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giovedì 28 aprile 2016

LA GIANNINI CONDANNATA L'ultimo disastro del ministro: cosa ha fatto, quanto paga

La Giannini condannata, l'ultimo disastro del ministro: cosa ha fatto, quanto paga


di  C.MA.



Ora la sentenza è arrivata ed è una sentenza di condanna. Il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini dovrà pagare 9.187 euro all’Università per stranieri di Perugia per il danno arrecato, quando era rettore dell’ateneo, con una delibera che risale al giugno 2008. Circa 50 mila euro complessivi dovranno versare a vario titolo altri undici tra responsabili amministrativi e consiglieri di amministrazione. Lo ha deciso la Corte dei conti dell’Umbria. Una sentenza contro la quale i condannati, compresa la stessa Giannini, proporranno appello.

Al centro del procedimento c’è appunto la delibera con la quale l’Università aveva approvato lo schema di contratto per prendere in affitto alcuni locali da destinare alla realizzazione di un centro ricreativo per gli studenti. Struttura che però non venne realizzata. Secondo la procura contabile (che aveva quantificato in circa 340 mila euro il danno complessivo) la delibera era espressione di una scelta definita chiaramente «incongrua e antieconomica» per un immobile «che sarebbe stato utilizzato solo in minima parte per esigenze istituzionali». Insomma, uno spreco per via di un mancato utilizzo. Per inciso, a questa vicenda si collegherebbe anche una gestione poco attenta anche di altri locali, presi in affitto e poi subaffittati a studenti che non hanno mai pagato.

I vertici dell’Università perugina (tra cui l’attuale rettore Giovanni Paciullo, all’epoca nel consiglio d’amministrazione) hanno sempre sostenuto la correttezza del proprio operato. Al termine del giudizio la Corte dei conti pur «nel rispetto del merito della scelta dell’Università per Stranieri di locare l’immobile» ha ritenuto che questa esprima «un grado di attenzione, avvedutezza, prudenza e massimizzazione valutativa degli interessi pubblici perseguiti non adeguato all'importanza degli interessi stessi». Da questa valutazione è scaturita la decisione di condannare i convenuti in giudizio a somme che vanno dai 3 mila e 900 euro dei componenti del consiglio d'amministrazione ai poco più di 9 mila euro dell’ex rettore, ossia la Giannini.

Il legale del ministro, l’avvocato Luigi Medugno, esprime «moderata soddisfazione perchè la sentenza già recepisce molti argomenti della difesa». E continua a sostenere «l’assoluta correttezza dell’operato» della sua assistita. «Siamo certi che non ci siano comportamenti da sanzionare e per questo faremo appello contro la decisione che comunque già ridimensiona molto il danno contestato», ha aggiunto l’avvocato, il quale poi ha dichiarato che la Giannini, rispetto alla vicenda, «è serenissima». La contestazione «si riferisce solo all’approvazione della delibera e non ai fatti successivi», ha sottolineato a sua volta l’avvocato Mario Rampini, legale di molte delle persone coinvolte.

Anche il rettore Paciullo dichiara che continua «a ritenere che l’unanime decisione assunta dal consiglio d'amministrazione fu dettata dalla necessità ed urgenza di destinare agli studenti spazi in un immobile, per la restante parte, già di proprietà dell’Università per Stranieri». La conseguente delibera «con cui venne deciso di affittare i locali era pienamente legittima». 

Toti feroce, così umilia Bertolaso L'attacco totale (pure a Berlusconi)

Toti contro Bertolaso: "Se si vuole ritirare lo faccia in fretta"



Nega ogni scissione, ma cannoneggia contro Forza Italia, Silvio Berlusconi e Guido Bertolaso. L'uomo forte tra gli azzurri, Giovanni Toti, punta il dito contro l'ex capo della Protezione Civile. Certo, spiega, "lo appoggerò nonostante lui stia non stia aiutando molto in questo inizio di campagna elettorale, diciamo così, scoppiettante", dichiara in un'intervista al Corriere della Sera. E ancora: "Finora ha detto che la moglie vota Giachetti, lui voterebbe Marchini e che potrebbe fare l'assessore della Raggi: comunicazione e obiettivi mi sembrano un po' confusi", mette il dito nella piaga. Poi quello che sembra quasi un appello: "Il suo ritiro? Non lo so, ma se ha la volontà - come da certe sue parole sembra trasparire - di fare un passo indietro, lo faccia in fretta. Se invece ci crede fino in fondo, parli dei problemi e noi lo appoggeremo convintamente e compattamente".

Un attacco a tutto tondo, quello di Toti. Un attacco che per forza di cose va a colpire anche il Cavaliere, primo sostenitore di Bertolaso. E quando chiedono al governatore della Liguria se a Roma Meloni e Salvini hanno attentato alla leadership del Cav, lui risponde in modo sibillino: "A Roma, se ricostruiamo i fatti, ha ragione Berlusconi. Però, citando Andreotti, in politica non basta aver ragione, bisogna che te la diano. Sarebbe servito uno sforzo maggiore da parte di tutti. Ma dopo uno stop si può e si deve ripartire".

mercoledì 27 aprile 2016

LE ULTIME ORE DI MILAN Berlusconi vende ai cinesi (ma c'è anche un italiano)

Le ultime ore di Milan, Berlusconi vende ai cinesi (ma arriva anche un italiano)



È l’imprenditore cinese Jack Ma, fondatore della compagnia Alibaba e comproprietario del Guangzhou Evergrande, il capo della cordata che entro la fine della settimana dovrebbe ottenere da Silvio Berlusconi il via libera per l’acquisizione della maggioranza delle quote azionarie del Milan. Lo riporta Repubblica, secondo cui il patron rossonero non ha ancora sciolto i dubbi sulla formula dell’operazione. Comunque sia, l'opzione più probabile prevede la cessione del 70% delle quote subito ai cinesi e il restante 30 entro un anno. L’offerta presentata dalla cordata, 500 milioni, avrebbe superato il vaglio di Fininvest. Nell’operazione, secondo il quotidiano, rientrerebbe anche Marcello Lippi: per l’ex commissario tecnico della Nazionale è pronto il ruolo di direttore tecnico.

La parola "fine" alla vicenda potrebbe arrivare nell'imminente assemblea degli azionisti rossonera, in programma giovedì pomeriggio con il successivo Cda: Berlusconi potrebbe sciogliere la riserva e cedere la maggioranza ad Oriente. Se il Cav - sempre propenso ai ripensamenti quando si parla di Milan - dovesse dare il definitivo via libera, l'esame dei conti - assicurano fonti vicine alla società - potrebbe chiudersi rapidamente: l'ipotesi è che la firma possa arrivare già a metà giugno, in modo da impostare al meglio la prossima stagione e, soprattutto, una faraonica campagna acquisti in grado di ridare splendore al marchio rossonero, mai come oggi in affanno.

La presenza di Jack Ma, se confermata, darebbe ulteriore autorevolezza alla proposta cinese: il suo nome, aggiunge Repubblica, non è ancora apparso direttamente (la riservatezza è ai massimi livelli). Ci sarebbero però diverse conferme che porterebbero a mister Jack. Fondatore nel 1999 di Alibaba, l'azienda di commercio online che in pochi anni gli ha permesso di scalare la classifica degli uomini più ricchi al mondo, l'ex professore di inglese ha colto per tempo il formidabile potenziale del calcio nella regione asiatica. Non a caso nel 2014 ha investito la bellezza di 192 milioni di dollari nel Guangzhou, un marchio sportivo di successo che proprio con Lippi ha vinto tre titoli nazionali e la Champions d'Asia. Ora avrebbe deciso di puntare sull'Europa. E di farlo in grande.

Trump vince tutto, la Clinton quasi È fatta: la Casa Bianca è "roba" loro

Trump vince tutto, la Clinton quasi. È fatta: la Casa Bianca è "roba" loro



È sempre più Hillary Clinton contro Donald Trump nella corsa per la Casa Bianca, dopo le primarie negli stati del nordest. Se il miliardario americano ha fatto l’en plein trionfando in tutte e cinque le gare dell’ultimo super martedì elettorale (Connecticut, Delaware, Maryland, Pennsylvania e Rhode Island), l’ex Segretario di stato ha ceduto il passo a Bernie Sanders solo in Rhode Island dove il senatore del Vermont ha ottenuto il 55% dei consensi contro il 43,3% della rivale. "Questa è stata la nostra notte più grande: mi considero il presunto candidato" repubblicano, ha esultato il tycoon newyorchese nel suo quartier generale, la Trump Tower sulla Quinta Strada, con al suo fianco la moglie Melania, il figlio Eric e, tra gli altri, l’ex candidato Gop alla presidenza, Chris Christie.

