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domenica 20 marzo 2016

Belpietro: l'offensiva anti-Cav di Salvini? Una conseguenza non prevista...

Belpietro: la profezia sul Cav cosa farà grazie a Salvini


di Maurizio Belpietro



Per descrivere ciò che sta accadendo nel mondo del centrodestra, ieri la maggior parte dei giornali usava termini come parricidio, suicidio e sfascio. Parole già usate nei giorni scorsi da Libero per raccontare il caos di Roma. Sul nostro giornale, infatti, ci eravamo presi la briga di anticipare ciò che stava accadendo, spiegando che la guerra in corso avrebbe avuto come epilogo finale non la vittoria del centrodestra, ma la sua sconfitta. E allo stesso tempo l' insuccesso era messo nel conto pur di raggiungere l' obiettivo, ovvero la fine della lunga leadership di Silvio Berlusconi nell' area moderata.  Il tira e molla su Guido Bertolaso, prima scelto, poi rifiutato, poi di nuovo designato e infine scartato, non si comprende se non si fa lo sforzo di capire che l' elezione del sindaco di Roma non c' entra nulla. La posta in gioco, in questo caso, non è chi si insedierà in Campidoglio nei prossimi mesi, ma chi in futuro guiderà la coalizione di centrodestra. Bertolaso è il mezzo, non il fine. Matteo Salvini e Giorgia Meloni lo usano, ma il fine resta Silvio Berlusconi. Non è l' ex capo della Protezione civile ad essere nel mirino, ma l' ex presidente del Consiglio. Salvini e Meloni si vogliono liberare di lui, della sua presenza, della sua influenza sul centrodestra, per prepararsi alla sfida elettorale del 2018.

Ciò a cui assistiamo dunque è una fase di transizione: nel centrodestra c' è chi si scalda i muscoli in attesa di prendere il posto del Cavaliere nella sfida contro Matteo Renzi, quando si voterà per il rinnovo del Parlamento. Naturalmente si può comprendere che i due giovani che guidano Lega e Fratelli d' Italia vogliano farsi largo e lo facciano anche a scapito del precedente leader. Il parricidio, in politica ma non solo, sta nelle cose e non c' è di che scandalizzarsi. Se si vuole, perfino la sconfitta nella Capitale può stare nelle cose. Si accetta oggi l' insuccesso per preparare la vittoria di domani. Fin qui insomma, tutto normale. Può dispiacere a Berlusconi e forse anche ai suoi fan, ma da che mondo è mondo esistono le stagioni ed esiste pure il cambio di stagione. Ciò detto, in quello che reputiamo un fenomeno naturale e perfino un processo psicologico conosciuto come l' uccisione del padre, c' è un piccolo problema che rischia di sconvolgere ogni cosa. La guerra nel centrodestra per la futura leadership, ossia per trovare il candidato che un domani dovrà confrontarsi con Matteo Renzi, potrebbe funzionare se noi ci trovassimo in Gran Bretagna o negli Stati Uniti. Cioè se avessimo due blocchi omogenei contrapposti, ognuno dei quali esprime un proprio leader. Ma noi non abbiamo queste condizioni.

Noi ci troviamo a fare i conti con tre blocchi: uno di centrosinistra, un altro di centrodestra e infine un terzo che dichiara di essere antisistema. Nel primo blocco ci sono tensioni e c' è chi minaccia una scissione a sinistra. Nel secondo blocco le scissioni si susseguono una dietro l' altra dal 2012 (prima Ncd, poi Fitto, quindi Verdini e ora un' altra è sulla rampa di lancio), mentre nel terzo si registra una lenta emorragia. Con questo scenario, se domani Lega e Fratelli d' Italia facessero da soli non otterrebbero di costringere Forza Italia a seguirli, ma accelererebbero solo un processo di disgregazione del centrodestra che porterebbe il partito di Silvio Berlusconi fuori dal blocco di opposizione.

Per essere chiari, significa che Salvini e la Meloni stanno facendo un piacere al Renzi che dicono di volere combattere. Poniamo infatti che Berlusconi esca suonato dal voto di Roma, cioè più che marginalizzato. Che gli resterebbe da fare? Di unirsi al blocco di centro che, uscito da Forza Italia, oggi sostiene il governo. Così noi avremmo un blocco antisistema costituito dai Cinque Stelle, un centrodestra dimagrito costituito da Lega e Fratelli d' Italia, un grande schieramento di Centro-Centrosinistra e, probabilmente, un raggruppamento di sinistra.  Paradossalmente, Salvini e la Meloni, rompendo con Berlusconi, stanno predisponendo le condizioni per un nuovo patto del Nazareno. Che per il presidente del Consiglio sarebbe ovviamente manna dal cielo.

Con i voti portati in dote da ciò che resta del centrodestra, Renzi potrebbe liberarsi definitivamente delle sue frange estreme, mandando Massimo D' Alema e i pochi seguaci che gli restano a quel Paese. La mossa di Lega e Fratelli d' Italia per avere la leadership del centrodestra e dare una svolta lepenista all' area moderata per Renzi non potrebbe essere migliore. Lui rimarrebbe arbitro della situazione, senza più la zavorra sinistra e con delle opposizioni di molto dimagrite. Uno scenario più favorevole per rimanere al centro della scena non si poteva immaginare.

