Visualizzazioni totali

mercoledì 31 agosto 2016

L'invasione nei giorni del terremoto Record: quanti immigrati sono sbarcati

Invasione nei giorni del terremoto: tredicimila sbarchi



Chissà se dietro c'era una precisa strategia o se il fenomeno sia da collegarsi semplicemente alle condizioni meteo favorevoli che perdurano da giorno. I numeri, che fornisce oggi Il Corriere della Sera, sono impressionanti: in soli quattro giorni, sulle nostre coste sono sbarcati dal Mediterraneo tredicimila migranti: più di tremila al giorno. Settemila soccorsi solo lunedì con 53 operazioni di salvataggio di Guardia Costiera e Marina Militare.

Certo, spiega Il Corriere, un picco favorito dalle belle condizioni meteo e del mare sul Canale di Sicilia. Ma il sospetto è legittimo: quello che gli scafisti abbiano anche approfittato della tragedia del terremoto in centro Italia, con tutti i media che per giorni si sono solo e soltanto occupati del sisma e delle sue conseguenze. E si siano infilati in questa "finestra" di disattenzione mediatica per scatenare una delle più impressionanti ondate di sbarchi da quando il fenomeno migratorio è iniziato.

Beppe Grillo, addio tregua terremoto: "Dal governo solo pannicelli caldi"

Beppe Grillo, addio tregua terremoto: "Dal governo solo pannicelli caldi"


"Siamo ancora tutti sconvolti per la tragedia del terremoto che ha colpito Amatrice, e il Paese intero è costretto a chiedersi ancora una volta: si poteva prevenire questo disastro?". Beppe Grillo rompe la "tregua politica" del dopo-terremoto e parte all'attacco del governo. In un post sul suo blog, il leader morale del Movimento 5 Stelle domanda: "Si poteva fare qualcosa prima, in modo che danni e vittime fossero un numero almeno più contenuto se non irrisorio? Sono domande che da anni ci poniamo, quando il terremoto colpisce puntualmente il nostro territorio destinato dalla geologia ai flagelli sismici. Domande alle quali non c'è mai una risposta sensata, condannati come siamo a un loop di stupore/disgrazia/stupore che somiglia sempre più ad un brutto incubo". 

"Nel momento del panico, delle macerie, si parla di pannicelli caldi come le agevolazioni fiscali (ovvero, miseri abbuoni sulle tasse per gente che ha perso tutto), o di sospensione dei mutui (che verranno richiesti senza pietà dopo qualche mese o anno, su case ormai ridotte in polvere). E poi si è coniata la magica locuzione dopo-terremoto, astutamente messa lì - fateci caso - a sostituire la parola ricostruzione che fa venire i sudori freddi a qualsiasi governo", prosegue il post, in cui si osserva: "Si stanziano miseri 50 milioni per una minestra e una tenda, e per il resto si fa capire che è meglio che ci pensiamo da soli, dato che lo Stato non esiste più. O meglio: esiste solo per andare a pietire due soldi di sforamento in Europa, sforamento che ci viene prontamente negato perché le aree colpite non sono industrializzate, non fanno Pil, insomma i borghi del ’300 non valgono nulla agli occhi dei burocrati europei".

AMATRICE PIANGE Lo schiaffo del vescovo, il dolore della gente

I funerali delle vittime: lacrime e dolore sotto la pioggia




Funerali di Stato ad Amatrice per le vittime laziali del terremoto. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è giunto poco prima delle 18. Prima di lui sono arrivati anche il premier Matteo Renzi e il presidente del Senato Pietro Grasso. 

Il dolore condiviso - È piena di gente la tensostruttura allestita nel cortile del complesso don Minozzi. Ci sono centinaia di persone a rendere l’ultimo saluto alle 28 bare. Tra queste due più piccole, di bambini. Tutte disposte di fronte a un altare montato proprio in fondo sotto un grande crocifisso e la statua della Madonna della Neve. Ci sono anche tanti palloncini bianchi che la protezione civile ha voluto donare ai bambini. La pioggia è diminuita ma continua fin dalle prime ore del pomeriggio. Ci sono parenti, amici, corone di fiori, gonfaloni. Tra i primi politici ad arrivare il governatore della Regione Lazio Nicola Zingaretti, i vicepresidenti della Camera Simone Baldelli, Roberto Giachetti e Marina Sereni. C'è pure Arturo Scotto, capogruppo di Sinistra italiana a Montecitorio. Ma ci sono soprattutto loro chi piange i propri cari, stretti nel loro dolore. Qualcuno è seduto accanto alle bare, altri si abbracciano, cercano conforto.

