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domenica 1 gennaio 2017

Immigrazione, la svolta della Polizia: "Più retate e espulsioni sui clandestini"

Immigrazione, la svolta: "Più retate e espulsioni sugli irregolari"



"Conferire massimo impulso all'attività di rintraccio dei cittadini dei Paesi terzi in posizione irregolare, in particolare attraverso una specifica attività di controllo delle diverse forze di polizia". È il dikat del capo della Polizia Franco Gabrielli, in una circolare emanata nell'ultimo giorno dell'anno a tutte le forze dell’ordine. Parole chiare nel mondo che vive sotto la costante minaccia del terrorismo.

Gabrielli infatti mette in luce come il dispositivo volto al controllo ed all'allontanamento degli stranieri irregolari consenta spesso di "intercettare fenomeni di sfruttamento e di inquinamento dell'economia del territorio collegati a forme di criminalità organizzata di livello nazionale o transnazionale" rivestendo un ruolo importante "nell'azione di prevenzione e contrasto dell'attuale contesto di crisi a fronte di una crescente pressione migratoria e di uno scenario internazionale connotato da instabilità e da minacce che impongono di profondere il massimo impegno nelle attività volte a mantenere il territorio sotto controllo".

La politica dei rimpatri per gli irregolari, del resto, è ormai una priorità nel contesto dell'Unione Europea. A tal proposito è necessaria una "preventiva pianificazione dei servizi mirati al fine di ottimizzare le risorse disponibili nel più ampio contesto delle esigenze operative a livello territoriale" con l’attivazione di "piani straordinari di controllo del territorio volti non solo il contrasto dell'immigrazione irregolare ma anche allo sfruttamento della manodopera e alle varie forme di criminalità che attingono dal circuito della clandestinità".

Un compito fondamentale sarà quello svolto dalla direzione centrale per l’immigrazione che curerà "il necessario raccordo con gli uffici immigrazione delle questure per una pianificazione più specifica di tale attività di controllo con riguardo in particolare all'assegnazione dei posti nei Centri di identificazione ed espulsione (i Cie, ndr)".

"Meningite, epidemia e focolaio cattivo" L'esperto horror: la regione in pericolo

PARLA L'ESPERTO "Epidemia e focolaio cattivo: la verità sulla meningite"



Il professor Francesco Menichetti, primario del reparto di malattie infettive dell'ospedale Cisanello di Pisa, non ha dubbi sulla meningite. Ci vorranno anni per abbatterla in Toscana. I casi accertati di meningite di tipo C, negli ultimi due anni, sono 60, e 13 le morti registrate. "Sono due anni che stiamo assistendo a una particolare concentrazione di casi di malattie provocate dal meningococco di gruppo C", dice al Giornale.

Menichetti ammette: "C'è quello che noi chiamiamo un cluster epidemico, ovvero un focolaio con delle caratteristiche, però, che lo rendono particolarmente grave rispetto alle esperienze precedenti perché questo è un microbo molto più virulento degli altri: dà setticemie che sono molto più rischiose delle meningiti, perché di setticemia si muore nel 40% dei casi, di meningite nel 10%. La setticemia è la forma più grave e iperacuta, come quella del bimbo deceduto".

Secondo il medico il vaccino è essenziale. "Il vaccino, se correttamente somministrato (e il bimbo di 22 mesi non lo aveva fatto, mentre aveva fatto altre vaccinazioni, quelle obbligatorie, ndr) serve a proteggere dalla malattia o ad attenuarne la virulenza. La vaccinazione è sempre da raccomandare, a tal punto che la Regione, due giorni fa, ha dettato nuove regole che prevedono tre vaccinazioni per i bambini proprio perché si è capito che la copertura non dura oltre i 5 anni".

Che si deve fare se si ha il sospetto di aver contratto la meningite? "Se si rilevano febbre alta, mal di testa e macchie sul corpo non bisogna esitare, sottovalutando la situazione, ma correre al pronto soccorso. Il meningococco è iperinvasivo, molto aggressivo e rapido. La velocità di intervento può far la differenza tra la vita e la morte".

Partita Iva e medico per le prostitute Nasce il partito delle Case chiuse / Foto

Partita Iva e medico, la porno-idea del politico: riapriamo le case chiuse



"Movimento nazionale per la reintroduzione delle case chiuse". E' questo il nome di una nuova pagina Facebook. Il fondatore è Giorgio Pasetto, consigliere comunale di Verona che appartiene all'area del sindaco della città e leader di Fare, Flavio Tosi.

L'obiettivo del Movimento - come si legge su Italia Oggi - è arrivare all'approvazione di una proposta di legge d'iniziativa popolare per la riapertura delle case chiuse in Italia, abrogando la legge Merlin del 20 febbraio 1958 che abolì la regolamentazione statale della prostituzione.

