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martedì 26 aprile 2016

Parlano quattro big della radio italiana: che cosa vediamo nel nostro futuro

Parlano quattro grandi della radio italiana: che cosa c'è nel nostro futuro



I dati audiradio parlano chiaro: la radio è in continua crescita, sia per quanto concerne gli ascoltatori che per la raccolta pubblicitaria. Senza andare nel dettaglio tecnico, facciamoci spiegare i perché di questo trend e le future mosse del comparto da chi radio la fa o la dirige: Angelo Baiguini (Dir. RTL102.5), Guido Monti (Speaker e manager), Stefano Piccirillo (speaker Radio Kiss Kiss) e Lorenzo Suraci (Pres. RTL102.5).

Ci troviamo in un ristornante di Milano e il clima è indescrivibilmente festoso. Il primo che si sbilancia sulla situazione attuale della radio in Italia è Baiguini: “La radio si mantiene giovane perché è un mezzo snello che si adatta velocemente alla nuova tecnologia, di conseguenza di facile fruizione per più tipologie di pubblico, anche da ciò deriva la crescita degli ascolti”. Dello stesso pensiero è Monti, che rincara la dose: “C’è sicuramente molta vitalità e fermento sia dal punto di vista editoriale, sia per ciò che riguarda la raccolta pubblicitaria. La radio crea con i suoi ascoltatori una relazione diretta, fortemente emotiva. É stata la colonna sonora della nostra vita da quando siamo nati, eppure noi invecchiamo, lei no, anzi la trovo molto più tonica della tv che è spesso stucchevole e improponibile”. Il partenopeo Piccirillo rimarca sulle nuove tecnologie e fa un excursus: “Avete fatto caso ad una cosa? I telefonini invecchiano subito. Dopo sei mesi la gente li cambia. Così come i tablet e i pc. La radio no.  Negli anni 80 dicevano che la tv l’avrebbe sconfitta, nei 90 che la radio avrebbe perso con internet  e oggi ci sono le web radio, nei 2000 che pay tv e facebook l’avrebbero distrutta. Le pagine facebook delle radio sono le più seguite, ecco perchè la radio non invecchia”. Suraci è sullo stesso trend, e da buon Patron di radio snocciola i risultati: “É vero, la radio è in continua crescita di ascolti. Uno degli esempi più significativi è proprio RTL, da molti anni la radio più ascoltata d’Italia con un sostanziale vantaggio di due milioni sulla seconda in classifica”.

La discussione non poteva non vertere sull’acquisizione delle tre emittenti del gruppo Finelco da parte di Mediaset, che denotano in alcuni evoluzione, in altri preoccupazione. Guido Monti prospetta la concentrazione delle reti nazionali nelle mani di pochi, più difficoltà nella raccolta pubblicitaria per le locali e un metodo di rilevazione dell’audience ancora più veloce e preciso. Stefano Piccirillo plaude agli editori, che definisce “garanti di un prodotto altissimo e sempre soddisfacente” e auspica che, indipendentemente dalle acquisizioni, ogni radio mantenga la propria identità e formato onde evitare confusioni. Sul tema, Baiguini è comprensibilmente tranchant: “Quello che non vorrei è un monopolio, soprattutto del mercato pubblicitario”. Quest’affermazione dà il là a Suraci per chiarire anche la posizione della sua Società, che da poco ha acquisito Radio Zeta: “Ben vengano fusioni e acquisizioni, sempre che siano compatibili con le leggi in vigore, tant’è che è attesa nei prossimi giorni la decisione dell’Antitrust sulle acquisizioni radiofoniche di RTI. Se tali acquisizioni serviranno a rafforzare il mercato pubblicitario saranno un incentivo per tutto il comparto, se invece serviranno a compensare deficit di altri mezzi come quello televisivo, si profilerebbe una situazione di criticità senza precedenti”.

Nel mentre di una pausa fuori dal locale, la radiovisione è l’argomento pregnante; neanche a scriverlo, è il Direttore di RTL a prendere la palla al balzo, rivendicando come la radio che dirige sia stata la prima ad utilizzarla: “E’ nata come mezzo promozionale per la radio ed è diventata forse uno stile televisivo, ma non è così semplice da fare come potrebbe sembrare”. Radio Kiss Kiss non utilizza la radiovisione, ma il suo speaker di punta non sembra contrario: “L’idea della radiovisione si è rivelata vincente perchè riconduce l’utente più all’amore per la radio piuttosto che per la tv. Vedi persone che fanno radio in tv e non viceversa”. Si discosta da entrambi l’opinione di Guido Monti, che afferma: “Certamente è utile per far conoscere di più la radio, dato che l’indagine attuale premia il ricordo del brand, ma potrebbe anche diventare la fucina sperimentale di nuovi stili tv. La radio ha tra i suoi punti di forza la capacità di stimolare l’immaginazione personale, che è sempre più potente ed emotivamente coinvolgente di ciò che passa attraverso le telecamere”.

Lorenzo Suraci, di corsa per tornare al quartier generale a Cologno Monzese, chiude il suo incontro  tornando sui ricavi pubblicitari, tanto importanti per le emittenti private, e rivendicando il primato: “I ricavi pubblicitari di Rtl sono fortunatamente in costante aumento. Il mercato pubblicitario radiofonico risulta anch’esso in crescita ma, soprattutto in questo momento, è necessario prestare molta attenzione a che questo dato non sia viziato da nuove e strane compensazioni televisive che non sono mai state patrimonio del mercato radiofonico”.

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