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venerdì 6 novembre 2015

LA DRITTA SUL PIENO Un trucchetto sulla benzina fa durare di più auto e soldi

Benzina dopata con additivi: l'auto dura di più e si risparmia


di Dino Bondavalli



Fare il pieno con uno di questi carburanti anziché con benzina o gasolio standard può costare dai 5 ai 10 euro in più. Ma, se li si utilizza con costanza, nell’arco della vita di un’auto i combustibili premium possono garantire benefici tali da trasformare il sacrificio economico al distributore in un buon investimento già dopo 5 anni.

Anche se la differenza di 10-15 centesimi al litro che ci si trova a pagare alla pompa è tutt’altro che irrilevante, specie per chi percorre molti km l’anno, i vantaggi sembrano oggettivi. Tanto che, al di là delle strategie commerciali e delle politiche industriali che spingono le diverse compagnie petrolifere a privilegiare l’aumento della potenza piuttosto che la riduzione dei consumi o il minor impatto ambientale, gli effetti positivi sul motore accomunano i principali marchi.

Dire se la differenza di prezzo sia giustificata o se alla lunga l’utilizzo di carburanti premium possa tradursi addirittura in un risparmio grazie alla riduzione dei consumi e alla minore necessità di manutenzione, «è difficile», dice Franco Del Manso, responsabile Ufficio rapporti internazionali e tecnici dell’Unione Petrolifera. I dati comparati sugli effetti dei carburanti premium e standard sono custoditi dai produttori con ancora più cura di quanto non accada con le formule di benzina e gasolio.
Una prova su strada condotta dal mensile Quattroruote nel 2011, nell’ambito della quale due vetture identiche alimentate una con gasolio standard e l’altra con premium avevano entrambe percorso 50mila km lungo gli stessi percorsi e con lo stesso stile di guida, aveva rivelato che i benefici erano concreti. E che, soprattutto, aumentavano con il passare del tempo. 

Se su strada il vantaggio medio in termini di minori consumi era stato dell’1,1% il divario nelle ultime migliaia di km era cresciuto «fino al 3,8%». Non solo. Nei test effettuati al banco «il vantaggio dell’auto alimentata con gasolio speciale è stato del 6% a inizio prova, e addirittura del 12% a fine», recita il resoconto della rivista.

Benefici erano poi stati registrati sullo stato del motore. Nella vettura alimentata con gasolio premium, che aveva anche evidenziato un avviamento più facile alle basse temperature, iniettori, camere di combustione e valvole risultavano privi di incrostazioni. In quella alimentata con gasolio standard erano invece presenti depositi e residui, comunque non tali da compromettere il funzionamento ottimale della vettura.

«La sensazione di un esperto è che possa essere conveniente spendere qualcosa in più», commenta Del Manso, «i fuel speciali, infatti, garantiscono diversi benefici: da un lato, grazie ad additivi e sostanze detergenti che evitano la formazione di depositi, salvaguardano pompe e iniettori nella fase di alimentazione, cosa fondamentale per le prestazioni e il contenimento delle emissioni. Dall’altro, grazie all’impiego di combustion improver, garantiscono la combustione completa ed evitano che si sporchino le valvole, cosa che pregiudica il rendimento del motore».

Ma c’è di più. I carburanti premium offrono una qualità superiore a quelli standard già a partire dalla formulazione, particolarmente curata. Inoltre, in molti casi sono prodotti senza l’impiego dei biocarburanti, che per legge devono essere immessi per una quota del 5% (che salirà al 5,5% nel 2016, al 6,5% nel 2017, al 7,5% nel 2018 e fino al 10% nel 2020) nella benzina e nel gasolio commercializzati.

«Alcune aziende scelgono di non mettere biocarburanti nei fuel speciali, raggiungendo la quota del 5% di biocarburanti da immettere nella benzina e nel gasolio solamente attraverso i fuel standard», spiega il tecnico dell’Unione Petrolifera. In questo modo evitano possibili effetti negativi.

I biocarburanti, infatti, possono creare «problemi in fase di alimentazione e fare intasare i filtri formando funghi e morchie», dice Del Manso, «inoltre sopra i 100 gradi possono diventare instabili e creare incrostazioni, oltre al fatto che riducono comunque un po’ i rendimenti e fanno aumentare leggermente i consumi, visto che hanno un potere calorifico inferiore». Tanti piccoli dettagli che alla fine fanno la differenza. E che aiutano a capire perché «i fuel speciali vanno utilizzati regolarmente. Limitarsi a fare un pieno ogni tanto serve a poco», conclude l’esperto.

Ecco la misteriosa telefonata tra Renzi e Mineo sulla Boschi

Ecco la misteriosa telefonata Renzi-Mineo sulla Boschi




La data è 11 giugno 2014, l’ora poco prima di cena. E’ in quel momento che a Corradino Mineo, ancora senatore del Pd arriva una telefonata inattesa da parte del presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Quel pomeriggio Mineo è stato sostituito dal Pd nella commissione affari costituzionali del Senato che sta affrontando la celebre riforma costituzionale. Anche senza Mineo- che vuole un Senato elettivo- la maggioranza in commissione ci sarebbe, per cui quella sostituzione sembra solo punitiva…“Pronto, Corrado? Sono Matteo…”, l’esordio della telefonata ha tono cordiale. Renzi prosegue: “sei furioso, eh? Ti capisco…”. Mineo lo interrompe: “…avete preso una decisione tanto antipatica quanto inutile, certo che sono furioso…”. Renzi sospira: “… beh, avete… Non è così. Io sinceramente ero pure contrario…”. Mineo si arrabbia: “… dai, non questo. Almeno non prendermi in giro!”. Renzi: “no, no… dico davvero… Non sono stato io. L’ha voluto a tutti i costi Maria Elena, ed è lei che si è irrigidita sul Senato non elettivo. A me andava bene la riforma anche eleggendo i senatori, ma lei si è impuntata. Se dicevo di no, poi facevo la pazza… Comunque è una sostituzione tecnica, solo temporanea.. Mi capisci, no…?”.

Ecco, è questa la telefonata cui si riferiva Mineo in quello che è sembrato un antipatico pizzino: “Renzi è succube di una donna bella e decisa…”, in cui il senatore fuoriuscito dal Pd sembrava alludere a ben altro confessato in privato. Il giorno dopo Mineo ha fatto una parziale marcia indietro, fingendosi stupito che la stampa avesse interpretato quel pizzino con “allusioni sessuali”, quando lui si riferiva a questioni politiche. In effetti così è stato. E non è affatto detto che Renzi sia politicamente succube di Maria Elena Boschi. E’ assai più probabile che come con tanti altri si sia fatto beffe di Mineo, raccontando la prima favola che gli è venuta in mente…


giovedì 5 novembre 2015

Terrorismo, stop ai voli da Milano La compagnia che ferma gli aerei

Stop a tutti i voli da Milano a Sharm El Sehik. La decisione della compagnia low cost




La compagnia aerea Easyjet ha deciso di annullare da oggi i voli programmati da Milano verso Sharm El Sheikh, così come già deciso per quelli da Londra e Manchester. La compagnia inglese si è così adeguata alla raccomandazione del governo di David Cameron che aveva sconsigliato ai voli civili di sorvolare l'area a sud della penisola del Sinai dopo lo schianto dell'Airbus russo nel quale hanno perso la vita 244 persone. Nonostante lo scetticismo del governo egiziano, sulla strage sta crescendo la convinzione in ambito internazionale che a far cadere l'aereo sia stato un ordigno esplosivo. La stessa intelligence americana ha dichiarato di avere forti sospetti che la tragedia sia stata causata da una bomba custodita in una valigia, probabilmente caricata a bordo attraverso il semplice imbarco dei bagagli all'aereoporto di Sharm.

L'ultima soffiata da Apple: cambia tutto Ecco come sarà il prossimo iPhone

Apple, l'ultima indiscrezione: l'iPhone torna mini




Le ultime voci da Apple parlano di un ritorno al passato. Il prossimo iPhone, infatti, potrebbe tornare mini. Sarà di 4 pollici e verrà lanciato nell'autunno del 2016. In sostanza sarebbe come l'iPhone 5 per quanto riguarda la misura ma con un sistema operativo potenziato.

