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mercoledì 28 dicembre 2016

Colpaccio di Carlo Conti a Sanremo Super Big all'Ariston: chi acchiappa

Tiziano Ferro super ospite a Sanremo 2017



Annunciato il primo superospite della prossima edizione del Festival della Canzone Italiana di Sanremo, dal 7 all’11 febbraio in diretta su Rai1. E’ Tiziano Ferro, che tornerà a calcare il palcoscenico del Teatro Ariston dopo la straordinaria esibizione del 2015 che ottenne una lunga “standing ovation”.

“Sono felicissimo che Tiziano torni a Sanremo per la seconda volta dopo la bellissima performance che fece due anni fa, al mio primo festival. In quell’edizione, fu lui il primo grande ospite ad esibirsi sul palco dell’Ariston”, dice il direttore artistico e conduttore Carlo Conti, per il terzo anno alla guida della kermesse e al lavoro, in queste settimane, per comporre il cast. Tiziano Ferro si esibirà nella prima serata del festival, martedì 7 febbraio, ed è solo il primo di una serie di superospiti che i telespettatori potranno apprezzare durante le 5 giornate dell’edizione 2017.

Delitto di Garlasco: "Non l'ho uccisa..." La frase del nuovo indagato Sempio

Delitto di Garlasco, come si giustificò Sempio nel 2008



Andrea Sempio, il nuovo indagato per l'omicidio di Garlasco, poco dopo l'omicidio di Chiara Poggi aveva allontanato i sospetti che lo sfioravano giustificandosi con la sua età: nel 2007 infatti aveva solo 19 anni mentre Chiara ne aveva 26, e in questo modo aveva deviato le ipotesi sul suo conto. "Escludo categoricamente di averla frequentata vista la nostra differente età. Non abbiamo mai avuto amici in comune. La conoscevo solo perché ero amico del fratello Marco". Sempio dichiarava questo nel 2008, e portava inoltre come prova uno scontrino di un parchimetro di Vigevano: "13 agosto 2007, ore 11.18", questa la data sul pezzo di carta, e a quell'ora Chiara Poggi era stata già uccisa. Già, perché Sempio era già finito nel mirino degli investigatori, che sospettavano che potesse avere qualcosa a che fare con l'omicidio. Magari per motivi passionali. Quei motivi che aveva respinto spiegando che la differenza anagrafica era troppa.

Secondo Il Giorno, in quella seduta d'interrogatorio, il ragazzo - che è tuttora uno dei migliori amici di Marco Poggi, il fratello della vittima-, ricostruì ciò che fece pomeriggio nel giorno dell'omicidio. "Il 13 agosto 2007 ricordo di aver aspettato mia madre che era andata a fare la spesa e verso le 10 mi sono recato in Vigevano, con l’unica macchina a disposizione della mia famiglia, per andare alla libreria che si trova in piazza Ducale. Ricordo di aver parcheggiato prima della piazza Ducale. Ho conservato lo scontrino del parcheggio, che vi consegno. Giunto alla libreria l’ho trovata chiusa. Verso le 15 circa, sempre insieme a mio padre, siamo ritornati presso la nostra abitazione; nel transitare per via Pavia, giunti all'altezza di via Pascoli, notavo la presenza di un’ambulanza e delle persone".

Il giovane venne convocato dai carabinieri per alcune chiamate fatte a casa Poggi, partite dal suo cellulare il 4, il 7 e l'8 agosto. E ora sorgono diversi dubbi su queste chiamate, visto che l'amico Marco era partito il 5 con i genitori per le vacanze. "Non ricordo il giorno in cui Marco mi diede la notizia della partenza". Per questo motivo Sempio avrebbe chiamato fino a che Chiara non rispose e gli spiegò la situazione.

Il dramma della campionessa italiana "Sto morendo, nessuno mi aiuta / Guarda

Sicari, dalle Olimpiadi alla paralisi in ospedale: "Aiutatemi, sto morendo"



Ieri atleta azzurra, oggi bloccata su di un letto d'ospedale, senza cure, vicina alla morte. Questa è la triste storia di Vincenza Sicari, 37 anni, che nel 2008 aveva raggiunto il picco della sua carriera, classificandosi 29esima nella maratona delle Olimpiadi di Pechino. Oggi, purtroppo, la sua vita è molto diversa. Come racconta il Tempo, Vincenza è su un letto dell'ospedale Sant'Andrea a Roma, senza possibilità di guarigione. Tutto è iniziato nel 2013 quando l'atleta ha cominciato ad accusare affaticamento muscolare, febbri spossanti e frequenti formicolii: i sintomi di un tumore al timo. Il lungo calvario è iniziato proprio dall'operazione per rimuovere il brutto male che è stato seguito da una polmonite e che l'ha portata, in seguito, ad essere paralizzata dal tronco in giù. A Milano, dal professor Mariani è arrivata una terribile sentenza: si tratta di un problema neuromuscolare del quale non si conoscono le cause. Niente diagnosi, niente cura.

Quello di Vincenza oggi è un grido di aiuto, un aiuto per la sua lotta continua, per la sua maratona più difficile, quella per la sopravvivenza: "Ho una mutazione genetica che sembrerebbe il primo caso in Italia, secondo quanto emerge dalle biopsie ma nessuno fa niente per curarmi. Ho 37 anni, sono ridotta a pesare 30 chili e non mi muovo più. [...] Spero che qualcuno dall'alto si renda conto di quello che sta succedendo e prenda in mano questa situazione. [...] Io voglio solamente ripetere gli esami, poi se qualcuno ha sbagliato in passato se la vedrà con gli avvocati. Sono sicura di non avere una malattia rara, questa è l'unica cosa che mi dà la forza di andare avanti". Vincenza, nonostante lo sconforto, non è sola: sono tantissime le iniziative per raccogliere fondi ogni anno, lo stesso presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha preso a cuore la vicenda, così come la Fidal (Federazione Italiana di Atletica Leggera) e l'onorevole Matteo dell'Osso del Movimento 5 Stelle, affetto da sclerosi multipla. Ora si aspetta solo pazientemente che la domanda di Vincenza di essere trasferita al Policlinico di Tor vergata, per poter ripetere gli esami, venga accolta. 

Poletti, la gaffe gli costa la carriera? La scelta "terminale" sul suo futuro

Gentiloni "commissaria" Poletti: Nannicini sottosegretario al Welfare?



Si attendono le (lentissime) nomine dei sottosegretari del governo Gentiloni, 44-45 caselle che, forse, verranno riempite giovedì. E altrettanto forse, Denis Verdini la spunterà, ottenendo quegli incarichi che sono una pregiudiziale per l'appoggio di Ala al governo. Ma il punto, qui, è un altro. Il punto ha un nome e cognome: Giuliano Poletti, il ministro del Lavoro protagonista della scintillante gaffe sui giovani, il titolare del dicastero che si è rallegrato del fatto che i ragazzi italiani fuggano all'estero. Un disastro, quello di Poletti.

Un disastro al quale Paolo Gentiloni pensa di rimediare proprio con questo giro di nomine: il premier starebbe pensando di spostare il sottosegretario Tommaso Nannicini dalla presidenza del Consiglio al Welfare. Una mossa che, come sottolinea La Stampa, corrisponde a una sorta di "commissariamento" di Poletti. Una scelta che sarebbe dovuta tanto alla gaffe del ministro quanto al fatto che Gentiloni vorrebbe mettere in sicurezza il Jobs Act. Inoltre, su Poletti pende la mozione di sfiducia presentata da M5s, Lega Nord e sottoscritta da Sinistra italiana, una mozione di fiducia che potrebbe essere votata anche dalla minoranza Pd, rendendo Poletti sempre più a rischio e scricchiolante.

Interrogato il braccio destro di Renzi Due ore davanti ai pm: cos'ha detto

Luca Lotti, il ministro dello Sport interrogato a Roma dai pm



Si è concluso a Roma l’interrogatorio, condotto dai magistrati della Capitale, del ministro dello Sport, Luca Lotti, indagato nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti della Consip. Rispondendo alle domande del pm, Mario Palazzi, il ministro, a quanto si apprende, avrebbe negato di essere a conoscenza delle indagini e, quindi, non avrebbe in alcun modo potuto rivelare circostanze sull’inchiesta. Lotti avrebbe, inoltre, affermato di "non frequentare" l’amministratore delegato della Consip, Luigi Marroni, che, già sentito dai magistrati come persona informata dei fatti, avrebbe fatto il nome del ministro. Lotti avrebbe precisato di aver visto Marroni "solo due volte nell’ultimo anno".

