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lunedì 15 giugno 2015

Caivano (Na): Intervista a Giuseppe Bernardo dei Socialisti

Caivano (Na): Intervista a Giuseppe Bernardo (Partito Socialista) 


a cura di Gaetano Daniele 



Da sx Giuseppe Bernardo (Socialisti) con
il Sindaco di Caivano Simone Monopoli 

Siamo in compagnia del primo eletto del partito Socialista, Giuseppe Bernardo, esponente di spicco del partito Socialista, al primo turno a sostegno del candidato sindaco Raffaele Del Gaudio, uscito sconfitto con circa due mila preferenze, poi passato al secondo turno di ballottaggio con il centro destra di Simone Monopoli. 

Innanzitutto, benvenuto sul nostro blog il Notiziario sul web, con quale occhio guarda a queste ultime elezioni amministrative 2015, dove la vedono appunto, il primo eletto del partito Socialista, anche se non in assise? 

Grazie a lei per l'opportunità che mi concede sul suo blog per fare dei ringraziamenti. Ebbene si, al primo turno abbiamo perso una opportunità importante, cioè, far eleggere il nostro candidato sindaco, Raffaele Del Gaudio. Abbiamo lavorato bene, com'è noto a tutti, il risultato non è mancato, infatti ne approfitto per ringraziare la mia famiglia che mi ha sostenuto a spada tratta, ma un ringraziamento tutto va anche ai miei elettori, ai miei amici e alla famiglia Palmiero che al primo turno era in lista con me. 

Perchè il suo partito all'ultimo minuto ha deciso di sostenere il candidato sindaco del centro destra Simone Monopoli? 

La decisione è stata sofferta, ma alla fine abbiamo deciso in toto di appoggiare il candidato del centro destra Monopoli, perchè il programma del centro destra si avvicinava di più al nostro, una scelta  di campo rivelatasi vincente. Una scelta di coraggio oserei definire, ed io insieme all'altra candidata Palmiero, siamo stati quasi gli unici a camminare con serietà e spirito di sacrificio verso il nostro programma, i nostri elettori e verso il Paese tutto. 

Si sente di aggiungere altro?

Al momento mi sento solo di ringraziare lei per lo spazio che mi concede, e tutti i miei elettori, in primis la mia famiglia. 

D'Ago si confessa a Perna: "Chi sono le mie spie La Boldrini? Ha un segreto..." ( fisico)

Roberto D'Agostino, intervista esplosiva a Libero: "Cossiga mi passava le notizie, cosa penso di Renzi, Boldrini e Mattarella"


Intervista a cura di Giancarlo Perna 


Nulla di ciò che ho visto da Roberto D’Agostino è normale. Categoria che non vale per la sua casa, né per lui. Dago abita su tre piani affacciati sopra un’ansa del Tevere nel cuore della Roma barocca. La tripla abitazione consiste in un attico, un super attico e un super super attico uniti da una scala a chiocciola interna, variopinta come un murales. A occhio e croce, mille metri quadri. Il terrazzo, grande come un quarto appartamento, abbraccia tutta la città. Nel falansterio vivono Roberto e la moglie Anna Federici, della omonima famiglia di costruttori, proprietaria del bendidio, e ha sede la redazione di Dagospia, la mitica fucina informativa fondata quindici anni fa da Roberto.

Nonostante la vastità dei luoghi, ogni angolo rigurgita di oggetti raccolti dai coniugi D’Agostino il cui impulso collezionista è a livelli psichiatrici. Sparsi a capocchia ex voto, vecchi jukebox, statuine di San Gregorio Armeno, raffigurazioni di Mao tse tung in quantità da maniaco, crocifissi, tabernacoli e teschi del britannico Damien Hirst, il più costoso creativo contemporaneo. Ci sono falli artistici di varie fogge e dimensioni, in terracotta e plastica dura. Durante l’intervista, forse per il vento, due sono chiassosamente ruzzolati per terra facendoci prendere uno spavento dell’accidente. Il terrazzo è pieno di nani da giardino, coccodrilli di plastica, animali di legno ed esseri fantastici. Di giorno ancora ancora, ma di notte vivrei con l’incubo che tutta questa roba cominci a muoversi. 

L’orrore del vuoto è il nodo psicologico di Roberto. Con la stessa ironia con cui ha riempito la magione, Dago ha occupato ogni spazio del suo corpo. Ha una barba caprina, capelli a coda di cavallo, tatuaggi dal collo in giù, bracciali etnici, una chiusura lampo al lobo di un orecchio, anelli di metallo su ogni dito. «E non sai la schiena», dice divertito, mostrandomi sul cellulare la foto del tatuaggio che campeggia sulla medesima. La scritta Deus, all’altezza della scapole, e, al centro, una grossa croce fiammeggiante con, in tedesco e caratteri gotici, il motto: «Mostra la tua ferita». «Spiegati», lo supplico, ormai nel pallone per quanto ho già visto. «Il tatuaggio è del 2008 -risponde-. L’anno dei miei 60 anni e di una grave operazione ai polmoni. Due mesi di clinica e la paura di non farcela, prima di uscirne bene. Così, invece di portare un ex voto al Divino Amore, in segno di ringraziamento ho fatto fare questo disegno sulla cicatrice lasciata dal bisturi. Fu il mio primo tatuaggio. Poi, ci ho preso gusto e ho proseguito». «Sono bacchettone se ti chiedo che senso ha?», dico. «Mi piace comunicare agli altri la mia vita», risponde e mi mostra sul dorso delle mani la scritta «Rocco», il figlio ventenne, e «Anna», la moglie.

«Una croce sulla pelle. Sei credente?», domando. «Sì, senza incertezze -risponde-. Se ho un problema dell’anima, prego Dio. Pratico a modo mio. Non vado a messa perché mi distraggo. Ma ho usato i crocifissi e i teschi di Hirst per farmi qui in casa una cappella dove mi raccolgo». Ho già detto che per collezionare Hirst ci vuole un patrimonio. Per associazione di idee, domando: «Dopo il diploma di ragioniere, a vent’anni già lavoravi. Per bisogno?». «Certo. Per riempire il frigo di cose. Avevo trovato un impiego in banca. Il giorno del mio primo stipendio, mamma, una bustaia, piangeva di felicità». «Ma non era quello che volevi», osservo. «Avevo già capito che le ideologie politiche sono dannose e le ho abiurate. Ero quindi pronto per la società spettacolo. Dopo dodici anni ho lasciato la banca. Ho fatto il disc jockey e debuttato nei giornali. Premetto che dalla cintola in su sono gay, ossia etero nei pantaloni ma omo di testa. I giornali che facevano per me erano i femminili, meno bacchettoni dei quotidiani politici. Scrivevo di costume. Delle tribù sociali -yuppie, fricchettoni, ecc.- che si formavano negli anni ’80 per reazione agli anni di piombo. Anche con Renzo Arbore in Quelli della notte, facevo il lookologo in tv. Vestito un po’ da clown, per mostrare quanto clownesco fosse il mondo che ci circondava, descrissi il passaggio dalle Br alle Pr (pubbliche relazioni)». Fa una pausa e apre un vasetto di spuma bianchiccia. È un beverone dietetico in luogo del pasto. Mentre mangiucchia, parlando del più e del meno fuori intervista, usa un’espressione curiosa. La riferisco perché proviene da un maestro del trendy. Roberto dice: «Non si può avere la siringa piena e la moglie drogata». Sostituisce il banale «botte piena e moglie ubriaca». Prendete nota, farà tendenza.

In tv sei diventato noto anche per le baruffe con Vittorio Sgarbi che, come te, era pupillo di Federico Zeri, storico dell’arte. Ripicche tra rivali? 

