e dell'Ambiente". L'8 luglio, il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti e i colleghi Graziano Delrio e Beatrice Lorenzin hanno ricevuto una lettera di Giuseppe Pignatone, capo della Procura di Roma, nella quale si rivela che le indagini dei pm di Roma "confermano" tutti i dubbi sui Filtri antiparticolato (Fap) montati sulle auto diesel per ridurre le emissioni: il Fap, scrive Pignatone, "oltre a immettere nell'aria altre sostanze nocive, determina la trasformazione del to, ossia polveri sottilissime non misurate dai dispositivi di monitoraggio in uso, ma ben più nocive per la salute umana". Insomma, i risultati non sono attendibili. Come il caso Volkswagewn.

Dal 2008 (da quando una normativa europea prevede il taglio delle emissioni), il ministero dell'Ambiente, scrive il Fatto "si è limitato a eleggere i Fap a tecnologia ufficiale per l'Italia" e "una volta preso atto che esistevano prototipi di filtro in grado, secondo i costruttori, di abbattere la massa di particolato, l'attività del ministero è consistita nel cercare di creare una procedura perché potessero essere verificati gli effetti dei suddetti filtri e potessero essere omologati", ha detto ai magistrati l'ingegner Fabio Romeo della Direzione generale per le Valutazioni Ambientali. I produttori sono fondamentalmente due, scrive la Procura: "Pirelli Eco Tecnology e Iveco Spa".

Pirelli è praticamente diventata subito monopolista di un mercato dei filtri che valeva 20 miliardi di euro. Ma, come segnalano gli inquirenti romani, che nel 2014 hanno ereditato un'indagine della Procura di Terni che coinvolge cinque dirigenti del dicastero dei Trasporti, mentre il ministero concedeva l'omologazione ai Fap di Pirelli e Iveco senza la prova di durabilità (la resistenza nel tempo), la negava al sistema 3D di Dukic Day dream, che invece aveva sviluppato un sistema in grado di resistere al tempo e all'usura. 

Ora l'inchiesta deve essere valutata dal gip dopo che il pm Giorgio Orano ha chiesto l'archiviazione perché la vicenda si sarebbe sviluppata per un grave difetto normativo e non per una cospirazione contro Dukic dei dirigenti inquisiti per falso e abuso d'ufficio. "Cospirazione" che, per il pm di Terni Elisabetta Massini, aveva invece garantito "ingiusti profitti" a Fiat, Iveco e Pirelli. La Dukic ha presentato opposizione, forte anche della lettera del procuratore Pignatone citata all'inizio.

Ecco tutti (sono 208) gli esami medici che il governo ora ci vuole far pagare

Sanità, tutte le prestazioni che Renzi vuol tagliare



di Andrea Valle


Sono 208 le prestazioni a rischio inappropriatezza, comprese nell' elenco che il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha consegnato ai sindacati medici nel corso dell' incontro di ieri pomeriggio. Sul tavolo del confronto il decreto contro le prescrizioni inutili a cui sta lavorando il ministero e che preoccupa i camici bianchi, passibili di sanzioni se non giustificano adeguatamente le prescrizioni di queste prestazioni, soprattutto esami.

A quanto si apprende i sindacati hanno 48 ore di tempo per fare le loro osservazioni tecniche, da riconsegnare al ministro. Entro la fine della settimana arriveranno altre piccole osservazioni dal Consiglio superiore di sanità, che ha già espresso parere positivo facendo alcuni rilievi recepiti dai tecnici del dicastero. Lo schema di decreto andrà poi in Conferenza Stato-Regioni. Il ministro ha annunciato ai sindacati l' intenzione di avviare un tavolo tecnico con le Regioni, a cui spetta l' applicazione del provvedimento e delle eventuali sanzioni, in modo che l' attuazione sia omogenea in tutti il territorio nazionale. La Lorenzin ha ribadito infine che nella Legge di stabilità saranno inserite le nuove norme sulla responsabilità professionale per arginare il fenomeno della medicina difensiva.

Fra le oltre 200 prestazioni di specialistica ambulatoriale oggetto del giro di vite, ce ne sono alcune di estrazione e ricostruzione dei denti, l' applicazione di apparecchi mobili o fissi; esami di radiologia diagnostica come Tac e risonanza magnetica della colonna, degli arti superiori e inferiori, densitometria ossea. E ancora, dovranno essere prescritti con precisi paletti esami di laboratorio come colesterolo totale e Hdl e Ldl, trigliceridi, solo in persone con più di 40 e con fattori di rischio cardiovascolare o familiarità, da ripetere a distanza di 5 anni; test allergologici; test per valutare la compatibilità in caso di trapianto (tipizzazione genomica); esami di dermatologia allergologica.

Il documento scatena reazioni contrapposte. «Il punto debole del decreto ministeriale della Lorenzin è che mette in moto un meccanismo, quello sanzionatorio rispetto alle prescrizioni cosidette 'inappropriate', che oltre a spaventare il medico e farlo lavorare male, creano un danno al malato che vedendosi negare la Tac o l' esame rinuncerà a curarsi del tutto o andrà nel privato. Così salta il delicato e fondamentale rapporto paziente-medico». Ad affermarlo è Domenico Iscaro, presidente nazionale dell' Anaao Assomed, che commenta l' incontro tra i sindacati di categoria e il ministro Lorenzin per valutare la bozza di decreto ministeriale sull' appropriatezza prescrittiva. «Abbiamo fatto presente al ministro che nessun medico si sogna di contestare l' appropriatezza», aggiunge Iscaro, «ma è il metodo che non accettiamo, ovvero realizzare questo passo con un atto amministrativo». Quindi secondo l' Anaao si «rischia di fare una grande confusione e trasferire sulla spalle dei pazienti più deboli il peso di alcune scelte», conclude. L' elenco delle oltre 200 prestazioni a rischio inappropriatezza «si traduce nei fatti in un altro taglio alla sanità». E' il commento di Massimo Cozza, segretario Fp Cgil medici, dopo l' incontro fra il ministro della Salute Beatrice Lorenzin e i sindacati medici sul decreto contro le iper-prescrizioni.

«Abbiamo espresso la nostra contrarietà», spiega Cozza all' Adnkronos Salute, « a questo sistema che prevede che siano i cittadini a pagare quando si ritiene che la prestazione sanitaria non rispetta le indicazioni di appropriatezza e che i medici siano sanzionati se invece la prescrivono e le loro motivazioni non vengono giudicate sufficienti. E' un sistema punitivo sbagliato. E' giusto avere linee guida e criteri contro l' inappropriatezza prescrittiva», prosegue, « ma non si può procedere con diktat e 'liste di prescrizione', che rischiano di minare il rapporto di fiducia fra il medico e il cittadino. L' anamnesi è un atto medico complesso che non si può racchiudere in una griglia di criteri». I medici radiologi esprimono un parere fortemente positivo sulla iniziativa del ministro Lorenzin. «Si tratta, pur con tutte le modifiche necessarie sulle sanzioni, di un primo passo importante che consente di mettere il tema della appropriatezza, ed in particolare di quella prescrittiva, al centro di un tavolo fatto di soluzioni pratiche e non solo di discussioni filosofiche». Lo ha detto Corrado Bibbolino Segretario Nazionale SNR all' uscita della riunione di Lungotevere Ripa. Previste sanzioni, dottori sul piede di guerra. 