Ministri, chi è ricco e chi è povero: ecco i loro redditi (sorpresa Boschi...)

Stipendi degli onorevoli: Galletti è il ministro più ricco, la Boschi è la più povera



È Maria Elena Boschi il ministro del governo Renzi che guadagna di meno: 96.568 euro nella dichiarazione 2015 relativa all' anno fiscale 2014. Il più «ricco», invece, tra i ministri è il titolare dell' Ambiente Gian Luca Galletti: 126.119 euro. I redditi dell' esecutivo, a partire da quello del premier Matteo Renzi (imponibile di 107.960 euro) sono rimasti sostanzialmente gli stessi nell' ultimo anno. Tra i più facoltosi e sopra la soglia dei 100mila euro, Giuliano Poletti (122.886 euro).

Da Brunetta a Bersani - Il capogruppo di Forza Italia alla Camera Renato Brunetta con 226mila 248 euro è il deputato più «ricco». Al secondo posto l' esponente di Scelta Civica, Giovanni Monchiero, con 203mila 35 euro. Al Senato il più ricco è invece Karl Zeller del gruppo delle Autonomie che dichiara 450mila 044 euro. Parecchio a distanza gli altri leader politici. Sfiora i 150 mila euro l' ex segretario Pd, Pier Luigi Bersani, (147mila 443 euro), mentre Angelino Alfano, ministro dell' Interno e segretario di Ncd, dichiara 116mila 276 euro. Sfiora invece i 100 mila euro (99mila 444 euro) Giorgia Meloni leader di Fratelli d' Italia, e pressoché gli stessi redditi dichiara anche Denis Verdini, leader di Ala, che denuncia 99mila 783 euro. Sugli stessi livelli anche il capogruppo della Lega alla Camera Massimiliano Fedriga con 98mila 471 euro.

I grillini - Stessa cifra per Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera del Movimento Cinque Stelle e dall' altro esponente grillino Alessandro Di Battista. È invece l' ex premier e commissario europeo alla concorrenza, Mario Monti, il più ricco tra i senatori a vita con un reddito imponibile di 694.513 euro. Reddito che è più che triplicato rispetto ai 207.325 euro dichiarati nel 2014. Dietro Monti, si piazza l' ex capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi con 687.042 euro.

Nazionale, Conte ne chiama 28: chi sono i big esclusi (e un rientro storico)

Nazionale, Conte ne chiama 28: chi sono i big esclusi (e un rientro storico)



Dopo la lunga pausa invernale, la Nazionale Italiana torna in campo a meno di tre mesi dall’inizio di Francia 2016. Due sono le novità tra i 28 calciatori convocati dal Commissario tecnico Antonio Conte per le amichevoli contro Spagna e Germania: prima chiamata per il centrocampista del Napoli Jorginho, brasiliano naturalizzato italiano classe 1991, e per Federico Bernardeschi attaccante della Fiorentina. Rientra nel gruppo Thiago Motta, assente dal Mondiale 2014 in Brasile. Gli azzurri affronteranno giovedì 24 marzo allo «Stadio Friuli» di Udine (ore 20.45) i Campioni d’Europa in carica della Spagna, e martedì 29 marzo, all’ «Allianz Arena» di Monaco di Baviera (ore 20.45), la Germania Campione del Mondo. Il raduno è previsto domani (entro le ore 24.00) presso il Centro tecnico federale di Coverciano. Lunedì inizierà la preparazione: primo allenamento al mattino a porte chiuse, seconda seduta il pomeriggio (aperta alla stampa i primi 15’). L’Italia rimarrà a Coverciano fino a mercoledì, giorno della partenza per Udine, dove la Nazionale ha già disputato sei incontri collezionando 5 successi e un pareggio. Questo l’elenco dei convocati: Portieri: Gianluigi Buffon (Juventus), Mattia Perin (Genoa), Salvatore Sirigu (Paris Saint Germain).Difensori: Francesco Acerbi (Sassuolo), Luca Antonelli (Milan), Davide Astori (Fiorentina), Andrea Barzagli (Juventus), Leonardo Bonucci (Juventus), Matteo Darmian (Manchester United), Lorenzo De Silvestri (Sampdoria), Andrea Ranocchia (Sampdoria).Centrocampisti: Alessandro Florenzi (Roma), Emanuele Giaccherini (Bologna), Jorginho (Napoli), Riccardo Montolivo (Milan), Thiago Motta (Paris Saint Germain), Marco Parolo (Lazio), Roberto Soriano (Sampdoria), Marco Verratti (Paris Saint Germain).Attaccanti: Federico Bernardeschi (Fiorentina), Giacomo Bonaventura (Milan), Antonio Candreva (Lazio), Eder (Inter), Stephan El Shaarawy (Roma), Ciro Immobile (Torino), Lorenzo Insigne (Napoli), Graziano Pellè (Southampton), Simone Zaza (Juventus).

