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domenica 22 maggio 2016

Rc auto, il "trucco" delle compagnie Gli automobilisti tassati e fregati

Rc auto, il "trucchetto" delle compagnie per risparmiare sui risarcimenti: Occhio


di Francesco Borgonovo 



Per avere un' idea di quale sia il peso delle assicurazioni sulla vita del Paese basta guardare ai numeri. In particolare, ai 380 miliardi circa di debito pubblico italiano nelle mani delle grandi compagnie. Da qualche tempo, però, la pressione che esercitano si sta facendo particolarmente soffocante, e a farne le spese sono - al solito - i comuni cittadini. Il primo allarme è arrivato avvolto nelle pieghe felpate del linguaggio giuridico. La forma, tuttavia, non alleggerisce la sostanza, perché la denuncia è precisa: le assicurazioni influenzano troppo l' operato dei medici legali, a danno delle vittime degli incidenti in attesa di risarcimento. 

Ma vediamo di spiegare. Da poco l' editore Giuffrè, marchio storico del settore, ha pubblicato le nuove "Linee guida per la valutazione medico legale del danno alla persona in ambito civilistico". Nell' introduzione, il presidente emerito della Società italiana di medicina legale e delle assicurazioni, il professor Luigi Palmieri, scrive: «Purtroppo negli ultimi anni il comparto della Rc Auto ha denotato preoccupanti segnali di scollamento dal generale contesto dei presupposti concettuali e della metodologia operativa ormai consolidatisi in ambito medico legale». Che cosa significa? Per capirci qualcosa abbiamo chiesto una mano a Giovanni Polato, presidente dell' Aneis, l' Associazione nazionale degli esperti di infortunistica stradale.

La risposta è chiara: «Quello del professor Palmieri è un vero e proprio grido di dolore per la situazione creatasi negli ultimi anni, che ha visto la dottrina e la pratica medico-legale troppo spesso piegata ad assecondare interessi particolari». E quali sono questi interessi? Quelli delle compagnie assicurative. In pratica, le assicurazioni «cercano di influenzare a loro vantaggio l' attività medico-legale, per dare meno risarcimenti. Come fanno? Ad esempio, pretendono che un medico legale lavori solo per loro, anche se per ragioni deontologiche non potrebbe farlo. Poi c' è un altro aspetto. Oggi i medici legali non redigono più perizie, ma utilizzano dei format precompilati attraverso piattaforme online gestite dalle assicurazioni. Una volta inseriti i dati, questi format non prevedono nemmeno la firma digitale, e quindi possono pure venire modificati». Spiega ancora Polato che alle compagnie di assicurazioni «una perizia del medico legale costa tra i 50 e i 70 euro. A un privato tra i 250 e i 350 euro. Ma le compagnie permettono ai medici di lavorare molto di più».

In che modo le compagnie di assicurazione fanno sentire il proprio fiato sul collo ai medici legali? Inviando lettere che contengono precise indicazioni. Massimo Quezel, imprenditore padovano, ha spiegato come funziona questa pratica in un libro intitolato "Assicurazione a delinquere" (Chiarelettere). Per Quezel c' è un problema a monte, ovvero la legge 27 del 2012, approvata in piena "Era dei Tecnici". Questa legge riguarda il risarcimento per le "lesioni di lieve entità", ad esempio il classico "colpo di frusta". All' articolo 3 la norma è ambigua se non contradditoria quando impone l'«accertamento clinico strumentale obiettivo». Spiega Quezel: «Le compagnie assicurative danno una lettura restrittiva di queste legge al fine di risparmiare sui risarcimenti (il danneggiato non produce un accertamento strumentale come una tac, una risonanza magnetica eccetera, ma solo l' esito della visita specialistica? Allora niente risarcimento).

Mentre i giudici preferiscono osservare una maggiore attenzione per la parte più debole ammettendo anche il solo accertamento medico clinico per accertare l' esistenza della menomazione fisica a seguito del danno subìto». Ed ecco il problema: «All' indomani dell' approvazione della legge, le compagnie si sono affrettate ad inviare delle "note di indirizzo" ai propri fiduciari medici legali, con le quali obbligavano (pena l' accantonamento del professionista) ad applicare la nuova normativa nell' esercizio delle proprie attività peritali negando loro, di fatto, di applicare la stessa scienza medica». E dunque, grazie alla legge 27 del 2012, le assicurazioni sono riuscite a risparmiare circa un miliardo di euro ogni anno. «Giocano sui grandi numeri» dice Quezel. «Solo un 20% dei danneggiati fa ricorso al giudice. Normalmente non se la sente di affrontare un tortuoso iter giudiziale per ottenere un risarcimento, specie se si tratta di danni lievi. Il più delle volte lascia perdere. Anche quando il danno esiste e andrebbe risarcito». Ufficialmente, lo scopo della legge del 2012 era di combattere le truffe assicurative, ma secondo Quezel si tratta di un paravento. «Secondo gli ultimi dati disponibili, i sinistri denunciati nel 2014 ammonta a poco più di 2 milioni e 500 mila. Di questi, circa 4600 sono stati oggetto di denuncia o querela per sospetta truffa, lo 0,2% del totale». Ora, con il nuovo ddl concorrenza in discussione al Senato, la situazione rischia di peggiorare. «Già la legge 57 del 2001 ha rivisto al ribasso i parametri delle invalidità più leggere.

Prima, per ogni punto di invalidità venivano attribuiti due milioni e mezzo di lire, a crescere a seconda della gravità del danno. Ora la cifra è scesa a 750 euro a punto», spiega ancora Polato dell' Aneis.  E fa capire che i parametri saranno rivisti al ribasso anche per le invalidità gravi. Il quadro è complicato, ma la direzione è chiara: grazie a una serie di norme approvate da governi diversi, le assicurazioni risparmiano, e le vittime di incidenti ne fanno le spese.  Legale sì, giusto un po' meno.

Le lettere della signora del Fisco: mazzata, 220mila avvisi agli italiani

Le lettere della signora del Fisco: 220mila avvisi agli italiani



Sono in arrivo 220mila lettere  del Fisco. L'Agenzia delle Entrate ha controllato tutte le dichiarazioni presentate dalle persone fisiche nel 2015 e, come scrive il Sole 24 Ore, gli effetti si vedranno tra poco nelle cassette della posta dei contribuenti. Dalla seconda metà di giugno, inizieranno ad arrivare gli esiti di controlli che hanno rilevato l' esistenza di anomalie nelle dichiarazioni dei redditi, a seguito di attività di riscontro tra i dati in possesso dell' agenzia delle Entrate e quelli indicati dal contribuente. Si tratta di segnalazioni che mirano a ottenere un adempimento spontaneo degli obblighi e non si tratta di avvisi di accertamento.

Regolarizzazione -  Le anomali riguardano redditi da fabbricati.  redditi di lavoro dipendente e assimilati (tra cui gli assegni periodici corrisposti dal coniuge o ex coniuge); redditi di capitale da partecipazione qualificata in società di capitali; redditi di partecipazione in società di persone (comprese imprese familiari) o Srl in "trasparenza". Con le lettere il Fisco mira a ottenere informazioni supplementari. Il contribuente, informa  il quotidiano di Confindustria, può  tramite il canale telematico Civis, trasmettere elementi informativi o i documenti validi per chiarire la sua posizione. Se, invece, il contribuente riconosce gli errori o le omissioni indicate dall' Agenzia, ha la possibilità di utilizzare il ravvedimento operoso con la presentazione una dichiarazione integrativa e versando maggiori imposte, interessi e sanzioni in misura ridotta con F24.

Dall'Austria un'altra provocazione: ecco cos'è successo sul Brennero

Schiaffo dell'Austria all'Italia: altri 80 poliziotti sul Brennero



Ottanta poliziotti per rafforzare la frontiera con l’Italia. L’Austria corre ai ripari dopo che il flusso di migranti attraverso la frontiera del Brennero è aumentato nei giorni scorsi. Solo pochi giorni fa Angelino Alfano era riuscito a raggiungere un’intesa per sospendere la costruzione della barriera sul passo del Brennero, promettendo maggiori controlli da parte dell’Italia. Ma il boom di ingressi illegali ha fatto precipitare la situazione e spinto il ministro degli Interni austriaco, Wolfgang Sobotka, ad assicurare al governatore del Tirolo, Guenther Platter, il pugno duro per fermare l'ondata di clandestini in arrivo dal Belpaese. A partire da martedì gli ottanta poliziotti schierati al confine italo-austriaco svolgeranno i controlli che attualmente sono ammessi nei limiti degli accordi di Schengen.

In questo momento la tensione in Austria è altissima anche per via del ballottaggio di domani. I cittadini sono chiamati alle urne per scegliere il prossimo presidente della Repubblica tra Norbert Hofer, leader del partito populista, xenofobo e antieuropeista di estrema destra dell’Fpoe, e Alexander van der Bellen, ex capo dei verdi. Se vincesse l’estrema destra, come già è successo in altri Paesi dell’Europa centrale, la parentesi austriaca, da Paese simbolo dell’accoglienza e della libertà di movimento a Paese in preda all’ansia e a drastiche misure di chiusura, sarebbe completa.