«L’incontro con Zeri è stato tra le cose più belle della mia vita. Scrivemmo insieme Sbucciando Piselli, chiacchiere in libertà. Era un genio alla Leonardo da Vinci. L’arte non è affar mio, l’affinità tra noi era spirituale. Sgarbi era invece suo allievo. Poi Zeri si urtò con lui per una faccenda di libri spariti a Londra». 

Qual è oggi, dopo anni di incomprensioni, il tuo giudizio su Sgarbi? 

«Lo stesso di Zeri: un grande talento rovinato dal furore di vivere. Ciascuno però cucina la propria vita come crede. Ho perso anch’io occasioni». 

Finché nel 2000 non hai trovato il tuo ruolo fondando il sito di Dagospia e sfondando nell’informazione. 

«Pensavo di parlare solo di costume, non di politica. Ma gli utenti mi raccontavano tante storie e contro storie di Palazzo che hanno finito per cambiare pelle al sito». 

Molti si abbeverano a Dagospia per conoscere i risvolti reconditi di politica ed economia. 

«Ho avuto un’intensa vita mondana. Mi è facile perciò parlare a tu per tu con altolocati che incontro spesso nelle cene. Di qui, le esclusive. Ogni scoop mi dà un orgasmo».  

Hai notizie che i giornali non hanno. Perché tu sì e loro no? 

«Sono condizionati e non le mettono. Abbiamo un giornalismo ingessato. In un Paese serio, Dagospia non esisterebbe. Se i 470 giornalisti del Corsera si mettessero a lavorare veramente sarebbe il delirio, in senso positivo». 

Voi quanti siete in redazione? 

«Con me, cinque. Fuori, ho collaboratori di settore: sport, economia, ecc. La squadra corta garantisce più riservatezza che incoraggia chi vuole darmi notizie. Parla direttamente con me e un minuto dopo, senza intermediari, metto in rete. Nei giornali c’è invece la trafila direttore, caporedattore, il giornalista che stende il pezzo». 

Il nome di una tua fonte eccelsa che fu? 

«Cossiga. Sapeva tutto della Chiesa, dei Servizi, di Mediobanca. Un’altra era Maria Angiolillo a sua insaputa».  

In che senso? 

«Avevo tre spie alle sue favolose cene dove si prendevano le decisioni che contano. Il potere ecclesiastico era incarnato da monsignor, Giovan Battista Re. Quello secolare da Gianni Letta. Pubblicavo i resoconti di quegli attovagliamenti, facendo impazzire Maria». 

La quale? 

«Alla cena successiva non invitava questo o quello dei soliti commensali, per vedere se era lui la fonte. Non sapeva che ne avevo tre e che una almeno sarebbe stata comunque presente». 

Con una querela, Piero Ostellino ti ha sfilato 160mila euro.  

«Solo per avere scritto che puntava a rifare il direttore del Corsera. Ora, Montezemolo, che chiamo Monteprezzemolo, vuole 1,9 milioni per quella che ritiene una campagna diffamatoria». 

Paga tua moglie? 

«Faccio da solo. L’azienda va». 

Che dicono i tuoi di te? 

«Non credo di essere il loro modello di stile». 

Tuo figlio Rocco è più un D’Agostino o un Federici? 

«Un Federici: studia Ingegneria». 

Cosa non ti piace in tv? 

«La prosopopea di tipi alla Lerner e Santoro. Ma stanno andando via, uno a uno. L’epoca dei tribuni è finita». 

Mattarella? 

«La mummia sicula. Meglio però di Napolitano che ha nominato di fila tre premier non eletti». 

Laura Boldrini? 

«Una sciccosa d’antan, senza valenza politica. Mi colpisce il naso mal rifatto. Vorrei tanto sapere com’era quello prima». 

Credi alle promesse di Renzi? 

«È uno sborrone, si dice a Roma. Gli mancano i fondamentali della politica. Un ragazzotto burlone, toscaneggiante».  

Che ti aspetti il giorno del Giudizio? 

«Ho rotto le scatole a troppa gente. Finirò all’inferno».

Treviso: Il giudice si rifiuta di decidere "Rischio di dover pagare io"

Treviso, il giudice non firma la sentenza: "Se sbaglio, devo pagare io". Rinvia tutto alla Corte Costituzionale




Effetti (non previsti) della "responsabilità civile dei magistrati". A Treviso un giudice, Cristian Vettoruzzo, si è rifiutato di emettere una sentenza relativa al caso del locatario di un capannone in cui erano state trovati 47 quintali di contrabbando. In base alle nuove norme varate dal governo, si è giustificata la toga, è troppo rischioso emettere un verdetto sulla base di "semplici elementi indiziari". In caso di errore, il giudice si sarebbe potuto veder trattenere dallo Stato fino a un terzo dello stipendio mensile. Meglio rinviare tutto alla Corte Costituzionale, eccependo sulla costituzionalità della riforma. Stop dunque al processo, in cui il pm aveva chiesto per l'imputato 2 anni di carcere e 8 milioni di euro di multa contro la richiesta di assoluzione piena per insufficienza di prove avanzata dalla difesa. Il ricorso alla Consulta rischia ora di aprire nuove, inquietanti prospettive per la giustizia italiana: se verrà accolta la posizione di Vettoruzzo, i tribunali italiani potrebbero andare in tilt a suon di rinvii e rifiuti di sentenziare da parte dei giudici.

Anche il Papa contro Marino: contro di lui un attacco tremendo

Il Papa stanga Marino: "La città rinasca moralmente e spiritualmente"




Renzi, per il momento, tace. sa benissimo che se dovesse commissariare Ignazio Marino per poi andare a elezioni anticipate per il Comune di Roma, il Pd perderebbe la Capitale a vantaggio, con ogni probabilità, dei 5 Stelle o del centrodestra guidato dai Fratelli d'Italia. Basti pensare che un recentissimo sondaggio dava i democratici addirittura al 17% di preferenze in città. Così, Ignazio Marino resta dov'è, almeno fino alla primavera 2016. Ma c'è chi ai conti di bottega non deve guardare (nè al colpo d'immagine che la perdita di Roma significherebbe) e che oggi una bella stangata a Marino e alla sua amministrazione l'ha data. Si tratta addirittura di Papa Francesco, che in piazza San Pietro, in apertura del convegno Ecclesiae Diocesano non ha certo usato mezze parole nel commentare il degrado morale e politico della città: "A seguito delle ben note vicende, la nostra città ha bisogno di una rinascita, deve rinascere moralmente e spiritualmente". Parlando a braccio, poi, il Papa ha fatto cenno anche "alle colonizzazioni ideologiche che avvelenano l’anima", e ha raccontato di famiglie che "debbono ’ricatechizzare' i figli quando tornano dalla scuola".

Gli autovelox "fregati" per sempre Nuove norme: come evitare la multa

Nuovo codice della strada: autovelox depotenziato: così spariranno le multe




Oggi arriva alla Camera il ddl di riforma del codice della strada. Tra le nuove norme non c’è solo quella sul ritiro delle patente a vita a chi uccide qualcuno guidando un veicolo sotto l’effetto di alcol o droga. Accanto all’inasprimento di quelle norme specifiche sul cosiddetto “ergastolo della patente” il testo unificato contiene infatti altre norme destinate a incidere sulla vita degli automobilisti italiani e magari salvarli dalle odiose multe. Al comma 6bis dell’articolo 142 del codice (quello che tratta dei limiti di velocità su strada, superstrade e autostrade), ci sono un paio di righe scritte da Simone Baldelli (Forza Italia) con cui si stabilisce che le postazioni di controllo sulla rete stradale per il rilevamento della velocità, oltre ad essere preventivamente segnalate e ben visibili, non potranno essere collocate a meno di 300 metri di distanza dall’avviso di segnaletica di riduzione della velocità. Un emendamendo questo che a detta dell'azzurro è un battaglia in difesa dei diritti dei cittadini automobilisti contro gli autovelox messi a “tradimento” dopo i cartelli di abbassamento dei limiti di velocità: "Una cosa è la sicurezza stradale, un’altra è vessare i cittadini".