SALTA LA TESTA DELL'AD TEDESCO Volkswagen, lascia l'ad Winterkorn

Wolkswagen, si dimette l'ad Winterkorn: "Il gruppo ha bisogno di un nuovo inizio"




Travolto dallo scandalo "dieselgate", si è dimesso l'ad di Volkswagen, Martin Winterkorn. "Volkswagen ha bisogno di un nuovo inizio e sto aprendo la strada a questo nuovo inizio con le mie dimissioni". Queste le parole del dirigente del gruppo di Wolfsburg, che travolto dalle critiche ha mollato il timone del colosso dell'auto.

"Avanti con trasparenza" - "Sono scioccato dagli eventi dei giorni scorsi. Non sono a conoscenza di nessun atto illegale da parte mia", ha detto Winterkorn in merito allo scandalo delle emissioni truccate che ha coinvolto la casa automobilistica. L'ex ad ha poi aggiunto:"Il processo di chiarificazione e trasparenza deve continuare." La decisione del manager di lasciare la guida del gruppo è arrivata dopo la riunione del Consiglio di amministrazione.

Il governo - Nel frattempo, il ministro dei trasporti tedesco, Alexander Dobrindt, ha negato di essere stato a conoscenza della contraffazione di Volkswagen, come sostenuto dalla stampa tedesca che ha citato il testo di un'interrogazione parlamentare dei Verdi. Secondo un’analisi del britannico Guardian, 11 milioni di veicoli dotati del software truccato corrispondono a un milione di tonnellate di inquinamento atmosferico ogni anno. L'equivalente, secondo il giornale, delle emissioni di tutte le centrali, i veicoli, le industrie e produzioni agricole del Regno Unito.

Il regalo di Pd e Ncd agli immigrati Sì allo ius soli, cittadinanza per tutti

Ius soli, asse Pd-Ncd: così regalano la cittadinanza agli immigrati




Khalid Chaouki, deputato Pd di origini marocchine, esulta su Twitter. Scrive che il Partito democratico e il Ncd in commissione Affari Esteri hanno raggiunto un accordo su due emendamenti, presentati da Scelta civica e il partito di Alfano, per sbloccare lo ius soli alla Camera. "Si tratta di una riforma importante per il futuro dell’Italia che andava condivisa con il numero più ampio possibile di forze politiche", dice Chaouki. In base all'emendamento degli alfaniani, diventerà italiano il figlio nato in Italia da un immigrato che è in possesso di un permesso di soggiorno di lungo periodo e, su richiesta di Scelta civica, il minore di 12 anni che arriva in Italia purchè abbia concluso almeno cinque anni di scuola nel nostro territorio. Il Partito democratico ha dunque fatto un passo indietro sul periodo del permesso di soggiorno, mentre il Ncd ha ceduto sul numero dei genitori: da due o uno soltanto in regola.

Immediate le reazioni politiche. Cristian Invernizzi della Lega ha annunciato che farà ostruzionismo. Definisce l'accordo un "cavallo di troia per spalancare le porte a un numero potenzialmente infinito di immigrati". Sul fronte opposto,  Celeste Costantino (deputato di Sel) attacca il Pd, che secondo lui si "accontenta del risultato minimo".

ADDIO, CAV: ALTRI 7 SE NE VANNO Verdini spietato: sgretola Forza Italia

Forza Italia, la valanga s'ingrossa: altri sette abbandonano il partito e vanno con Denis Verdini




La valanga s'ingrossa. Dopo il senatore Francesco Amoruso, che due giorni fa ha annunciato l'addio a Forza Italia per entrare nella verdiniana Ala, e dopo Domenico Auricchio, protagonista della stessa parabola, oggi altri sette deputati di Forza Italia e un senatore hanno deciso di abbandonare Silvio Berlusconi per entrare nella formazione guidata da Denis Verdini. I nomi: l'ex ministro dell'Agrigoltura, Francesco Saverio Romano, quindi Ignazio Abrignani, Luca D'Alessandro, Monica Faenzi, Giuseppe Galati, Giovanni Mottola, Massimo Parisi.

E al Senato... - In particolare, a Romano è stato affidato il compito di responsabile del coordinamento tra il Gruppo parlamentare di Ala al Senato e la componente del gruppo alla Camera. Quindi Peppe Ruvolo, che passa al gruppo verdiniano a Palazzo Madama e fa salire a 13 il numero dei senatori che appoggeranno il premier, Matteo Renzi, per l'approvazione della riforma costituzionale.

Attacco a Forza Italia - I transfughi, in una nota, scrivono: "Forza Italia ha ormai esaurito la sua spinta riformatrice e la sua vocazione popolare e liberale. La linea politica già intrapresa dal vertice di Forza Italia mira a rincorrere i populismi di varia natura, in una prospettiva di sostanziale subalternità a Salvini. In tale ottica diviene importante offrire il proprio contributo per una politica di centro, che abbia come riferimenti la società e le sue sfide da una parte e il rafforzamento delle istituzioni dall'altra, perché il Paese ha bisogno di uno slancio che coinvolga le sue energie migliori".

"Rimboccare le maniche" - E ancora, continuano gli ormai ex azzurri: "La nostra cultura politica popolare e il nostro radicamento territoriale ci impongono questa scelta. Ci impegneremo in Alleanza liberalpopolare-Autonomie consapevoli che in questa congiuntura politica ci si debba rimboccare le maniche e mettersi in gioco. Un forte impegno parlamentare quello che ci attende, incoraggiati dal consenso che registriamo nella comunità politica che rappresentiamo".

Confalonieri, messaggio dal carcere "Dovete aiutarlo, rischia la pazzia"

Fedele Confalonieri visita Marcello Dell'Utri in carcere: "Vive come un sequestrato, temo che vada fuori di testa"




Da un patron di Mediaset come Fedele Confalonieri ci si aspetterebbe di tutto tranne che vederlo aggirarsi per il carcere di massima sicurezza di Parma. Tutto si spiega quando viene rivelato il motivo della sua presenza fra le celle: una visita all'amico Marcello Dell'Utri, una delle tante.

La vita in carcere - Secondo quanto rivela il Corriere della Sera, Confalonieri ha deciso di raccontare qualcosa dell'ultimo incontro, nonostante questo gli provochi "molto dolore". Il profilo dell'amico che Confalonieri descrive è quello di un uomo provato, che si sente "un sequestrato". È dimagrito 15 chili in 18 mesi e, alle volte, si lascia abbattere dal contesto di massima sicurezza che lo circonda. Secondo Confalonieri, Dell'Utri si dedica alla biblioteca del carcere, dove trova conforto nei suoi amati libri, ma il rischio che "vada fuori di testa" è alto.

L'ingiustizia - "Lo Stato non ha più il diritto di tenermi qui", avrebbe confessato Dell'Utri. L'ex senatore si riferisce al fatto che la Corte europea dei diritti dell’uomo ha ritenuto ingiusta la condanna impostagli dalla giustizia italiana per concorso esterno in associazione mafiosa. I fatti che riguardano Dell'Utri, sono riferiti a prima del 1994, anno in cui la Cassazione elaborò, per la prima volta in modo compiuto, la fattispecie di reato. Per questo, secondo Confalonieri, la vicenda non è altro che "un caso di giustizia che va risolto il prima possibile", polemiche politiche a parte.

