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mercoledì 4 maggio 2016

Rimpasto-choc: la donna fatta fuori Chi mandano a casa (e chi arriva...)

Rimpasto-choc: la donna fatta fuori Chi mandano a casa (e chi arriva...)



L'arrivo, dato ormai per certo, del manager Chicco Testa al ministero dello Sviluppo economico al posto dell'ormai ex ministro Federica Guidi, può diventare l'occasione per il governo di Matteo Renzi per serrare le fila del suo governo e tagliare qualche ramo secco. Al netto delle metafore, si parla di nomine e incarichi anche delicati per l'equilibrio politico, economico e militare del Paese. Per salire sulla barca renziana bisogna godere di una solida fiducia da parte del premier, e con lui solo. Come scrive il Giornale, Testa è renziano della seconda ora ma ha dimostrato sul campo la fedeltà alla linea toscana con decine di comparsate televisive ed editoriali sull'Unità, oltre che finanziando la Leopolda. Le alternative non avrebbero certo raccolto la gioia della minoranza Dem, visto che tra i nomi graditi al premier c'erano il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti, e l'ex governatore dell'Emilia-Romagna, Vasco Errani, un tempo bersaniano.

Gli amici - Per il governo questa è una fase di puntellamento politico, Renzi sa bene di avere davanti a sè due test decisivi per il futuro tanto suo quanto del suo governo, a partire dalle Amministrative, passando per il referendum di ottobre. Per questo sentono traballare la propria sedia i ministri meno apprezzati dal premier, per esempio Roberta Pinotti, sulla quale si ventilava un cambio a favore di Paolo Gentiloni, ora agli Esteri. Ha un po' il sapore del tutor già la desiderata nomina di Renzi a favore dell'amico Marco Carrai, prossimo consulente per Palazzo Chigi per la cybersicurezza. E poi ci sono le aspettative dei nuovi amici renziani a mettere pressione sugli anelli deboli dell'attuale esecutivo, per esempio la pattuglia dei verdiniani. Nell'ultimo cambio di presidenze di commissione, la maggioranza ha soddisfatto le prime richieste del gruppo Ala di Denis Verdini. L'imminente rimpasto o rimpastino aprirà nuovi scenari, dando vita a una maggioranza forse diversa, di certo più sincera della farsa attuale.

martedì 3 maggio 2016

Sorpresone in busta paga a maggio: occhio, come ti possono derubare

Sorpresone in busta paga a maggio: occhio, come ti possono derubare



Attenzione, sapete che se il primo maggio capita di domenica per chi lavora è un'ottima notizia? Infatti se da un lato ci si rimette un giorno a casa dal lavoro, dall'altro si verrà comunque retribuiti. 

Infatti, anche se il dipendente non ha lavorato, in busta paga dovrebbe esserci un trattamento diverso. Secondo la legge 90 del 1954, il datore di lavoro dovrebbe pagare una quota ulteriore rispetto alla retribuzione normalmente dovuta: ai lavoratori retribuiti in misura fissa, spetta una somma pari a 1/26 della retribuzione globale mensile; ai lavoratori retribuiti a ore, spetta invece l'ulteriore somma corrispondente a un sesto dell'orario settimanale (o di 1/5 in caso di adozione della settimana corta). Occhio dunque alla busta paga.

In generale, a oggi sono previste 11 festività che possono distinguersi in civili (25 aprile, 1 maggio, 2 giugno) e religiose (1 gennaio, 6 gennaio, Pasquetta, 15 agosto, 1 novembre, 8 dicembre, 25 dicembre, 26 dicembre), a cui si aggiungono quelle locali.

Arrestato il sindaco (big) del Pd: è l'erede del super-renziano / Foto

Arrestato il sindaco (big) del Pd: braccio destro del super-renziano



Il sindaco di Lodi, il Pd Simone Uggetti, è stato arrestato dalla Guardia di Finanza. Uggetti è accusato di turbativa d'asta in relazione all'appalto per la gestione delle piscine comunali coperte, in via di aggiudicazione alla società Sporting Lodi. Per orientare l'appalto, il sindaco è accusato di aver ottenuto favori personali. Per gli stessi fatti, è stato arrestato anche un avvocato lodigiano.

Chi è - Uggetti, 39 anni, è considerato l'erede politico di Lorenzo Guerini, oggi vicesegretario del Pd e prima di Uggetti sindaco di Lodi. Per Guerini, Uggetti è stato anche assessore per due volte, all'Ambiente e alla mobilità. Appartiene alla sinistra del Pd, nel quale è arrivato dopo una lunga carriera politica cominciata sin da Partito comunista.

Le reazioni - Immediate le bordate da parte dei grillini sui social, a cominciare dal deputato Alessandro Di Battista che su Facebook ha rilanciato la proposta del M5S di istituire un Daspo per i politici corrotti: "Che farebbe risparmiare milioni di euro". 

Arriva il nuovo partito di Salvini Occhio: segnatevi questa data

Arriva il nuovo partito di Salvini. Occhio: segnatevi questa data sul calendario



Sono sempre più lontani Matteo Salvini e Silvio Berlusconi. In un retroscena sul Tempo un dirigente leghista spiega che nonostante Lega e Forza Italia abbiano ancora molti punti in comune, soprattutto sulle politiche economiche europee, la "rottura di Roma" non è solo un "problema locale". Nonostante l'accerchiamento messo in atto nei confronti dei due "lepenisti", la Lega non è preoccupata, anzi: "Ci sono ampie fette di Forza Italia e anche ex già usciti che la vedono come noi anche sulla questione europea. La partita è convincere sia porzioni di quel partito sia gli elettori".

Si potrebbe quindi pensare a un progetto politico, un contenitore "con cui noi possiamo interloquire". Non si sa ancora se sarà un partito o una federazione ma "che ci sia la volontà che possa nascere qualcosa che si possa alleare con la Lega e che abbia un'opinione diversa sull'Europa c'è".

E già circola il nome di Giovanni Toti, che ha difeso l'alleanza con Meloni fino alla fine, e del cosiddetto "asse del Nord" e anche di Raffaele Fitto. Insomma, "c'è un'ala che la pensa come noi sulle battaglie europee, magari questi preferiscono mettere la cravatta ma hanno capito da che parte stare". Se ne parlerà meglio dopo i risultati delle amministrative a Roma. Di fatto il mancato appoggio a Giorgia Meloni "è stato il risultato di una scelta tra la volontà di cambiamento, ossia stare con noi, e la volontà di difendere lo status quo europeo e nazionale che è stato fatto scegliendo Marchini". Da via Bellerio si sarebbero aspettati «quell' impulso rivoluzionario che sarebbe stato fondamentale e che purtroppo potrebbe costargli il partito».

Caivano (Na): Il Sindaco Monopoli non difende il Paese

Caivano (Na): Il Sindaco non difende il Paese


di Domenico Acerra


dott. Simone Monopoli
Sindaco di Caivano

Intervistato da un tg nazionale sulla morte della bambina nel parco verde e sulle conseguenti accuse di pedofilia che le autorità hanno mosso al suo assassino, il sindaco dichiara che Caivano ha bisogno dei soldi dello stato perché c'è disoccupazione!

Cioè, per capirci, mentre Caivano è sotto la lente di tutti i media nazionali che l'hanno trasformato nel paese degli orchi, dei bambini sfruttati e seviziati e nel luogo delle trame di pedofili seriali; insomma, nel momento peggiore per il nostro paese, giunto al punto più basso della sua considerazione e reputazione, questo sindaco fa dichiarazioni incoerenti, fuori tema, fuori posto, al di là di ogni sia pur minima ragionevolezza.

Una persona responsabile e con il sale in zucca, al suo posto, avrebbe approfittato dell'occasione per difendere sui media, a spada tratta, il paese dalle accuse infamanti e infondate a cui è sottoposto da giorni; avrebbe rintuzzato gli attacchi di una stampa squallida e rozzamente scandalistica; avrebbe respinto con sdegno l'immagine di un paese in preda alla depravazione morale.