Al funerale di Pannella volano stracci Quella tremenda accusa alla Bonino

Funerale laico per Marco Pannella: la veglia, la camera ardente e il ricordo di chi gli era vicino



Funerale laico e musica jazz per Marco Pannella in Piazza Navona, proprio dove si tennero le grandi manifestazioni delle lotte dei radicali. Ci sono gli amici di una vita e i militanti di lungo corso: Emma Bonino, Sergio D'Elia, Rita Bernardini e la compagna Mirella Parachini. Il Requiem di Mozart ha segnato l'inizio del funerale laico. La piazza è gremita di persone e bandiere: quella del Radical Party, del Tibet, dei Radicali Italiani e di Israele. Sul palco per alcuni minuti è salita anche una delegazione dei detenuti di Rebibbia, che ha esposto uno striscione di ringraziamento a Marco Pannella.

La polemica - Quando prende la parola Emma Bonino non si trattiene e le sue parole feriscono come lame: “Pannella nel corso della sua vita è stato soprattutto irriso e deriso, quando non vilipeso, e penso che alcuni omaggi postumi puzzano di ipocrisia lontano un miglio". Parole accolte dal lungo applauso delle centinaia di persone in piazza. Eppure l’ex ministro degli Esteri non aveva più visto ne parlato con il leader dei Radicali dopo un brutto litigio. “Non è mai andata a trovarlo, negli ultimi tre mesi. Ma non si sentivano da molto. Nemmeno una telefonata. Ogni tanto glielo chiedevo: “Emma ha telefonato?”. Lui scuoteva la testa. Un giorno gli ho chiesto: “Ma tu vuoi bene a Emma?”. Lui ha risposto: “Certo, che domanda stupida” – ha raccontato Rita Bernardini, l’ex segretaria dei Radicali Italiani, in un’intervista al Corriere della Sera - È un peccato, soprattutto per lei: penso che ci starà molto male, proverà rimorso”.

La veglia - Il feretro di Pannella è arrivato in via Torre Argentina accolto da un lungo applauso. E lì è rimasto fino alle 13 di oggi, nella sala grande della sede dei Radicali, coperto da una bandiera del Tibet e diverse rose. Un flusso continuo di persone è andato a porgere l’ultimo commosso saluto: gente comune e vecchi militanti e amici. "Ho parlato con Marco un mese e mezzo fa e mi diceva che, per mantenere il partito ha venduto tutti gli immobili della famiglia – si è sfogato Luigi, uno dei tantissimi cittadini in attesa del proprio turno per salire alla sede dei Radicali - Non ha mai preso lira da nessuno e manco senatore a vita lo hanno fatto".

Camera ardente - La camera ardente allestita nella sala Aldo Moro a Montecitorio per Marco Pannella è stata visitata da migliaia di persone, politici, militanti radicali, ex esponenti del partito. Ad accogliere gli ospiti, accanto alla bara, c'è un'Emma Bonino silente che, a chi l'abbraccia, accenna un educato sorriso. Anche Rita Bernardini, Sergio D'Elia, il segretario dei Radicali italiani Riccardo Magi e Francesco Rutelli sono nella sala Aldo Moro sin dall'apertura della camera ardente e accanto alla salma di Pannella c'è una Laura Harth che non riesce a trattenere le lacrime per la morte del leader che ha assistito fino agli ultimi istanti della sua vita.

Chi c'era - Nella sala, tra i tanti arrivati, anche Achille Occhetto e diversi ex militanti radicali come Elio Vito e Daniele Capezzone. "Marco era un istrione, un immortale e certamente i nostri politici avrebbero potuto fare qualcosa di più per lui. Noi due siamo stati dei trasgressivi – è il commento di Cicciolina, l’ex pornostar arrivata in Parlamento proprio con i Radicali - Secondo me ora ci sta guardando divertito e sta dicendo 'vedi che vi ho fregato'". Nella camera ardente sono arrivati anche due monaci tibetani che si sono avvicinati alla salma del leader radicale ponendogli sopra delle pashmine bianche tradizionali della cultura tibetana, poi uno dei due monaci ha intonato una preghiera inducendo tutti gli altri presenti ad alzarsi.

L'ufficio di lusso di Mister Inps? Pagato con i soldi dei pensionati

L'ufficio di lusso di Mister Inps Boeri è pagato dai pensionati


di Fausto Carioti



Se cerchi Tito Boeri, il presidente dell'Inps epocale fustigatore di costumi, non bussare alla porta della sede centrale dell'istituto di previdenza, lassù all'Eur, in via Ciro il Grande. Non lo troveresti, perché da qualche mese il prof ha deciso che si vive meglio in una sede centrale di rappresentanza. E che sede! Palazzo Wedekind, piano nobile, di fronte al magnifico terrazzo che si affaccia su piazza Colonna.

Da lì Boeri può sorridere con simpatia al suo dante causa, Matteo Renzi, il dirimpettaio di palazzo Chigi. Fra arazzi, stucchi, marmi e mosaici di grande valore, Boeri si è fatto il proprio ufficio di rappresentanza, da cui è assai più facile mantenere stretto il cordone ombelicale con i palazzi del governo e con tutta la politica: la Camera dei deputati è giusto sul retrobottega, in piazza Montecitorio. Siccome da quelle parti è assai difficile parcheggiare l'auto, e ogni metro di strada pullula di divieti di sosta con decine di vigili in servizio, Boeri ha pensato bene di risolversi pure quel problemino: sul retro del palazzo, proprio in piazza Montecitorio, si è ricavato con i lavori di ristrutturazione un piccolo box per la sua auto di servizio. Chi ha fatto i lavori non deve avere preso bene le misure, perché il povero autista del presidente dell'Inps lì riesce entrare con grande fatica.

Le prima volte sembrava di essere sul set di un film comico: il poveretto entrava, e non riusciva più a venirne fuori. Poi si è trovata l'idea vincente: ingresso in retromarcia, e uscirne quando Boeri ha fretta o qualche appuntamento distante, è gioco da bambini. Il passaggio resta comunque stretto, e talvolta la fiancata dell'auto del presidente ne ha patito le conseguenze.

Ma almeno non si rischia di restare in trappola. Peraltro l'auto è una berlina di media cilindrata, per non dare troppo nell'occhio mentre si sfila in piazza. Lì un comune mortale non potrebbe arrivare, e carabinieri e poliziotti che circondano Montecitorio ogni volta debbono aprire le barriere per farlo passare.

Il palazzo ottocentesco è maestoso, e il proprietario è proprio l'Inps. Ma nessun dirigente dell'istituto di previdenza vi aveva mai messo piede. Perché dal 1945 era sede del quotidiano Il Tempo, fondato da Renato Angiolillo. All'epoca al piano nobile c'era proprio il direttore e fondatore del quotidiano romano, e nel grande salone circondato da quella terrazza su piazza Colonna c'era parte della redazione del quotidiano romano. Così fu anche nei primi anni della direzione di Gianni Letta, che nel palazzo lavorava già come amministratore della società editrice del quotidiano. Proprietario era l'Inps, che incaricò poi la Igei (controllata al 51% e in liquidazione infinita dal 1996) di riscuotere la ricca pigione. Il Tempo occupava piano nobile e gli altri tre piani sopra. Quindi la redazione si trasferì al quarto piano, e proprio lì c'era il solo inquilino che non facesse parte della società editoriale: l'antico portiere in carico all'Inps che ebbe l'attico (fra più straordinari di Roma per posizione) fra i benefit dell'assunzione. Quando il poveretto chiuse gli occhi, il benefit è passato in eredità a moglie e figli. Che hanno resistito anche a un primo timido sfratto da parte del padrone di casa, come ai vari e inutili tentativi di alzare un pizzico la pigione, assai simbolica.

Dal Tempo invece l'Inps riceveva ogni anno un affitto salito fino a 1,5 milioni di euro. Negli ultimi anni però la crisi si è fatta sentire sui bilanci della società editrice, e qualche fitto è rimasto indietro. Quando ancora a guidare l'istituto di previdenza c'era Tiziano Treu è stato fatto un accordo fra le parti: rateizzazione del dovuto e riduzione degli spazi locali, lasciando a disposizione della proprietà primo e secondo piano. L'Inps per prima cosa ha iniziato a ristrutturare i locali e anche gli spazi comuni, oltre a recuperare dai locali della antica tipografia proprio quel box auto di cui si parlava. Cosa farne dopo non era ancora deciso.

Si sarebbe potuto affittarli ai non pochi pretendenti. Anni fa, ad esempio, si erano innamorati di quel piano nobile il proprietario di Wind, l'egiziano Naguib Sawiris e il suo amministratore delegato Luigi Gubitosi. Il mercato sicuramente non mancava.

Insomma, si sarebbe potuto incassare assai di più dei 550-600 mila euro valutati per quella porzione di palazzo nel contratto con Il Tempo. Però le vicende della politica ci hanno messo il loro zampino. Prima che la ristrutturazione fosse finita, Renzi ha congedato Treu e messo in sella Boeri. A lavori ultimati il presidente dell'Inps ha deciso che proprio quello dovesse essere il suo ufficio di rappresentanza.