Il passato - Per i giudici Dell'Utri è stato condannato perché considerato l'"amico di Silvio Berlusconi" indicato dai pentiti che, dal 1974 al 1992, fu il garante decisivo dell’accordo tra l'ex premier e Cosa nostra. E per questo, ora, sta scontando sette anni di carcere. Ma per il patron Mediaset il suo amico rimane "una persona che comunque ora è ingiustamente detenuta, perché qualsiasi cosa gli sia stata addebitata, ora non può più esserlo. Gli dico che abbiamo avuto una vita piena - ha aggiunto Confalonieri - che siamo avanti negli anni e che se ci lamentassimo rischieremmo magari di far arrabbiare il Padreterno. Però - ha detto - lui in effetti il purgatorio lo sta già scontando", qui, in carcere. 

mercoledì 23 settembre 2015

Aversa: 25 settembre, la diocesi presenta il nuovo Anno Pastorale

Aversa: 25 settembre, la diocesi presenta il nuovo Anno Pastorale


di Don Carlo Villano 
per il Notiziario sul web



Alle ore 18:00, in Cattedrale, l’apertura con il convegno introduttivo "Umanesimo cristiano: una comunità in continua conversione" 

La comunità dei fedeli si appresta a vivere l’importante appuntamento che segna l’apertura del nuovo Anno Pastorale, "Gesù Cristo... volto della misericordia del Padre". Per venerdì 25 settembre 2015 alle ore 18:00, infatti, la diocesi di Aversa ha organizzato nella Chiesa Cattedrale  il convegno introduttivo dal titolo "Umanesimo cristiano: una comunità in continua conversione".

 “Viviamo questo momento con la consapevolezza della grazia che ci è data di poter continuare, nel tempo, un intenso cammino di fiduciosa adesione alla volontà del Signore, di partecipazione alla sua carità”. Con queste parole Mons. Angelo Spinillo, vescovo di Aversa, ha voluto presentare l’evento diocesano, sottolineando come il tema scelto per il convegno guardi già al V Convegno della Chiesa italiana (“In Gesù Cristo il nuovo umanesimo”, che si svolgerà a Firenze dal 9 al 13 novembre), preparandoci allo stesso tempo all’apertura del Giubileo Straordinario della misericordia (8 dicembre 2015): un appuntamento che “richiede la più viva e generosa partecipazione di tutti i membri della comunità ecclesiale”. 

Confermata per venerdì sera la presenza di un nutrito gruppo di relatori: la Prof.ssa Pina De Simone interverrà sul tema “Il tessuto delle relazioni” (il senso della comunità e dei ritmi del tempo); Don Emilio Salvatore offrirà alla platea il proprio contributo in merito a "La ‘mistica’ del popolo” (pietà popolare, fede e religiosità); il Prof. Mario Di Costanzo illustrerà poi “Il rapporto con i beni” (economia, giustizia, ambiente); il Prof. Giorgio Agnisola relazionerà infine su “La rappresentazione simbolica dell'umano” (i luoghi della vita quotidiana, l'arte civile e l'arte sacra).

Nel corso del convegno introduttivo sarà inoltre presentato il Programma Generale degli eventi diocesani che verranno organizzati nel corso dell’Anno Pastorale 2015-2016. “Per la coincidenza di varie proposte da vivere con la Chiesa universale, con la Chiesa Italiana e con la Chiesa diocesana, il nuovo anno pastorale si presenta particolarmente ricco di contenuti ed impegnativo per la nostra formazione alla vita cristiana. La cosa non ci meraviglia – conclude Mons. Spinillo –  visto che è proprio la complessità del tempo che viviamo a chiederci un impegno vivo e consapevole, attento e sapiente, disponibile a lasciarsi guidare dallo Spirito di Dio”.

Caivano (Na): Sbagliare è umano perseverare è diabolico Montati gli spazi pubblicitari al contrario

Caivano (Na): Sbagliare è umano perseverare è diabolico Montati gli spazi pubblicitari al contrario 


La scritta Caivano in lettera minuscola la D in maiuscola 

....e caivano all'incontrario vaaaa........

Caivano, tutto pronto. L'amministrazione Monopoli si insedia, la Giunta pure, anche il Capo di Staff prende posto ed inizia a scrivere a tutta forza, del resto, c'è gente e moschettiere ad ognuno il suo mestiere. Ma qualcosa va storto, al di là delle continue diatribe interne, dalla fuoriuscita del consigliere di Forza Italia, Alfonso Castelli, al battibecco tra il consigliere comunale Emione e il funzionario Vito Coppola, e alla foto di Casa Pound insieme al Sindaco Monopoli sotto il Monumento ai Caduti che hanno fatto il giro del mondo, ma a far girare un'altra cosa.... ai caivanesi, ora, sono gli spazi pubblicitari montati al contrario, in più, scritti male, infatti, il Paese del primo cittadino Monopoli viene scritto con la lettera minuscola (caivano). Insomma, sbagliare è umano perseverare è diabolico. 

La triste avventura del giudice nel wc: va a fare la pipì, poi la brutta sorpresa

Milano, il giudice fa la pipì ma resta chiuso in bagno: arrivavano i carabinieri e lo verbalizzano




Una nuova disavventura a Palazzo di Giustizia di Milano. Ne dà conto Giustiziami, il sito del veterano della giudiziaria milanese Frank Cimini. Ecco la ricostruzione di Manuela D'Alessandro: nella nuova palazzina riservata ai giudici civili e del lavoro da poco inaugurata, una giudice entra in bagno per fare la pipì ma...ops chiude la porta e gli resta la maniglia in mano. Lui all'inizio non si scompone, fa ugualmente la pipì, pensa di avvisare qualcuno col cellulare. Ma si accorge che non c'è campo. Si mette l'animo in pace ed aspetta che a qualcuno prima o poi scappi la pipì. Dopo mezz'ora di inutile attesa, si stufa e prende a calci la porta. Due colpi e la porta si sfonda. Intanto, qualcuno si è accorto della sua assenza. Dallo squarcio della porta vede due carabinieri. Il brigadiere gli chiede i documenti e verbalizza le generalità.  “Potevate almeno chiedermi come stavo…”, butta lì il magistrato. “Signore, noi facciamo il nostro lavoro…”, risponde il militare che di fronte alla porta rotta forse vola con la fantasia e pensa a un’ipotesi di danneggiamento aggravato dall’uso di una maniglia contundente. 

I NUMERI DEL TRIONFO Matteo Salvini, missione compiuta Ecco il sondaggio che premia la Lega

Sondaggio Swg: Matteo Salvini ha sfondato a Roma




Matteo Salvini adesso gongola. E' riuscita nel suo intento: sfondare a Roma. Lo mette nero su bianco un sondaggio della Swg riportato da Il Tempo. Il sondaggio dimostra come la crisi della politica romana dopo Mafia Capitale da una parte, e lo sfascio del Pd dell'altro, abbia messo il turbo alla Lega.  Se oggi si votasse per le amministrative al ballottaggio andrebbero il centrodestra e il Movimento 5 Stelle. Il movimento di Salvini si attesterebbe intorno al 19%, con Forza Italia al 7 e Fratelli d' Italia al 7. Il Pd viene dato al 20% (ma alcuni sondaggi del Nazareno lo apprezzano addirittura al 14), mentre i grillini sono al 27%. Incoraggiato da questi numeri, il leader del Carroccio ha deciso di strutturarsi sul territorio sia a Roma che nel Lazio. 