"Quando un pugile mette a terra un altro pugile non è che bisogna aspettare una decisione in giro", ha insistito Trump reclamando la nomination. Per Ted Cruz, che non si è aggiudicato alcun delegato, il nordest è stata una debacle preannunciata. Il senatore del Texas è arrivato sempre terzo, dietro John Kasich, tranne che in Pennsylvania. Gli resta un’ultima chance: vincere in Indiana la prossima settimana. La notte ha messo il turbo a Hillary verso il magico numero di 2.383 delegati necessari per la nomination ma Sanders non accenna a voler mollare e anzi, parlando davanti a 6.500 persone in West Virginia, si è appellato ai super delegati sottolineando come sia riuscito a conquistare più voti dell’ex Segretario di stato tra gli indipendenti e i repubblicani.

"Con il vostro aiuto torneremo a Filadelfia per la convention democratica con la maggioranza dei voti", ha assicurato Hillary parlando nella città dove il partito dell’Asinello dovrebbe decretare la sua incoronazione. L’ex first lady ha rivolto a Sanders parole di apprezzamento, corteggiando i suoi sostenitori, e riservando gli attacchi solo al suo papabile rivale Gop. "L’altro giorno Trump mi ha accusata di giocare la carta dell’essere donna - ha affermato Clinton - ma se combattere per la salute delle donne, per i permessi familiari retribuiti e per equità nei salari significa giocare la carta di essere donna, allora ci sto". La replica del miliardario è arrivata pochi minuti dopo. Se Hillary "fosse un uomo - ha rincarato il magnate del real estate - non arriverebbe al 5% dei voti". La parola passa ora all’Indiana, dove i candidati si contenderanno 92 delegati democratici e 57 repubblicani.

È rivoluzione Juve, addio al super-big Ma occhio a chi arriva: nome da sogno

È rivoluzione Juve, addio al super-big. Ma occhio a chi arriva: nome da sogno



Squadra che vince...si cambia eccome, soprattutto se ormai, dopo cinque scudetti consecutivi, il vero obiettivo è la Champions League. Si parla di Juventus e di calciomercato. E si scopre che i bianconeri potrebbe rimaneggiare profondamente la loro rosa nei mesi estivi. Si parte, però, da un punto fermo: Paul Pogba, che resterà alla Juve (salvo pazzesche offerte). Chi invece pare destinato a lasciare mister Massimiliano Allegri - che al pari del Polpo non mollerà - è Alvaro Morata: come da accordi, dovrebbe tornare al Real Madrid per la significativa cifra di 30 milioni di euro. Un tesoretto che, stando alle indiscrezioni, dovrebbe essere reinvestito per Edinson Cavani.

Dunque i bianconeri sono a caccia di un trequartista: Allegri vorrebbe Oscar, ma l'alternativa potrebbe essere già in casa. Si parla di Cuadrado, che Antonio Conte, come spiega Il Giorno, non vuole al Chelsea: i bianconeri potrebbero insomma tenerselo a prezzo di saldo. Sempre in mezzo al campo - e soprattutto dopo il crac di Marchisio, che ci metterà parecchi mesi per recuperare - ecco prendere quota i nomi di Pastore e quello di André Gomes del Valencia (per il suo cartellino, però, sono necessari almeno 25 milioni). Altro obiettivo è Mkhitaryan del Borussia Dortumund, mentre si "studia" anche Rabiot del Psg. Infine, un probabile colpaccio in difesa: Benatia, un nome in grado di permettere il definitivo salto di qualità ai bianconeri (l'alternativà è Mustafi).

Diocesi di Aversa: Due giornate per celebrare la V Festa dei Popoli

Sabato 30 Aprile e Domenica 1° Maggio, ad Aversa, quattro momenti organizzati nell’ambito dell’evento diocesano su integrazione multiculturale e dialogo interreligioso


a cura di Gaetano Daniele



Quattro eventi disseminati in due intense giornate, da vivere nel segno della misericordia, dell’accoglienza e dell’integrazione. Per la V Edizione della Festa dei Popoli, la diocesi di Aversa ha ampliato lo spettro delle iniziative ideate nell’ambito di un appuntamento che, in breve tempo, è diventato un punto di riferimento sul territorio per quanto riguarda la sensibilizzazione verso il multiculturalismo e il dialogo interreligioso.

Nata dalla sinergia di ben cinque uffici diocesani (Ecumenismo e Dialogo, Migrantes, Caritas, Missionario, Comunicazioni Sociali), la “Festa dei Popoli Aversa” targata 2016 cade nell’ambito delle iniziative promosse per il Giubileo della Misericordia e quest’anno si snoderà nelle giornate del 30 aprile e del primo maggio. “In questi due giorni confluiranno i modesti sforzi pastorali profusi lungo tutto il 2015-2016”. Ad affermarlo è don Peppino Esposito, direttore dell’ufficio diocesano “Ecumenismo e Dialogo”. “Ci apprestiamo a vivere con gioia il momento conclusivo del cammino fatto, nella speranza che esso possa dire il positivo che nasce dall’incontro di diverse culture, tradizioni, religioni e popoli. Che queste due giornate possano far fiorire in noi la convinzione che è possibile costruire un mondo senza barriere o confini, ma a pieno vantaggio di tutti”.

Si parte sabato mattina con il Giubileo dei Bambini e dei Ragazzi “Camminiamo nella Misericordia”, organizzato in collaborazione con l’ACR (Azione Cattolica dei Ragazzi) e le scuole del territorio con l’intento di favorire la riflessione su accoglienza, relazioni e cura del creato. Alle 9:00, i ragazzi si riuniranno in tre diversi punti della città di Aversa (Parco Pozzi, Stazione, Porta dell’Annunziata) per muoversi  in corteo verso Piazza Municipio; dopo un momento di saluto con il vescovo di Aversa, Mons. Angelo Spinillo, si farà tappa in Cattedrale per passare attraverso la Porta Santa. Sabato alle ore 20:00, in Piazza Municipio, sarà il turno della Preghiera Interconfessionale, un solenne momento con i rappresentanti delle diverse confessioni religiose presenti nel nostro territorio.

Domenica 1 Maggio, alle ore 9:00, l’Hotel del Sole di Aversa ospiterà l’incontro “Culture della Misericordia – Tradizioni a confronto”. A presentare il dibattito, novità assoluta della V Edizione, è don Nicola Barbato, direttore dell’ufficio diocesano Migrantes: “Festa dei Popoli costituisce il volto positivo della problematica riguardante il mondo della mobilità umana. Quest’anno abbiamo voluto dare anche un piccolo contributo a quell’affannosa ricerca di stabilire un terreno comune, un valore o dei valori condivisibili che ci accomunano e arricchiscono vicendevolmente”. Dopo il saluto di Mons. Spinillo, sull’argomento dibatteranno Pasquale Arciprete, Docente all'Istituto Superiore di Scienze Religiose "S. Paolo" di Aversa; AbdAllah Massimo Cozzolino, Segretario Generale della Confederazione Islamica Italiana; Ottavio Di Grazia, Docente di Culture, Identità e Religioni all’Università "Suor Orsola Benincasa" di Napoli; Ciro Pizzo, Docente di Sociologia Generale all’Università "Suor Orsola Benincasa". A moderare il dibattito sarà Franco Villano, Presidente dell'Associazione Amicizia Ebraico Cristiana di Napoli.

Domenica sera infine, a partire dalle ore 20:00, ritorno a Piazza Municipio per la Celebrazione della V Edizione della Festa dei Popoli: com’è consuetudine, sarà un momento di gioiosa comunione fraterna e sano folklore, con la presenza di associazioni, stand gastronomici e gruppi etnici.

Caivano (Na): Esclusiva il Notiziario / Intervista al Capogruppo di F.I Gaetano Ponticelli

Caivano (Na): Esclusiva il Notiziario / Intervista al Capogruppo di F.I Gaetano Ponticelli


di Gaetano Daniele

Gaetano Ponticelli
Capogruppo Forza Italia

Incontriamo il Capogruppo di Forza Italia, consigliere Gaetano Ponticelli. Consigliere Ponticelli, bentrovato sul nostro blog il Notiziario sul web. Giunta Tecnica, cosa si sente di dire?

Innanzitutto, ancora grazie per lo spazio che mi concede sul suo blog il Notiziario sul web. Come hanno testimoniato le mie recenti dichiarazioni, anche sul suo blog, la professionalità della nuova Giunta è fuori discussione. Possiamo quindi auspicare in una crescita futura, ovviamente con il supporto dei partiti politici. Solo un'accesa collaborazione potrà traghettare il Paese lontano dalla crisi. 