Con una doppia conseguenza negativa per i bilanci dell'istituto di previdenza: la prima, quella del mancato incasso dei 550-600 mila euro annui di pigione (e forse di più, si fosse fatta l'asta tra i vari pretendenti). La seconda, quella di avere dovuto trasformare quella porzione di palazzo da immobile messo a reddito a immobile strumentale: in questo modo è stato tolto dal mercato, non potrà finire nei fondi immobiliari a cui erano destinati i mattoni dell'Inps e non potrà essere venduto. Qui il danno è assai più salato per l'istituto di previdenza e di conseguenza per i pensionati assistiti. Ma che importa? Ora il presidente può affacciarsi davanti a palazzo Chigi e sorridere festoso a chi l'ha nominato...

sabato 21 maggio 2016

Uranio impoverito, condannato il Ministero della Difesa per la morte di un soldato

Uranio impoverito, condannato il Ministero della Difesa per la morte di un soldato italiano



Salvatore Vacca morì a 23 anni, per gli effetti dell’uranio impoverito. Questo è quanto deciso dalla Corte d’Appello di Roma che ha dato ragione alla battaglia della «madre coraggio» Giuseppina, condannando il ministero della Difesa per omicidio colposo. E nella sentenza, pubblicata ieri, ha messo la parola fine su ciò che è sempre stato negato. «La pericolosità delle sostanze prescinde dalla concentrazione» dell’uranio impoverito delle armi. Il ragazzo venne esposto senza «alcuna adeguata informazione sulla pericolosità e sulle precauzioni da adottare». Secondo i giudici, inoltre, «vi è compatibilità tra il caso ed i riferimenti provenienti dalla letteratura scientifica» nonché «esistenza di collegamento causale tra zona operativa ed insorgenza della malattia»

Bossetti, urla disperate al processo Si parla di sesso e Yara, lui sbrocca

L'avvocato: "Movente sessuale". E Bossetti sbrocca: urla in aula



Dopo la richiesta di condanna all'ergastolo, oggi a Bergamo nel processo per la morte di Yara era il turno dell'arringa dei legali di parte civile, quelli della famiglia Gambirasio. L'avvocato Enrico Pelillo ha avuto parole durissime sia per la moglie di Massimo Bossetti, Marita Comi definita "reticente", sia per lo stesso carpentiere di Mapello, "un mentore seriale, la cui memoria va e viene a seconda della convenienza". Poi, parlando del movente, lo ha definito "chiaro e limpido e di natura sessuale". Parole che hanno fatto scattare in piedi l'imputato Bossetti che ha sbottato urlando un "Non è vero niente" prima che il giudice lo richiamasse alla calma minacciandolo di espellerlo dall'aula.

Sparatoria e paura alla Casa Bianca: Obama nel mirino, ferito un uomo

Sparatoria alla Casa Bianca, ferito un uomo: Obama non era a Washington



Allarme rosso alla Casa Bianca: ci sono stati spari nel West Executive Drive, il viale di accesso riservato al personale dove è richiesto un badge di riconoscimento. Secondo la Cnn sarebbe stato preso in custodia l'autore degli spari. Il presidente Barack Obama e la sua famigia non si trovavano nel complesso residenziale al momento della sparatoria. Era presente solo il vice presidente, Joe Biden, che è al sicuro. In base alle ultime informazioni, la sparatoria non sarebbe avvenuta all'interno della Casa Bianca ma ad un check point della struttura e i colpi sarebbero stati rivolti contro agenti dei servizi segreti. Le condizioni dell'uomo colpito non sono note, anche se un portavoce dei vigili del fuoco citato dal Washington Post, ha riferito che l'uomo è stato portato in ospedale e versa in gravi condizioni. L'incidente è avvenuto ieri dopo le 14 (ora locale).

Sorpresa: i soldi delle pensioni ci sono A chi li darà l'Inps (no, non a noi...)

Pensioni, i soldi ci sono. Ma ecco dove li butta l'Inps


di Antonio Castro



Entrate 189, uscite 173. Anche la più distratta delle massaie sarebbe in grado di capire e fregarsi le mani: in teoria la nostra casalinga di Voghera avrebbe per le mani un avanzo di 16. In teoria, appunto. Visto che non stiamo parlando dell' oculata gestione familiare, ma del magmatico bilancio dell' Inps: oltre 189 miliardi di entrate e circa 173 miliardi di uscite, al netto delle tasse. Tirando una linea salta fuori un avanzo di 16 miliardi. Peccato che non sia così: perché quello che vale per qualsiasi sana famiglia non vale per lo Stato.

Addentrarsi nella balena pensionistica è un' impresa da Giona: si rischia di perdersi. Questo perché l' Istituto previdenziale guidato da Tito Boeri eroga ogni anno 21 milioni di trattamenti (non ci sono solo pensioni ma anche disoccupazione, Cig, Invalidità, trattamenti di guerra, ecc), a ben 15 milioni di persone: praticamente un italiano su quattro è a libro paga dell' Istituto di previdenza. La spesa pensionistica complessiva, al netto delle prestazioni assistenziali, supera i 216 miliardi (ultimi dati disponibili 2014). L' erario si porta a casa quasi 43 miliardi di tasse sui trattamenti. Morale: dell' avanzo di bilancio tra entrate e uscite (al netto delle tasse), invece dei 16 miliardi di avanzo, salta fuori un buco di 26 miliardi.

Questo perché l' Inps non paga solo pensioni, ma anche molte prestazioni temporanee (in sigla le Gpt), oltre che una trentina di miliardi l'anno (33,3 miliardi per la precisione), in prestazioni assistenziali (e altri 23 miliardi per pensioni di invalidità, assegni di accompagnamento, integrazioni al minimo, pensioni sociali), in totale 92 miliardi. Insomma, con l' alibi di garantire un welfare a tutti, nei decenni passati si è preferito accorpare previdenza ed assistenza in un unico calderone e a pagare è sempre il bancomat Inps. Salvo poi, a fine anno, dover coprire i buchi - a carico della fiscalità generale, vale a dire pagando con le tasse prelevate agli italiani - una novantina di miliardidi buco.

Ma non basta: infatti i furbacchioni che negli scorsi decenni si sono accomodati a Palazzo Chigi hanno pensato bene di non versare per anni i contributi all' esercito dei dipendenti pubblici. Oggi sono più di 3,5 milioni gli statali. È solo dal 1994 che, con l' Inpdad, lo Stato versa ogni anno circa 10 miliardi per i contributi dei propri dipendenti.

Ma non c' è solo previdenza ed assistenza. C' è anche la gestione delle zattere salariali per quando le imprese chiudono, vacillano o sono in difficoltà. Sempre al bancomat Inps spetta infatti pagare miliardi di indennità di disoccupazione e cassintegrazione. Nel solo 2014 sono usciti la bellezza di 15,408 miliardi. In un crescendo inversamente proporzionale tra calo del Prodotto interno lordo e aumento esponenziale del ricorso agli ammortizzatori sociali. Come se non bastasse nel bilancio dell' Istituto ci sono virtualmente miliardi di euro da incassare, ma in sostanza difficilmente si porterà in cassa più di qualche spiccioli. Tra truffe e fallimenti il conto per l' Istituto è assai salato: oltre 100 miliardi di contributi non pagati che sono riportati a bilancio come possibili incassi futuri, peccato che siano in sostanza dei veri e propri crediti incagliati al pari di quelli bancari. Nel 2016 - tanto per fare due conti - il totale di contributi non versati all' Inps da parte dei datori di lavoro o dagli stessi iscritti supererà i 100 miliardi di euro.

Tant'è che il Consiglio di indirizzo e vigilanza dell' Istituto ha già lanciato un accorato allarme approvando approvato il Bilancio preventivo 2016. Sono anni che questi crediti "virtuali lievitano": nel 2002 ammontavano a oltre 31 miliardi.

Nel 2010 sfioravano i 61 miliardi crescendo a botte di 5 o 8 miliardi l' anno. Nel 2014 i crediti non incassati raggiungevano gli 86,6 miliardi del 2014, mentre per il 2015 ne sono stati previsti 94,3 e per il 2016 si potrebbe sfondare quota 104 miliardi.

Tutto il dibattito - che dura da almeno 18 mesi - sui possili interventi in campo pensionistico mettono in allarme questo popolo di pensionati, e anche quello dei "pensionandi", incolpevoli aspiranti tali rimasti congelati alla scrivania per i diktat di Mamade Fornero che in una settimana o poco più gli ha stiracchiato anche di 5, 6 o 7 anni i requisiti per agguantare l' assegno e andarsene ai giardinetti. In autunno le proposte e le ipotesi - che già rimbalzano su tv e giornali aumentando l' ansia e l' incertezza - verranno incolonnate nella legge di Stabilità 2017 (o almeno così assicurano Matteo Renzi e Pier Carlo Padoan). Modesto dettaglio: a parte la timida ipotesi di rimpianguare le pensioni più basse con i famosi 80 euro (ipotesi da 3 miliardi di costo, e quindi repentinamente accantonata), tutto il dibattito si concentra sui tagli: passati, presenti e futuri.