Pensioni, il dramma del 2017: quanti soldi ti ruberanno ancora

Pensioni, salta la rivalutazione anche nel 2017



Un recente decreto dal ministero dell'Economia ha stabilito sia il tasso definitivo di adeguamento all'inflazione delle pensioni erogate nel 2016 sia il tasso provvisorio da applicare dal prossimo 1 gennaio. Entrambi i valori sono pari a zero: la deflazione ha annullato, per il secondo anno di seguito, ogni centesimo di aumento per assegni e trattamenti previdenziali. Come l'anno scorso, le pensioni non subiranno nessuna positiva variazione. Le brutte notizie purtroppo non sono finite qui: a causa dell'andamento dell'inflazione del 2015, che ha registrato un saldo negativo dello 0,1 per cento, dal prossimo gennaio si attuerà un taglio tra i 16 e i 20 euro per chi incassa pensioni lorde mensili tra 1.400 e 3 mila euro.

Non bisogna però dimenticare che, in ogni caso, anche nel 2017 avrebbero continuato a valere le fasce di perequazione delle pensioni introdotte nel 2013, dopo la sentenza sui rimborsi della Corte Costituzionale, e quindi la conseguente previsione dell'adeguamento pieno delle pensioni fino a tre volte il trattamento minimo. Ma, almeno per il 2017, niente si muoverà.

Renzi lavora alla nuova squadra Chi fa fuori e chi si tiene: i nomi

Matteo Renzi lavora alla nuova segreteria del Pd: i nomi dei papabili



"Un partito molto rinnovato in grado di parlare al Paese ed estraneo alle polemiche di Palazzo". E' il Pd al quale sta lavorando Matteo Renzi. Il luogo in cui elaborare la strategia per quelle elezioni che l'ex premier ancora spera si tengano prima della naturale scadenza della legislatura. Cambiare, dunque, ma non tutto. Come riporta Il Corriere della Sera, due nomi su tutti resteranno: quelli di Lorenzo Guerini e Matteo Orfini. E anche Deborah Serracchiani dovrebbe essere della partita, nella prossima segreteria.

I nomi nuovi che il leader ha in mente dovrebbero comprendere quello di Maurizio Martina, che sancirebbe l'intesa con la cosiddetta "sinistra per il sì", che non per caso è stata premiata anche nella formazione del governo Gentiloni con Valeria Fedeli e Anna Finocchiaro entrate a Palazzo Chigi. Un altro che ci sarà è Graziano Delrio, con quale i rapporti sono stati recuperati per dimostrare che i renziani non sono solo quelli del "Giglio Magico". Tra i papabili potrebbe esserci un clamoroso ritorno di Pierluigi bersani. E poi nomi come quelli del sottosegretario Tommaso Nannicini, sindaci come Giuseppe Falcomatà (Reggio calabria) e Ciro Bonaiuto (Ercolano). Quello di Bari, Antonio Decaro, potrebbe entrare nel ruolo dell'anti-Emiliano.

martedì 27 dicembre 2016

Monte dei Paschi di Siena, l'ultima bomba da 8,8 miliardi: perché ora rischia di saltare l'Italia

MPS, l'aumento di capitale schizza a 8,8 miliardi: una bomba per lo Stato

di Sandro Iacometti



La trappola Mps inizia a prendere forma. Ancora prima che gli italiani siano riusciti a digerire il panettone, da Berlino è partita una raffica di avvertimenti sulla fattibilità dell’operazione, almeno come ce l’ha raccontata il governo, mentre da alcune indiscrezioni è trapelato che la Bce avrebbe rilanciato sull’aumento, chiedendo non più 5, ma ben 8,8 miliardi di euro di risorse aggiuntive, quasi il doppio.

Alla faccia dei contatti continui tra Palazzo Chigi e le autorità europee, i segnali che arrivano da oltre confine sono tutt’altro che rassicuranti. Anzi, lasciano presagire il classico bagno di sangue per risparmiatori e contribuenti che molti avevano paventato. La bomba innescata dall’Eurotower, su cui sarebbe interessante capire quanto sapeva il governo, è contenuta in una missiva che, secondo il Sole 24 Ore, sarebbe stata recapitata ieri pomeriggio a Siena. Nel testo, senza battere ciglio, la vigilanza di Francoforte spiega che l’ammontare del fabbisogno di capitale dell’istituto è stato rivisto non alla luce delle ultime perdite, come sarebbe stato più comprensibile, ma sulla base dei risultati degli stress test di luglio ricalcolati tenendo conto del trattamento a suo tempo riservato alle banche greche. L’esito della correzione, sempre secondo quanto riportato dal quotidiano, è un conto da 8,8 miliardi complessivi, di cui 4,5 a carico dello Stato e 4,3 a carico degli obbligazionisti. Di quest’ultimi, però, 2 sarebbero rimborsabili dallo Stato.

A rendere il quadro più inquietante ci hanno pensato ieri i tedeschi, sottolineando che l’intervento immediato dello Stato, seppure nell’ambito della direttiva europea Brrd (quella sul bail in), non è così pacifico come crediamo in Italia. «Per le misure decise dal governo», ha spiegato il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann in un’intervista che uscirà oggi sulla Bild, «le banche devono essere finanziariamente sane a livello core». Ovvero, «i fondi statali non possono essere usati per coprire perdite già previste», ma sono «l’ultima risorsa per tutelare i contribuenti e dare responsabilità agli investitori». Secondo il numero uno della Banca centrale tedesca, che è anche membro del board della Bce, il rischio è che ci siano forti turbolenze. Per questo il salvataggio di Mps «deve essere attentamente esaminato».

A stretto giro è arrivato anche il parere, ancora più duro, di Isabel Schnabel, docente di economia dei mercati finanziari all’Università di Bonn nonché componente del Sachverstaendigenrat, il Consiglio di esperti economici della Germania, i cosiddetti «Cinque saggi». Ebbene, secondo la guru tedesca delle regole finanziarie, «visti i problemi profondi di Mps ci si può chiedere se una ricapitalizzazione precauzionale sia realmente appropriata». L’alternativa sul piatto, ha lasciato intendere la Schnabel in un colloquio con l’Ansa, è dichiarare fallimento. «Le banche insolventi devono essere chiuse e quelle vitali devono essere ricapitalizzate», ha spiegato, «le autorità di vigilanza dovrebbero verificare attentamente se Mps non debba essere liquidata gradualmente. In caso contrario, il denaro dei contribuenti potrebbe essere sprecato». In ogni caso, «qualsiasi soluzione deve rispettare le regole della direttiva Brrd, tra cui il bail in dei creditori». In quest’ottica, compensazioni per i piccoli investitori, come ipotizza il governo, «dovrebbero essere prese in considerazione solo se vi è una chiara evidenza» di vendita ingannevole (misselling). Perché significa trasferire denaro dai contribuenti agli obbligazionisti. «E molti di questi», ha concluso, «sembrano essere abbastanza ricchi. Il che è problematico dal punto di vista distributivo».

Chiara Poggi, la madre sotto choc: le parole disperate sul neo-indagato

Delitto di Garlasco, la madre di Chiara Poggi: "Sono amareggiata. Se penso che Andrea Sempio sia colpevole...?"



Caso riaperto. Per il delitto di Garlasco, ora, si indaga su Andrea Sempio, un amico di Chiara Poggi contro il quale depongono diversi indizi. Una svolta clamorosa, che rischia di salvare Alberto Stasi, già condannato in via definitiva. Una svolta clamorosa che turba ulteriormente la travagliata esistenza della famiglia Poggi. E non lo nasconde, Rita, la madre di Chiara, che intercettata da Il Giorno afferma: "Quello che posso dire è che in questi giorni abbiamo avuto tanta solidarietà da tante persone". E ancora: "Gli ultimi avvenimenti mi hanno provocato amarezza, una grande amarezza. Sono molto amareggiata. Dunque, quando le viene chiesto se pensa che Sempio sia colpevole, risponde: "Non voglio parlare di cose investigative. C'è una sentenza definitiva. L'ho detto tante volte: per noi vale la sentenza della Cassazione". Le parole di una madre che, probabilmente, pensava di poter provare a superare, per quanto possibile, l'orribile pagina della vita che ha visto sua figlia uccisa. Le parole di una madre che, ora, potrebbe dover fare i conti con un altro processo e una verità differente.

