Visualizzazioni totali

mercoledì 4 gennaio 2017

Mps e banche, allarme dell'economista: "Sul baratro, ecco cosa ci nascondono"

Mps e banche, l'allarme: "Italia a fondo, non ha senso restare nell'Ue"



"Serve una commissione d'inchiesta sul sistema bancario. Ma hanno tutti paura, authority, manager e politici". È allarmato e disilluso, Luigi Zingales. L'economista docente all'Università di Chicago, nonché storico commentatore per L'Espresso, spiega al Fatto quotidiano cosa c'è dietro il caso Montepaschi e perché lo scandalo della banca senese "nazionalizzata" rischia di trascinare nel baratro l'Italia.

"Senza una commissione d'inchiesta, siamo condannati a ripetere gli errori del passato", accusa. In Italia nessun manager paga: eliminiamo il sospetto, o l'erosione della fiducia nelle istituzioni esploderà". Secondo Zingales servirebbe una commissione "con esperti indipendenti internazionali con potere di interrogare le persone sotto giuramento e farsi consegnare documenti riservati". Senza parlamentari, "per evitare strumentalizzazioni, ma deve riportare al Parlamento che dà il mandato, come negli Usa".

Il sospetto di Zingales è che tutte le parti in causa vogliano mantenere segrete le cause del crollo del sistema bancario. La crisi economica ha influito, certo, ma quanto? "Se scopriamo che una parte rilevante è dovuta alla mala gestione allora dobbiamo capire come è nata e come evitarla in futuro. Se i disastri dei manager nascono anche da una vigilanza che ha sbagliato o non aveva strumenti per intervenire. Con 60 miliardi di bond subordinati venduti alle famiglie è difficile credere che non abbiano responsabilità". L'economista punta il dito su chi non ha capito dove tirava il vento della crisi: "Quando le regole Ue stavano cambiando - imponendo di accollare i costi dei salvataggi anche agli obbligazionisti - bisognava prepararsi. O fai fuoco e fiamme e le blocchi, o forzi le banche a ricomprarsi i bond".

Sotto accusa ci finisce Bankitalia, che ha ammesso (tardivamente) di aver combattuto a livello europeo, perdendo. "L'esecutivo che ha contrattato la direttiva sul bail-in aveva al Tesoro l'ex dg di Bankitalia Fabrizio Saccomanni, massima autorità del settore consapevole dei rischi. Se è vero che è stato fatto tutto il possibile è ancora peggio. C'è un rischio devastante per l'economia e non riusciamo a imporre le nostre ragioni a Bruxelles? Allora dovremmo chiederci se abbia senso per l'Italia stare in un'unione monetaria in cui non riesce a difendere le sue ragioni". Le conseguenze le pagheremo care: "Servono 50 miliardi per il settore, non 20. Il bubbone bancario rischia di trascinare l'Italia a fondo".

Chi tocca la Rai viene bocciato: il super manager resta senza lavoro / Chi è

Bocciato il piano di riforma delle news: Carlo Verdelli lascia la Rai



Si è dimesso dall'incarico in Rai, Carlo Verdelli. L'ex vicedirettore del Corriere della Sera era chiamato in viale Mazzini poco più di un anno fa per mettere mano alla riforma del settore news, che prevedeva l'accorpamento in maxi-regioni delle sedi regionali, il trasferimento del Tg2 a Milano e l'integrazione tra Rainews e Tgr. Il progetto, da lungo tempo elaborato e atteso, è stato accantonato nelle scorse ore dal cda della televisione pubblica. Bocciato. E Verdelli ha deciso di togliere il disturbo.

Scilipoti diventa un pezzo grosso della Nato: cosa dovrà fare contro Putin

Domenico Scilipoti avrà due incarichi alla Nato



Pensando al nome, alla Nato avrebbe di certo fatto più comodo un Razzi. E invece, dei due "responsabili" che contribuirono a puntellare per un po' l'ultimo governo Berlusconi, quello che è finito al Palazzo di vetro è Domenico Scilipoti. Il quale senatore di Forza Italia ha aggiunto un nuovo incarico al suo cursus honorum politico: è infatti stato nominato vicepresidente della commissione Scienze, Tecnologia e Sicurezza della Nato e sempre in seno all'organizzazione del Trattato Atlantico si occuperà anche dei rapporti con l'Ucraina. "Porterò con me gli insegnamenti del popolo siciliano che ha fatto dell’accoglienza e dell’incontro tra culture, una ricetta vincente nella storia passata".

La svolta araba di Astro Samantha: nasce la figlia, la clamorosa scelta

La svolta araba di Astro Samantha: nasce la figlia, la clamorosa scelta



Singolare scelta del nome per la figlia quella di Samantha Cristoforetti. La prima donna astronauta italiana dell'Esa è diventata mamma a novembre di una bambina (la notizia è trapelata ora), che ha chiamato Kelsey Amal. Ovvero, in arabo "coraggiosa" e "speranza".

Anche la notizia della gravidanza di Astro Samantha, la prima donna astronauta a toccare il record dei 200 giorni di permanenza nello spazio, era stata tenuta riservata fino a settembre scorso, a soli pochi mesi dal parto, quando la stessa Cristoforetti aveva dato l'annuncio della sua dolce attesa. Il padre della piccola è Lionel Ferra, addestratore di astronauti nella base Esa di Colonia.

Milano, urla e panico in piazza Duomo "Spari al McDonald's": che hanno trovato

Scoppia il panico in piazza Duomo. Evacuato il McDonald's: la scoperta



È stato il compattatore di rifiuti del McDonald’s a provocare il panico in piazza Duomo a Milano ieri pomeriggio intorno alle 14. Probabilmente un rifiuto rimasto incastrato che quando è stato estratto ha causato rumori sordi e una piccola esplosione che sono stati scambiati per spari. Le persone hanno cominciato ad uscire dal negozio e a chiamare in massa il numero d’emergenza. Una donna ha anche avuto un malore. Sul posto sono intervenute diverse volanti della polizia e auto dei carabinieri. Gli esercizi intorno sono stati evacuati poi l’allarme è rientrato.

Gli economisti anti-euro già sapevano: così l'Italia corre dritta verso il baratro

Gli economisti pentiti e gli avvertimenti: gli schiaffi all'Italia dai premi Nobel


di Francesco Pellegrino



L'euro compie 15 anni di vita, ma rischia di non arrivare alla maggiore età per evidente inadeguatezza. Anche coloro che lo hanno fortemente voluto si sono accorti che non regge e che serve solo a tedeschi e banchieri. In edicola dal 2 gennaio i 101 pentiti dell'euro, tra loro grandi economisti e premi Nobel che avevano anche provato a metterci in guardia.

FRIEDMAN Milton
Economista. Premio Nobel nel 1976. Esponente supremo della Scuola di Chicago. Il suo pensiero e i suoi studi hanno influenzato moltissime teorie economiche soprattutto in campo monetario. È l’idolo incontrastato dei turbo-liberisti di tutto il Pianeta, ma a differenza dei molti coglioni innamorati della tecnocrazia di Bruxelles che nel nostro paese sostengono l’euro, ecco alcune sue parole tratte da un’intervista al Corriere della Sera il 23 marzo 1998: «L’euro è un progetto dirigista e pericoloso. Francoforte e Bruxelles prenderanno il posto del mercato. La moneta unica è un Soviet e l’euro vi torturerà. Il caro Vecchio continente rischia un capitombolo mai visto dalla vetta della moneta unica che si sta innalzando. Una costruzione non democratica. Più che unire la moneta unica crea problemi e divide». Categoria: meditate liberisti meditate.