Bisognerà ora vedere come Renzi, Padoan e Poletti declineranno le varie proposte in ballo. E soprattutto con quali risorse finanziarie si potrà contare. L' idea di base è di mettere un po' ciascuno: un po' lo Stato, che si assumerebbe il ruolo di garante, un po' il datore di lavoro che poer svecchiare l' organizo sarebbe disposto ad anticipare contributi e agevolare uno scivolo alla pensione, un po l' aspirante pensionato che pur di andare a riposo si autoridurrà il trattamento. O almeno questo è il piano del governo. Salvo che non si scelga di far pagare chi è già in pensione con vaghi "contributi di solidarietà", che solitamente chiamiamo tassa aggiuntiva.

UNA LETTERA-RIBALTONE La Santanchè scrive al Cav "Ci salviamo solo così..."

Santanchè, la lettera a Berlusconi: "Molla Marchini, appoggia la Meloni e salva Forza Italia e centrodestra"



Mollare Marchini, appoggiare la Meloni e salvare Forza Italia e unità del Centrodestra. La lettera che Daniela Santanchè ha scritto a Silvio Berlusconi rischia di far saltare il banco a poco più di due settimane dalle elezioni comunali a Roma, Milano, Napoli, Torino e Bologna. Un appuntamento cruciale, soprattutto quello della Capitale, perché potrebbe segnare la crisi conclamata di Matteo Renzi e del Pd e, in qualche caso, mettere un freno all'ascesa apparentemente inarrestabile del Movimento 5 Stelle. Ma solo a patto che tutti, nel mondo della destra, siano sulla stessa barca. 

Le "primarie" di Roma - "Il centrodestra, unito e compatto - scrive la Santanchè al Cavaliere -, può avere la grande occasione di governare Roma. Perché buttare via una vittoria a tavolino?". "L'ultimo sondaggio apparso oggi su Repubblica dice che Marchini supera di poco l'11% mentre la Meloni supera il 20%", ricorda la pasionaria azzurra, che dà voce ai "dissidenti" forzisti che avrebbero preferito già ai tempi di Bertolaso una convergenza sulla candidata di Fratelli d'Italia, sostenuta dalla Lega di Matteo Salvini. "In questo mese è come se si fossero tenute sul campo una sorta di primarie del centrodestra. È ormai chiaro che solo Giorgia Meloni può competere con la Raggi e con il candidato del Pd". Solo riunendo il centrodestra intorno alla Meloni, conclude la Santanchè, Berlusconi può sperare di vincere a Roma: "Renzi, se escluso dal ballottaggio, dovrà prendere atto che nessun referendum può salvare il suo premierato traballante". Anche nel caso di una vittoria della Raggi, dunque, il vantaggio per Forza Italia sarebbe notevole, segnando il punto fermo di una nuova federazione.

LA VENDETTA DI PORRO Virus, una sfida alla Rai: gli ultimi numeri-bomba

Virus, la rivincita di Porro: ascolti record per Virus



Un "quasi addio" col botto per Virus: in attesa dell'ultima puntata del 2 giugno, il talk di Raidue condotto da Nicola Porro, eliminato dai palinsesti dai vertici di viale Mazzini, giovedì 19 giugno ha realizzato il 6,20% di share, record di ascolti in parte "dopati" dalla polemica degli ultimi giorni ma sicuramente in controtendenza rispetto ai dati decisamente più bassi sbandierati al Corriere della Sera dalle "fonti Rai" per giustificare la soppressione del programma (che poco piace a Matteo Renzi). A sottolineare il risultato è stato lo stesso Porro, non senza polemiche nei confronti delle "veline del Corriere della Sera". 

Mentana, l'ultimissimo sondaggio: verdetto finale sulla sfida-chiave

Mentana, l'ultimissimo sondaggio: chi va al ballottaggio



Più che un sondaggio, è una sentenza anche perché di fatto si tratta dell'ultima rilevazione pubblicabile fino alle comunali del 5 giugno. Al TgLa7 di Enrico Mentana va dunque in onda la fotografia definitiva (anche se i partiti continueranno a "sondare" gli elettori fino a sabato mattina) del panorama attuale, con un occhio di riguardo per la sfida cruciale: Roma. Il sondaggio Emg Acqua conferma il vantaggio incolmabile, almeno al primo turno, della grillina Virginia Raggi, data al 29,5 per cento. Dietro di lei un testa a testa tra Roberto Giachetti (Pd) al 22,6% e Giorgia Meloni (Fratelli d'Italia e Lega Nord) al 22%, mentre è staccato Alfio Marchini (lista civica con l'appoggio di Forza Italia) al 16%, dato leggermente superiore a quello pubblicato da Repubblica. La sostanza, però non cambia: Marchini non andrebbe al ballottaggio, con Daniela Santanchè che ha chiesto ufficialmente a Berlusconi di virare sulla Meloni. Fuori dai giochi Stefano Fassina di Sinistra italiana, al 5,7%: voti pesanti "rubati" al Pd, anche se non è detto che all'eventuale secondo turno non possano tornare a Giachetti (Raggi permettendo). 

venerdì 20 maggio 2016

Strage Egyptair, trovano strani detriti Un vero mistero: "Non sono di un aereo"

Strage Egyptair, trovano degli strani detriti. Il giallo che può stravolgere tutto



Il mistero si infittisce circa il relitto dell'aereo dell'Egyptair: il capo dell'agenzia greca per la sicurezza sul volo ha infatti, affermato che i frammenti finora ritrovati in mare non appartengono ad un aereo, quindi non sarebbero dell'Airbus sparito la scorsa notte nel Mediterraneo, smentendo così quanto precedentemente affermato alla Cnn il vicepresidente dell'Egyptair. "Una verifica sui ritrovamenti mostra che non appartengono ad un velivolo", ha detto Athanassios Binis, capo dell'Autorità greca per la sicurezza del volo e le indagini sugli incidenti, aggiungendo che ciò è stato confermato dalle autorità del Cairo.

Le versioni - Intanto, anche se finora non è arrivata alcuna rivendicazione, l'ombra del terrorismo si innesta tra le ipotesi passate al vaglio e che si sono rincorse per tutto il giorno sulle cause del disastro. I primi a evocare il terrorismo, sono stati gli egiziani per bocca del ministro dell'aviazione Sherif Fatih dopo che il presidente francese Francois Hollande aveva detto di non escludere "nessuna ipotesi". E poi l'intelligence russa, seguita da fonti americane che hanno parlato di "bomba", salvo poi fare parziale marcia indietro in serata con il portavoce della Casa Bianca Josh Earnest, per il quale è ancora troppo presto dire che cosa può aver provocato la tragedia. Mentre per Hillary Clinton "sembra proprio un atto di terrorismo".

Le rotte - Secondo il sito specializzato FlightRadar24 il 18 maggio all'1:30 GMT ha lasciato Asmara, in Eritrea, alla volta del Cairo. Poi ha fatto un'andata e ritorno tra la capitale egiziana (6:21) e Tunisi (10:53), e quindi dal Cairo (14:50) è partito per Parigi, che ha lasciato ieri sera alle 21:09. Un percorso in capitali dove il rischio terrorismo è elevatissimo e, possibili falle nella sicurezza ce ne potrebbe essere state. Ad alimentare le paure di un ennesimo 'atto di guerra del terrorismo jihadista i molti misteri che i rottami dell'aereo, per ora, si sono portati sul fondo del mare. Le fiamme avvistate in cielo questa notte, a 240 chilometri a sud dell'isola greca di Karpathos, dal capitano di un mercantile potrebbero far pensare a una bomba a bordo o ad un kamikaze che si è fatto esplodere, magari minacciando il pilota. Il che potrebbe spiegare le virate scomposte che hanno fatto precipitare l'aereo da 37.000 a 15.000 piedi. Solita strategia del terrore per colpire Parigi e dintorni? O un obiettivo più preciso: qualcuno a bordo da far fuori.

I passeggeri noti - Tra i passeggeri noti c'erano Ahmed Helal, egiziano, direttore di Procter & Gamble negli stabilimenti industriali di Amiens; la cognata di Hisham el-Maqawad, numero due dell'ambasciata egiziana; Sahar al-Khawaga, donna che lavorava all'ambasciata saudita al Cairo. E forse qualcuno del quale le generalità non sono state rese note. Ma se molti, con più o meno cautela, hanno provato a cercare tra le pieghe della guerra jihadista all'Occidente o tra possibili rese di conti interne agli intrecci che attraversano il medio oriente e il nordafrica, sono davvero pochi quelli che credono a un guasto.

