CRONACA. ITALIA SOTTO SHOCK:
MUORE DURANTE UNA PARTITA DI CALCIO PIERMARIO MOROSINI
di Sabatino Laurenza
È un'altra giornata triste e drammatica per lo sport italiano. Un altro malore in campo, un’altra vita di un calciatore stroncata. Stavolta il "teatro" del dramma è lo stadio "Adriatico" di Pescara, dove era in corso la sfida di serie B tra i padroni di casa e il Livorno. E' il 31' del primo tempo quando il centrocampista amaranto Piermario Morosini improvvisamente crolla in avanti, faccia a terra, apparentemente in preda a convulsioni, e immediatamente le due panchine e il guardalinee hanno attirato l'attenzione dell'arbitro che ha prontamente fermato il gioco. I medici a bordocampo gli hanno immediatamente praticato le prime cure necessarie con un massaggio e il defribillatore, prima che il calciatore fosse trasportato al pronto soccorso dell'ospedale civile del capoluogo abruzzese in ambulanza. Ma era già troppo tardi......l'arresto cardiaco gli è stato fatale, il suo cuore aveva cessato di battere. L'ambulanza che ha soccorso Morosini è stata bloccata per qualche minuto da un'auto dei vigili urbani che ostacolava l'ingresso al campo. Attimi concitati: per rimuovere il mezzo è stato rotto un vetro. Ma, come ha sottolineato il cardiologo Paloscia, "un minuto in più o un minuto in meno nei soccorsi non sarebbe servito a nulla. Il cuore si è fermato e non ha più ripreso a battere. Abbiamo infatti provato a rianimarlo in ogni modo per un'ora e mezza, ma tutto è stato inutile". Subito dopo si sono viste scene di dolore straziante, con urla e pianti dei suoi compagni, delle tifoserie presenti allo stadio. Ma poco dopo si aggiungono le lacrime di un Paese intero. Riguardo ancora quelle immagini, quei suoi tentativi di rialzarsi, ripartire, correre comunque dietro al pallone e all'avversario,come un gladiatore nell'arena ferito vigliaccamente senza la possibilità di difendersi. Ma con la voglia sempre viva di lottare. Un attimo, una frazione di secondo e gli occhi sgranati vincono l'impulso di non arrendersi, ed il tentativo, vano, di rialzarsi. Impotente quanto i soccorsi di sanitari e compagni nonostante il malore lo avesse già colpito all'improvviso. Non ci resta che piangere, pregare non è bastato. Non ha più ripreso conoscenza, mai più un battito o un respiro, a nulla sono serviti i soccorsi e i tentativi di rianimarlo. Il periodo è nerissimo: Bovolenta, Mancini, adesso Morosini. Dopo la paura per Cassano e Muamba, quello sì che è stato davvero un miracolo. Ma come si può perdere la vita così, per una partita a pallone, a 25 anni? Non sarebbe il momento per farci queste domande e per trovare le risposte giuste: sarà pero' necessario approfondire presto i motivi e le possibili cause del susseguirsi di queste tragedie. Anche se ci sono atleti super controllati queste cose possono capitare, ma ci sarebbe bisogno di controlli più frequenti e prontezza nei soccorsi. Intanto la Federcalcio ha comunicato, giustamente, lo stop a tutti i campionati e la sospensione delle partite del fine settimana in virtù della tragica morte del centrocampista del Livorno Piermario Morosini. Un ragazzo semplice ed un professionista serio che aveva indossato anche la maglia azzura della nazionale dell'Under 21 italiana. Una vita sfortunatissima la sua.....segnata da una incredibile serie di lutti familiari. Aveva perso la mamma che era un bambino, poi il papà dopodichè il fratello handicappato. Gli era rimasta la sorella, anche lei con handicap. Nonostante questo teneva sul volto velatamente triste una dolcezza incredibile e aveva una disponibilita’ totale. La vita spesso è inspiegabile, ci sono eventi drammatici che ci sconvolgono ma allo stesso tempo danno messaggi di vita. La morte di Piermario Morosini ha colpito tutti, un giocatore che ha avuto tante disgrazie nel corso dei 25 anni. Sfido chiunque a continuare l'attività sportiva ad alti livelli dopo tre lutti del genere. Lui ha continuato a lottare e dimenticare le negatività della propria vita regalando sorrisi e gioia a chi lo circondava. Lascia un messaggio a tutti quelli che nella vita si imbattono in disgrazie e si lasciano andare con troppa semplicità. Quando muore un ragazzo di 25 anni c'è solo da chiudersi in un grande silenzio. Ma ora sta già riabbracciando la sua famiglia, e il suo cuore batte di nuovo forte. Come il nostro per lui: ciao Moro!
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