Letta, che pugnalate (e che gufate) "Bravo Renzi, mi ricordo quando Berlusconi..."

Enrico Letta, le pugnalate (e le gufate) a Renzi su Pd, Verdini e Berlusconi



"Guardo da lontano, con preoccupazione e partecipazione emotiva a questa crisi di valori, di comportamenti e di prospettive". L'ex premier Enrico Letta commenta con queste parole i sussulti che continuano a scuotere il Pd. "Spero prevalga la voglia di ognuno di salvare l'Ulivo e il Partito democratico - dice in un'intervista al Corriere della Sera - che sono la più grande novità positiva della politica italiana degli ultimi venti anni". "Il rischio di una crisi insanabile - aggiunge rispondendo a una domanda sulla possibilità di una scissione - dovrebbe portare tutti a essere più responsabili, a partire da chi ha l'onore della guida e che ha dunque una responsabilità in più". Quanto a Matteo Renzi, dal segretario Pd "mi aspetto che chi guida si assuma l'onere della inclusione e non l'onere del cacciare un pezzo di Pd". C'è poi il capitolo Denis Verdini con il sostegno di Ala al governo. Letta non si sente chiamato in causa, nel raffronto con il governo di larghe intese varato con l'appoggio di Forza Italia. "Trovo molto scorretto questo paragone. Non si può paragonare un governo di eccezione, nato perché non c'erano altre maggioranza possibili, con un governo di scelta come quello che Renzi rivendica sempre di essere". Come voterà al referendum di ottobre? "Quando tutti i dati saranno chiari, dirò come la penso. Ma non mi sento di criticare Renzi per aver deciso di investire su questo tema. Lo stesso fece Silvio Berlusconi sul referendum del 2006, anche se poi lo perse".

Parte la clamorosa accusa alle toghe: i conti segretissimi dei giudici

I conti segretissimi delle toghe: cosa ci nascondono



Il Csm non vuol far conoscere i suoi conti segreti. Da mesi la Corte dei Conti del Lazio gli chiede il rendiconto delle spese dal 2010 in poi. Ma ogni volta la risposta è sempre la stessa: no. La motivazione?  L’obbligo di far conoscere i conti non riguarda gli organi di rilevanza costituzionale. Ma la questione si è complicata in quanto lo scorso 21 febbraio – come ha riferito Il Tempo il presidente Ivan De Musso ha dato 120 giorni di tempo al Csm per presentare il rendiconto ma palazzo dei Marescialli ha deciso di investire della questione la Corte Costituzionale.  La Corte dei Conti ha definito un “peccato di superbia, mosso dall’insofferenza istituzionale di essere sottoposto al controllo di un altro organo dello Stato di cui non riconosce l’autorità” ha detto il presidente De Musso.  Sulla vicenda interverrà la Consulta.

Stipendi faraonici - L’ultimo rendiconto del Csm risale al 2013 e quantifica in 35 milioni la dotazione annuale fornita dal ministero dell’economia per le spese di funzionamento e gli emolumenti dei componenti del Consigli. I consiglieri togati e quelli laici godono di stipendi da favola e fringe benefit (come auto blu, treni, aerei e alberghi pagati, più 220 euro di diaria). Il Tempo fa notare inoltre che a palazzo dei Marescialli si lavora tre settimane al mese, per un massimo di 15 giorni, dal lunedì al giovedì, Ma stranamente nel bilancio c’erano la bellezza di 630mila euro per straordinari. Perché adesso il magistrati del Csm non vogliono farci conoscere i loro conti?

Custode nei guai: "Non ha detto la verità" Bossetti ora spera: la svolta al processo

"Avevo paura che mi davate la colpa". Terremoto per Bossetti: parla il custode



Un nuovo colpo di scena irrompe nel processo a Massimo Bossetti, accusato dell'omicidio di Yara Gambirasio. Il presidente della Corte d'assise di Bergamo ha deciso di sospendere la deposizione in aula del custode della palestra, Walter Brembilla, proprio quel luogo da cui sparì la giovane ginnasta bergamasca. Secondo il magistrato era venuta meno "qualsiasi genuinità dele prove". Una decisione necessaria considerando il tenore delle domande che gli avvocati della difesa di Bossetti avevano cominciato a fare a Brembilla, cioè come fosse un imputato più che un testimone.

I dubbi - Il custode ha depositato diverse testimonianze agli inquirenti, mettendo insieme una serie di versioni contrastanti. A cominciare dalla sua presenza in casa, accanto alla palestra, nel lasso di tempo in cui Yara è sparita. L'uomo ha spiegato che si è contraddetto per: "paura che mi davate la colpa perché ero il custode. Ero sotto pressione, sono stato in Questura un casino di volte. Ho avuto paura che se dicevo che ero sceso in casa alle 18.30 - ha detto incalzato dai legali - avrebbero sospettato di me. non avevo niente da nascondere, non mi ha minacciato nessuno". La corte ha sintetizzato la sua posizione, Brembilla ha confermato aggiungendo: "Se non fossi stato in grado di dare risposte molto precise sugli orari, avrebbero sospetato di me. ma io non ho visto niente".