Caivano (Na): Avanti il centro destra, Simone Monopoli è il nuovo Sindaco

Caivano (Na): Simone Monopoli è il nuovo Sindaco 





Rilevazioni votanti definitivi: 14.990 (51,16%)

Monopoli Simone (8687 voti)

Sirico Luigi (6102 voti)

Monopoli Simone è il nuovo sindaco di Caivano. 

domenica 14 giugno 2015

Pensioni d'invalidità, boom Renzi Mappa: le città con più assegni

Pensioni d'invalidità, il business alle spalle dell'Inps: in 2 anni 100mila assegni in più, ecco la mappa delle province più "fortunate"




Le pensioni di invalidità sono un affare per molti italiani. Un business gonfiato negli anni per compiacere amici ed elettori e finito sotto le forbici della spending review in tempi di crisi. Ma come mostra Federico Fubini sul Corriere della Sera, la situazione è ancora allarmante, con 100mila assegni in più nei soli ultimi 2 anni. Secondo i dati dell'Inps, dal 2013 il numero di pensioni di invalidità è cresciuto dell'8,4% in Calabria, del 5,7% nel Lazio, del 5% in Sicilia e Puglia, del 4,2% in Liguria, del 3,5% in Lombardia e Veneto e del 3,1% in Campania, a dispetto di "verifiche straordinarie" e controlli sulla carta più severi. E anche in Toscana ed Emilia Romagna le pensioni di invalidità sono aumentate dell'1,7 e del 2,2 per cento.

La mappa delle province - Il punto, spiega Fubini, è che la concessione di permessi, pensioni e assistenze sanitarie ai disabili, veri e presunti, è una importante leva per il mantenimento del consenso e il controllo dei voti locali. Il taglio è molto impopolare, la concessione facile (o i controlli allegri) è viceversa molto gradita dai potenziali elettori. Spulciando tra i dati delle singole province, il record spetta alla sarda Oristano: fra indennità e pensioni agli invalidi civili, ne gode il 9% dei residenti. Ridono anche Lecce con l'8%, Cosenza (il 7,4% dei residenti), Messina (7,68%) e Reggio Calabria (7,69%), e ancora Roma (una prestazione d'invalidità ogni 20 abitanti). Dati superiori alla Capitale al Nord, in città come Sondrio o Pavia. A conferma che "l'uso dell'Inps a fini clientelari" non conosce limiti geografici né politici.

sabato 13 giugno 2015

L'intervista di Antonelli - Conclusi i test operativi sull'F-35 Il super caccia entra in servizio

Conclusi i test, in estate l'F-35 sarà operativo

Breve Intervista di Claudio Antonelli 


Il caccia più discusso in Italia e il più criticato dalla politica è a un passo dal diventare operativo. Dal volare in assetto da guerra e intervenire in uno scenario reale. All’F-35, il velivolo prodotto da Lockheed Martin e Finmeccanica (l’Italia ne prenderà 90), manca solo il fly and go, il timbro della capacità operativa da parte dei marines Usa. A maggio sei F-35B del corpo dei marines sono infatti atterrati su una portaerei per iniziare la prima fase di test operativi (Operational Test OT-1). A bordo personale del Marine Operational Test and Evaluation Squadron 22, del Marine Fighter Attack Squadron 121 con base a Yuma, del Marine Fighter Attack Training Squadron 501 e dei Marine Aviation Logistics Squadron 13 e 31.

L’obiettivo era testare la piattaforma eseguendo decolli e atterraggi di giorno e di notte, appurare l’affidabilità del software gestionale e confermare l’interoperabilità delle comunicazioni di rete tra l’aereo e la nave. E tra un aereo e l’altro. «Il test di funzionamento», spiega il maggiore Paul Greenberg, portavoce del Corpo, «si è svolto a bordo della USS Wasp dal 18 maggio al 29 maggio 2015. Hanno partecipato 120 marines, personale civile, partner dell’industria e dieci piloti operativi del corpo dei marines per più di 76 ore di volo e 106 sortite dalla nave. Il test ha permesso anche di integrare le operazioni di manutenzione e il supporto della supply chain logistica in un ambiente di mare». Al termine della missione i marines hanno dato semaforo verde al caccia. Il quale ha superato i test di missione contro difensiva a sostegno della portaerei, i test di attacco. «La maggior parte degli esami ha confermato le aspettative», ha aggiunto il maggiore Greenberg, «sia sul fronte della comunicazione, sia sull’attività missilistica. Con la certificazione finale saremo i primi a prendere in carico gli F-35 sui nostri mezzi anfibi. Quando l’F-35B entrerà in servizio, il primo squadrone degli VMFA-121 sarà trasferito press la base di Iwakuni, in Giappone, per rispondere alle possibili crisi nella Regione. Ma prima di ogni tipo di previsione, il corpo dei marine si riserva un’ispezione specifica. A supervisionare il tutto è stato il vice comandante dei marines per l’aviazione il generale Jon Davis. Libero l’ha contattato per fare il punto della situazione e definire l’ultimo gradino prima della battaglia.

Generale, uno dei motti dei marines è «First in, last out». (I primi ad arrivare, gli ultimi ad andarsene, ndr). In questo caso possiamo dire che sarete i primi a volare e combattere con un F-35?

«I marines effettueranno una serie di valutazioni, non hanno un limite di tempo prestabilito. Se dovessero ultimare tutti i test di prontezza operativa entro luglio, allora potremmo anche dichiarare la prontezza operativa entro quel mese, altrimenti sarà per quello successivo. A noi interessa avere una piattaforma in grado di assolvere ogni tipo di missione».

Dunque la prima flotta di dieci velivoli sarà operativa quest’estate?

«Il corpo dei marines sostiene la strategia del Presidente di riequilibrio dell’area del Pacifico. Grazie al caccia F-35 noi stiamo portando in quell’area le tecnologie più avanzate e la massima capacità della nostra forza. Questa capacità permette al nostro corpo di supportare i partner regionali durante le crisi permettendo di eseguire una vasta gamma di missioni in tutti gli scenari possibili. Il fulcro di questo sforzo non sta solo nella modernizzazione di tutte le piattaforme per i velivoli ad ala fissa ma anche per quelli ad atterraggio verticale e a decollo corto».

Perché per un Paese membro della Nato sarà importante dotarsi di un velivolo di quinta generazione, come l’F-35?

«Posso solo dire che si tratta dell’aereo più versatile e tecnologicamente avanzato in grado oggi di volare nei cieli. A prescindere dal tipo di minaccia e indipendentemente dalla posizione in battaglia i marines saranno pronti a intervenire».

