La Giannini condannata, l'ultimo disastro del ministro: cosa ha fatto, quanto paga
di C.MA.
Ora la sentenza è arrivata ed è una sentenza di condanna. Il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini dovrà pagare 9.187 euro all’Università per stranieri di Perugia per il danno arrecato, quando era rettore dell’ateneo, con una delibera che risale al giugno 2008. Circa 50 mila euro complessivi dovranno versare a vario titolo altri undici tra responsabili amministrativi e consiglieri di amministrazione. Lo ha deciso la Corte dei conti dell’Umbria. Una sentenza contro la quale i condannati, compresa la stessa Giannini, proporranno appello.
Al centro del procedimento c’è appunto la delibera con la quale l’Università aveva approvato lo schema di contratto per prendere in affitto alcuni locali da destinare alla realizzazione di un centro ricreativo per gli studenti. Struttura che però non venne realizzata. Secondo la procura contabile (che aveva quantificato in circa 340 mila euro il danno complessivo) la delibera era espressione di una scelta definita chiaramente «incongrua e antieconomica» per un immobile «che sarebbe stato utilizzato solo in minima parte per esigenze istituzionali». Insomma, uno spreco per via di un mancato utilizzo. Per inciso, a questa vicenda si collegherebbe anche una gestione poco attenta anche di altri locali, presi in affitto e poi subaffittati a studenti che non hanno mai pagato.
I vertici dell’Università perugina (tra cui l’attuale rettore Giovanni Paciullo, all’epoca nel consiglio d’amministrazione) hanno sempre sostenuto la correttezza del proprio operato. Al termine del giudizio la Corte dei conti pur «nel rispetto del merito della scelta dell’Università per Stranieri di locare l’immobile» ha ritenuto che questa esprima «un grado di attenzione, avvedutezza, prudenza e massimizzazione valutativa degli interessi pubblici perseguiti non adeguato all'importanza degli interessi stessi». Da questa valutazione è scaturita la decisione di condannare i convenuti in giudizio a somme che vanno dai 3 mila e 900 euro dei componenti del consiglio d'amministrazione ai poco più di 9 mila euro dell’ex rettore, ossia la Giannini.
Il legale del ministro, l’avvocato Luigi Medugno, esprime «moderata soddisfazione perchè la sentenza già recepisce molti argomenti della difesa». E continua a sostenere «l’assoluta correttezza dell’operato» della sua assistita. «Siamo certi che non ci siano comportamenti da sanzionare e per questo faremo appello contro la decisione che comunque già ridimensiona molto il danno contestato», ha aggiunto l’avvocato, il quale poi ha dichiarato che la Giannini, rispetto alla vicenda, «è serenissima». La contestazione «si riferisce solo all’approvazione della delibera e non ai fatti successivi», ha sottolineato a sua volta l’avvocato Mario Rampini, legale di molte delle persone coinvolte.
Anche il rettore Paciullo dichiara che continua «a ritenere che l’unanime decisione assunta dal consiglio d'amministrazione fu dettata dalla necessità ed urgenza di destinare agli studenti spazi in un immobile, per la restante parte, già di proprietà dell’Università per Stranieri». La conseguente delibera «con cui venne deciso di affittare i locali era pienamente legittima».