La dritta: i tre titoli da comprare. Come diventare ricchi (da lunedì)
di Claudio Antonelli
ha collaborato Gianluca Baldini
Grazie alle mosse di Super Mario Draghi, il popolo degli obbligazionisti italiani potrebbe trovarsi a vivere una nuova primavera. Ma attenzione, ciò non significa che il lungo secolo dei Btp ritorni. Quel mondo del rendimento facile è finito per sempre.
L’intervento di acquisto diretto da parte della Bce va però a modificare il panorama dei bond corporate. Le aziende in futuro interessate si troveranno ad essere più sicure con rendimenti inferiori a quelli attuali ma comunque pur sempre più interessanti rispetto ai titoli di Stato. Basti pensare che ieri l’Italia ha piazzato per la prima volta nella sua storia un buono del tesoro a 3 anni con rendimento negativo. Per cui non è difficile immaginare che da qui all’estate la liquidità si sposterà verso quei bond che entreranno nel mirino dell’Eurotower. Energia, petrolio, tlc e auto motivi, saranno i settori interessati.
«Per la prima volta la Bce allarga il programma di Qe», spiega a Libero Aldo Vittorio Varenna, Presidente Efpa Italia, «si tratta di bond euro con le seguenti caratteristiche: non devono essere aziende finanziarie e devono avere un rating investment grade. Ci sarà un comitato che deciderà quali siano le aziende candidabili all’acquisto e gli acquisti partiranno non prima di inizio estate. Alla fine l’investitore avrà maggiori garanzie» . Ci saranno probabilmente anche dei riposizionamenti. Aziende ritireranno le obbligazioni già emesse per rimetterle a tassi inferiori e quindi avvantaggiarsi con un minor costo del debito e diventare così più competitive. Eventualità sulla quale porre molta attenzione, per non ritrovarsi in perdita. «Suggerisco di non darsi al fai da te», conclude Varenna, «Conviene scegliere segmenti (gestioni, fondi comuni) che potranno beneficiare della cosa ma con un’attenta selezione e monitoraggio da parte del team di gestione».
Quello che è certo, però è che l’intero comparto entrerà in fibrillazione. «Questa decisione dà alla Bce», commenta Toby Nangle, responsabile multi asset di Columbia Threadneedle, «il potenziale per diventare l’attore più importante nel mercato europeo delle obbligazioni societarie non finanziarie che vale circa 900 miliardi di euro». Ecco perchè non bisogna dimenticare, al di là dei tecnicismi, il messaggio di fondo targato Bce: fiducia generalizzata.
Non a caso, sebbene i dettagli non siano ancora disponibili, il mercato ha già anticipato gran parte di quelli che saranno gli effetti. «Non sono le obbligazioni investment grade ad aver preso la rincorsa sulla scia di questa notizia, ma piuttosto il mercato high yield. Se la curva dei tassi di interesse si è solo leggermente spostata verso l’alto, gli spread si sono invece compressi notevolmente. La potenza di fuoco della Bce potrà sicuramente assorbire gran parte della liquidità presente nel mercato dei corporate bond dell’eurozona», commenta Olivier de Berranger, Responsabile Fixed Income e bilanciati di La Financière de l'Echiquier, «liquidità aggravata dalla classica strategia hold-to-maturity (attesa fino alla scadenza del bond). Mentre il debito high yield non finirà nelle casse di Draghi, le azioni del presidente della Bce hanno lo scopo di motivare una maggiore assunzione di rischi, un più ampio accesso al finanziamento delle imprese attraverso banche e mercato e a un miglioramento delle prospettive economiche».
L’effetto dunque andrà a coinvolgere anche le obbligazioni e le aziende che rimarranno fuori dal mirino diretto della Bce. «Scendendo a livello di settori», conclude Olivier de Berranger, «crediamo che le banche siano i vincitori netti della conferenza stampa dell'altro ieri, dato che la Bce ha segnalato con fermezza che la profittabilità degli istituti di credito sia in cima all'agenda. Il Tltro (II) è fortemente favorevoli a questo segmento del mercato obbligazionario, quello dei bond bancari ad alto beta». Di tuttal'altra idea è Raffaele Zenti, responsabile del team di consulenza Adviseonly che di fatto sconsiglia vivamente l'acquisto di singole obbligazioni, che «implicano una forte concentrazione del rischio di default dell’emittente, cosa che nessun risparmiatore assennato dovrebbe mai vedere nel suo portafoglio».
Meglio investire in strumenti ben diversificati al loro interno - spiega - come fondi ed Etf. «Questi ultimi, in particolare, sono trattati in Borsa, quindi facilmente smobilizzabili e presentano costi commissionali bassi», prosegue Zenti, «cosa molto importante per la redditività del portafoglio». Tutti gli indici corporate bond investment grade euro beneficieranno in linea di massima del bazooka. «Segnalo», conclude Zenti, «per le basse commissioni, il taglio piccolo, l’ETF UBS BAR EUR AREA LIQ COR 1-5 Y UCITS ETF. Chi invece predilige scadenze più lunghe potrebbe preferire l’ETF UBS IBX EUR LIQ CORPOR UCITS ETF A-DIS, oppure l’ETF UBS IBX EUR LIQ CORPOR UCITS ETF A-DIS».
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