Tre, due uno, via: calciomercato, ecco tutti gli obiettivi delle big italiane

Tre, due uno, via: calciomercato, ecco tutti gli obiettivi delle big italiane



Mentre i calciatori di Serie A si godono le vacanze natalizie in giro per il Mondo, per i direttori sportivi solo pochi giorni di pausa perchè dal 1 gennaio si apre ufficialmente il mercato e ci sarà da lavorare. Più o meno tutte le big del nostro calcio hanno bisogno di rinforzi, ma anche di sfoltire le rose che in alcuni casi sono un pò troppo lunghe per squadre che non giocano le coppe europee.

Reduce dalla sconfitta nella finale di Supercoppa contro il Milan a Doha, la Juventus punterà a rinforzare un centrocampo che fino ad ora ha funzionato a singhiozzo. I bianconeri hanno dalla scorsa estate un accordo con Axel Witsel, in scadenza di contratto con lo Zenit San Pietroburgo a giugno, ma proveranno in tutti i modi ad anticipare lo sbarco del belga a Torino di sei mesi. Juve che nel frattempo lavora già in ottica futura, con l’Atalanta sono già state messe le basi per l’approdo in bianconero nel 2018 del giovane difensore Mattia Caldara. Ai nerazzurri potrebbe nel frattempo finire in prestito Rolando Mandragora, reduce da un lungo infortunio. Chi ha già piazzato un colpo è il Napoli: il presidente Aurelio De Laurentiis ha ufficializzato ieri l’acquisto di Leonardo Pavoletti dal Genoa. L’attaccante sarà sottoposto a visite mediche accurate, visti i recenti problemi fisici, prima di mettere nero su bianco sul contratto. Con l’arrivo di Pavoletti, Maurizio Sarri avrà finalmente a disposizione un centravanti vero anche se attualmente appare difficile strappare una maglia da titolare a Dries Mertens. In uscita Manolo Gabbiadini, destinazione Bundesliga o Premier League. Napoli che deve stare attento anche alle sirene che arrivano dall’estero per Ghoulam, entrato nell’orbita del Real Madrid per la prossima stagione.

Non resterà certo a guardare la Roma, costretta a fare a meno per almeno un mese di Mohamed Salah impegnato in Coppa d’Africa. Il ds Massara da tempo ha messo gli occhi sul Papu Gomez. L’attaccante argentino è considerato incedibile dall’Atalanta, anche se il presidente Antonio Percassi non ha chiuso del tutto la porta se il giocatore dovesse chiedere di andare via. L’alternativa è El Ghazy dell’Ajax, giovane di belle speranze. Roma che proverà a cedere Manuel Iturbe, su cui ci sono Torino e Genoa. Proprio con i rossoblu del presidente Enrico Preziosi è molto avanzata la trattativa per il centrocampista venezuelano Tomas Rincon. Restando nella Capitale, dalla Spagna si parla di una Lazio interessata all’attaccante del Real Madrid Mariano Diaz. 

E a Milano che succede? In casa Milan sarà ancora un mercato da sviluppare sull’asse con la Cina, con il vicepresidente Adriano Galliani al momento impegnato a ’blindarè i pezzi pregiati e a sfoltire la rosa. Quasi fatta per il rinnovo di Suso, toccherà poi a Jack Bonaventura. I rossoneri devono capire le intenzioni di Carlos Bacca, il colombiano sembra essere sempre più un pesce fuor d’acqua e a gennaio potrebbe ’esserè sacrificato. D’altronde non mancano le offerte, soprattutto dalla Premier. In uscita anche Luiz Adriano, destinato allo Spartak. È Milan Badelj l’obiettivo dell’Inter per gennaio, i nerazzurri potrebbe mettere sul piatto con la Fiorentina l’attaccante Stephan Jovetic. Alternativa è il 29enne brasiliano Lucas Leiva, in scadenza a giugno con il Liverpool e che potrebbe partire a cifre non impossibili. Fra i possibili partenti Gabigol, fino ad ora autentico oggetto misterioso.

Irving e LeBron sempre più forti: godono i Cavs, Warriors schiantati anche a Natale

Irving e LeBron sempre più forti: Warriors schiantati anche a Natale



Senza giocatori italiani impegnati è stata però una notte di Natale di grande spettacolo nella Nba. Un canestro sulla sirena di Kyrie Irving ha regalato ai Cleveland Cavs la vittoria per 109-108 sui Golden State Warriors nella riedizione dell’ultima finale Nba. Dopo una rimonta anche da -12 nell’ultimo quarto, Cleveland si è affidata a Irving per l’ultima azione della partita: uno contro uno vincente su Klay Thompson e jumper vincente con 3.4 secondi ancora da giocare. Il play dei Cavs ha chiuso con 25 punti e 10 assist, mentre LeBron James è stato protagonista di una super schiacciata nel finale chiudendo con 31 punti e 13 rimbalzi. Non è bastata ai Warriors una grande prova di Kevin Durant, autore di 36 punti e 15 rimbalzi. Golden State resta comunque la squadra con il miglior record della lega, mentre i Cavs sono davanti a tutti ad Est.

Mistero sulla sorte dell'agente eroe Il padre: "Non so quando lo rivedrò"

Il padre: "Non so quando potrò rivederlo, abbiamo passato il Natale lontani"



Non hanno trascorso il Natale insieme Luca Scatà e la sua famiglia. Sul poliziotto di Canicattini Bagni che ha ucciso durante un controllo a Milano il terrorista di Berlino, Anis Amri, c'è un piccolo giallo. Il padre del giovane agente ha trascorso i giorni di festa nel paese del Siracusano, ma a tavola non c'era suo figlio. Gli auguri, quelli se li sono scambiati al telefono.

"Abbiamo trascorso il Natale senza Luca, ma lo abbiamo sentito", spiega il padre Giuseppe, "e ci ha detto che è tranquillo. Se lui è sereno, lo siamo anche noi. Aspettiamo di poterlo vedere, non sappiamo bene quando potrà accadere. Non ci è stata fornita una data precisa, aspettiamo solo di poterlo riabbracciare. Una cosa è certa: non siamo preoccupati per lui". Scatà è quindi in un luogo protetto? E perché? È stato forse minacciato? Oppure, dopo la diffusione dei suoi dati personali, viene considerato in pericolo? Di sicuro, dopo questa rivelazione, il fatto che siano state diffuse le generalità dei poliziotti-eroi non pare una scelta giustificabile, così come invece aveva affermato il capo della Polizia, Franco Gabrielli.

A questi interrogativi non ci sono al momento risposte. Ma una certezza sì: "Questa notte mia figlia ha notato nelle vicinanze di casa nostra", continua Giuseppe Scatà, "una pattuglia della polizia, segno, evidentemente, che siamo sotto protezione ma questo non ci spaventa. Per quanto concerne la sua vicenda, Luca ha reagito in modo esemplare, a mio avviso ha fatto più del suo dovere. Però, devo ammettere che la sua azione ha sorpreso molto pure me, non pensavo che avesse quel sangue freddo. Siamo davvero orgogliosi di lui".

Non paghi il bollo auto? Una disgrazia Cosa ti succede: la nuova durissima legge

Bollo auto, veicolo radiato dal Pra se non si paga per tre anni



Radiazione d'ufficio per i veicoli sui quali non è stato pagato il bollo auto per almeno tre anni consecutivi. È quanto riferisce il sito studiocataldi.it, secondo il quale questa è la sanzione che sempre più Regioni stanno per adottare per combattere l'evasione della tassa automobilistica (ora, il provvedimento è attuato in Lazio, Lombardia e Puglia). In buona sostanza, in caso di mancato pagamento, possono intervenire le forze dell'ordine. Questo determina il ritiro della carta di circolazione, della targa e la cancellazione del veicolo dal Pra. Una soluzione durissima, che però in verità è prevista dal Codice della Strada, all'articolo 96, recentemente rispolverato.