L'indiscrezione è apparsa sul sito Appleinsider: il nuovo iPhone più piccolo e con un prezzo più contenuto non sostituirà la misura standard e quella Plus, ma sarà un'altra opportunità per i clienti Apple. Avrà un processore di ultima generazione A9 e uno chassis in metallo mentre non avrà la tecnologia 3D Touch (per questo il prezzo sarà più basso). La produzione dovrebbe cominciare a metà 2016, quindi è probabile che sarà lanciato in contemporanea con gli iPhone 7 (che avranno pare un display in zaffiro).

"Tu sai che io so. Con quella donna..." Dall'ex Pd il pizzino mafioso a Renzi

Corradino Mineo, il pizzino mafioso a Matteo Renzi: "Sei subalterno a una donna. Tu sai che io so"


di Paolo Emilio Russo



Tutto si può dire di Corradino Mineo, tranne che non sia un consumato uomo di comunicazione, un giornalista di grande esperienza. È dunque impensabile che abbia voluto scrivere le sue pesanti allusioni nero su bianco in un comunicato stampa senza immaginare le conseguenze. Per rispondere alle critiche di Matteo Renzi, il senatore ha preparato una lunga nota sguaiata e dal sapore ricattatorio: «Renzi non si fa scrupoli, rivela conversazioni private, infanga per paura di essere infangato. E sa che io so». E ancora: «So quanto si senta insicuro quando non si muove sul terreno che meglio conosce, quello della politica contingente. So quanto possa sentirsi subalterno a una donna bella e decisa. Fino al punto di rimettere in questione il suo stesso ruolo al governo. Io so, ma non rivelo i dettagli di conversazioni private. Non mi chiamo Renzi, non frequento Verdini, non sono nato a Rignano».

Il senatore eletto col Pd, ma dimessosi dal gruppo dem ad ottobre, allude a una presunta «subalternità» del premier ad una signora: si riferisce alla first lady Agnese oppure, come ha pensato qualcuno, al ministro per le Riforme, Maria Elena Boschi? L’aggettivazione usata e il link tra aspetto estetico e ruolo politico farebbero propendere per la seconda ipotesi, ma - in fondo - poco importa. Quello che importa è il tono mafioso e sessista utilizzato dall’ex direttore di RaiNews. Un attacco meschino che questo giornale, il quale non ha certo risparmiato critiche al premier-segretario del Pd, considera inaccettabile. Se Mineo ha qualcosa da denunciare lo faccia, ma non può permettersi messaggi e allusioni di questo tipo.

Fortunatamente, i toni dell’accusa del senatore non hanno urtato solo noi. Hanno causato una ondata di sdegno che ha travalicato gli schieramenti e pure i sessi, sollecitato reazioni critiche nel Pd, in Fi, specie tra le donne, ma anche tra gli uomini. «Sono pizzini», dice per esempio la senatrice dem Laura Cantini. «Mineo è misogino», le ha fatto eco il deputato Edoardo Patriarca e il vicepresidente della Camera, Roberto Giachetti parla di «volgarità e delirio». Prende le distanze per conto della minoranza anche un bersaniano come Miguel Gotor, che parla di «meschinità», mentre pure Stefano Fassina chiede che il senatore «si scusi». Risponde a nome del governo Luca Lotti: «L’odio personale nei confronti di Renzi supera ormai ogni decenza. Il linguaggio allusivo di Mineo si commenta da solo». Il solitamente taciturno sottosegretario di Palazzo Chigi la prende con ironia: «Gli amici stiano vicini a Mineo; ne ha bisogno». Infine una postilla: «Chi conosce Renzi può definirlo in vario modo, anche colorito. Etichettarlo come subalterno, a noi, suoi amici, fa sorridere di gusto», ha concluso. Anche tra i forzisti si levano voci critiche, come quella di Elvira Savino: «È una frase criptica e imprudente».

La “vendetta” dell’ex direttore di RaiNews24, giornalista dal 1971, senatore alla prima legislatura, voleva essere la risposta alle parole sprezzanti che il presidente del Consiglio gli aveva riservato nell’intervista rilasciata a Bruno Vespa per il suo nuovo libro. «Corradino? Un anno fa annunciò le dimissioni da senatore dopo aver offeso in modo squallido i bambini autistici. Disse: ho sbagliato, me ne vado. È sempre lì. Al massimo si dimette dal Pd, ma la poltrona non la lascia».

Mineo l’ha presa male. «Non ho mai manifestato l’intenzione di dimettermi dal Senato, se non in un sms che mandai proprio a lui (Renzi, ndr), disgustato dall’attacco volgare che mi aveva mosso dopo la vittoria alle Europee», ricorda il senatore nella nota. «Fu Gianni Cuperlo a riprendermi e spiegarmi che la politica, ahimè, è anche questo: scorrettezza cialtrona, e che bisogna saper resistere. Io non ho bisogno della poltrona, a differenza di qualcun altro. Ho lavorato per 40 anni, salendo passo dopo passo il cursus honorum, da giornalista fino a direttore». A quel punto è scattata l’allusione - pesante - e quel “tu sai che io so” che ha lasciato sgomenti tutti gli osservatori. Cosa potrebbe mai sapere il senatore che è stato sin dall’inizio anti-renziano, che ha condiviso per un po’ le posizioni di Pippo Civati, ma non ha avuto la prontezza di seguirlo fuori dal partito, e poi ha guidato la fronda dem contro le riforme istituzionali scritte proprio dal ministro Boschi e che, in quel ruolo, è stato sconfitto? Mistero.

«Hai toccato il fondo», è il commento - tipo che Mineo - finito ieri pomeriggio tra i trending topic di Twitter, cioè tra gli argomenti più discussi - ha rimediato con la sua uscita. Cosa lo aspetti, invece, è chiarissimo. Nel pomeriggio di ieri, mentre ancora fioccavano le proteste sui social dei suoi ex elettori, il giornalista ha pubblicava su Facebook l’invito alla presentazione di un libro scritto con due altri ex piddini come Walter Tocci e Stefano Fassina. Da ieri i “fuoriusciti” hanno tre nuovi compagni di strada: i fedelissimi di Pier Luigi Bersani, Alfredo D’Attorre, Vincenzo Folino e Carlo Galli hanno lasciato il Pd in direzione di un’ipotetica nuova Cosa Rossa. E la Boschi? «Tranquillissima», garantisce chi le ha parlato. Tanto che ieri sera si è presentata in un cocktail bar a due passi da Montecitorio e, col super-renziano Ernesto Carbone, s’è fatta un aperitivo open air.

"Vivo in una casa di 296 metri, e...". Incredibile difesa del cardinale Bertone

"Vivo in una casa di 296 metri, e...". Incredibile difesa del cardinale Bertone





"Non so come difendermi, è una vergogna. Difendersi dalle calunnie è quasi impossibile. Le vittime sono impotenti". Il cardinale Tarcisio Bertone in una intervista al Corriere della Sera ribadisce che l'appartamento in cui vive non lo ha ristrutturato con i soldi della Fondazione Bambin Gesù per i bimbi malati. L'alloggio gli è stato "assegnato d'accordo con Papa Francesco" ma per la ristrutturazione, "ho sostenuto io le spese", "come risulta da una precisa documentazione, ho versato al Governatorato la somma: dal mio conto". Bertone ha pagato "300 mila euro: ho pagato con i miei risparmi per un appartamento che non è di mia proprietà e resterà al Governatorato".

Ma la Fondazione Bambin Gesù avrebbe versato 200 mila euro: "Così dicono. Solo dopo ho saputo che erano state presentate fatture anche alla Fondazione. Io non ho visto nulla", "ho dato istruzioni al mio avvocato, Michele Gentiloni Silveri, di svolgere indagini per verificare cosa sia realmente accaduto".