Virus chiuso, ora parla lui: quell'sms profetico di Renzi

Il presagio nero. Virus chiuso, parla Porro: l'sms profetico del Presidente del consiglio Renzi



Prima che Nicola Porro sapesse che il suo programma Virus sarebbe stato cancellato dal palinsesto di Raidue, ha ricevuto un triste presagio. Come ha raccontato a la Zanzara su Radio24, il suo talk finora raccoglieva buoni numeri di ascolti: "Ha sempre guadagnato rispetto all'anno precedente, siamo arrivati a un milione e centomila persone, e costava 45mila euro a puntata, metà degli altri se non un terzo". Eppure la decisione di viale Mazzini è stata inesorabile e sulla stampa i maligni hanno sospettato che su quella chiusura ci fosse la spinta di Matteo Renzi: "Non ne ho la più pallida idea - ha risposto Porro a Giuseppe Cruciani e David Parenzo - Tempo fa lo volevo ospite e lui mi ha scritto un messaggio sms: 'non stare sereno'. Il contrario di quanto aveva scritto a Enrico Letta. Non ci si può fidare - ha continuato il conduttore - Lo ha deciso Campo Dall'Orto, che è stato nominato da Renzi, non da Babbo Natale, dunque chiedetelo a Renzi se mette bocca nei palinsesti Rai. Fosse accaduto con Berlusconi - ha rincarato Porro - sarei stato un eroe, parlerebbero di editto contro Porro, invece sto morendo nell'indifferenza completa, sono uno sfigato".

Gli ultimi sondaggi prima del voto Da Milano a Napoli: ecco chi vince

L'ultimo sondaggio prima del silenzio: Da Milano a Napoli



A due settimane dal voto c’è una situazione di sostanziale parità. Un sondaggio - l'ultimo prima del silenzio pre-voto -  di Nando Pagnoncelli per il Corriere della Sera parla di un centrosinistra al 27% contro un centrodestra di un punto percentuale sotto. Sala ha un vantaggio risicato che, in un eventuale ballottaggio, si riduce. Molto alta la percentuale di incerti e indecisi che sono al 41%.  Al primo turno oggi Sala prevarrebbe su Parisi 38,8% a 37,1% con un vantaggio (+1,6%) quasi identico a quello registrato in aprile (+1,7%). A seguire Corrado con il 17% e Rizzo con il 3,9%. Gli altri candidati, tutti insieme, raggiungono il 4,2%. Astensione e indecisione sono in aumento (+3,2%), come spesso accade all' approssimarsi della data delle elezioni, quando molti cittadini (soprattutto quelli più distanti dalla politica) iniziano ad informarsi ma si mostrano incerti su chi votare. Al ballottaggio, stando a questo sondaggio, al momento prevale Sala su Parisi i (51,2% a 48,8%), con un vantaggio (2,4%) che si è leggermente ridotto rispetto ad aprile, quando era pari a 3,2%.  Due terzi dei sostenitori di Corrado (65,7%) manifesta l' intenzione di astenersi mentre i restanti elettori privilegerebbero Parisi (20,6%) a Sala (13,7%). Tra gli elettori di Rizzo gli astenuti al secondo turno sarebbero molti meno (32%) e la maggioranza voterebbe per Sala (60%) rispetto a Parisi (8%).

Per quanto riguaqrda invece i partiti il Pd si conferma in testa con il 23%, seguito dal M5s (19,3%), dalla Lega Nord (15,6%) e da Forza Italia (10,2%). A seguire, Sinistra per Milano (6%) e le due liste dei principali candidati appaiate al 5,9%. Milano in comune si attesta al 3,4%, Fratelli d' Italia al 2,8% e Milano popolare all' 1,8%. Ogni confronto con i precedenti sondaggi risulta difficile per la presenza delle liste civiche di appoggio ai candidati che nel corso della campagna assumono maggiore notorietà e fisionomia drenando o cedendo voti ai partiti principali. La partita milanese è ancora tutta aperta e a fare da ago della bilancia saranno proprio gli indecisi.

Demos per Repubblica - Ilvo Diamanti su Repubblica a scatta, attraverso il suo sondaggio, la fotografia di quello che sarà il voto amministrativo, voto che forse in questo caso più di sempre ha una valenza nazionale anche per l’importanza delle città in cui si vota. Roma. Milano, Napoli, Torino e Bologna. Diamanti premette che l’elettore è diventato molto mobile, disilluso è pronto a cambiare idea.  In due settimane le opinioni dell’elettorato possono mutare. Comunque al momento la situazione fotografata è questa: a Bologna, Torino, Napoli, in particolare, i sindaci in carica sono vicini a una riconferma. Infatti, sembrano tutti vicini alla conferma. Anche se non è certo che riescano a imporsi al primo turno. E ciò costituisce comunque un rischio. A Roma Virginia Raggi, candidata del M5S, al primo turno, appare in testa. Oltre il 30%. Ma non è chiaro chi affronterà, nel ballottaggio, fra Giorgia Meloni e Roberto Giachetti, candidati della Destra, la prima, e del Pd, l' altro. Entrambi sopra il 20%, ma non di molto. Mentre appare fuori gioco Alfio Marchini.. Nel ballottaggio, comunque, nessun candidato sembra  farcela nel confronto con Virginia Raggi. A Napoli Luigi de Magistris è accreditato, al primo turno, di un risultato molto elevato, oltre il 40%. Anche a Torino i dati del sondaggio di Demos-Repubblica, prevedono Piero Fassino. A Milano Beppe Sala, il candidato del Pd e del Centrosinistra, appare favorito su Stefano Parisi. Rispetto al quale risulta davanti nel primo turno. Mentre nel ballottaggio il suo vantaggio cresce e risulta più ampio di quanto è emerso in altri sondaggi.

giovedì 19 maggio 2016

L'addio commosso di Emma a Marco Bonino, lo schiaffo a tutti i politici

L'addio commosso di Emma a Marco. Lo schiaffo della Bonino ai politici italiani



"Marco mancherà a tutti" ha detto Emma Bonino dai microfoni di Radio Radicale salutando commossa il compagno di tantissime battaglie politiche. L'ex ministro degli Esteri, però, è andata oltre la banale commemorazione dell'amico scomparso, puntando il dito su quanto siano ipocriti tutti i messaggi di cordoglio che oggi stanno piovendo da ogni parte politica: "Mancherà a questo Paese - ha aggiunto - mancherà persino agli avversari. Questo Paese molto lo ha amato, ma poco ha riconosciuto i suoi meriti. Marco non era un mediocre, era un grande, un grande nelle sue intuizioni e anche nelle debolezze. Mancherà a questo paese più che a noi Radicali che lo abbiamo imparato, digerito, fatto nostro... il senso delle istituzioni, delle regole, dello stato di diritto che ovviamente serve ai più deboli, ai più fragili perché i potenti lo ritengono molto spesso un intralcio". A chi ha sempre criticato il modo di fare di Pannella, il suo modo sopra le righe di portare avanti le sue battaglie, la Bonino ha replicato: "Molti diranno di lui che aveva senso dello spettacolo, dello sberleffo, del pretesto ma non era così, era molto più profondo: questo suo modo di usare il corpo, per esempio, nella prassi della non violenza".

Eredita una casa, dentro ci sono 150mila € In banca la mazzata: tutta carta straccia

Trova un tesoro: 285 milioni di lire. La beffa di Bankitalia: "Non si cambiano più"



Trova un tesoro, ma è carta straccia. Un anno fa Matilde Bresciani ha ricevuto in eredità un appartamento a Firenze. Quando decide di farci alcuni lavori di restauro, scopre una cassaforte murata dietro un quadro. Dentro titoli di Stato e 285 milioni. Di lire. Mazzette di banconote da 500 mila lire, probabilmente risalenti agli anni Novanta. La fortunata ereditiera non riesce a trattenere la gioia: stappa lo champagne e inizia a festeggiare sognando come impiegare quella fortuna lasciatagli dalla vecchia zia, morta nubile e senza figli.

Ma a guastare la festa di Matilde ci ha pensato molto presto Bankitalia: “Il cambio in euro non si può più fare”. La convertibilità tra lire ed euro si è chiusa nel 2012, si è sentita rispondere Matilde senza possibilità di appello. Ma la quasi ereditiera non si arrende e si rivolge ad Agitalia, l’associazione che si occupa di questi casi. “La giurisprudenza su questo è chiara, qualsiasi termine di prescrizione o decadenza decorre da quando il soggetto è posto in grado di far valere il proprio diritto - obietta Giovanni Rossetti di Agitalia - In questo caso i dieci anni di tempo concessi dalla legge per il cambio decorrono dal giorno del ritrovamento delle lire nella cassaforte”.

Purtroppo, Bankitalia non sembra essere dello stesso parere, e in una lettera di risposta alla signora Bresciani scrive: “La legge ha dato la possibilità ai cittadini di cambiare le lire con l’euro nei dieci anni successivi al 28 febbraio 2012 quando è cessato il corso legale della lira”. Le operazioni di conversione hanno superato i 63 miliardi e le lire ancora in circolazione ammontano a 1,2 miliardi, scrive il dorso locale di Repubblica, che riporta tutta la storia di Matilde Bresciani. La signora ha fatto sapere che tenterà di intascare il suo tesoro con un decreto ingiuntivo nei confronti di Bankitalia e del ministero delle finanze. Saranno le aule di giustizia, quindi, a decidere la sorte di quei 285 milioni (quasi 150 mila euro) e della forse ereditiera fiorentina.