L'articolo precisa che "ferme restando le procedure di recupero degli importi dovuti per le tasse automobilistiche, l'A.C.I., qualora accerti il mancato pagamento di detti tributi per almeno tre anni consecutivi, notifica al proprietario del veicolo la richiesta dei motivi dell'inadempimento e, ove non sia dimostrato l'effettuato pagamento entro trenta giorni dalla data di tale notifica, chiede la cancellazione d'ufficio del veicolo dagli archivi del P.R.A., che ne dà comunicazione al competente ufficio della Direzione generale della M.C.T.C. per il ritiro d'ufficio delle targhe e della carta di circolazione tramite gli organi di polizia, con le modalità stabilite con decreto del Ministro delle finanze, sentito il Ministro dei trasporti e della navigazione".

Secondo le stime, i destinatari di un simile provvedimento potrebbero essere oltre 420mila veicoli, ossia l'1% di quelli che circolano in tutta Italia. Un dato di tutto rilievo, poiché si tratta di quello relativo ai veicoli delle sole tre regioni che hanno dato il via all'operazione.

Messa per ricordare il boss ucciso: la vergognosa frase del parroco

Messa per ricordare il boss ucciso. La clamorosa frase del parroco



Una messa in suffragio a Rocco Sollecito, il boss della 'ndrangheta di origine pugliese ucciso lo scorso maggio in Canada. La liturgia sarà celebrata mercoledì 27 dicembre, da don Michele Delle Foglie nella Chiesa Madre di Grumo Appula, in provincia di Bari. Secondo gli investigatori Sollecito, esponente di spicco del clan Rizzuto, è stato assassinato nella guerra tra mafia e 'ndrangheta che si sta svolgendo Oltreoceano.

Lo scorso giugno il questore di Bari impedì i funerali in pompa magna, divieto non condiviso dal parroco Michele Delle Foglie. Che ieri 26 dicembre ci prova di nuovo: "Il parroco spiritualmente unito ai famigliari residenti in Canada e con il figlio Franco venuto in visita nella nostra cittadina, invita la comunità dei fedeli alla celebrazione di una santa messa in memoria del loro congiunto»", si legge nei manifesti diffusi in città, in cui è annunciata la liturgia. 

Aereo russo, quell'audio e i giubbotti Emerge una nuova pazzesca verità

Aereo russo, quell'audio e i giubbotti, emerge una nuova pazzesca verità



Ci sono aspetti che non tornano sulla caduta dell'aereo russo nel giorno di Natale. Il volo, partito da Sochi e diretto in Siria con 92 persone a bordo tra cui il  Coro dell'Armata Rossa, è precipitato nel mar Nero al largo di Sochi. Inizialmente il governo di Mosca ha incluso la possibilità di un sabotaggio - viste le possibili ritorsioni per l'impegno siriano - ipotesi negata però nelle ultime ore perché da accertamenti non ci sarebbero "indicazioni che facciano pensare ad un attentato".

Sono quindi quattro le piste ancora in piedi secondo il Cremlino: "corpi estranei nel motore, carburante di scarsa qualità con conseguente perdita di potenza, errore "umano" dei piloti o un guasto tecnico del velivolo".

Se saranno trovate, le scatole nere potranno fare luce su una tragedia dai contorni misteriosi: potrebbero raccontare situazioni di panico in aereo o, al contrario, di calma piatta. Fonti non confermate in contatto con l'agenzia Ria Novosti e con i giornali russi indicano che alcuni dei corpi recuperati indossavano giubbotti di salvataggio. Se fosse vero, vorrebbe dire che a bordo era stato lanciato un allarme. Il ministero della difesa russo nega questa circostanza. Intanto l'attività di recupero è intensa: sono al lavoro 3.000 persone, di cui 100 subacquei e una flotta composta da navi.

"La Gabanelli candidata premier" La bomba: con chi può correre

M5s, Gabanelli candidata premier: l'indiscrezione sull'ex lady Report



Giorni caldi, anzi caldissimi a Roma, per il Movimento 5 Stelle. Ovvio, si parla della sindaca del disastro, Virginia Raggi, che tanti imbarazzi sta creando ai grillini (l'ultimo, il crollo nervoso e il pianto alla messa natalizia). Secondo indiscrezioni di stampa il piano del M5s sarebbe "dimetterla" al più presto e, forse, spianare la strada ad Alessandro Di Battista: l'idea sarebbe di candidarlo a sindaco in una nuova corsa elettorale, dove dopo il caos della giunta Raggi sarebbe forse l'unico in grado di poter strappare una difficile seconda vittoria. Una scelta che, però, crea anche dei malumori all'interno del Movimento: "dirottare" Dibba a Roma sarebbe un modo per spianare la strada a Luigi Di Maio candidato premier, un'investitura che, come è arcinoto, non tutti i pentastellati hanno digerito.

E così, in un contesto intricato e dove le tensioni rischiano di deflagrare, comincia a circolare un altro nome clamoroso. Secondo quanto scrive affaritaliani.it, i grillini avrebbero un'idea pazzesca per il candidato premier. A svelarla è "Teo", nomignolo dietro al quale, si legge, "si cela uno dei più importanti cronisti parlamentari italiani". E l'idea sarebbe Milena Gabanelli: lei la candidata premier del M5s? Possibile che la proposta arrivi. Così come è possibile, per non dire probabile, che Milena la rifiuti, proprio come disse "no, grazie" nei giorni in cui i grillini la volevano al Quirinale (nella corsa dove poi la spuntò Sergio Mattarella).

lunedì 26 dicembre 2016

Già a rischio? Ecco le tre bombe che possono spazzare via Gentiloni

Tre ministri nei guai in 12 giorni: Gentiloni è già in crisi



Tre ministri nei guai in dodici giorni. Uno ogni quattro giorni. Quello del governo Gentiloni è un record di proporzioni forse mondiali. record negativo, ovviamente. L'ultimo caso è quello del neo-titolare dello Sport, Luca Lotti, renziano di ferro già sottosegretario alla Presidenza del Consiglio nel precedente governo: Lotti, considerato potentissimo e intoccabile nei tre anni di Renzi premier, sarebbe indagato per rivelazione di segreto e favoreggiamento nell'ambito di una indagine avviata dalla procura di Napoli sulla corruzione in Consip.

Prima di lui, a finire nei guai era stata la neo-ministra dell'Istruzione Valeria Fedeli che aveva spacciato per laurea un diploma. E quindi è toccato a Giuliano Poletti, titolare del dicastero al lavoro, sulla testa del quale pende una mozione di sfiducia depositata dal Movimento 5 Stelle in seguito alle dichiarazioni sui giovani italiani all'estero ("Conosco gente che è andata via e che è bene che stia dove è andata, perchè questo Paese non soffrirà a non averli più tra i piedi") e alla scoperta dei fondi statali dirottati al giornale del figlio Manuel.

ANNO BISESTO (E FUNESTO) Bowie, Prince, Cohen... La maledizione del 2016

La maledizione del 2016: addio ai più grandi della musica



La morte di George Michael è arrivata al termine di un autentico anno horribilis per la musica, il 2016, che si è portato via tante stelle che hanno fatto la storia del Pop e di tanti altri generi.

DAVID BOWIE - Il 10 gennaio il Duca Bianco del rock si spegne per un tumore all'età di 69 anni, due giorni dopo la pubblicazione dell'album Blackstar.

GLENN FREY - il 18 gennaio muore il chitarrista e co-fondatore degli Eagles di Hotel California. Si spegne a 67 anni per le complicazioni di un’artrite reumatica.

PRINCE - Il 21 aprile muore l'icona del Pop. Prince ha segnato un’epoca con canzoni come Purple Rain e con la sua trasgressività. La morte all'età di 57 anni, per una overdose di farmaci.

LEONARD COHEN - Il 7 novembre se ne va il poeta e cantante canadese a 82 anni poco dopo la pubblicazione dell’ultimo album,  You Want It Darker.