La polemica è anche sul fatto che il Papa vive in 50 metri quadri mentre lui in un "appartamento di 296". Ma "non ci vivo da solo", mette le mani avanti Bertone: "Abito con una comunità di tre suore che mi aiutano, c'è anche una segretaria che il Santo Padre mi ha concesso per scrivere la memoria di tre Papi, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco. C'è la biblioteca, l'archivio, le camere per tutti...". Più un terrazzo con vista San Pietro... "Non esiste nessun attico. Io abito al terzo piano e il terrazzo non è mio, è stato risanato durante i lavori ma è quello condominiale, in cima al palazzo. E' di tutti gli inquilini, cardinali e arcivescovi, che ci vivono".

"Il Papa verso le dimissioni" Autorevole soffiata dal Vaticano

Vatileaks, Luigi Bisignani: e se ci trovassimo presto con tre Pontefici?




L'assunto del pensiero di Luigi Bisignani, sempre assai informato su intrighi ed intrallazzi, è chiaro sin dal titolo che campeggia sulla prima pagina de Il Tempo: "Ci ritroveremo con tre Pontefici?". Quella di Bisignani è una lettera rivolta al direttore Gian Marco Chiocci, una lettera che pone una domanda dal sapore retorico, ribadita in attacco: "E se ci trovassimo presto anche con tre Papi?". Dunque L'uomo che sussurrava ai potenti ripercorre in sintesi i fatti degli ultimi giorni, il "rigurgito" di Vatileaks, cita il libro di Gianluigi Nuzzi, e sottolinea come "pagina dopo pagina si viene immersi in un universo fatto di riti e regole solo apparentemente antiche il cui denominatore comune finora è stata l'inerzia".

Le frasi nel libro - Dunque Bisignani cita la domanda posta nell'ultima pagina del libro di Nuzzi: "Il Papa riuscirà a vincere la sua battaglia?". Una domanda, ad ora, senza risposta. Eppure Bisignani mostra di avere quantomeno un'idea su come possa andare a finire, e cita ancora Nuzzi: "La sua è una strada obbligata e di certo il Pontefice non si farà intimidire, a meno che le pressioni diventino insopportabili, tali da indurlo alle dimissioni, come ogni tanto si lascia sfuggire". Chiosa Bisignani: "Parole come pietre, quelle scritte da Nuzzi che ben conosce i personaggi chiave all'interno delle mura leonine che gli hanno fornito uno spaccato ancora più drammatico rispetto alla crisi. C'è solo da augurarsi che quello che viene paventato rimanga solamente un rischio". Eppure, a leggere la lettera del faccendiere, sembra che il rischio sia più che concreto, e che la possibile conseguenza sia il passo indietro di Francesco. A quel punto, con due Papi emeriti - Ratzinger e Bergoglio -, come da titolo ci "ritroveremo con tre Pontefici".

domenica 1 novembre 2015

Pansa svela gli altarini di Fazio, "il sultano comunista della Rai"

Pansa demolisce Fabio Fazio: "Non fidatevi dell'Abatino, resta un sultano della Rai"


di Giampaolo Pansa



Confesso che Fabio Fazio mi sta sui corbelli. Il motivo è in parte banale: non mi ha mai invitato nella sua trasmissione televisiva, «Che tempo che fa», sulla Rete Tre della Rai, a presentare uno dei libri che vado pubblicando. Nelle case editrici italiane circola da sempre una giaculatoria. Dice: Fazio non si limita a presentare un libro, lo promuove. Se ne parla e ne discute con l’autore, puoi stare sicuro che quel libro, qualunque sia, anche il più inutile e il più becero, partirà a razzo con grande soddisfazione dell’autore, dell’editore e dei librai.

Negli ultimi anni ho lavorato per due editori importanti, la Sperling & Kupfer e la Rizzoli. E ho domandato a entrambe le case: «Ma è possibile che non riusciate a mandarmi alla trasmissione di Fazio? Sarebbe anche nel vostro interesse!». La risposta era sempre la stessa, melanconica e rinunciataria: «È impossibile. Fazio si comporta come un dittatore. Decide soltanto lui chi invitare. E tu non gli piaci per niente. Sei colpevole di revisionismo sulla guerra civile. Ti considera un anti-antifascista. Non ti chiamerà mai. Mettiti il cuore in pace». 

Era fatale che non piacessi a Fazio. È un signore di sinistra integrale, dalla testa ai piedi. Uno dei suoi autori-consiglieri è ancora più rosso di lui: Michele Serra. Anche la Rete Tre è un feudo dei compagni. Tutti connotati che azzerano l’obbligo di essere imparziali, come dovrebbe comportarsi un qualsiasi programma della Rai, pagato con il canone da tanti signori nessuno. Su Fazio influiva molto il sinistrismo di Serra, rimasto il vecchio satirico rosso di un tempo. Intendo l’epoca del vecchio Pci, quando il nemico da distruggere era la Balena bianca democristiana. 

Scomparsa la Dc, Serra si inventò un altro nemico: Silvio Berlusconi. Non perdeva nessuna occasione di maledirlo. Per citare un esempio solo, nel settembre del 2010, intervistato da Luca Telese per il Fatto quotidiano, spiegò che Berlusconi e il berlusconismo erano «una forma estrema di individualismo amorale, di spregio per le regole, di superficialità puerile. Anche se Berlusconi finisse, l’humus che lo ha fatto prosperare rimarrebbe». 

Ma ben più interessante di Serra, risultava il personaggio di Fazio. Il suo sinistrismo era fondamentalista. Nonostante questo, amava interpretare il ruolo opposto al televisionaro settario. Era quello dell’abatino estraneo a qualsiasi parrocchia, amico di tutti e nemico di nessuno. Con l’aria dimessa, l’espressione sempre stupita, il vestito strafugnato del ragazzo di provincia capitato per caso in un posto e in una funzione che non ritiene di meritare.

In realtà Fazio era, ed è, uno dei sultani della Rai. E immagino che lo resterà anche nell’era della presidente Maggioni e del nuovo direttore generale Campo Dall’Orto. La riforma, una specie di araba fenice, non incrinerà il suo potere. E lui rimarrà uno dei pochissimi a fare come cavolo gli pare e piace.

Se il passato può ammaestrarci sul futuro, vedremo cose turche. Come accadde la sera che presentò un libro del direttore dei giornali radio Rai unificati, Antonio Caprarica, già redattore dell’Unità e poi condirettore di Paese sera, un quotidiano filo Pci destinato a sparire. Era il maggio 2007, sotto il governo di Romano Prodi. Quella sera gli utenti della Rai ebbero sott’occhio un’ammucchiata tutta rossa: rete di sinistra, autore di sinistra, conduttore di sinistra, consigliere di sinistra. Un conflitto d’interessi sfacciato, fra compagnucci che si strizzavano l’occhio a vicenda. Felici di averci preso per i fondelli ancora una volta. 

In altri casi, lo spettacolo si rivelò penoso. Fazio aveva invitato Pietro Ingrao a presentare l’autobiografia, Volevo la luna, pubblicata da Einaudi. In preda a un vuoto di memoria, il vecchio capo comunista sostenne che il Pci aveva preso aspre distanze dall’invasione sovietica dell’Ungheria nel 1956. Non era vero, anzi era vero l’opposto. Ma Fazio e il pubblico si guardarono bene dall’obiettare. Nemmeno un mormorio, un colpo di tosse, un’occhiata di imbarazzo. 

Il perché lo spiegò sull’Espresso Edmondo Berselli, un’intellettuale libero, oggi purtroppo scomparso: «In quel momento si stava celebrando l’apoteosi senescente, ma non senile, di un comunismo impossibile, l’utopia, il grande sogno, l’assalto al cielo. Quindi tanto peggio per i fatti, se i fatti interrompono le emozioni». Adesso si scopre che Fazio ha pagato ben 24 mila euro a un ex politico greco, Yanis Varoufakis, un sinistro al cubo, già ministro dell’Economia, espulso dal governo di Atene dai suoi stessi compagni. E i soldi versati dalla Rai sono assai di più. Si parla di cinquanta mila euro lordi, più l’hotel e il viaggio in aereo di andata e ritorno dalla Grecia, in business class. 

