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domenica 12 aprile 2015

Strage in Tribunale, Vittorio Feltri massacra Sergio Mattarella: "Caro presidente, hai rotto il silenzio e pure le... Perché non ricordi che..."

Strage in Tribunale, Vittorio Feltri massacra Sergio Mattarella: "Ha rotto il silenzio e pure le scatole"





"Mattarella? Ha rotto il silenzio e pure le scatole...". E' il succo dell'editoriale al vetriolo di Vittorio Feltri contro il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. L'occasione sono le polemiche sull'assurda strage al Tribunale di Milano in cui l'imprenditore killer Claudio Giardiello ha ucciso un magistrato, un avvocato e un coimputato. "Non usate quella strage per santificare le toghe", ammonisce il fondatore di Libero ed editorialista del Giornale, che come Mario Giordano su Libero di sabato 11 aprile punta il dito contro l'atteggiamento delle autorità giudiziarie italiane. Incasellare una follia "personale e privata" in un più generale "clima anti-magistrati" è sbagliato, avvertono le due penne. Vero è che Giardiello, alle prese da anni con la giustizia, ha ammesso di "odiare il Tribunale" ma come sottolinea Giordano il suo in realtà era "odio contro il mondo". 

L'affondo su Mattarella - Feltri però si concentra soprattutto sul presidente. Fino a giovedì di Mattarella si segnalavano solo le dichiarazioni misuratissime, la modestia, la volontà di restare fuori dalla rissa mediatica. "Giovedì ci siamo ricreduti -  si lamenta Feltri -. Mattarella ha parlato e ci ha talmente deluso da insinuare il sospetto che, avendo rotto il silenzio, d'ora in poi ci romperà anche le scatole con un'incessante sequela di dichiarazioni petulanti, per non dire di peggio". A scatenare le ire di Feltri sono state le frasi in difesa delle toghe subito dopo la strage: "Basta discredito sui magistrati", ha detto il Capo dello Stato. "Siamo d'accordo con il presidente che costoro non debbano essere gratuitamente offesi, cosa che invece avviene abbastanza frequentemente - ha spiegato ancora il fondatore di Libero -. Ma il punto è un altro: che c'entra il discredito gettato sulle toghe con il massacro in tribunale?". Di fatto, nel Palazzaccio non è morto solo il giudice Ciampi ma anche, come detto, il giovane avvocato e l'ex socio di Giardiello. "Mattarella avrebbe dovuto prendersela non solo con chi scredita i magistrati, ma anche con chi diffama i legali e i soci in affari. (...) Forse spinto dal desiderio di manifestare solidarietà nei confronti dei giudici, ha colto l'occasione dell'eccidio per fare udire la propria voce in loro difesa. Probabilmente si è pure dimenticato che spesso i magistrati si  screditano da soli: la recente lite fra Bruti Liberati e Robledo, proprio nella Procura di Milano, ne è la prova".

sabato 11 aprile 2015

Il sondaggio: il tonfo di Renzi e Pd "Perché gli italiani li hanno mollati"

Sondaggio Ixé, scende il Pd e il governo di Matteo Renzi mentre gode Beppe Grillo e Matteo Salvini






La maggior parte dei sondaggi conferma quanto siano durissimi i tempi per Matteo Renzi e il suo governo. Le anticipazioni sul Def e la seria minaccia che le tasse possano aumentare sono state più convincenti degli annunci renziani. Frana così il terreno sotto i piedi dei dirigenti Dem visto che secondo il sondaggio Ixé per Agora su Raitre, il Partito democratico ha perso lo 0,8% in una settimana, raccogliendo il 37,6% delle intenzioni di voto. Godono i grillini con il Movimento 5 stelle che guadagna lo 0,3%, salendo al 19%. Stabile la Lega di Matteo Salvini al 13,5%. Tiene botta anche Forza Italia che rosicchia uno 0,2% negli ultimi sette giorni segnando il 13,1%.

Fiducia - Così come cala il Pd, perde appeal anche Renzi che nell'ultima settimana ha perso un punto percentuale scendendo al 37%. Colpa anche di una convinzione ormai entrata nella testa degli elettori: per il 73% di loro le tasse sono aumentate proprio sotto il governo Renzi. E su questa scia di sfiducia perde un punto in sette giorni anche l'intero governo, sceso al 31%. In testa alla lista dei leader politici più graditi rimane il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, stabile al 70%.

Scelte - Non hanno dubbi gli italiani su cosa preferirebbero che facesse il governo per tenere il bilancio dello Stato in equilibrio. Per il 55% degli intervistati da Ixé è meglio tagliare i fondi ai Comuni e agli Enti locali, piuttosto che aumentare l'Iva, anche solo di un punto.

Grosso guaio a Masterchef I vincitori si fanno causa

Cinque concorrenti di Masterchef fanno causa a Sky





Il "grosso guaio di Masterchef" sembra non trovar fine. Nell'occhio del ciclone c'è sempre il vincitore della quarta edizione del talent culinario di SkyUno, Stefano Callegaro, coi suoi presunti trascorsi da chef per i quali (secondo i suoi accusatori) non avrebbe nemmeno dovuto partecipare al programma. A sollevare il caso era stato "Striscia la notizia" che ormai da oltre un mese ha incrociato le spade con Masterchef e non pare voler posare l'arma.

Il programma di Antonio Ricci aveva prima anticipato di un giorno il verdetto sul vincitore (Stefano Callegaro, appunto) e poi aveva sollevato dubbi sulla regolarità della sua vittoria, intervistando alcuni chef coi quali tempo addietro Callegaro avrebbe promosso i dadi Knorr nel ccorso di alcune dimostrazioni culinarie (che ne farebbero un "professionista" non idoneo a partecipare a Masterchef).

Ora l'ennesimo capitolo della saga, che Striscia racconta nella puntata di venerdì 10 aprile. In un Paese come l'Italia dove spadroneggiano Tar, Consiglio di Stato e compagnia bella, cinque concorrenti del talent (Carmine Giovinazzo, Serena De Maio, Arianna Contenti, Gabriele Costantino e Filippo Cassano) hanno deciso nientemeno che di fare causa al programma.

La cosa, già di per sè surreale, si arricchisce di grottesco per il fatto che a tutelare i cinque sarà l'avvocato Tiziana Stefanelli. La quale due anni fu nientemo che la vincitrice della seconda edizione di Masterchef e pure lei contestata per aver infranto il regolamento della competizione: la Stefanelli, infatti, aggiunse di nascosto olio al suo piatto a tempo scaduto in quello che passò alla storia della trasmissione come "Oil gate". Basta? No. La Stefanelli, infatti, dopo la vittoria a Masterchef, è stata protagonista di uno spot televisivo del dado Star. Già, proprio il dado da cucina che si spartisce dai tempi che furono il mercato dei brodi e delle minestre con il Knorr. Quello che a suo tempo promuoveva Stefano Callegaro. Il cerchio si chiude.

Stadi vuoti? "La serie A giochi all'estero" De Laurentis ci crede. Ecco in quali città

Serie A, l'idea di Aurelio De Laurentis: "Portiamo il campionato all'estero"






La serie A come l'Nba che sceglie di giocare alcune gare all'estero. L'idea non sarebbe stata partorita
dalla mente vulcanica del presidente del Napoli, Aurelio De Laurentis, ma è stato lui ad annunciarla ai microfoni di Radio Kiss kiss: "Portare la prima giornata di serie A della prossima stagione (23 agosto 2015) in dieci città del mondo diverse, Sky permettendo". Poco prima c'era stata un'assemblea rapidissima della Lega. Se la proposta sia stata fatta anche in quella sede - un po' più deputata della radio campana - non è dato saperlo. Però De Laurentis si dice fiducioso: "Stiamo verificando la fattibilità del progetto che punta a far uscire il calcio italiano dal periodo difficile che sta vivendo negli ultimi anni". Tra le prime città candidate ci sarebbero New York, Londra, Parigi, Giacarta, Pechino e Shanghai.

