L'agguato rosso in piazza contro Toti. Fischi e insulti: ecco cosa ha detto
Già da quando il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, ha preso la parola sul palco di Genova per i festeggiamenti del 25 aprile, la piazza di democraticissimi con bandiera rossa al seguito ha cominciato a borbottare. Poco importa se l'ex giornalista Mediaset sia un rappresentante delle istituzioni (quindi qualcuno lo avrà pur votato per essere lì), viene dalla parte sbagliata e per questo merita tutta la disapprovazione preventiva di piazza Matteotti. Ma la situazione è degenerata quando Toti, sul palco con la presidenta della Camera Laura Boldrini, ha toccato le corde più sgradite ad ex partigiani e loro eredi: ha citato il caso dei due marò, accusati dal 15 febbraio 2012 della morte di due pescatori indiani e vittime di un'infinita odissea giudiziaria. Così contro Toti sono partiti fischi e contestazioni. La razione del presidente è amara: "Una cristallina espressione di democrazia, magari non di educazione - ha detto Toti - Diciamo che rappresentano bene le idee. In manifestazioni come queste scivola sempre un pò la frizione. Quando la sinistra che mette la giacca delle istituzioni saprà riconoscere che non ci sono politici e politicanti, ma che le idee quando hanno il voto dei cittadini, hanno tutte una legittimità, allora saremo una grande democrazia e un grande Stato come altre realtà. In quanto ai fischi, ci stanno tutti. Quando si fischiano invece due marò, che sono i figli e i nipoti di quei ragazzi che dopo l’8 settembre hanno garantito la possibilità di essere in piazza oggi, ci si resta male".
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