Vediamo come si comporterà la nuova Rai. Dove tutti parlano di risparmi. Nel frattempo mi sorge un dubbio. Forse non sono mai riuscito a entrare nel salotto di Fazio perché i miei editori non hanno pensato di fare un presente al signore del tempo che fa. L’ex ministro greco ha incassato, noi potevamo sborsare mille euro al minuto. 

Avete comprato il mascarpone? Occhio: scadenza sbagliata in due super-catene

Mascarpone cremoso Granarolo ritirato dagli scaffali di Coop e Auchan: la data di scadenza è sbagliata




Coop e Auchan ritirano dagli scaffali dei loro supermercati il Mascarpone cremoso Granarolo nella confezione da 500 grammi. Come riporta il fatto alimentare il lotto incriminato è il N5278C3, con bollo di identificazione e sede dello stabilimento: IT 03 144 CE, Via Cadriano 27/02, 40127 Bologna.

Il motivo - La stessa azienda ha comunicato che la data di scadenza sulle confezioni, 08/12/2016 anziché 08/12/2015, è errata. L’azienda si scusa e invita gli acquirenti a non consumare il prodotto oltre la corretta data di scadenza, cioè 08/12/2015. Per ulteriori informazioni contattare il numero verde di Granarolo: 800-848015.

Dal caffè a bordo alle turbolenze: le otto verità che non sapete sull'aereo

Dal caffè a bordo alle turbolenze: le otto verità che non sapete sull'aereo




Il caffè, il cellulare, le turbolenze. Sull'aereo ci sono falsi miti ma anche molte cose che non sapete. Parola del sito web Quora, che, scrive The Independent, svela in otto punti tutto quello che i piloti non dicono ai passeggeri.

Caffè - Non bevetelo. I prodotti chimici utilizzati per pulire i serbatoi dell'acqua e che evitano ai batteri di svilupparsi, sono i principali responsabili del cattivo sapore della bevanda.

Posti a sedere - I migliori non sono quelli in fondo, ma quelli che si trovano vicino alle ali e nelle prime file. Quando si vola, inoltre, l'aereo è un po' come un'altalena, i posti al centro non si muovono molto ed sono più stabili.

Cibo a bordo - I piloti non mangiano il cibo che viene servito a bordo, ma hanno pasti preparati ad hoc per evitare che possano intossicarsi o ammalarsi durante il volo.

Cinture di sicurezza - Non preoccupatevi del segnale di allacciarle. Molti piloti, infatti, spesso dimenticano di spegnere la spia, lasciandola accesa per tutta la durata del volo. Tranquilli, in caso di turbolenza, i piloti sanno quando avvertirvi di allacciarla.

Pistola - Alcuni piloti portano con sé la pistola, come quelli che pilotano velivoli americani, autorizzati a introdurre le armi nella cabina di pilotaggio.

Dirottamenti - Come capire se un aereo viene dirottato? I piloti, per segnalare all'aeroporto di arrivo che c'è qualcosa che non va a bordo, lasciano aperti gli ipersostentatori, che rallentano il velivolo in fase di atterraggio.

Turbolenze - Non c'è niente di cui preoccuparsi durante una turbolenza: la maggior parte degli incidenti avviene durante le fasi di decollo e atterraggio. Quello che i passeggeri dovrebbero temere sono le correnti ascensionali.

Cellulari - Non costituiscono un rischio alla sicurezza. Telefonini e smartphone possono tranquillamente essere utilizzati sia in fase di decollo sia in fase di atterraggio. Non esiste infatti una prova concreta che i dispositivi elettronici come tablet, cellulari e computer interferiscano con le apparecchiature di navigazione.

Il mutuo? Il giudice può dimezzarlo La sentenza che ti salva dai debiti

Come farsi dimezzare il mutuo. Ecco la sentenza salva-debiti




Non bisogna mai perdere le speranze, anche quando si è debitori con la propria banca e si sa benissimo di non poter far fronte a quel debito in nessun modo. Lo dimostra la storia di un uomo di Napoli che, aiutato dal suo avvocato Claudio De Filippi di Milano, è riuscito a battere in Tribunale la banca Unicredit, con la quale aveva acceso un mutuo con ipoteca per l'acquisto della casa. L'uomo avrebbe dovuto restituire alla banca 250mila euro, con il rischio concreto di dover rinunciare a casa propria, proprio quella finanziata dal prestito della banca. Il Tribunale di Napoli ha accolto l'istanza del debitore e respinto il ricorso dell'Unicredit applicando la legge 3/2012, più drammaticamente nota come la "salva suicidi". Grazie alla sentenza del Tribunale di Napoli, l'uomo ha battuto la sua banca in aula e potrà pagare il suo mutuo riconoscendo la metà della cifra iniziale, quindi 125mila euro, con rate da 650 euro al mese per 17 anni e 8 mesi.

Il meccanismo - Secondo la legge "salva suicidi", l'uomo di Napoli è stato riconosciuto come debitore meritevole: "Una legge che dà la possibilità a chi non è in grado di far fronte ai propri debiti - ha spiegato l'avvocato De Filippi - di rivolgersi al Tribunale perché nominasse un organismo di composizione della crisi, per ottenere uno sconto sui debiti, evitando quindi di rivolgersi agli strozzini". Come riporta il Giorno, il giudice deve di fatto nominare un esperto contabile che dovrà sviluppare un piano di rientro dal debito che a sua volta dovrà essere accetato da almeno il 60% dei creditori.

La soluzione - L'applicazione della legge 3 del 2012 a conti fatti non dovrebbe scontentare nessuno, considerando che anche creditori come banche o agenzie di riscossione crediti spesso rischiano di non incassare mai le cifre dovute se i debitori, messi sotto atroci pressioni psicologiche, decidono di farla finita. Una via d'uscita da situazioni apparentemente drammatiche che negli anni passati hanno colpito agricoltori e piccoli imprenditori vittime di calamità naturali o dal crollo delle commesse per la crisi economica.

Expo, la cerimonia di chiusura Sala: "Abbiamo conquistato il mondo"

Expo, cerimonia di chiusura. Sala: "Abbiamo conquistato il mondo"




I cancelli si sono chiusi alle 17 e, a Expo, è iniziata l'ultima grande serata. Quella della cerimonia di chiusura, dei saluti istituzionali e di un primo, parziale, bilancio. Dopo sei mesi, con 21,5 milioni di visitatori totali, pensare a una Milano senza l'Esposizione non è facile. A ribadire che però questa non è davvero una fine, è stato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella che, davanti a un Open Air Theatre gremito, ha detto: "La giornata di oggi non è un addio ma un passaggio. È l’inizio di un nuovo impegno civico". 

Il passaggio di consegna - Dal palco, intervengono anche il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia e il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni. Il sindaco ha parlato di "malinconia" ma ha ribadito che cè anche tutta la "gioia e la soddisfazione di chi sa di aver fatto bene". Al loro fianco, il segretario generale del Bie, Vicente Loscertales, che ha consegnato la bandiera dell'Esposizione ai rappresentanti di Astana, la città del Kazakistan che ospiterà Expo 2017. 