Il freno della Lega - All'uscita di De Laurentis segue la frenata di Maurizio Beretta, un po' più cauto sull'argomento: "L'ipotesi è molto complessa, anche la Premier la sta studiando da anni e la questione incrocia i regolamenti Fifa". Non ci sono ancora passi ufficiali da parte della Lega, ma Beretta non chiude del tutto la porta: "Si può giocare all'estero una partita di apertura o qualche partita di Coppa Italia", come succede ormai da anni per la partita di Supercoppa tra Cina e Dubai.

L'ultimo trucco dei ladri d'auto: così aprono gli antifurti elettronici

Il nuovo strumento dei ladri di automobili: ecco il jammer che apre gli antifurti elettronici





Gli antifurti elettronici per le automobili non sono più al sicuro. I ladri ora usano un nuovo strumento, uno jammer, che intercetta i meccanismi di chiusura elettronica, grazie al quale possono aprire l'auto e smontare il navigatore in soli 60 secondi. La dimostrazione di quanto sia efficace il nuovo dispositivo l'hanno messa in pratica le Iene su Italiauno che hanno prima aperto diverse auto nel parcheggio di un supermercato, fino a beccarne una molto lussuosa fuori da un Autogrill con denaro e documenti sul sedile posteriore lasciata proprio aperta. Un vero e proprio sistema per evitare che il jammer possa aprire gli sportelli non c'è, ma tra i consigli che lo stesso servizio delle Iene provano a dare c'è quello di controllare sempre che gli sportelli si siano chiusi davvero.

Tassa rifiuti, via libera allo sconto Ecco chi ha diritto a pagare meno

Sconto sulla Tares per chi ha i cassonetti a più di 300 metri

di Matteo Mion 



La prima sezione della Commissione tributaria di Perugia con sentenza 235/2014 pubblicata in questi giorni ha stabilito un importante principio, o meglio agevolazione, di tipo fiscale: "Il contribuente con l’immobile distante dal servizio di raccolta rifiuti oltre 300 metri lineari versa una tassa ridotta". In particolare, la Corte ha accolto il ricorso di un’azienda umbra che si era vista accertare l’imposta di asporto rifiuti in misura intera. La difesa dell’azienda invece, invocando il regolamento comunale che prevedeva la tassa agevolata per chi non avesse il punto di raccolta comodo, chiedeva una riduzione del 70% della Tares.

I giudici tributari hanno accolto e sancito nella loro decisione tale principio, estendendolo così all’intera giurisprudenza nazionale. La Corte ha chiarito quali siano i confini da cui calcolare la distanza per applicare la tassazione agevolata. "La tassa è dovuta in misura ridotta per tutti gli immobili rispetto ai quali il servizio è di fatto svolto, ma che distano dal più vicino punto di raccolta oltre 300 metri che si calcolano dall’imbocco della strada privata… pertanto nel caso di un servizio inadeguato o carente la tassa è dovuta, ma in misura ridotta».

Qualche tempo fa potevamo permetterci di fare spallucce a simili argomenti, ma oggi le pretese dei Comuni in punto Tares sono diventate esagerate: in particolare “il commerciale” e cioè uffici, negozi e aziende sono vessati come in nessun altro paese europeo. Un’agevolazione di origine giurisprudenziale che mitiga una gabella sproporzionata rispetto al servizio reso. L’importante, però, è che ora la sentenza perugina venga applicata uniformemente su tutto il territorio nazionale e non si verifichino le solite disparità di trattamento fiscale tipicamente italiane.

venerdì 10 aprile 2015

Confermate le condanne per il crac Cirio Un'altra mazzata per Cragnotti e Geronzi

Crac Cirio, condannati in appello Sergio Cragnotti e Cesare Geronzi





La Corte d'Appello di Roma ha confermato le condanne che furono inflitte il 4 luglio del 2011 a Sergio Cragnotti e a Cesare Geronzi per il dissesto della società Cirio. In particolare i giudici hanno confermato la condanna a Cragnotti per bancarotta distrattiva riducendo comunque a 8 anni e 4 mesi la pena a 9 anni che gli era stata inflitta in primo grado. Confermata invece per Cesare Geronzi la condanna a 4 anni. Ridotte poi per altri le pene, in particolare il figlio di Cragnotti Andrea ha avuto 2 anni e 4 mesi. Il genero dell’imprenditore Filippo Fucile a 3 anni 10 mesi mentre sono state dichiarate prescritte le accuse per altri due figli di Cragnotti Massimo ed Elisabetta che in primo grado avevano avuto 3 anni ciascuno. Altre condanne inflitte oggi anche se minori rispetto a quelle di primo grado quelle a Ettore Quadrani, a Piero Locati e Antonio Nottola. Locati e Nottola hanno avuto 2 anni ciascuno mentre Quadrani 3 anni e 4 mesi. Molte delle accuse sono state eliminate per prescrizione. Confermate poi le assoluzioni decise in primo grado per altri 13 imputati. 

Addizionali, guai per 5 milioni di italiani: gli aumenti Irpef regione per regione

Addizionali Irpef, ecco gli aumenti regione per regione





La probabile stretta del governo sugli enti locali si trasformerà, come prevedibile, in una ulteriore stangata sui contribuenti. Secondo le prime indiscrezioni, crescerà l'addizionale Irpef regionale, già aumentata del 7,5% medio negli due anni (il picco si è registrato nel Lazio, dove l'addizionale dal 2013 è salita addirittura del 48%). Nello specifico, come sottolinea il Corriere della Sera, saranno sei le Regioni che hanno rimodulato l'aliquota: Piemonte, Liguria, ancora Lazio ed Abruzzo, oltre all'Emilia Romagna (che ha tagliato il prelievo per i risparmi fino a 40mila euro e aumentando le fasce superiori) e alla Lombardia (aliquota più salata sopra i 75mila euro). A rischio rincaro, però, sono tutte quelle regioni che stanno discutendo con il Ministero dell'Economia un piano di rientro dai forti debiti e dunque bisognose di fare cassa: oltre a Piemonte, Lazio ed Abruzzo, dunque, anche Molise, Campania, Umbria, Calabria e Sicilia. In questi casi, l'aliquota può salire di un ulteriore 0,30 rispetto al tetto massimo del 3,33. 

Chi pagherà di più - La media nazionale dell'addizionale passa dai 377 euro del 2014 ai 389 euro del 2015, mentre nel 2013 erano 362 euro, quindi il rincaro è stato del 7,5 per cento. L'aumento più sostanzioso sarà sulle spalle dei cittadini della Regione Lazio: 687 euro di media, 223 in più del 2013 salvo correttivi dell'ultima ora). In Piemonte si pagheranno 509 euro (120 euro in più rispetto al 2013), 442 euro in Campania, 421 in Molise, 419 in Liguria, 405 in Calabria, 404 in Emilia Romagna, 399 in Abruzzo e 383 in Lombardia.

L'addizionale comunale - C'è poi l'allarme sulle aliquote per l'addizionale comunale Irpef. Su 168 Comuni, secondo i calcoli Uil, 33 hanno aumentato l'aliquota (tra cui Bologna, Livorno e Forlì), salite rispettivamente allo 0,8% le prime due e allo 0,49% per i redditi fino a 15mila euro e poi 0,6 e 0,8 per cento. Lo scettro però va a Roma, con aliquota allo 0,9%: lo 0,5 va al bilancio ordinario e il restante nel "fondo" per ripianare i debiti pregressi. 