Fmsi. Federazione medico sportiva Il decalogo del benessere dell'atleta

Fmsi. Federazione medico sportiva Il decalogo del benessere dell'atleta


di Eugenia Sermonti



In un mondo della medicina che si evolve in continuazione, conoscere e utilizzare ‘scelte sagge’ e ‘la giusta dose’ terapeutica di un farmaco sono punti di partenza per un approccio valido e responsabile nella vita professionale quotidiana di ogni medico, in particolare dello specialista in medicina dello sport. È quanto emerge dalla ‘Indagine epidemiologica nazionale’, vasto progetto di studio rivolto agli sportivi, agonisti e non, condotto dalla Federazione Medico Sportiva Italiana (Fmsi). Lo sportivo, e soprattutto i genitori dei milioni di minorenni praticanti sport agonistico, chiedono allo specialista in medicina dello sport non solo che conceda l’idoneità alla pratica della disciplina sportiva, ma anche che sia accanto all’atleta, grande e piccolo, nella gestione della salute, della nutrizione e dei traumi minori che con grande frequenza capitano nelle attività.

Su questa base, la Fmsi ha selezionato 50 medici dello sport, impegnati nella promozione della salute e attivi sul ‘campo sportivo’ al fianco dell’atleta, con l’obiettivo di stilare una sorta di ‘consensus conference’, un sintetico ‘decalogo’ di corrette procedure per il benessere dell’atleta, e tra queste suggerimenti da seguire per il trattamento del dolore provocato dai traumi minori nel corso di attività sportiva. In particolare su quest’ultimo aspetto, nel ‘decalogo’ sono presenti l’importanza di saper riconoscere e monitorare il dolore e di considerarlo al pari degli altri parametri vitali. Una volta riconosciuta la causa del dolore, è doveroso scegliere la classe di farmaci analgesici cui fare riferimento. La ‘consensus conference’, in sintesi, suggerisce tra l’altro:

- Non prescrivere analgesici al bisogno, ma ad orari e per durata prestabiliti

- Il dosaggio analgesico del paracetamolo nell’adulto è di 1 grammo assunto 3 volte al giorno, a intervalli non inferiori a 4 ore

- L’ottimo profilo di efficacia e sicurezza della nimesulide nel dolore infiammatorio è al dosaggio di 100 mg, assunta 2 volte al giorno, in cicli di massimo 15 giorni di trattamento

- La disponibilità della combinazione paracetamolo 500 mg - ibuprofene 150 mg, assunta in singola o doppia somministrazione a seconda dell’intensità del dolore, è fino a 3 volte al giorno, ad intervalli non inferiori alle 6 ore. La combinazione permette di ridurre il dosaggio dell’antiinfiammatorio, minimizzandone i rischi e garantendone l’efficacia grazie alla sinergia con il paracetamolo

- Nel bambino, affinché il paracetamolo abbia efficacia analgesica, occorre raggiungere un dosaggio di 15 mg/Kg (senza superare i 60-75 mg/Kg somministrati nell’intera giornata)

"Le ‘scelte sagge - puntualizza il presidente della Fmsi Maurizio Casasco - pur non avendo pretese di esaustività, vogliono piuttosto essere un richiamo per stimolare l’attenzione su punti specifici in merito al fatto che nel trattamento del dolore dell’atleta la conoscenza della giusta dose è punto di partenza fondamentale per lo sviluppo di una terapia che abbini efficacia a sicurezza terapeutica”.

Struggente regalo di Natale: gli organi Così una donna salva la vita a 7 italiani

Arezzo, dona gli organi nel giorno di Natale: salva la vita a 7 persone



Uno struggente regalo di Natale, che salva la vita a sette persone. La storia arriva da Arezzo, dove una donna di 58 anni è stata colpita da un acuto evento cerebrale. Il marito ha deciso di donare gli organi della donna. Il gesto, come detto, ha salvato la vita a diversi pazienti proprio nel giorno di Natale, persone che attendevano da tempo gli organi. La donna ha donato cuore, reni, polmoni, fegato, cornee e cute della signora.

Questo ragazzo salverà Stasi? Quei cinque dettagli clamorosi

Delitto di Garlasco, i cinque elementi sul nuovo indagato Andrea Sempio


di Alessandro Dell'Orto 
e Cristiana Lodi



Andrea Sempio ha 28 anni, la barba incolta, il sorriso solare, un carattere introverso e gli occhi di tutti puntati addosso - curiosità, sospetti, comprensione - perché è entrato prepotentemente in uno dei casi di cronaca nera più complessi e controversi degli ultimi anni: l'omicidio di Chiara Poggi, la ragazza uccisa in casa la mattina del 13 agosto 2007. È lui l'ultimo colpo di scena di un giallo che secondo la giustizia avrebbe trovato un colpevole (l'ex fidanzato Alberto Stasi, in carcere a Bollate dopo la condanna a 16 anni), ma secondo i più ha ancora molto da raccontare.

Andrea Sempio è il nuovo indagato nell'ambito dell' inchiesta bis aperta a Pavia dopo l'esposto presentato dai legali di Alberto Stasi.

Un atto dovuto, questo, che per ora non significa nulla e che non deve far pensare a un nuovo colpevole, ma che però riapre un un questione che sembrava ormai chiusa. Ma come si è arrivati ad Andrea? Perché proprio lui? Sempio - che ha da poco fatto uno stage di due mesi in una società di comunicazione di Garlasco e ha avuto esperienze come insegnante di sostegno e a "Tre Italia" - era un amico di Marco, il fratello di Chiara, abitava proprio vicino a loro e frequentava la villetta di via Pascoli 8, muovendosi in bicicletta: secondo una perizia di parte alcune tracce del suo Dna sarebbero state trovate trovate sotto le unghie della ragazza uccisa.

L'ALIBI E IL PIGIAMA Ecco perché, al termine dell'indagine difensiva dei legali dello studio Giarda (che assistono la famiglia Stasi) insieme a una società di investigazioni, la Procura di Pavia ha aperto una seconda inchiesta accogliendo l'esposto della mamma di Alberto, Elisabetta Ligabò, e iscrivendo nel registro degli indagati proprio Andrea, che all'epoca dei fatti era da poco maggiorenne.

Nel corso degli anni Sempio era già stato interrogato due volte dai carabinieri, una pochi giorni dopo il delitto e l'altra l'anno successivo. Da chiarire, secondo l'indagine della difesa di Stasi, ci sarebbero però diversi elementi che all'epoca dei fatti vennero solo parzialmente vagliati dagli inquirenti. Uno di questi è l'alibi, che pur considerato solido presenterebbe alcune incongruenze: il ragazzo avrebbe mentito sui propri movimenti convinto di non venire smascherato, come peraltro inizialmente era avvenuto. Non solo. Sempre secondo la difesa Chiara avrebbe aperto al suo assassino in pigiama (venne uccisa vicino alle scale con un'arma rimasta misteriosa), segno che probabilmente era una persona conosciuta, e Andrea era di casa.

GLI ORARI E LA BICI Poi c'è la questione delle scarpe: il ragazzo avrebbe un numero di piede molto simile (tra il 42 e il 42,5) a quello dell'impronta (ritenuta poi dai giudici quella di Alberto Stati) rinvenuta in casa Poggi e ritenuta appartenente all'assassino di Chiara. Infine la bicicletta.

Andrea Sempio era solito girare in bicicletta e proprio la mattina dell'omicidio due testimoni affermarono di aver visto una bici (da donna) appoggiata sul muro di cinta della villetta di Chiara, proprio nel lasso di tempo ritenuto poi quello in cui la ragazza veniva uccisa. Cioè nel periodo compreso tra le 9.23 e le 10.20, orario in cui Stasi (fu lui poi a scoprire il cadavere della fidanzata e a chiamare i soccorsi) era a casa sua, intento a scrivere la propria tesi di laurea al computer.

Ora la Procura Generale di Milano ha trasmesso le carte alla Corte d' Appello di Brescia che aspetterà gli esiti dell'inchiesta di Pavia e poi, sulla base di questi, deciderà se sospendere l'esecuzione della pena inflitta a Stasi (in cella dal 12 dicembre del 2015: la Cassazione ha confermato la condanna dopo una vicenda processuale durata 14 anni e nel corso della quale era stato assolto anche due volte) e rifare il processo oppure rigettare la richiesta di celebrare un nuovo giudizio.