Orgoglio - I pareri dei protagonisti di quest'esposizione sono tutti positivi. Per il commissario Giuseppe Sala, con Expo, gli italiani hanno "conquistato il mondo", con orgoglio. E di orgoglio hanno parlato anche i social che, in questo 31 ottobre, hanno incoronato come hashtag di giornata proprio quello di #orgoglio. In poche ore è diventato il più seguito e il più utilizzato. E, intanto, sul palco di Expo si suonano canzoni come "Va pensiero" e "Nel blu dipinto di blu", mentre in aria inizia lo spettacolo dei fuochi d'artificio. E una voce chiude la cerimonia: "Signori e signori, la cerimonia di chiusura di Expo 2015 è ufficiosamente conclusa ma l’eredità di Expo resterà per sempre nei cuori di ognuno di noi".

sabato 31 ottobre 2015

Caivano (Na): Algida, Accordo raggiunto Sospiro di sollievo per 151 operai

Caivano (Na): Algida, Accordo raggiunto Sospiro di sollievo per 151 operai



di Gaetano Daniele



Un accordo nella notte, in extremis, evita 151 licenziamenti forzati inseriti nella procedura di mobilità voluta il 16 settembre scorso dalla Unilever di Pascarola. La Multinazionale, ha chiesto di far estromettere 50 operai, senza una logica precisa. Il sindacato, che da settimane media con l'Azienda, è riuscito a tutelare attraverso la procedura delle dimissioni incentivate e della esclusiva volontarietà dell'operaio ad andare via. Anche se questo beneficio non è del tutto gratificante per un operaio che ha dato tutto per il proprio lavoro. La Unilever ha presentato anche un piano industriale per ampliare e portare alla ulteriore crescita della Multinazionale con eventuali assunzioni, dove attualmente presenta una forza lavoro di 806 lavoratori. Al momento però, i contratti di solidarietà, quelli che hanno consentito ai 151 operai di rimanere in forza alla Unilever, hanno una durata di 36 mesi e, in questo lasso di tempo, non vi saranno neanche perdite salariali. L'auspicio dei lavoratori tutti è di mantenere la loro postazione lavoro fino al termine consentito dalla legge, età pensionabile. 

Il Responso: 
“Gli accordi siglati in data odierna rappresentano per Unilever una risposta equilibrata e responsabile che il “sistema Caivano” nel suo insieme ha saputo dare all’istanza di competitività che proviene dai mercati. Questo sito ha bisogno di un cambiamento organizzativo e culturale importante e gli accordi siglati oggi vanno nella direzione giusta in quanto restituiscono vigore al futuro della fabbrica, salvaguardando la centralità del tema sociale. Infatti, fermo restando l’obiettivo di riduzione dei costi per garantire competitività e futuro sostenibile alla fabbrica, si è limitato il numero degli esuberi a 50 e nel contempo si è cercato di adottare soluzioni organizzative e ammortizzatori sociali (cd. contratto di solidarietà difensiva) che attenuano l’impatto sociale. Siamo fiduciosi che questo accordo sia la risposta convinta e responsabile di un sito produttivo che vuole rialzarsi e tornare a competere in Europa “. Questa la nota sindacale. 

Come far mangiare sano i bambini: tutti i trucchi anti-capricci a tavola

Alimentazione, l'esperto spiega i trucchi per convincere i bambini a mangiare sano




Zucchine e carote, ma soprattutto gli odiatissimi broccoli. E poi pesce e carne, anche questi alimenti ben poco amati dai bambini. Tutti i genitori hanno avuto a che fare, almeno una volta, con i capricci dei propri figli che di mangiare alimenti sani spesso non ne vogliono sapere. Nel convegno organizzato da Rio Mare, il divulgatore scientifico Marco Bianchi ha svelato alcuni semplici trucchi, con cui le mamme e i papà possono convincere i bimbi a mangiare ogni tipo di cibo, dalle zucchine al pesce.

I trucchi - Prima di tutto bisogna invitare i bambini in cucina e coinvolgerli nella preparazione dei piatti. In questo modo la pietanza preparata avrà tutto un altro sapore perché i bambini sapranno di essere stati parte attiva del processo di creazione. Poi serve scegliere alimenti colorati. L'arancione delle carote e il verde delle zucchine possono essere preziosi alleati. E se si vogliono evitare pianti e capricci, bisogna ricorrere a cibi ripieni, dove gli ingredienti si confondono. Un tramezzino, o delle verdure ripiene per esempio. Ma anche mascherare il cibo può servire. Usare i prodotti in scatola, come il tonno per esempio, rende le cose più facili perché i bambini hanno a che fare con un cibo più morbido,non facile da identificare, oltre che ricco di vitamine. E lo stesso vale con le verdure: ai bambini piacciono le patatine, e allora, si possono trasformare delle carote in chips, basta cambiarne la forma. E, come ultima risorsa, in cucina si può far vedere ai più piccoli un po' di magia: l'acqua che bolle o la cottura super veloce del cous cous possono stupire i bambini, e convincerli a mangiare senza fare smorfie.

Sai cosa succede se affetti una verdura? Clamoroso studio, vegani disperati

Scienza, alcuni esperimenti dimostrano che anche le verdure hanno dei sentimenti




Gli scienziati lo sostengono dai primi del Novecento: anche le piante possono provare dei sentimenti. Sono passati circa cent'anni da quando, due esperti in materia, sostenevano di aver visto una carota tremare mentre veniva tagliata. E da quel momento, le indagini non sono mai finite. 

Le ricerche moderne - In tempi più recenti, molti ricercatori hanno tentato di dimostrare come le piante, anche se non sono dotate di neuroni, possono avere comunque una sorta di anima che regola le loro sensazioni. Come scrive Il Giornale, un team di ricercatori torinesi ha pubblicato su una prestigiosa rivista l'esperimento che prova quanto detto: un bruco sgranocchiava una foglia, e la pianta attaccata si difendeva chiaramente secernendo sostanze chimiche. In più, allertava le altre piante lì intorno dell'imminente pericolo. Il dottor Chamovitz dell'università di Tel Aviv, invece, ha condotto un esperimento su una mimosa. E ha scoperto che se si buttano sui suoi petali dei liquidi irritanti, la pianta si chiude. Ma se prima la si cosparge di anestetico, questa rimane aperta. Se altre prove dovessero alimentare la teoria del sentimentalismo delle piante, chissà cosa direbbero i vegani, che a questo punto, per anni, avrebbero mangiato frutta e verdura dotate di emozioni. 

Boy George sputtana una superstar: "Sono andato a letto con lui". Chi è

Boy George rivela: "Sono andato a letto con Prince"




Boy George ha rivelato, durante la registrazione del programma The Voice, di aver dormito con Prince. Il leader dei Culture Club, si legge sul Mail Online, stava conversando con i colleghi Will.i.am, Ricky Wilson e Paloma Faith: si parlava delle collaborazioni più importanti. Il cantante londinese ha detto: "Ho duettato con alcuni dei più grandi artisti soul, come Luther Vandross e Smokey Robinson". A quel punto la Faith ha replicato: "Va bene, se vogliamo parlare di grandi musicisti soul, io ho duettato con Prince". Immediata la controreplica di Boy George: "Lascia stare, tesoro, io ho dormito con Prince".

L'imbarazzo tra tutti è stato evidente. Il gelo è calato tra i giudici. Solo il cantante dei Black Eyed Peas, gli avrebbe stretto più volte la mano. I produttori dello show non hanno gradito affatto questa uscita, tanto da aver interrotto la registrazione e aver parlato con il giudice.Boy George subito dopo ha cominciato a ritrattare dicendo che in realtà non aveva davvero dormito con Prince, ma che aveva un suo poster attaccato in camera.

Obama vuole schierare le Forze speciali Mossa anti-Putin, trema il Mediterraneo

Obama vuole schierare le Forze speciali. La mossa anti-Putin: ecco chi aiuterà 




Anche gli Stati Uniti sono pronti a intervenire con il proprio esercito nel conflitto siriano. In tempi brevi soldati scelti delle truppe speciali americane saranno schierati nel Nord della Siria, con almeno 50 unità. Un primo passo verso un sempre più imminente intervento Nato, considerando che tutte le forze militari dell'Alleanza atlantica sono impegnate nella più grande simulazione di guerra nel mar Mediterraneo dai tempi della Seconda guerra mondiale.

L'operazione - In Siria gli Usa invieranno Seals e Delta force, con il compito di affiancare i miliziani curdi e le forze ribelli al governo di Assad impegnate nel contrasto all'avanzata dei miliziani dello Stato islamico. Una presenza ridotta nel numero per il momento, ma che si va ad affiancare a un potenziamento dell'assistenza militare e di intelligence in Giordania e Libano. L'obiettivo degli americani è mettere in piedi in quelle zone una task force per le operazioni speciali, andando a colpire direttamente i leader dell'Isis, scampati finora ai raid aerei partiti da settembre 2014. Obama ha dato il via libera anche all'invio di altri aerei, compresi gli A-10S che faranno base in Turchia a Incirlik.