I movimenti - In aula Brembilla ha spiegato che quel pomeriggio era andato alla stazione di Ponte San Pietro per prendere un ragazzo. È poi rientrato in palestra intorno alle 17.10, prima di riaccompagnarlo a fine allenamento in stazione verso le 18.40. Nel mezzo di quei due viaggi, il custode dice di aver ricevuto due telefonate.

Sospettato - Per uno degli avvocati difensori di Bossetti, Paolo Camporini, il custode della palestra ha avuto finora un atteggiamento di "omertà e reticenza". Parole dette ai giornalisti e ribadite in aula: "Vi sono reati commessi in aula - ha chiarito l'avvocato - appunto omertà e reticenza". I sospetti dei legali di Bossetti puntano il dito proprio sulla paura del custode: "È una persona che sicuramente sa qualcosa, non vuole e non ha voluto dirlo. Strano che avesse paura, perché allora la ragazza non era ancora stata ritrovata".

sabato 19 marzo 2016

Come nel peggiore degli incubi: ecco quanto avrai di pensione

Come nel peggiore degli incubi: quanto avrai di pensione



attivi. Il grande piano di comunicazione per informare gli italiani su quanto prenderanno di pensioni (forse) partirà il 7 aprile. Sono decenni che si valuta quanto potrebbe essere impattante (politicamente) informare gli italiani sul futuro previdenziale. Prima, con il sistema retributivo, non era una gran sorpresa. Questione di poche migliaia di lire. Ma ora con la riforma Dini prima (e con la Fornero per chi ci andrà tra qualche lustro), il calcolo è assai più complicato. Dipende dai versamenti, dagli anni di anzianità, dalle aspettative di vita, dall' andamento del Pil, dall' inflazione e da molte altre variabili che possono far oscillare (e di molto) l' assegno.

L' operazione Busta Arancione costerà in tutto circa 3,5 milioni l' anno (il Parlamento a dicembre aveva fatto saltare i fondi, ma Boeri testardo li ha fatti saltare fuori risparmiando altrove e coinvolgendo anche l' Agenzia per la digitalizzazione che ci metterà 5 milioni tra 2016 e 2017). Francobolli e fogli stampati (4 pagine a testa), sono un impegno notevole. Come quello di inserire nelle buste paga di un milione e mezzo di statali le proiezioni future.

Problemi tecnici e gestionali a parte gli italiani (dotandosi di un Pin o chiedendo appuntamento ad uno sportello Inps), potranno sapere con ragionevole certezza quanto gli spetterà. Ha spiegato ieri Boeri: «Molti contribuenti non riescono ad immaginare quanto sarà la propria pensione, perché si costruisce con i primi anni di contributi, non con gli ultimi, come succedeva un tempo. Qualcuno può scoprire che avrà la pensione più bassa, altri che sarà più alta: con delle variabili che possono essere cambiate e valutate. In genere, al termine della simulazione online, una maggioranza ha scoperto di averla più bassa: presumibilmente il 60%. Ma quasi il 95% dei rispondenti era felice di avere questa risposta. Per molti anni i governi», ha ammesso il presidente dell' Inps, «non hanno voluto darla questa informazione, e credo che l' incertezza faccia male all' economia, molto più che la consapevolezza».

Di certo le simulazioni di precari, lavoratori atipici e cococo lasciano ben poco alla consapevolezza e tanto spazio allo sconforto. Ieri il Corriere della Sera si è lanciato in simulazioni e proiezioni. Ed è saltato fuori quello che i politici temono di più: la generazione mille euro - fra 30 o 40 anni - non avrà di che mangiare (se non alla caritas). Un ragazzo di 25 anni, con un contratto precario da 600 euro al mese, potrebbe andare in pensione (a legislazione vigente) a 63 anni (minimo di 20 anni di contribuzione).

Peccato che i contributi su 600 euro (circa il 30%) costituiscano una ben misera rendita. O il precario si trova rapidamente un lavoro meglio pagato (i primi anni di contribuzione sono fondamentali, ripete Boeri come un mantra), oppure, calcolatrice Inps alla mano, partendo dai 600 euro mensili che guadagna adesso, l' assegno Inps che maturerà sarà molto modesto. Stando alla simulazione del CorSera «potrà percepire, a 67 anni una rendita grosso modo pari a 300 euro». Una paghetta da figlio di papà, peccato che mamma e papà presumibilmente non ci saranno più fra 40 anni per compensare gli ammanchi (come fa oggi il welfare familiare). Non è un mistero che i contributi versati oggi dai precari servano a pagare parte delle pensioni dei fortunati pensionati andati in pensione con il sistema retributivo.