Come prosegue il dialogo con le opposizioni?

La priorità condivisa tra maggioranza e opposizione, è costruire nuovi ponti tra loro, nonchè tra centrosinistra e centrodestra. Collegamenti che servono a rilanciare Caivano. Il nostro programma di rilancio è ben chiaro. Siamo pronti a dialogare con tutti. 

E con i partiti di maggioranza? 

Forza Italia è fisicamente, politicamente e culturalmente nel cuore dell'Europa e del Mediterraneo, e soprattutto nella posizione migliore per offrire supporto agli amici-colleghi che compongono la maggioranza. Questo punto di forza puo' servire a due cose, ad unire le intelligenze per un unico fine, oppure a romperlo. Ad oggi il nostro operato sta raccogliendo frutti. Mi auguro sia cosi fino alla fine del nostro mandato. 

Caivano (Na): Intervista a Mario Abenante (Attivista Movimento Caivano)

Caivano (Na): Intervista a Mario Abenante (Attivista Movimento Caivano)


di Gaetano Daniele


Mario Abenante

Incontriamo Mario Abenante, attivista del Movimento Caivano. Il loro non è un partito politico. Gli attivisti non si ispirano ad ideologie di destra o di sinistra, ma basano la loro forza sulle idee, e soprattutto sul fare, ciò che manca oggi ai partiti e alle Liste Civiche. 

Sig. Abenante, lei rappresenta il Movimento 5 Stelle?

No il Movimento 5 stelle non ha leader e noi a Caivano siamo un semplice gruppo di cittadini attivi che si rivedono nelle idee del Movimento

Cosa propone il suo Movimento?

Il nostro è gruppo di cittadini attivi, non è un movimento, siamo tutti attivisti che abbiamo il sogno e l'ambizione di portare la democrazia partecipata a Caivano, parole quest'ultime sconosciute da oltre 50 anni di malapolitica, siamo persone sveglie, stanche di delegare il proprio futuro a politicanti incapaci che si mettono in prima persona e indagano sulle cose che nel loro paese non vanno o appaiono sospette da incursioni clientelari, allo stesso modo vorremmo peró che tutta la cittadinanza attiva di Caivano si attivasse per vigilare meglio proprio quelle persone che con la scusa che nessuno li osserva, continuano a mangiarsi la città. 

Siete molto presenti sul territorio di Caivano, in ultimo avete denunciato con un video cantato i disagi che provano i ragazzi meno fortunati, come i diversamente abili. Ci dica qualcosa in più.

E' dal 1985 che non viene presentato un PUC (Piano Urbanistico Comunale) decente, quando poi esiste una legge che obbliga gli enti comunali a presentarlo in Regione ogni tre anni. Per non parlare di P.E.B.A. (Piano per le eliminazioni di barriere architettoniche) che in realtà a Caivano le amministrazioni precedenti e attuale, hanno dimostrato di non conoscere affatto, dal 1986 esistono leggi che obbligano gli enti ad abbattere le barriere architettoniche ma i comuni, tra cui Caivano, continuano a fare come se i diversamente abili non esistessero o fosse una categoria da non prendere in considerazione, il 6 Maggio all'Auditorium L.Milani faremo un evento, un agorà pubblica dove abbiamo invitato anche il sindaco, assessore al ramo e dirigente, per farci dire cosa hanno in mente a riguardo perchè i caivanesi di tutto questo sono all'oscuro e noi siamo sempre per la trasparenza.

Come reputa l'operato, fino ad oggi,  dell'amministrazione a guida Monopoli?

Per i cittadini caivanesi, oggettivamente, non è cambiato nulla, abbiamo una politica che continua solo a spartirsi ruoli nelle commissioni e poltrone tra gli assessorati, i problemi annosi di Caivano non vengono risolti, c'è un mistero sui lavori al Centro Storico di cui, noi, abbiamo chiesto un'interrogazione parlamentare, tramite il Sen. Sergio Puglia, c'è un altro mistero per quanto riguarda alcuni edifici costruiti grazie alla legge sul piano casa in housing sociale di cui la politica attuale non se ne sta affatto curando e chissà perchè, abbiamo le periferie piene di rifiuti speciali e tossici e diamo soldi a delle Guardie Ambientali inesistenti di cui, a detta del dirigente al settore ambiente, non possiamo sapere neanche chi sono perchè la loro identità è coperta da privacy e più volte abbiamo fatto appello al D.Lgs. 33/2013 il c.d. Decreto Trasparenza, ma questi continuano a fare come gli pare, aspettano solo i soldi che devono arrivare dalla regione per la videosorveglianza, ricordiamolo ci sono 500.000€ da spartirsi col Comune di Crispano di cui 31.000€ finiranno nelle mani delle Guardie ambientali a noi anonime. Per non parlare della viabilità, abbiamo detto prima della mancanza di PUC, ma anche mettere dei semplici segnali o fare delle strisce a terra non sarebbe male. e tanto altro che agli occhi dei cittadini caivanesi non viene fatto...

Cosa proponete voi all'amministrazione per migliorare Caivano nell'immediato?

Basta che l'amministrazione attuale prendesse in considerazione le nostre proposte fatte finora e vedremo già un miglioramento significativo. Il bilancio partecipato lei lo ricorda? Quella fu una nostra proposta che fu accolta dall'ex assessore al bilancio, che fine ha fatto e perchè? Abbiamo presentato una petizione per il miglioramento della viabilità in alcuni punti di Caivano ma niente, abbiamo denunciato l'indecenza e il mal costume che hanno i caivanesi nel parcheggiare le auto sui marciapiedi e anche lì, zero. Abbiamo presentato un regolamento contro la ludopatia per attenuare il problema della dipendenza dal gioco e dalle slot machine, ma questi sociologicamente non sanno neanche dove mettere le mani. Abbiamo proposto all'amministrazione, il 29 Giugno scorso di tagliarsi gli emolumenti per pagare i ticket mensa ai bambini meno abbienti, almeno per dare un esempio di taglio allo spreco, ricorda? Bene, si sono intascati 70.000€ di emolumenti tra maggioranza e opposizione. Purtroppo nella politica caivanese non c'è senso civico ma solo interessi personali e finchè il popolo non si sveglia e non agisce per conto proprio, mi spiace ammetterlo ma non cambierà mai nulla, noi siamo qui apposta per invitare tutti i cittadini caivanesi ad attivarsi politicamente se no è la fine per tutti.

Mentana, il sondaggio-mannaia: quel numero inquietante per il Cav

Il sondaggio di Mentana: due partiti salgono, due calano. E c'è un dato inquietante per Berlusconi



Crescono M5S e Lega Nord, calano Pd e Forza Italia. Il tradizionale sondaggio del lunedì di Enrico Mentana, condotto da Emg Acqa per il TgLa7, conferma i trend delle ultime settimane. I democratici calano dello 0,1 e oggi sono al 30,5%, con i 5 Stelle sempre più vicini al 27,6% (+0,3). Dietro, più staccati, Lega (14,9%, +0,2) e Forza Italia (11,9%, -0,3). Calano anche Sinistra Italiana (4,5%, -0,1) e Ncd (2,8%, -0,2) mentre Fratelli d'Italia resta al 4,4 per cento. 

Chi votano i "giovani" - Molto interessante lo studio su come votano gli italiani per fascia d'età. E qui il grosso campanello d'allarme è soprattutto per il partito di Silvio Berlusconi. Nella fascia 18-54 anni i 5 Stelle sono nettamente avanti (33,4%) rispetto a Pd (24,8%) e Lega (17%) mentre Forza Italia raccoglie appena il 9,1 per cento. Un po' meglio nella fascia degli over 55 anni, con il 15% rispetto al 12,% dei leghisti. A fare il pieno è però il Pd (36,7%) davanti ai grillini (21,3%). Il verdetto, dunque, è spietato: oggi, Forza Italia è avvertito come un partito "vecchio" che poco ha da dire e proporre alla fascia produttiva del Paese. 

Al ballottaggio - Altro dato importante, confermato. Il centrodestra unito andrebbe al ballottaggio per il 30,4% (in calo dello 0,2), davanti al Pd (30,1%) e ai 5 Stelle (28,8%, in aumento dello 0,3). Al ballottaggio, il Pd vincerebbe con il centrodestra (51%, in calo dello 0,7), mentre i grillini vincerebbero sia contro il Pd (52,3%, +0,3) sia contro il centrodestra (53,3%, +0,2).