Aereo caduto, la soffiata dell'intelligence: "Forse è terrorismo". Un agguato a Putin?

Aereo precipitato nel Mar Nero, fonti dell'intelligence: "Forse è terrorismo"



Un aereo russo con 91 persone a bordo - 84 passeggeri e 8 membri dell’equipaggio - è scomparso dagli schermi radar poco dopo la partenza da Sochi, sul Mar Nero. Il velivolo appartiene al ministero della Difesa di Mosca e per questa ragione c’è chi sospetta l’aereo possa avere subito un dirottamento o un attentato. Il Tupolev 154, un velivolo di linea a tre motori, decollato alle 5.20 ora locale era diretto alla base aerea russa di Latakia, in Siria, e trasportava i membri dell’Alexandrov Ensemble, coro e orchestra ufficiale delle Forze Armate russe, la storico coro dell'Armata Rossa. A bordo dell'aereo si trovavano anche nove giornalisti.

Il ministero della Difesa di Mosca ha fatto sapere che "resti del velivolo" e "un corpo" sono stati individuati nel Mar Nero, a circa un chilometro e mezzo dalla costa di Sochi, a una profondità compresa fra i 50 e i 70 metri. Sono stati individuati anche alcuni effetti personali dei passeggeri. Il velivolo, che secondo la Tass è decollato in "condizioni meteo favorevoli", era diretto alla base militare di Khmeimim, nella zona di Latakia, per il concerto di Capodanno per i militari russi. Sul caso è stata aperta un'inchiesta. A bordo dell’aereo anche 9 giornalisti tra cui tre reporter di Channel One Russia e tre del canale televisivo Zvezda Tv.

Il portavoce del Cremlino Dimitry Peskov ha fatto sapere che "é troppo presto per stabilire cosa abbia causato l'incidente", ma successivamente il governo aveva "escluso l'ipotesi terrorismo". Ma la neonata commissione inquirente, nel corso della giornata, ha aggiunto che l'ipotesi di una attacco terroristico debba essere presa in considerazione. Il ministro dei Trasporti Maxim Sokolov ha aggiunto che non sono state ancora ritrovate le due scatole nere del trireattore i cui resti giacciono ad una profondità di 50/70 metri ad una distanza di appena 1,5 km dalla costa di Sochi.

Quella del terrorismo "è un'opzione - ha dichiarato al sito Lenta.Ru una fonte della sicurezza -, non può essere confermata o esclusa finché non avremo le informazioni dei registratori di volo, ma viene presa in considerazione". La stessa fonte ha sottolineato che sui voli militari le ispezioni sugli aerei e i controlli possono essere meno rigidi rispetto a quelli per i voli civili. Inoltre, il fatto che l'aereo fosse diretto in Siria e avesse a bordo il coro dell'Armata Rossa poteva renderlo un obiettivo per un'azione terroristica. Sui media russi, per onor di cronaca, si è parlato anche della possibilità di uno stormo di uccelli finiti in un reattore.

Al presidente russo Vladimir Putin ha espresso il suo cordoglio l'omologo siriano, Bashar al-Assad. Come pure la cancelliera tedesca Angela Merkel e il ministro degli Esteri Angelino Alfano. Putin, come detto, ha ordinato un'inchiesta per accertare le cause dell'accaduto.

MORTO GEORGE MICHAEL 2016 maledetto, altro addio: grave lutto per la musica

È morto a 53 anni il cantante George Michael



È morto a 53 anni George Michael. Secondo i paramedici intervenuti nella sua casa nel Thames Valley, a nord di Londra, il cantante sarebbe morto "serenamente nella sua abitazione". La Bbc ha confermato che la polizia locale non ha riscontrato circostanze sospette. Negli anni '80 aveva iniziato la sua carriera nel duo pop Wham! per poi cominciare una fortunata carriera da solista, vendendo oltre 100 milioni di dischi.

domenica 25 dicembre 2016

È festa, godete (e fate questa cosa) Socci, la sfida di Natale al Papa

Antonio Socci: è Natale, godete. Per celebrarlo davvero siate consumisti


di Antonio Socci


Antonio Socci

L'altroieri, nell'editoriale di Avvenire, giornale dei vescovi, Enzo Bianchi assicurava che i terroristi di Berlino non ce l'avevano con il Natale cristiano: A Berlino la calamita per l'attentatore non è stato il Natale in sé, ma la sua commercializzazione diffusa: non certo la celebrazione del mistero cristiano dell'incarnazione, bensì la sua riduzione - sovente lamentata anche dagli stessi cristiani - a gioioso mercato di doni e di regali, di profitti e di buoni sentimenti a basso prezzo.

Ma è proprio sicuro il Bianchi che i terroristi, pianificando la strage, abbiano distinto (come fini intellettuali) il cosiddetto Natale consumistico (da esecrare e colpire) dalla celebrazione del mistero cristiano dell'incarnazione che invece loro rispetterebbero? Ed è sensato fare una simile distinzione di fronte a un massacro tanto crudele e demenziale? Peraltro è assurdo pensare che un semplice mercatino di Natale, con normali bancarelle dove si comprano cosucce a pochi euro, possa essere considerato un simbolo di consumismo.

Ma il tormentone clericale (e pure laico) contro i regali ci viene inflitto da tempo ed è ormai insopportabile il moralismo che ogni anno, sui giornali o nelle chiese, lancia invettive contro il presunto Natale consumistico, di cui oltretutto - e purtroppo - non si vede traccia, considerate la crisi e le ristrettezze delle famiglie italiane.

Magari avessimo un Natale consumistico. Sarebbe se non altro una boccata d' aria per l' economia italiana (che vorrebbe dire più occupazione e benessere per tutti).

Voglio dire che per me è infinitamente più religioso il cosiddetto Natale consumistico di certi editoriali di Avvenire. È più cristiano il Natale di coloro che in questi giorni si arrabattano, con un po' di allegria residua, a far regali ad amici e persone care, di certe noiose prediche moralistiche e pauperiste che ci vengono ammannite dai pulpiti.

Non è una boutade. Infatti l'idea stessa del dono coglie al cuore il significato del Natale. Che non è affatto la festa di un astioso moralismo, di un cupo rigorismo penitenziale, ma la celebrazione del Grande Scialo divino, lo stupore per un (supermiliardario) Dio folle di amore che dopo averci regalato tutto - il mondo, il cielo, le stelle, il mare, la vita, l'esistenza, l' aria che respiriamo - ci fa il regalo supremo: Se stesso. Si rovina per amore. Si rovina per noi.

Un grande Padre della Chiesa, Sant'Ireneo, scrisse: Cristo portò ogni novità (cioè ogni dono) portando se stesso. Natale è proprio la festa del Dono supremo: il dono della stessa divinità che Gesù fa agli uomini. Infatti il Figlio di Dio si è fatto uomo per farci Dio, dice un altro grande Padre, Sant'Atanasio di Alessandria. E sentite san Tommaso d'Aquino: L'unigenito Figlio di Dio, volendo che noi fossimo partecipi della sua divinità, assunse la nostra natura, affinché, fatto uomo, facesse gli uomini dei. E la cosa più incredibile è che questo infinito regalo, oltreché immeritato, è gratuito (come sono gratuiti il dono della vita e il mondo intero).

Una follia che Gesù indicò come modello di vita e invito alla missione: Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date (Mt 10,8).

Dunque, scialate in doni, almeno a Natale, come segni di amore, di amicizia, di affetto. Regalate soprattutto voi stessi (o almeno un po' del vostro tempo, del vostro impegno, della vostra vita). È l'affare migliore che si possa fare: Così vi farete un tesoro nei Cieli (Lc 12,33), ci assicura il Gigante che attraversa le pagine del Vangelo.

Un giorno, da giovane, sentii dire da un grande uomo di Dio, a una platea di ventenni: Sbrigatevi a donare la vostra vita, prima che il tempo ve la rubi, perché donandola non la perderete più. Eccheggiava il Maestro: Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà.

Qual vantaggio infatti avrà l'uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima? O che cosa l'uomo potrà dare in cambio della propria anima? (Mt 126, 25-26).