Nasce il governo Renzi-Verdini Numeri, nomi, sorprese: i dettagli

Il partito di Denis Verdini: gli uomini con cui si salverà il governo di Matteo Renzi




Si accorciano i tempi per l'arrivo di Denis Verdini alla corte di Matteo Renzi. Lo strappo è imminente, tanto che c'è chi, come il deputato di origini marocchine del Pd Khalid Chaouki, chiede in Transatlantico: "Allora è fatta per Verdini? Che notizie avete?". Così ai cronisti, almeno secondo quanto raccontato dal Fatto Quotidiano. Insomma, anche nel Pd c'è chi, come Chaouki, caldeggia l'arrivo di Denis, pronto a salutare Forza Italia e Silvio Berlusconi. Ma il partito del fu tessitore del Patto del Nazareno è ampio, trasversale. Tra quelli che si porterà dietro, ecco Vincenzo D'Anna, l'ex cosentiniano che è stato decisivo per la vittoria in Campiania di Vincenzo De Luca. Quindi Michaela Biancofiore, le cui voci sull'addio a Forza Italia ora si rincorrono con insistenza (la Biancofiore, però, sarebbe diretta verso il Gruppo Misto). Ma c'è poi chi come Ciro Falanga ipotizza una "fusione" tra Gruppo Misto e fittiani in uscita, uno schieramento che potrebbe contare su circa 30 unità. Da Verdini, al Gruppo Misto sino ad arrivare ai fittiani: un gruppone il cui obiettivo è arrivare al 2018 (magari con un - gradito - rimpasto). Prende insomma vita la maggioranza Renzi-Verdini: un passaggio quasi obbligato, per il premier, che con il caso-Azzollini, indagato e sul cui arresto entro fine mese l'aula si dovrà esprimere, rischia di arrivare alla definitiva rottura con Angelino Alfano (che verrebbe però prontamente rimpiazzato).

Forza Italia: Vendetta della Rossi, Fitto spennato un "colpaccio" da 700mila euro

Forza Italia, Mariarosaria Rossi contro Raffaele Fitto: "In Puglia ha lasciato un buco da 700mila euro"




I guai per Raffaele Fitto non accennano ad esaurirsi. Dopo il flop alle regionali, ora per l’ex delfino di Silvio Berlusconi arrivano anche le grane economiche. Come riporta Il Tempo, il tesoriere di Forza Italia Maria Rosaria Rossi intenderebbe infatti impugnare le fatture accumulate da Fitto in 10 anni di campagne elettorali in Puglia. E la cifra è tutt’altro che esigua: si parla di 700mila euro, una sorta di “stipendio” da 70mila euro l’anno che l’ex governatore avrebbe preso dalle casse del partito. In questo non ci sarebbe nulla di strano, i fondi servivano a quello, ma il problema è che questi debiti non sarebbero mai stati saldati. Ed ora che Fitto è uscito da Fi, la patata bollente è passata ai suoi successori. E c’è già chi dice che il buco sia stato appositamente voluto, per debilitare il partito e prosciugarlo delle sue risorse.

I Soldi - I passivi sono stati accumulati nei confronti dell’agenzia di comunicazione leccese Sciroccomedia, che si occupava per conto di Fitto di promozioni pubblicitarie, volantinaggio, manifesti, spot e supporto tecnico tanto alle regionali quanto alle europee. Giuseppe Pepe, titolare della società, non vuole “ né smentire né confermare. Nel rispetto della privacy dei nostri committenti non è nostra consuetudine divulgare queste notizie”. Ma una fonte interna al partito fa intendere che a Roma diano per certe le responsabilità del leader di Conservatori e riformisti: “Non mi risulta che Fitto, perché in Puglia fino a ieri gestiva lui il partito, abbia mai informato Roma. Men che meno ora, visto che è andato via lasciando a noi le grane economica del partito in Puglia".

Le accuse - Parole decise sul buco da 700mila euro arrivano anche da Luigi Vitali, commissario di Forza Italia in Puglia: “Questa situazione non fa che confermare che il progetto di Fitto viene da lontano. Era quello di debilitare Forza Italia, prosciugarla delle sue sia pure regionali risorse, e utilizzare quei fondi per campagne elettorali che servivano solo, come abbiamo visto, ad andare “Oltre” l’1% nazionale. Io sono stato il primo, appena nominato da Berlusconi, a mettere in evidenza le anomalie. I parlamentari mentre facevano i pullman della speranza a seguito propagandistico di Fitto, erano debitori nei confronti del partito che li ha eletti: centinaia di migliaia di euro”. Sentito da Il Tempo, Raffaele non ha però voluto replicare: “Non voglio commentare niente. Non sono più nel partito e queste cose non mi interessano”.

"Ci vogliono attaccare con l'antrace" Dai comunisti coreani guerra agli Usa

Nord Corea, Pyongyang all'Onu: "Gli Usa ci vogliono attaccare con l'antrace"




I rapporti fra la Corea del Nord e gli Stati Uniti non sono mai stati buoni, questo si sa. Solitamente, però, sono gli americani a denunciare alla comunità internazionale le atrocità commesse dal regime di Kim Jong Un. Ma non questa volta. Secondo Pyongyang, infatti, gli Usa intenderebbero attaccare la Corea con “pericolose armi batteriologiche”, compreso l’antrace.

La denuncia - È quanto denuncia il regime in una lettera inviata al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e resa pubblica oggi. Le autorità nordcoreane chiedono al Consiglio di aprire un’inchiesta sulle recenti rivelazioni riguardanti l’invio per errore da parte degli Stati Uniti di spore attive di antrace in una base militare Usa in Corea del Sud. Si tratta, secondo Pyongyang, di un “tentativo di usare armi biologiche in azioni di guerra” contro la Corea del Nord.

Incubo Grecia sul futuro Ue: crac "inevitabile", via al piano B

Unione europea, discusso per la prima volta il default della Grecia. Gli aiuti non arriveranno in tempo




Le voci su un possibile fallimento della Grecia si fanno sempre più probabili ogni giorni che passa. Nonostante la sussurrata apertura di Angela Merkel, i dubbi delle istituzioni europee e del Fondo monetario internazionale sulle riforme proposte da Tsipras sono tanti. E la risposta è sempre la stessa: “Dovete fare di più”. Così, per la prima volta in assoluto da quando è cominciata la crisi, gli Alti funzionari dell’Ue hanno discusso ufficialmente di un possibile default della Grecia, e lo scenario sarà preso in considerazione dalla riunione dell’Eurogruppo della prossima settimana.

Gli scenari - Secondo i funzionari l’ipotesi di un accordo entro la prossima settimana, che permetterebbe di chiudere la partita entro la fine di giugno, appare quella meno probabile. Così sono stati discussi altri due scenari: il primo è quello che prevede un’estensione dell’attuale programma di salvataggio di Atene, ma anche quest’ultima ipotesi, che è stata discussa per la prima volta in via formale, non è ritenuta molto fattibile. Così la maggior parte dei funzionari non ha potuto far altro che constatare l’ormai probabile default greco, perché il tempo per arrivare a un via libera della tranche da 7,2 miliardi di euro di aiuti ad Atene starebbe scadendo. “Sarebbe necessario fare progressi in pochi giorni che non sono stati possibili in settimane. La reazione di Fmi, Bce e di alcuni Stati membri è stata estremamente scettica”, ha detto una delle fonti. “Per la prima volta è stato discusso un piano B per la Grecia”, ha precisato un secondo funzionario Ue.

Europei 2016, Croazia-Italia 1-1: prima Mandzukic poi Candreva, Buffon para un rigore

Europei 2016, Croazia-Italia 1-1: prima Mandzukic poi Candreva, Buffon para un rigore




Una buona Italia pareggia 1-1 in Croazia nella sesta giornata del Gruppo H delle qualificazioni all'Europeo 2016. Gli azzurri di Antonio Conte restano così a 12 punti, 2 in meno rispetto ai croati primi, mentre la Norvegia ha pareggiato 0-0 con l'Azerbaigian, sprecando l'occasione di agganciare il secondo posto e rimanendo a 10 punti. A Spalato, in uno stadio vuoto per la squalifica dei tifosi di casa dopo i cori razzisti nella gara con la Norvegia (ma in campo è comparsa una svastica nazista che gli addetti croati hanno cercato di cancellare), la partenza per l'Italia è da incubo: pronti via e Astori atterra ingenuamente Srna in area, è rigore che Mandzukic calcia però centralmente e Buffon respinge. Dall'altra parte segna El Shaarawy, gli azzurri esultano ma l'arbitro annulla per dubbio fuorigioco. Mentre l'Italia protesta, i croati partono in contropiede, Rakitic dalla destra serve in mezzo Mandzukic che fa 1-0. Incredibile: doccia gelata, con Conte furioso. Ma l'Italia reagisce: sempre El Shaarawy si mangia un gol fatto calciando debole e centrale da centro area su bel cross di Pellè. Al 36' Mandzukic colpisce di mano nella propria area ed è ancora rigore. Dal dischetto va Candreva, tocco sotto morbidissimo e pareggio. Nella ripresa meglio gli azzurri, Parolo sfiora il gol, Srna si fa espellere per doppia ammonizione e finisce con un punto a testa, il terzo pareggio su sei gare nel girone per l'Italia di Conte. Che ora però dovrà ricominciare a correre. 