E invece, in modo sempre più sorprendente, in questo momento così grave, questo sindaco rilascia un'intervista alla stampa nazionale e chiede la questua al governo. Questo sindaco è incapace di rappresentare il paese; questo sindaco deve lasciare al più presto la carica che riveste oppure si devono trovare i modi legali per allontanarlo appena possibile dalla stessa carica! Caivano, paese difficile e complesso, necessita di un primo cittadino all'altezza del compito che deve svolgere.

Caivano (Na): Imbarazzo in maggioranza Monopoli smentisce e poi ritratta

Caivano (Na): Imbarazzo in maggioranza Monopoli smentisce e poi ritratta


Il sindaco Simone Monopoli, l’ufficio politiche sociali diretto da Anna Damiano, su proposta della lista civica La Svolta, come riferisce il capogruppo, avvocato Luigi Padricelli, sta facendo una convenzione con il giostraio che sarà presente nell’area del mercato comunale di via Rosselli durante la Festa di Campiglione, da sabato 7 a martedì 10. Così lunedì mattina, giorno di festa per Caivano, quindi scuole chiuse, dalle ore 10 alle 13 i piccoli potranno usufruire gratuitamente del parco divertimento. Il provvedimento ovviamente favorirà le fasce più debole della popolazione, tante famiglie che purtroppo non possono permettersi neanche di portare alle giostre i propri bambini. Così pubblicava ieri 2 maggio, su indicazione del Capogruppo de La Svolta, Luigi Padricelli, ilgiornalidicaivano.it

Ma ecco il colpo di scena. Il Sindaco Simone Monopoli ritratta. Ritratta e mette in imbarazzo la Lista Civica La Svolta, che fa parte della sua maggioranza di governo. Ecco l'articolo che compare su ilgiornaledicaivano.it a firma di Francesco Celiento: Stamane, sulla sua pagina ufficiale Facebook, il sindaco Simone Monopoli ha smentito quanto dettoci ieri dal consigliere e capogruppo de La Svolta, partito che lo sostiene, Luigi Padricelli, secondo cui il Comune aveva in corso una trattativa di convenzione per far andare lunedì mattina i bambini caivanesi gratis sulle giostre di via Rosselli.

Ribadiamo che abbiamo riportato una dichiarazione del suo alleato Padricelli, quindi, si mettessero d’accordo in maggioranza su questa tematica che è lo stesso Monopoli a definire irrilevante, ma non nomina il consigliere, che si risulta suo alleato.

Stranamente mentre noi abbiamo scritto che ai bambini era riservata una mattinata gratis dove si andava gratis al luna park, Monopoli dice che, invece, non esistono biglietti omaggio, che solitamente si dividono politici, funzionari, dipendenti comunali e amici loro…

Più che una smentita sembra un altro atto della “guerra” invisibile fra la Svolta ed il primo cittadino, legatissimo al consigliere di Forza Italia Gaetano Ponticelli, il quale, caso strano, si scontrò, come accaduto nell’ultimo consiglio comunale, proprio col Padricelli.

Il gioco è questo: domani o nei prossimi giorni il primo cittadino probabilmente comunicherà, come si intuisce nel comunicato di stamane, la convenzione per far andare i bimbi gratis al luna park, basta non nominare mai a Padricelli…

Ma non finisce qui. Addirittura, è notizia di pochi minuti fa, il Sindaco Monopoli, dopo gli articoli pubblicati da ilgiornaledicaivano.it, pare, da indiscrezioni, riconfermare la prima proposta, cioè quella inizialmente avanzata dal consigliere conmunale de La Svolta Padricelli. Insomma, se fosse così, l'enigma rimarrà irrisolto. Anzi no, risolto, basti non citare Padricelli e dare il merito a Monopoli?


Questo il comunicato pubblicato dal primo
cittadino Monopoli
e riportato dal blog ilgiornaledicaivano.it 

Esclusiva il Notiziario / Intervista a Francesco Celiento (Caivano Press)

Esclusiva il Notiziario / Intervista a Francesco Celiento (Esperto giornalista di Caivano Press)


di Gaetano Daniele



Francesco Celiento
Giornalista Caivano Press 

Incontriamo Francesco Celiento. A Caivano è molto conosciuto. E' uno dei giornalisti più anziani del Paese. Attento da sempre ai problemi del territorio con il suo Giornale Caivano Press. Dopo 9 mesi di amministrazione Monopoli, in quanto attento osservatore della macchina comunale, che opinione si è fatta?

Monopoli presentatosi come il nuovo, innanzitutto, sta dando tantissimo spazio e circondandosi soprattutto di reduci della ex giunta Falco e del centrosinistra, che lui stesso definisce fallimentare e colpevole del buco di bilancio di 9 milioni di euro dimentancandosi però che lui fu assessore un anno e mezzo con Papaccioli nel 2007-2008 in un’altra giunta di centrodestra. Francamente non è cambiato granchè, ovviamente in dieci mesi non poteva fare miracoli, ma moltissime scelte vanno nella stessa direzione di Falco e basta farsi un giro in città per notare che Caivano è tale e quale a due anni fa. Fra l’altro, licenziando lui stesso una giunta dopo sette mesi ha ammesso implicitamente che non andava bene. Squadra che vince non si cambia…

Giunta tecnica, secondo lei Monopoli ha fatto la scelta giusta?

Sono sempre stato convinto della necessità della giunta tecnica che, anzi, io “suggerii” al sindaco già il giorno successivo alla sua elezione con un’intervista che gli feci sul mio periodico, ma lui rispose che le giunte tecniche non sempre davano il risultato sperato… Invece, ci vogliono persone avulse dal contesto territoriale, fuori dalle logiche politiche, professionalmente preparate, come lo sono quelli che compongono la giunta attuale, per dare una scossa a Caivano. Lo stesso Monopoli disse però anche che il commissario Contarino (altra persona preparata e non caivanese) aveva operato benissimo; quindi se il sindaco - che evidentemente governando si è molto ricreduto rispetto alle affermazioni fatte il giorno della vittoria - riesce a tenere “a bada” molti consiglieri e lacchè di partito, desiderosi solo di non perdere potere, e conservare questa giunta sino alla fine del suo mandato, magari rinforzandola con altri due elementi, i risultati arriveranno sicuramente. Ma, se invece, come ha fatto all’inizio del suo mandato, si farà imporre i nomi dalle sue liste purtroppo non c’è futuro per i cittadini, oltretutto a perderci elettoralmente sarà solo e soltanto lui, che molti hanno votato proprio perché desideravano un cambiamento reale. Luigi Sirico ha perso perché rappresentava troppo la ex giunta Falco ed il centrosinistra, che per tanti anni ha dominato a Caivano.

Con la Gara rifiuti a che punto sono?

Uno dei pochi meriti che ha Monopoli, il quale noto che, nel bene e nel male, si preoccupa moltissimo anche del verde cittadino rispetto alla totale assenza della ex giunta Falco, è essere riuscito a fare la gara europea per il canile, vinta comunque dalla stessa ditta, e quella europea dei rifiuti se, come mi disse il funzionario delegato, entro metà maggio potrebbe essere già assegnata. Ovviamente anche qui potrebbe vincere la stessa ditta, ma questo non deve rappresentare assolutamente un alibi per nessuno: il Comune, anche la giunta Falco, finora non si è fatta rispettare abbastanza dall’azienda; quindi se una persona non lavora come stabilito dal contratto bisogna avere anche il coraggio di licenziarla, altrimenti siamo al solito ritornello con cumuli di spazzatura nelle strade. E’ vero pure che molti cittadini incivili depositano in orari non consentiti, ma non ho visto neanche una multa elevata, ed anche ciò quindi non deve essere usato come un alibi per giustificare i disservizi.