Renzi: "Non vi abbandoneremo" - "Non vi lasceremo soli. È un impegno", ha commentato Renzi dopo aver stretto le mani ai rappresentanti dell'esercito, delle forze dell'ordine e ai volontari. Ad una rappresentante delle unità cinofile di Civitavecchia che ha sottolineato le difficoltà in cui lavorano, anche con lei il premier Renzi si è impegnato per aiutarli: "Ci proviamo", ha detto e poi ha aggiunto "che cosa meravigliosa hanno fatto i cani". 

Il vescovo: "Uccide l'uomo" - "Non sono i terremoti ad uccidere ma l'opera dell'uomo", è il passaggio più duro dell'omelia del vescovo di Rieti, Domenico Pompili. "I terremoti esistono da quando esiste la terra e l'uomo non era neppure un agglomerato di cellule, senza i terremoti - sono parole del vescovo - non esisterebbero le montagne, forse neppure l'uomo, il terremoto non uccide. Uccidono le opere dell'uomo". Monsignor Pompili ha poi invitato tutti a non trasformare la ricostruzione in "sciacallaggio e querelle politica".

Carte falsificate sui lavori antisisma Il dossier riservato: almeno 21 casi

Le carte false sui lavori del sisma. Dossier: almeno 21 casi



Secondo le carte che riguardano 21 edifici pubblici tra Amatrice e Accumoli i lavori di adeguamento antisismico sono stati fatti, ma quelle strutture sono crollate perché i soldi destinati a quei lavori sono stati spesi per altro. Esiste un intero dossier che avvalora i sospetti dei magistrati di Rieti che indagano per disastro colposo dopo il terremoto in centro Italia: quelle carte sono state falsificate. Come riporta il Corriere della sera, un documento riservato dimostra diverse irregolarità nelle ristrutturazioni avvenute dopo il terremoto in Umbria del 1997, con alcuni casi clamorosi che riguardano chiese, complessi parrocchiali, la caserma dei carabinieri, oltre alla Torre Civica di Accumoli, sulla quale esiste anche un fascicolo dell'Anac di Raffaele Cantore. Su quello e altre decine di interventi sarebbe coinvolto il vicesindaco di Amatrice, Giancluca Carloni, geometra che ha curato diversi interventi nella zona.

Il maxi-fascicolo dovrà far luce su 2,3 milioni di euro, ai quali vanno aggiunti altri 4 spesi dopo il 2009, tutti soldi pubblici spesi per lavori di adeguamenti sismici, con i nomi dei progettisti, le ditta incaricate, i progetti eseguiti. E poi ci sono le carte dei collaudi che avrebbero certificato la bontà di quanto realizzato. Documenti smentiti dai fatti, considerato che tutti quegli edifici sono crollati dopo il sisma o sono gravemente lesionati. Il sospetto dei magistrati è che la falsificazione delle carte abbia interessato anche le abitazioni private, considerando le diverse segnalazioni di sfollati ai Vigili del Fuoco. In tanti avrebbero acquistato di recente una casa nella zona colpita dal sisma con tanto di certificazione statica apparentemente in regola.

Nei prossimi giorni i magistrati interrogheranno architetti, ingegneri e geometri che negli ultimi anni possono aver avuto un ruolo nei lavori di adeguamento sismico dei 21 casi presi in esame. Starà a loro chiarire come mai in diverse situazioni è stato preferito svolgere lavori di miglioramento, chi ne ha disposto l'esecuzione e soprattutto che cosa è stato scritto sulle relazioni finali per ottenere il nulla osta dei collaudatori. E anche questi ultimi dovranno dare conto dei documenti che hanno firmato.

martedì 30 agosto 2016

SILURO PER GLI ITALIANI Sisma, in arrivo nuove tasse per sostenere la ricostruzione

Terremoto, arriva la mazzata per tutti. Ecco le nuove tasse per la ricostruzione



Gli effetti a lungo termine del terremoto in centro Italia potrebbero presto ripercuotersi sull'intero Paese, in particolare sulle tasche di tutti gli italiani. Per i territori colpiti dal sisma sono necessari nei più brevi tempi possibili soldi per la ricostruzione e la messa in sicurezza delle strutture pericolanti e della strade. Denaro che potrebbe arrivare dal Fondo di solidarietà dell'Unione europea che metterebbe a disposizione circa 350 milioni di euro da spendere però, ricorda il Giornale, entro e non oltre 18 mesi. Accedere a quei fondi e non rimetterci non è cosa scontata, perché Bruxelles è disposta a finanziare solo progetti dettagliati, che chiariscano da subito cosa vogliono realizzare, con quali costi e in quanto tempo. Un lavoro che richiede una capacità di programmazione non proprio caratteristica del modus operandi italiano soprattutto quando il governo si ritrova davanti a una situazione di emergenza.