Tablet, cellulare, pc e pure iPad: da oggi il capo vi potrà spiare così

Jobs Act, un decreto permette alle aziende di "spiare" pc, tablet e smartphone dei dipendenti




I datori di lavoro potranno controllare quanto è produttivo un dipendente controllando direttamente i suoi portatili, tablet, iPad e smartphone. Lo afferma il decreto legislativo sulle semplificazioni varato giovedì dal governo Renzi traducendo quanto già previsto dal Jobs Act. Più che la riforma del lavoro, assomiglia al Grande Fratello. Come spiega Repubblica, secondo il nuovo testo, le aziende potranno accedere ai dispositivi "di lavoro" consegnati ai dipendenti senza passare per accordi sindacali o Ispettorato, quindi avranno via libera per controllare agenda, mail, documenti, tabelle, presentazioni in Power Point, chat interne. L'unico limite vero è rappresentato dalla norma sulla privacy, che impedirà un controllo "ossessivo". Il rischio è che la nuova norma contrasti con il principio stabilito dall'articolo 4 dello Statuto dei lavoratori, che vieta "l' utilizzo di impianti audiovisivi e di altre apparecchiature che abbiano quale finalità determinante ed esclusiva il controllo a distanza dell'attività lavorativa". In questo caso non si parlerebbe di microspie o telecamere interne, certo, ma il principio sarebbe lo stesso perché si mette in pericolo "la riservatezza del lavoratore". Dal Ministero del Lavoro però si dicono tranquilli, visto che le nuove disposizioni semplicemente aggiornano quanto stabilito dallo Statuto negli anni 70, facendo riferimento ai nuovi strumenti tecnologici utilizzati in ufficio, come appunto cellulari e pc portatili aziendali. Su questi "l'azienda ha tutto il diritto di esercitare il controllo, anche da remoto", spiega una fonte del Ministero del Lavoro consultata da Repubblica. Se dai controlli sui dispositivi risulterà che il dipendente non osserva gli obblighi di fedeltà, sarà possibile l'azione disciplinare. 

venerdì 12 giugno 2015

Caivano (Na): Rush finale Sirico-Monopoli, chi vincerà il ballottaggio?

Caivano (Na): Rush finale Sirico-Monopoli, chi vincerà il ballottaggio? 


di Gaetano Daniele 



Architetto SIRICO Luigi
Candidato Sindaco Centro Sinistra 


Dott. Simone Monopoli
candidato Sindaco Centro Destra

Rush finale Sirico-Monopoli. Chi vincerà il ballottaggio di domenica 14 giugno? Chi può dirlo, una cosa è certa, se ne sono viste di tutti i colori, sono usciti fuori i caratteri di entrambi i candidati sindaco. Da un lato Sirico, serio, determinato, con la schiena dritta. Ha dato sempre la sua disponibilità al confronto, con tutti, sempre pronto al dialogo, alla collaborazione per il bene comune, dalla parte del Paese, dalla parte dei cittadini, con un programma elettorale ben preciso, discutibile come gli altri, ma chiaro, senza demagogia, senza false speranze, come il reddito di cittadinanza. Ha sempre mantenuto una certa compostezza, nel linguaggio, nei modi, sempre affabile, potrà anche perdere la competizione elettorale, ma a perdere non sarà Sirico, ma Caivano. Lo riportiamo a chiare lettere pur non essendo di parte, senza remora, dovrebbero vergognarsi chi fino a ieri ha etichettato Monopoli con espressioni forti, e neanche una settimana dopo si è andato depilandosi il naso dai tanti peli per riodorare il profumo della vittoria. Dall'altra parte invece, troviamo Monopoli, colui che ha sempre rifiutato i confronti democratici, pubblici, colui che sui social network ne ha scritte varie belle, dalla pubblicazione di messaggini privati, come l'amichetto dispettoso, spregioso, alle espressioni (SARETE DISTRUTTI PRESTO!) riferito ovviamente all'elettorato di centro sinistra. Qualche intellettuale cercava pure di giustificare la manifestazione, come a dire, ma non era rivolto ai caivanesi, solo all'elettorato, come se dietro l'elettorato di centro sinistra ci fossero asini e non esseri umani, o peggio  Boxer pronti ad essere stesi con un gancio destro di Monopoli. Diceva Andreotti, il potere logora chi non ce l'ha. Insomma, in un clima tesissimo, al di là di chi ha ragione e di chi ha torto, domenica 14 Giugno, Caivano avrà un nuovo Sindaco e una nuova amministrazione. In bocca al lupo e buon lavoro da parte de il Notiziario sul web. 

Forza Italia si dimentica di lei: la "big" vuole lasciare (la politica)

Michaela Biancofiore medita di lasciare la politica




Restano le tensioni in casa Forza Italia,  tra scissioni consumate, quella dei ’Conservatorì di Raffaele Fitto,  e annunciate, quella dei ’verdinianì. Il malcontento verso l’attuale  gestione del partito e la prospettiva politica avrebbe coinvolto anche big azzurri. Persino una berlusconiana della prima ora coma Michaela  Biancofiore, apprende l’Adnkronos, sarebbe tentata dall’addio, delusa  e stanca che altri decidano al posto del leader Silvio Berlusconi e si sostituiscano alla sua volontà.

Leale al Cav dalla discesa in campo del ’94, al punto da essere  l’unico sottosegretario ad aver rassegnato le dimissioni (nel 2013  quando faceva parte del governo Letta) per rispetto e stima nei  confronti del presidente azzurro, Biancofiore, secondo gli ultimi  rumors del Transatlantico, starebbe pensando di lasciare. Non avrebbe  nessuna intenzione, di certo, di passare con i verdiniani o i  fittiani, ma di aderire al gruppo Misto, proprio per dimostrare  ancora una volta la sua lealtà verso Berlusconi. L’ultima goccia che avrebbe traboccare il vaso, raccontano, ieri,  quando pur essendo uno dei membri, non sarebbe stata convocata per partecipare al Comitato di presidenza di Forza Italia, riunitosi a  palazzo Grazioli per approvare il bilancio 2014 del partito. Da tempo  Biancofiore aveva manifestato la sua insofferenza per le scelte  adottate dalla dirigenza, evidenziando il malcontento diffuso sul  territorio e la conseguente involuzione elettorale culminate con le  ultime regionali.

Dramma di Samantha, "cavia umana": non cammina, non guida e vive isolata

Il dramma di Samantha "cavia umana": non cammina, non guida e vive in isolamento




AstroSamantha è tornata, ma dopo sette mesi nello spazio, non sarà facile ricominciare. Riporta il Messaggero che la nostra astronauta per molte settimane non potrà guidare, per esempio, né potrà fare le lunghe passeggiate che tanto ama. La Cristoforetti infatti per un po' di tempo avrà problemi di equilibrio e la debolezza muscolare di cui tutti gli astronauti soffrono al rientro potrebbero influire sulle più banali attività. Persino la sua voce potrà essere più stridula. Il sistema immunitario, inoltre sarà indebolito e per questa ragione, dovrà per un certo periodo di tempo limitare i contatti con altre persone. 