Sicurezza. Ancora una volta Caivano è sulle prime pagine dei giornali nazionali per il caso Fortuna Loffredo. Secondo lei come si può intervenire per prevenire questi scenari aberranti?

Il caso di Fortuna è avvenuto a Caivano, ma poteva capitare dovunque ci siano pedofili, nessuna città o quartiere può sentirsi al sicuro al cento per cento. Ricordo bene che ad inizio anni ’80, in un rione popolare di Napoli, furono uccise e finanche bruciate due bambine, stanche di subire violenza sessuale. E’ chiaro che quest’ultima può trovare più facile terreno di coltura nei quartieri più disagiati dove lo Stato non c’è.

"Giletti con Renzi?" Brunetta guarda la Rai e sbrocca: tre insulti di fila, un tele-massacro

Renato Brunetta contro Giletti: "Intervista a Renzi sdraiata e indecente"



"Renzi occupa la Rai. Domenica abbiamo visto a L'Arena, su Rai Uno, un'intervista sdraiata da parte di Giletti nei confronti del presidente del Consiglio: indecente, da regime più che da democrazia. Ricordo a Giletti che la nostra è una tv pubblica, di Stato, non di regime. Su questo abbiamo presentato un'interrogazione alla Commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai". È durissimo l'affondo di Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera, parlando con i giornalisti in sala stampa a Montecitorio. Ce l'ha con Massimo Giletti e l'intervista a Renzi domenica pomeriggio: "Le domande poste dal conduttore e l'intera impostazione dell'intervista, a dir poco indulgente - scrive il presidente dei deputati azzurri nell'interrogazione - hanno permesso al premier ospite di parlare liberamente dell'attività di governo e non solo, senza alcun contraddittorio. La presenza del premier Renzi, a circa un mese da importanti elezioni amministrative che interessano le città di Roma, Milano, Napoli, Torino, Bologna, Trieste ed altre - sottolinea - risulta aver violato le regole della par condicio e, più in generale del pluralismo".

Brunetta chiede di sapere "quali iniziative intendano assumere i vertici Rai per riequilibrare prontamente, prima dello svolgimento delle prossime elezioni amministrative, la presenza di Renzi nel programma L'Arena di Rai Uno, garantendo un analogo spazio e la stessa rilevanza in termini di ascolto e più in generale, cosa intendano fare perché l'informazione e l'approfondimento del servizio pubblico Rai garantiscano il pluralismo, l'imparzialità, l'indipendenza, l'obiettività e l'apertura alle diverse forze politiche nel sistema radiotelevisivo, in particolare in questa fase preelettorale".

ll sondaggio letale della Ghisleri: i numeri che mandano a casa Renzi

Sondaggio Ghisleri sul referendum istituzionale: i "no" davanti ai "sì"



La questione è fluida. Ma Renzi rischia sicuramente col fuoco. "Se gli italiani al referendum voteranno contro le riforme che abbiamo fatto, è chiaro che dovremo farci da parte" aveva detto qualche settimana fa. A ruota lo aveva seguito Maria Elena Boschi, che però ha poi ritrattato dicendo che il referendum non sarà un giudizio sul governo. Renzi non l'ha ancora fatto, anche se i sondaggi lo stanno spingendo sull'orlo del baratro. L'ultimo sondaggio Euromedia Research dà infatti i voti a favore della riforma costituzionale sotto il 50% se si contano coloro che dichiarano che andranno a votare il prossimo ottobre. Rapportata a 100, la percentuale di coloro che oggi voterebbero "no" al referendum è del 51,9 contro il 48,1 dei "sì"La stessa rilevazione di di metà aprile dava 49,7 contro 50,3, mentre a fine marzo il risultato era 49,6% di "no" e 50,4% di "sì". Insomma, i "no" sembrano andare affermandosi con il passare delle settimane dal momento in cui la data del referendum è stata ufficialmente fissata all'inizio dell'anno.

Emanuele Filiberto contro i partigiani, Gassman lo travolge d'insulti / Guarda

Gassmann sbrocca contro Emanuele Filiberto: volano insulti



"Vigliacco per tradizione di famiglia". Alessandro Gassmann attacca pesantemente Emanuele Filiberto di Savoia dopo il tweet sui "partigiani parassiti" cancellato poi dal suo profilo affermando di essere stato vittima di un hacker ("Qualcuno è entrato nel mio account e ha mandato articolo su partigiani volendo cavalcare la diatriba sulla mia visita a Noto! Mi dispiace!"). Ma Gassmann non perdona: "Emanuele Filiberto scrive partigiani parassiti poi cancella il tweet... Lancia il sasso e nasconde la mano, come il nonno per le leggi razziali".


Alessandro Gassmann

Emanuele Filiberto scrive "partigiani parassiti" poi cancella il tweet... Lancia il sasso e nasconde la mano,come il nonno x leggi razziali.

 08:04 - 2 Maggio 2016

"Pronti a sostenere Renzi sulla Libia" Guerra, la mossa a sorpresa di Salvini

Matteo Salvini: "Sosterremo Renzi in caso di intervento in Libia"



La mossa è di quelle da vecchia volpe della politica. E arriva proprio poche ore dopo che, con la scelta di Marchini candidato sindaco di Forza Italia a Roma, il Cavaliere aveva messo in un angolo la Lega di Salvini e la Meloni. Il leader della Lega, intervistato in studio da Lilli Gruber a "Otto e mezzo" su La7 ha infatti affermato che intende sostenere il governo Renzi. Quando? nel caso di un intervento in Libia con l'obiettivo di mettere in sicurezza il Paese nordafricano sottraendolo al controllo dell'Isis. Un annuncio che non deve più che tanto sorprendere, visto che il Carroccio ha sempre votato a favore delle missioni all'estero con finalità anti-terrorismo. E che mira a stanare gli altri due partiti di centrodestra su un tema estremamente spinoso e che si trascina ormai da mesi.

Via libera dall'Europa: Italia fregata Così ci riempiremo di clandestini

Immigrazione, l'Unione europea verso il via libera ai controlli alle frontiere interne



Quando si dice che la cura potrebbe essere peggio della malattia... Nelle 200 pagine della bozza di revisione del regolamento di Dublino, esaminate oggi dai capi di gabinetto della Commissione europea, c'è un passaggio che potrebbe riempire l'Italia di immigrati clandestini. La raccomandazione della Commissione Ue per estendere i controlli alle frontiere interne fino a sei mesi, sulla base legale straordinaria, riguarderà Germania, Austria, Svezia, Norvegia e Danimarca (che attualmente li hanno in corso) e specifiche frontiere. Ad esempio, per la Germania quelle con l'Austria, mentre per l'Austria quelle con Ungheria e Slovenia, poiché l'iniziativa è legata ai buchi nella gestione greca delle frontiere esterne. "Tuttavia - si apprende da fonti vicine al dossier - nell'eventualità si dovesse notare una modifica dei flussi dalla Grecia ad esempio attraverso l'Italia, in quel caso i Paesi potranno chiedere di fare i controlli alle frontiere legate all'Italia"

Contatori luce, ecco i nuovi modelli: bolletta più alta per milioni di italiani

Pronti i contatori intelligenti di seconda generazione: per chi arriva la stangata



Addio conguagli e consumi stimati: arriva il contatore intelligente che rileva i reali consumi giornalieri. Saranno 33 milioni i vecchi contatori, installati a partire dal 2001, che l’Enel sostituirà dal prossimo mese al termine dei loro 15 anni di vita utile. Altri 5 milioni invece sono stati installati dalle altre multi utility come a2a, acea, hera e iren.