Non se la passeranno meglio neppure coloro che un posto di lavoro meglio retribuito (o meno sfruttato) lo hanno. La crisi economica globale (dal 2008 a quando finirà), ha eroso non solo il portafogli ma anche il "castelletto previdenziale". I rendimenti sono stati modesti o negativi. E oltre un lustro di andamento negativo peserà sugli assegni futuri.

Certo allungare il numero di anni lavorati - come dimostrano le simulazioni che abbiamo realizzato - serve a rimpinguare l' assegno. Non si raggiunge più (o molto difficilmente) l' ultima retribuzione lavorativa, però ci si avvicina parecchio. Certo restare al lavoro più tempo possibile "blinda" il posto di lavoro - e quindi i giovani resteranno precari a vita - sempre che non si venga derubricati ad esubero...

Gli ultimi sondaggi città per città La mappa di chi vince e chi perde

Gli ultimi sondaggi sulle comunali Chi vince a Milano, Roma e Napoli



A Milano vince Giuseppe Sala con il 38%, a Roma la grillina Virginia Raggi con il 25%, a Napoli si conferma Luigi De Magistris con il 30%. Sono queste i risultati degli ultimi sondaggi commissionati da Porta a porta a Ipr e Tecnè in vista delle comunali della prossima primavera. Per Milano entrambi gli istituti vedono il candidato del centrosinistra Sala in vantaggio su quello del centrodestra Parisi.

A Milano per Ipr Sala ottiene al primo turno il 39 % dei voti mentre Parisi si attesta al 34. Per Tecnè Sala arriva al 38% e Parisi al 34%. Nel ballottaggio, per entrambi gli istituti, Sala del centrosinistra vince con il 52% contro il 48% del candidato del centrodestra Parisi.

A Roma sono stati sperimentati tre scenari: uno con il solo Bertolaso a rappresentare il centrodestra, uno con Bertolaso e Meloni a dividersi i voti del centrodestra ed un terzo in cui l'unico candidato per il centrodestra è la Meloni. In tutte e tre le simulazioni è comunque presente il candidato Storace per la destra.

Per entrambi gli istituti al secondo turno la candidata del M5s Raggi vince la competizione elettorale ottenendo la maggioranza dei voti con qualsiasi ballottaggio: con Giachetti (55 contro 45 per Tecné e 57 contro 43 % per Ipr), con Bertolaso (52 contro 48 per Tecné e 53 contro 47 % per Ipr), con la Meloni (53 contro 47 per Tecné e 51 contro 49 % per Ipr).

Peraltro, nella prima simulazione, al primo turno, Raggi M5s ottiene il 25% per Tecné (26% Ipr), Bertolaso il 25% - Tecné (24.5 Ipr), Giachetti 24 % Tecné (24% Ipr), Marchini - lista indipendente + Ap 11% (12 % Ipr), Fassina - lista di sinistra 8% Tecné (6% Ipr), Storace - Azione Nazionale 5% Tecné (6% Ipr)

Nella seconda simulazione con la compresenza dei due candidati del Centrodestra, Bertolaso e Meloni si dividono il bottino dei voti di centrodestra (15 % a testa). Nella terza simulazione la sola Meloni in campo a rappresentare il centrodestra otterrebbe il 25% (Ipr) o il 24% (Tecné).

A Napoli, secondo i sondaggi, Il sindaco uscente De Magistris non ha rivali e vincerebbe al ballottaggio con il candidato del centrodestra Lettieri 52 % a 48 % per Ipr - 54% contro 46 % per Tecné. L'eventuale lista Bassolino se si presentasse prenderebbe il 10% (per entrambi gli istituti) facendo scendere i consensi della candidata del centrosinistra Valente dal 20 all'11 per Ipr - dal 19 al 12% (per Tecné)

Mossa clamorosa: Cav e Alfano insieme cosa faranno per fregare Meloni e Salvini

Berlusconi e Alfano ancora alleati: dove, come e cosa cambia per il centrodestra



Silvio Berlusconi vuole riproporre il "modello Milano" anche in Sicilia. Tradotto: Forza Italia tornerà alleata con Ncd, come del resto già accade in Regione Lombardia e nella candidatura comune di Parisi a sindaco di Milano. Intervistato dal quotidiano La Sicilia, è lo stesso Cavaliere a lanciare un messaggio chiaro ad Angelino Alfano, lo stesso giorno in cui Maurizio Lupi a sua volta chiede a Berlusconi di riunire i moderati allontanandosi dalla "destra lepenista di Salvini e Meloni". 

"Non servo rancore" - "In politica vince chi non serba rancore. Ncd è un partito costituito da donne e uomini che vengono dal centrodestra, la cui collocazione naturale è con noi. E sono solo felice quando, come a Milano, si creano le condizioni perché i moderati stiano tutti insieme; mi auguro che questo succeda anche in Sicilia". A lavorare alla grande intesa siciliana è Gianfranco Miccichè: "Sono ottimista e so che con i moderati faremo grandi cose. La gente ci chiede di stare uniti, non divisi. La posizione di Ncd a livello nazionale ovviamente mi dispiace, ma ora stiamo parlando della Sicilia. Mi sta a cuore parlare dei temi siciliani, più che di quelli nazionali". 