Caivano (Na): Riceviamo e Pubblichiamo la risposta dell'Ingegnere Iuri Bervicato alla domanda-proposta dell'Avv. Domenico Acerra

Caivano (Na): Riceviamo e Pubblichiamo la risposta dell'Ingegnere Iuri Bervicato alla domanda-proposta dell'Avv. Domenico Acerra 




Ingegnere Iuri Bervicato

Egregio Direttore, 
Nella sterile polemica che Lei giustamente ha riportato, ho purtroppo constatato quello che molti mi avevano già preannunciato sull'avvocato Acerra Domenico: non è persona degna di considerazione, in quanto, non ha né contenuti e né spessore politico. Come è infatti successo in questo pseudo confronto su facebook fra me e lui, nato per sua puerile quanto inutile provocazione (e come è successo in altri confronti politici fra lui ed altri interlocutori sempre sulle pagine di facebook), quando l’avvocato Acerra si vede alle strette di contenuti politici degenera il confronto in volgarità e sconcezze di ordine personale. Poiché questo non è il modo di fare politica che mi appartiene, poiché ritengo che i confronti politici, duri e aspri quanto si vuole, devono però essere sempre e solamente su temi di interesse pubblico da tenersi lungo i binari del rispetto reciproco e della buona educazione, e poiché ritengo che un confronto politico non deve tenersi solo per dare sfogo ad un personaggio che non trova pace politica con se stesso, visto che è passato dall’estrema sinistra dei DS (allora da vicesegretario dei Democratici di Sinistra gridava che lui e non altri rappresentava la vera sinistra nel partito), alla destra estrema di una coalizione dove il suo leader dott. Simone Monopoli non nasconde, come è noto, la sua fede fascista; mi vedo costretto a declinare il suo invito. 

Per tutto quanto sopra, come già da me comunicato anche direttamente all’interessato, con la presente Le chiedo inoltre di non coinvolgermi più in questa ed altre eventuali vicende future che potrebbero derivare o provenire dall’avvocato Acerra Domenico poiché non di mio interesse. Ciò nonostante caro Direttore, spero per lui, che il tempo gli possa fare acquisire una maggiore maturità tale da cancellare l'immagine deprimente che lui oggi sta, purtroppo dando, di se stesso. Nel ringraziarLa per l’attenzione concessami, l’occasione mi è gradita per porgeLe i miei più cordiali saluti. Iuri Bervicato

Questa la proposta dell'Avv. Domenico Acerra a Iuri Bervicato: Ti sfido a un pubblico dibattito per spiegare le ragioni del nostro stare in politica. Davanti ai cittadini spiegheremo le nostre ragioni. Se ti sottrai, politicamente sei un vigliacco.

Caivano (Na), Sfida all'O.K Corral: l'Avv. Acerra (centro destra) sfida il candidato del Pd, Iuri Bervicato

Caivano (Na), Sfida all'O.K Corral: l'Avv. Domenico Acerra (centro destra) sfida il candidato del Pd, Iuri Bervicato 



di Gaetano Daniele 



Caivano - Dal primo scambio di battute si preannuncia una campagna elettorale infuocata per le elezioni amministrative di maggio 2015. Stamattina, dopo un'accesa discussione su Facebook, tra l'ingegnere Iuri Bervicato e l'avvocato Domenico Acerra, quest'ultimo lancia la sfida al candidato del Pd: Ti sfido a un pubblico dibattito per spiegare le ragioni del nostro stare in politica. Davanti ai cittadini spiegheremo le nostre ragioni. Se ti sottrai, politicamente sei un vigliacco. A questo punto non ci resta che attendere la risposta del candidato del Partito Democratico, Iuri Bervicato. 

Barilla lancia la pasta che cuoce senza acqua / Video

Barilla lancia la pasta che cuoce senza acqua



di Gaetano Daniele 





Avete voglia di un piatto di pasta ma a metter su l'acqua ci si mette troppo? Barilla ha la soluzione. Ha inventato la linea Barilla Pronto, la pasta che cuoce senza dover far bollire l'acqua. Il prodotto sarà venduto solo in America al momento, è stato infatti ideato personalmente per gli americani, amanti della pasta ma che giudicano i tempi di cottura troppo lunghi. Il funzionamento è semplice: si mettono gli spaghetti in una padella, si aggiunge un po' di acqua fredda e si mette a cuocere a fiamma alta per 10 minuti e poi condire a piacere. Non serve nemmeno scolare, perché la pasta riesce ad assorbire tutta l'acqua. 



Come combattere il cancro a tavola: ecco quali sono i dieci cibi da evitare

Cancro, ecco i dieci cibi da evitare





Cibo e salute vanno di pari passo, un'alimentazione corretta e sana ci può mantenere al sicuro da malattie e farci vivere più a lungo. Ma negli ultimi anni si è scoperta anche una relazione tra cibo e cancro. Quali sono i cibi che possono favorirne la comparsa? Ecco la lista dei dieci alimenti cancerogeni da evitare:

1) Alcol: è quasi scontato dirlo, ma l'abuso di questo alimento favorisce l'innesco di una reazione mutagena cancerogena

2) Bevande Zuccherate: da astenersi il più possibile, soprattutto da quelle che contengono sostanze chimiche all'interno

3) Carne in scatola: attenzione ai conservanti, da eliminare dalla dieta

4) Carni rosse: non sono da eliminare, ma da consumare saltuariamente, il suo consumo eccessivo è responsabile della comparsa di tumori al colon. Evitare la cottura alla brace che libera sostanze cancerogene

5) Insaccati: per le stesse ragioni della carne rossa

6) Glutammato: non sapete di assumerlo, è contenuto nei dadi pronti e nei prodotti che si usano per insaporire gli alimenti, non solo è dannoso, ma non apporta alcuna sostanza nutritiva

7) Grassi idrogenati: sono usati nei prodotti industriali già pronti perché allungano la conservazione del prodotto.

8) Frittura: golosa ma nociva, libera sostanze cancerogene per via della temperatura alta.

9) Sale: causa ritenzione idrica, affaticamento cardiaco e ipertensione. Non si aggiunge altro

10) Cibi in scatola: ricchi di conservanti nocivi e sale.

C'è il permesso per la tomba di Daniele Pino non riposerà nella sua Napoli, ma...

Pino Daniele lontano da Napoli per sempre: verrà sepolto in Toscana





Pino Daniele verrà sepolto nel comune di Magliano, in provincia di Grosseto. In Toscana sarà costruita la cappella per il cantante napoletano scomparso lo scorso 4 gennaio a 59 anni. Il Sindaco Diego Cinelli ha approvato nei giorni scorsi il progetto presentato dalla famiglia per la costruzione della tomba. Nel giro di due o tre mesi nel cimitero comunale di Magliano, in località Bacchino, verrà costruita una cappella: sarà in marmo chiaro e vetri, ed è stata progettata dall'architetto Andrea Spinelli. Lo scorso 22 gennaio il Comune di Magliano ha conferito la cittadinanza onoraria a Pino Daniele, in modo da poter consentire la tumulazione dei suoi resti mortali nel locale cimitero, in quanto il cantautore era residente ufficialmente nel vicino comune di Orbetello. Senza questo atto, la legge non avrebbe autorizzato la tumulazione a Magliano. 

