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domenica 1 gennaio 2017

"Meningite, epidemia e focolaio cattivo" L'esperto horror: la regione in pericolo

PARLA L'ESPERTO "Epidemia e focolaio cattivo: la verità sulla meningite"



Il professor Francesco Menichetti, primario del reparto di malattie infettive dell'ospedale Cisanello di Pisa, non ha dubbi sulla meningite. Ci vorranno anni per abbatterla in Toscana. I casi accertati di meningite di tipo C, negli ultimi due anni, sono 60, e 13 le morti registrate. "Sono due anni che stiamo assistendo a una particolare concentrazione di casi di malattie provocate dal meningococco di gruppo C", dice al Giornale.

Menichetti ammette: "C'è quello che noi chiamiamo un cluster epidemico, ovvero un focolaio con delle caratteristiche, però, che lo rendono particolarmente grave rispetto alle esperienze precedenti perché questo è un microbo molto più virulento degli altri: dà setticemie che sono molto più rischiose delle meningiti, perché di setticemia si muore nel 40% dei casi, di meningite nel 10%. La setticemia è la forma più grave e iperacuta, come quella del bimbo deceduto".

Secondo il medico il vaccino è essenziale. "Il vaccino, se correttamente somministrato (e il bimbo di 22 mesi non lo aveva fatto, mentre aveva fatto altre vaccinazioni, quelle obbligatorie, ndr) serve a proteggere dalla malattia o ad attenuarne la virulenza. La vaccinazione è sempre da raccomandare, a tal punto che la Regione, due giorni fa, ha dettato nuove regole che prevedono tre vaccinazioni per i bambini proprio perché si è capito che la copertura non dura oltre i 5 anni".

Che si deve fare se si ha il sospetto di aver contratto la meningite? "Se si rilevano febbre alta, mal di testa e macchie sul corpo non bisogna esitare, sottovalutando la situazione, ma correre al pronto soccorso. Il meningococco è iperinvasivo, molto aggressivo e rapido. La velocità di intervento può far la differenza tra la vita e la morte".

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