Il messaggio a Salvini e Meloni - Con il Pd demolito dalla gestione disastrosa del governatore Rosario Crocetta, la vittoria finale del Movimento 5 Stelle nell'isola sembra sicura. E la Sicilia è, storicamente, un laboratorio politico assai complesso che raramente è riuscito ad esportare assetti ed alleanze sul piano nazionale, ma il nuovo patto tra Forza Italia e Ncd potrebbe inviare un messaggio (bellicoso) agli attuali compagni di viaggio dell'ex premier. Che non potrebbero essere più tali, tra qualche settimana. 

Flop Bignardi, tragedia in prima serata tutta la colpa è di un big della politica

Daria Bignardi, il suo primo flop a Raitre: tragedia in prima serata, la colpa è di un big



Primo flop del direttore Daria Bignardi. E la colpa è di Walter Veltroni. Ieri sera è andato in onda in prima serata il documentario (flop) diretto da Walter Veltroni I bambini sanno, che al cinema non ha visto nessuno. E neppure in tv: l'ascolto ha toccato un misero 3.8% di share in prima serata su Raitre, nella rete diretta da Daria Bignardi. Che ottiene così il suo primo croccante fiasco. 

Questi infatti i risultati delle altre reti: su Raiuno Don Matteo 10 ha registrato nella prima puntata 7.264.000 telespettatori, share 27,07% e nella seconda (in seconda serata) 6.542.000, 29,62%. Il netto è di 6.903.000, 26,22%. Virus - Il contagio delle idee ha registrato su Raidue 974.000 telespettatori, share 4,17%. Il Segreto, in prima tv, ha registrato su Canale 5  3.489.000 telespettatori, share 14,28%. Le Iene Show su Italia 1 ha fatto nella presentazione 1.054.000 telespettatori, share 3,86% e nel programma 2.021.000, 9,42%. Su Rete 4 il film Pari e dispari ha toccato 1.292.000 telespettatori, share 5,32%. Infine su La7 l'esordio di Eccezionale veramente ha registrato 854.000 telespettatori, share 3,73%.

"Quel farmaco fa venire il tumore": all'estero è stato ritirato, in Italia no

"Quel farmaco fa venire il cancro". All'estero è stato ritirato, in Italia no



In Italia l'Actos, farmaco per la cura del diabete, è regolarmente commercializzato. In Germania e Francia è stato ritirato, negli Stati Uniti c'è stata addirittura la condanna dell'azienda produttrice a 9 miliardi di dollari (poi ridotti a 36,8 milioni) in risarcimento per i pazienti, visto che aveva nascosto intenzionalmente i rischi legati all'uso del farmaco e addirittura distrutto la documentazione scientifica tra il 2002 e il 2012. L'Actos è un farmaco in compresse che dovrebbe curare il diabete mellito di tipo 2. Come scrive la Stampa, però, il farmaco contiene un principio attivo, il pioglitazone, associato a un aumento del rischio di contrarre il cancro alla vescica.

L'indagine - La procura di Torino ha aperto un fascicolo sul farmaco prodotto dalla Takeda Pharmaceutical Co. e dalla Eli Lilly & Co., ipotizzando il reato di commercio e somministrazione di medicinali guasti. Il rischio che l'uso del farmaco possa aumentare le possibilità di sviluppare un cancro alla vescica è indicato da diversi documenti e relazioni degli ultimi anni, da quella della Commissione europea del 2011, a un altra dell'Aifa che nell'agosto dello stesso anno mostrava l'aumento del rischio di cancro alla vescica, tant'è che la correlazione è stata inserita nella scheda tecnica del farmaco.

Migranti, c'è l'accordo Ue con la Turchia: gli irregolari saranno rimandati indietro

C'è l'accordo Ue con la Turchia: i migranti irregolari saranno rimandati indietro



Gli Stati membri dell'Unione Europea e la Turchia hanno trovato l'accordo per arginare l'ondata migratoria che sta coinvolgendo alcune zone dell'Europa e avrà effetto immediato. A partire dal prossimo 20 marzo inizieranno le operazioni per individuare i migranti irregolari mentre i ritorni inizieranno a partire dal 4 aprile. 

Italia - In conferenza stampa Matteo Renzi si è detto soddisfatto del vertice: "L'accordo raggiunto rispetta i requisiti che ci eravamo dati c'è un esplicito riferimento ai diritti umani, alla libertà di stampa e quei valori fondanti dell'Europa. La nostra posizione era sì all'accordo, ma non a tutti i costi, abbiamo ottenuto questo principio, adesso vedremo di lavorare per fare in modo che tutto vada nel miglior modo possibile. Alle parole ora devono seguire i fatti. L'accordo - continua il Premier italiano - con la Turchia è frutto di un lungo negoziato, vedremo se sarà applicato, l'auspicio naturalmente è tutto. Lo stesso approccio dovrà valere con i paesi del Nord Africa". 