Come funzionano i contatori intelligenti di seconda generazione - I nuovi contatori 2g consentono di rilevare i dati dell’energia ogni 15 minuti e di rilevare la potenza costantemente. In questo modo sono in grado di fornire un quadro aggiornato quotidiano dei consumi giornalieri. Inoltre i dati potranno essere comunicati direttamente al cliente attraverso il display a bordo del contatore e sarà anche possibile installare in casa un dispositivo intelligente che segnali i consumi.

Vantaggi - Nel 2018 verrà definitivamente eliminata la tariffa cosiddetta “di maggior tutela” e si dovrà scegliere dal libero mercato l’offerta che meglio corrisponde alle proprie esigenze. A questo scopo, la possibilità di monitorare costantemente i propri consumi aiuterà gli utenti a scegliere con maggior consapevolezza l’offerta elettrica più conveniente sulla base dei propri consumi effettivi. In più, con i nuovi contatori verrà posata anche la fibra ottica in quelle case che ancora non sono state raggiunte dall’infrastruttura. I servizi che sfruttano la fibra ottica saranno poi forniti dalle compagnie di telecomunicazione ai clienti che vorranno farne uso.

Svantaggi - La riforma abbatterà i costi di consumo aumentando però i costi fissi, un vantaggio per le famiglie numerose e chi consuma di più, penalizzando invece i single che si troveranno a pagare in bolletta un costo fisso del kW di potenza impegnata anche se non consumeranno affatto energia.

AMIANTO ALL'OLIVETTI Mossa del giudice al processo Adesso De Benedetti trema

Amianto Olivetti: chiesta analisi campioni biologici delle vittime



Colpo di scena al processo per l'amianto alla Olivetti in corso di svolgimento ad Ivrea e nel quale è imputato per omicidio colposo Carlo De Benedetti. La giudice Elena Stoppini ha informato le parti di aver richiesto la revisione degli esami sui campioni biologici dei dodici ex lavoratori deceduti. I vetrini istologici, custoditi in vari ospedali, sono stati consegnati al reparto anatomia istologica dell'Istituto clinico Humanitas di Milano. I test, iniziati lo scorso 29 aprile, proseguiranno fino al prossimo 13 maggio. I giudice intende verificare le esatte cause dei decessi, dato che solo per una delle vittime era stata svolta l'autopsia in conseguenza del decesso.

lunedì 2 maggio 2016

Caivano (Na): La richiesta della famiglia di Fortuna: "Adesso riesumate anche quel bimbo"

La richiesta della famiglia di Fortuna: "Adesso riesumate anche quel bimbo"



"Arrestarli tutti" per rendere giustizia "anche al piccolo Antonio, morto come Fortuna". È l’appello che lancia Angelo Pisani, avvocato che assiste il padre e i nonni di Fortuna Loffredo, la bimba di 6 anni uccisa nel parco Verde a Caivano (Napoli) il 24 giugno 2014. Il riferimento è ad Antonio Giglio, figlio di Marianna Fabozzi, compagna di Raimondo Caputo, arrestato con  l’accusa di avere ripetutamente violentato e ucciso Fortuna. Antonio è morto a 4 anni il 27 aprile 2013, a causa dei gravissimi traumi riportati cadendo al suolo da una finestra dell’abitazione della nonna, madre di Marianna Fabozzi, al settimo piano dello stesso edificio nel quale viveva la famiglia di Fortuna. "Castrazione chimica e nessuna pietà per i crimini sui bambini", dice all’Adnkronos l’avvocato Pisani, aggiungendo: "Non immaginavo potesse esistere tale inferno dei bambini e che esistesse così vicino a dove viviamo noi. Stavolta ho visto e sentito troppa violenza e troppi orrori, purtroppo la sentenza arriverà tra tanti anni. Ma non voglio tacere e costringerò lo Stato a guardare e sentire". Pisani promette di raccontare tutto «in un libro, sperando almeno di poter salvare altre vittime innocenti da destini già scritti e da tanti orchi ancora in giro».

La decisione clamorosa sul marò: cosa deve fare l'India con Girone

Il marò Girone torna in Italia: aspetta qui la sentenza



Il Tribunale arbitrale istituito a L’Aja sul caso dei Marò ha oggi anticipato la propria decisione che il Fuciliere di Marina, Salvatore Girone, faccia rientro in Italia fino alla conclusione del procedimento arbitrale. Le condizioni del rientro saranno concordate tra Italia e India. Lo rende noto la Farnesina. 

La nota - La Farnesina - si lege in una nota - informa che il Tribunale arbitrale istituito a L’Aja ha oggi anticipato la propria decisione che il Fuciliere di Marina Salvatore Girone faccia rientro in Italia fino alla conclusione del procedimento arbitrale, avviato dal Governo il 26 giugno 2015. Le condizioni del rientro saranno concordate tra Italia e India. Il Governo ha lavorato per sottoporre l’intera vicenda all’arbitrato internazionale e, in questo quadro, riportare a casa i due Fucilieri di Marina. L’ordinanza annunciata apre la strada a questo risultato". "Si tratta quindi - prosegue la Farnesina - di una buona notizia per i due Fucilieri, le loro famiglie e per le ragioni sostenute dal Governo e dai nostri legali. Il Governo conta su un atteggiamento costruttivo dell’India anche nelle fasi successive e di merito della controversia. La decisione del Tribunale de L’Aja recepisce le considerazioni legali e di ordine umanitario derivanti dalla permanenza di Girone in India da oltre quattro anni e che avrebbe potuto prolungarsi per altri due o tre anni, tenuto conto della prevista durata del procedimento arbitrale. Il Governo avvierà immediatamente le consultazioni con l’India affinchè siano in breve tempo definite e concordate le condizioni per dare seguito alla decisione del Tribunale arbitrale. Il Governo sottolinea che la decisione odierna del Tribunale relativa alle misure richieste dall’Italia in favore del Sergente Girone non influisce sul prosieguo del procedimento arbitrale, che dovrà definire se spetti all’Italia o all’India
la giurisdizione sul caso della Enrica Lexie".  

Reddito minimo per tutti i cittadini: la città che paga chi non fa nulla

Reddito minimo per tutti i cittadini: Ecco dove



La Giunta comunale di Napoli ha approvato, con il bilancio preventivo, una delibera con la quale si introduce il reddito minimo cittadino. La delibera, a firma degli  assessori al Welfare e al Lavoro, Roberta Gaeta ed Enrico Panini, "conclude - si legge in una nota - un percorso avviato da tempo dall’Amministrazione comunale cominciato con le iniziative di contrasto all’esclusione e alla povertà, proseguito con il forte sostegno dato alla raccolta di firme per la presentazione di un progetto di legge per il reddito minimo regionale, culminato ora con l’introduzione del reddito minimo cittadino che, a partire dal 2016, sarà realtà a Napoli»"! 

Cosa prevede - La fase sperimentale servirà per correggere eventuali problemi  derivanti dalle prime attuazioni. Nelle prossime settimane, informa il Comune, saranno definiti gli importi annuali e i criteri di accesso.  Il criterio base per usufruire del reddito minimo comunale è l’essere  residenti a Napoli da almeno 24 mesi. "Napoli, insieme a Livorno - dichiarano Gaeta e Panini - è l’unica città nella quale si fa questa scelta di civiltà in un Paese che, assieme alla Grecia, è l’unico a non avere alcuna legislazione al riguardo nonostante il Parlamento Europeo, fin dal lontano 1992, io abbia chiesto con un’apposita deliberazione a tutti gli Stati membri». 

