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martedì 27 dicembre 2016

Mistero sulla sorte dell'agente eroe Il padre: "Non so quando lo rivedrò"

Il padre: "Non so quando potrò rivederlo, abbiamo passato il Natale lontani"



Non hanno trascorso il Natale insieme Luca Scatà e la sua famiglia. Sul poliziotto di Canicattini Bagni che ha ucciso durante un controllo a Milano il terrorista di Berlino, Anis Amri, c'è un piccolo giallo. Il padre del giovane agente ha trascorso i giorni di festa nel paese del Siracusano, ma a tavola non c'era suo figlio. Gli auguri, quelli se li sono scambiati al telefono.

"Abbiamo trascorso il Natale senza Luca, ma lo abbiamo sentito", spiega il padre Giuseppe, "e ci ha detto che è tranquillo. Se lui è sereno, lo siamo anche noi. Aspettiamo di poterlo vedere, non sappiamo bene quando potrà accadere. Non ci è stata fornita una data precisa, aspettiamo solo di poterlo riabbracciare. Una cosa è certa: non siamo preoccupati per lui". Scatà è quindi in un luogo protetto? E perché? È stato forse minacciato? Oppure, dopo la diffusione dei suoi dati personali, viene considerato in pericolo? Di sicuro, dopo questa rivelazione, il fatto che siano state diffuse le generalità dei poliziotti-eroi non pare una scelta giustificabile, così come invece aveva affermato il capo della Polizia, Franco Gabrielli.

A questi interrogativi non ci sono al momento risposte. Ma una certezza sì: "Questa notte mia figlia ha notato nelle vicinanze di casa nostra", continua Giuseppe Scatà, "una pattuglia della polizia, segno, evidentemente, che siamo sotto protezione ma questo non ci spaventa. Per quanto concerne la sua vicenda, Luca ha reagito in modo esemplare, a mio avviso ha fatto più del suo dovere. Però, devo ammettere che la sua azione ha sorpreso molto pure me, non pensavo che avesse quel sangue freddo. Siamo davvero orgogliosi di lui".

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