Panarello, il faccia a faccia col suocero La voce sul sesso tra i due: "Guardami"

Omicidio Loris, Veronica ha chiesto un confronto faccia a faccia con il suocero


Veronica Panarello vuole un “confronto all’americana”, viso a viso con suo suocero, Andrea Stival. La donna è detenuta a Catania per l’omicidio del figlio Loris di 8 anni. Quando ha saputo che il suocero è stato indagato come atto dovuto dalla Procura di Ragusa, Veronica, tramite il suo legale, ha presentato un’istanza. “Lui deve avere il coraggio di guardarmi dritto negli occhi mentre mente dicendo che non è stato lui a uccidere mio figlio” e che “non abbiamo avuto una relazione” avrebbe scritto nella richiesta, come riporta il quotidiano La Sicilia. Ma l’uomo ha sempre negato sia la presunta relazione con la nuora sia l’omicidio del nipote.

Il corpo del piccolo Loris fu ritrovato il 29 novembre del 2014 nel canalone di contrada Mulino Vecchio di Santa Croce di Camerina. La richiesta deve essere valutata dalla procura. Nel frattempo è in corso un processo a carico di Panarello, col rito abbreviato condizionato, davanti al Gup Andrea Reale. Durante la prossima udienza, che si terrà il 20 giugno, sarà depositata la perizia psichiatrica sull'imputata. “Se la richiesta di confronto all'americana fosse autorizzata dal magistrato – ha commentato Francesco Biazzo, l'avvocato di Andrea Stival - valuteremo con serenità il da farsi, assieme al mio assistito, che s'è sempre detto estraneo a ogni accusa, dimostrando con fatti concreti la sua totale innocenza”.

Aversa: Le Suore del Bell'Amore festeggiano i 20 anni di presenza in diocesi

Aversa: Le Suore del Bell'Amore festeggiano i 20 anni di presenza in diocesi


a cura di Gaetano Daniele



Venerdì 20 maggio presentazione in Seminario del libro di suor Nunziella Scopelliti, sabato 21 celebrazione del ventennale nella casa di San Cipriano


Venerdì 20 e sabato 21 maggio 2016, la Comunità delle Suore del Bell’Amore promuovono due iniziative per “fare memoria insieme dei primi 20 anni di presenza nella diocesi di Aversa”.

Venerdì 20 alle ore 17.00, nella Pinacoteca del Seminario di Aversa verrà presentato il libro "L’ uomo e la donna non sono angeli", opera seconda di suor Nunziella Scopelliti, che fondò l'Istituto religioso nel 1994. L’incontro sarà moderato da Mons. Francesco Picone, Vicario Generale, e vedrà gli interventi del vescovo di Aversa, S. E. Mons. Angelo Spinillo, della dott.ssa Lina Maiolica e del Prof. Gianpaolo Graziano.

Il giorno dopo, sabato 21 alle ore 16:00, le Suore del Bell'Amore festeggeranno i venti anni dal loro arrivo a San Cipriano d’Aversa presso la loro casa, il Centro Diocesano “Santa Trinità” (Via Andrea Diana, 26). “Invitati a fondare una comunità dal vescovo dell’epoca, Lorenzo Chiarinelli, come segno tangibile dell’amore di Dio, siamo giunte a San Cipriano nel mese di ottobre, nei giorni in cui si festeggiava la Madonna di Pompei”, ricorda con emozione Suor Giovanna Bignone, Superiora della Comunità delle Suore del Bell’Amore di San Cipriano d’Aversa. “Sr. Nunziella aveva già in cuore di fondare una comunità nel napoletano e Chiarinelli ci apriva le porte. Il primo dicembre del 1995 inaugurammo il Centro Diocesano ‘Santa Trinità’, luogo di comunione e di accoglienza per sperimentare la bellezza del sentirsi un’unica famiglia così come è nella Trinità”. Lo spirito del Bell'Amore, infatti, vuole essere soprattutto quella vita secondo lo Spirito, quella “spiritualità dell'ecclesialità” che, guidati da Maria, tutti dovrebbero vivere per rendere la Chiesa più bella.

Ricordiamo che l’istituto si mantiene con il lavoro delle suore impegnate nel connettivo ecclesiale e sociale, anche con lavori qualificati di vario tipo, mentre le attività tipiche di formazione e approfondimento includono i Pomeriggi di famiglia, gli incontri dei Cenacoli del Bell'Amore e l’impegno nei Centri giovanili. 

Inps, a luglio arriva un bonus da 500 euro Chi ne ha diritto, cosa fare per averlo

Inps, a luglio arriva un bonus da 500 euro



Un bonus da 500 euro per le famiglie. Il beneficio è previsto per le famiglie numerose e con Isee non superiore agli 8500 euro.  L'Istituto nazionale di previdenza sociale ha diffuso le istruzioni ottenere quello che è stato definito "bonus quarto figlio". Il primo pagamento da parte dell’Istituto verrà effettuato nel mese di luglio e sarà di massimo 500 euro. L'Istituto di previdenza ha fatto sapere che eventuali risorse residue rispetto al budget di 45 milioni di euro saranno ripartire proporzionalmente con una successiva integrazione. 

Le istruzioni - Non bisogna presentare alcuna domanda poiché l’Inps utilizzerà, in automatico, la domanda già presentata dai beneficiari dell’assegno per i tre figli minori. Tuttavia l'istituto sottolinea come sia necessario che, nell’anno 2015 o 2016, sia stata presentata una Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) dalla quale risultino almeno quattro figli minori, di cui il quarto figlio sia nato o adottato nel 2015. In assenza di una DSU con queste caratteristiche, occorre presentare una nuova DSU entro il 31 maggio 2016. L'Inps spiega che è necessario che gli Uffici comunali completino l’inserimento, nella procedura prestazioni sociali, delle richieste di pagamento relative alle domande di cui al citato articolo 65, già presentate dagli utenti per il 2015 e non ancora inserite da parte dei Comuni nella predetta procedura prestazioni sociali.  Se le domande di assegno per i tre figli minori già presentate per il 2015 non saranno inserite dai Comuni entro il prossimo 31 maggio, i pagamenti del bonus quarto figlio subiranno un ritardo tecnico e il pagamento slitterà a dicembre del 2016. 

È MORTO MARCO PANNELLA Il leader radicale era sedato

È MORTO MARCO PANNELLA Il leader radicale era sedato





E' morto Marco Pannella. Il leader radicale aveva compiuto 86 anni all'inizio del mese di maggio e da ieri sera era ricoverato perché le sue condizioni erano peggiorate. I medici avevano già previsto la fine, infatti avevano parlato di condizioni disperate. Ieri sera il ricovero d'urgenza. Radio Radicale aveva diffuso un comunicato per diffondere la notizia: "Oggi Marco Pannella è stato ricoverato presso una struttura ospedaliera per garantirgli un ambiente adeguato  alle sue attuali condizioni. Nella struttura sanitaria non sono  previste visite". Pannella era malato da anni, il fisico debilitato dalla malattia e dai tanti scioperi della fame e della sete che intraprendeva nonostante l'età e i malanni. 

Marcianise (Ce): Esclusiva il Notiziario / Intervista Video a Di Fuccia e Golino

Marcianise (Ce): Esclusiva il Notiziario / Intervista Video ai candidati al consiglio comunale con "Orgoglio Marcianise" Di Fuccia e Golino


di Gaetano Daniele
Riprese: Art Photo Marcianise



Il 5 Giugno si rinnova il consiglio comunale di Marcianise. Incontriamo quindi i candidati della Lista Civica "Orgoglio Marcianise" Matilde Di Fuccia e Antonio Golino, a sostegno del candidato a Sindaco Antonello Velardi.


mercoledì 18 maggio 2016

Master gratis, vacanze e cure termali I regali dell'Inps (con i conti in rosso)

L'Inps ai suoi dipendenti regala master e cure termali


di Tobia De Stefano


«Se è per questo l' Inps con i soldi dei nostri contributi paga anche le tasse universitarie ai dipendenti della Regione Lazio che decidano di farsi un master...». Alberto Baldoni - il lettore cagliaritano che ha scritto a Libero - si riferiva alla notizia che il giornale ha messo in bell' evidenza nell' edizione di domenica. Al bando per i viaggi «quasi» regalati che l' Inps, il nostro istituto di previdenza, garantisce ai figli dei dipendenti statali, dei lavoratori delle Poste e di Roma Capitale.

«Controllare per credere», chiudeva la missiva il signor Baldoni e noi così abbiamo fatto. Scoprendo che dietro ai viaggi e ai master universitari c' era molto di più. Ci sono per esempio le cure termali, le case albergo per gli anziani, un contributo dal 15% al 35% per alcune spese sanitarie («Rientrano anche quelle per la fecondazione assistita»), i soggiorni vacanze "tutto compreso" in località marine e montane e l' ospitalità gratuita per gli studenti universitari fuori sede in appartamenti romani (il progetto si chiama «Nonno House»), i corsi di aggiornamento professionale, quelli in convitto o in collegio per i figli e molto altro. La procedura è quasi standard. C' è l' iscrizione a un fondo che comporta costi irrisori, il bando con i requisiti da rispettare e l' attesa per l' assegnazione. Qualche esempio?