BAGNAI Alberto
Economista. Brillante divulgatore. Un seguitissimo blog, apprezzato più del Sole 24 Ore come sito web di economia. Instancabile la sua opera di ricerca scientifica e di divulgazione. «L’unico senso che può avere oggi un libro sull’euro non è dimostrare ma spiegarne il fallimento. Fatto questo ormai acquisito alla scienza economica da decenni come patrimonio condiviso dagli economisti di tutte le scuole». È con questo spirito che ha scritto due best seller sul tema. Frasi cult: «Dall’euro usciremo, perché la Germania segherà il ramo su cui è seduta» e «Gli schizzi di sangue stonano meno sul grembiule rosso» (26 agosto 2011 a proposito della profetica previsione in merito all’arrivo di un governo tecnico appoggiato dalla sinistra). Qualche collega invidioso prova pateticamente ad attaccarlo per il suo pessimo carattere non potendo scalfire la robustezza scientifica dei suoi lavori. Organizza ogni anno il cosiddetto Gooofy; in quei giorni Pescara diventa regina e Bagnai invita prestigiosi colleghi da tutto il mondo. Categoria: sarebbe “de sinistra” ma suo malgrado lo cercano solo a “destra”.

MANKIW Gregory 
Brillante economista americano, ascoltato consulente del presidente George W. Bush. Autore di un diffuso manuale di macroeconomia (il Mankiw-Taylor). Insegna ad Harvard. Sul New York Times rileva perché l’euro è un fallimento. «Non può essere paragonato al dollaro. Così come l’Unione europea non può essere in alcun modo equiparata agli Stati Uniti. Questi ultimi possono permettersi una moneta in comune avendo una stessa lingua; conseguenti scarse barriere alla mobilità del fattore lavoro ed un bilancio federale unico che consente di far fronte a shock asimmetrici». Per noi comuni mortali: se le cose in un certo momento vanno male, gli Stati più ricchi, produttivi e fortunati contribuiscono ed aiutano quelli più poveri. Ed il bello è, conclude Mankiw, «che ve l’avevano pure detto un sacco di economisti cari europei» (17 luglio 2015). Categoria: Casa Bianca.

MÜNCHAU Wolfgang
Illustre firma del Financial Times, cura un prestigioso e costoso servizio di informazione finanziaria, eurointelligence.com, in cui illustra agli abbonati tendenze e scenari in arrivo nel prossimo futuro. In servizio permanente fra gli euroscettici, spiega da tempo alla comunità finanziaria perché la moneta unica è destinata a crollare. «L’Unione europea si sta spezzando lungo tre linee di faglia. Una divide il prospero Nord dall’indebitato Sud. La seconda divide una periferia euroscettica da un centro eurofilo. La terza divide un Ovest liberale da un Est sempre più autocratico. Questa è la scena della disintegrazione e della frattura dell’Ue. Con tutte queste crisi che si svolgono nello stesso momento, mi pare più utile guardare alla figura d’insieme; al rischio sistemico che non viene da una singola crisi in particolare, ma dal fatto di doverne affrontare così tante nello stesso momento. C’è uno schema comune sottostante a tutto questo. L’Ue ha una tendenza innata ai cattivi compromessi e alle costruzioni adatte solo al bel tempo. Nell’ultimo anno non è cambiato sostanzialmente niente, eccetto il fatto che il problema è diventato evidente a un maggior numero di persone. La rottura, quando verrà, potrebbe ancora scioccarci. Ma offre anche delle opportunità. Penso che la cosa peggiore che l’Ue possa fare sia quella di continuare a procedere nella stessa direzione in cui è andata finora» (3 gennaio 2016). Categoria: più che un’Unione questa è una torre di Babele.

FANNO SUL SERIO "Pensionati ridateci i soldi" La beffa: quanto vogliono

"I pensionati devono restituire i soldi". Beffa del governo: quanto vogliono ora



È arrivata una sorpresa antipatica con il decreto Milleproroghe per i pensionati italiani. Dal prossimo febbraio, potrebbero essere costretti a restituire allo Stato lo 0,1% dell'importo ricevuto nel 2015, cioè la differenza tra l'inflazione programma e quella effettiva. Una questione già sollevata per tempo dallo Spi-Cgil, come riporta il Corriere della sera, che adesso ha lanciato un appello al governo perché si ravveda.

La perdita di valore delle pensioni colpirà principalmente le minime. Chi le percepisce potrebbe ridare allo Stato 6,50 euro, se poi di 1000 euro ci sarà da restituire 13 euro. La situazione era chiara già l'anno precedente, quando il governo era riuscito a rimandare la restituzione finché non ci fosse stata un'effettiva ripresa economica. Ma quest'anno il governo, pur non avendo avuto stravolgimenti nel ministero del Welfare, sempre retto da Giuliano Poletti, non ha mosso un dito.

Per i pensionati il nuovo anno non è cominciato sotto i migliori auspici. Non c'è pace neanche per il giorno di pagamento pattuito con l'Inps, che per gennaio è caduto al 3 gennaio, cioè il secondo giorno bancabile del mese, mentre normalmente avviene al primo. In base al decreto Milleproroghe, i giorni per i pagamenti sono stati stabiliti modificando un decreto legge del 2015 che unificato le date di pagamento di Inps, Inpdap e Enpals. Quindi a febbraio e marzo le pensioni saranno pagate il primo del mese, mentre ad aprile le Poste lo faranno il primo, di sabato, le banche il 3, così come a luglio.

martedì 3 gennaio 2017

IL CLAMOROSO SORPASSO Primo sondaggio del 2017: Grillo a picco, e quei tre...

Il primo sondaggio del 2017: clamoroso sorpasso del centrodestra, Grillo a picco




Il centrodestra unito sarebbe davanti a tutti. L'ultimo sondaggio del 2016, realizzato da Winpoll, è il migliore degli auspici per il 2017 di Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Secondo i dati riportati dal Giornale, il sorpasso è arrivato l'ultima settimana di dicembre: il centrodestra nel suo complesso è arrivato al 34,4% (+0,3) con la Lega Nord al 14,1% (+0,2%), Forza Italia al 13,2% (-0,3%) e Fratelli d'Italia al 4,4% (+0,2%), a cui vanno aggiunte le altre liste di area (al 2,7%, +0,2).

Il Pd guadagna lo 0,6% e sale al 27,5% (cui si somma il 2,9% delle altre liste di sinistra), Sinistra Italiana è al 4,1% e Rifondazione allo 0,5. Ncd-Udc è al 3,1% (ma occhio alla scissione) mentre il Movimento 5 Stelle paga pesantemente gli scandali romani scendendo dell'1,7%, al 26,4%. Su tutto, però, resta l'incognita del sistema elettorale con cui si voterà: proporzionale o Mattarellum? Premi di coalizione e sbarramenti possono cambiare la fisionomia del Parlamento uscito dalle urne. Senza contare che, a oggi, è ancora impossibile sapere con certezza "quando" si voterà.

VERGOGNA A VENEZIA Rivolta degli immigrati: 25 operatori sequestrati

Vergogna a Venezia, rivolta degli immigrati: 25 operatori sequestrati



Una rivolta è esplosa questa notte nel centro di accoglienza di Cona, in provincia di Venezia, in seguito alla morte di una ragazza di 25 anni proveniente dalla Costa D'Avorio. I migranti in protesta hanno tenuto bloccati per alcune ore all'interno della struttura venticinque operatori. Verso le 2 di notte, da quanto si apprende da Rai News24, gli operatori che si occupano dei richiedenti asilo, sono stati liberati, in seguito all'intervento delle forze dell'ordine.

La rivolta sarebbe scoppiata per i ritardi nei soccorsi alla ragazza ivoriana. In segno di protesta, i migranti hanno acceso alcuni roghi all'interno della struttura dando fuoco ad alcuni scaffali. Il centro di Cona è una ex base militare trasformata in un centro di accoglienza per migranti.