La strategia - Così, spiega il Tempo, a fianco del coordinatore regionale Fabio Fiorini, si sono costituiti gli altri coordinamenti locali. La strategia con cui il partito si sta strutturando sul territorio mira a reclutare persone in grado di riaggregare il centrodestra e riavvicinare gli elettori alla politica. Tra i coordinatori infatti ci sono professionisti (medici e avvocati) e un ex ufficiale dell'Esercito. I vertici di Noi con Salvini fanno moltissima attenzione a non "contaminare" il movimento. Quindi niente parlamentari e movimenti esterni che, scrive il Tempo, "vengono visti con sospetto perché rischiano di affiancarsi in modo antagonista e non complementare".

Caldaie e scaldabagni, cambia tutto Come saranno quelli del futuro

Addio caldaie e scaldabagni tradizionali. Le nuove regole Ue per il risparmio energetico




Caldaie e scaldabagni tradizionali addio. L'Unione Europea varerà il 26 settembre le nuove norme comunitarie che introducono standard di efficienza energetica più stringenti ed etichette sui consumi per questi apparecchi. L'obiettivo è la tutela dell'ambiente ed il minor consumo energetico. Infatti i nuovi  sistemi come pompe di calore, caldaie a condensazione, sistemi integrati permettono un risparmio energetico considerevole. Gli apparecchi tradizionali spariranno gradualmente, dopo l'entrata in vigore dei nuovi parametri, una volta smaltite le scorte di magazzino. 

I vantaggi - Protezione dell'ambiente: si ridurranno le emissioni di gas serra , tra i principali responsabili dei cambiamenti climatici; ma anche occasioni di sviluppo e un risparmio per gli utenti. "Queste nuove misure faranno risparmiare ai consumatori europei l'equivalente di 47 centrali nucleari come quella di Fukushima da qui al 2020" secondo Stephane Arditi dello European Environmental Bureau, associazione ambientalista che riunisce 140 organizzazioni in Europa. La EEB stima che con le nuove regole l'Ue consumerà ogni anno 56 milioni di tonnellate di petrolio in meno e arriverà a creare 238 mila nuovi posti di lavoro.

Volkswagen: Merkel sapeva Un documento la sputtana

Volkwagen, il governo tedesco sapeva del software che taroccava le emissioni




Si trasforma in uno scandalo politico il caso delle emissioni taroccate che sta coinvolgendo in queste ore la Volkswagen. Secondo il giornale tedesco Die Welt, il governo tedesco sapeva delle manipolazioni sugli scarichi da parte dei produttori di automobili. Il fatto emergerebbe da un'interrogazione del gruppo parlamentare dei Verdi al Bundestag, fatta a fine luglio scorso e diretta al ministro dei trasporti, Alexander Dobrindt, della quale in possesso del Welt. Nella risposta ai Verdi, infatti, il ministro della Merkel avrebbe ammesso di essere a conoscenza del software incriminato. E avrebbe tirato in ballo anche la Commissione europea.

martedì 22 settembre 2015

Le intolleranze alimentari non esistono I medici: "Esami inutili e soldi buttati"

Intolleranze alimentari, i medici: "Buttati 300 milioni di euro"




Le intolleranze alimentari non esistono per gli scienziati ma ci fanno buttare trecento milioni di euro l'anno. Sono due milioni infatti gli italiani allergici ad alcuni cibi e ben 8 milioni quelli immaginari, addirittura il doppio se si includono quelli che sviluppano intolleranze a nichel, lattosio, conservanti industriali. Risultato: in Italia si eseguono da 3 a 4 milioni di esami inutili.

I medici mettono in guardia dagli esami che spesso vengono sponsorizzati in alcune farmacie come l'analisi del capelli o il vegatest. "Nelle allergie alimentari siamo in grado di individuare con precisione a quale proteina si è realmente ipersensibili - spiega al Giorno Mario Di Gioacchino, docente di Allergologia all'Università Gabriele d'Annunzio di Chieti Pescara - in alcuni casi è possibile consumare un frutto a cui si è allergici togliendo la buccia, oppure un alimento si può mangiare una volta cotto. Dipende dalle proteine che sono coinvolte nell'allergia, conoscerle significa anche sapere se il paziente è a maggiore o minor rischio di shock anafilattico".

Gli unici accertamenti precisi sono il prick, da eseguire sulla pelle, il dosaggio delle IgE specifiche, la dieta di eliminazione (isolare i cibi e testarli uno alla volta) e il test di provocazione orale. Tutti gli altri - che possono costare da 90 a 500 euro - sono invece privi di validazione scientifica.

PANICO VOLKSWAGEN "Le vetture coinvolte sono 11 milioni" Un terremoto sul mercato delle auto

Volkswagen e scandalo diesel l'annuncio: "11 milioni di auto coinvolte. Ci saranno conseguenze sul personale". L'ad Winterkorn rischia




Sono 11 milioni i veicoli Volkswagen nel mondo coinvolti nello scandalo dei motori diesel. Lo riferisce il gruppo automobilistico, aumentando così i timori che il "trucchetto" anti-inquinamento sia stato applicato non solo negli Stati Uniti, dove il caso è scoppiato e porterà al ritiro di 500mila auto e, probabilmente, a una maxi-multa da 18 miliardi. 

Tesoretto da parte - Proprio per questo il colosso tedesco, che vede la sua leadership mondiale messa a rischio da Toyota e General Motors, ha annunciato che accantonerà 6,5 miliardi di euro nel terzo trimestre, per finanziare le misure necessarie a recuperare la fiducia dei clienti. Inoltre il gruppo rivedrà l'obiettivo di utile per l'esercizio in corso dello stesso ammontare. 

Rotoleranno teste - "Sono sicuro che ci saranno, alla fine, conseguenze sul personale, non c'è dubbio", è il commento del membro del consiglio di sorveglianza di Volkswagen, Olaf Lies, parlando alla radio tedesca Deutschlandfunk. Mentre le azioni della c
asa automobilistica sono scese questa mattina a un nuovo minimo in 3 anni, dopo il tonfo di ieri di circa il 19%, il consiglio di sorveglianza di Vw è stato convocato per domani, mercoledì 23 settembre, per una riunione straordinaria che vede la crisi del gruppo all'ordine del giorno.

L'ad Winterkorn cacciato? - Il board completo si vedrà venerdì, teoricamente per rinnovare il mandato dell’amministratore delegato, Martin Winterkorn, fino alla fine del 2018. Alcuni analisti suggeriscono tuttavia che Winterkorn, che ha di recente vinto una lotta al vertice di Vw con l'estromissione del presidente di lunga data Ferdinand Piech, dovrà dimettersi per lo scandalo. Secondo Arndt Ellinghorst, analista di Evercore Isi, Winterkorn "deve dimettersi immediatamente" perché "o sapeva del procedimento negli Stati Uniti o non gli è stato segnalato e si dovrebbe chiedere il motivo". 