Come sono belle le persone che sono state "prese", folgorate da questo conquistatore di cuori, le persone che vivono così... Non è per questo che ci commuove così tanto quel giovane ricco di Assisi che diventò il mendicante di Dio, san Francesco? Eppure fu "denunciato" dal padre proprio per la follia del suo scialo, perché stava sprecando in regali tutta la fortuna della sua famiglia. E davanti alla (umanamente comprensibile) protesta del padre, lui gli restituì pure i vestiti e, nudo, donò ciò che gli era rimasto aveva: se stesso, la sua fede e la sua letizia.

Ho la fortuna di essere amico di alcuni santi dei nostri tempi. Amici che hanno regalato la propria intera vita andando in Africa a curare i lebbrosi (i bambini lebbrosi), ma anche restando qua, donando la propria vita a chi ha bisogno di essere difeso fin dal seno materno. E conosco giovani che, crocifissi per anni su un letto o su una sedia a rotelle, donano silenziosamente se stessi, gli anni più belli della vita, al mondo intero, come preghiera e offerta per il bene di tutti.

Questi sono gli eroi. I loro sono i doni più grandi. Ma è eroico pure l'amore che i padri e le madri donano ai figli.

Ed è eroico chi rischia la vita e la salute nel proprio lavoro. Del resto anche il più piccolo dono natalizio può essere il segno di un tesoro grande che si chiama amore.

Dunque è bella e commovente la tradizione dei doni natalizi che reca in sé (implicitamente tutti lo sanno) la gioia e lo stupore del grande dono di Dio che celebriamo.

Ci ricorda che tutte le cose importanti della vita ci sono state donate. Perciò è così bello e così cristiano gioire pure per gli addobbi e le luci, gli alberi, i presepi, i Babbi Natale, gli zampognari e anche per la corsa ai regali e i negozi pieni. Perché no?

Anche se non ce lo diciamo, è un modo per celebrare il Natale di Gesù. È un gioioso affannarsi. E sono certo che la Madre di Betlemme - che parteggia per noi come le mamme che stravedono per i figli - farà in modo di "computare" questo nostro affanno natalizio per i regali, come l' affanno dei pastori per portare coperte e caciotte alla grotta e come l'affanno dei Magi che arrivarono con i loro (appunto) doni. La grotta di Betlemme (che vuol dire Casa del pane) è stata da subito il luogo dei doni. Lì dove c'era quel Bambino è cominciata la civiltà del dono, che poi è la civiltà cristiana in cui la prosperità è fiorita.

Ci sono storici che hanno dimostrato il nesso diretto fra le due cose: cristianesimo e prosperità. Benedetto XVI, nella sua enciclica sociale Caritas in veritate, ha mostrato l'importanza economica e politica della cultura del dono. Scrive: Talvolta l' uomo moderno è erroneamente convinto di essere il solo autore di se stesso, della sua vita e della società. È una presunzione che è stata causa di molti mali. Specie nel Novecento degli esperimenti sociali sulla pelle dei popoli. L'insufficienza di una visione solo produttivistica e utilitaristica dell'esistenza è dimostrata anche dal fallimento delle tecnocrazie (sia quelle comuniste che quelle mercatiste).

Del resto possiamo constatare che, se l'Italia in questi anni ha resistito sotto i colpi di una crisi pesantissima, è solo perché hanno tenuto le famiglie e il volontariato, le due tipiche istituzioni del dono.

Benedetto XVI scrive ancora: Da un lato la logica del dono non esclude la giustizia e non si giustappone ad essa in un secondo momento e dall'esterno e, dall'altro, lo sviluppo economico, sociale e politico ha bisogno, se vuole essere autenticamente umano, di fare spazio al principio di gratuità come espressione di fraternità. Il papa suggeriva anche il legame fra dono e perdono: La carità supera la giustizia e la completa nella logica del dono e del perdono.

E l'Italia avrebbe un immenso bisogno di per-dono.

Cioè di ricominciare a sentirci ed essere un popolo.

Alleanza con l'ultra-destra tedesca Mossa di Putin, è caos in Europa

Putin mette un piede in Europa: accordo con l'estrema destra austriaca



Vladimir Putin mette un piede in Europa. Il suo partito, Russia Unita, ha infatti stipulato un accordo ufficiale con il Partito della Libertà austriaco, l'estrema destra che è uscita sconfitta di un soffio dalle presidenziale tenutesi appena qualche settimana fa.

L'accordo è valido per i prossimi cinque anni e prevede una partnership stretta a più livelli. I due partiti si impegnano a condividere le informazioni su questioni che riguardano la Federazione della Russia e la repubblica d'Austria e le relazioni bilaterali internazionali. Collaboreranno per potenziare l'educazione dei giovani in uno spirito di patriottismo.

L'accordo fa dell'Fpö la quinta colonna di Putin in Europa, ha dichiarato il deputato ecologista Karl Öllinger a Le Monde. Un affronto verso la cancelliera tedesca Angela Merkel, in campagna elettorale per la propria rielezione, che ha giocato tutta la propria influenza a Bruxelles perché la Ue rinnovasse le sanzioni economiche alla Russia, prese nel 2014 all'indomani del conflitto con l'Ucraina.

Norbert Hofer, candidato dell'Fpö alle elezioni presidenziali austriache del 4 dicembre, ma uscito sconfitto dalle urne, faceva parte della delegazione austriaca a a Mosca per siglare l'intesa con il partito di Putin, resa pubblica attraverso Facebook.

STRAGE NEL MAR NERO Cade un aereo di Stato russo Attentato: terrificante ipotesi

Russia, precipita aereo di Stato nel Mar Caspio: l'ipotesi di un attentato



Un aereo russo con 91 persone a bordo - 84 passeggeri e 8 membri dell’equipaggio - è scomparso dagli schermi radar poco dopo la partenza da Sochi, sul Mar Nero. Il velivolo appartiene al ministero della Difesa di Mosca e per questa ragioine c’è chi sospetta l’aereo possa avere subito un dirottamento o un attentato. Il Tupolev 154, un velivolo di linea a tre motori, decollato alle 5.20 ora locale era diretto alla base aerea russa di Latakia, in Siria, e trasportava i membri dell’Alexandrov Ensemble, coro e orchestra ufficiale delle Forze Armate russe. A bordo dell'aereo si trovavano anche nove giornalisti.

Il ministero della Difesa di Mosca ha fatto sapere che "resti del velivolo" e "un corpo" sono stati individuati nel Mar Nero, a circa un chilometro e mezzo dalla costa di Sochi, a una profondità compresa fra i 50 e i 70 metri. Sono stati individuati anche alcuni effetti personali dei passeggeri. Il velivolo, che secondo la Tass è decollato in "condizioni meteo favorevoli", era diretto alla base militare di Khmeimim, nella zona di Latakia, per il concerto di Capodanno per i militari russi. Secondo la Tass al momento del decollo le condizioni meteo erano "favorevoli". Sul caso è stata aperta un'inchiesta. A bordo dell’aereo anche 9 giornalisti tra cui tre reporter di Channel One Russia e tre del canale televisivo Zvezda Tv. Il portavoce del Cremlino Dimitry Peskov ha fatto sapere che "é troppo presto per stabilire cosa abbia causato l'incidente".

"Quanti soldi mi deve": occhio, cifre mostruose. Boldi accusa, De Sica lo umilia: finisce in disgrazia

Boldi: "De Sica mi deve 300mila euro". E lui: "È l'età che avanza"



Massimo Boldi e Christian De Sica sono ancora una volta lontani dalla pace. I fan dei due comici si devono rassegnare. Per molto tempo ancora non li vedranno insieme. Tra di loro infatti scorre nuovo veleno. Durante la trasmissione di Radio 24 La Zanzara Cruciani chiede a Boldi se tornerà con De Sica in un cinepanettone. Cipollino dice che il collega romano gli deve ben 300mila euro. "Ma se ci mettete una buona parola - conclude - Boldi - ci passo sopra".

"Io gli devo dei soldi? Sbaglia, è l'età che avanza", è il commento glaciale di Christian De Sica.