Zamparini, il siluro sulla A: "Ci sono ombre". Qual è la partita sotto accusa

Zamparini, il siluro sulla Serie A: "Ci sono ombre". Qual è la partita sotto accusa



Duro affondo di Maurizio Zamparini all'indomani della 35esima giornata del campionato di Serie A. In una nota il Palermo sottolinea come "la lotta per non retrocedere è stata condizionata, in occasione della partita Carpi-Empoli diretta dall'arbitro Paolo Valeri (vinta 1-0 dagli emiliani, che ora hanno 3 punti in più dei siciliani nella corsa salvezza, ndr), da tre assurdi episodi» che il club documenta con alcuni fotogrammi sul suo sito. I rosanero mettono in discussione le decisioni relative all'espulsione di Mchelidze, un gol annullato all'Empoli e un "rigore non dato per trattenuta della maglia e successivo fallo di mano commessi da Poli ai danni di Pucciarelli". Il Palermo invita "la Procura a monitorare con la massima attenzione le prossime partite e tutti i protagonisti della lotta per non retrocedere, monitoraggio teso ad evitare simili episodi". Come riporta il club rosanero "il presidente Zamparini è molto preoccupato per episodi che si ripetono dall'inizio della stagione. Bisognerebbe prendere, pertanto, esempio dal campionato inglese. Egli invita il nostro Presidente Federale a documentarsi e prendere provvedimenti per il regolare svolgimento in futuro delle competizioni".

L'Egitto ci fa la guerra, colpo di scena: arrestato l'uomo chiave del caso Regeni

L'Egitto fa la guerra all'Italia: arrestato l'uomo chiave del caso Regeni



Inquietante arresto al Cairo dove a finire dietro le sbarre è un consulente della famiglia Regeni. A comunicarlo è il loro avvocato Alessandra Ballerini: "Particolare angoscia suscita l'arresto di Ahmed Abdallah, presidente del consiglio d'amministrazione della Commissione egiziana per i diritti e le libertà (Ecrf), ong che sta offrendo attività di consulenza per i legali dei Regeni".

I genitori di Giulio, continua la Ballerini, "alla luce anche del comunicato di Amnesty International", "esprime preoccupazione per la recente ondata di arresti in Egitto ai danni di attivisti per i diritti umani, avvocati e giornalisti anche direttamente coinvolti nella ricerca della verità circa il sequestro, le torture e l'uccisione del figlio Giulio".

Il piano: "900 soldati italiani contro l'Is" Ma il governo frena sulla Libia, è giallo

Pronti alla guerra. Il piano di Renzi in Libia: l'Isis vicini ai pozzi petroliferi



I fiancheggiatori dell'Isis in Libia sono sempre più vicini alla conquista dei pozzi petroliferi. L'allarme è stato lanciato all'Onu dal Consiglio presidenziale del governo di Concordia nazionale, guidato da al-Sarraj ed è stato raccolto dai capi di Stato del G5, riuniti ad Hannover.

La minaccia - Secondo il rapporto del Noc, citato dal Mattino, verso i giacimenti libici sono diretti seguaci dell'ex regime di Gheddafi e gruppi ribelli africani, come quelli islamisti dal Sudan di Giustizia e ugualianza. Soprattutto i nostalgici di Gheddaffi sono i più temibili, sono le tribù dell'area di Sirte che godono di ampio sostegno militare da parte dello Stato islamico.

I giacimenti - Le minacce da parte dei militari islamisti riguardano meno le piattaforme petrolifere in mare, contro le quali sarebbero necessarie navi e mezzi più complessi per un assalto contro i sistemi di sicurezza che proteggono i pozzi. Di più però i pozzi su terra, nella zona del Golfo di Sirte e nell'entroterra, dove da alcuni mesi la Petroleum facilities guard, le guardie armate pagate dalle compagnie petrolifere, ha fronteggiato e respinto diversi attacchi ai depositi di greggio da parte dei jihadisti. Sotto schiaffo sono per lo più compagnie britanniche e francesi, più al sicuro l'Eni con i pozzi principali situati più lontano dall'area calda. Ci sono però tre punti più esposti di altri, come il terminal petrolifero di Melittah, a 20 km da Sabrata, già teatro di attacchi da parte dell'Isis. Uno scenario che non può lasciare indifferente tanto i Paesi europei, quanto direttamente l'Italia.

Il piano - E una risposta dal G5 di Hannover sarebbe in qualche modo arrivata. Obama, Merkel, Holland, Cameron e Renzi hanno concordato una sorta di via libera per intervenire con propri militari in Libia, ma solo con funzioni di protezione e addestramento dell'esercito locale. Il piano italiano dovrebbe coinvolgere circa 900 uomini, che saranno messi a difesa dei principali punti sensibili, compresi i pozzi petroliferi. L'ultima partita si giocherà in sede Onu, dove l'Italia si gioca la guida della missione internazionale. Se Roma incasserà quel ruolo, sarà però costretto a dispiegare il contingente più numeroso.

Dietrofront - Nella mattinata però è arrivata la secca smentita da parte del governo sul possibile dispiegamento di forze da parte dell'Italia sul territorio libico. "Si tratta di una notizia destituita di ogni fondamento - hanno riportato alle agenzie fonti del governo - come peraltro si poteva facilmente evincere dal punto stampa del presidente del Consiglio Matteo Renzi al termine della riunione del Quint ieri a Hannover. Nessuna offerta, dunque, a fronte di nessuna richiesta".

Marò, l'India "regala" l'estate a Latorre È guerra: nota di fuoco dall'Italia

Marò, l'India "regala" l'estate a Latorre. È guerra: nota di fuoco della Farnesina



La Corte supremo dell'India concede a Massimiliano Latorre di restare in Italia fino al 30 settembre 2016. Il fuciliere, insomma, resterà a casa fino alla fine della prossima estate: la decisione è arrivata al termine di una lunga udienza. Da par suo, il governo italiano ribadisce che in seguito alla decisione del Tribunale del Diritto del Mare considera sospesa e dunque priva di valenza giuridica la giurisdizione indiana sul caso. Sulla base di questa posizione, l'Italia, si legge in una nota della Farnesina, "ha anche presentato al Tribunale Arbitrale costituito presso la Corte Permanente d'Arbitrato de l'Aja una richiesta di misure provvisorie per chiedere il rientro del Fuciliere Girone e la sua permanenza in Italia fino alla fine della procedura arbitrale. La decisione del Tribunale arbitrale è attesa nei prossimi giorni".

Il possibile nuovo presidente austriaco? Ha minacciato subito l'Italia (e l'Europa)

Migranti, l'austriaco Hofer minaccia l'Italia: "N'è scelta ai controlli al Brennero"



"Non ci sono alternative ai controlli" al valico del Brennero dell'Italia. Questa la posizione di Norbert Hofer, candidato vincitore del primo turno delle presidenziali austriache di domenica ed esponente di spicco della destra xenofoba dell'Fpoe. In una conferenza stampa Hofer ha spiegato che il fatto non lo rende felice ma si tratta di una mossa obbligata fino a quando non saranno rese sicure le frontiere esterne di Schengen: "A quel punto le misure temporanee potranno essere sospese di nuovo", ha spiegato riferito sia ai controlli al confine con l'Italia che a quelli decisi ieri con l'Ungheria. Hofer ha ottenuto al primo turno il 35,1% e dovrà vedersela al ballottaggio del 22 maggio con il verde Alexander Van der Bellen, che è giunto secondo con il 21,3%. Per la prima volta dalla nascita della Austria postbellica, nel 1945, il presidente non è espressione dei due partiti, i
Popolari ed i Socialisti che si sono alternati al potere.

Il precedente francese - In Austria la presidenza è una carica formale anche se eletta direttamente dal popolo ed ha il potere di sciogliere il Parlamento cosa che nell'eventualità - al momento possibile ma non certa - di una sua vittora potrebbe fare per liquidare il governo dell'attuale cancelliere, il socialista Wernen Feymann, autore negli ultimi mesi di un giro di vite con i profughi proprio per tentare di arginare il successo dell'estrema destra. Sulla carta ha più chance di vittoria Van der Bellen. Anche in Austria si potrebbe ripetere una conventio ad excludendum per fermare Hofer, facendo convergere sul candidato ambientalista i voti di tutti gli altri candidati delle formazioni di centro e di sinistra, come accadde nel 2002 in Francia con Jacques Chirac. Presidente uscente gollista (centro-destra) riconfermato al ballottaggio solo grazie al voto dei socialisti e degli altri partiti di sinistra per fermare il leader dell'estrema destra d'Oltralpe (Front National), Jean-Marie LePen, uscito a sorpresa secondo al primo tunro davanti al premier socialista Lionell Jospin.