Nasce il Primo Festival Italiano della Cinegustologia Dal 5 Gennaio a Trevico la Prima Edizione Dedicata a Ettore Scola

Nasce il Primo Festival Italiano della Cinegustologia Dal 5 Gennaio a Trevico la Prima Edizione Dedicata a Ettore Scola




Il 5 Gennaio 2017 parte a Trevico (la città natale di Ettore Scola) il primo Festival italiano della Cinegustologia, un nuovo modo di fruire il cinema attraverso le analisi del gusto ideato da Marco Lombardi, docente di Cinema ed Enogastronomia in alcune delle principali Università italiane, dallo IULM di Milano alla Sapienza di Roma, dall’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli.

Conferenze, degustazioni, laboratori, proiezioni, spettacoli e visite guidate saranno gli ‘ingredienti’ delle quattro giornate del Festival (5-8 Gennaio 2017) che coinvolge l’alta Irpinia (anche Vallesaccarda, la città Ecogastronomica e Zungoli, che fa parte del circuito dei borghi più belli d’Italia) e parta da Trevico, il centro abitato più alto del Mezzogiorno peninsulare. Un borgo medievale dell’alta Irpinia, incastonato tra Campania e Puglia a 1094 metri di altezza, che ha dato i natali (il 10 Maggio del 1931) ad Ettore Scola, che ha celebrato il suo legame con la città nel film “Trevico - Torino - Viaggio nel Fiat-Nam”, divenuto un simbolo negli anni 70’ delle narrazioni cinematografiche dell’emigrazione dei giovani meridionali verso le grandi fabbriche del Nord.

Oggi ad oltre 40 anni da quella pellicola del 1973, una delle grandi testimonianze dell’impegno civile del cinema di Scola, e ad un anno esatto dalla morte del regista irpino (il 19 Gennaio 2016) la sua città natale lo celebra dedicando interamente alle sue opere il primo Festival italiano della Cinegustologia, con un fitto programma di eventi cinegustologici che, grazie alla collaborazione con i Comuni di Vallesaccarda e di Zungoli, saranno una straordinaria vetrina delle eccellenze enogastronomiche e paesaggistiche dell’intero territorio irpino della Baronia, ma saranno anche e soprattutto un modo per offrire ai più giovani  e non solo la possibilità di vedere alcuni grandi capolavori della storia del cinema italiano. Una storia che Ettore Scola ha attraversato per oltre quarant’anni (è datato 1964 il suo esordio alla regia), dirigendo alcuni dei più grandi attori del cinema italiano come Vittorio Gassman, Sophia Loren, Nino Manfredi, Marcello Mastroianni, Giovanna Ralli, Alberto Sordi e Massimo Troisi, ma anche grandi attori internazionali come Gerard Depardieu e Jack Lemmon.

Iniziano i saldi: le date città per città (e dritte per non farsi fregare in negozio)

Iniziano i saldi: quando, dove e come non farsi fregare



Ieri ufficialmente sono iniziati i saldi. Si parla da Basilicata e Sicilia, oggi la Valle d’Aosta e il 5 gennaio tutte le altre regioni. Secondo le stime dell’Ufficio Studi di Confcommercio ogni famiglia, in occasione dei saldi invernali 2017, spenderà 344 euro per l’acquisto di capi d’abbigliamento, calzature e accessori per un valore complessivo di 5,3 miliardi di euro.

Dopo un Natale così così, commenta Renato Borghi, presidente di Federazione Moda Italia e vice presidente di Confcommercio, "la speranza passa ora per i saldi. Non saranno però saldi col botto. La nostra stima, euro più euro meno, è che gli italiani spenderanno mediamente come nell’anno precedente". 

Le vendite di fine stagione, sottolinea ancora, "saranno sempre una straordinaria opportunità per i consumatori ma, per noi commercianti, non saranno sufficienti a colmare un gap di consumi fortemente condizionato da un andamento sempre più incerto e altalenante. C’è da dire che, nonostante i timidi segnali di fiducia registrati a dicembre, gli eventi terroristici e di natura socio-politica non aiutano a far trovare una stabilità di cui tutti abbiamo bisogno per affrontare al meglio il futuro e confidare nell’uscita del nostro Paese dalla crisi".

L'INTERVISTA - Poliziotti eroi, parla l'esperto "Li conosco, cosa succederà ora"

Poliziotti eroi, Corrado Ziglio: "Li conosco, cosa succederà ora"


intervista a cura di Lucia Esposito



Due poliziotti italiani uccidono Amis Amri, il terrorista di Berlino. Durante un controllo di documenti si imbattono nel tunisino che, dopo aver vagato tra la Germania, l'Olanda e la Francia era arrivato davanti alla stazione di Sesto San Giovanni. Ha urlato: "Bastardi" e poi ha sparato. Ha ferito il poliziotto Cristian Movio, 36 anni ma l'agente in prova Luca Scatà, ha sparato e lo ha ucciso. C'è chi dice: Sono degli eroi e chi minimizza: Hanno fatto solo il loro dovere. L'Italia si divide e scoppia la polemica sull'opportunità di diffondere i loro nomi e sul rischio ritorsioni. Il professor Corrado Ziglio dell'Università di Bologna è un antropologo delle professioni, ha vissuto per mesi come un poliziotto, è salito sulle volanti, è entrato nei commissariati da Bolzano a Siracusa, ha passato intere giornate negli uffici immigrazione e in quelli dell'anticrimine. Da ventidue anni si occupa di formazione dei poliziotti e, dice scherzando, "con loro ho mangiato quintali di pizza e bevuto ettolitri di birra". Dopo aver visto da dentro il mondo della polizia, ha scritto due libri sulle attività operative degli agenti e per sei anni ha insegnato alla Scuola Superiore di Roma dove si formano i funzionari. Insegna anche alla Scuola per il controllo del territorio di Pescara: da qui passano tutti gli uomini e le donne delle volanti, delle sale operative, dei reparti prevenzione crimini. Ha l'approccio scientifico dello studioso ma il linguaggio chiaro e semplice di chi tutto quello che teorizza l'ha vissuto e lo vive ancora.

Professore, ma i due poliziotti che hanno ucciso il terrorista sono eroi o hanno fatto solo il loro dovere?

"Tutti i poliziotti hanno un fortissimo senso del dovere e quando dicono che hanno solo fatto il loro lavoro, lo pensano veramente".

Ma era il caso di far conoscere i loro nomi?

"Ho qualche dubbio. Forse c'è stata un po' di imprudenza dettata dalla dimensione dell'orgoglio per l'operazione che era stata portata a termine".

Al di là delle minacce di ritorsioni che sono arrivate, da un punto di vista professionale che cosa succederà? 

"Dipende dai loro superiori, da come li gestiranno".

Che cosa potrebbe accadere?

"Potrebbero montarsi la testa, cambiare il loro modo di pensare. Potrebbero diventare dei giustizieri".

In che senso dei giustizieri?

"Potrebbero sviluppare atteggiamenti sopra le righe rispetto al protocollo che ogni poliziotto deve osservare. Ed è per questo che dico che molto dipende da come saranno gestiti dai loro superiori".

I due agenti sono stati attaccati anche perché sui loro social sono state trovare frasi razziste e foto col saluto romano.

"Di questo non so nulla, me lo dice lei".

Come lo spiega?

"In tutti gli ambienti ci sono persone di diverse ideologie, ma non cambia molto".

Come mai da professore di Scienze della Formazione è entrato in contatto con il mondo della polizia?

"È stato l'allora questore di Bologna che, dopo i fatti drammatici della Uno Bianca decise di risollevare l'immagine della Polizia con una grande intuizione: capì che bisognava partire dalla formazione. Mi chiese di tenere dei corsi. Ma io prima di strutturare il progetto chiesi di vivere la vita dei poliziotti e così ho trascorso diversi mesi con loro".

Su cosa lavora?

"Soprattutto sui processi di deterioramento professionale".

E quali sono?

"I poliziotti si trovano tutti i giorni davanti alle brutture della vita. Per loro è importantissima la formazione intesa non solo come l'insieme delle competenze professionali e dei protocolli da applicare, ma bisogna lavorare sulla loro emotività".