Questo ragazzo si è inventato un lavoro poca fatica, molti soldi: che bella vita

Questo ragazzo si è inventato un nuovo lavoro: poca fatica, tanti soldi e bella vita



Ha trovato il modo di guadagnare facendosi toccare i capelli. È la storia di Michael Petrolini, il ragazzo parmigiano che ha "inventato, un nuovo lavoro. Per farsi accarezzare i suoi ricci, Michael ha già guadagnato 1346 dollari in tre mesi. Lui ama viaggiare e così se ne va in giro per il mondo a farsi toccare i capelli. Dalla California a Taiwan, arrivando in Giappone, Cambogia, Australia e Nuova Zelanda. "In quelle zone è raro incontrare persone con un’acconciatura come la mia, e ho visto quanto la gente desiderasse sfiorare questi strani capelli – racconta – Così mi sono inventato questa forma di arte: io sto fermo e loro, in cambio di qualche moneta, possono giocare con i miei ricci". Ora il 24enne ha deciso di aprire un blog, vitadabackpackers.it, dove raccoglie storie di altri moderni viandanti e, soprattutto, offre consigli personalizzati a chi sta valutando l’ipotesi di caricarsi uno zaino in spalla e cambiare vita. 

La soffiata atomica sulle elezioni: "Renzi sogna di perdere, poi..."

La soffiata di Bisignani sulle elezioni: Perché Renzi sogna di perdere e cosa succederà dopo



E se alla fine perdere le elezioni a Roma e Milano fosse la prospettiva migliore per Matteo Renzi? La tesi, in apparenza provocatoria, è di quel volpone di Luigi Bisignani, uno che di strategie e psicologie politiche s'intende eccome. 

Smottamento al centro - Nel suo editoriale sul Tempo parla di un "Berlusconi Lazzaro, resuscitato un'altra volta". Marchini e Parisi potrebbero vincere, aprendo una fase nuova per la politica italiana. Si potrebbe assistere a uno smottamento al centro, con la sinistra anti-Cav ancora una volta spiazzata dalle mosse del leader di Forza Italia. "Berlusconi ha dimostrato di non essere affatto condizionato, come dicevano i maligni, dal cerchio magico e neppure da quei suoi parlamentari del nord che si battevano per la Meloni nella speranza di ingraziarsi Salvini e strappare da lui un seggio sicuro alle prossime elezioni". 

Il piano di Renzi-Verdini - Se davvero a Roma vincessero i due candidati del centrodestra a trazione forzista ("probabilmente quello che Renzi stesso segretamente vuole"), è la conclusione di Bisignani, le conseguenze sarebbero pesanti: "Una federazione di partiti capeggiata dallo stesso premier", per "dare vita a un grande movimento liberale per una pacificazione nazionale che metta fine al conflitto con i giudici e dia all'Italia un fisco equo e agli italiani stabilità". Troppo ottimistico? Forse, ma "Verdini sta preparando tutto da tempo con la precisione di un chirurgo". Anche per questo Matteo Salvini si sarebbe esposto a favore della "fatina Raggi": sostenere la grillina al ballottaggio per far fuori in un colpo Renzi e Berlusconi.

Centrodestra, un sondaggio cambia tutto: Il futuro di Berlusconi è questo / I dati

Il sondaggio che cambia i piani al Cav: il futuro del centrodestra è questo



Anche dopo la scelta di sostenere Marchini candidato sindaco a Roma, Silvio Berlusconi ha continuato a ripeterlo: non si torna al Patto col Nazareno e l'appoggio a un centrista di estrazione "sinistra" come Alfio non è un messaggio distensivo verso Matteo Renzi. Ma c'è un sondaggio su Forza Italia e i suoi elettori che potrebbe cambiare le carte in tavola. 

Da Forza Italia a Forza Silvio - L'alleato perennemente in bilico Matteo Salvini è stato chiaro: se Forza Italia deciderà di combattere questa Unione europea andrà a braccetto con la Lega, altrimenti addio. Ma davvero il Cav avrà la volontà di voltare le spalle al Ppe e soprattutto ai moderati? Sul Giorno una rilevazione di Ipr Marketing fa propendere per l'esatto contrario. Attualmente i candidati sindaco di Forza Italia sono quotati tra il 10 e il 12%, con punte negative sotto il dieci. "Se la rottura dell'alleanza con la destra sarà sancita - scrive il direttore dell'istituto Francesco Ghidetti -, si potrebbe compiere la definitiva trasformazione di Forza Italia in Forza Silvio: un soggetto più esiguo di ispirazione marcatamente moderata che mantiene le distanze da Renzi, ma non una contrapposizione totale".

"Non ostili a Renzi" - Negli ultimi due anni il capitale di voti degli azzurri si è praticamente dimezzato, con le componenti di destra (il 9% totale) che si è rifugiato verso Salvini (+7%) e Meloni (+2%). Gli elettori che continuano a riconoscersi in Berlusconi e Forza Italia, nota GHidetti, sono dunque ora più "omogenei", moderati, "di centro". Anche per questo solo il 20% dei simpatizzanti azzurri vorrebbe un ricollocamento più a destra. La maggioranza vorrebbe un candidato premier simile a Marchini, Parisi e Lettieri: un moderato in grado di misurarsi con Renzi. Ma qui arriva il dato più significativo: il 50% degli elettori forzisti vorrebbe una politica dialogante nei confronti del governo. Calcare la mano contro Renzi (a cui gli elettori azzurri consultati da Ipr Marketing si dicono "non ostili") potrebbe far guadagnare qualche voto perso, ma rischierebbe viceversa di perdere lo zoccolo duro dei berlusconiani. 

Esami e ticket troppo cari: un anziano su tre non si cura

Esami e ticket troppo cari: un anziano su tre non si cura


di Edoardo Cavadini



In pensione sempre più tardi, con un assegno sempre più leggero e una speranza di vita minata dalla rinuncia volontaria alle cure mediche. Un quadro terrificante per la generazione '80 - quella che secondo le previsioni di mister Inps, Tito Boeri, potrà lasciare la scrivania non prima dei 75 anni - confermato dalla fotografia di quanto accade ai suoi nonni, i quali ricorrono sempre meno agli strumenti diagnostici del sistema sanitario nazionale non perché colpiti da un' epidemia di masochismo, ma perché costretti a decidere tra mettere la pagnotta sul tavolo e fare una risonanza magnetica. Lasciando la parola ai numeri, il 34% degli italiani che hanno superato i 60 negli ultimi anni ha rinunciato a sottoporsi a visite specialistiche a causa del costo elevato del ticket.

Tendenza confermata dal fatto che solo l' 11% di loro può permettersi di dedicare dal 20 al 30% del proprio reddito alle spese sanitarie, a fronte del 46% che non riesce a destinarvi più del 10% di quanto ha in tasca. Lo spiega una rilevazione effettuata dalla Confesercenti-Swg in occasione della Settimana della salute che partirà domani. La drammaticità di questi dati è sottolineata da Lino Busà, direttore della Fipac-Confesercenti. E non si tratta solo di usare la forbice per tagliare prelievi del sangue, radiografie e visite dall' urologo. Se le pretese del Ssn aumentano, non si può dire lo stesso della sua efficienza in termini di risposta immediata alle esigenze del paziente: così, a causa di liste di attesa spesso insuperabili, chi è già costretto a a praticare una spendig review su se stesso, in caso di emergenza deve sborsare fior di euro per accedere alle strutture private e così garantirsi cure tempestive. Si parla del 60% del campione nazionale di over 60.

Secondo un' indagine di Altroconsumo della fine dell' anno scorso, la voce sanitaria "mangia" il 14% del reddito netto familiare, con le spese per il dentista in cima alla classifica (1.300 euro in media l' anno). La conseguenza è che quattro italiani su dieci hanno difficoltà a saldare i conti per visite e prestazioni. Per far fronte a questo, spesso e volentieri si innesca un circolo vizioso che finisce per peggiorare le condizioni di salute già precarie: meno ci curiamo, peggio staremo in futuro. La spia è l' aumento dei giorni di malattia chiesti all' anno, passati da una media di 10 del 2010 a 13 nel 2015. E meno persone al lavoro significano meno capacità produttiva dell' azienda, con conseguente impatto negativo sull' occupazione.