Non solo. Oltre alla riabilitazione - "quando rientri da un lungo periodo nello spazio, in assenza di gravità, c'è bisogno poi di un adattamento all'ambiente terrestre" spiega Filippo Ongaro, medico degli astronauti nella Missione Marco Polo - AstroSamantha diventerà una sorta di "cavia umana": gli esperti studieranno gli effetti che la permanenza nello spazio hanno avuto sull'organismo femminile: dalla riduzione della densità ossea all'equilibrio ormonale, "aspetti sui quali oggi non ci sono dati".

In orbita la Cristoforetti è già stata sottoposta a diversi esperimenti: ha indossato sensori che misuravano il flusso sanguigno; ha fatto esercizi muscolari e di respirazione; ha indossato una maglietta sensorizzata mentre dormiva. Ora, continua Ongaro, "il suo apparato locomotorio dovrà riprendersi e per questo farà una riabilitazione fisica lunga. I muscoli, infatti, tra le stelle si indeboliscono subito perché raramente utilizzati. Un viaggio spaziale arriva quasi a dimezzare la potenza fisica". Insomma, anziché 38 anni, è come se Samatha ne avesse cinquanta. "Il ritmo del logoramento psico-fisico di chi sta in orbita potrebbe servire come modello per lo studio dell'invecchiamento e per la messa a punto di metodiche preventive e antiaging". 

Attenti a prendere le foto da Facebook: da oggi potrebbe costarvi una fortuna

Facebook, attenti a prendere le foto da altri utenti: da oggi potrebbe costarvi una fortuna




La pubblicazione di foto su Facebook nella pagina di chi le ha scattate "non comporta la cessione integrale dei diritti fotografici". È quanto stabilito dalla IX sezione del Tribunale di Roma che in pratica riconosce il diritto d’autore anche per le foto pubblicate sul social network. La libertà di utilizzo dei contenuti pubblicati dagli utenti con l’impostazione ’Pubblica' "non riguarda infatti i contenuti coperti da diritti di proprietà intellettuale degli utenti, rispetto ai quali l’unica licenza è quella non esclusiva e trasferibile concessa a Facebook", spiega il Tribunale. In base a tale principio l’autore di alcune foto, assistito dallo Studio Lipani Catricalà & Partners, ha ottenuto il risarcimento del danno da parte di un quotidiano che aveva pubblicato le foto stesse senza alcuna autorizzazione.

Risarcimento danni morali - La sezione capitolina del Tribunale, specializzata in materia d’impresa e di proprietà intellettuale, infatti, ha riconosciuto la risarcibilità sia del danno patrimoniale che del danno morale connesso al mancato riconoscimento della paternità delle fotografie e, dunque, ha stabilito l’esistenza di un pregiudizio cagionato dalla pubblicazione delle foto senza l’autorizzazione dell’autore e senza l’indicazione del suo nome.

Il caso - Il caso nasce dalla pubblicazione di alcune foto nella pagina personale Facebook di un giovane fotografo scattate dallo stesso in una nota discoteca romana. Le foto erano poi apparse, all’insaputa dell’autore, in un quotidiano nazionale a corredo di una serie di articoli giornalistici, relativi al fenomeno della frequentazione dei locali notturni da parte di soggetti di giovane età e, successivamente, riutilizzate anche da alcuni programmi televisivi di rilievo nazionale.

Copy right - Nella sentenza viene innanzitutto chiarito che la pubblicazione di una fotografia nella pagina personale di Facebook, in mancanza di prove contrarie, costituisce "presunzione grave, precisa e concordante" della titolarità dei diritti fotografici in capo al titolare delle pagine nelle quali sono pubblicate. Fatta questa premessa, il Collegio, esaminate le condizioni di licenza di Facebook, ha stabilito che "la possibilità di utilizzo delle informazioni pubblicate con impostazione ’Pubblica' sul social network non costituisce licenza generalizzata di utilizzo e di sfruttamento dei contenuti coperti da diritti di proprietà intellettuale in favore di qualunque terzo che accede alla pagina Facebook". Al contrario la libertà di utilizzo "riguarda esclusivamente le informazioni e non i contenuti coperti da diritti di proprietà intellettuale".

AstroSamantha, un rientro col brivido Avvitamento e paura: che è successo

Samantha Cristoforetti, il ritorno: "Un atterraggio difficile, la Soyuz si è avvitata su se stessa"




Tutti la stavamo aspettando e tutti eravamo in trepidazione al solo pensiero di vederla finalmente camminare. Samantha Cristoforetti è di nuovo sul pianeta Terra e il suo grido appena il paracadute si è aperto è risuonato per tutti i continenti. Una decina di minuti prima dell'atterraggio il suo "Wooohoo!" liberatorio ha rassicurato tutto il centro di controllo che stava coordinando l'arrivo in diretta della capsula Soyuz della missione spaziale Futura.

Atterraggio da brividi - L'impatto con il suolo a detta della Nasa è stato perfetto, come previsto, da manuale. In realtà però queste dichiarazioni non coincidono con le parole pronunciate dal comandante della Soyuz Anton Shkaplerov, che non appena è giunto nel centro spaziale di Karaganda, in Kazakistan, preoccupato ha ammesso: "Il rientro è stato duro e rapido. Per alcune ragioni siamo andati in 'spinning' ma tutto ha comunque funzionato con precisione"". L'astronauta russo ha spiegato così il movimento inaspettato di avvitamento che li ha interessati durante la fase di discesa.

Gli accertamenti - L'astronauta italiana è stata la seconda ad uscire dal boccaporto ed è apparsa provata e molto emozionata. È stata poi presa da quattro tecnici per essere sottoposta agli accertamenti medici di routine come il controllo della pressione. I tre piloti spaziali sono stati trasportati in elicottero all'aeroporto dove saranno poi portati su un'aereo verso Houston e trascorreranno il periodo di riabilitazione previsto per riadattarsi alla gravità terrestre dopo i 200 giorni passati in orbita. L'Agenzia spaziale italiana attraverso un comunicato ha riferito che le priorità per Samantha saranno i test medici, la biopsia muscolare e dei questionari da compilare.

Il tweet di Mattarella - Sui social il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha voluto subito dare il suo benvenuto personale ad AstroSamantha: "Con trepidazione gli italiani attendevano il rientro dalla missione nello spazio a metà maggio, ma le circostanze hanno voluto riservarle una soddisfazione ancora più grande a coronamento della sua storica impresa: il record mondiale femminile di permanenza consecutiva nello spazio. Siamo, con lei, fieri ed orgogliosi di questo record, che si aggiunge a quelli europeo e nazionale. La sua esperienza, gli studi e le tante attività effettuate in oltre sei mesi e mezzo lontano dal nostro pianeta, rappresentano il dono più importante della sua impresa, da trasmettere alle nuove generazioni per infondere conoscenza ed entusiasmo nel futuro. L'aspetto al Quirinale per manifestarle, da parte di tutta la comunità nazionale, sentimenti di profonda stima e gratitudine. Ben tornata a casa, Samantha".

Il tweet di Renzi - Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi non si è lasciato andare alle smancerie e ha tweettato semplicemente: "Bentornata @astrosamantha. Siamo molto orgogliosi di lei, capitano. L’aspettiamo presto in Italia".

Forza Italia, la Rossi presenta il bilancio Scintille con Ghedini: botta (e risposta...)

