Treviso, il giudice non firma la sentenza: "Se sbaglio, devo pagare io". Rinvia tutto alla Corte Costituzionale
Effetti (non previsti) della "responsabilità civile dei magistrati". A Treviso un giudice, Cristian Vettoruzzo, si è rifiutato di emettere una sentenza relativa al caso del locatario di un capannone in cui erano state trovati 47 quintali di contrabbando. In base alle nuove norme varate dal governo, si è giustificata la toga, è troppo rischioso emettere un verdetto sulla base di "semplici elementi indiziari". In caso di errore, il giudice si sarebbe potuto veder trattenere dallo Stato fino a un terzo dello stipendio mensile. Meglio rinviare tutto alla Corte Costituzionale, eccependo sulla costituzionalità della riforma. Stop dunque al processo, in cui il pm aveva chiesto per l'imputato 2 anni di carcere e 8 milioni di euro di multa contro la richiesta di assoluzione piena per insufficienza di prove avanzata dalla difesa. Il ricorso alla Consulta rischia ora di aprire nuove, inquietanti prospettive per la giustizia italiana: se verrà accolta la posizione di Vettoruzzo, i tribunali italiani potrebbero andare in tilt a suon di rinvii e rifiuti di sentenziare da parte dei giudici.
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