Quali rischi corrono?

"L'interiorizzazione di un processo subdolo che è il cinismo". 

Sì, ma il poliziotto deve essere un duro. Almeno nell'immaginario collettivo lo è.

"Esiste quello che chiamo il cinismo buono e che hanno anche i medici. È necessario per svolgere una determinata professione. Se il chirurgo sviene quando vede il sangue, non può operare. È quel giusto distacco necessario per non farsi travolgere dalle emozioni. Ma poi c' è un cinismo cattivo che è quello che atrofizza i sentimenti anche negli altri ambiti".

La vita professionale che condiziona quella privata.

"Esatto. Quella dei poliziotti è la categoria più colpita da divorzi e separazioni. Questo è un dato sociologico. Conosco molte mogli, compagne e fidanzate di agenti e spesso mi riferiscono di quanto sia diventato scortese, insensibile, freddo il proprio uomo".

Che cosa lamentano i poliziotti che ha conosciuto?

"La solitudine. Nel senso che se anche accadono cose pesanti, non ne possono parlare. Ho raccolto centinaia di testimonianze. È vero ci sono gli psicologi, ma se li metti al corrente di un tuo problema rischi che ti ritirino l'arma e il tesserino e vieni sospeso dal servizio".

Soffrono per il nostro sistema giudiziario che spesso rimette in libertà soggetti che hanno faticato a prendere?

"Sono molto equilibrati. Capiscono la differenza dei ruoli. Molti si lamentano perché non sono sufficientemente gratificati. Non solo da un punto di vista economico perché hanno stipendi oggettivamente bassi, ma anche sul piano della soddisfazione personale. I propri superiori tendono a non gratificare e così gli agenti traggono la loro soddisfazione nell'aiutare gli altri".

Durante i corsi di formazione che consigli dà ai poliziotti? 

Non dispenso consigli. Pongo delle questioni e sollecito una riflessione. "Cito per esempio il quadrato dello psicanalista Bion e spiego che ogni contesto professionale è pieno di sostanze tossiche come le invidie e le gelosie dei colleghi, ma anche quelle che ciascuno di noi porta con il proprio carattere. Se non si riconoscono queste tossicità si trovano delle vie di fuga".

Quali?

"La prima porta a non assumersi le proprie responsabilità A questo ci penserà qualcun altro, la seconda che spinge a trovare un capo espiatorio Non è colpa mia, la terza che spinge a valorizzare solo se stessi e l'altro collega con cui si lavora, e la quarta che induce all'attesa del Messia. Si aspetta che arrivi qualcosa dall'alto che cambi tutto. Ma in questo modo si rischia di consumare tutta la vita professionale facendo il giro dei quattro cantoni. Non ci si schioda Si passa da una via di fuga all'altra Non indico soluzioni, ma voglio solo che acquisiscano consapevolezza".

Poi cos'altro spiega?

"Ho creato l'immagine della farfalla".

Perché?

"Spiego che per volare alto professionalmente abbiamo bisogno di quattro ali come una farfalla. L'ala delle competenze, quella della comunicazione perché bisogna saper gestire anche verbalmente la propria professionalità e quella della consapevolezza del ruolo. Spesso i poliziotti, come gli insegnanti e i medici, dimenticano la loro funzione sociale. Nella formazione iniziale non sono sufficienti le nozioni di deontologia, ci deve essere consapevolezza dell' enorme ruolo sociale che svolgono".

La quarta ala?

"È quella del carattere".

Ma quello mica si può cambiare?

"Certo che sì. Bisogna solo avere consapevolezza del proprio carattere. E ci sono autorevoli studi che dimostrano come, a condizionare la vita professionale, sia proprio l'aspetto caratteriale".

Quale tratto caratteriale permette di avere successo?

"Se lavori in squadra o dirigi una squadra non puoi avere un caratteraccio. Maltrattare i tuoi collaboratori o umiliarli davanti a tutti, per esempio, non puoi farlo perché rovini le professionalità degli altri".

Lei che da studioso ha vissuto come un poliziotto qual è stata l'emozione più forte che ha provato?

"Le ho provate tutte. Loro vivono tutti i sentimenti. Anche lo stupore per le cose che fanno".

Ha mai avuto paura?

"Mi sono trovato in situazioni pericolose. Come entrare in una gioielleria dopo un furto senza sapere se dentro c'erano ancora i ladri oppure no".

Cosa la colpisce?

"La creatività e l'umanità. E il fatto che nonostante la distanza geografica usino le stesse espressioni, come una vera tribù. Fare il poliziotto a Bolzano non è come farlo a Napoli, eppure in Trentino come in Campania, i poliziotti usano frasi come il pesce puzza dalla testa. E poi ci sono tradizioni che vanno avanti da anni".

Per esempio?

"A Napoli e a Siracusa a Natale i poliziotti vanno nelle case dove c'è povertà, portano giochi e cibo. Così controllano il territorio attraverso la costruzione del consenso".

L'islamico si sfoga contro la Madonna: lo arrestano e sbrocca, cosa ha detto

L'islamico si sfoga addosso alla Madonna: lo arrestano e sbrocca, cosa ha detto



Ha mandato in frantumi con un bastone la teca contenente una statua della Madonna e ha incendiato il presepe allestito nel cortile della parrocchia della Madonna del Rosario, sita  in via Guglielmi a Foggia. I carabinieri della Compagnia di Foggia hanno arrestato B. M., cittadino del Gambia di 25 anni, in regola con i documenti di soggiorno, per danneggiamento, incendio e resistenza a Pubblico Ufficiale. È accaduto nel primo pomeriggio di ieri. L’immigrato, inoltre, ha opposto ferma resistenza ai Carabinieri, intervenuti su segnalazione del parroco, i quali sono riusciti comunque a bloccarlo e trarlo in arresto. Lo straniero, in preda a una visibile e accentuata alterazione psicofisica, ha cercato di giustificare il suo gesto con la sua appartenenza alla fede musulmana e per tale ragione ha voluto distruggere i simboli cristiani. L’uomo, che ha agito in maniera autonoma e isolata, è stato associato nel carcere di Foggia in attesa del giudizio di convalida.

Grillo, la svolta sugli avvisi di garanzia Sospetto malizioso: c'entra la Raggi

Grillo garantista Avviso di Garanzia? niente espulsione automatica



Svolta garantista per Beppe Grillo. E chissà che non c'entrino i timori per una imminente, nuova bomba giudiziaria su Virginia Raggi. Il garante del Movimento 5 Stelle fa sapere sul suo blog che "la ricezione, da parte del portavoce (tradotto: eletto, ndr), di informazioni di garanzia o di un avviso di conclusione delle indagini non comporta alcuna automatica valutazione di gravità dei comportamenti potenzialmente tenuti dal portavoce stesso, sempre salvo quanto previsto al punto 5". Vale a dire, a differenza di quanto accaduto in passato non si prenderanno provvedimenti (dalla sospensione alla espulsione) contro gli esponenti grillini raggiunti da avvisi di garanzia.

Il nuovo "Codice di comportamento del MoVimento 5 Stelle" martedì verrà votato online. "I portavoce, quando ne hanno notizia, hanno l'obbligo di informare immediatamente e senza indugio il gestore del sito, dell'esistenza di procedimenti penali in corso nei quali assumono la qualità di indagato o imputato nonché di qualsiasi sentenza di condanna o provvedimento ad essa equiparato", si legge ancora nel testo Cinque Stelle. "È sempre rimessa alla discrezionalità del Garante e del Collegio dei Probiviri o del Comitato d'appello (e non comporta alcuna automatica presunzione in tal senso) la valutazione della gravità di fatti che configurano i c.d. reati d'opinione ipotesi di reato concernenti l'espressione del proprio pensiero e delle proprie opinioni, ovvero di fatti commessi pubblicamente per motivi di particolare valore politico, morale o sociale".