Forza Italia, comitato di presidenza: scintille tra Mariarosaria Rossi e Niccolò Ghedini



Maria Rosaria Rossi ha presentato il bilancio della sua gestione: 3 milioni incassati da Forza Italia, circa 1 milione dal contributo annuale di senatori e deputati. Le cifre sono state snocciolate durante la riunione del Comitato di presidenza, convocato per approvare il bilancio relativo all'esercizio chiuso lo scorso 31 dicembre. Il tesorirere Rossi, dunque, ha fatto il punto sullo stato dei conti del partito, precisando tra le varie cose che i consiglieri regionali avrebbero versato 250mila euro nelle casse forziste. Il bilancio è stato approvato all'unanimità dal Comitato di presidenza azzurro in formato ristretto, ossia dai membri che per statuto hanno diritto di voto: 25 persone, compreso il presidente Silvio Berlusconi, che però era assente. Anche Denis Verdini, da mesi in rottura col partito e prossimo all'addio, ha disertato la riunione.

Botta e risposta - Nel corso del mini-vertice, secondo quanto riferisce l'AdnKronos, ci sarebbe stato anche un acceso scambio di battute proprio tra la Rossi e Niccolò Ghedini. Mentre il tesoriere leggeva la relazione illustrando le singole voci contabili, l'avvocato del Cavaliere la avrebbe interrotta con una battuta: "Di solito, tutti questi numeri si danno per letti. Ci fidiamo...". Insomma, Ghedini non ne poteva più di quel fiume di cifre. La replica della Rossi, però, non si è fatta attendere: "Anch'io vorrei evitarlo, visto che c'è tanto da leggere, ma ho il dovere di farlo". Al termine della relazione, secondo quanto riferito dai presenti, non è stata distribuita la copia del rendiconto. Da Palazzo Grazioli hanno sottolineato come il testo era stato reso disponibile da tempo, dall'atto della convocazione.

giovedì 11 giugno 2015

Caivano (Na): Monopoli diserta il confronto organizzato da Caivano Press

Caivano (Na): Monopoli diserta il confronto organizzato da Caivano Press La gente è stufa, lo snobba






Dal Cuore di Caivano Per Monopoli  l'accordo con i Politici
(Pronti a pubblicare la smentita di Monopoli)


Per SIRICO il Fiume in Piena
l'accordo con il Popolo Sovrano 

E' insopportabile digerire ancora una volta che, il candidato della destra locale Monopoli, politico, ex assessore allo Sport e alla Cultura (Giunta Papaccioli anno 2007/2008) nonchè ex consigliere provinciale di Forza Italia (Maggioranza Giunta Cesaro), ex candidato consigliere del partito Liberale, ex candidato consigliere indipendente Udc di Antonio Falco, ex candidato consigliere Alleanza di Centro di Pionati, ex candidato sindaco perdente, da oltre 18 anni in politica, rifiuti continuamente i confronti pubblici, ultimo, quello di ieri 10 Giugno organizzato dal giornalista Francesco Celiento di Caivano Press, in più, colpevolizzando il suo avversario politico Sirico, attraverso volantini (come a dire, meglio il volantino che il confronto, la gente legge ed io non ho bisogno del contraddittorio), volantini "poi" che all'interno contengono una miriade di inesattezze politiche. Inesattezze. Ecco, Monopoli scrive inesattezze e non mantiene gli impegni politici professati al primo turno. Il più importante di tutti, l'accordo che è cosa diversa dall'apparentamento, fatto sottobanco con i Socialisti di Giamante Alibrico. Un accordo politico che offende, laddove "poi" si dovesse concretizzare in caso di vittoria Monopoli, cosa assai improbabile, l'elettorato tutto di centro destra. Difatti, gran parte dell'elettorato di centro destra sta iniziando ad aprire gli occhi e, non sentendosi più rappresentato da Monopoli, il 14 giugno o preferisce il refrigerio o addirittura vota Sirico. Se Monopoli scappa dai confronti pubblici, democratici, liberi, pacati, nell'esclusivo interesse della collettività, perchè poi pretende che il 14 i cittadini vadano a votare per lui?. Se Monopoli al primo turno sventola ai 4 venti la parola coerenza associandola allo slogan "Continuità nella Discontinuità" e poi al ballottaggio si accorda con chi aveva tanto decantato di aver chiuso la porta in faccia, come nel caso di Giamante e i Socialisti, perchè poi pretende che il suo elettorato di centro destra ritorni a votare per lui? Intanto mentre Monopoli scappa dal confronto pubblico, Sirico cresce e si rafforza, la gente lo apprezza e lo applaude, come nell'ultima manifestazione, dove ad accoglierlo c'erano più di 500 persone. Numeri da capogiro che neanche Monopoli ha mai fatto fin'ora. La gente paga sempre il sacrificio, l'impegno e l'onestà. La vicinanza al popolo sovrano va premiata, soprattutto se sono fatti nell'esclusivo interesse della collettività e Sirico ci ha messo la faccia, presentandosi sempre ai confronti pubblici, assumendosi sempre,  nel bene o nel male, le proprie responsabilità, a differenza di Monopoli che ai confronti pubblici al posto della faccia ci ha messo il volantino. 

UNA SUPER-TASSA SUI MUTUI Ecco quando la banca la fa scattare

Cassazione, se la banca chiede il recesso di un mutuo la tassa aumenta del 1600%




Una sentenza della Cassazione del 6 febbraio scorso (la n. 2188) ha sorprendentemente sovvertito le regole e la prassi finora applicate per il calcolo delle imposte sui mutui in caso di recesso. I giudici hanno stabilito che l'imposta sostitutiva dello 0,25% sul capitale erogato non è applicabile al contratto di mutuo nel quale è prevista la possibilità per la banca o la finanziaria che ha emesso il mutuo di recedere per giustificato motivo. La clausola, riporta il Sole 24 ore, è presente con varie sfaccettature in qualsiasi contratto di questo genere e porta ad una vera e propria mazzata per chi ha ricevuto il finanziamento. Il mutuo infatti dovrà essere tassato con l'imposizione ordinaria, cioè con un'aliquota del 2% sull'importo garantito, pari al 1600% in più. La decisione della Cassazione rappresenta un velato disincentivo alla finanziabilità delle imprese e va in controtendenza anche con la decisione dell'Agenzia delle entrate che aveva ritenuto di non voler più riscuotere queste imposte (risoluzione n.121/2011).

L'abbaglio - Il quotidiano di Confindustria sospetta che la Cassazione abbia confuso la clausola di recesso ad nutum, quindi completamente discrezionale, con quella per giustificato motivo. Finora tutte le regole vigenti, e la prassi consolidata negli istituti eroganti, prevedevano che in caso di recesso ad nutum, il mutuo poteva essere recesso in qualsiasi momento: se era la banca a chiedere di interrompere il rapporto, poteva chiedere al cliente l'immediato rientro del finanziamento. A parti inverse, era il soggetto finanziato a poter restituire quando voleva il capitale ricevuto con gli interessi. I giudici sarebbero stati vittime di una svista, perché nella stessa sentenza sono citati dei precedenti che fanno chiaro riferimento ai casi di recesso ad nutum. Rimane per ora la situazione incredibile dell'imposizione al Fisco italiano di riscuotere crediti che la stessa Agenzia delle entrate non ritiene di dover riscuotere, in barba a chi viene ad investire in Italia che spera di sapere da subito a quali costi di natura fiscale deve andare incontro per pianificare i propri investimenti.

mercoledì 10 giugno 2015

Tragica corrida, il toro incorna il matador Lo colpisce proprio lì: perde il......