Altro effetto collaterale dell' insostenibilità delle cure mediche è il boom dei prestiti: per Altroconsumo il 13% degli italiani ha chiesto soldi alle banche o a un familiare per pagarsi le spese sanitarie: in media si parla di circa 3mila euro l' anno, che però il 43% delle persone si dichiara certa di non poter restituire.

A gettare benzina sul fuoco è anche l' inversione di tendenza sulla speranza di vita che per la prima volta da anni ha segnato un calo: dagli 80,3 anni per gli uomini e 85 per le donne, del 2014, si è passati a 80,1 anni per gli uomini e di 84,7 per le donne, secondo i dati Istat più recenti resi noti nel rapporto Osservasalute 2015. Oltre a questo dato, per il quale non c' è da esultare, c' è poi la questione delle campagne di prevenzione e degli screening, che non si riescono a fare per mancanza di soldi e che alla salute della popolazione sono ovviamente correlati. L' Italia destina alla prevenzione il 4,1 per cento della spesa sanitaria totale, percentuale che ci piazza tra gli ultimi posti d' Europa.

Così si muore negli ospedali italiani: incendio, paziente bruciato vivo

Incendio all'ospedale San Camillo di Roma: morto un paziente



Tragedia all'ospedale San Camillo di Roma: un paziente ricoverato è morto a causa di un incendio sviluppatosi per cause ancora da accertare nel reparto Medicina del padiglione Maroncelli. Le fiamme sono divampate venti minuti dopo mezzanotte e sono state domate dall'intervento tempestivo dei vigili del fuoco, che non ha potuto tuttavia salvare la vita del paziente. Sulla vicenda ha annunciato un'interrogazione al presidente della Regione Lazio il vice presidente del Consiglio regionale, Francesco Storace: "Voglio sapere come era composto il turno, quanti medici e infermieri c'erano a quell'ora e come sia stato possibile che un incendio scoppiasse senza che nessuno riuscisse a intervenire per tempo e come mai non si trova la cartella clinica del paziente o nessuno, a distanza di ore, sia stato in grado nemmeno di identificarlo".

L'intervista / BOMBA SULLE PENSIONI Gli assegni agli immigrati In che anno fallirà l'Inps

Bomba sulle pensioni: gli immigrati faranno fallire l'Inps


intervista a cura di Francesco Borgonovo



C'è una tegola che grava sui conti dell'Inps. Un rischio concreto che però i tecnici e i politici cercano di occultare sotto strati di buoni sentimenti. Quante volte abbiamo sentito ripetere che "gli immigrati salveranno le nostre pensioni"? Beh, le cose stanno in un modo un po' diverso. A spiegarlo è Gian Carlo Blangiardo, docente all'Università di Milano Bicocca, tra i più autorevoli demografi in Italia. Non un pericoloso populista, dunque, ma uno studioso di rango, senza pregiudizi (lo dimostra il titolo di uno dei saggi dai lui curati sull immigrazione: L' immigrato. Una risorsa a Milano). Blangiardo snocciola dati, e ci fa aprire gli occhi su un problema molto serio.

Giorni fa La Stampa ha pubblicato un articolo sul futuro prossimo del nostro sistema pensionistico.E ha indicato il 2030 come «anno zero», quello in cui i conti dell' Inps saranno in pericolo. Che cosa accadrà?

"Arriveremo al punto in cui il sistema pensionistico sarà a rischio a causa delle variazioni dei potenziali pensionati. Gli ingressi nel sistema pensionistico tenderanno ad aumentare e crescerà il divario fra chi lascia la pensione (perché muore) e chi ne riceve una. Allora il sistema pensionistico dovrà cercare di far quadrare i conti. Ma c' è un altro problema".

Ovvero?

"È quello che io chiamo "effetto invecchiamento importato"".

Di che cosa si tratta?

"A partire dal 2030 avremo numerose persone non nate in Italia che raggiungeranno l' età per andare in pensione (attorno ai 65 anni). Parliamo di circa 200 mila persone all' anno che si aggiungono ai nostri figli del baby boom degli anni 60. Quindi non solo avremo a che fare con persone nate e invecchiate in Italia, ma anche con stranieri nati altrove e invecchiati qui".

Quali saranno le conseguenze di questo "invecchiamento importato"?

«Ci saranno per l' appunto circa 200 mila persone l' anno che diverranno anziane e avranno diritto alla pensione. Il fatto è che si tratta di soggetti che hanno iniziato tardi a contribuire. Perché magari si sono regolarizzati in età avanzata, anche a quarant' anni. Succederà quindi che queste persone avranno diritto alla pensione, ma i loro assegni saranno estremamente bassi, forse sotto i minimi di decenza. Se fra quindici anni ci troveremo tantissima gente in queste condizioni, qualcuno - anche legittimamente - dirà che queste persone non hanno abbastanza, e che si deve intervenire».
Nel senso che lo Stato dovrà in qualche modo aumentare quelle pensioni basse.
«È un problema latente, ma succederà. E dobbiamo tenerlo presente al momento di fare leggi e riforme».

Molti sostengono - lo ha detto anche il presidente dell' Inps Tito Boeri- che gli immigrati sono necessari per pagare le nostre pensioni.

"Questa è una affermazione che va letta nel modo giusto. Le faccio un esempio su di me. Fra tre anni andrò in pensione. Se guardo quello che verso oggi, tra l' università e il resto, e considero quello che ottengo in cambio, risulto una sorta di benefattore. Ma non sarà sempre così. Io mi aspetto che presto lo Stato mi renda quando andrò in pensione quello che io ho versato".

Lo stesso ragionamento vale per gli stranieri che oggi «anticipano» denaro che in seguito dovranno legittimamente ricevere.

"Sugli immigrati non possiamo limitarci a fare un discorso di cassa. Oggi il bilancio dell' immigrazione può essere anche positivo, perché abbiamo persone giovani che versano i contribuiti e non incassano. Boeri dice una cosa vera quando sostiene che i soldi degli stranieri servono anche a pagare le pensioni erogate oggi. Ma il ragionamento non può fermarsi qui. Dobbiamo considerare il sistema di competenza. E cioè calcolare che quello che viene versato oggi a fini contributivi è una anticipazione. Gli immigrati non stanno dando un contributo al Paese: stanno versando una somma che sta lì in attesa di essere restituita".

Quindi l' arrivo degli immigrati non salverà il nostro sistema pensionistico, tutt' altro.

«Ripeto: non si possono fare solo discorsi di cassa. Certo, un vantaggio l' immigrazione lo porta, da quel punto di vista.

Ma i contributi versati oggi dagli immigrati giovani non risolvono il problema dell' invecchiamento della popolazione». Perché anche gli immigrati invecchiano, appunto.

"Per invertire la tendenza sull'invecchiamento, servirebbero flussi di immigrati tali da pompare costantemente persone giovani, al ritmo di almeno 400-500 mila individui all'anno".

Beh, è quello che alcuni politici e analisti auspicano o teorizzano.

"Certo, una cosa del genere rallenterebbe l' invecchiamento. Ma porrebbe una serie di problemi collaterali. Come si fa a integrare un numero così alto di persone? Da tempo studiamo il problema dell' integrazione. Quello che emerge è che la vera soluzione è il tempo. Più c' è anzianità migratoria - cioè più gli immigrati passano del tempo qui - più c' è la possibilità che si integrino. Ma se hai ogni anno dei flussi di giovani così alti, come si fa a integrare? Il sistema ha dei limiti".

Dunque oggi l' immigrazione non risolve il problema dell' invecchiamento.

"Lo sposta. Gli immigrati ci danno una boccata d' ossigeno. Poi però anche gli immigrati invecchieranno e i nodi verranno al pettine".
Nel senso che dovremo restituire i loro i contributi che oggi versano per avere domani una pensione.