Le condizioni - Nelle prossime ore saranno più chiari i termini dell'accordo, ma tutti i migranti in arrivo nelle isole greci saranno registrati individualmente e le loro richieste di asilo analizzate una per una. Chi non dovesse avere i requisiti necessari sarà riportato in Turchia. 

Debiti con Equitalia arriva la svolta Sanatoria: a chi spetta e come si ha

Debiti con Equitalia: la svolta, arriva la sanatoria: a chi spetta



Obbligare Equitalia ad accettare la rateizzazione dei debiti dei cittadini insolventi con l'erario o con l'Inps. Anna Maria Bernini, ex ministro delle Politiche Ue nel governo Berlusconi IV e oggi senatrice di FI, vuole lanciare un salvagente a chi se la passa male con il fisco. Insieme al collega Emilio Floris e dietro l'impulso di Italo Furlotti, presidente del 'Movimento oppressi dal fisco', ha depositato e presentato ieri al Senato un testo sul quale, ha assicurato, si impegnerà a raccogliere tutte le firme dei senatori.

Il ddl di 'rottamazione dei ruoli' (così denominato dalla stessa Bernini) è destinato a due diverse tipologie di cittadini:

- in grave difficoltà finanziaria, ovvero con un debito per oltre il 50% precedente al 31 dicembre 2010;

- in momentanea difficoltà finanziaria, con un debito oltre il 50% precedente al 21 dicembre 2012.

I primi accettano il pagamento integrale dell'Iva, pagamento integrale contributi o il 75% dei tributi, ottenendo lo stralcio integrale di sanzioni, interessi e dell'aggio di riscossione. Quelli in momentanea accettano lo stesso trattamento, pagando il 95,5% dei tributi, fermi restando lo stralcio come nel caso precedente.

Per importi inferiori a 50mila euro, il debito si estingue con 8 rate trimestrali pagabili in 2 anni.

Per quelli superiori a 50mila euro: 12 rate trimestrali, pagabili in 3 anni.

La scelta - "Non è un condono - ha spiegato Bernini - perché non ha come destinatari dei biechi evasori fiscali ma persone normali che lavorano - artigiani, commercianti, imprenditori - che a fine mese si trovano davanti al drammatico interrogativo se pagare il mutuo, i dipendenti o le rate del fisco. E dato che la soglia della povertà è aumentata drasticamente, non di rado a domandarsi come fare per mantenere i figli e la famiglia e con quali soldi comprare da mangiare". Le cifre non lasciano scampo: al 28 febbraio 2015, scrive Bernini, le somme iscritte a ruolo a carico dell’agente della riscossione ammontavano a 682,2 miliardi ma 580,2 di questi sono da considerare prudenzialmente inesigibili e il loro recupero risulta incerto. "Invece, con la nostra proposta, l'erario è in grado di recuperare questi crediti", ha assicurato la senatrice di FI.  "Ora - ha spiegato Bernini - il contribuente va da Equitalia e chiede per favore di poter negoziare un piano di rientro.Con la nostra proposta invertiamo l'ordine dei fattori: obblighiamo l'agente della riscossione, sulle base di un calcolo aritmetico che consente all'erario di recuperare i crediti deteriorati, riducendo l'importo del capitale eliminando gli interessi, ad accettare un piano concordato di rientro, con una rateizzazione compatibile con le possibilità finanziarie del contribuente".

PRESO IL TERRORISTA Ecco dov'era nascosto Salah Dettaglio-choc sul covo

Preso il super ricercato del Bataclan, il dettaglio inquietante sul nascondiglio



Dopo una fuga durata 4 mesi Salah Abdeslam, l'ottavo uomo del commando degli attacchi di Parigi, è stato catturato a Bruxelles in un raid delle forze speciali belghe a Molenbeek. Abdeslam, secondo quanto riportano i media belgi era nascosto in un appartamento ed è ferito a una gamba. Gli agenti hanno sparato alle gambe per neutralizzare il super ricercato che non aveva risposto quando gli avevano intimato di arrendersi. Il terrorista è stato trasportato in un ospedale nell'area di Bruxelles, riferisce l'emittente Rtbf. Nella sparatoria sarebbe rimasto ferito anche un poliziotto.

Le indagini Dalle prime indagini è emerso che l'appartamento di Molenbeek dove è stato trovato il super ricercato, che dunque sarebbe rimasto nascosto nel suo quartiere dove dallo scorso novembre era stata scatenata una caccia all'uomo senza precedenti che per giorni ha anche letteralmente paralizzato l'intera Bruxelles - era sotto sorveglianza da due giorni.L'edificio, al numero 79 della rue des Quatre Vents, è di proprietà del comune di Molenbeek-Saint-Jean, una delle 19 municipalità di Bruxelles e che l'appartamento dove il super ricercato si nascondeva era in affitto alla madre di un suo amico.

venerdì 18 marzo 2016

Mistero Bergoglio: quei test clinici e il viaggio del prete dagli 007 cinesi

Vatileaks, la rivelazione clamorosa: i test clinici falsi di Papa Francesco consegnati agli 007 cinesi