La situazione economica del nostro Paese non facilita le cose, considerando l'alto deficit col quale l'Italia deve sempre fare i conti e il debito elevatissimo che si porta appresso. Per questo storicamente tutti i governi hanno sempre preferito la vita più facile, anche se più dolorosa per i cittadini e soprattutto duratura. Il premier Matteo Renzi ha provato a fare la voce grossa con Bruxelles, quando ai microfoni del Tg1 ha tuonato che: "All'Europa diciamo che quello che serve per questa cosa lo prendiamo, punto". Già trovare i 50 milioni da stanziare subito per i primi aiuti nelle Marche e nel Lazio, il governo ha raschiato il fondo del barile. Se agli eurocrati non piacerà il progetto Casa Italia, il governo non avrà altra strada se non imporre l'ennesima accisa per ripagare i costi della ricostruzione. Come la storia insegna, in fondo, visto che ancora oggi gli automobilisti si ritrovano ad ogni rifornimento a versare una quota per la guerra d'Etiopia degl 1935-1936, la crisi petrolifera di Suez del 1956, i terremoti del Belice nel 1968, dell'Irpinia nel 1980, dell'Aquila nel 2009 e dell'Emilia nel 2012. Senza dimenticare le alluvioni di Firenze nel 1966 o in Liguria nel 2011.

Se l'emergenza è per natura transitoria, o almeno si spera, le accise sono perpetue e pesano sul costo dei carburanti per il 52% del totale. Solo dal settore energetico, lo Stato incassa ogni anno 25,5 miliardi che poi spende per le questioni più disparate, sempre meno per evitare che nuove emergenze insorgano. Ne hanno beneficiato i nuovi contratti degli autoferrotranvieri e il Fondo unico dello spettacolo, per citare solo due esempi. I primi sei mesi di quest'anno hanno fatto registrare una timida ripresa dello 0,7% che ha portato nelle casse pubbliche circa 11,3 miliardi di euro. Un gettito che rischia di ridursi, se non di deprimersi, se i consumi dovessero rallentare. E aumentare il costo dell'energia con nuove tasse di sicuro non li aiuterà a crescere.

Lutto nel cinema È morto Gene Wilder genio della comicità

Lutto nel mondo del cinema: morto Gene Wilder



Indimenticabile protagonista di Frankenstein Junior e Willy Wonka, tra le altre cose, il sorriso di Gene Wilder, pseudonimo di Jerome Silberman, si è spento a 83 anni.

Si era allontanato dalle scene da anni dopo una carriera da mattatore della comicità. Lunghissimo il sodalizio con l'altro mito: Mel Brooks. Nel 1999 gli era stato diagnosticato un linfoma. Nato a Milwaukee in una famiglia di ebrei russi immigrati, dopo l'università in America, decide di trasferirsi in Inghilterra, dove inizia a studiare recitazione alla "Bristol Old Vic Theatre School", oltre ad imparare a tirare di scherma. Entra al prestigioso Actors Studio, che gli spianerà la strada per la carriera. Il suo primo ruolo cinematografico è poco più che una comparsata in Gangster Story.

Gli esordi - Nel 1963 Wilder viene scritturato nel ruolo principale dello spettacolo teatrale Madre Coraggio e i suoi figli al fianco di Anne Bancroft, che gli presenta il fidanzato (e futuro marito) Mel Brooks. Pochi mesi dopo Brooks gli rivela che sta lavorando alla sceneggiatura di Primavera per Hitler e gli promette che sarebbe stato la prima scelta nel ruolo di Leo Bloom qualunque fosse stata la destinazione del lavoro, teatro televisione o cinema.

Arriva il film Per favore, non toccate le vecchiette, del 1968, anche per Mel Brooks è l'opera prima da regista e sceneggiatore, e rivela le grandi doti comiche e recitative di Wilder. Per la sua interpretazione riceve la nomination all'Oscar come miglior attore non protagonista, mentre il film si aggiudica la statuetta per la miglior sceneggiatura originale.