NAZARENO AL CONTRARIO Bersani gode, Silvio pure: ecco l'uomo che li unisce

Renzi apre sulla riforma del Senato, Bersani esulta: "Così Verdini non serve"




"Così a vincere è il metodo Mattarella e Verdini non serve". L'ex segretario del Pd Pierluigi Bersani esulta, all'indomani della decisione di Matteo Renzi di aprire alla minoranza dem in direzione sul tema della riforma elettorale. Il "lodo Tatarella", tecnicismo al limite della supercazzola, introdurrebbe la "designazione" (e non la elezione) dei futuri senatori, mossa giudicata da molti anti-renziani come una "apertura". "Se la proposta di Renzi è che il popolo sceglie i senatori e i consiglieri li ratificano, va bene", ribadisce Bersani intervistato da Repubblica.  

"Renzi? Non vuole essere mio amico" - Lui lunedì alla direzione Pd non ha partecipato, preferendo restare a Modena per tra il lambrusco e i tortellini del Festival dell'Unità. Non mancano i commenti un po' velenosi sul premier, di cui non è mai riuscito a essere "amico fraterno". "Non so perché, forse lui non vuole. Io con tutti quelli che sono venuti dopo di me ho buoni rapporti. Il punto su cui forse non ci capiamo è che io non voglio nulla, se non il Pd come partito vero di centrosinistra. Se il Pd diventa il grande partito di centrosinistra che io sogno, allora poi mi riposo". 

Nazareno al contrario - E qui torna in ballo lo spettro di Denis Verdini, l'uomo a cui Renzi potrebbe appoggiarsi in cerca di voti pesanti al Senato in caso di defezioni tra i senatori democratici. La "rinuncia" all'ex forzista creerebbe un corto circuito politico per certi versi ironico: Bersani e Silvio Berlusconi d'accordo almeno su una cosa, fare a meno di Verdini. Il "Patto del Nazareno" al contrario, contro chi quel patto l'ha creato e difeso a costo di rompere con il suo leader.

Schumacher, il triste verdetto dei medici: "Non cammina e non può parlare, tra tre anni..."

Dramma Michael Schumacher, i medici: "Pesa 45 chili, per qualche progresso bisogna attendere 3 anni"




Lo stato di salute di Michael Schumacher continua a destare preoccupazione. Dopo mesi di silenzio sulle sue condizioni, il Daily Express rivela nuovi indiscrezioni provenienti da una fonte vicina ai familiari: "I progressi di Michael Schumacher sono dolorosamente lenti… Non si intravedono miracoli all'orizzonte". La voce arriverebbe da chi segue lo staff medico del pilota tedesco dallo scorso 29 dicembre del 2013, il giorno del terribile incidente.

Non parla, non cammina e pesa solo 45 chili - L'ex pilota del cavallino, ha perso oltre 25 chili dalla tragica sciagura in scii che lo ha portato a pesare 45 chili. "È incapace di parlare e di camminare e ha una coscienza molto limitata dell'ambiente che lo circonda", ha aggiunto la fonte. Al servizo di Schumi attualmente c'è un team di 15 specialisti tra neurologi, fisioterapisti e logopedisti, coordinato dal luminare Richard Frackowiak. Uno dei medici che ha curato il tedesco per circa sei mesi al Centre Hospitalier Universitaire di Grenoble non ha alimentato false speranze e ha affermato: "Ci vorranno almeno tre anni per vedere qualche miglioramento".

FRANCESCO NEL MIRINO Il Papa negli Usa, allarme attentati "Ecco come colpiranno i terroristi"

Papa Francesco negli Usa, allarme attentati: "Terroristi infiltrati tra poliziotti e pompieri"




Allerta massima per la visita di Papa Francesco negli Stati Uniti. In attesa dell'atterraggio del Pontefice, alle 16 di martedì, un documento del Pennsylvania State Police Criminal Intelligence Center, reso noto dalla Nbc, chiarisce come potrebbero agire i terroristi e i dettagli sono inquietanti. 

Come agiranno - Secondo le forze dell'ordine è alto il rischio che gli eventuali attentatori possano travestirsi da agenti di polizia e vigili del fuoco, con documenti falsi, per poter così entrare in aree riservate e colpire Papa, autorità e spettatori. Il materiale necessario a mettere in atto il piano criminale, spiegano, è di facilissima reperibilità: "Un'ampia gamma di prodotti, come abbigliamento, armi e attrezzature tecniche, sono disponibili su internet per tutti, senza particolari controlli". Secondo il documento occorrerà fare attenzione a verificare uniformi e accrediti, veicoli di emergenza sovraccarichi o in aree non autorizzate senza una spiegazione. 

"Le donne in pensione a 62-63 anni" Poletti lancia il piano: quanto perdono

Riforma delle pensioni, il ministro Poletti: "Donne via dal lavoro a 62-63 anni, 10% in meno nell'assegno"




Il Ministro del lavoro Giuliano Poletti apre al nodo pensioni: "Ci stiamo lavorando". Due i fronti d'azione flessibilità in uscita con penalizzazione e età anticipata per le donne. "Siamo consapevoli che c'è un problema col turn over, se le persone restano a lavoro troppo a lungo, non si liberano posti per i giovani, che devono inserirsi"ha detto Poletti, da Modena, confermando che si sta lavorando con il Ministro dell'economia Pier Carlo Padoan alla riforma. 

Le possibilità - Il problema è creare una flessibilità in uscita che superi la legge Fornero che prevede il pensionamento a 66 anni e tre mesi (che diventano 66 e sette mesi nel 2016), senza gravare eccessivamente sulle finanze pubbliche. Due le ipotesi in campo. La prima, sostenuta da Damiano e Baretta, prevede la possibilità di anticipare l'uscita fino a 62 anni, con una penalizzazione del 2 per cento all'anno. Ma i costi stimati intorno ai 4 miliardi, non lasciano tranquilli. L'alternativa è la proposta di Boeri, che consisterebbe in un calcolo interamente contributivo dell'assegno. In questo caso,senza costi aggiuntivi per le casse pubbliche, si arriverebbe a riduzioni fino al 30% dei trattamenti. La soluzione potrebbe essere un compromesso tra le due ipotesi. La percentuale di penalizzazione potrebbe salire dal 2% della prima proposta fino al 3-4% annuo, per un massimo tra il 12 e il 15%. 

Le donne - L'altra apertura riguarda le donne: sarebbe al vaglio l'uscita anticipata delle donne dal lavoro dal 2016 a 62-63 anni con 35 di contributi: una nuova opzione per le donne che prevedrebbe, invece del ricalcolo contributivo, una riduzione dell'assegno legata alla speranza di vita e pari a circa il 10% per tre anni di anticipo rispetto all'età di vecchiaia. 

GERMANIA KAPUTT Scandalo diesel, Volkswagen travolta La previsione: "E nei prossimi anni..."

Volkswagen travolta dallo scandalo diesel negli Usa, l'esperto: "Ripercussioni negli anni a venire"




Le rivelazioni sulle emissioni diesel "truccate" di Volkswagen "potrebbero far arretrare il Gruppo per gli anni a venire". È il possibile scenario delineato da Andrew Lee, Frost & Sullivan Principal Consultant, riguardo l'ammissione dell'Ad di VW Martin Winterkorn sulle falsificazioni nei test inquinamento negli Stati Uniti. 