Nazi-torta, fascio littorio e simbolo SS: chi è il big della politica nella bufera

Massimo Giorgetti festeggia il 56esimo compleanno, per lui torta con fascio littorio e simbolo SS

Chi si sente Camerata lo esterna anche a costo di perdere le elezioni: ma non dopo averle vinte



Una festa di compleanno a sorpresa, con amici "camerati", caraffe di Gin Tonic e "una torta meravigliosa". Massimo Giorgetti, vicepresidente del consiglio regionale del Veneto, ha festeggiato i suoi 56 anni con un dolce davvero speciale. Sulla torta comparivano decorazioni in glassa che rappresentavano un fascio littorio e strati di panna e cioccolato che, sulla sommità, formavano il simbolo delle SS. Per questo pensiero speciale, che l'esponente di Forza Italia ha documentato con una foto sul suo profilo Facebook, Giorgetti ha voluto ringraziare "amici e camerati di tante battaglie".

La giustificazione - Immediate le polemiche nel mondo politico a cui Giorgetti ha risposto serafico, sostenendo che si trattasse solo di una "goliardata", una di quelle che i suoi amici sono soliti fare."Quel fascio peraltro corrispondente alla targa del cantone svizzero di San Gallo. Allora bisognerebbe dire che ogni svizzero che viene in Italia...", ha poi commentato il vicepresidente. E ha chiuso la questione con un perentorio: "Se volessi fare apologia di qualcosa sceglierei un altro modo, non sono uno stupido. Se qualcuno poi vuol far polemica, la faccia".

Marchionne, richiamate 894mila auto Problemi a freni e airbag: i modelli

Marchionne richiama 894mila auto. Guai ai freni e agli airbag: i modelli




Fiat Chrysler ha cominciato la campagna di richiami su 894mila vecchi modelli di Suv prodotti principalmente negli Stati Uniti per correggere difetti di fabbricazione ai sistemi frenanti e agli airbag. In tutto saranno 894mila i modelli che dovranno tornare in officina, individuati dopo le pressioni della Nhtsa, l'agenzia per la sicurezza stradale statunitense, che già lo scorso luglio aveva multato la Fca per 105 milioni di dollari. L'azienda guidata da Sergio Marchionne aveva trovato un accordo extragiudiziale, accettando di pagare in relazione a proprie negligenze su 23 richiami per la sicurezza di 11 milioni di automobili.

I modelli - Il primo richiamo riguarderà 542mila automobili per i modelli Dodge Journeys e Freemont, prodotti tra il 2012 e il 2015. In un secondo step saranno riparate 352mila Jeep Grand Cherokee e Jeep Liberty prodotti tra il 2003 e il 2004.

Dal Fisco, arrivano 65mila lettere Chi rischia di pagare (e quanto)

Arrivano 65mila lettere dal Fisco. Ecco chi rischia le sanzioni e quanto paga




L'Agenzia delle Entrate ha individuato 65mila ritardatari che non hanno inviato la propria dichiarazione dei redditi per il 2014 o hanno inviato documentazione incompleta. Sono contribuenti con partita Iva che entro lo scorso 30 settembre avrebbero dovuto mettersi in regola e che ora dovranno fare i conti con una serie di sanzioni previste dal Fisco che aumenteranno man mano che trascorreranno i giorni dalla notifica spedita per posta o Pec, la posta elettronica certificata.

Le lettere - Nell'avviso inviato dall'Agenzia delle entrate saranno presenti tutte le informazioni da perfezionare, dopo che il Fisco ha potuto mettere a confronto i dati delle presentazione annuale dei dati Iva con quelli relativi alla presentazione della dichiarazione annuale, nella quale sarà stato compilato il solo quadro VA.

Le sanzioni - Come scrive Italia Oggi, grazie alle modifiche della legge sul ravvedimento operoso, si può regolarizzare la propria posizione con l'applicazione di sanzioni minime senza limiti di tempo. E il Fisco non potrà più negare il ricorso al ravvedimento, che quindi sarà sempre ammesso, fatta eccezione per i casi con accertamento fiscale o quando arriva una comunicazione di irregolarità dopo un controllo formale. Una scadenza in realtà esiste, considerando che la sanzione sarà equivalente a un decimo del minimo, nel momento in cui il contribuente presenti le correzioni entro 90 giorni dal 30 settembre 2015.

L'eccezione - Caso più particolare riguarda chi ha presentato la dichiarazione compilando il quadro VA nella dichiarazione con partita Iva. Per loro la sanzione equivale a 1/9 entro i 90 giorni e a 1/6 entro l'anno successivo.

ACCOLTELLATO DAL PD Marino, addio al veleno: la sua frase (raggelante)

Roma, Ignazio Marino e l'addio al veleno contro Renzi e Pd: "Accoltellato da un unico mandante. Col premier nessun rapporto da un anno"


di Claudio Brigliadori
@Piadinamilanese



"Chi mi ha accoltellato ha 26 nomi e cognomi e mi pare un unico mandante". L'addio dell'ormai ex sindaco di Roma Ignazio Marino, che i consiglieri del Pd hanno fatto decadere dimettendosi, non poteva essere più velenoso. Nella conferenza stampa in Campidoglio, Marino va giù durissimo con il premier Matteo Renzi e i dirigenti democratici: "Certo quando un familiare ti accoltella, pensi è stato un gesto inconsulto o un gesto premeditato? Io questa riflessione non l'ho ancora fatta". Di sicuro, spiega, "il Partito democratico che ho fondato e per la cui segreteria nazionale ho corso (nel 2009, ndr) mi ha deluso per i comportamenti dei suoi dirigenti" e perché "ha rinunciato ad agire dentro i confini della democrazia, negando il proprio stesso nome e il proprio dna". Quanto a Renzi, la replica di Marino è sprezzante: "Non avuto rapporti turbolenti con il presidente del Consiglio. Nell'ultimo anno non ho avuto nessun rapporto".

Sfiducia a viso aperto - Da giorni Marino chiedeva la possibilità di un confronto in Aula, in Campidoglio, che però il Pd ha voluto negare: "Avrei accettato una eventuale sfiducia a viso aperto e avrei stretto la mano a tutti i consiglieri o le consigliere. Avrei chiesto di continuare a servire le istituzioni e non di servirsi delle istituzioni". Il bilancio di questi due anni e mezzo da sindaco, secondo il "Marziano" è comunque positivo: "Lasciamo un segno profondo e auspico che dalle nostre scelte si riprenda perché non è in gioco il futuro di Ignazio Marino ma il futuro di Roma. Si può fermare una squadra ma non si possono fermare le idee". Spazio per autocritiche? "Certamente ho fatto degli errori, ma in medicina si dice che l'unico chirurgo che non sbaglia è quello che non entra in sala operatoria. Per fortuna di chirurghi così ce ne sono pochi, mentre sono molti i politici che preferiscono non entrare in sala operatoria".

ARRIVA IL "MILANESE" Roma ha un nuovo "sindaco": chi ha scelto Renzi

Roma, scelto il nuovo commissario: è il prefetto di Milano Franco Tronca




È l'attuale prefetto di Milano, Franco Tronca, l’uomo scelto per guidare come commissario il Comune di Roma dopo lo scioglimento del Consiglio comunale. Una scelta che vuole rappresentare un chiaro segnale in vista del Giubileo, perché l'evento possa avere la stessa riuscita dell'Expo, come auspicato dal premier Matteo Renzi intervistato da Bruno Vespa poche ore dopo la decadenza del sindaco Ignazio Marino. 