Fitto ignora la mano tesa di Berlusconi vuole far fuori Forza Italia dalla Puglia

Berlusconi-Fitto, lo strappo sempre più vicino





Silvio Berlusconi fa un passo (piccolo) verso Raffaele Fitto. E acconsente a che in Puglia siano ricandidati tutti gli uscenti. Il che vuol dire, tradotto in numeri, via libera a circa 5-6 fittiani da reinserire in lista. Ma quella che in un primo momento sembra essere una resa al capofila dei frondisti, o quanto meno la ricerca di un compromesso, in realtà nel corso della giornata si rivela un nuovo guanto di sfida. Che riporta ai livelli di guardia il clima dentro Forza Italia. A ufficializzare la proposta, previo consenso del Cavaliere, è il commissario pugliese, Luigi Vitali, che in una nota all’ora di pranzo annuncia: tutti i consiglieri uscenti di Forza Italia saranno ricandidati. E aggiunge: una decisione presa "al fine di sgomberare il campo da tutte le polemiche divampate in queste settimane". Apriti cielo. Per i fittiani è un bluff. Una mossa per riconsegnare il cerino in mano all’europarlamentare e costringerlo, è la riflessione dei Ricostruttorì, ad essere lui il responsabile di una rottura che ormai, dentro al partito, praticamente tutti danno per scontata. Fitto non nasconde la sua irritazione per l’ennesima provocazione dei vertici azzurri: è una presa in giro, è la reazione a caldo dei suoi fedelissimi. La replica, al vetriolo, è affidata al consigliere regionale Davide Bellomo. Dichiarazione, viene specificato, condivisa dal coordinatore regionale del Movimento Politico Schittullì, Vito Mascolo. E, quindi, concordata non solo con Fitto ma con lo stesso candidato governatore. "Ora davvero basta - dice Bellomo - In questo momento è evidente che Forza Italia si è volontariamente esclusa dalla coalizione che sostiene Schittulli". Stando al consigliere regionale, l’accordo raggiunto nella serata di ieri prevedeva che nelle liste fossero candidati oltre agli uscenti anche amministratori e dirigenti locali del partito. Ovvero, molti degli uomini vicini a Fitto. E se l’ex governatore adesso attende la nuova mossa dell’ex premier e della sua cerchia ristretta, Berlusconi - sempre per voce di Vitali - fa sapere che è lui ad aspettare una risposta da Fitto e da Schittulli.

Lo strappo -  Certo, il leader azzurro è consapevole del fatto che, se si arrivasse davvero a una spaccatura non più ricucibile, Forza Italia rischierebbe di trovarsi in Puglia senza candidato e senza coalizione (Ncd e Fratelli d’Italia potrebbero infatti sostenere comunque l’oncologo pugliese, che a quel punto correrebbe senza il simbolo di FI). Ma stando ai ragionamenti di alcuni big vicini al Cavaliere, non è escluso che in fondo Berlusconi abbia messo sul piatto dell bilancia anche il rischio di una debacle nel feudo fittiano, pur di liberarsì finalmente del leader dei dissidenti interni. Una strategia definita suicida e  perdente non solo dalla vecchia guardia (tra cui i verdiniani), che hanno tentato nelle ultime ore di portare il Cavaliere su posizioni più miti. Ma anche dalla pancia del partito, sempre più disorientata e in fibrillazione per l’annunciato svecchiamento di Forza Italia. In forma anonima, molti esponenti azzurri della prima ora sostengono che il vero obiettivo di Berlusconi sia quello di fare piazza pulita nel partito, approfittando della sconfitta alle Regionali, per poi avviare quel rinnovamento da tempo annunciato ma mai portato fino in fondo. Non è un caso, viene fatto notare, che negli ultimi giorni a dichiarare e rilasciare interviste siano principalmente le nuove leve, come Silvia Sardone, che oggi ammette di non disdegnare l’ipotesi di candidarsi sindaco a Milano. Tutti segnali che aumentano il malessere e i timori della vecchia guardia, ormai allontanata dalle stanze dei bottoni e pressochè impossibilitata ad avere contatti con Berlusconi, senza il preventivo assenso della cerchia ristretta. Dal canto suo, Berlusconi continua a tenersi lontano dalla Capitale, sempre più infastidito da quelle che considera ’pretese senza sensò di Fitto, che a suo dire mirerebbe solo a prendere il suo posto,e da guerriglie di potere messe in campo da chi, è la riflessione amara, non sarebbe nemmeno lì se non grazie a me. 

Allarme rosso: hai visitato un sito porno? Occhio ai soldi del tuo conto corrente...

Privacy a rischio per chi ha visitato siti porno durante il 2015: rischio attacco hacker





Chiunque abbia visitato siti porno nel corso del 2015 rischia di essere smascherato in pubblica piazza. Una vera e propria falla di sicurezza legata al normale meccanismo dei browser, i programmi per navigare su internet, espone tutti i frequentatori di siti per adulti al pericolo di perdere completamente ogni tutela di riservatezza. E a poco è servito finora usare la modalità in incognito o cancellare la cronologia. Come spiega un'inchiesta del sito statunitense Vice, ci sono serie minacce da parte di diversi hacker intenzionati a impossessarsi dei dati degli utenti che in automatico vengono raccolti dai siti, compresi quelli porno. Dati che spaziano da quelli personali e fino a quelli bancari: spesso, sui siti porno, vengono inseriti gli estremi delle carte di credito per acquistare contenuti. Secondo l'ingegnere Brett Thomas "ogni sito salva abbastanza dati da riuscire a penetrare dall'account al browser che usi. Questo immagazzina ogni informazione sul visitatore e le usa per identificarti e suggerirti contenuti più vicini ai tuoi gusti". Succede su tutti i siti più comuni, ma anche su quelli porno.

giovedì 9 aprile 2015

IL SONDAGGIONE SVELA IL "CICLONE" SALVINI La Lega Nord in volo: adesso è a un soffio da...

Sondaggio, Matteo Renzi perde punti a favore di Matteo Salvini. Lega Nord più vicina al M5s





La caduta libera di Matteo Renzi sembra essere cominciata e nel precipizio segue il premier anche il Partito democratico. Il sondaggio di Datamedia Ricerche svolto per il Tempo racconta di un presidente del consiglio con la popolarità in calo di un punto percentuale in soli sette giorni, toccando il 42%. Perde anche il Pd e la botta è di due punti, piombando al 36,9%. A sinitra gode Sel che rosicchia un po' di terreno passando dal 4 al 4,2%.

Chi sale - Rimane stabile il Movimento 5 stelle che in sette giorni rimane al 19,8%. Sono lontani i tempi delle Politiche 2013 al 25,5%, ma comunque i grillini rimangono il secondo partito. Chi cresce davvero è la Lega nord di Matteo Salvini che arriva al record di 14,8%. Forza Italia ormai si ritrova a inseguire staccata del 2,2% consolidando un trend che dura da diversi mesi. La crescita tocca i partiti anti-euro, come Fratelli d'Italia che consolida il 3,3% guadagnando lo 0,1%.

Centro - Scivola ancora Area popolare, composta da Nuovo centro destra e Unione di centro: il raggruppamento di Angelino Alfano e Pier Ferdinando Casini brucia in una settimana altri due punti percentuali e cala al 2,2%.

Nunzia silurata, il (clamoroso) sfogo: "Alfano ha solo eseguito un ordine di..."

Ncd, la previsione della De Girolamo: "Fra qualche mese spariremo"





Ha tenuto testa a tutti Nunzia De Girolamo ieri sera. Costretta da Angelino Alfano a lasciare il suo posto da capogruppo Ncd alla Camera all'ex ministro Maurizio Lupi, la battagliera Nunzia, secondo il resoconto del Corriere, ha fatto un discorso senza diplomazia alla riunione di Area Popolare convocata dal suo segretario di partito. "Se il problema fosse stato solo quello di trovare una collocazione a Maurizio Lupi sarebbe stato sufficiente prenderci un caffè tra amici". Dice che "Renzi chiede chiede e chiede e al momento buono ci chiuderà la porta in faccia". Che "le tante cose buone fatte da noi non sono state recepite all' esterno mentre Renzi e la sinistra ci hanno addebitato problemi europei, come l' immigrazione". Tema proprio di competenza del ministro dell'Interno, Alfano. De Girolamo insiste: "Questo è un lento suicidio, così fra qualche mese spariremo". Torna a proporre il sostegno esterno al governo. E poi, per rispondere ai colleghi che da settimane prevedono il suo ritorno in Forza Italia o l' avvicinamento alla Lega: "Non scappo da Ncd". Finale: "Mi hanno detto che Renzi ha chiesto la mia testa e che voi siete chiamati a dargliela". Uscendo dalla riunione, aggiunge: "Non mi sono dimessa, ha deciso Alfano. Vengo sostituita perché continuo a dire che il centrodestra non può stare con Renzi e che si costruisce il centrodestra anche con Berlusconi".

