Berlusconi-Fitto, lo strappo sempre più vicino
Silvio Berlusconi fa un passo (piccolo) verso Raffaele Fitto. E acconsente a che in Puglia siano ricandidati tutti gli uscenti. Il che vuol dire, tradotto in numeri, via libera a circa 5-6 fittiani da reinserire in lista. Ma quella che in un primo momento sembra essere una resa al capofila dei frondisti, o quanto meno la ricerca di un compromesso, in realtà nel corso della giornata si rivela un nuovo guanto di sfida. Che riporta ai livelli di guardia il clima dentro Forza Italia. A ufficializzare la proposta, previo consenso del Cavaliere, è il commissario pugliese, Luigi Vitali, che in una nota all’ora di pranzo annuncia: tutti i consiglieri uscenti di Forza Italia saranno ricandidati. E aggiunge: una decisione presa "al fine di sgomberare il campo da tutte le polemiche divampate in queste settimane". Apriti cielo. Per i fittiani è un bluff. Una mossa per riconsegnare il cerino in mano all’europarlamentare e costringerlo, è la riflessione dei Ricostruttorì, ad essere lui il responsabile di una rottura che ormai, dentro al partito, praticamente tutti danno per scontata. Fitto non nasconde la sua irritazione per l’ennesima provocazione dei vertici azzurri: è una presa in giro, è la reazione a caldo dei suoi fedelissimi. La replica, al vetriolo, è affidata al consigliere regionale Davide Bellomo. Dichiarazione, viene specificato, condivisa dal coordinatore regionale del Movimento Politico Schittullì, Vito Mascolo. E, quindi, concordata non solo con Fitto ma con lo stesso candidato governatore. "Ora davvero basta - dice Bellomo - In questo momento è evidente che Forza Italia si è volontariamente esclusa dalla coalizione che sostiene Schittulli". Stando al consigliere regionale, l’accordo raggiunto nella serata di ieri prevedeva che nelle liste fossero candidati oltre agli uscenti anche amministratori e dirigenti locali del partito. Ovvero, molti degli uomini vicini a Fitto. E se l’ex governatore adesso attende la nuova mossa dell’ex premier e della sua cerchia ristretta, Berlusconi - sempre per voce di Vitali - fa sapere che è lui ad aspettare una risposta da Fitto e da Schittulli.
Lo strappo - Certo, il leader azzurro è consapevole del fatto che, se si arrivasse davvero a una spaccatura non più ricucibile, Forza Italia rischierebbe di trovarsi in Puglia senza candidato e senza coalizione (Ncd e Fratelli d’Italia potrebbero infatti sostenere comunque l’oncologo pugliese, che a quel punto correrebbe senza il simbolo di FI). Ma stando ai ragionamenti di alcuni big vicini al Cavaliere, non è escluso che in fondo Berlusconi abbia messo sul piatto dell bilancia anche il rischio di una debacle nel feudo fittiano, pur di liberarsì finalmente del leader dei dissidenti interni. Una strategia definita suicida e perdente non solo dalla vecchia guardia (tra cui i verdiniani), che hanno tentato nelle ultime ore di portare il Cavaliere su posizioni più miti. Ma anche dalla pancia del partito, sempre più disorientata e in fibrillazione per l’annunciato svecchiamento di Forza Italia. In forma anonima, molti esponenti azzurri della prima ora sostengono che il vero obiettivo di Berlusconi sia quello di fare piazza pulita nel partito, approfittando della sconfitta alle Regionali, per poi avviare quel rinnovamento da tempo annunciato ma mai portato fino in fondo. Non è un caso, viene fatto notare, che negli ultimi giorni a dichiarare e rilasciare interviste siano principalmente le nuove leve, come Silvia Sardone, che oggi ammette di non disdegnare l’ipotesi di candidarsi sindaco a Milano. Tutti segnali che aumentano il malessere e i timori della vecchia guardia, ormai allontanata dalle stanze dei bottoni e pressochè impossibilitata ad avere contatti con Berlusconi, senza il preventivo assenso della cerchia ristretta. Dal canto suo, Berlusconi continua a tenersi lontano dalla Capitale, sempre più infastidito da quelle che considera ’pretese senza sensò di Fitto, che a suo dire mirerebbe solo a prendere il suo posto,e da guerriglie di potere messe in campo da chi, è la riflessione amara, non sarebbe nemmeno lì se non grazie a me.
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