Berlusconi, il suo piano diabolico Il retroscena: "Cosa farà con Renzi..."

Berlusconi, piano diabolico con Renzi: "Quando si vota e che farò con lui"



Chi chiedeva, anche all'interno di Forza Italia, elezioni anticipate dopo il trionfo del No al referendum costituzionale dovrà mettersi l'anima in pace. Ogni velleità di anticipare il voto è stata spenta da Silvio Berlusconi che, durante una cena nella sua villa ad Arcore con alcuni fedelissimi, ha detto con una certa convinzione che Sergio Mattarella non ha nessuna intenzione di sciogliere le camere prima del prossimo autunno. I motivi principali, riporta il Corriere della sera, sono due: da un lato c'è la situazione balcanizzata nel Pd che non permette una linea comune sul da farsi, dall'altro l'imminente presidenza del G7 di maggio a Taormina, un impegno che mal si concilierebbe con un governo così in stretta scadenza.

Berlusconi non ha nessuna intenzione di mollare la presidenza del partito, visto che: "non vedo ancora leader", sarà ancora lui a dettare l'agenda per i prossimi mesi e chi sperava in una riscossa del centrodestra basato sull'alleanza Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia dovrà ancora una volta pazientare. Il Cav è sicuro che l'Italia è destinata a seguire la linea politica già applicata in Germania da anni, dove una larga coalizione governa il Paese. Da qui ne deriva la necessità di una legge elettorale basata sul proporzionale, che allontani l'ipotesi dell'exploit di Lega o M5S.

La tanto attesa sentenza della Consulta del prossimo febbraio potrebbe consegnare al Parlamento una legge di fatto proporzionale, senza il doppio turno e senza premio di maggioranza. Una base più che ottima per Berlusconi da addattare a un sistema sempre più simile a quello tedesco: un proporzionale con sbarramento al 5%. A quel punto un'alleanza post voto tra Forza Italia e Partito democratico sarebbe la via più naturale, almeno secondo il leader forzista.

"L'Italia è troppo fragile, nel 2017..." Quella voce tremenda dal governo

La voce tremenda dal governo: "Nel 2017 rischi e incognite, Italia troppo fragile"


Carlo Calenda

"Dobbiamo metterci in sicurezza con un piano straordinario". A lanciare l'allarme è il ministro dello Sviluppo Carlo Calenda, che intervistato dal Corriere della Sera si prende la scena facendo capire come i prossimi mesi potrebbero avere risvolti drammatici: "Il 2017 sarà un anno pieno di incognite e di rischi. Le democrazie occidentali vivono il loro peggior momento dagli Anni 30 del Novecento, i valori della società aperta su cui sono fondate appaiono minoritari, quando non addirittura sconfitti. E l'Italia affronta questa fase con una fragilità finanziaria, economica, politica, sociale e istituzionale che viene da 25 anni perduti. Per questo gli effetti della crisi da noi sono stati drammaticamente peggiori rispetto agli altri Paesi europei".

Per questo, spiega il ministro, "dobbiamo ragionare come sistema Paese, tutelare in modo più netto gli interessi nazionali, avviare una vera politica di inclusione sociale per contrastare il populismo. Anche prendendoci tutti gli spazi di bilancio che servono". Il concetto suona più o meno come un disconoscimento dell'operato dell'ex premier Matteo Renzi: "Non possiamo più tentare di esorcizzare la gravità della situazione con l'ottimismo, o nascondere la complessità dei problemi, cedendo alla logica del Truman Show che i populisti, 5 Stelle in testa, provano ad imporre".

Per il titolare del Mise "nella maggior parte dei casi gli investimenti esteri portano crescita ma dovremo comunque essere pronti a una tutela più assertiva degli interessi e degli asset economici nazionali strategici nei confronti dei partner, anche europei, che spesso usano in modo più coordinato e aggressivo di noi il sistema Paese". Il tema sul tavolo è quello della scalata dei francesi di Vivendi a Mediaset. "Dobbiamo ricostruire una rete fatta di grandi aziende, pubbliche e private, e di istituzioni finanziarie capaci di muoversi all'occorrenza in modo coordinato, tra di loro e insieme al governo". Su Mediaset, spiega ancora, "abbiamo deciso di operare con la moral suasion, non ci sono piaciute le modalità dell'operazione". Il caso Monte Paschi invece "è diverso. La Germania ha usato 241 miliardi di euro per ricapitalizzare le sue banche, e ora protesta per un'operazione che rispetta totalmente le regole, mentre blocca il completamento dell'Unione bancaria", accusa. Altra stilettata agli falchi tedeschi arriva sull'Ue: "Dovremmo prenderci tutti gli spazi di bilancio che i mercati, e non la Commissione europea, ci consentono per mettere in atto un piano straordinario di rilancio economico e sociale che abbia al centro un massiccio piano di investimenti pubblici e privati. L'anno giusto è il 2018, dunque la prossima legge di bilancio". Il che presuppone un governo che riesca a vivere almeno fino alla fine del 2017. 

PADOAN SULL'EURO La sua frase clamorosa: così mai detta in pubblico

Padoan sull'euro. La sua frase clamorosa: non l'ha mai detta in pubblico



Oggi l'euro compie 15 anni di vita, ma rischia di non arrivare alla maggiore età per evidente inadeguatezza. Anche coloro che lo hanno fortemente voluto si sono accorti che non regge e che serve solo a tedeschi e banchieri. In edicola dal 2 gennaio i 101 pentiti dell'euro, tra loro anche il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan.

No, non è uno scherzo. Sono mesi che Piercarlo Padoan conduce quasi in solitaria una battaglia dentro l’Ue affinché sia istituito a livello sovranazionale un sussidio continentale contro la disoccupazione. Beh, direte, e cosa c’entra tutto questo con l’essere euroscettici? Non è tanto la battaglia in sé ma la motivazione di Padoan a non lasciare dubbi. Una nota del ministero da lui presieduto il 27 giugno del 2016 dopo lo shock della Brexit recita che questo sussidio condiviso «potrebbe consolidare sia la crescita nel medio termine sia mitigare le necessità di aggiustamento nel caso soprattutto di un’Unione monetaria dove, a causa dell’assenza di un tasso di cambio, i costi di aggiustamento sono particolarmente pesanti sul mercato del lavoro». Categoria: o svaluti la moneta o svaluti il lavoro.

lunedì 2 gennaio 2017

Cardito (Na): Facciamo un Goal per la beneficenza: "Venerdì 6 Gennaio ore 09.30 Stadio Comunale V. Papa"

Cardito (Na): Facciamo un Goal per la beneficenza: "Venerdì 6 Gennaio ore 09.30 Stadio Comunale V. Papa"


di Gaetano Daniele



Si svolgerà il 6 Gennaio, allo stadio comunale V. Papa di Cardito (Na), "Facciamo un Goal per la beneficenza", evento di solidarietà per sostenere i bambini dell'Ospedale Santobono Pausilipon. Probabile la presenza di Gigi De Canio. Il Papa lo ripete sempre: "la pace si costruisce attraverso l'unità, facendo della cultura dell'incontro una realtà". Noi stiamo cominciando ora a Cardito, quest'esperienza nata con la collaborazione di diversi amici come Luigi Imperatore, Giorgio Marruzzella, Alfonso Mormile. Un grazie di cuore anche alle Forze dell'Ordine, agli avvocati presenti e a tutti i giornalisti che hanno collaborato affinchè questo evento prendesse forma. Cosi ai nostri microfoni, il direttore responsabile del Minformo, Stefano Andreone. E nota: "Il Papa ci dice che il calcio insegna a lavorare in gruppo. Per questo la partita vedrà protagoniste diverse istituzioni che ci hanno appoggiato. In questo momento è importante soprattutto per i tanti bimbi meno fortunati degli altri. Insieme si può". Tra i calciatori storici che hanno aderito, figura l'ex calciatore del Napoli, Beppe Bruscolotti. 