"Certamente, visto che solo una minima parte rientrerà al Paese d' origine. Del resto, scusate, ma non possiamo pensare che gli stranieri siano privi di buon senso. Se uno arriva qui da giovane e poi invecchia, perché dovrebbe andarsene proprio in tarda età? E cioè quando ha più bisogno di assistenza, quando magari ha figli e nipoti, insomma una famiglia? Dovrebbero tornare a casa da vecchi? Ma nemmeno per idea. Restano qui, e usufruiscono dei servizi. Hanno capito come funziona il sistema e se hanno dei diritti li esercitano. È molto raro che il sogno di tornare in patria si concretizzi in vecchiaia. Anche perché i legami si allentano. Se uno vuole tornare a casa lo fa magari durante le vacanze, non certo rinunciando alla cittadinanza o anche solo alla residenza e ai benefici che porta".

O magari torna a vivere in patria, ma con la pensione italiana. Succede già. In sostanza, quello che gli immigrati ci danno oggi dovremo renderlo poi, probabilmente con gli interessi.

"Sì, quello che ci danno dovremo restituirlo, forse anche di più. Prendiamo una cosa che dice Boeri, e cioè che ci sono gli immigrati che versano contributi, magari per un periodo limitato, e poi se ne vanno. Motivo per cui abbiamo accumulato un tesoretto da 3 miliardi. Sinceramente, io penso che se quel tesoretto non viene utilizzato in fretta, rischiamo seriamente di perderlo. Qualcuno dirà che non è giusto tenerselo. Prima o poi l' Unione europea o qualche altro organismo simile sosterrà che non stiamo rispettando princìpi di equità, e che dobbiamo restituire il tesoretto. Certo, ci vorrà tempo, ci vorranno accordi con i Paesi di provenienza degli immigrati. Ma presto o tardi chi ha versato contributi qui - fosse anche solo per un paio d' anni - vorrà che gli siano restituiti. E il tesoretto si ridimensionerà, per lo meno".

Oltre alle pensioni, il problema incombente è quello della sanità.

"È chiaro che ci sono dei rischi anche per il sistema sanitario, che per ora scricchiola ma tiene. Fra circa quarant' anni in Italia ci saranno 1,2 milioni di ultra novantacinquenni. Oggi sono meno di 200 mila. Tenendo presente che praticamente tutti prendono l' accompagnamento, cioè 500 euro al mese, fate i conti. Moltiplicate 1,2 milioni per 500 euro e otterrete quanto ci costerà tutto questo".

Eppure, dicono i dati dell' istituto «Osserva-Salute», l' aspettativa di vita degli italiani è calata. Per la prima volta dal Dopoguerra siamo di fronte a una inversione di tendenza.

"Diciamo la verità. L' aspettativa di vita degli italiani è già calata quattro volte dal Dopoguerra. Per la precisione nel 1975, nel 1980, nel 1983 e nel 2003. E tutte le volte che è diminuita (di 0,2 massimo 0,3 anni), l' anno dopo è aumentata di 0,6-0,7 anni. Può darsi che succeda anche nel 2016. La tendenza di fondo indica un progressivo aumento della sopravvivenza. E anche per questo bisogna vedere se il sistema sanitario potrà tenersi in piedi".

Diabolica Equitalia, il Fisco ci spenna Trovato un altro modo per multarci

Equitalia lancia un nuovo modo di multare gli italiani



Equitalia cambia, per sprecare di meno e incassare di più. Dopo i dirigenti spediti per qualche settimana in trincea, agli sportelli, per capire davvero che aria tira, e orari delle filiali allungati, è l'amministratore delegato Ernesto Maria Ruffini a spiegare il nuovo corso dell'agenzia di riscossione più temuta (e odiata) dagli italiani. E, giura, "il Fisco non farà più paura". "Fino a dieci mesi fa facevo l'avvocato tributarista, quindi il punto di vista del contribuente penso di capirlo bene", spiega Ruffini intervistato dal Messaggero. Innanzitutto, via alla semplificazione interna: "Dal primo luglio scompaiono le tre società Equitalia Nord, Centro e Sud e nasce Equitalia Servizi riscossione che opererà su tutto il territorio nazionale. Disperdiamo meno energie e rendiamo un miglior servizio. Da tre consigli di amministrazione, collegi sindacali, organismi di vigilanza si passa ad uno solo. In tutto sono 300mila euro l'anno di spese in meno".

Le rate e la domiciliazione bancaria - Il problema, però, è che alla fine le somme riscosse sono meno del 10% di quelle accertate. Servono tempi più brevi e maggiore efficienza, a cominciare dalle rate: "Lo scorso anno su 8,2 miliardi riscossi circa 4 vengono da rateizzazioni. È una scommessa fatta dai governi e dal Parlamento, e direi che è stata vinta. Il cittadino ha la percezione di potersi mettere in regola e nella maggior parte dei casi lo fa. Questo approccio è giustamente diventato strutturale grazie alle norme approvate lo scorso ottobre. Noi però vogliamo fare qualcosa di più". "Per le cartelle di pagamento entro i 50mila euro - anticipa Ruffini - inseriremo direttamente nella comunicazione la proposta di rateizzazione, con rate che possono scendere fino a 50 euro al mese. È un sistema in sperimentazione a Varese, Firenze e Lecce, che presto estenderemo: i contribuenti gradiscono, i fogli tornano indietro sottoscritti. Non fa mai piacere ricevere una cartella ma vedere subito che si può pagare gradualmente spinge a togliersi il pensiero. Nella stessa logica, i contribuenti possono fare la domiciliazione bancaria. Sembra una sciocchezza, ma a volte si saltano le rate per dimenticanza". 

Il problema cartelle - Ci sono poi le cartelle inviate, magari durante le ferie, e andate perse e da recuperare in Comune o alle Poste. E ancora, quelle che sembrano sbagliate: "Abbiamo deciso di non inviare cartelle nella settimana di Ferragosto o durante le vacanze di Natale, salvo quelle in scadenza. Da giugno le partite Iva e gli altri soggetti obbligati ad avere la Pec, la posta elettronica certificata, riceveranno le notifiche solo per questa via, e la stessa scelta la potranno fare le persone fisiche che non vogliono più avere i fastidi del sistema tradizionale. Quanto ai possibili errori, essendo Equitalia l'ultimo anello della catena è decisivo l'allineamento tra le banche dati della pubblica amministrazione".

domenica 1 maggio 2016

Il governo fa la festa agli impiegati: una categoria a rischio licenziamento

Il ministro Padoan: "Meno banche ma più solide. Ci sono troppi impiegati, bisogna licenziarli"



Nel giorno della festa dei lavoratori il governo fa "la festa" agli impiegati di banca. Intervistato da Repubblica, il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan spiega come le riforme varate dall'esecutivo daranno maggiore solidità alle banche, ma queste soffrono ancora di un eccesso di occupazione. Quasi un controsenso in un'Italia dove la disoccupazione è ancora a livelli inaccettabili, eppure Padoan non la pensa così e cala la mannaia: "Lo scopo delle nostre riforme è quello: meno banche ma più solide e capaci di erogare credito a famibglie imprese. Però non nascondiamoci dietro un dito: c'è eccesso di occupazione che andrà gestito in tempi e modalità dovute. Con meccanismi che facilitano l'uscita dal lavoro dei bancari vicini alla pensione".