Via al "dream team" - Comincia così il periodo di transizione che accompagnerà i romani alle urne anticipate, previste tra la primavera e l'autunno 2016. Il premier ha già annunciato l'intenzione di formare un "dream team" di assessori tecnici "di altissimo profilo" per gestire le emergenze in corso e quelle che verranno, legate all'affluenza di pellegrini e turisti per l'Anno Santo. 

"Orgoglioso e felice": il ritratto - A botta calda Tronca si è detto "orgoglioso e felice". Nato a Palermo il 31 agosto 1952, è un grande esperto di sicurezza pubblica, mediazione sociale, immigrazione e gestione di emergenze. A Milano è famoso soprattutto per il pugno duro usato contro gli scioperi dei trasporti pubblici soprattutto durante il periodo dell'Expo in cui non ha lesinato sulle precettazioni. Come riporta la biografia sul sito del Viminale, dopo le due lauree nel 1975 a Pisa in Giurisprudenza e Storia è entrato in Polizia nel 1977, iniziando a Varese per poi passare nel 1979 alla prefettura di Milano, come capo della segreteria del prefetto, vicecapo di gabinetto, capo di gabinetto e, infine, viceprefetto vicario di Milano nel luglio 2000. Dal 2003 al 2006 è prefetto di Lucca, fino al 2008 a Brescia e dal 2008 capo del dipartimento dei vigili del fuoco fino a tornare a Milano, come prefetto nel 2013. Non possono tornare alla mente le parole, freschissime, del commissario anti-corruzione Raffaele Cantone secondo cui Roma è corrotta e non ha gli anticorpi per reagire, a differenza di Milano. La scelta del "milanese" Tronca sembra andare in questa direzione. 

venerdì 30 ottobre 2015

Caivano (Na): Forza Italia, Ponticelli Ricuce lo strappo con il Sindaco Monopoli

Caivano (Na): Forza Italia, Ponticelli ricuce lo strappo con il Sindaco Monopoli


di Gaetano Daniele


Gaetano Ponticelli
Capogruppo Forza Italia

Il matrimonio s'è rifatto. Una ricucitura totale, almeno stando alle ultime indiscrezioni, quella tra Forza Italia e il primo cittadino Simone Monopoli, grazie alla mediazione del Capo Gruppo consiliare, Gaetano Ponticelli. Raccolto dunque, l'invito del capogruppo di Forza Italia. Ponticelli, ha più volte sottolineato la consapevolezza che Forza Italia può offrire un significativo contributo al servizio e in favore dei cittadini caivanesi. Alla ritrovata compattezza maggioritaria, faranno di sicuro da contraltare le frecciate dell'opposizione. Insomma, ricucito lo strappo, si volta pagina e si guarda al futuro del Paese. 

Marino, anche la fine è una farsa: il Pd lo fa decadere, cosa succederà

Roma, il sindaco Ignazio Marino è decaduto: 26 consiglieri comunali si dimettono




Per Ignazio Marino è ufficialmente finita: i consiglieri comunali del Pd insieme ad altri di maggioranza ed opposizione si sono dimessi e così facendo hanno staccato la spina al sindaco di Roma. Giovedì il primo cittadino della Capitale aveva ritirato le dimissioni e aspettava un confronto in aula. Ma all'ora di pranzo si sono riuniti i consiglieri negli uffici di Via del Tritone e si sono contati: 26 le firme che mettono la parola fine. Lasciando Via del Tritone, i consiglieri si sono recati tutti in Campidoglio dove attendono la chiusura dell'atto da parte del notaio che dopo andrà al protocollo. 

Palla a Gabrielli - Queste dimissioni in blocco faranno scattare automaticamente la decadenza di sindaco e intero consiglio, con conseguente commissariamento disposto dal prefetto di Roma, Franco Gabrielli. Il sindaco stamattina aveva rilanciato: "Mi chiedo - aveva detto davanti al nuovo Cda della Fondazione Musica per Roma - perché se un sindaco chiede un confronto in un luogo democratico come l'aula, le forze politiche usano qualunque strumento, anche le dimissioni di massa, per impedire questo confronto". Ora si aprirà la partita del cosiddetto "interregno": prima di tornare alle urne, infatti, il governo avrebbe l'intenzione di far insediare nella Capitale un commissario giubilare con assessori tecnici per traghettare Roma nell'anno del Giubileo in vista delle elezioni da fissare tra la primavera 2016 e l'autunno seguente. Il premier Matteo Renzi aveva già battezzato la nuova squadra "Dream team", squadra da sogno con personalità "di altissimo profilo". Per ora, però, rigorosamente sulla carta.

Marino indagato - Il giorno dopo il ritiro delle dimissioni, per Marino si era riaperto il fronte delle note spese e il sindaco, ora risulta indagato per peculato. Accusa confermata dal suo legale ed in relazione all'uso della carta di credito assegnata dall'amministrazione comunale, per le cene di rappresentanza o istituzionali. Stamattina, inaugurando una targa toponomastica che intitola il Parco di Tor Vergata a Salvador Allende, Marino aveva citato una sua celebre frase: "Non mi sento un martire, sono un lottatore sociale che tiene fede al compito che il popolo gli ha dato. E vi dico con certezza che il seme affidato alla coscienza degna di migliaia di Cileni, non potrà essere estirpato completamente. Hanno la forza, potranno sottometterci, ma i processi sociali non si fermano né con il crimine né con la forza. La storia è nostra e la fanno i popoli". Parole che il presidente Allende riferì alla nazione in un discorso tenuto poco prima di morire. E così, dopo Che Guevara già citato da Marino, era toccato a Salvador Allende e le parole del Presidente cileno possono assumere un valore simbolico vista la situazione politica che coinvolge il primo cittadino. 

Maggioranza "allargata" - Intorno alle 16, è arrivato l'annuncio del consigliere comunale di Ncd, Roberto Cantiani e il sipario cala: "Le firme ci sono tutte, sono 26. Il notaio sta ora preparando l'atto e poi andiamo tutti insieme in Campidoglio a firmare ufficialmente". Cantiani ha riferito che le 26 firme di dimissioni sono così composte: 19 consiglieri del Pd, 2 consiglieri della lista Marchini (compreso lo stesso Alfio Marchini), 2 consiglieri fittiani, 1 consigliere di Ncd, 1 consigliere di Centro Democratico, la consigliera Svetlana Celli, eletta nella Lista civica di Marino. 

Napoli: Intervista all'Amministratore del blog Gaetano Daniele

Napoli: Intervista all'Amministratore del blog Gaetano Daniele


di Angela Bechis



Gaetano Daniele
Amministratore il Notiziario sul web

Grazie per aver accettato l'intervista. Una bomba d'acqua ha messo in ginocchio Caivano, cosa ne pensa in merito, ma soprattutto, cosa pensa dell'attuale amministrazione a guida Monopoli...

Grazie a Lei. Quello che penso io importa a pochi o a nessuno, ma tenterò di fare il punto della situazione su quanto accaduto, per rispondere all'attuale politica locale che, non sempre quello che si promette in campagna elettorale poi viene rispettato. 

Cosa intende dire?

Il Sindaco Monopoli, in un'intervista rilasciata a questo stesso blog, in campagna elettorale, promise il reddito di cittadinanza. Ciò non è stato ancora preso in considerazione, tanto meno messo in bilancio 2015. Monopoli, promise discontinuità con le passate amministrazioni, ciò non è avvenuto. Anzi. Sono stati affidati lavori a fratelli di consiglieri comunali della sua maggioranza che sicuramente non avevano bisogno di quel piccolo lavoretto, di fatto però, è stato assegnato e i lavori sono stati eseguiti. Altra tegola, sono stati affidati piccole commesse al marito di un assessore di maggioranza vicino a Monopoli. Sicuramente sono persone rispettabili e che anche in passato hanno mantenuto rapporti di lavoro con l'Ente, ma se si parla di discontinuità lo si deve fare a 360°, e certe cose non possono accadere, sono appunto, l'A,B,C della discontinuità, e sono venute meno. 

Somme Urgenze?