Caivano (Na): Lunedì 13 Aprile, incontro confronto tra i candidati a Sindaco / Video

Caivano (Na): Lunedì 13 Aprile, incontro confronto tra i candidati a Sindaco





Lunedì 13 Aprile, si terrà il primo incontro confronto tra i candidati a Sindaco del comune di Caivano, organizzato dall'amministratore del blog, Gaetano Daniele. Tra gli ospiti, Giuseppe Papaccioli, Luigi Sirico, Simone Monopoli e Giuseppe Ziello. 



Chi lo vuole ko e che c'è dietro" La soffiata di Craxi su D'Alema...

Tangenti Ischia, Bobo Craxi sugli attacchi a Massimo D'Alema: "Tentativo vigliacco di colpire un uomo politico"





"Non mi piace questo tentativo vigliacco di colpire un uomo politico". A dirlo è Bobo Craxi e l'uomo politico in questione è Massimo D'Alema, toccato mediaticamente dall'inchiesta delle tangenti della coop rossa Cpl Concordia che aveva anche comprato i vini prodotti dall'ex premier. Non è proprio un atto di solidarietà quello che Craxi fa passare in un'intervista ad Affaritaliani, ma la constatazione che la violenza dei media su Baffino ha un che di anomalo.

Contro il dissenso - Il nome di D'Alema è stato tra i primi a sbucare dalle carte dell'inchiesta del pm Henry John Woodcock, tirato in ballo con le intercettazioni del responsabile alle relazioni esterne di Concordia, Franco Simone, già collaboratore di Bobo Craxi quando era sottosegretario al ministero degli Esteri proprio sotto il ministro D'Alema. Secondo Craxi contro Baffino gli attacchi sono esagerati: "Si sta sfruttando la situazione per dare addosso all'unica personalità attorno alla quale era, o è ancora, possibile costruire un'area di dissenso nei confronti della situazione attuale".

Nessun disegno - Il socialista non vede una vera e propria strategia politica dietro le botte inferte al già leader dei Democratici di sinistra. Niente a che vedere con quel che successe al padre Bettino durante Mani Pulite, anche se: "C'è una sproporzione tra quello che c'è nell'inchiesta e quello che si sta dicendo su D'Alema - aggiunge Craxi - Potrei dire la stessa, anche se in forme minori, per quello che è accaduto verso di noi".

Rottamazione - Craxi richiama il clima del '92, non dimentica l'atteggiamento avuto dallo stesso D'Alema in quegli anni verso le inchieste del pool di Milano, ma va oltre i rancori personali e politicamente analizza: "C'è in atto un tentativo di seppellire il vecchio e si usa qualsiasi mezzo per riuscirci". Una specie di rottamazione per via giudiziaria quindi: "C'è un vecchio rancore mai sopito nei confronti di chi è stato potente negli ultimi 15 anni".

Niente fichi per chi è vegetariano Scoperta-horror: cosa hanno dentro...

I vegetariani non possono mangiare i fichi perché contengono carne





I vegetariani non possono mangiare i fichi. Chissà quanti di quelli che non mangiano carne sono a conoscenza del fatto che pur essendo un frutto, il fico ha un' "abitudine" carnivora che li potrebbe disgustare. Il fiore da cui viene il frutto è generalmente impollinato dalle vespe e succede che le loro uova rimangano intrappolate nel fiore, fino a che le larve vengono inghiottite dal frutto in crescita. Nessuno troverà mai una vespa dentro un fico, visto che l'insetto muore soffocato e disperso dentro il fico trasformandosi in proteine.

Sono sparite le banconote da 500 euro dove potete trovarle (e perché sono lì)

Le banconote da 500 euro cento volte più del normale





Ma che fine hanno fatto le banconote da 500 euro? La risposta si può trovare nell'inchiesta di Repubblica che racconta che esiste un vero e proprio "caso" su questo taglio. Ogni anno nelle banche italiane entrano circa 10 miliardi in pezzi da 500. In generale, le agenzie anti-crimine considerano i biglietti da 500 quelli preferiti dai trafficanti di droga e di armi, e grandi evasori. Perché senza dare troppo nell'occhio si possono far entrare in banca grosse somme.  I dati ufficiali  - riporta Repubblica - dicono che questo flusso di versamenti in grossi biglietti è in crescita.  L' anno scorso le banche italiane hanno ricevuto dalla clientela versamenti in biglietti da 500 euro per un volume cento volte superiore a quanto hanno distribuito in pezzi di quel taglio. Non solo. C'è un altro dato che fa riflettere: dal 2010 le banche italiane hanno messo in circolazione 12 milioni di biglietti da 500 euro, ma  i clienti ne hanno versati sui propri conti otto volte di più. Fa una differenza appunto di 37 miliardi di euro in biglietti del valore più alto. Soldi che alcuni italiani hanno depositato ma non si capisce da dove siano arrivati. Certamente, si legge nell'analisi di Repubblica, ha un peso il fatto che è vietato fare acquisti in contanti per oltre mille euro, allora molti preferiscono depositare sul conto queste banconote.  La Banca d'Italia farà delle indagini per cercare di capire cosa accade attorno a queste banconote che sembrano avvolte da un mistero fitto. I biglietti entrano in Italia e finiscono sui conti di moltissimi italiani. 

Sospetto - Il sospetto Repubblica cita un rapporto confidenziale dell' unità di intelligence finanziaria di Via Nazionale, l' Uif, che già cinque anni fa aveva dato l' allarme in un rapporto confidenziale pubblicato dall'agenzia Bloomberg. Ecco cosa dice: "L' ampia diffusione del biglietto da 500 euro è ragione di potenziale preoccupazione sia per la lotta al riciclaggio di denaro che per la lotta al terrorismo. Il denaro liquido è lo strumento ideale per i pagamenti illegali e la movimentazione di fondi e le banconote di valore elevato rendono più semplice la gestione logistica di grandi somme di denaro".

Percentuali impressionanti - Il sospetto più diffuso è che quest'enorme aumento dei 50 euro sia legato alle mafie e all'evasione fiscale delle imprese. Iòl quotifianpo diretto da Ezio Mario riporta anche le percentuali di crescita di depositi dei biglietti viola nelle banche: più 273% in Veneto, più 3853% in Trentino Alto Adige (da 7 a 288 milioni di euro), più 847% in Emilia Romagna, più 393% in Lombardia. Impressionante i dati del Trentino-Alto Adige che fa sospettare agli analisti della Banca d' Italia che parte di quel contante arrivi nelle tasche dei villeggianti stranieri. In Calabria i depositi netti in pezzi da 500 euro valgono ormai 150 milioni di euro l' anno, in Campania mezzo miliardo, in Puglia e in Sicilia quasi 350 milioni per ciascuna. 

"Li voleva dotati. Poi faceva sesso con...": parla la vittima del parroco-maniaco

Le perversioni del parroco: "Mi chiamava amore e mi chiedeva ragazzi magri e ben dotati"





"Ha cominciato a pretendere di tutto, sempre in chat dove era collegato dalla mattina sino alle quattro della notte, costantemente on line sia al computer sia con il telefonino. Mi raccontava in chat degli incontri anche di gruppo con altri preti, mi chiedeva se conoscevo giovani, giovanissimi perché voleva carne fresca, ragazzi magri e ben dotati. Mi ha fatto lasciare con la mia fidanzata, ho cominciato ad assumere tranquillanti". E' un racconto drammatico quello che Andrea Baldon, 42 anni, affida al Corriere del Mezzogiorno che per primo ha fatto uscire la notizia della sua denuncia sulle perversioni sessuali del parroco della chiesa del Santissimo Crocifisso di Taranto, sospeso dalla Curia. Andrea in una lunga intervista spiega che i loro incontri sono stati sempre virtuali via chat, skype o telefonici.

