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sabato 31 ottobre 2015

ACCOLTELLATO DAL PD Marino, addio al veleno: la sua frase (raggelante)

Roma, Ignazio Marino e l'addio al veleno contro Renzi e Pd: "Accoltellato da un unico mandante. Col premier nessun rapporto da un anno"


di Claudio Brigliadori
@Piadinamilanese



"Chi mi ha accoltellato ha 26 nomi e cognomi e mi pare un unico mandante". L'addio dell'ormai ex sindaco di Roma Ignazio Marino, che i consiglieri del Pd hanno fatto decadere dimettendosi, non poteva essere più velenoso. Nella conferenza stampa in Campidoglio, Marino va giù durissimo con il premier Matteo Renzi e i dirigenti democratici: "Certo quando un familiare ti accoltella, pensi è stato un gesto inconsulto o un gesto premeditato? Io questa riflessione non l'ho ancora fatta". Di sicuro, spiega, "il Partito democratico che ho fondato e per la cui segreteria nazionale ho corso (nel 2009, ndr) mi ha deluso per i comportamenti dei suoi dirigenti" e perché "ha rinunciato ad agire dentro i confini della democrazia, negando il proprio stesso nome e il proprio dna". Quanto a Renzi, la replica di Marino è sprezzante: "Non avuto rapporti turbolenti con il presidente del Consiglio. Nell'ultimo anno non ho avuto nessun rapporto".

Sfiducia a viso aperto - Da giorni Marino chiedeva la possibilità di un confronto in Aula, in Campidoglio, che però il Pd ha voluto negare: "Avrei accettato una eventuale sfiducia a viso aperto e avrei stretto la mano a tutti i consiglieri o le consigliere. Avrei chiesto di continuare a servire le istituzioni e non di servirsi delle istituzioni". Il bilancio di questi due anni e mezzo da sindaco, secondo il "Marziano" è comunque positivo: "Lasciamo un segno profondo e auspico che dalle nostre scelte si riprenda perché non è in gioco il futuro di Ignazio Marino ma il futuro di Roma. Si può fermare una squadra ma non si possono fermare le idee". Spazio per autocritiche? "Certamente ho fatto degli errori, ma in medicina si dice che l'unico chirurgo che non sbaglia è quello che non entra in sala operatoria. Per fortuna di chirurghi così ce ne sono pochi, mentre sono molti i politici che preferiscono non entrare in sala operatoria".

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