Il trucchetto - "Il Gruppo Volkswagen, la casa automobilistica più grande al mondo, è stato accusato di aver falsificato i risultati delle emissioni con l'Environmental Protection Agency (Epa) negli Stati Uniti. Questo - evidenzia Lee - riguarda 482.000 modelli diesel del segmento medio che sono stati dotati di un software detto defeat device, il quale è stato in grado di ridurre le emissioni fino al 40% durante la prova delle emissioni rispetto al normale utilizzo".

Mercato difficile - Dopo la rivelazione, Winterkorn ha dovuto scusarsi per aver ingannato i clienti sui risultati Epa. "Ciò - continua l’analista di Frost & Sullivan- ha sollevato un'ondata di domande il merito al rinnovo del suo status di amministratore delegato e a quale impatto le rivelazioni avranno sugli investimenti per 7 miliardi di dollari programmati nel mercato statunitense per aumentare le vendite". Lee, inoltre, ricorda che "dal 2012 VW sta lottando nel mercato statunitense. Le vendite negli Stati Uniti rappresentano oggi solo il 6% del fatturato del gruppo". "Il significato di questa rivelazione tuttavia - osserva ancora - ha già visto i prezzi delle azioni crollare del 22% dal momento che il Gruppo potrebbe essere sanzionato per 18 miliardi di dollari, per non parlare dell'impatto mediatico negativo".

lunedì 21 settembre 2015

"Forza Italia? Chi caccerei dal partito" Salvini atomico. Eppure su Berlusconi...

Matteo Salvini: "Con Silvio Berlusconi si parla senza problemi, ma nel suo partito ci sono delle vecchie cariatidi"




Il rapporto tra Matteo Salvini e Silvio Berlusconi vive ciclici, e velocissimi, alti e bassi. C'era chi, negli ultimissimi giorni, li dava in rotta. Eppure, dalle colonne del Corsera, dal leader della Lega Nord arrivano chiari messaggi al Cavaliere. Prima, Salvini premette: "Se lo vedrò nei prossimi giorni? Non abbiamo ancora l'incontro in agenda. Ma l'Italia - commenta ironico - andrà avanti lo stesso". Continua il grande silenzio, ma il segretario del Carroccio ammette che, presto, parleranno. "La mia sensazione è che con Silvio Berlusconi si ragioni senza problemi. Poi, però - attacca il leghista -, nel suo partito ci sono un po' di vecchie cariatidi attaccate alla poltrona che si agitano e fanno l'occhiolino a Renzi. Ma il popolo di centrodestra oggi ha bisogno di idee chiare e messaggi precisi. Penso che Berlusconi lo sappia".

La manifestazione - Salvini fa poi un salto ancora più in là, parlando della possibilità di una lista unica Lega-Forza Italia in vista delle elezioni politiche: "Se c'è un accordo sul programma, tutto è possibile", spiega. Dunque un commento sui sondaggi, che per la prima volta da tempo indicano un Carroccio in calo: "Io non commento mai i sondaggi - risponde Salvini -. Tra l'altro ce ne sono alcuni che ci danno al 16,1%, altri al 15,5 per cento (...). A me interessa che la Lega sia al centro della scena e che tanti imprenditori e forze della società continuino a darci idee". Ma Forza Italia parteciperà alla manifestazione organizzata dal Carroccio l'8 novembre? "Quella - risponde Salvini - sarà una delle più grandi manifestazioni del centrodestra. Non ci saranno bandiere di partito, non sarà un blocco del Paese stile sciopero della Cgile. Sarà una manifestazione contro Renzi e per il made in Italy. Ovviamente, dato che ci aspettiamo centinaia di migliaia di persone, ne parlerò con Berlusconi". Vedremo, dunque.

COSÌ I CINESI BEFFANO IL FISCO Come sono spariti miliardi di euro

I soldi che il fisco non vedrà più: 4,5 milardi di euro finiti in Cina




Quattro miliardi e mezzo di euro finiti in Cina, soldi che il fisco italiano non vedrà più. Lo racconta una articolata inchiesta del quotidiano La Stampa. Da Prato, nel cuore della chinatown cittadina, sono passati 1,077 miliardi di euro, in contanti, nell'arco di tre anni e mezzo. Finché non è arrivata la Guardia di Finanza, che ha portato alla luce una rete di «sportelli» come quello pratese sparsi tra la Toscana, Roma e Milano. Un giro impressionante di denaro - oltre 4,5 miliardi euro -, una quantità notevole di reati e 297 richieste di rinvio a giudizio tra persone fisiche e società. C' è anche il colosso pubblico Bank of China e nel marzo prossimo si dovrebbe tenere l' udienza preliminare. "Quei 4,5 miliardi portati alla luce dall'inchiesta", scrive il quotidiano di Torini, "non sono tutti frutto di evasione. Ma sono più o meno quanto costa allo Stato abolire Imu e Tasi".

Nel 2008, il Nucleo tributario delle Fiamme Gialle di Firenze notano che un piccolo operatore di money transfer, la Money2Money (M2M) di Bologna, movimenta tanti soldi nell' area fiorentina. Incrociando i dati di Bankitalia risultano "transitati" milioni di euro, ma di clienti, in via Filzi, a Prato, se ne vedono pochi. Il trucco? I passaggi di denaro vengono spezzettati in tanti trasferimenti da 1999,99 euro, per evitare di arrivare alla soglia del 2000 euro che fa scattare le segnalazioni automatiche antiriciclaggio. L'indagine porta alla luce tantissimo "nero". Ma anche traffico di merci contraffatte, sfruttamento della prostituzione, gioco d'azzardo.  Uno degli indagati viene sorpreso mentre si occupa di fornire documenti falsi a cinesi clandestini. A Marmirolo, Mantova, spunta un laboratorio con lavoratori cinesi clandestini «alloggiati in precarie condizioni igieniche», annota il pm. Fabrizio Bolzonaro, socio della Money2Money dice (si sente in una intercettazione) che nell'agenzia stanno "riciclando i soldi della mafia".

Ad alcuni degli indagati i pm contestano anche l'associazione mafiosa. Al vertice  sembra esserci la famiglia cinese Cai: quando arrivano loro, il fatturato della M2M sale fino a 85 milioni nel 2006 a oltre 400 nel 2007. Sopra tutto questo c'è l' evasione fiscale. L' imprenditore cinese che dichiara 17 mila euro e spedisce in Cina 1,89 milioni. Ci sono evasioni di Iva, diritti doganali, imposte sul reddito e contributi previdenziali. Poi c'è Bank of China, controllata dalla Repubblica Popolare. Dalla sua sede milanese sono transitati 2,199 miliardi diretti verso Pechino senza nessuna segnalazione di attività anomala alle autorità italiane. 

I tempi sono lunghissimi: dopo la partenza dell'inchiesta, nel 2008, i primi sequestri arrivano nel 2010. Nella primavera scorsa, la fine delle indagini e la richiesta di rinvio a giudizio. In marzo ci sarà l'udienza dal Gup, ma prima c'è da tradurre in cinese gli atti dell'inchiesta e trovare i traduttori si sta rivelando un'impresa non da poco. Per ora sono stati individuati circa 50 milioni. Niente, rispetto a quei 4,5 miliardi finiti in Cina.