Occhio al meteo, la svolta invernale Arrivano neve e temperature siberiane

Meteo, previsioni: dal 3 gennaio svolta da brividi



Dopo il freddo dei primi quindici giorni di dicembre, gli ultimi giorni dell'anno e i primissimi del 2017 saranno caratterizzati su tutta la penisola dal beltempo e da temperature al di sopra della media stagionale. L'alta pressione garantirà giornate soleggiate, anche se nelle pianure, soprattutto quelle del Nord, il cielo potrà essere nascosto dalle nebbie. Buone notizie per chi si metterà in viaggio, un po' meno per chi si recherà in montagna a sciare, anche se le temperature basse dei giorni scorsi hanno permesso quasi ovunque nelle stazioni sciistiche di ricorrere all'innevamento artificiale. Dal 3 gennaio, però, dovrebbe cambiare tutto piuttosto bruscamente, quando correnti fredde in arrivo dal Nord Europa dovrebbero portare sulla penisola un drastico calo delle temperature con rischio di nevicate anche in pianura sulle regioni settentrionali.

Delitto Garlasco, altre prove clamorose Ecco il volto del nuovo indagato / Foto

Andrea Sempio, ecco il volto del nuovo indagato per l'omicidio di Garlasco



Andrea Sempio, 31 anni, è ufficialmente iscritto nel registro degli indagati nell'inchiesta-bis sull'omicidio da parte della Procura di Pavia. Questo dopo le indagini private dell'avvocato Giarda, legale di Alberto Stasi, attualmente in carcere per l'assassinio dell'ex fidanzata Chiara Poggi. Stasi si è sempre proclamato innocente e i suoi legali si sono dati da fare per fare riaprire il processo. Il dna di Sempio, o di qualcuno della sua famiglia, sarebbe stato individuato sotto le unghie di Chiara.

Dopo la diffusione in paese della sua identità, il ragazzo è rimasto chiuso in casa. Il padre, come ha riportato il Corriere, ha detto che Andrea è tranquillo, sa di essere innocente e di non avere davvero nulla da temere. La Procura di Brescia ha ricevuto dalla Procura generale di Milano la richiesta di revisione del processo, avendo giudicato fondata l' istanza presentata dai legali di Stasi Fabio Giarda e Giada Bocellari. 

"Esiste soltanto una soluzione": Giorgia Meloni definitiva sull'islam

Meloni: "Islam e immigrazione, la soluzione è soltanto il blocco navale"



"La politica dell'accoglienza incontrollata porta insicurezza, delinquenza, degrado e aiuta i terroristi islamici", esordisce Giorgia Meloni su Facebook. "Lo diciamo ormai da anni: l'unica vera soluzione al problema è un blocco navale al largo delle coste libiche per impedire ai barconi di partire. Il resto sono chiacchiere e propaganda".

L'altro ieri, a caldo, dopo la sparatoria a Milano in cui è stato ucciso il terrorista di Berlino Amis Amri, aveva tuonato: "Mentre Fratelli di Italia lanciava la petizione popolare per chiedere al Presidente Mattarella di conferire agli agenti di Polizia Scatà e Movio la Medaglia d’Oro al Valore Civile per aver fermato il terrorista islamico autore della strage al mercatino di Natale di Berlino, il capogruppo del movimento cinque Stelle di Biella, tal Antonella Buscaglia, definiva “omicidio” l'operazione di polizia che ha fermato Amri". Parole che la Meloni ha definito "offensive e deliranti".

"Perché abbiamo fatto i loro nomi" Parole-bomba del capo della polizia

Franco Gabrielli: "Divulgare i nomi dei due agenti eroi è un giusto riconoscimento per loro"



Dopo aver ucciso Anis Amri alle porte di Milano, il governo ha svelato i nomi e le identità dei due agenti-eroi: il primo a fare i nomi di Cristian Movio e Luca Scatà è stato il ministro dell'Interno, Marco Minniti. Una scelta che ha scatenato un vespaio di polemiche, basate sul fatto che, ora, i due sono riconoscibili ed esposti a possibili rappresaglie dell'estremismo islamico.

E ora, sulla questione, interviene a gamba tesissima il capo della Polizia, Franco Gabrielli, che scaccia in modo netto le polemiche. "Non c'è alcuna esposizione, ma un riconoscimento chiaro. Una sottolineatura per mettere al centro chi ha reso possibile tutto questo, rischiando la propria vita". E ancora: "Fare i nomi con questo capo di terrorismo non è né un errore né un'esposizione, perché non siamo in presenza di un terrorismo come quello che abbiamo conosciuto negli anni Settanta, un terrorismo endogeno che ha interesse a colpire il singolo, dunque Franco piuttosto che Mario o Cristian. Qui - ha rimarcato Gabrielli - ci troviamo di fronte a qualcosa di diverso".

Il capo della Polizia ha sottolineato che la preoccupazione "non è per le individualità ma per l'appartenenza: sono a rischio tutti coloro che rappresentano le forze di polizia e hanno una divisa". Sulla scelta di chiudere i profili social dei due eroi, Gabrielli ha spiegato che si tratta di una forma di "ulteriore cautela" nei loro confronti "per evitare una eccessiva sovraesposizione in quanto, in un mondo in cui tutto passa attraverso i social, si sarebbero potuti far prendere la mano coinvolgendo anche altri colleghi".

Matteo Renzi, la disgrazia di Natale Che cosa gli capita. E adesso a casa...

Il Natale disgraziato: perché ora, a casa, rischia di finire la sua parabola politica



Il peggiore dei Natali possibili, per Matteo Renzi. Già, perché l'ex premier non deve fare i conti soltanto con il fatto di essere un "ex". Il punto è che dalla sua Pontassieve, ora, deve fare anche i conti con la netta sensazione di essere accerchiato, nel mirino di altri poteri che, ora che si è allontanato da Palazzo Chigi, vorrebbero sbarazzarsi di lui per sempre. Poteri trasversali e che, un po' sinistramente, assomigliano a quelli che per anni hanno brigato contro Silvio Berlusconi. Certo, si parla anche della magistratura. Si pensi all'inchiesta su Beppe Sala, il sindaco di Milano voluto da Renzi, inchiesta per la quale si è goffamente autosospeso salvo poi subito ritornare in sella. Inchiesta un po' fumosa, proprio come non è chiara quella per la quale, ora, risulta indagato il fedelissimo Luca Lotti, il sottosegretario, al centro di una intricata storia di presunti spionaggi che, per giunta, va a lambire anche il padre di Renzi, Tiziano.

Insomma, da Pontassieve il premier è costretto ad osservare la tenaglia giudiziaria che, giorno dopo giorno, si stringe sempre di più. Tanto che i renziani di ferro puntano contrattaccano: fari puntati contro di noi - questo il sunto - pur di non parlare del disastro dei grillini a Roma. Forse è così, forse no. Di sicuro a complicare il quadro c'è anche altro. C'è anche Paolo Gentiloni, il premier fotocopia che cerca invece di assumere vita propria. Per esempio negando a Denis Verdini e ad Ala anche i sottosegretari che i verdiniani chiedevano e chiedono per l'appoggio che hanno dato al governo. Pare che il premier, su questo, voglia agire in autonomia, creando altri grattacapi a Renzi, che da casa sua, forse, sperava di essere ben più incisivo. Dunque il capitolo Boschi, con la quale le tensioni dopo le dimissioni sarebbero state tutt'altro che marginali.

Infine, ovviamente, c'è il partito. Quel Pd la cui sinistra, ora, ambisce a una vendetta totale: vuole far fuori, e del tutto, quel Renzi che era arrivato a un passo dal far fuori loro davvero. Matteo è accerchiato dal partito su più fronti: su quello del congresso e della segreteria, un tema infuocato. Ma, ora, anche sul referendum sul jobs act, la "madre" delle riforme renziane, che rischia di essere smontata proprio come quella costituzionale. Un Natale infernale, insomma, per quel Matteo Renzi che immaginava un mondo diverso dopo il passo indietro. Immaginava un breve periodo dietro alle quinte, ma neppure "troppo dietro". Un breve periodo che sarebbe andato a suo vantaggio. E invece no. E non solo perché quel breve periodo rischia di essere lunghissimo, leggasi 2018 (il voto rischia di slittare a lungo, e anche su questo Gentiloni, spalleggiato da Mattarella, si sta smarcando). Ma anche perché in questo periodo, breve o lungo che sia, Renzi rischia davvero che la sua parabola politica si avvicini (o raggiunga) la fine.