Le richieste - "Mi chiedeva sempre di venire a Taranto e una volta organizzò un incontro in una pensione di Pisa. Ma io non ci andai. Dopo mi raccontò che era stato con altri due preti a fare sesso", dice il quarantaduenne di Rovigo. "Mi chiamava amore, diceva che gli piacevo e che ero bello e un giorno mi ha confidato di essere gay e di avere frequenti rapporti omosessuali con altri preti. Inizialmente mi ero illuso di aver trovato una guida spirituale che mi potesse aiutare, anche perché in quel periodo avevo dei problemi con mio padre sempre ammalato, con il divorzio di mio fratello e con il lavoro che avevo perso". E ancora: "Ne approfittava promettendomi un posto di lavoro se mi fossi trasferito da lui".

La denuncia - Alla fine Andrea decide di dire basta: "Ero stanco", racconta a Nazareno Dinoi, "non ce la facevo più, ho pensato allora di incastrarlo filmando quello che avveniva tra noi e fotografando le nostre chat. Voleva che non facesse del male ad altri giovani per questo ho deciso di denunciarlo al Tribunale ecclesiastico". Ma anche alla Procura della Repubblica della sua città: "Mi costituirò parte civile e devolverò tutto alla Caritas diocesana di Taranto mettendo da parte solo le spese dei farmaci che ho dovuto assumere per colpa sua".

La Lazio può sorridere, Napoli superflop Rete di Lulic, sarà finale contro la Juve

Coppa Italia, la Lazio batte il Napoli 1-0. Sarà finale contro la Juventus





La Lazio si qualifica per la finale di Coppa Italia, dove affronterà la Juventus. I laziali hanno battuto in trasferta il Napoli (1-0) nella semifinale di ritorno. Decisiva la rete al 34’ della ripresa di Lulic. L’andata dall’Olimpico si era conclusa sull’1-1.

Via il tagliando delle assicurazioni Pioggia di multe con gli autovelox

Assicurazioni auto, niente più tagliando sui parabrezza: contro gli evasori arrivano i nuovi autovelox





Gli automobilisti possono dire addio al tagliando dell'assicurazione sul parabrezza e salutare una nuova stagione di battaglie legali per la pioggia di multe che potrebbe cadere con le ultime novità del ministero dei trasporti. Entro il 18 aprile tutte le compagnie assicurative dovrano adeguare i propri database ed essere pronte a comunicare subito all'archivio digitale delle forze dell'ordine la sottoscrizione di una polizza associata alla targa dell'assicurato. Di conseguenza anche gli organi di controllo dovranno aggiornare tutti gli strumenti elettronici perché siano in grado di "leggere" le targhe e individuare eventuali evasori.

Nuovi strumenti - Telecamere, tutor e autovelox potranno scoprire se un'automobile è coperta o meno dalla Rca, anche se sul parabrezza non è esposto nulla. Secondo i dati dell'Ania, riportati da La Stampa, in Italia circolano circa 3 milioni e mezzo di veicoli non assicurati, più o meno l'8% del totale con il picco al sud del 13%. Nel decreto liberalizzazioni del 2012 sono indicate le tappe per la dematerializzazione del tagliando assicurativo e del relativo aggiornamento dei controlli che potranno rilevare anche se si è in regola con la revisione dell'auto e con il pagamento del bollo.

Le multe - Già in alcuni comuni, gli agenti di polizia locale utilizzano il Targa system che attraverso la stessa targa rileva eventuali infrazioni. Ma sarà da ottobre che partirà la vera rivoluzione, con telecamere e autovelox impiegate anche senza la presenza di un agente. Chi viene beccato senza copertura assicurativa rischia multe da 841 a 3.366 euro con il sequestro del veicolo.

La falla - Ma secondo Rossella Sebastiani, del servizio normativa auto di Ania, l'associazione di categoria delle assicurazioni, la legge ha ancora una falla che potrebbe intasare gli uffici dei giudici di pace. Senza una modifica del Codice della strada le novità saranno tutte inutili, visto che ancora oggi i "sistemi di controllo del traffico dove non c'è presenza umana, come appunto gli autovelox - spiega Sebastiani - non possono essere impiegati per sanzionare chi non è assicurato, se contemporaneamente non viene commessa un'altra infrazione, per esempio l'eccesso di velocità".

mercoledì 8 aprile 2015

Caivano (Na): Quanto ci costa la Casta? Circa 20 mila euro l'anno (E io pago.....!)

Caivano (Na): Quanto ci costa la Casta? Circa 20 mila euro l'anno (E io pago.....!) 




Nel riquadro il compenso percepito dal Consiglio Provinciale
di Maggioranza a guida Cesaro

Quando si ha la memoria corta, non v’è alcunché da fare. A distanza di 3 anni, IL GIORNALE ripubblica (ed i “mass media” locali riprendono) un articolo sulla Casta locale di cui, sia pure immodestamente, noi già avevamo scritto rivelando che, secondo dati attribuiti ai più accreditati Centri di studio, le risorse umane attive nei soli enti a Statuto ordinario italiani sarebbero state ben 40.384 per un totale retributivo annuo di 2 miliardi e 313 milioni. Briciole. Ma il fatto è che, ancora oggi, per i soli dipendenti siciliani, viene speso addirittura un miliardo e 782 milioni pari al 76% dell’intero importo somministrato a quelli di tute’e 15 le Regioni messe insieme, fatta eccezione per i lavoratori di quelle regolamentate da uno Statuto speciale. Il Veneto, che ha l’identico numero di abitanti della Sicilia, spende 12 volte meno di quest’ultima, mentre la Campania versa 70 euro per ogni residente e la Lombardia 21. Un’analisi condotta dall’Ufficio studi della CGIA di Mestre aveva rilevato che, dal 2001 al 2008, le spese totali delle Regioni italiane erano aumentate del 47,7%. La Basilicata (+102,3%) e l’Emilia –Romagna (+100,7%) erano le due realtà territoriali con le variazioni più importanti

I numeri elaborati dalla Confederazione degli artigiani dicevano che le Regioni centrali spendevano di più. L’analisi era partita dal 2001, anno in cui è andata a regime la Legge Bassanini. Con questa riforma erano state conferite funzioni e competenze a Regioni ed enti locali territoriali e chiuso il processo di trasferimento in materia sanitaria. Quello che preoccupa maggiormente è il fatto che, a fronte di un aumento della spesa totale pari a 66,2 miliardi di euro (con una variazione percentuale nazionale pari a +47,7%), ben 49 di questi sono riconducibili ad aumenti delle spese correnti. Questo vuol dire che il 74% dell’aumento della spesa totale delle Regioni è addebitabile soltanto a queste ultime, peraltro destinate esclusivamente alla produzione ed al funzionamento dei servizi prestati e non agli investimenti. Tra il 2001 e il 2008 la spesa corrente è cresciuta (+50,5%), con punte massime nel Lazio (+125,7%), nel Molise (+100,2%) e nell’Emilia Romagna (+69,7%).  Anche in questo caso è stato il Centro Italia a registrare la variazione di crescita maggiormente sostenuta: +93%. Di contro, nel Nord l’aumento si è attestato intorno al 51,1% e al Sud al 27,9%.