Mossa Equitalia, pensiero malizioso: ecco come il Fisco incasserà di più

Equitalia, la mossa geniale: così il Fisco incasserà di più


di Tobia De Stefano


Premessa. Se un’agenzia dello Stato decide di prolungare gli orari di apertura, prevedere delle «corsie preferenziali» per gli ultra-sessantacinquenni e lanciare uno «Sportello» per le partite Iva in difficoltà diventa difficile parlarne male. Ma trattandosi della società che esercita la riscossione dei tributi su tutto il territorio nazionale, Sicilia esclusa, con qualche precedente di «cattiva» gestione del servizio, il pensiero malizioso viene spontaneo. L’obiettivo è portare a casa più denaro possibile. 

Motivazioni a parte, le novità previste dall’amministratore delegato Ernesto Maria Ruffini avranno di certo una serie di effetti benefici. Resteranno aperte (fino alle 15.15 anzichè alle 13.15), infatti, le sedi che registrano una più alta affluenza di contribuenti. E quindi una riduzione dei tempi di attesa per le possibili file sembra probabile. L’orario lungo partirà da oggi presso gli sportelli di Roma (via Colombo, via Togliatti, via Aurelia), Napoli (Corso Meridionale), Milano (viale dell’Innovazione, via San Gregorio) e Torino (via Alfieri). E del resto i numeri dicono che nel 2015 le persone che si sono rivolte ai 203 sportelli di Equitalia presenti in tutte le regioni sono aumentate del 10%. 

Ma non solo. Perché la strategia di Ruffini punta su due gambe. Quella tradizionale, appunto, con gli sportelli fisici, e quella 2.0. Che si svilupperà anche con la piattaforma unica. Un applicativo informatico grazie al quale in ogni ufficio d’Italia gli operatori del front office potranno fornire velocemente risposte e soluzioni anche ai contribuenti che risiedono in un’altra città. E ovviamente le facilitazioni riguarderanno anche chi deve solo pagare. Come? Si potrà onorare le cartelle da casa, comodamente, con il proprio servizio di home banking o direttamente sul sito www.gruppoequitalia.it. 

L’area riservata, comunque, non serve solo a pagare. Sul sito è possibile verificare la propria situazione debitoria e le eventuali procedure di riscossione in corso, presentare richieste di rateizzazione fino a 50 mila euro e sospendere la riscossione nei casi previsti dalla legge.

martedì 26 aprile 2016

"Cav sei rovinato, il tempo è finito" Parla l'esperto: profezia apocalittica

Berlusconi massacrato dagli esperti: profezia apocalittica su Forza Italia



Sembra tutto perduto per Silvio Berlusconi. Secondo i politologi la sua svolta al centro ora servirà a poco. Se infatti Forza Italia è ormai allo sbando, un partito diviso tra i nordisti che vogliono l'alleanza con Lega e Fratelli d'Italia e i "moderati" che non tollerano le uscite di Matteo Salvini, la riaffermazione della candidatura di Guido Bertolaso a Roma con "ri-svolta al centro" - "Noi non siamo la destra. Forza Italia è un partito moderato" - appare ai più, incluso il leader della Lega, come un Nazareno bis. "Quando dice faremo una legge sui diritti televisivi per il calcio, ci occuperemo di conflitto di interessi e faremo la riforma della Giustizia... se uno vuole pensar male pensa che Berlusconi non abbia convenienza a far la guerra a Renzi", afferma Salvini. Rincara l'ex azzurro Maurizio Bianconi: "Berlusconi non è scemo. La scelta di Bertolaso è per fare un favore a Renzi. Francesca Pascale non c'entra nulla".

Tant'è. Per i politologi la linea del Cavaliere non fermerà il disfacimento del partito. Roberto D'Alimonte, politologo, docente della Luiss, sostiene che anche se lo "spazio politico al centro c'è" il discorso berlusconiano è "astratto", "non fa i conti con le regole dell'Italicum. Il leader forzista crede che mollando Salvini e la Meloni e facendo una lista (non una coalizione) possa arrivare al ballottaggio?". E poi: Berlusconi "non è più credibile. I voti di centro? È più facile che se li prenda Matteo Renzi con la leva fiscale e il referendum costituzionale". Insomma: "La colla del Cavaliere non attacca più...".

Piero Ignazi offre un'ulteriore lettura: nel suo libro Vent'anni dopo (Il Mulino) spiega che l'elettorato di Forza Italia "non è mai stato moderato ed è sempre stato nutrito da temi mobilitanti per il mondo di destra: attacchi alla sinistra, all'Europa, ai poteri forti ecc". Ora "Berlusconi non rappresenta più nessuno. Però anche Renzi s'illude: resta percepito come di sinistra, perché il Pd è ancora considerato così". E il centro resta uno spazio vuoto.

Salvini vola negli Stati Uniti da Trump La profezia di Donald: "Chi diventerai"

Salvini vola negli Stati Uniti da Trump. La profezia di Donald: ecco chi diventerai


E' volato negli Stati Uniti Matteo Salvini, dove a Filadelfia, ha incontrato Donald Trump, candidato alle primarie repubblicane in previsione delle elezioni presidenziali americane del 2016.

"Un saluto dagli Stati Uniti, amici! Go, Donald, GO!", scrive su Twitter il leader della Lega postando una fotografia che lo ritrae in compagnia del miliardario americano. E ancora: "Renzi sceglie il buonismo disastroso di Obama e Merkel,io preferisco la legalità e la sicurezza proposte da Trump!".

Da parte sua, Trump, al termine dell'incontro durato circa venti minuti, lo ringrazia con una previsione incoraggiante: "Diventerai premier in Italia".

Un'altra bomba sul Pd di Renzi Il big indagato per camorra / Foto

Un'altra bomba sul Pd di Renzi: il super-big indagato per camorra / Foto


Un'altro disastro in casa Pd: secondo quanto si è appreso, sarebbe indagato il presidente del Pd in Campania e consigliere regionale, Stefano Graziano. Il politico di spicco sarebbe finito nel mirino nell'ambito dell'inchiesta della Dda di Napoli, coordinata dal procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli, che ha portato all'esecuzione di nove ordinanze di custodia cautelare: i carabinieri hanno disposto perquisizioni a Roma e Teverola, provincia di Caserta; tra i luoghi setacciati la casa di Stefano Graziano. Nell'indagine è coinvolgo anche l'ex sindaco di Santa Maria Capua Vetere, Biagio Di Muro.

Secondo le prime notizie, l'ipotesi di reato formulata nel decreto di perquisizione nei confronti di Graziano è quella di concorso esterno in associazione camorristica. Al vaglio degli inquirenti, tra l'altro, ci sarebbe il presunto appoggio alla sua elezione da parte dell'imprenditore della ristorazione Alessandro Zagaria, finito in manette oggi nell'ambito della medesima inchiesta. Insieme a Di Muro, finito in cella, i carabinieri e i finanzieri hanno arrestato anche Roberto Di Tommaso, funzionario del Comune casertano, per il quale il gip di Napoli ha disposto i domiciliari.

Nel dettaglio, l'inchiesta riguarda l’appalto per i lavori di consolidamento di Palazzo Teti, immobile situato in via Roberto D’Angiò confiscato al padre dello stesso primo cittadino, Di Muro. La gara, che negli anni ha subito vari rallentamenti, secondo l’ipotesi accusatoria della Dda di Napoli, sarebbe stata vinta da un raggruppamento di imprese ritenuto vicino al clan guidato da Michele Zagaria. Già nel luglio 2015 l’ex sindaco, in carica fino a pochi mesi fa, fu oggetto di una perquisizione. Nell'inchiesta, secondo le indiscrezioni, la figura chiave sarebbe proprio Alessandro Zagari: l'imprenditore è ritenuto l'anello di congiunzione tra l'amministrazione e il clan guidato dal boss dei casalesi, soltanto omonimo, Michele Zagaria.

Caivano (Na): Video / 25 Aprile Monopoli ricorda i caduti Le opposizioni gli ricordano Casa Pound

Caivano (Na): 25 Aprile, Monopoli ricorda i caduti Le opposizioni gli ricordano Casa Pound E'scontro sul web


di Gaetano Daniele



Nessuna tregua neppure il 25 Aprile. E' scontro aperto tra il Sindaco Monopoli e le opposizioni. I democratici attaccano il primo cittadino accusandolo di essere fascista. Ma Monopoli non ci sta e replica alle giuste offese? Questo il Post "scintilla" pubblicato dal primo cittadino Monopoli sulla sua pagina Facebook:  "25 aprile, festa della liberazione. Nel ricordo di italiani "caduti" a difesa della nostra terra. Anniversario della liberazione, festa dell'Italia unita. Un giorno fondamentale per la nostra storia". Di seguito le risposte di cittadini estranei alla politica e di consiglieri di opposizione: 

Simone Monopoli:  I miei valori li lascio alla mia storia e al mio spirito. Pur di non parlare di Caivano non vi resta altro che discutere di simulacri del passato e di ideologie alle quali non avete mai anteposto il bene della vostra città. D'altronde vi dite comunisti e votate un partito, il Pd, che sta replicando in tutto e per tutto il piano di rinascita democratica della P2 di Licio Gelli.