Montecarlo, Fini è in grossi guai: "Né allocco né c... Sapeva tutto"

Montecarlo, Fini è in grossi guai: "Né allocco né c... Sapeva tutto"



"Non è un allocco, né il coglione che vuol far credere. Gianfranco Fini su Montecarlo e la casa pagata da Corallo sapeva tutto". A parlare è Amedeo Laboccetta, ex deputato del Pdl tornato in libertà dopo essere finito in carcere lo scorso 13 dicembre con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata al peculato e alla sottrazione fraudolenta del pagamento delle imposte. Insieme a lui proprio il magnate Francesco Corallo, il "re delle slot machines" in Italia. Al Tempo Laboccetta racconta la sua verità sull'ex leader di Alleanza nazionale e quei 739mila euro della vendita della casa sul conto di Elisabetta Tulliani, la compagna di Fini.

"Non sono assolutamente sorpreso - dice -. Conosco da una vita Fini. Vuol far credere di essere un allocco o un coglione, come lui stesso si è definito. Ma ritengo che non lo sia affatto, almeno in certi tipi di rapporti. Sul piano politico è stato un grande sprovveduto, un ingenuo, che si è fatto illudere da Giorgio Napolitano. Ma su altri piani non è quello che è riuscito per tanto tempo a camuffare con gli italiani. È un'altra persona Fini, tutto da scoprire".

Sulle eventuali pressioni esercitate da Fini, allora presidente della Camera, sui suoi parlamentari per far approvare una legge che favoriva Corallo Laboccetta è sibillino: "Fini si muove in maniera indiretta, utilizzando forse altri esponenti, in questo caso non saprei dirle chi. È una perso na che si muove con passi felpati, cerca di non apparire. È un subacqueo, viaggia molto sott'acqua". Durissimo il suo giudizio politico sull'ex delfino di Almirante: "È stato molto fortunato, ha avuto una grande carriera. Poi, a distanza di tempo, si è rivelato per come ormai gli italiani lo conoscono: incapace, oltre che una persona inaffidabile".

Al centro di tutto c'è però la casa di Montecarlo: "Che la famiglia Tulliani avesse sempre avuto l'aspirazione di acquistare una casa a Montecarlo mi era noto. Melo dicevano nei vari incontri a casa sua, ai quali ho partecipato. Sapevo di questo progetto, ma non sapevo che le loro mire fossero sull'appartamento di proprietà del nostro ex partito. Evidentemente Fini avrà suggerito ai suoi familiari che c'era questa opportunità e allora è scattato questo secondo piano, che poi si è realizzato". Fini sapeva che Corallo aveva pagato l'appartamento ai Tulliani? "Lo sapeva perfettamente. Fini sa tutto di questa storia - assicura Laboccetta -. Deve confessare, deve raccontare la verità. Inutile che fa ancora questi atti di ridicola resistenza. Spiegasse questo grave errore della sua vita. Visto che la sua storia politica è finita, racconti tutto oramai". C'è un altro particolare imbarazzante: "Fini, tentò di convincermi ad acquistare, per conto di Corallo, un immobile a Roma che mi veniva proposto dalla società di suo cognato. Io non l'ho fatto perché era un immobile che non aveva le condizioni di presentabilità e Fini se n'è pesantemente risentito. Tra l'altro me l'aveva presentato durante un pranzo al circolo Antico Tiro al Volo dicendomi che era un amico. Poi scoprii io, dopo qualche giorno, che era il cognato".

Pessima la qualità dell'aria in Italia “Noi pneumologi siamo preoccupati”

Pessima la qualità dell'aria in Italia “Noi pneumologi siamo preoccupati”


di Eugenia Sermonti



Il dodicesimo ‘Rapporto sulla qualità dell’ambiente urbano’ redatto dall'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra) e reso noto pochi giorni fa ha confermato, sia pure sulla base di dati di previsione, che il problema della qualità dell’aria nel nostro Paese è rimasto pressoché invariato rispetto al passato. E si contano circa 90mila morti, in tutta Italia, correlate all'inquinamento. Ancora una volta, le città della Valle Padana l’hanno fatta da padrona in termini di giorni di superamento dei limiti consentiti per le emissioni di PM10 ed altri inquinanti, anche se questa volta risultano accompagnate da numerosi altri capoluoghi di provincia, fra i quali Napoli, Terni, Frosinone e molti altri. E proprio Verona è sede del congresso specialistico di pneumologia con la più lunga tradizione in Italia. Il XX Congresso Asma Bronchiale e Bpco: nuovi obiettivi, nuovi rimedi, nuove strategie è in programma dal 18 al 20 gennaio 2017 al Centro Congressi Hotel Leopardi.

Limiti pm10 traguardo irraggiungibile. "La cosa drammatica - sottolinea il professor Roberto W. Dal Negro, responsabile del Centro Nazionale Studi di Farmacoeconomia e Farmacoepidemiologia Respiratoria (Cesfar) con sede a Verona - è che nel nostro Paese, per quanto attiene per esempio alle PM10, anche rispettare il limite previsto dalla legislazione vigente (non più di 35 superamenti in un anno) è tuttora un traguardo irraggiungibile su tutto il territorio nazionale. E’ ormai perfino troppo evidente che da noi il ‘controllo delle emissioni’ di fatto, non interessa concretamente i decisori, o non conviene: nella migliore delle ipotesi, infatti, le misure si limitano anche per quest’anno a provvedimenti emergenziali ed estemporanei, di rilevanza tale che spesso sfiorano il grottesco a livello locale".

Nessun provvedimento strutturale e strategico. "In pratica, nessun provvedimento strutturale e strategico - prosegue il professor Dal Negro - è stato mai programmato su ampia scala negli ultimi decenni, e tantomeno in maniera sinergica fra le varie istituzioni coinvolte. E ciò, nonostante sia arcinoto che il principale determinante è rappresentato dal consumo di energia, in particolare quella che proviene da fonti fossili (petrolio, gas naturale, carbone). In altri termini, trasporti, usi domestici, industria: tutti argomenti che richiederebbero un interessamento fattivo e capillare delle istituzioni preposte. E’ sotto gli occhi di tutti la realtà del trasporto merci, di fatto quasi esclusivamente su gomma e con direttrici stradali e autostradali iperaffollate ed ingolfate; la situazione del traffico veicolare privato, caotico ed in continua crescita, a fronte di trasporti pubblici carenti (se non carenti) e male organizzati in molte città italiane, anche metropolitane; del riscaldamento domestico, dove la verifica di conformità degli impianti e delle emissioni è tuttora episodica e ‘a macchia di leopardo’, pur esistendo sulla carta numerosi provvedimenti specifici, troppo spesso trasformati nella vita reale in inutili ‘grida manzoniane’, facilmente eludubili". 

Disturbi dissociativi e ‘stalking’: ecco come nasce un femminicidio

Disturbi dissociativi e ‘stalking’: ecco come nasce un femminicidio


di Eugenia Sermonti 



Un uomo afflitto da un disturbo di personalità si trova a dialogare con il suo alter-ego allo specchio per cercare di ricostruire l’omicidio della sua fidanzata misteriosamente assassinata. In questo duello tra le sue due personalità emergono ricordi, in forma di flashback, sepolti nel suo inconscio che lentamente vanno a svelare la vicenda in un crescendo emotivo e di tensione. È questa la trama del film formazione ‘Echoes’, cortometraggio diretto da Andrea La Mendola e già vincitore di numerosi premi in prestigiose rassegne internazionali come il ‘Santa Monica Film Festival’ e i ‘Los Angeles Movie Awards’. La pellicola è online sul sito www.corsi-ecm-fad.it, messo a disposizione dal provider Ecm 2506 Sanità in-Formazione, in partnership con Consulcesi Club. Il cortometraggio è collegato al corso di Formazione a Distanza (Fad) destinato al personale medico dal titolo ‘Disturbo dissociativo dell'identità e situazioni di rischio’. In un contesto che vede l’Italia protagonista di un’autentica strage di donne (117 casi di femminicidio solo nel 2016), e dove il fenomeno dello stalking ha assunto dimensioni da vero e proprio allarme sociale (3,5 milioni di vittime secondo l’Istat), il corso non solo aiuta i medici a diagnosticare efficacemente la complessa casistica dei disturbi dissociativi, ma ribadisce il ruolo strategico dei camici bianchi nell’individuare e prevenire sintomi e segnali di un pericoloso stato patologico che può sfociare in feroci atti di violenza.