I moderni "bordelli" dovrebbero avere la "forma di una Srl e la presenza di un medico come direttore sanitario e di un direttore tecnico laureato in scienze motorie o in fisioterapia". Inoltre, ogni prostituta dovrebbe aprire la partita Iva e dovrebbe ricevere i clienti in locali adeguati, che rispettino le norme igienico-sanitarie e che comprendano saune, piscine, bar e ristoranti. Immediato, e inevitabile, il commento contrario di Mario Adinolfi. 

Boschi, la mossa segreta nel Palazzo La voce: che fa alle spalle del premier

Boschi, quella voce da Palazzo: le sue mosse in gran segreto



Maria Elena Boschi, secondo Luigi Bisignani, ha (politicamente) stregato il neo presidente del consiglio Paolo Gentiloni. Lo capisce innanzitutto da quelle dichiarazioni del premier in cui ha detto di essere stato lui a volerla come sottosegretario. L'editorialista sempre informatissimo scrive sul Tempo che l'ex ministro si è già data da fare per piazzare i suoi uomini. Maria Elena, si legge, "in poche mosse ha dato scacco a Gentiloni che non si è portato neppure la fedelissima Lorenza Bonaccorsi".

Poi la Boschi, neo sottosegretario, "ha fatto confermare il suo Paolo Aquilanti, proveniente  dal Senato, che era già riuscito ad imporre a Renzi dopo il breve regno di Mauro Bonaretti. E insediando a Palazzo Chigi in un posto chiave Cristiano Ceresani, conoscitore  di tutti i segreti nei bilanci e nei disavanzi di Montecitorio, che si è abbeverato in passato a Ciriaco De Mita quando ne è stato genero per poi diventare funzionale nelle varie trasformazioni dell'ex PCI".

La mossa finale dell'ex ministro, secondo Bisignani, sarebbe questa: "Per conquistare definitivamente il Palazzo la Boschi punta a far sloggiare verso il Consiglio di Stato la sua 'nemica amatissima' Antonella Manzione, la vigilessa, dall'ufficio legislativo". Per quell'incarico ci sarebbe già pronto un candidato, Roberto Cerreto, ombra di Enrico Letta, ds per tutte le stagioni, e suo ex capo di gabinetto. 

Istanbul, attentato a Capodanno 39 morti, 15 stranieri: "È l'Isis"

Strage di Capodanno. Assalto al night: 35 morti: "È un attacco dell'Isis"



Sono morte 35 persone a Istanbul, in Turchia, dopo un attacco armato in un famoso night club della città, il Reina. Altre 40 sono rimaste ferite. In due hanno fatto irruzione nel locale vestiti da Babbo Natale e hanno aperto il fuoco sulla folla. Uno dei due attentatori è rimasto a lungo nel locale, circondato dalla polizia pronta a intervenire con un blitz.

Secondo Al Jazeera, dietro l’attentato ci sarebbe l’organizzazione dell’Isis, anche se al momento non ci sono state rivendicazioni.

sabato 31 dicembre 2016

Cristiano Ronaldo, i cinesi ci provano: 300 milioni al Real e 150 al giocatore

Ronaldo, i cinesi ci provano: 300 milioni al Real e 150 al giocatore (all'anno)



Tevez allo Shanghai per 40 milioni a stagione? Solo l'antipasto. I cinesi vogliono Cristiano Ronaldo e avrebbero offerto 300 milioni di euro al Real Madrid e 150 al giocatore, all'anno. È questa la proposta choc presentata da un club cinese non specificato per il fuoriclasse portoghese, fresco Pallone d'Oro per la quarta volta. A rivelarlo è l'agente dell'attaccante, Jorge Mendes, ai microfoni di Sky Sport. "Dalla Cina hanno offerto 300 milioni al Real e più di 100 all'anno al calciatore - ha dichiarato Mendes -. Ma il denaro non è tutto. Il Real Madrid è la sua vita, Cristiano è felice a Madrid ed è impossibile che vada in Cina".

Chi tutela i medici sotto accusa? Ecco il soccorso per gli specialisti

Chi tutela i medici sotto accusa? Ecco il soccorso per gli specialisti


di Eugenia Sermonti




I numeri relativi ai nuovi contenziosi nel settore della sanità sono allarmanti: 35 mila nuovi sinistri l’anno, in una categoria professionale che vede operativi circa 350 mila medici: il 10% è una percentuale enorme e nettamente superiore a qualsiasi altra attività professionale. Suddividendo poi questi sinistri nelle varie specializzazioni, il massimo rischio viene confermato per gli ostetrici-ginecologi, che si attestano a circa il 30%, mentre gli ortopedici e i chirurghi, suddivisi nella varie sotto-specializzazioni, arrivano a circa il 25% del totale. Il restante 45% coinvolge tutte le numerose specializzazioni restanti. Secondo l’Eurobarometro, un’agenzia dell’Unione Europea, su un campione di 5 mila pazienti, il 68%  ritiene che gli errori medici e di errata prescrizione dei farmaci siano tra i problemi più rilevanti di cui sono fortemente preoccupati, senza tener conto dell’alea terapeutica. Il 23% di questo campione dichiara di avere avuto personalmente o in famiglia problemi causati  da errori medici. I ricorsi sono aumentati di circa il 38% in tutti gli Stati negli ultimi 5 anni.