Anna Maria di Stasio: i suoi valori? sono quelli rappresentati dalle croci uncinate, simbolo del nazifacismo

Anna Maria di Stasio: che da sempre campeggiano nel suo studio? del busto di mussolini e di tutti i simboli della dittatura che ha portato l'Italia alla guerra e ha insanguinato per piu' di un ventennio la nostra nazione?Oggi dovrebbe avere la compiacenza di nascondersi e non farsi vedere in giro!Si vergogni!

Antonio Angelino (Consigliere comunale PD): Non sai cosa dire, hai dei valori che sono stati sanciti reati dalla costituzione che tanto ti affanni a dire di voler difendere, sei incoerente in tutto e per tutto, e solo per il gusto di qualche like scrivi uno stato che non c'entra nulla con la cultura politica e ideologica che rappresenti. Dici di essere sindaco e di rappresentare tutti ?? E allora smettila di parlare di passato e assumiti le responsabilità del fallimento politico, culturale e civile in cui stai portando il paese. Un'amministrazione improduttiva ed improvvisata, retta da una stampa di regime, capace di trasformare e mistificare il nulla cosmico in "governo del fare". In settimana ci sarà, finalmente un consiglio comunale, ma come al solito anche questa volta sarà mero strumento di ratifiche e prese d'atto, senza un provvedimento o un punto programmatico per la nostra città. D'altronde tutti i punti più importanti ad oggi sono stati proposti dall'opposizione che nonostante tutto prova a dare speranza ad un paese che con questa amministrazione ha raggiunto il punto più basso della sua storia. 

Simone Monopoli:  Le offese vi caratterizzano. Ancora una volta sottolineo che non potendo parlare di Caivano vi mettete a dare patenti politiche e di democrazia. Inutile sottolineare ancora la mancanza di cultura che certi commenti esprimono: dalle foibe ai gulag il sangue rosso di giovani innocenti si e' per decenni mischiato con il colore della bandiera sovietica. Oggi vi riscopro prive del fuoco di quegli ideali ma con la stessa arroganza e sete di potere. Mettevibl'anima in pace: le elezioni si vincono con i consensi dei cittadini e non sventolando le bandite di un passato del quale non dimostrare nemmeno di essere all'altezza. Lo dimostra il fatto che nessuno di voi oggi era in piazza con me a celebrare quell'Italia di cui vi fate scudo sui social. Rivoluzionari da tastiera.

Antonio Angelino: Appunto perché c'eri tu, la peggiore celebrazione della Liberazione. Un misto di incoerenza e di improvvisazione, di beffe ed ironie silenziose nascoste dalla finta commemorazione, non sei degno e non siete degni di scendere in piazza in un appuntamento così delicato e pieno di significato ideologico. Addirittura volevate evitare di far suonare "Bella Ciao" e solo grazie a qualche buon consiglio avete evitato ( in parte ) l'ennesima figuraccia nel vostro tipico stile. Vergognatevi 

Gianluigi Prositto:  C era una sola parte giusta e, mi dispiace sindaco, non era la sua... 
Ogni regime ha il suo carico di nefandezze. Ma il fascismo italiano è solo vergogna, niente bagliori, nemmeno ideologici. Solo vergogna . Altri regimi non ne abbiamo avuto (per fortuna) e quindi non ci sono paragoni da fare . Da conoscere si, per evitare che si ripresentino (come leghismo, come casa pound, o altro). Su Caivano una sola osservazione. Come fa a imputare a un consigliere di vent'anni questioni politiche di venti anni fa ?! Questo è populismo ! Fa di un'erba un fascio, appunto.

Giovanni Aprovidolo: ma anche il profilo forza italia caivano è gestito dallo staffista? no perché ormai è consuetudine che scrive e si risponde con profili diversi.

Mario Abenante (Movimento Caivano): Ragazzi, aldilà delle ideologie che m, ahimè non campeggiano in nessuno di voi, ma chi ha il coraggio di dire che oggi Caivano non vive nel degrado e agli ordini e per volere del malaffare? Fate un piacere ai caivanesi, andatevene tutti a casa e restituite Caivano ai cittadini onesti. È un consiglio... Perchè fra poco vi manderemo noi a cas


Forza Italia, parla la gola profonda: chi ha voluto accoltellare la Meloni

Forza Italia, parla la gola profonda: chi ha voluto accoltellare Giorgia Meloni



"Il centrodestra è stato colto da una sorta di malattia, di virus, come accadde nel '98-99 alla sinistra, quando quelli che avevano vinto le elezioni si frantumarono. Evidentemente ci sono delle ondate cicliche di questo fenomeno". Maurizio Gasparri, sul Tempo affronta la questione della crisi del centrodestra, a partire dal caso Roma. "Sono stati fatti molti errori", ammette il senatore di Forza Italia, "e la colpa non è di una sola persona. C'è da dire che la Meloni ha cambiato cinque posizioni, ha detto no a Marchini, no a se stessa, quando le abbiamo chiesto di candidarsi. Poi ha tirato fuori la Dalla Chiesa che è stata fischiata anche dai suoi. Poi ha detto che andava bene Bertolaso, poi ci ha chiesto di anticipare le consultazioni e la sera che ne è uscito vincitore Bertolaso si è candidata lei. Io mi domando chi comprerebbe un'auto usata da Giorgia? Io no".

Di certo c'è stata una fase, durata fino a sabato 23 aprile, durante la quale sembrava che Forza Italia intendesse convergere proprio su Giorgia, "tanto che Silvio Berlusconi", rivela Gasparri, "ha chiamato Matteoli, responsabile del tavolo delle trattative, chiedendogli di contattare la Meloni per un'ipotesi con lei candidato sindaco e Bertolaso city manager. E c'erano dei margini di accordo" ma poi "nel pomeriggio c'è stata una riunione, alla quale non ho partecipato, durante la quale Berlusconi ha preso la decisione". Ma perché il Cav ha cambiato idea? Persone molto vicine a Berlusconi sostengono che sia stato "il cerchio magico a far fuori la Meloni". Aggiunge un azzurro: "Sono intervenuti alcuni personaggi, il famoso cerchio magico, che hanno fatto cambiare idea a Berlusconi. Gli hanno detto che la sua faccia veniva sfregiata, che lui è l'unico, il più bravo, che non ha bisogno di nessuno. Gli stessi che lo convinsero ad andare a Bologna, e fu un disastro, oggi non lo fanno accordare con la Meloni". Il rischio è che la Meloni "vada al ballottaggio". E senza Forza Italia.

Bechis scava nel passato della Raggi La sorpresa: quale nome spunta

Bechis scava nel passato di Virginia Raggi: il curriculum nascosto della grillina


di Franco Bechis
@FrancoBechis



Il curriculum di Virginia Raggi, candidato sindaco del Movimento 5 stelle a Roma (che tutti i sondaggi danno ampiamente in testa) è assai più ricco di quello che lei con modestia vuole fare apparire. C’è stata qualche polemica sui suoi inizi professionali con uno stage nello studio legale di Cesare Previti, ma come la Raggi stessa ha spiegato, raramente in un curriculum professionale si inseriscono gli stage iniziali, che non sono una vera e propria esperienza di lavoro. Qualche anno dopo però ha avuto una esperienza che raramente si tralascia di indicare, tanto più quando si è giovani e ancora in carriera. La Raggi infatti per poco più di un anno (fra l’aprile 2008 e il settembre 2009) è stata presidente del consiglio di amministrazione di una società, sia pure a responsabilità limitata. Si trattava della Hgr di Roma, nata nell’ottobre 2007 e oggi in liquidazione volontaria. Aveva 20 mila euro di capitale sociale e come oggetto «assunzione di partecipazioni». Quando la Raggi era presidente l’azionista di maggioranza (80%) nonché amministratore delegato della Hdr era una signora ben nota alle cronache dell’amministrazione del comune di Roma di quegli anni: Gloria Rojo. Bella donna, la Rojo è stata per lunghi anni l’assistente di fiducia di Franco Panzironi, braccio destro di Gianni Alemanno e fund raiser della sua fondazione politica, finito poi nei guai con Mafia Capitale. Ma la coppia Panzironi-Rojo era già diventata famosa nelle cronache capitoline per la celebre «Parentopoli» dell’era di Alemanno. La Rojo infatti era una delle 41 assunte di quell’epoca: andò in Ama, come assistente dello stesso Panzironi e per quel motivo dovette uscire da Hgr e interrompere il sodalizio con la Raggi. In Ama la Rojo è poi restata e si è occupata di recupero crediti. Era una esperienza professionale maturata proprio nel periodo con la Raggi. Hdr infatti oltre a controllare una società che gestiva una pizzeria in viale Regina Margherita, a due passi dai Parioli, aveva partecipazioni di minoranza in una serie di società specializzate nel recupero crediti nel settore privato: da Sistemia a una serie di srl regionali, le Creditrend Sicilia, Lombardia, Toscana, Campania ed Emilia Romagna. Facevano tutte un lavoro assai simile a quello di Equitalia. E proprio mentre Rojo e Raggi guidavano la Hdr, il fratello dell’ex assistente di Panzironi, Giuseppe Rojo, era ai vertici di Equitalia Giustizia.