Corrida, il toro si ribella: matador incornato perde un testicolo




Poteva finire in tragedia la corrida andata in scena il 7 giugno scorso a Madrid. Il matador Marco Galán, come dimostra un video trasmesso da ToroTv, stava cercando di infilzare il toro con le banderillas, ma l’animale si è ribellato e lo ha incornato colpendolo nel basso ventre. Fortunatamente il torero è riuscito ad alzarsi e andare in infermeria. Ma ha perso un testicolo.

Il vegano: "Mangio solo questo, fa bene" Sfiora il dramma: operato per 420 calcoli

Cina, un uomo mangiava tofu tutti i giorni, Gli trovano più di 420 calcoli nei reni




Il tofu, un alimento che si ricava dalla soia con un procedimenti simile a quello con cui si produce il formaggio dal latte, è diffusissimo in tutto l’Oriente. Ma si sa, il troppo stroppia. Così un uomo cinese, che si vantava delle proprietà benefiche di questo cibo, è stato operato d’urgenza dopo che nei sui reni sono stati trovati più di 420 calcoli. Il 55enne ha detto ai medici di bere pochissima acqua e di mangiare quotidianamente tofu, fino a che non ha cominciato ad avvertire forti doloro addominali. E la tac ha rivelato l’origine del malessere: i suoi reni erano pieni di “sassi”.

Al TgLa7 si cambia, la scelta di Mentana: "Ecco il giornalista che mi sostituirà"

Enrico Mentana: ecco chi mi sostituirà




Enrico Mentana ha scelto il suo sostituto - ovviamente solo quando ce ne sarà bisogno - alla conduzione del TgLa7 la sera. Sarà Paolo Celata, che prende il posto di Armando Sommajuolo, che è andato in pensione dopo trent'anni in tv, riporta ItaliaOggi. 

Paolo Celata è passato dallo sport (per Tmc) alla politica (con La7) e adesso sarà il vice conduttore dell'edizione serale del tg di Mentana, che viaggia attorno al milione di telespettatori, tra il 4 e il 6% di share.

I numeri elettorali che fanno piangere la bellissima (e lanciatissima) Carfagna

Campania, il flop di Forza Italia a Salerno: i numeri che fanno piangere Mara Carfagna



I dolori di Mara Carfagna: lanciatissima a livello nazionale, deve incassare una battuta d'arresto nella "sua" Campania. A una settimana abbondante dalle elezioni regionali, dentro Forza Italia si continua a fare i conti sui voti persi, tanti. Il campanello d'allarme arriva soprattutto da Salerno, dove però il ko era da mettere in preventivo: come sottolinea anche Italia Oggi, nel feudo del sindaco Vincenzo De Luca, candidato Pd ineleggibile ma diventato governatore battendo Caldoro, il partito di Silvio Berlusconi si è fermato all'11,41%, ben al di sotto della media regionale del 17,81 per cento, risultato peggiore fra tutti i capoluoghi. A Salerno città, poi, si è toccato il minimo: 7,76 per cento (De Luca ha incassato il 69%, sceso al 53% nella provincia). Sul banco degli imputati è finito il coordinatore provinciale Enzo Fasano, certo, ma anche il suo precedessore: la Carfagna, appunto, che era in carica quando alle europee 2014 Forza Italia subì un'altra sconfitta bruciante. Alle politiche 2013 il Pdl unito incassò nella provincia il 28,18%, alle Europee 2009 addirittura il 43,22% (ma era un'altra era geologica per la politica e per il centrodestra). Per risollevare le sorti mai così nere dal 2005 (11,41% alle regionali), il coordinatore regionale Domenico De Siano starebbe pensando di inviare a Salerno un commissario (Italia Oggi fa il nome di Antonio Fasolino) per sostituire Fasano. Un colpo duro per la Carfagna, che ha imposto Fasano come coordinatore. Ma lei tira dritto, forte di un appeal mediatico e politico che dentro Forza Italia (e il futuro Partito repubblicano) pare al momento avere pochi rivali.

Caivano (Na): Ecco la nuova "Squadra" di Monopoli?

Caivano (Na): La "Nuova "Squadra" di Governo? 


  1. E le promesse fatte agli elettori, mai più traditori nelle nostre liste?
  2. E le promesse fatte agli elettori: "Continuità nella Discontinuità?
  3. E chi decantava tanto che Monopoli aveva chiuso le porte in faccia a Giamante e ai Socialisti ora che dicono?, che scrivono? Che Monopoli non sa niente?
  4. E chi al primo turno mentre Monopoli era in testa scriveva "che schifo", ora che fa, lo sostiene, lo appoggia, per un assessorato o per un incarico?
  5. E ai sostenitori e agli alleati di Monopoli che al primo turno scrivevano e decantavano, no ai Socialisti, ora sottostanno alla volontà di Monopoli?
  6. E ora a Monopoli sta bene far entrare, laddove dovesse vincere, un partito ed un candidato sindaco bocciato dall'elettorato caivanese? 


Dicette ‘o prevete: fa’ chello ca dico io ma nun fa’ chello ca facc’io....

















La profezia del Nobel: "L'Euro farà crac E l'Italia sarà subito spazzata via"

Grecia, Joseph Stiglitz: "Se Atene dall'euro, a repentaglio il futuro dell'Italia"




Se davvero la Grecia dovesse uscire dall’euro sarebbe un disastro per tutti. Una crisi economica che coinvolgerebbe a catena anche Spagna e Italia, soffocate da una troppo rigida politica dell’austerità. A dirlo non è un catastrofico oppositore della Merkel ma Joseph Stiglitz, professore alla Columbia University e premio Nobel per l’economia nel 2001. “A poco più di dieci anni dalla sua nascita – ha dichiarato l’economista – la prima vera crisi della moneta europea non può arrivare a questo risultato. Indurrebbe un clima di sfiducia che aprirebbe la strada a nuove crisi”. Crisi in cui noi, già indeboliti, saremmo direttamente coinvolti.

Effetto contrario - Stiglitz si è espresso sul pacchetto di aiuti che l’Europa ha concesso alla Grecia e sulla strategia poco flessibile ai singoli modelli economici dei vari Paesi membri e poco attenta al welfare. “Sono molto preoccupato – ha confessato – del fatto che ci si limiti ad applicare un modello rigido fatto solo di austerità, con il rischio di mettere a repentaglio il futuro di molti, dalla Spagna alla Grecia all’Italia”. La prova che le imposizioni di Bruxelles non sono state efficaci sta nel fatto che la Grecia, dopo tutti gli sforzi fatti, è anche riuscita a crescere e a fare progressi sulla politica fiscale, ma nonostante questo “le ricette di austerità hanno provocato una contrazione del 25% del Pil greco, il contrario di quello che la troika si auspicava con quelle misure”.

La soluzione - Pochi giorni fa Stiglitz ha firmato un appello, insieme ad altri economisti e intellettuali europei, per chiedere all’Europa di evitare il rischio di default greco e di ripensare la sua strategia. E ieri a Milano, in occasione dell’inaugurazione del centro di ricerca dell’Università Cattolica “Complexity Lab in Economics”, ha proposto la sua soluzione. Ci vorrebbe, quindi, “una riforma dell’Eurozona che punti a una vera unione bancaria, a garanzie uniche sui depositi, alla possibilità di emettere eurobond, a una politica industriale integrata e soprattutto al cambiamento di statuto della Banca centrale europea che metta tra i suoi obbiettivi anche occupazione e crescita, non solo stabilità dei prezzi”. Il problema attuale, insomma, è che Bruxelles si sta ostinando ad applicare dei modelli rigidi ancorati al passato, che hanno già dimostrato la loro inefficacia in più occasioni. Il mercato europeo e mondiale è diventato molto più volatile, e occorre quindi ripensare un nuovo approccio per evitare che “un blackout singolo finisca per coinvolgere tutto il sistema”. Italia compresa.