Inizia così la proficua collaborazione tra i due, che raggiunge l'apice della creatività intorno alla metà degli anni Settanta. A Per favore, non toccate le vecchiette seguiranno tuttavia per Wilder una serie di insuccessi commerciali, la commedia inglese Fate la rivoluzione senza di noi interpretata al fianco di Donald Sutherland e ambientata durante la Rivoluzione francese, e la commedia sentimentale Che fortuna avere un cugino nel Bronx dove Wilder è diretto dall'anglo-indiano Waris Hussein, preso dopo aver dovuto rinunciare alla prima scelta Jean Renoir in quanto suoi impegni preesistenti avrebbero comportato lo slittamento di un anno delle riprese.

La consacrazione - Uno dei ruoli più importanti della carriera di Gene Wilder lo vede protagonista nel 1971 del film Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato, di Mel Stuart, tratto dal romanzo La fabbrica di cioccolato di Roald Dahl. La pellicola in origine fu un flop commerciale, probabilmente risultando poco gradita al pubblico familiare a cui era destinata a causa di un umorismo a tratti crudele, ma col tempo è diventato un film di culto.

 Un altro ruolo eccezionale è stato nel 1972 nel film di Woody Allen Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso* (*ma non avete mai osato chiedere) di cui interpreta uno degli episodi più divertenti. All'indomani del film Wilder inizia a lavorare ad un copione intitolato Young Frankenstein. Dopo averne scritto un canovaccio di due pagine contatta Mel Brooks, che pur ritenendo l'idea "carina" si dichiara non interessato. Un paio di mesi dopo Wilder viene contattato dal suo futuro agente Mike Medavoy il quale gli chiede se abbia tra le mani qualcosa in cui possa far lavorare i suoi freschi clienti Peter Boyle e Marty Feldman. Wilder, che aveva da poco visto Feldman in tv, viene immediatamente ispirato ad assegnargli il ruolo del futuro Igor. A Medavoy l'idea piace e contatta immediatamente Brooks, il quale pur dubbioso, reduce da due flop in quattro anni, accetta la regia del film. Nel frattempo, mentre Frankenstein Junior è nella fase preparatoria e Mel Brooks è impegnato nelle riprese di Mezzogiorno e mezzo di fuoco, Wilder è chiamato a interpretarvi il ruolo di Waco Kidsostituendo il protagonista Gig Young, troppo malato per completare le riprese, dopo che Dan Dailey aveva dato forfait all'ultimo momento.

I due film escono a distanza di pochi mesi, nel 1974, e sono due grandi successi commerciali. Frankenstein Junior regala a Wilder e Brooks una nomination all'Oscar per la miglior sceneggiatura non originale.

Nuova coppia - Durante le riprese di Frankenstein Junior Wilder pensa a una commedia romantica con protagonista il fratello di Sherlock Holmes, idea che porterà al suo debutto da regista con la pellicola Il fratello più furbo di Sherlock Holmes, uscita nel 1975, nella quale recita di nuovo in coppia con l'amico Marty Feldman. Nel 1976 nasce la coppia comica con Richard Pryor, che lui stesso aveva suggerito come partner ai produttori, per il film Wagons-lits con omicidi. Nel 1977 è la volta della sua seconda regia, Il più grande amatore del mondo, ispirata al film di Federico Fellini Lo sceicco bianco, e che si rivela un insuccesso di critica e di pubblico.[2]Nel 1979 viene diretto da Robert Aldrich nella commedia western Scusi, dov'è il West?, dove duetta con un emergente Harrison Ford, che aveva sostituito in fase di pre-produzione John Wayne.

Nel 1980 Sidney Poitier convince Wilder e Richard Pryor a fare un nuovo film insieme. Nessuno ci può fermare, nonostante la sua lavorazione difficoltosa dovuta soprattutto al fatto che Pryor era nel frattempo divenuto dipendente da cocaina, è un grande successo internazionale (ma non in Italia), e il film compare più volte in liste e classifiche sulle migliori commedie cinematografiche. 

Nel frattempo Poitier e Wilder sono diventati amici, e scrivono insieme la sceneggiatura del loro successivo film Hanky Panky - Fuga per due dove Wilder conosce la futura compagna di vita e dei successivi due film Gilda Radner. Dopo Hanky Panky Wilder dirige il suo terzo film, La signora in rosso, che nonostante le brutte critiche ottiene un grande successo di pubblico e lancia la carriera dell'esordienteKelly LeBrock. La quarta e ultima regia di Wilder, Luna di miele stregata del 1986, è invece un flop.