Toti cita i Marò e scatta l'agguato: fischi e insulti dalla piazza rossa

L'agguato rosso in piazza contro Toti. Fischi e insulti: ecco cosa ha detto



Già da quando il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, ha preso la parola sul palco di Genova per i festeggiamenti del 25 aprile, la piazza di democraticissimi con bandiera rossa al seguito ha cominciato a borbottare. Poco importa se l'ex giornalista Mediaset sia un rappresentante delle istituzioni (quindi qualcuno lo avrà pur votato per essere lì), viene dalla parte sbagliata e per questo merita tutta la disapprovazione preventiva di piazza Matteotti. Ma la situazione è degenerata quando Toti, sul palco con la presidenta della Camera Laura Boldrini, ha toccato le corde più sgradite ad ex partigiani e loro eredi: ha citato il caso dei due marò, accusati dal 15 febbraio 2012 della morte di due pescatori indiani e vittime di un'infinita odissea giudiziaria. Così contro Toti sono partiti fischi e contestazioni. La razione del presidente è amara: "Una cristallina espressione di democrazia, magari non di educazione - ha detto Toti - Diciamo che rappresentano bene le idee. In manifestazioni come queste scivola sempre un pò la frizione. Quando la sinistra che mette la giacca delle istituzioni saprà riconoscere che non ci sono politici e politicanti, ma che le idee quando hanno il voto dei cittadini, hanno tutte una legittimità, allora saremo una grande democrazia e un grande Stato come altre realtà. In quanto ai fischi, ci stanno tutti. Quando si fischiano invece due marò, che sono i figli e i nipoti di quei ragazzi che dopo l’8 settembre hanno garantito la possibilità di essere in piazza oggi, ci si resta male".

Parlano quattro big della radio italiana: che cosa vediamo nel nostro futuro

Parlano quattro grandi della radio italiana: che cosa c'è nel nostro futuro



I dati audiradio parlano chiaro: la radio è in continua crescita, sia per quanto concerne gli ascoltatori che per la raccolta pubblicitaria. Senza andare nel dettaglio tecnico, facciamoci spiegare i perché di questo trend e le future mosse del comparto da chi radio la fa o la dirige: Angelo Baiguini (Dir. RTL102.5), Guido Monti (Speaker e manager), Stefano Piccirillo (speaker Radio Kiss Kiss) e Lorenzo Suraci (Pres. RTL102.5).

Ci troviamo in un ristornante di Milano e il clima è indescrivibilmente festoso. Il primo che si sbilancia sulla situazione attuale della radio in Italia è Baiguini: “La radio si mantiene giovane perché è un mezzo snello che si adatta velocemente alla nuova tecnologia, di conseguenza di facile fruizione per più tipologie di pubblico, anche da ciò deriva la crescita degli ascolti”. Dello stesso pensiero è Monti, che rincara la dose: “C’è sicuramente molta vitalità e fermento sia dal punto di vista editoriale, sia per ciò che riguarda la raccolta pubblicitaria. La radio crea con i suoi ascoltatori una relazione diretta, fortemente emotiva. É stata la colonna sonora della nostra vita da quando siamo nati, eppure noi invecchiamo, lei no, anzi la trovo molto più tonica della tv che è spesso stucchevole e improponibile”. Il partenopeo Piccirillo rimarca sulle nuove tecnologie e fa un excursus: “Avete fatto caso ad una cosa? I telefonini invecchiano subito. Dopo sei mesi la gente li cambia. Così come i tablet e i pc. La radio no.  Negli anni 80 dicevano che la tv l’avrebbe sconfitta, nei 90 che la radio avrebbe perso con internet  e oggi ci sono le web radio, nei 2000 che pay tv e facebook l’avrebbero distrutta. Le pagine facebook delle radio sono le più seguite, ecco perchè la radio non invecchia”. Suraci è sullo stesso trend, e da buon Patron di radio snocciola i risultati: “É vero, la radio è in continua crescita di ascolti. Uno degli esempi più significativi è proprio RTL, da molti anni la radio più ascoltata d’Italia con un sostanziale vantaggio di due milioni sulla seconda in classifica”.

La discussione non poteva non vertere sull’acquisizione delle tre emittenti del gruppo Finelco da parte di Mediaset, che denotano in alcuni evoluzione, in altri preoccupazione. Guido Monti prospetta la concentrazione delle reti nazionali nelle mani di pochi, più difficoltà nella raccolta pubblicitaria per le locali e un metodo di rilevazione dell’audience ancora più veloce e preciso. Stefano Piccirillo plaude agli editori, che definisce “garanti di un prodotto altissimo e sempre soddisfacente” e auspica che, indipendentemente dalle acquisizioni, ogni radio mantenga la propria identità e formato onde evitare confusioni. Sul tema, Baiguini è comprensibilmente tranchant: “Quello che non vorrei è un monopolio, soprattutto del mercato pubblicitario”. Quest’affermazione dà il là a Suraci per chiarire anche la posizione della sua Società, che da poco ha acquisito Radio Zeta: “Ben vengano fusioni e acquisizioni, sempre che siano compatibili con le leggi in vigore, tant’è che è attesa nei prossimi giorni la decisione dell’Antitrust sulle acquisizioni radiofoniche di RTI. Se tali acquisizioni serviranno a rafforzare il mercato pubblicitario saranno un incentivo per tutto il comparto, se invece serviranno a compensare deficit di altri mezzi come quello televisivo, si profilerebbe una situazione di criticità senza precedenti”.

Nel mentre di una pausa fuori dal locale, la radiovisione è l’argomento pregnante; neanche a scriverlo, è il Direttore di RTL a prendere la palla al balzo, rivendicando come la radio che dirige sia stata la prima ad utilizzarla: “E’ nata come mezzo promozionale per la radio ed è diventata forse uno stile televisivo, ma non è così semplice da fare come potrebbe sembrare”. Radio Kiss Kiss non utilizza la radiovisione, ma il suo speaker di punta non sembra contrario: “L’idea della radiovisione si è rivelata vincente perchè riconduce l’utente più all’amore per la radio piuttosto che per la tv. Vedi persone che fanno radio in tv e non viceversa”. Si discosta da entrambi l’opinione di Guido Monti, che afferma: “Certamente è utile per far conoscere di più la radio, dato che l’indagine attuale premia il ricordo del brand, ma potrebbe anche diventare la fucina sperimentale di nuovi stili tv. La radio ha tra i suoi punti di forza la capacità di stimolare l’immaginazione personale, che è sempre più potente ed emotivamente coinvolgente di ciò che passa attraverso le telecamere”.

Lorenzo Suraci, di corsa per tornare al quartier generale a Cologno Monzese, chiude il suo incontro  tornando sui ricavi pubblicitari, tanto importanti per le emittenti private, e rivendicando il primato: “I ricavi pubblicitari di Rtl sono fortunatamente in costante aumento. Il mercato pubblicitario radiofonico risulta anch’esso in crescita ma, soprattutto in questo momento, è necessario prestare molta attenzione a che questo dato non sia viziato da nuove e strane compensazioni televisive che non sono mai state patrimonio del mercato radiofonico”.