Secondo un’indagine dell’Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici (Ania), in un anno si registrano circa 34 mila denunce di cittadini per danni subiti da medici privati e nelle strutture sanitarie. Considerato che un risarcimento si aggira tra i 25mila e i 40mila  euro, il costo economico della malpractice potrebbe giungere a superare i 2 miliardi di euro l’anno. Cifre teoriche, ma folli se si considera che rappresentano il 2% del Fondo Sanitario Nazionale (Fsn). Ma ciò che desta le maggiori preoccupazioni sono gli straordinari non dovuti. A parte l’aspetto economico, rischiano di mettere in discussione le reali capacità del medico. I dati ci mostrano che in Lombardia, ad esempio, ogni medico lavora circa 8 ore a settimana in più, per 42 settimane l’anno; ore non pagate e a rischio.

A fronte delle recenti vicende di cronaca, che hanno messo in discussione tanto le capacità quanto la buona fede dei medici, arriva una soluzione per la tutela dei professionisti del settore. Si tratta di una rete nazionale di legali e consulenti tecnici schierata al fianco dei medici - Mutuo Soccorsolegale Medici (Msm Srl) - che supporta il medico e sanitario a 360° nel momento in cui si trovi di fronte a un evento devastante come la denuncia penale. "Secondo i dati in nostro possesso un italiano su tre si lamenta di malasanità - dichiarano Fabrizio Fossati e Calogero Caponetto, responsabili di Msm -Mutuo Soccorsolegale Medici - Attualmente in Italia la problematica assicurativa ha un ruolo sempre più rilevante nell’attività professionale dei medici o sanitari ed appare assolutamente necessario realizzare un sistema in grado di fornire loro una consulenza e tutela legale tempestiva e specialistica,  atteso il continuo mutare di leggi e sentenze, molto spesso sfavorevoli alla classe medica ed ai sanitari in genere”.

“Oltre all’aspetto economico (queste ore infatti il più delle volte non sono retribuite), in caso di errore i medici rischiano una denuncia penale; ma non solo: fuori dagli orari lavorativi sono privi di una copertura assicurativa, nonché soggetti alla possibilità di un’ulteriore denuncia da parte della struttura di riferimento - evidenzia ancora Fossati - Quelle situazioni di malasanità che mediaticamente vengono presentate come palesi responsabilità dei medici sono invece talvolta frutto di un equivoco giuridico che costringe i medici a non avere pause né forme di tutela. Ciò a causa di leggi scritte senza una reale consapevolezza della realtà medica vigente in Italia”.

Se in passato l’alea terapeutica era considerata come fatto integrante del successo totale o parziale di un cammino atto a risolvere la patologia di turno, oggi, con il progresso scientifico e tecnologico a disposizione dei medici, il paziente esige tassativamente che il risultato della cura debba essere positivo e definitivo, senza considerare che ogni singolo organismo può rispondere in modo totalmente differente alla stessa terapia. Ciò ha portato a una ingiustificata 'caccia' al medico. “Quest’ultimo pertanto - spiega Fossati - di fronte ad una diagnosi con poche possibilità di successo, può evitare di implementare la cura (caso assai raro) oppure, per cautelarsi da un possibile esito negativo, prescrive un numero esorbitante di esami e controlli che in molti casi risultano ridondanti, ma permettono di dimostrare, in caso di richiesta di risarcimento o denuncia penale, che tutte le azioni possibili ed immaginabili per ottenere il risultato sperato siano state percorse; con questa strada tuttavia si provoca la conseguenza di far crescere a dismisura i costi per quella che oggi è chiamata medicina difensiva”.

Il Mutuo Soccorsolegale Medici propone una risposta definitiva: una rete nazionale di legali e consulenti tecnici viene schierata al fianco dei medici, fornendo uno strumento finalmente chiaro e diretto che supporti il medico/sanitario a 360°. Msm non rientra in alcun modo nel mondo dei servizi assicurativi, né vi entra in conflitto. Propone anzi un servizio diverso dal solito: il legale specialista in penale del mondo sanitario raggiunge il 93% di assoluzione dei casi e l'88% di archiviazione per insussistenza del reato, mentre il penalista generico si attesta al 51% di assoluzione del medico coinvolto. Msm effettua la nomina immediata del legale specialista in penale sanitario che, in quanto convenzionato con Msm, applicherà le tariffe calmierate del DM 55/2014. Inoltre, sarà compito del legale seguire integralmente il complesso iter burocratico, sollevando così il medico da qualsiasi ottemperanza richiesta da norme e disposizioni vigenti. Msm si candida dunque a divenire l’unico sistema di servizi creato per ridare la serenità al medico, facendo risparmiare nel contempo tutti gli enti coinvolti.