UN ASSEDIO AL CONFINE ITALIANO Gli immigrati ci stanno per invadere

Slovenia, due tendopoli al confine con l'italia: è allarme invasione




In Slovenia i migranti continuano ad arrivare, a migliaia. Il Paese non riesce più a gestire la situazione, sempre più critica, sempre più insostenibile. Così ha elaborato un piano: costruire due tendopoli al confine con l'Italia. In apparenza  quella slovena è solo una richiesta, più o meno esplicita, di aiuto ai vicini italiani. In concreto, è un primo passo verso il rischio invasione dei migranti nel nostro Paese nel caso in cui, come già annunciato, l'Austria chiudesse i confini. A quel punto ai profughi, dalla Slovenia, rimarrebbe una sola strada per andare in Germania, ed è quella italiana. 

I luoghi interessati - Come riporta il Giorno, i luoghi scelti dagli sloveni per costruire le tendopoli sono Punta Grossa, che sul versante italiano corrisponde a Lazzaretto, vicino a Trieste, e Sezana, non lontano. Il Comune di Trieste, proprio perché sa che la probabilità che gli immigrati arrivino in Italia una volta identificati è alta, ha già predisposto un centro di accoglienza in città. Intanto si mobilita anche il mondo politico e il 21 settembre i questori di Trieste, Udine e Gorizia saranno ricevuti dal ministro dell'Interno Angelino Alfano per chiarire la questione.

Poche forze - L'idea di appoggiarsi all'Italia nasce dal fatto che la Slovenia sia in crisi nel gestire le continue ondate di profughi che arrivano sul suo territorio. Con una forza di polizia e di agenti ridotti e un numero di persone da gestire che cresce di giorno in giorno. Anche in Italia però esiste un problema di personale: fino al 2007 sulla frontiera operavano 260 uomini. Oggi le pattuglie sono composte da appena 110 agenti, molti meno rispetto agli anni passati. Come ribadisce Lorenzo Tamaro, segretario provinciale del Sindacato autonomo di Polizia, basta un esempio solo per dare un quadro della situazione di crisi anche sul versante italiano: "A Opicina, per dire, il commissariato ha perso la metà degli uomini e la situazione è tale da non poter garantire l’uscita delle volanti".

Occhio: arsenico e legionella Acqua contaminata: ecco dove

Dai rubinetti di mezza Italia sgorga acqua contaminata


Alessia Pedrielli 



L' acqua di rubinetto è buona, fa risparmiare e non inquina. Alzi la mano chi non conosce il mantra che spopola da qualche anno in tutto il Paese, sotto la spinta ecologista della sinistra.

La bottiglietta, specialmente se è di plastica, è diventata un simbolo del male e la parola d' ordine, di chi vuole bene al mondo, è bere dall' acquedotto ogni volta che si può. E infatti, giù acqua del rubinetto nelle mense scolastiche (in alcuni istituti dell' Emilia Romagna è persino vietato portare l' acqua confezionata), in tanti uffici pubblici e persino nei locali che vogliono fare tendenza.
Ma sarà proprio vero che l' acqua pubblica fa così bene?

La cronaca dell' ultimo mese sembra affermare esattamente il contrario. E l' impressione è che sia buona finché non la si fa analizzare.

Partiamo dal luogo più insospettabile, le Dolomiti: nel mese di agosto in alcuni comuni del bellunese i turisti sono stati costretti a lavare la frutta con l' acqua in bottiglia e ieri sono partite le ordinanze che obbligano i cittadini a utilizzar l' acqua solo previa bollitura. Tutto era cominciato a fine agosto, dopo che le analisi avevano rilevato la presenza di batteri - forse finiti lì per il maltempo - ed erano scattati i primi divieti. Proprio quando l' emergenza pareva rientrata, ecco arrivare, ieri, la decisione dei sindaci. A farne le spese è anche l' ospedale di Agordo, dove vale il divieto, mentre Luca De Carlo, primo cittadino di Calalzo ha parlato di «un eccesso di sicurezza dell' Usl». Per ora, comunque, il problema rimane aperto.

Spostandoci in provincia di Alessandria, a Tortona, ad inizio agosto era stata emanata un' ordinanza di limitazione dell' uso dell' acqua derivante da un pozzo, nel quale si era verificato uno sversamento di idrocarburi e una situazione simile si era verificata anche nel genovese, a Casarza Ligure e in alcune località di Sestri Levante, dove per diversi giorni più di 6.000 persone non hanno potuto utilizzare l' acqua del rubinetto per la presenza di un additivo della benzina, finito in falda. Ma l' emergenza non risparmia le isole: tra agosto e i primi di settembre sull' Isola D' Elba ci sono stati problemi importanti. Il primo cittadino di Portoferraio ha vietato, per giorni, l' uso dell' acqua in Val Carene, perché dalle analisi risultava la presenza di batteri. Stessa cosa a Bolotana, in Sardegna, provincia di Nuoro, dove qualche giorno fa le analisi hanno rintracciato nientemeno che il famigerato Escherichia coli. Ma spostiamoci in Abruzzo, nel Comune pescarese di Roccamorice, dove i dubbi sulla potabilità dell' acqua li hanno addirittura dallo scorso aprile, quando in un terreno vicino alla falda si sono sversati liquidi contaminati da mercurio. E dove, nonostante le ordinanze emesse, la Procura ha indagato il sindaco per avvelenamento colposo.

E infine a Marzano Appio, provincia di Caserta: qui nell' acqua c' è l' arsenico. Almeno così risulterebbe alle analisi dell' Arpa locale, che lo ha comunicato al sindaco.

Ma batteri, idrocarburi e arsenico nulla sembrano se confrontati con l' amianto. Sì, l' amianto, quello che i carpigiani bevono ormai da anni.

Le particelle del pericolosissimo materiale, infatti, vennero trovate nell' acquedotto pubblico (in cemento amianto come quasi tutti gli acquedotti d' Italia) dopo il terremoto del 2012. Le analisi ne riscontrarono fino a 130mila fibre per litro. Ma poiché la normativa europea e nazionale non fissa per questo materiale alcun limite di concentrazione, a Carpi non scattò mai nessun divieto. Non resta che andare sulla fiducia.

Lotta all'evasione, inviate 210mila lettere Parla Lady Fisco: "Ecco chi le riceverà"

Agenzia delle entrate, Rosella Orlandi: 210mila lettere inviate a potenziali evasori




Al 31 agosto gli incassi da lotta all'evasione sono arrivati a 8 miliardi e mezzo, un dato in linea con quello dello stesso periodo del 2014, che si concluse con un record di 14 miliardi. Lo dice, in una intervista al Corriere della Sera, la numero uno dell'Agenzia delle entrate, Rossella Orlandi. Che poi aggiunge: "Ci saranno anche introiti da contabilizzare a parte, ossia quelli che verranno dalla voluntary disclosure, cioè dalla regolarizzazione dei capitali nascosti all' estero. Sempre a parte poi, ci saranno introiti dalla nuova strategia di invitare i contribuenti che dall' incrocio dei dati non risultano in regola a versare le imposte dovute attraverso il "ravvedimento operoso" anziché rischiare l' accertamento con pesanti sanzioni e interessi".