L' Inps offre ospitalità ai pensionati nella casa albergo di Monte Porzio Catone (Roma) e nella casa albergo La Pineta di Pescara. «La casa - si legge nel sito - garantisce vitto, alloggio, servizi comuni, assistenza sociale, medica, dietetica e infermieristica. Ed è a tempo indeterminato...». Il dipendente pubblico ormai in pensione parteciperà alle spese con una retta mensile, fissata secondo le fasce Isee. «La retta - si legge ancora - varia da un minimo di 550 a un massimo di 1.000 euro in camera singola». Mentre i prezzi di mercato per la stessa offerta sono pari almeno al doppio.

Nessuna invidia per il pensionato, ci mancherebbe altro, ma ci chiediamo perché questo privilegio debba essere riservato solo agli statali e non ricomprenda anche chi «fatica» per il privato e versa i suoi bravi contributi. L' Inps ci risponderebbe che quasi sempre chi partecipa al bando è iscritto a un fondo e versa dei contributi ad hoc. Certo. Ma si tratta di costi irrisori. Per aderire alla «Gestione credito», ad esempio, si paga una quota pari allo 0,35% dello stipendio lordo. Mentre per i pensionati il contributo scende allo 0,15% della pensione e per chi ha un assegno previdenziale inferiore a 600 euro lordi si azzera.

In soldoni: se sono un dipendente pubblico e guadagno 30 mila euro lordi all' anno mi basta versare meno di 10 euro al mese per poter accedere a tutti i servizi di cui sopra. E se sono un pensionato ne dovrò versare meno di cinque o addirittura zero. Un affarone.

E del resto chi non vorrebbe farsi un soggiorno climatico o termale (diciamo un paio di settimane) a prezzo di saldo? Domanda retorica. Ma solo alcuni insegnanti (per esempio i docenti delle scuole statali dell' infanzia e primarie a tempo indeterminato) possono partecipare ai due concorsi che vengono banditi ogni anno e denominati «Soggiorni invernali» e «Soggiorni primaverili» presso le case del maestro.

Occhio, però. Se non indicate almeno una struttura di preferenza, entro i termini e le modalità comunicate dall' Inps, sarete esclusi. Ma la scelta c' è ed è pure ampia. Si può andare in Calabria nella casa di soggiorno di Lorico di Pedace (Cosenza). «La struttura - si legge nel bando - è ubicata a 1390 metri di altitudine, in uno dei luoghi più belli e più rappresentativi dell' Italia meridionale: l' Agro Silano. La casa di soggiorno è dotata di campo di calcetto e un campo da tennis, inoltre, bar, salotti, sala Tv e sala da pranzo...». O in Abruzzo, nella casa di soggiorno di Silvi Marina (Teramo). «La struttura - evidenzia il comunicato - è situata nel comune di Silvi Marina, la perla dell' Adriatico, prospiciente il lungomare. È possibile intrattenersi e socializzare in un bel giardino, attrezzato con tavoli e ombrelloni, in una cornice costituita da aiuole fiorite e da alberi ad alto fusto...».

Oppure in Trentino, a Pergine Valsugana. «La struttura di San Cristoforo al Lago è situata a 453 metri sul livello del mare... Sulle rive settentrionali del Lago di Caldonazzo. Il lago dispone di spiagge erbose pubbliche confinanti con un' area naturalistica protetta, caratterizzata da elementi botanici e faunistici di notevole interesse». E l' elenco potrebbe continuare.

Insomma, al di là della palese disparità rispetto a chi lavora nel privato, le domande che sorgono spontanee sono altre. Com'è possibile sostenere queste spese con i contributi irrisori che abbiamo visto sopra?

Chi gestisce questi servizi visto che l' istituto lamenta da sempre una mancanza di personale? Non saranno mica i versamenti di chi non presta la sua opera nel pubblico a finanziare, indirettamente, gli atavici vantaggi degli statali? Perché è vero che l' Inps si è trovata sul groppone il peso dei conti in rosso dell' Inpdap (pubblico impiego), ma questo non giustifica il fatto che questi privilegi ancora oggi restino in vita.

Ultimo editoriale di Maurizio Belpietro L'addio al quotidiano Libero

L'ultimo editoriale di Belpietro Il suo addio al quotidiano Libero



Come vostro estimatore e lettore dalle origini, visto il titolo della rubrica lettere nel merito degli articoli di Feltri e Giordano, mi chiedo: ma la posizione della direzione di Libero verso il referendum costituzionale è per il sì o per il no?

Mario Neri da Belluno


Caro Neri, non so cosa pensi la direzione di Libero, so che cosa pensa Maurizio Belpietro che fino a questa sera di Libero è il direttore. Io sono per il No e per un motivo molto semplice: perché la riforma costituzionale su cui gli italiani sono chiamati a pronunciarsi non è equilibrata ma pende tutta a favore di Renzi. Non sono mai stato tra coloro che difendevano a spada tratta la nostra Carta, né l' ho mai definita come alcuni «la più bella del mondo». Le mie opinioni al riguardo coincidono con quelle di Indro Montanelli, quando Montanelli era Montanelli e non era ancora stato roso dal tarlo dell' anti-berlusconismo. Credo che la Costituzione sia il frutto di un brutto compromesso e la si debba rendere più moderna e efficiente, togliendole alcuni orpelli ideologici di cui ridonda. Tuttavia penso anche che non si fa la riforma della Costituzione contro qualcuno, né la si fa per consolidare o conservare il potere di qualcuno. E invece la riforma voluta da Renzi punta proprio a questo. Anzi: punta solo a questo. Non a risparmiare, non a velocizzare i processi decisionali, ma a consentire che le sue decisioni non incontrino gli intralci del Parlamento. Renzi si è fatto una Costituzione su misura, dopo essersi fatto una legge elettorale su misura, con la quale deciderà lui, capo del governo e capo del Pd, chi far sedere a Montecitorio. L' uomo è pericoloso per come gestisce il potere, per come lo occupa e per come lo usa contro gli avversari. Con in mano una Costituzione che gli assegna pieni poteri lo sarà ancora di più.

Sono cresciuto in un' epoca in cui la sinistra viveva con l' ossessione del golpe, convinta che i fascisti e la Cia preparassero un colpo di Stato. L' ossessione del putsch non mi sfiorava allora e non mi sfiora ora. Quello che Renzi prepara non è un golpe. Il presidente del Consiglio sta solo apparecchiando una dittatura democratica, dove le forme della Repubblica sono rispettate, ma a Palazzo Chigi governa un monarca. La dissidenza non è contemplata e neppure la critica. Qualcuno dice però che Silvio Berlusconi si è reso colpevole di aver approvato la riforma, almeno all' inizio, prima di rendersi conto che il patto del Nazareno in realtà era un pacco. E dunque accusa il Cavaliere di giravolta. E allora? Chi non fa capriole in politica?

Per non dire sui giornali. Come girafrittate il premier è un campione e non bisogna fare sforzi per averne prova: è sufficiente rileggersi ciò che ha detto l'altro ieri quando ha accusato l'opposizione di personalizzare contro di lui il referendum e quanto lo stesso Renzi dichiarava un paio di settimane fa. È il capo del governo ad aver trasformato il plebiscito di ottobre in un plebiscito su di lui, ma ora preferisce sostenere che siano stati gli altri.  Del resto, non si fa politica se non si sa raccontare un certo numero di bugie. Nel caso del presidente del Consiglio per elencarle tutte serve un' Enciclopedia, ma tutti ricordano - anche perché lo scrisse in un libro - che non si sarebbe candidato alla segreteria, salvo poi farlo qualche mese dopo....

Antinori e il complotto contro di lui: l'inquietante sospetto sull'infermiera

Il Sospetto Antinori: "L'infermiera è dell'Isis. Io vittima di un complotto arabo"



“Era una dell’Isis. Lei l’ha buttata su quella cosa (la rapina di ovociti, ndr) perché l’ho scoperta”. Si è difeso così il ginecologo Severino Antinori martedì durante un’intervista telefonica al TgR della Lombardia. Accuse molto gravi rivolte all’infermiera spagnola di 24 anni che lo ha denunciato per furto di ovuli contro la sua volontà. Il medico, in merito ai segni di violenza sul corpo della dipendente, ha detto che la ragazza se li sarebbe procurati da sola facendosi male “davanti a testimoni”. “Nessun tipo di violenza – ha dichiarato Antinori davanti alle telecamere di una troupe di Pomeriggio 5 - Lei si è auto-lesionata. All’uscita si è fatta male con il bastone, abbiamo 30 prove”. L’uomo si trova agli arresti domiciliari nella sua abitazione a Roma da venerdì scorso e potrebbe sostenere l’interrogatorio di garanzia venerdì. “È chiaro che si tratta di un evidente complotto. Mi ha calunniato, organizzata dal mondo arabo – ha continuato il ginecologo - L’infermiera non è spagnola, viene da Marrakech. Ha ordito una specie di complotto, a dimostrare che queste tecniche sono vergognose, falsando la verità”.