Pensioni, la rivelazione di Renzi Matteo inchiodato da un'anziana

Renzi: 25 aprile con mega gaffe. Così lo smaschera la pensionata



Prima di sistemarsi ai piedi dell'Altare della Patria per l'inizio delle celebrazioni della Festa della Liberazione, il presidente del Consiglio Matteo Renzi (che era con Sergio Mattarella, Pietro Grasso e il vicepresidente della Camera Simone Baldelli) si ferma a parlare con la gente. In particolare, il premier ingaggia uno scherzoso botta e risposta con una signora toscana, a cui chiede con precisione se sia pisana o romana. Lei sottolinea che la figlia, ex precaria della scuola, è stata assunta. "Quindi com'è andata?", le chiede Renzi, e l'interessata: "Bene. Ma mi raccomando, le pensioni minime...". A quel punto lui ribatte, con ironia: "Hai visto la signora, è andata bene l'anno scorso e ora le pensioni minime... Va bene, ma su questo però ancora non prendo un impegno. Buona festa a tutti, buon 25 aprile a tutti".

"Ipocriti", tuona Matteo Salvini sul suo profilo Facebook. "Sfruttando il sacrificio di chi diede la vita per cacciare dall'Italia l'occupante straniero nel nome della Libertà", scrive il leader della Lega: "oggi sono complici e finanziatori di una nuova e violenta occupazione straniera, servi di una Unione Europea che ci sta rubando lavoro, diritti, sicurezza e speranza nel futuro". La vede diversamente Maria Elena Boschi, che su twitter cinguetta: "Buon 25 aprile a chi crede in un'Italia libera e democratica e in un'Europa senza muri e barriere di filo spinato".

Boschi, il ministro mille sorprese: ha un secondo lavoro in Inghilterra

Maria Elena Boschi a sorpresa: secondo lavoro in Inghilterra



"Sappiamo che c'è ancora un sacco di lavoro da fare per colmare i vuoti degli ultimi 20 anni, ma l'Italia ha finalmente riavviato i suoi motori". Maria Elena Boschi sbarca in Inghilterra e lo fa come editorialista. Il ministro delle Riforme ha scritto una "colonna" per il prestigioso quotidiano britannico Independent difendendo, ovviamente, il lavoro fatto dal governo Renzi: "Se ora possiamo affermare che l'Italia ha la sua casa in ordine - ha continuato Boschi nel testo pubblicato questo pomeriggio sul sito Internet del quotidiano londinese - è anche perché, avendo scritto una nuova legge elettorale che assicura stabilità e governabilità, siamo sul punto di riformare le nostre istituzioni". L'editoriale del ministro strizza l'occhiolino ai lettori britannici citando Charles Dickens ("Era il migliore dei tempi, era il peggiore dei tempi, era l'era della saggezza, era l'era della follia") e il segretario generale dell'Onu Dag Hammarskjold (morto in un misterioso incidente aereo nel 1961 nell'allora Rhodesia), che ha scritto come gli italiani vogliano dire "grazie al passato e sì al futuro", ma è anche rivolto ai connazionali che abitano nel Regno Unito e a quelli in patria che leggono la stampa internazionale. 

"Questa è per l'Italia un'epoca di grandi cambiamenti e il primo cambiamento si è avuto il 12 aprile, con un emendamento alla Costituzione italiana che semplifica il modo in cui il governo lavoro, una riforma che ha finalmente visto la luce dopo 30 anni di tentativi senza risultati". La Boschi cita la riduzione dei senatori e delle funzioni del Senato, la riforma del voto di fiducia e la semplificazione del procedimento legislativo. "Ora abbiamo una più chiara divisione dei poteri e delle responsabilità fra il governo centrale e le regioni", ha aggiunto il ministro che poche settimane fa era proprio a Londra in visita ufficiale. E le riforme dell'esecutivo "in vari campi" "stanno ora cominciando a dare frutti. La nostra economia sta crescendo e la posizione italiana in Europa sta passando da quella di fonte di problemi a quella di chi fornisce risposte. L'Italia ha riguadagnato credibilità nell'affrontare due delle più grandi sfide che dobbiamo fronteggiare, insieme a quella del terrorismo intenazionale: il dilemma della crescita economica e il bisogno di fornire una soluzione di lungo termine al problema dell'immigrazione". Infine, il referendum di ottobre. "I nostri obiettivi sono quelli di stabilire una democrazia capace di prendere decisioni. E la parola finale sarà dei cittadini. Al referendum del prossimo ottobre ognuno di noi sarà chiamato a decidere che tipo di futuro vogliamo per il nostro Paese dicendo sì o no alle riforme costituzionali".

OCCHIO ALLA BANCA... Se rispondi al tuo telefono regali dei soldi al Pd di Renzi

Hai questa banca? Occhio al telefono. Così farai campagna elettorale al Pd


di Franco Bechis
@FrancoBechis


Il signor A. V. è uno stimato professionista di Benevento. Da anni per il suo lavoro e i suoi risparmi ha aperto un conto in una delle due filiali del Monte dei Paschi di Siena nella cittadina campana. Siccome A. V. ci sa fare con le nuove tecnologie, ha attivato una serie di servizi bancari un pizzico più tecnologici. Può muovere il conto on line, dare disposizioni al telefono e soprattutto ha scelto di attivare il servizio di messaggistica per avere le notifiche di qualsiasi operazione bancaria venga fatta. Stessa cosa per Bancomat e carta di credito appoggiati sul conto Mps.

È un modo per stare più tranquilli: se per caso la transazione non fosse riconosciuta, in pochi secondi è in grado di bloccarla. Può capitare spesso: una carta di credito o un bancomat clonati in un esercizio o durante gli acquisti on line, e anche le password per accedere al conto on line talvolta diventano preda di qualche hacker. Per questo il signor A.V.segue con particolare attenzione ogni messaggio che arriva sul telefonino dalla sua banca. Gli comunicano il bonifico andato a buon fine, la ricarica telefonica effettuata. Talvolta, poiché ha dato il consenso come eccezione alla privacy, arriva qualche messaggio commerciale su prodotti o contratti offerti dall' istituto senese.

Come la proposta di un abbonamento a Fastweb per avere Internet ultraveloce a un prezzo speciale per i correntisti Mps. Ma l' altro giorno l' sms mandato dalla sua banca di fiducia l' ha fatto proprio sobbalzare. Passata la paura per un' operazione bancaria che sapeva di non avere fatto, sulle prime il signor A. V. ha pensato a una nuova proposta commerciale. Poi ha letto e grande è stata la sorpresa. «Sabato 30 aprile», esordiva il messaggio inviato da Mps, «ore 11, c/o Teatro Massimo Benevento, manifestazione elettorale con il ministro Maria Elena Boschi a sostegno di Raffaele Del Vecchio. Non mancare». Nella vita aveva visto di tutto, e sulla sua banca di fiducia certo aveva sentito talvolta battute.

C' era chi la chiamava la «Banca rossa», e non è un mistero che fosse nata e dominata da territori in cui il Pci, poi Pds, Ds e infine Pd l' aveva sempre fatta da padrone. Un po' era leggenda, un po' verità. Quando per la prima volta il capitale del Monte dei Paschi di Siena fu aperto ad azionisti privati di un certo peso, i primi a dare un' occhiata a quel che avveniva dentro quel corpaccione restarono assai stupiti: c' erano due banche all' interno, parallele. Una tradizionale, e al suo fianco una squisitamente politica. Ogni posizione dirigenziale era praticamente raddoppiata, con un dirigente di mercato che si affiancava a uno politico. Poi però è passata un po' di acqua sotto i ponti di Siena, e quel groviglio ha dovuto fare i conti con i clamorosi pasticci combinati lì dentro da quel management tutto particolare. La banca politica fu costretta a più di un passo indietro, travolta dalle inchieste giudiziarie e dai buchi di bilancio. Mps è stata la sola banca davvero salvata dallo Stato italiano negli anni della crisi. Furono inventati dei bond speciali per aiutarla, e alla fine dal 2015 lo Stato italiano ne è diventato azionista al 4,5%. In quel periodo fra i primi a tuonare contro la politicizzazione di Mps fu l' astro nascente alla conquista del Pd, Matteo Renzi. E si capisce bene perché: l' influenza politica su quell' istituto di credito era sì del Pd, ma di quello che combatteva il sindaco di Firenze: il punto di riferimento era infatti Massimo D' Alema. Deve essere accaduto che una volta convertito il Pd anche Mps si sia adeguato.

Restando legata a doppio filo alla politica, ma convertendosi al renzismo. Da lì deve essere derivato quell' ingresso così rumoroso nella messaggistica dei clienti di Benevento per fare propaganda alla Boschi e lanciare il suo pupillo Pd che si candida sindaco della città (di cui è già vicesindaco) il prossimo 5 giugno. Poi- certo- è possibile che l' istituto senese abbia affidato a un call center esterno quella messaggistica, e che quindi la sponsorship politica derivi da lì. Ma per i clienti quella è Mps, e lo choc è stato grande.