Poi l’analisi della Confederazione degli artigiani si era soffermata sull’andamento delle quattro principali funzioni di spesa che, messe assieme, costituiscono mediamente il 70% di quelle totale di ciascuna Regione (Sanità, Amministrazione generale, interventi in campo economico e trasporti). Con riferimento alla prima, la crescita della spesa a livello nazionale era stata del 55,6%.  A livello regionale il Molise aveva segnato l’incremento più deciso (+122,6%). Tra le tre macro-aree, ancora una volta era stato il Centro a marcare la variazione più sostenuta: +90,9%. Seguivano il Nord con il +45,9% e il Sud con il +44,5%.  Per quanto riguarda le spese per l’Amministrazione generale (stipendi, funzionamento della macchina burocratica, affitti …), l’incremento medio nazionale era stato +41,4%, con una punta massima del +129,6% registrato in Calabria.  Con il +47,2%, il Centro mantiene la leadership nazionale, seppure il Sud lo incalzi con una variazione pari al +46,3%. Chiude il Nord con il +35,3%. Tutti questi dati lasciano comprendere perché mai la classe politica molisana non abbia alcuna intenzione di perseguire concezioni di risparmiose aggregazione ad altre realtà. Nella regione prospera una “Casta” che vive con dovizia, in molti casi senza avere mai avuto né arte né parte, solo per avere potuto fruire della ventura di essersi attergata comodamente sulle tante poltrone pubbliche; sinché - ben locupletata mese dietro mese -  non ha acquisito il sospirato vitalizio. I “pensionati” regionali (citati a caso) percepiscono: Fernando Di Laura Frattura, Paolo Nuvoli, Antonio Di Rocco, Antonio Varanese e Mario Totaro; 4.002 euro; Giuseppe La Valle, Enrico Santoro, Nicolino Colalillo, Norberto Lombardi, Francesco Mancini, Luigi Biscardi, 3.843; Vittorio Rizzi, Ettore Di Domenico, Emilio Orlando, 3.353; Mario Verrecchia, Costanzo D’Elia, Augusto Massa, Antonio Del Torto, Natalino Paone, Giovanni Di Giandomenico, 3.027; Massimo Torraco, 2.863; Antonio D’Ambrosio, 2.618; Giovanni Di Pilla, 2.567; Italo Testa, 2.546; Nicolino D’Ascanio, 2.499; Giovanni Di Stasi, 2.487; Domenico Lombardi, Angelo Pio Romano e Pasquale Di Lena, 2.374; Eduardo Sassi, Domenico Pellegrino, Elvio Di Girolamo, Maria Nicole Cupaioli, Alfredo D’Ambrosio, Giuseppe Caterina, 2.210; Tecla Ciavarro, 2.156; Marcello Veneziale, 2.101; Nicola Iacobacci, 2.078; Alfonsina Di Marzo, 2.066; Giuseppe Di Fabio, Franco Cianci, 1.990; Gaspero Di Lisa, 1.984; Remo Di Giandomenico, 1.907; Alfonso Di Iorio, 1.904.

Vogliamo tirare le somme? Il solo ammontare dei vitalizi sopra esposti fa versare ogni mese alla Tesoreria di Palazzo Moffa la bellezza di 267.586 per chi ha maturato la “pensione”. Per ciascun anno che passa, si tratta di ben 3.211.033 euro. Insomma, ancora spiccioli che pesano gravemente sulle tasche dei contribuenti, quegli stessi che non arrivano neanche alla seconda settimana. Per non parlare dei giovani demoralizzati da tanta incompetenza. Ma guardiamo a terra, guardiamo in casa nostra, guardiamo alla nostra politica, perchè di politica parliamo, quella fatta alla portata di tutti, quella Provinciale e Comunale. 

Ma qualcuno potrebbe dire, cosa c'entra Caivano? appunto, se associamo, non tenendo conto dei vari vitalizi sopra citati, le spese che l'ente Provincia e l'ente Comune versa mensilmente tramite gettoni comunali o tramite stipendi, ai vari eletti, ci accorgiamo che anche i nostri amministratori hanno fatto poco o nulla per il nostro Paese. Ma un'altra cosa l'hanno fatta bene, cioè intascato il compenso. 

A Caivano siamo in piena campagna elettorale, le alleanze contano più di ogni altra cosa, anche se qualcuno vuole far credere di aver respinto facili unioni per il bene di Caivano. Ma dal "Cuore" di Caivano contano i fatti. Se vogliamo considerare che i due ultimi consiglieri Provinciali Falco e Monopoli, consiglieri di maggioranza, hanno rappresentato Caivano a 360° (forse solo sulla carta) con un risultato mediocre, ciò, ci lascia pensare. Ma una riflessione va fatta. Conviene pagare 20 mila euro l'anno un consigliere provinciale, come nel caso del dott. Monopoli, per poi ritrovarci non rappresentati a livello locale, al punto da vedere un Istituto Statale come il Liceo Scientifico Braucci, chiudere perchè l'ente provincia, ente a nostro avviso inutile, non ha pagato le bollette elettriche? Altro spreco di denaro pubblico!. Chi doveva vigilare se non loro? Di chi è la responsabilità se non di chi percepisce in un intero mandato circa 100 mila euro? E dire che qualcuno va decantando di offrire il reddito di cittadinanza. La risposta ai contribuenti!. 

Caivano (Na): Prossimamente sul blog il Notiziario, incontro confronto tra i candidati a Sindaco

Caivano (Na): Prossimamente sul blog il Notiziario, incontro confronto tra i candidati a Sindaco 




Arch. Luigi Sirico
Candidato Sindaco PD




Dott. Giuseppe Papaccioili
Candidato Sindaco (Noi con Papaccioli) 




Dott. Simone Monopoli
Candidato Sindaco Forza Italia 




Avv. Giuseppe Ziello
Candidato Sindaco Movimento 5 Stelle 

Sondaggio Mentana con sorpresona: due big calano e due big volano

Sondaggio Emg per il TgLa7 di Mentana, calano Pd e Lega Nord, su M5S e Forza Italia





Doppia sorpresa dal sondaggio Emg per il TgLa7 di Enrico Mentana. Nel tradizionale appuntamento con la rilevazione di lunedì sera, scendono sia il Partito democratico, ora al 36,8% (-0,4) sia la Lega Nord (-0,2 al 15,2%), e il calco del Carroccio è forse il primo dato rilevante. Il secondo è sicuramente la crescita, in tandem, di due forze decisamente altalenanti negli ultimi mesi, il Movimento 5 Stelle sempre secondo al 20,7% (+0,4) e soprattutto Forza Italia (all'11,3%, + 0,3). Dietro, le briciole per tutti gli altri, sostanzialmente stabili: Fratelli d'Italia-Ncd al 5,1% (+0,1), Sel al 4,1% (invariato) e Ncd-Udc al 2,8% (-0,1).

La fiducia nei leader: Renzi giù - Tra i leader, resta alta la fiducia per il presidente della Repubblica Sergio Mattarella (un italiano su due ha un giudizio positivo, il 50%), media quella per il premier Matteo Renzi anche se in calo (31%, -1). Tra chi sta dietro, sale solo Beppe Grillo (+1, ora al 15%) mentre cala anche il segretario della Lega Matteo Salvini (-1, 20%). Invariato il gradimento per Giorgia Meloni (16%), Silvio Berlusconi (14%), Angelino Alfano (11%) e Nichi Vendola (10%).

Aveva portato Mattarella a Palermo Pilota Alitalia perde la testa e spara

Alitalia, il pilota spara in casa: aveva portato Sergio Mattarella a Palermo





Un pilota Alitalia, ha sparato alcuni colpi la domenica di Pasqua a casa sua a Spoleto, nel corso di una lite. La procura di Spoleto ha informato la compagnia sottolineando, in una nota, che non spettano alla magistratura le "valutazioni concernenti l'idoneità al servizio svolto per l'Alitalia". Da una nota della procura di Spoleto, che coordina le indagini dei carabinieri, emerge che i colpi "sarebbero stati sparati... dal sig. Maurizio Foglietti, pilota dell'Alitalia". Il procuratore Alessandro Cannevale, "al fine di evitare il diffondersi di notizie non rispondenti al vero", rende noto che sono in corso indagini per ricostruire la dinamica dei fatti: indagini che "muovono dalle ipotesi di minaccia grave e di danneggiamento aggravato, reati che non consentono l'adozione di misure cautelari o interdittive". 