La TriStar Pictures nel frattempo propone a Wilder un nuovo film in coppia con Pryor, che Wilder accetta solo a condizione di riscrivere il copione. Il risultato è Non guardarmi: non ti sento, uscito nel maggio 1989 e ultimo grande successo commerciale dell'attore. La critica apprezza la recitazione di Wilder e Pryor ma boccia unanimemente la sceneggiatura del film.[4][5][6]

Dopo la commedia romantica Bebè mania Wilder gira nel 1991 l'ultimo film con Pryor, Non dirmelo... non ci credo, che rappresenta l'unico flop della coppia e nel quale è visibile il deterioramento fisico di Pryor dovuto alla sclerosi multipla. Il film è anche l'ultimo ruolo da protagonista per Pryor e l'ultimo film per il cinema di Wilder. Nel 1994 Wilder è protagonista della sitcom Quel pasticcione di papà, che riceve critiche mediocri e dura una sola stagione. Nel 1996 torna dopo più di vent'anni a recitare in teatro, portando in scena per cinque mesi consecutivi al Queen's Theatre di Londra Laughter on the 23rd Floor di Neil Simon.

Wilder ritorna in scena nel 1999, dove appare nel pluripremiato adattamento televisivo della NBC di Alice nel paese delle meraviglie e in due film-tv polizieschi sceneggiati dallo stesso Wilder, The Lady in Question e Murder in a Small Town, entrambi inediti in Italia. Tre anni dopo compare come guest star nel telefilm Will & Grace nei panni di Mr. Stein, ruolo per cui vince un Emmy. Ad oggi questo è il suo ultimo ruolo, avendo deciso di ritirarsi a vita privata.

Nel maggio 2005 Wilder ha pubblicato un libro con le sue memorie, Baciami come uno sconosciuto (Kiss Me Like a Stranger: My Search for Love and Art), pubblicato in Italia da Sagoma Editore, un resoconto completo del periodo che va dalla giovinezza alla morte della Radner. Due anni dopo ha pubblicato il suo primo romanzo, La mia puttana francese (My French Whore), ambientato durante la Prima guerra mondiale, nel 2008 ne ha pubblicato un secondo, The Woman Who Wouldn't, mentre nel 2010 ha dato alle stampe una raccolta di storie, What is This Thing Called Love?.

Wilder si è sposato quattro volte: dal 1960 al 1965 con Mary Mercier; dal 1967 al 1974 con Mary Joan Schutz. Da entrambe queste donne ha divorziato. È, poi, stato sposato con l'attrice dello show Saturday Night Live, Gilda Radner dal 1984 fino alla morte di quest'ultima nel 1989, dovuta ad un cancro alle ovaie. Da allora, Wilder è stato un attivo testimonial della lotta al cancro, organizzando campagne di sensibilizzazione e raccolte di fondi.

Nel 1999 lo stesso Wilder è stato colpito da un tumore al tessuto linfatico, il Linfoma non Hodgkin, da cui nel 2005 è stato dichiarato completamente guarito grazie alla chemioterapia e a un trapianto di cellule staminali.

Grossi guai per un ex di serie A e B: usura, estorsione con i soldi della mala. Chi hanno beccato

Grossi guai per un ex di serie A e B: usura, estorsione con i soldi della mala. Chi hanno beccato


C’è anche il calciatore professionista Francesco Modesto, che ha giocato in serie A e B, tra i 14 arrestati in un’operazione antimafia dei carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Cosenza. Gli indagati devono rispondere di far parte di un’associazione di tipo mafioso dedita all’usura e all’estorsione. Al centro dell’inchiesta un gruppo criminale ritenuto emanazione delle cosche federate Cicero-Lanzino e Rango-Zingari di Cosenza che, utilizzando i capitali della ’ndrangheta, elargivano prestiti con l’imposizione di tassi d’interesse fino al 30 per cento mensile. Modesto, 34 anni, deve rispondere dell’accusa di usura poiché si sarebbe prestato a prestiti di denaro insieme al suocero, anche lui tra gli indagati. Modesto, oggi svincolato, ha giocato anche in serie A. Dopo l’esordio con il Cosenza, ha giocato con Vibonese, Palermo, Ascoli, Reggina, Bologna, Genoa, Parma, Pescara, Padova e Crotone. I dettagli verranno illustrati in una conferenza stampa che si terrà alle 11 alla Procura della Repubblica di Catanzaro.