Buffon rivela: "Ecco cosa farò dopo il ritiro"

Buffon rivela: "Ecco cosa farò dopo il ritiro"



Ospite della trasmissione Tiki Taka andata in onda nella serata di ieri, Gianluigi Buffon ha parlato di molti argomenti, dalla Champions League sfumata alla vittoria in campionato, dal rapporto con Max Allegri al futuro. Proprio su questo fronte però, il portierone della nazionale è stato piuttosto chiaro: “Mi auguro di avere ancora due anni ad alti livelli e li focalizzarmi sulla questione Champions, che però non è un’ossessione: è una bella esperienza, che mi piace vivere. Per il futuro invece, cercherò di fare la cosa che mi stimolerà di più, di formarmi nella maniera migliore, senza fretta. Ma se riuscirò a rimanere in questo mondo sarò contento: allenatore no, dirigente si vedrà". Idee chiare quindi per Buffon che per la nostra gioia di cultori del calcio, nonostante le 38 primavere e le 156 presenze in azzurro, non ha intenzione alcuna di smettere né tantomeno di passare rapidamente dal campo alla panchina. 

Grossi guai per Massimo Giletti: finisce in Tribunale, tutta colpa di....

Grossi guai per Massimo Giletti: finisce in Tribunale, tutta colpa di quelle parole....



Massimo Giletti finisce in Tribunale. Non è servito il chiarimento in diretta tv del conduttore de “L’Arena”. I familiari di Giuseppe Campanella, guardia forestale di Pioppo, frazione di Monreale (Palermo) hanno deciso di non ritirare la loro querela nei confronti di Giletti e dei vertici Rai per diffamazione aggravata. Nella puntata del 3 aprile scorso Giletti aveva indicato l’operatore forestale come esponente di una famiglia mafiosa del palermitano. Nella querela i Campanella hanno dimostrato che, certificati penali alla mano, di essere tutti incensurati e di non essere mai stati coinvolti in indagini per reati di mafia o altro.  

La reazione - "Ho ricevuto nuovamente mandato - ha detto Salvino Caputo, legale della famiglia Campanella - nonostante le scuse del Giletti di proseguire nelle attività processuali. Le scuse del conduttore, oltre che tardive e a non rappresentare alcun esimente dal punto di vista della responsabilità penale, dimostrano come Giletti e i vertici della rete televisiva nazionale hanno pubblicamente formulato accuse gravissime nei confronti di soggetti incensurati senza operare quella rigorosa attività di verifica e controllo che si impone quando si lanciano accuse gravissime attraverso gli organi di informazione".  "Il danno di immagine ha causato danni irreparabili alla nostra famiglia - dicono i familiari di Campanella - e soprattutto ai nostri figli che si sono sentiti mortificati e oltraggiati. Non c'è affermazione più grave e infamate che essere etichettati come mafiosi. E' la morte civile e sociale. I nostri figli e i nostri nipoti a scuola subiscono continue mortificazioni e umiliazioni".

Esenzione canone: centralini in tilt Rai, la richiesta dei cittadini beffati

Esenzione canone Rai, centralini in tilt



Lunedì 16 maggio era l’ultimo giorno per inviare la "Dichiarazione sostitutiva relativa al canone di abbonamento alla televisione per uso privato" e, sarà stato un caso o no, i centralini di Agenzia delle Entrate e Rai sono andati in tilt a causa dell’intenso traffico di chiamate dei cittadini. Migliaia i cittadini beffati, questa la denuncia dell’Unione Nazionale Consumatori: “Chiamando ieri i numeri dedicati alle informazioni, ossia l’848 800 444 dell’Agenzia delle entrate e l’800 93 83 62 della Rai - spiega in una nota Massimiliano Dona, Segretario dell’Unione Nazionale Consumatori - sono queste le risposte avute dopo innumerevoli tentativi di chiamate: all’848 800 444, dopo aver cliccato sull’opzione 4, informazioni generali: "Siamo spiacenti ma al momento tutti i consulenti sono impegnati. La preghiamo di richiamare, mentre all’800 93 83 62 ’Gentile cliente, la informiamo che a causa dell’intenso traffico telefonico, le linee sono momentaneamente occupate. La invitiamo a richiamare più tardi. Grazie”.

Le denunce - Insomma, centralini impazziti sia per l’Agenzia delle entrate che per la Rai. “Questo dimostra -prosegue Dona- che molti italiani non hanno ancora capito come va compilata la dichiarazione. Il rischio ora è che onesti contribuenti che hanno sempre pagato il canone in vita loro, si ritrovino due canoni addebitati in bolletta solo perché non hanno inviato la dichiarazione in tempo o a pagare 50 euro per averla inviata in ritardo. Una cosa assurda ed inaccettabile. Insistiamo a chiedere una proroga”. “Perché i telegiornali in questi giorni - chiede il Segretario dell’Unc - non hanno ricordato che stavano per scadere i termini per l’invio della dichiarazione, spiegando almeno i 2 o 3 casi più frequenti che necessitano dell’invio dell’autocertificazione, come le utenze elettriche residenziali domestiche diversamente intestate tra componenti della famiglia? Lo spot è assolutamente insufficiente, oltre che poco trasmesso” ha concluso Dona. Il Codacons invece, chiede una proroga dei termini per la richiesta di esenzione che son scaduti ieri: “Abbiamo ricevuto al nostro sportello telefonico dedicato al canone Rai migliaia di richieste di aiuto da parte degli utenti - spiega il presidente Carlo Rienzi, candidato a sindaco di Roma - I cittadini sono allarmati e molti ancora non hanno capito come far valere il diritto all’esenzione, né in quali casi si può evitare il pagamento del canone stesso. L’incertezza regna sovrana e troppi sono ancora gli aspetti critici del provvedimento che inserisce l’imposta in bolletta. Per tale motivo chiediamo al Governo di disporre una proroga dei termini per l’esenzione e di avviare una campagna informativa capillare ed efficace perché, allo stato attuale, la carenza di informazioni ha creato pesanti disagi ai cittadini”.

Ilva, l'Europa processa il governo italiano: l'accusa pesantissima, c'entra la salute

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La Corte per i diritti umani del Consiglio d’Europa avvia il procedimento contro il governo, accogliendo l’accusa di 182 cittadini di Taranto che ritengono l’esecutivo di non aver operato per garantire la salute pubblica consentendo all’Ilva di continuare a lavorare ed emettere sostanze ritenute inquinanti e nocive per la salute. La comunicazione, del 27 aprile e resa nota oggi, invita l’Italia a predisporre la difesa. L’organismo di Strasburgo ha accolto e accorpato le due diverse denunce presentate rispettivamente il 29 luglio 2013 e il 21 ottobre 2015, di cui sono primi firmatari Francesco Cordella e Lina Ambrogi Melle, quest’ultima attualmente consigliera comunale a Taranto per il gruppo Ecologisti per Bonelli. La prima denuncia contro il governo è firmata da 52 cittadini di Taranto, la seconda da altri 130 cittadini, per un totale di 182 persone contro l’Italia. 

VOCI TRAGICHE SU RENZI Rimpasto e vendette nel Pd c'è il nome di chi lo sostituirà

Rimpasto, vendette, chi prenderà il suo posto: Renzi, retroscena tragico Chi lo sostituirà



Il futuro del governo si deciderà entro l'estate: o Matteo Renzi procederà a un rimpasto sostanzioso oppure andrà incontro al suo destino, appeso all'esito del referendum costituzionale in autunno. Che, secondo i sondaggi, ogni giorno che passa decreterebbe sempre più l'uscita di scena del premier con la vittoria dei no alle riforme. Un retroscena di Dagospia dai palazzi romani riprende qualche voce già girata nelle ultime settimane. La prima, già sussurrata a suo tempo da Luigi Bisignani, rivela grandi manovre alla Autorità anti-corruzione. Sarebbe stato lo stesso commissario Raffaele Cantone a confidare ai suoi collaboratori che in caso di sconfitta di Renzi al referendum  ci sarebbe proprio lui tra i papabili per sostituirlo a Palazzo Chigi. Altro candidato è il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, "oggi più preoccupato - sottolinea perfidamente Dago - dalla cessione di Pjanic alla Juve che non dell'aumento dell'Iva nel 2017, come chiesto da Bruxelles". I collaboratori di Padoan, non a caso, starebbero già "cercando lavoro nel settore privato" perché non sicuri di seguire il trasloco del capo. Nell'ombra, a tramare, ci sarebbe sempre lui: Enrico Letta. Gli uomini del suo "cerchio magico" sono gli stessi componenti dello staff di Padoan e l'ex premier, che con Renzi ha un conto in sospeso dopo la pugnalata del gennaio 2014, farebbe leva sulle sue alte conoscenze internazionali per minare il terreno intorno al toscano, a cominciare dalla Libia.