Un'altra bomba sul Pd di Renzi: il super-big indagato per camorra / Foto
Un'altro disastro in casa Pd: secondo quanto si è appreso, sarebbe indagato il presidente del Pd in Campania e consigliere regionale, Stefano Graziano. Il politico di spicco sarebbe finito nel mirino nell'ambito dell'inchiesta della Dda di Napoli, coordinata dal procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli, che ha portato all'esecuzione di nove ordinanze di custodia cautelare: i carabinieri hanno disposto perquisizioni a Roma e Teverola, provincia di Caserta; tra i luoghi setacciati la casa di Stefano Graziano. Nell'indagine è coinvolgo anche l'ex sindaco di Santa Maria Capua Vetere, Biagio Di Muro.
Secondo le prime notizie, l'ipotesi di reato formulata nel decreto di perquisizione nei confronti di Graziano è quella di concorso esterno in associazione camorristica. Al vaglio degli inquirenti, tra l'altro, ci sarebbe il presunto appoggio alla sua elezione da parte dell'imprenditore della ristorazione Alessandro Zagaria, finito in manette oggi nell'ambito della medesima inchiesta. Insieme a Di Muro, finito in cella, i carabinieri e i finanzieri hanno arrestato anche Roberto Di Tommaso, funzionario del Comune casertano, per il quale il gip di Napoli ha disposto i domiciliari.
Nel dettaglio, l'inchiesta riguarda l’appalto per i lavori di consolidamento di Palazzo Teti, immobile situato in via Roberto D’Angiò confiscato al padre dello stesso primo cittadino, Di Muro. La gara, che negli anni ha subito vari rallentamenti, secondo l’ipotesi accusatoria della Dda di Napoli, sarebbe stata vinta da un raggruppamento di imprese ritenuto vicino al clan guidato da Michele Zagaria. Già nel luglio 2015 l’ex sindaco, in carica fino a pochi mesi fa, fu oggetto di una perquisizione. Nell'inchiesta, secondo le indiscrezioni, la figura chiave sarebbe proprio Alessandro Zagari: l'imprenditore è ritenuto l'anello di congiunzione tra l'amministrazione e il clan guidato dal boss dei casalesi, soltanto omonimo, Michele Zagaria.
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