Il corso, articolato in cinque lezioni, offre una panoramica esaustiva sui disturbi dissociativi (a partire dal disturbo dissociativo dell’identità), illustrandone le manifestazioni più pericolose - quali, ad esempio, lo stalking - ed evidenziando le necessarie strategie di colloquio psichiatrico nonché le possibili terapie. Responsabile scientifico il professor Vincenzo Mastronardi, psichiatra e criminologo clinico, titolare della cattedra di Psicopatologia Forense presso la Facoltà di Medicina dell’Università di Roma ‘La Sapienza’. ‘Echoes’ si aggiunge a una lista di produzioni che hanno già riscosso enorme successo tra i camici bianchi grazie a film selezionati in prestigiosi festival cinematografici, contribuendo a rendere Sanità in-Formazione il primo provider Ecm Fad in Italia, come ha di recente decretato il prestigioso Annuario della Sanità con la sua classifica ‘The Best Provider 2015 Ecm’.

Fermi tutti: la foto della scrittrice censurata perché pornografica / Guarda

Facebook censura la foto di una scrittrice di Bologna: "pornografica"




Vietato pubblicare su Facebook la foto del Nettuno, la popolare statua nella principale piazza di Bologna. Motivo? Nudo e dunque pornografico. E pazienza se si tratta di un'opera d'arte, come il David in piazza della Signoria a Firenze. A denunciarlo è Elisa Barbari, scrittrice bolognese che voleva pubblicizzare la propria pagina sul social network ma che si è vista bloccare l'inserzione per "contenuti sessuali espliciti" in "violazione delle linee guida sulle pubblicità di Facebook". 

Euro killer, ci ha rovinato la vita Quindici anni buttati: ecco perché

Euro killer, ci ha rovinato la vita: ecco perché


di Giuliano Zulin



Con l'euro lavoreremo un giorno in meno e guadagneremo come se lavorassimo un giorno in più, disse Romano Prodi nel 1999. Sono passati quasi 15 anni dall'introduzione della moneta unica e la frase del Professore sembra che sia stata pronunciata a Zelig. È successo il contrario. O meglio, molti lavorano settimane o mesi in meno per colpa della crisi, ma non guadagnano di più.

Anzi. Chi ha un posto praticamente porta a casa a fine mese uno stipendio paragonabile a quello del 2001. Con l'aggravante di aver perso anche potere d'acquisto: in quel gennaio-febbraio 2002 i prezzi dei prodotti più diffusi, dal caffè alla pasta, dall'abbigliamento fino al gelato, subirono un rincaro pazzesco, fuori dal normale, che nessuno fu in grado di fermare e analizzare. I consumatori dovettero affrontare aumenti fino al 200%. E in quei due mesi è iniziato il declino dell' Italia.

Sappiamo tutti che gran parte delle colpe sono da imputare ai tedeschi, che imposero un cambio lira-euro troppo alto in modo da non avere rivali nelle esportazioni. Sappiamo anche che Prodi e Ciampi commisero l'errore di accettare il diktat tedesco per avere un posto al sole, previa introduzione di un'eurotassa, per entrare nella moneta unica, restituita solo in minima parte. Ma quello che ancora non sappiamo è perché il governo Berlusconi si voltò dall'altra parte durante i primi mesi di vita dell'euro. Solo nell'estate 2002 si creò un osservatorio sui prezzi, ma la frittata era già stata fatta. Ovvio, imprenditori e venditori italiani arrotondarono le mille lire all'euro per recuperare un po' di soldi e rimanere competitivi con i partner europei. Legittimo. L'esecutivo però avrebbe dovuto fare uno sforzo sui contratti dei dipendenti e sulle pensioni. Sarebbe stato utile varare aumenti di stipendio, una tantum ed extra-inflazione, per mettere a pari i lavoratori con i produttori. Magari con interventi fiscali, tipo taglio di tasse.

Sfruttando, per l'occasione, il calo dei tassi d'interesse sul debito pubblico proprio grazie all'introduzione dell'euro. Niente di tutto questo fu realizzato. Gli italiani si sentirono più poveri e iniziarono così a diminuire i loro consumi.

Il circolo negativo era appena all'inizio. La crisi del 2008 e, successivamente, quella dello spread nel 2011, diedero la mazzata finale al nostro Paese. Il doppio effetto, calo del potere d'acquisto e sfiducia, innescarono il crollo delle vendite al dettaglio e degli acquisti immobiliari. Di conseguenza le aziende hanno iniziato prima a tagliare le spese superflue, poi gli investimenti, quindi a licenziare, fino a chiudere. Non a caso sono sette-otto anni che il Pil è asfittico. Le imprese, anche quelle sane, hanno così cominciato a perdere valore, perché operano in un mercato debole. Un affare per gli stranieri che hanno messo nel mirino le nostre società, marchi famosi compresi.

Fanno ridere quelli che dicono che l'euro non è la causa dei mali italiani. In quel prezzo del gelato schizzato del 200% c' è tutto il nostro male. Uno autentico strozzinaggio. Spiace che nessun politico abbia chiesto scusa agli italiani. Nemmeno i grandi tifosi della moneta unica. Ma di quelli parleranno Paolo Becchi e Fabio Dragoni lunedì, con la carica dei 101 contro l'euro.

"Molestate in piazza da stranieri" Assalto sessuale, una donna italiana

Innsbruck come Colonia: "Donne molestate in piazza da stranieri", una è italiana



Dopo Colonia nel 2015, Innsbruck nel 2016: assalto sessuale di Capodanno nella cittadina austriaca, dove alcune donne tra cui un'italiana sono state molestate mentre festeggiavano in piazza la notte di San Silvestro. Secondo quanto riferito da TgCom che cita la polizia locale, l'episodio è accaduto a Marktplatz, nel centro storico della città: un gruppetto di 5-6 uomini, "dall'aspetto straniero" ha molestato alcune turiste provenienti da Germania, Romania e Italia. Non è ancora chiara l'identità dei molestatori.

LA STRAGE IN DISCOTECA Tutta la verità sul terrorista: come ha ucciso (e un dubbio)

Istanbul, il terrorista della discoteca "non era vestito da Babbo Natale"



"Non è vero" che l'attentatore che ha ucciso 39 persone la notte di Capodanno nella discoteca Reina di Istanbul era "travestito da Babbo Natale". A dirlo, smentendo quanto appariva chiaro da un video registrato dalle telecamere interne del locale, è stato il premier turco, Binali Yildirim. Il killer, entrato nelle discoteca con un kalashnikov, ha lasciato l'arma nel locale e la polizia, spiega ancora il premier, "ha alcune ipotesi sulla sua identità" e "alcuni dettagli sono emersi ma le autorità stanno lavorando per arrivare a un risultato concreto". Secondo quanto riferito dalla CNNTurk la polizia ha lanciato una operazione in un quartiere vicino vicino a Ortakoy, dove è avvenuta la strage, alla ricerca del sospettato. Ancora incerta, dunque, la dinamica dell'attacco. Il killer "ha sparato al poliziotto alla porta, è entrato, ha mitragliato e ucciso persone innocenti. Poi ha abbandonato l'arma ed è fuggito nel caos", è la ricostruzione fornita da Binali Yildirim. Nel frattempo aumentano i dubbi sul "commando": rintracciata l'auto su cui il terrorista è arrivato al locale, secondo la stampa turca si sta facendo strada l'ipotesi che la strage possa essere opera di almeno due persone. 

domenica 1 gennaio 2017

Immigrazione, la svolta della Polizia: "Più retate e espulsioni sui clandestini"

Immigrazione, la svolta: "Più retate e espulsioni sugli irregolari"



"Conferire massimo impulso all'attività di rintraccio dei cittadini dei Paesi terzi in posizione irregolare, in particolare attraverso una specifica attività di controllo delle diverse forze di polizia". È il dikat del capo della Polizia Franco Gabrielli, in una circolare emanata nell'ultimo giorno dell'anno a tutte le forze dell’ordine. Parole chiare nel mondo che vive sotto la costante minaccia del terrorismo.