Il caso sbancati - Riguardo al decreto sui rimborsi, varato venerdì scorso dal Consiglio dei Ministri, Padoan ha sottolineato che "le misure consentono ad un consistente numero di risparmiatori e di obbligazionisti di ottenere un rimborso automatico fino all'80% dell'investimento. Non è una percentuale arbitraria - rileva il ministro - perché tiene conto del fatto che costoro hanno beneficiato di rendimenti e interessi che coprono il restante ammontare; abbiamo fissato questa soglia per evitare che qualcuno alla fine incassasse rimborsi superiori all'esborso iniziale. Chi non ha i requisiti o non vuole utilizzarli ha comunque la via d'uscita di rivolgersi all'arbitrato"

LINCIAGGIO DELL'"ORCO" Il presunto killer di Fortuna picchiato a sangue in carcere

Il presunto pedofilo killer di Fortuna picchiato a sangue in carcere



Raimondo Caputo, il 43enne presunto pedofilo e killer, accusato per l'orribile omicidio di Fortuna Loffredo, sarebbe stato linciato in cella dagli altri detenuti, che l'hanno aggredito e picchiato nella cella del padiglione "Roma" del carcere di Poggioreale.

A rivelare l'indiscrezione è Il Mattino: l'uomo sarebbe stato assalito nel giorno del suo arresto. A salvarlo dal pestaggio sono stati due agenti della Polizia Penitenziaria, che hanno sentito le urla dell'uomo giudicato già colpevole dai compagni di cella. Raimondo Caputo è stato trasferito per ragioni di sicurezza in un'altra cella, in isolamento.

Pietro Loffredo, il padre di Fortuna, ha parlato dell'arresto di Caputo: "Lui è una bestia che forse non ha neanche capito quello che ha fatto: in un altro Paese lo condannavano a morte".

Cruciani telefona a Cristiano De Andrè e gli chiede di droga e figlia: mega-rissa in diretta, volano gli insulti

Cruciani telefona a Cristiano De Andrè e gli chiede di droga e figlia: travolto dagli insulti, rissa in diretta



Undici minuti ad alta tensione a La Zanzara. I conduttori Giuseppe Cruciani e David Parenzo telefonano a Cristiano De Andrè per parlare della sua autobiografia, La versione di C., ma finisce molto male. Due i tasti dolenti: la droga, con De Andrè che ha confessato di essere stato tossicodipendente, e la figlia Francesca, finita a 15 anni in orfanotrofio. Quando Cruciani indugia su cocaina ed eroina, De Andrè inizia a "friggere": "Ho scritto un libro, c'è un tour e non capisco perché dobbiamo parlare della droga". A far esplodere il cantautore è però la domanda sulla figlia:  "Se vuoi parlare del rapporto tra sesso e droghe perché non ti fai tu? Non parlo di questo. Mia figlia? Se vuoi leggi il libro. Vai a cagare, sei uno stronzo. Io interrompo questa stupida ed insignificante intervista. Cruciani, sei ignorante, capra. Sei un gossipparo del cazzo!".

Un'unica pillola per tutte le malattie La scoperta che rivoluziona la medicina

Un'unica pillola che cura tutte le malattie. La scoperta che rivoluziona nella medicina



Una svolta storica. Una ricerca che sa di rivoluzione. Un'unica pillola che sconfigge tutte le infezioni virali. La particolarità di questo farmaco è quella di colpire la proteina che permette ai virus di moltiplicarsi. Il farmaco è l'obiettivo di uno studio dell'Università di Siena e del Cnr. La ricerca, diretta dal professor Maurizio Botta del dipartimento di Biotecnologie, chimica e farmacia dell'Università di Siena e dal professor Giovanni Maga dell'Istituto di Genetica Molecolare del CNR di Pavia, è appena stata pubblicata dalla rivista americana PNAS-Proceedings of the National Academy of Sciences. 

Le caratteristiche - In sostanza sono state sviluppate della molecole che non vanno a colpire i classici componenti virali (quello che fanno i farmaci ora), ma inibiscono una proteina umana (la RNA elicasi DDX3) usata dai virus per replicarsi all'interno delle cellule dell'uomo. La nuova proteina sintetizzata dagli scienziati è una svolta per la medicina. Infatti, è capace di attaccare "non solo il virus HIV, ma anche virus caratterizzati da morfologia e meccanismi di replicazione differenti, come quello dell'Epatite C (HCV), della febbre Dengue (DENV), e quello del Nilo Occidentale (WNV), della stessa famiglia del virus Zika".

Niente effetti collaterali - Al momento non sono stati registrati effetti collaterali. Le analisi sui ratti svolte dal professor Maurizio Sanguinetti, dell'Università Cattolica di Roma, lo hanno dimostrato. "l potenziale di questi composti è enorme - ha evidenziato Botta - e potrebbe trovare applicazione nel trattamento dei pazienti immunodepressi che spesso sono soggetti ad altre infezioni virali, come nel caso dei pazienti HIV/HCV, ma anche contro i virus emergenti". L'obiettivo è realizzare una terapia antivirale entro pochi anni. 

Terrore in volo: il carrello resta chiuso Panico a bordo: il miracolo dei piloti

Terrore all'atterraggio: il carrello resta chiuso. Il miracolo dei piloti: come hanno fatto


Interminabili attimi di terrore questa mattina all'aeroporto Fontanarossa di Catania, dove un Atr 42 della compagnia Air Vallè partito da Rimini è stato costretto all'atterraggio di emergenza per un problema tecnico. I piloti sono stati costretti ad atterrare con il muso dell'aereo a diretto contatto con la pista, visto che il carrello non si è aperto del tutto. A bordo del volo c'erano 18 passeggeri e tre componenti dell'equipaggio, tutti in buone condizioni.

Donna Assunta umilia Berlusconi: "Deve andarsene, non ha neanche..."

Donna Assunta Almirante una furia contro Berlusconi: "Se ne deve andare lui non ha neanche..."



"Berlusconi sarebbe ora che si ritirasse". Così Donna Assunta Almirante a La Zanzara su Radio24. "Non è stato capace di fare una sedia, nessuno si ricorderà di lui", ha poi aggiunto. Vale anche per Mussolini? "Mussolini ha creato. Ha fatto l’Eur, Berlusconi non ha fatto nemmeno una sedia, parole e basta", ha sottolineato. E Mediaset? "E’ roba sua, è un imprenditore", ha aggiunto Donna Assunta intervenendo anche sullo scontro Marchini-Meloni: "Finiranno per abbracciarsi".

Festini a luci rosse con escort e droga: in una città italiana tremano i salotti

Siena, festini a luci rosse con escort e droga: arresti e indagati tra medici, avvocati e imprenditori



Un'operazione a tappeto per identificare tutti i clienti e i fiancheggiatori di festini a luci rosse a base di sesso e droga. Trema la Siena bene, quella di avvocati, medici e imprenditori coinvolti nelle indagini dei carabinieri che hanno portato a 4 arresti e 60 denunce per favoreggiamento della prostituzione e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Come riporta Repubblica, nelle ville della lussuria si ritrovavano decine di "insospettabili professionisti". Si partiva con hashish e marijuana ma il piatto forte erano le escort.  A far partire le indagini dei carabinieri la visita oltre un anno fa a una villa di Monteriggioni, quando alcuni vicini avevano segnalato schiamazzi. Nell'abitazione gli agenti avevano trovato cocaina e prostitute ma ben presto sono risaliti a un giro di clienti abituali. E ora molti salotti della cittadina toscana sono caduti nel panico.

Europa, inizia il conto alla rovescia: questi sei stati la distruggeranno

Migranti, non solo Austria: i 6 Stati europei che chiederanno all'Ue la sospensione di Schengen per altri 6 mesi



Sono sei gli Stati europei che chiederanno all'Unione europea di estendere per altri sei mesi i controlli di frontiera all'interno dell'area di libera circolazione di Schengen, a causa della crisi dei migranti. Lo scrive il quotidiano tedesco Die Welt, spiegando che si tratta di Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania e Svezia. Fonti del governo tedesco hanno confermato la notizia, aggiungendo che la lettera a Bruxelles dovrebbe essere pronta lunedì. La notizia giunge malgrado ai primi di aprile il ministro tedesco degli Interni Thomas de Maziere avesse lasciato intendere che la Germania era pronta a cessare i controlli al confine il 12 maggio.