Il Sindaco Monopoli quando era all'opposizione, su questo stesso blog in diverse interviste o Post, denunciava l'allora amministrazione Falco di negligenza, non solo, ne ha fatto un vero e proprio cavallo di battaglia, una denuncia da presentare poi al Paese, per essere eletto, e mettere una pietra sopra al passato, appunto, discontinuità. Bocciava e denunciava affidamenti diretti senza gara d'appalto, denunciava parentopoli, sarò ripetitivo, basti entrare nel motore di ricerca di questo stesso blog per capire bene quali erano le intenzioni dell'aspirante sindaco, poi divenuto. Insomma, come dicevo poc'anzi, ne ha fatto un vero e proprio cavallo di battaglia, ma tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare. Monopoli in meno di 6 mesi di consiliatura si è contraddetto su tutto ciò che aveva promesso agli elettori. Su tutto. 

Come vede il futuro di questa maggioranza?

Politicamente parlando, nero. Basti leggere l'ultima diatriba interna a Forza Italia. 5 consiglieri di maggioranza chiedono in due missive più rispetto delle regole. A dirlo appunto, non è stata l'opposizione nè la Cisl o l'Ugl, ma il suo primo partito di riferimento. Ciò è di una gravità inaudita, e quando si arriva a tanto, in meno di 6 mesi di consiliatura, vuol dire che il giocattolo si è rotto, e quando il giocattolo si rompe, dopo, non c'è colla che tenga. Si rompono gli equilibri, si entra in personalismi e ad ogni intoppo ne si fa una questione di principio, insomma, si perde il lume della ragione e a pagarne le conseguenze è il Paese. Basti vedere appunto, la spazzatura per le strade. Monopoli promise che ai primi di settembre sarebbe sparita, ad oggi è triplicata se non quadruplicata. Si, è vero, si è sanzionato la ditta, ma ai caivanesi cosa importa dei retroscena politici o del libro dei sogni, ai cittadini interessano interventi immediati e significativi.

Qual'è la sua ricetta?

Guardi non sono nè un politico nè un tecnico. Si pagano tanti soldi per consulenti, funzionari e tecnici, e poi si vuole la risposta da altri? Se i tecnici, i funzionai o chi per esso, hanno fallito, perchè solo chi non opera non sbaglia, andassero a casa e lasciassero spazio a chi è più competente. L'utilità dell'inutile e far credere di essere utile. Con questi presupposti non si arriva da nessuna parte. 

Berlusconi, la super villa a Cannes e il mistero di Monte dei Paschi...

Silvio Berlusconi, la super villa in Costa Azzurra e il mistero di Mps




Sulla mega villa in Costa Azzurra della seconda ex moglie di Paolo Berlusconi, c'è una fideiussione di Silvio. Ma Monte dei Paschi di Siena, riporta il Fatto Quotidiano, anziché recuperare la somma (ben 9 milioni di euro) direttamente dal Cavaliere ha deciso di rivalersi sulla sua ex cognata Antonella Costanzo con una ipoteca e la minaccia di pignorare i suoi beni.

La vicenda - Nel 2007 Silvio Berlusconi ha firmato una fideiussione a favore del Monte dei Paschi per 7,2 milioni di euro, poi elevati a 8,3 milioni per garantire una linea di credito a favore della Costanzo che con quel prestito ha poi comprato Villa Lampara a Cannes: 500 metri quadrati di lusso, 2mila metri di giardino, con piscina. Quattro anni fa la Costanzo l'ha messa in vendita a 20 milioni di euro. Ma nessuno l'ha acquistata, forse il prezzo era fuori mercato.

Il pignoramento e un dubbio - Qualche mese fa la villa è però tornata in vendita. Con una bella ipoteca di Monte dei Paschi che ha ottenuto l'ok dal tribunale per rientrare così in possesso dei soldi prestati, che con gli interessi oggi sono saliti a quasi 9 milioni di euro. Non solo. Mps ha già fatto mettere un'ipoteca su una casa di Milano (4 milioni di euro) e potrebbe anche pignorarle il conto corrente e l'assegno di mantenimento che le versa Paolo Berlusconi. Ma, si chiede il Fatto, perché Mps, non chiede i soldi a Silvio Berlusconi? Se li chiedessi a lui li otterrebbe subito. La Banca risponde: "Nell'esercitare le attività di recupero la banca agisce in tutti i casi, senza eccezione alcuna, secondo criteri oggettivi di legalità, diligenza e correttezza e, parimenti, con le modalità che ritiene più efficaci per il recupero, sempre soltanto sulla base delle norme applicabili, della prassi e dell'esperienza professionale".

ALTRO SCHIAFFO AL PAPA Violati i segreti nel pc: nuovo giallo in Vaticano

L'ultimo schiaffo a Francesco: violati i segreti nel computer




Una nuova rivelazione sul Vaticano. Luigi Bisignani durante la tramissione "Virus", condotto su Rai2 da Nicola Porro, ha rivelato che è stato violato il computer del Revisore Generale delle Finanze del Vaticano, Libero Milone. Come spiega Il Tempo, Milone ha il compito di sovrintendere i conto e i bilanci delle società della Santa Sede. Ha in mano il bilancio del Vaticano. La violazione è avvenuta nei giorni scorsa ha spiegato Bisignani al quotidiano romano e ora sono in corso delle indagini. Bisignani non ha dubbi: per lui l'intrusione nel pc di Milone "si inserisce nel contesto riguardante il nuovo corso nelle finanze vaticane che Papa Francesco vuole imprimere nel segno della trasparenza". Bisignani non ha dubbi l'intrusione telematica è collegata anche alla storia del presunto tumore benigno al cervello del Papa. Poi si sofferma sul nemico principale di Bergoglio: "Si trova in Vaticano". Bisignani precisa che il Papa è in salute, in questo periodo mangia molto tartufo che gli piace molto ed è molto seguito dalla sua dietologa, Sara Farnetti "che gli suggerisce di stare attenta al colesterolo".

Guardare la televisione vi uccide L'allarme: otto patologie mortali...

Guardare la televisione uccide: cresce del 47% il rischio di contrarre patologie mortali




Cancro, infarto, ictus, polmonite, diabete, influenza, malattie al fegato, e anche il morbo di Parkinson. Ogni volta che guardiamo la tv per ore e ore aumentiamo la probabilità di ammalarci di una di queste patologie mortali. Una nuova ricerca pubblicata sull'American Journal of Preventive Medicine, ha rivelato che la posizione in cui fruiamo del piccolo schermo, in estrema sintesi, può portare alla morte.

L'analisi - Gli esperti del National Cancer Insitute del Michingan hanno monitorato 221 mila persone sane di età compresa tra i 50 e i 71 anni. Il risultato emerso ha confermato i sospetti: le persone che guardavano la tv per 3-4 ore al giorno hanno il 15% in più di probabilità di morire per qualsiasi causa rispetto a coloro che invece ne hanno passato solo un'ora. E la situazione è ancora più grave se si pensa che per coloro che la guardavano per più di 7 ore al giorno la percentuale sale fino al 47%. Gli esperti però non si sono basati solo sul tempo passato in poltrona ma hanno considerato anche le cattive abitudini (dal fumo all'alcool fino all'alimentazione) che le persone avevano. Nonostante questi vizi, il rischio di ammalarsi non cambiava in presenza della sedentarietà.

Lo sport non aiuta - Le persone che guardavano la tv non riuscivano nemmeno a trarre beneficio dall'attività fisica. "Sapevamo che guardare la tv nel tempo libero è l’abitudine prevalente collegata all'essere sedentari e anche se abbiamo dimostrato che l'esercizio fisico non ha eliminato completamente i rischi associati con la visione prolungata del piccolo schermo, certamente per coloro che vogliono limitare l’immobilità nella loro giornata, l’esercizio fisico dovrebbe essere la prima scelta", ha affermato la dottoressa Sarah K. Keadle, autrice principale dello studio. I ricercatori hanno sottolineato però che i risultati potrebbero essere applicati anche alle ore passate alla guida, a chi sta sempre seduto mentre lavora o predilige attività sedentarie nel tempo libero come stare davanti a tablet o computer.