Gabrielli infatti mette in luce come il dispositivo volto al controllo ed all'allontanamento degli stranieri irregolari consenta spesso di "intercettare fenomeni di sfruttamento e di inquinamento dell'economia del territorio collegati a forme di criminalità organizzata di livello nazionale o transnazionale" rivestendo un ruolo importante "nell'azione di prevenzione e contrasto dell'attuale contesto di crisi a fronte di una crescente pressione migratoria e di uno scenario internazionale connotato da instabilità e da minacce che impongono di profondere il massimo impegno nelle attività volte a mantenere il territorio sotto controllo".

La politica dei rimpatri per gli irregolari, del resto, è ormai una priorità nel contesto dell'Unione Europea. A tal proposito è necessaria una "preventiva pianificazione dei servizi mirati al fine di ottimizzare le risorse disponibili nel più ampio contesto delle esigenze operative a livello territoriale" con l’attivazione di "piani straordinari di controllo del territorio volti non solo il contrasto dell'immigrazione irregolare ma anche allo sfruttamento della manodopera e alle varie forme di criminalità che attingono dal circuito della clandestinità".

Un compito fondamentale sarà quello svolto dalla direzione centrale per l’immigrazione che curerà "il necessario raccordo con gli uffici immigrazione delle questure per una pianificazione più specifica di tale attività di controllo con riguardo in particolare all'assegnazione dei posti nei Centri di identificazione ed espulsione (i Cie, ndr)".

"Meningite, epidemia e focolaio cattivo" L'esperto horror: la regione in pericolo

PARLA L'ESPERTO "Epidemia e focolaio cattivo: la verità sulla meningite"



Il professor Francesco Menichetti, primario del reparto di malattie infettive dell'ospedale Cisanello di Pisa, non ha dubbi sulla meningite. Ci vorranno anni per abbatterla in Toscana. I casi accertati di meningite di tipo C, negli ultimi due anni, sono 60, e 13 le morti registrate. "Sono due anni che stiamo assistendo a una particolare concentrazione di casi di malattie provocate dal meningococco di gruppo C", dice al Giornale.

Menichetti ammette: "C'è quello che noi chiamiamo un cluster epidemico, ovvero un focolaio con delle caratteristiche, però, che lo rendono particolarmente grave rispetto alle esperienze precedenti perché questo è un microbo molto più virulento degli altri: dà setticemie che sono molto più rischiose delle meningiti, perché di setticemia si muore nel 40% dei casi, di meningite nel 10%. La setticemia è la forma più grave e iperacuta, come quella del bimbo deceduto".

Secondo il medico il vaccino è essenziale. "Il vaccino, se correttamente somministrato (e il bimbo di 22 mesi non lo aveva fatto, mentre aveva fatto altre vaccinazioni, quelle obbligatorie, ndr) serve a proteggere dalla malattia o ad attenuarne la virulenza. La vaccinazione è sempre da raccomandare, a tal punto che la Regione, due giorni fa, ha dettato nuove regole che prevedono tre vaccinazioni per i bambini proprio perché si è capito che la copertura non dura oltre i 5 anni".

Che si deve fare se si ha il sospetto di aver contratto la meningite? "Se si rilevano febbre alta, mal di testa e macchie sul corpo non bisogna esitare, sottovalutando la situazione, ma correre al pronto soccorso. Il meningococco è iperinvasivo, molto aggressivo e rapido. La velocità di intervento può far la differenza tra la vita e la morte".

Partita Iva e medico per le prostitute Nasce il partito delle Case chiuse / Foto

Partita Iva e medico, la porno-idea del politico: riapriamo le case chiuse



"Movimento nazionale per la reintroduzione delle case chiuse". E' questo il nome di una nuova pagina Facebook. Il fondatore è Giorgio Pasetto, consigliere comunale di Verona che appartiene all'area del sindaco della città e leader di Fare, Flavio Tosi.

L'obiettivo del Movimento - come si legge su Italia Oggi - è arrivare all'approvazione di una proposta di legge d'iniziativa popolare per la riapertura delle case chiuse in Italia, abrogando la legge Merlin del 20 febbraio 1958 che abolì la regolamentazione statale della prostituzione.

I moderni "bordelli" dovrebbero avere la "forma di una Srl e la presenza di un medico come direttore sanitario e di un direttore tecnico laureato in scienze motorie o in fisioterapia". Inoltre, ogni prostituta dovrebbe aprire la partita Iva e dovrebbe ricevere i clienti in locali adeguati, che rispettino le norme igienico-sanitarie e che comprendano saune, piscine, bar e ristoranti. Immediato, e inevitabile, il commento contrario di Mario Adinolfi. 

Boschi, la mossa segreta nel Palazzo La voce: che fa alle spalle del premier

Boschi, quella voce da Palazzo: le sue mosse in gran segreto



Maria Elena Boschi, secondo Luigi Bisignani, ha (politicamente) stregato il neo presidente del consiglio Paolo Gentiloni. Lo capisce innanzitutto da quelle dichiarazioni del premier in cui ha detto di essere stato lui a volerla come sottosegretario. L'editorialista sempre informatissimo scrive sul Tempo che l'ex ministro si è già data da fare per piazzare i suoi uomini. Maria Elena, si legge, "in poche mosse ha dato scacco a Gentiloni che non si è portato neppure la fedelissima Lorenza Bonaccorsi".

Poi la Boschi, neo sottosegretario, "ha fatto confermare il suo Paolo Aquilanti, proveniente  dal Senato, che era già riuscito ad imporre a Renzi dopo il breve regno di Mauro Bonaretti. E insediando a Palazzo Chigi in un posto chiave Cristiano Ceresani, conoscitore  di tutti i segreti nei bilanci e nei disavanzi di Montecitorio, che si è abbeverato in passato a Ciriaco De Mita quando ne è stato genero per poi diventare funzionale nelle varie trasformazioni dell'ex PCI".

La mossa finale dell'ex ministro, secondo Bisignani, sarebbe questa: "Per conquistare definitivamente il Palazzo la Boschi punta a far sloggiare verso il Consiglio di Stato la sua 'nemica amatissima' Antonella Manzione, la vigilessa, dall'ufficio legislativo". Per quell'incarico ci sarebbe già pronto un candidato, Roberto Cerreto, ombra di Enrico Letta, ds per tutte le stagioni, e suo ex capo di gabinetto. 

Istanbul, attentato a Capodanno 39 morti, 15 stranieri: "È l'Isis"

Strage di Capodanno. Assalto al night: 35 morti: "È un attacco dell'Isis"



Sono morte 35 persone a Istanbul, in Turchia, dopo un attacco armato in un famoso night club della città, il Reina. Altre 40 sono rimaste ferite. In due hanno fatto irruzione nel locale vestiti da Babbo Natale e hanno aperto il fuoco sulla folla. Uno dei due attentatori è rimasto a lungo nel locale, circondato dalla polizia pronta a intervenire con un blitz.

Secondo Al Jazeera, dietro l’attentato ci sarebbe l’organizzazione dell’Isis, anche se al momento non ci sono state rivendicazioni.