La reazione di Alitalia - L'Alitalia ha sospeso immediatamente il pilota segnalato dalla procura di Spoleto per aver sparato nel corso di una lite. "Non è al momento impegnato in servizi di comando e di volo - spiega un portavoce - Alitalia, informata dell'accaduto, ha avviato tutte le verifiche del caso e disposto l'immediata sospensione del pilota dall'attività di volo".

Il presidente della Repubblica - Foglietti ha tra l'altro comandato il volo di linea dell'Alitalia con il quale il 14 febbraio scorso il presidente della Repubblica Sergio Mattarella aveva raggiunto Palermo per una visita privata.

Guida per sopravvivere allo spesometro Vestiti, vacanze e...: il Fisco ci controlla

Occhio allo spesometro, ecco come non farsi incastrare

di Attilio Barbieri 



Venerdì prossimo, 10 aprile, si compie il primo rito della nuova liturgia fiscale che ha spostato dai redditi al tenore di vita dei contribuenti il terreno di ricerca degli evasori. Non è il primo anno che accade: l’obbligo di inviare i dati per gli acquisti superiori ai 3.600 euro è scattato nel 2014 per le spese effettuate nel 2013. Di nuovo, semmai, c’è che lo spesometro messo a punto dall’Amministrazione fiscale è ampiamente rodato e funzionerà presumibilmente come un orologio svizzero.

Il meccanismo è semplice: anziché cercare gli evasori lavorando sui redditi, l’Agenzia delle entrate lavora sulle spese. Per lo meno quelle che individuano un tenore di vita potenzialmente elevato. Per questo vengono censiti gli acquisti superiori ai 3mila euro più Iva. Auto, moto, vestiti e calzature, vacanze, ma anche mobili e arredi, gioielli, iscrizioni a circoli sportivi e palestre: nel momento in cui il contribuente acquista uno di questi prodotti o servizi, il venditore è obbligato a registrarne l’identità e memorizzare l’operazione. L’elenco di queste transazioni viene trasmesso annualmente all’Anagrafe tributaria. Il 10 aprile sono tenuti a effettuare la comunicazione gli operatori economici che liquidano l’Iva mensilmente. Il 20 quanti effettuano la liquidazione trimestrale.

Di per sé un acquisto che superi la soglia oltre la quale scatta la segnalazione obbligatoria non rappresenta un rischio per il contribuente. Lo diventa però nel momento in cui il suo tenore di vita non è sostenibile con i redditi dichiarati. E proprio dall’incrocio fra le spese sostenute e i guadagni dichiarati l’Agenzia delle entrate parte per effettuare i controlli. A quel punto è bene farsi trovare pronti per giustificare le spese eccedenti il proprio reddito. Prestiti o regali da amici o parenti, eredità, perfino vincite a lotterie: la regola è di tenere traccia di quanto si è incassato per «finanziare» ogni spesa che ecceda i 3600 euro. Ad esempio il bonifico ricevuto dalla nonna o da papà per coprire l’anticipo dell’auto, o il prestito ottenuto da un conoscente per acquistare l’arredamento della nuova casa: i giustificativi delle somme ricevute devono essere custoditi accuratamente. Pronti per essere presentati al Fisco. Evitare assolutamente le elargizioni in contanti: qualunque somma si riceva, a titolo di prestito o di regalia, è bene farla transitare dal conto corrente, chiedendo a chi la versa, di indicare in chiaro, nel bonifico, pure la causale.

Dati ufficiali non ce ne sono, ma secondo le indiscrezioni non confermate ma neppure smentite almeno un accertamento su tre, fra quelli che si sono conclusi con un recupero d’evasione, è scattato proprio dalla spia rossa accesa dallo spesometro. In tutto, lo scorso anno, le operazioni segnalate sono state 400mila. L’obbligo della comunicazione vale per tutti tranne che per la Pubblica amministrazione. Sono tenuti a inviare al Fisco la «comunicazione polivalente» - così si definisce nel burocratese la trasmissione dei dati all’Anagrafe tributaria - tutti i soggetti che abbiano venduto beni o servizi per importi superiori ai 3.600 euro. Quindi imprese, professionisti, commercianti e artigiani, a prescindere dalla classe dimensionale dell’attività svolta e dai ricavi annui. Non è necessario che la prestazione sia stata fatturata: rientrano nel campo di applicazione del nuovo strumento anche le vendite regolate con l’emissione di un semplice scontrino fiscale, come nel caso dei negozi.

Entro il 30 aprile gli operatori finanziari, vale a finanziarie che erogano credito al consumo, dovranno poi segnalare gli acquisti pagati con bancomat o carta di credito, sempre d’importo superiore ai 3.600 euro. Un’ulteriore livello di accertamento i cui dati potranno essere incrociati con quelli trasmessi da negozianti, artigiani, agenzie di viaggio autosaloni e via dicendo. Oltre ai dati su «chi» ha comperato «cosa», il Fisco può partire anche dalla transazione finanziaria con cui è stato regolato l’acquisto. C’è poi una ulteriore fonte di dati alla quale l’Amministrazione finanziaria può far ricorso per incrociare i redditi dichiarati dai contribuenti con le spese sostenute. Si tratta dell’autodenuncia relativa al bonus mobili, prorogato dall’ultima Finanziaria a tutto il 2015. Vi rientrano tutti gli acquisti di arredi ed elettrodomestici con la possibilità di detrarli dall’Irpef fino al 50%, con un tetto massimo di spesa pari a 10mila euro. 

Oltre alle transazioni effettuate dai privati cittadini, rientrano nello spesometro pure quelle che avvengono fra titolari di partita Iva, tra imprese e imprese, come quelle che coinvolgono aziende da un lato e professionisti dall’altro. Le cosiddette operazioni business to business. Nel momento in cui dovesse scattare l’accertamento, che solitamente inizia con una «comunicazione bonaria» inviata dall’Agenzia delle entrate, il contribuente è tenuto a dimostrare le eventuali fonti di reddito aggiuntivo, rispetto a quello dichiarato, che gli hanno permesso di effettuare un acquisto altrimenti non sostenibile.

Terremoto in casa Raoul Bova, tornado di veleni. Lo sfogo sul divorzio e quella stilettata alla ex suocera Bernardini de Pace: "Ora basta con..."

Raoul Bova parla per la prima volta del suo divorzio. Appello alla ex suocera Bernardini De Pace: "Basta con questa guerra"





E' sempre rimasto in silenzio Raoul Bova dopo il divorzio dalla moglie Chiara Giordano. Al posto suo, però, più di una volta ha parlato la suocera e non gli ha riservato parole tenere. Anna Maria Bernardini De Pace, noto avvocato divorzista e firma de Il Giornale, non ha risparmiato all'attore velenose critiche. L'avvocato aveva poi risposto alla lettera di una lettrice che parlava dei problemi con suo genero (molti avevano visto dietro il problema della lettrice il riferimento alla vicenda personale), la lettera s'intitolava: "Caro genero degenerato, vai e non tornare". Ora il sex symbol del cinema italiano è felicemente fidanzato con l’avvenente e sexy collega spagnola Rocio Munoz Morales. Bova non ha però dimenticato quella lettera al vetriolo scritta dalla sua ex suocera e a voluto  replicare in una lunga intervista rilasciata a Vanity Fair. "Finora non avevo mai reagito per non peggiorare le cose, ma alla fine ho capito che in realtà le peggioro stando zitto. Perché chi è mosso dal rancore non si ferma, più incassi e più attacca. E io devo proteggere i miei figli da questa guerra" - spiega Bova. E ancora: "Parlo, per dire vi prego, basta con questa guerra che fa solo del male". L'attore ha poi sottolineato che il suo matrimonio con Chiara Giordano era finito da un pezzo e molto prima che lui conoscesse la sua attuale fidanzata Rocio.