A tal fine, l'Agenzia ha inviato oltre 210 mila lettere a varie tipologie di contribuenti e l' operazione continuerà. "Circa 190 mila di queste lettere - spiega la Orlandi - sono state inviate ai contribuenti soggetti a studi di settore. Ma la novità sono le altre 20 mila, inviate a tre categorie. Coloro che non hanno dichiarato tutte le plusvalenze che ci risultano; i professionisti che non hanno denunciato tutti i compensi; i soggetti Iva con un volume d' affari inferiore alle fatture comunicate al fisco dai clienti con lo "spesometro". In tutto si tratta di un imponibile non dichiarato di 1,3 miliardi. Stanno inoltre per partire 5 mila lettere a esercenti di slot machine che non hanno dichiarato tutte le somme incassate e 200 comunicazioni a persone fisiche con appartamenti all' estero non denunciati".

domenica 20 settembre 2015

Un pomeriggio di paura per De Laurentiis Il suo yacht distrutto dalle fiamme

Fiamme al largo di Posillipo: distrutto lo yacht di De Laurentiis




Grosso guaio per il presidente del Napoli Aurelio de Laurentiis, il cui yacht è stato distrutto dalle fiamme al largo di Posillipo. È accaduto questo pomeriggio, poco dopo le ore 18. Ancora sconosciute le cause dell'incendio che ha divorato la preziosa imbarcazione. Le 12 persone che erano a bordo sono state tutte messe in salvo, e sono in buone condizioni. Dal porto di Napoli è partito un rimorchiatore per spegnere l'incendio e recuperare il relitto gravemente danneggiato dalle fiamme ben visibili da numerosi punti della città.

LA COMPRAVENDITA La carica dei 219 voltagabbana che tengono in vita Renzi e i suoi

Renzi e la compravendita dei voti per la riforma del Senato




Correva l'anno 2010 e il governo Berlusconi era sotto accusa. Per il Cavaliere, il 14 dicembre di quell'anno, era arrivato il momento della verità, del voto di fiducia. Il governo si salvò per appena tre voti e furono molti quelli che gridarono allo scandalo, alla compravendita di deputati. A quei tempi, L'Unità si lanciava in frasi come "una maggioranza rabberciata con il voto di fiducia di alcuni deputati venduti non ha nulla a che vedere con i principi della buona politica". Famiglia Cristiana, in un editoriale passato alla storia, arrivava addirittura a definire la gestione dei voti di Berlusconi, come "peggio di Tangentopoli". E persino la magistratura, come scrive il Termpo, si scomodò per indagare sull'accaduto. Per tutti Berlusconi aveva comprato i voti che gli servivano. Per tutti si poteva sparare a zero.

Berlusconi come Renzi - Uno scenario, quello del 2010, che inevitabilmente richiama quello presente. Solo che, alla presidenza del Consiglio, c'è Matteo Renzi e gli attacchi sono molti, ma molti meno. Ora che il governo sta per affrontare il delicato voto sulla riforma del Senato, anche Renzi si muove per trovare alleati e fa promesse, sottosegretariati e presidenze compresi. Sono infatti 219 i cambi di gruppo avvenuti durante il governo Renzi, con più di 200 parlamentari coinvolti. Numeri non da poco, per appena due anni e mezzo di legislatura. E il premier progetta, tratta e si accorda con quello stesso Denis Verdini che all'epoca raccoglieva voti per Berlusconi.

Nessuna indignazione - Ma pochi si scandalizzano. Famiglia Cristiana non scrive più i suoi editoriali pungenti sulla questione e l'Unità non si sbilancia. Nessuno, come aveva fatto a suo tempo Massimo Giannini, sulla Repubblica, scrive "scandalo in Parlamento". E nessuno dello schieramento anti-Berlusconi di quegli anni oggi leva la sua voce. Perchè proprio molti di quelli ora militano nel Pd. Un esempio su tutti, quello di Raffaele Cantone, capo dell'Anticorruzione, che nel 2010 parlava, sul Mattino di "immoralità del mercato in parlamento" e che oggi non dice nulla sui metodi di Renzi. Ma quelli erano i tempi in cui, come tuonava il Fatto, "vinceva l'Italia peggiore". E oggi, nel 2015, se Renzi vincerà la battaglia del Senato, si parlerà più che altro di una vittoria in nome di quelle riforme che "devono andare avanti"

venerdì 18 settembre 2015

Caivano (Na): L’Algida annuncia 150 esuberi, mentre i politici locali litigano…

L’Algida annuncia 150 esuberi, mentre i politici locali litigano…


di (ilgiornaledicaivano.it)



CAIVANO – Mentre la politica e qualche funzionario del Comune litigano sui social network ed i giornali on line, arriva una notizia che rischia di dare una grossa batosta all’economia caivanese. La multinazione Unilever, proprietaria di uno storico stabilimento situato nella zona industriale di Caivano, dove si producono i gelati Algida fra cui i famosi Cornetti e il Magnum, fra i preferiti dai clienti di tutto il mondo, ha annunciato un piano di licenziamento di circa 150 persone su un personale di un migliaio di dipendenti fra diretto ed indotto. La notizia è stata diffusa dai sindacati confederati Cgil, Cisl e Uil, che annunciano già scioperi e battaglie.

Caivano (Na): Il Comune scriva all'Asl, l'Asl risponde: "I provvedimenti da adottare già vi sono stati inviati"

Caivano (Na): Il Comune scrive all'Asl, l'Asl risponde




Terra dei Fuochi. Problema ambientale. Tema scottante che coinvolge la salute dei cittadini. Puzze, roghi, fumi tossici diossina e inquinamento prendono il sopravvento quotidiano in un Comune, come Caivano, che non riesce ad uscire dal disagio più totale, nonostante la buona volontà ed il controllo degli operatori tutti, dalla Polizia Municipale ai Carabinieri. Infatti, il Comune scrive all'Asl, l'Asl risponde e richiama il Comune. Il problema puzze sta diventando insopportabile, la gente è esausta, soprattutto in questi ultimi due mesi e, una gestione seria non si limita solo a scrivere ma anche ad attuare rimedi principalmente se questi rimedi arrivano già in risposta al Comune nel mese di Agosto, appunto, nonostante le precise indicazioni di legge, il settore Ambiente si limita a riscrivere una semplice lettera? Ma la risposta dell'Asl non si fa attendere e nota: "Nonostante le riunioni e le note a voi inviate in cui vi sono stati indicati i provvedimenti da adottare nel caso si avvertano odori molesti provenienti dalla zona industriale, lo scrivente in data odierna, ha appreso con rammarico dai Network che si responsabilizza sempre l'Asl per la mancanza di confacenti rimedi. Con la presente, quindi - conclude l'Asl - per restare nello spirito collaborativo che si è seguito sino ad oggi, al fine di risolvere la problematica si ribadisce di attuare quanto comunicatovi nell'ultima nostra nota del 28/08/2015 N° 520 in copia allegata. In tutti i casi al fine di evitare inutili disquisizioni, si resta a disposizione per quanto di competenza.