Montecarlo, Fini è in grossi guai: "Né allocco né c... Sapeva tutto"
"Non è un allocco, né il coglione che vuol far credere. Gianfranco Fini su Montecarlo e la casa pagata da Corallo sapeva tutto". A parlare è Amedeo Laboccetta, ex deputato del Pdl tornato in libertà dopo essere finito in carcere lo scorso 13 dicembre con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata al peculato e alla sottrazione fraudolenta del pagamento delle imposte. Insieme a lui proprio il magnate Francesco Corallo, il "re delle slot machines" in Italia. Al Tempo Laboccetta racconta la sua verità sull'ex leader di Alleanza nazionale e quei 739mila euro della vendita della casa sul conto di Elisabetta Tulliani, la compagna di Fini.
"Non sono assolutamente sorpreso - dice -. Conosco da una vita Fini. Vuol far credere di essere un allocco o un coglione, come lui stesso si è definito. Ma ritengo che non lo sia affatto, almeno in certi tipi di rapporti. Sul piano politico è stato un grande sprovveduto, un ingenuo, che si è fatto illudere da Giorgio Napolitano. Ma su altri piani non è quello che è riuscito per tanto tempo a camuffare con gli italiani. È un'altra persona Fini, tutto da scoprire".
Sulle eventuali pressioni esercitate da Fini, allora presidente della Camera, sui suoi parlamentari per far approvare una legge che favoriva Corallo Laboccetta è sibillino: "Fini si muove in maniera indiretta, utilizzando forse altri esponenti, in questo caso non saprei dirle chi. È una perso na che si muove con passi felpati, cerca di non apparire. È un subacqueo, viaggia molto sott'acqua". Durissimo il suo giudizio politico sull'ex delfino di Almirante: "È stato molto fortunato, ha avuto una grande carriera. Poi, a distanza di tempo, si è rivelato per come ormai gli italiani lo conoscono: incapace, oltre che una persona inaffidabile".
Al centro di tutto c'è però la casa di Montecarlo: "Che la famiglia Tulliani avesse sempre avuto l'aspirazione di acquistare una casa a Montecarlo mi era noto. Melo dicevano nei vari incontri a casa sua, ai quali ho partecipato. Sapevo di questo progetto, ma non sapevo che le loro mire fossero sull'appartamento di proprietà del nostro ex partito. Evidentemente Fini avrà suggerito ai suoi familiari che c'era questa opportunità e allora è scattato questo secondo piano, che poi si è realizzato". Fini sapeva che Corallo aveva pagato l'appartamento ai Tulliani? "Lo sapeva perfettamente. Fini sa tutto di questa storia - assicura Laboccetta -. Deve confessare, deve raccontare la verità. Inutile che fa ancora questi atti di ridicola resistenza. Spiegasse questo grave errore della sua vita. Visto che la sua storia politica è finita, racconti tutto oramai". C'è un altro particolare imbarazzante: "Fini, tentò di convincermi ad acquistare, per conto di Corallo, un immobile a Roma che mi veniva proposto dalla società di suo cognato. Io non l'ho fatto perché era un immobile che non aveva le condizioni di presentabilità e Fini se n'è pesantemente risentito. Tra l'altro me l'aveva presentato durante un pranzo al circolo Antico Tiro al Volo dicendomi che era un amico. Poi scoprii io, dopo qualche giorno, che era il cognato".
Nessun commento:
Posta un commento