I test clinici (falsi) sulla salute di Papa Francesco finiti in mano agli 007 della Cina. Sarebbero questi gli ultimi clamorosi sviluppi del processo Vatileaks. Secondo quanto riferisce Repubblica monsignor Lucio Vallejo Balda avrebbe effettuato un misterioso viaggio a Dubai in compagnia dell'ex colonnello dei Ros Giuseppe De Donno, per consegnare ai servizi segreti di Pechino la cartella clinica di Bergoglio. Il militare, tuttora sotto processo per la trattativa Stato-Mafia, smentisce categoricamente: "Ma quali 007, lui era in missione di carità". Ma il viaggio c'è stato, e dalle carte del processo emergerebbe che Balda, imputato insieme a Francesca Chaouqui e ai due giornalisti Gianluigi Nuzzi ed Emiliano Fittipaldi, avrebbe consegnato ai servizi le analisi di sua madre.  

La mail e gli esami modificati - A settembre la gendarmeria vaticana perquisisce l'abitazione della commissione vaticana sulle Finanze e dentro cellulare e pc trovano le chat di Whatsapp con Nuzzi, Fittipaldi, la Chaouqui, le password di accesso ai database della Cosea e un paio di mail in cui parla con De Donno del viaggio in Dubai. E poi, scrive Repubblica, spuntano anche i file dell'elettrocardiogramma e delle analisi del sangue della madre 82enne del monsignore, con intestazione modificata: al posto del nome della signora, quello di Jorge Mario Bergoglio. 

Il viaggio a Dubai - "Conosco Balda da molti mesi, almeno dal 2014. Con lui ero in ottimi rapporti. È stata la Chaouqui a presentarmelo, spiega sempre De Donno a Repubblica. "Io dovevo andare a Dubai per lavoro, lui per incontrare persone legate all'associazione benefica Messaggeri della Pace a cui voleva chiedere dei finanziamenti o non so bene cosa. Il periodo coincideva, quindi abbiamo deciso di andare insieme, tutto qua. Il biglietto me lo sono pagato da solo, ovviamente". A Dubai, rivela l'ex colonnello, "Balda girava con l'abito talare e un trolley. Mi sembrava molto rilassato, siamo stati a cena in albergo. Non sono stato con lui tutto il tempo, quindi non saprei dire con chi si è visto". Resta un  mistero anche sul motivo, eventuale, di quell'incontro: forse per accreditarsi con i cinesi, o forse per avere da loro qualcosa in cambio.

L'uomo del fisco si sputtana in tv: "Così ti roviniamo se compri casa"

L'uomo del fisco si sputtana in diretta tv: se comprate una casa siete rovinati


di Francesco Borgonovo


A Rossella Orlandi, direttrice della Agenzia delle Entrate, piace il cinema. Tutti abbiamo potuto ammirarla mentre si calava nei panni del malvagio Darth Vader e si esibiva in una minacciosa citazione di Star Wars: «Chi non ha risposto ad un approccio collaborativo, conoscerà il lato oscuro dell' accertamento». Però a Rosella Orlandi piace un po' meno la televisione. Specie quando trasmette programmi che raccontano il «lato oscuro» del Fisco. E infatti, pochi giorni fa, l' Agenzia delle entrate ha emesso un comunicato in cui spiegava di stare «valutando la possibilità di intraprendere azioni legali» nei confronti di Striscia la notizia. Da qualche settimana, il tg satirico di Antonio Ricci manda in onda servizi che raccontano le vicende di alcuni malcapitati a cui l' Agenzia ha indirizzato multe e sanzioni per migliaia di euro. Guardandoli con attenzione, se ne deduce che il Fisco non mostra il suo «lato oscuro» soltanto con chi fa il furbo, ma pure con chi segue le regole e, sulla carta, non avrebbe nulla da temere. L' aspetto più odioso della faccenda consiste nel fatto che, molto spesso, ci sono di mezzo immobili, dunque case o uffici acquistati dai cittadini a prezzo di sacrifici. L' inviato di Striscia Riccardo Trombetta ha intervistato varie persone a cui è capitata la stessa cosa: dopo l' acquisto di un terreno o di un locale, i poveretti si sono visti recapitare dall' Agenzia delle entrate un avviso con annessa sanzione, piuttosto salata per giunta.

Facciamo un esempio. Uno degli intervistati ha spiegato di aver comprato un locale, pagandolo 210 mila euro, per farne una piccola palestra di yoga. Non passa molto tempo, ed ecco che arriva la comunicazione del Fisco, in cui si dice che - in base alle valutazioni dell' Agenzia delle entrate - il valore dell' immobile è in realtà di 313 mila euro e rotti. Segue multa di circa 20 mila euro. Stessa cosa per il proprietario di un terreno: lo ha pagato 35 mila euro, ma l' Agenzia gli ha attribuito un valore undici volte superiore: multa di 84 mila euro.

Il problema, però, è proprio la valutazione del Fisco. Tutti gli intervistati spiegano che l' Agenzia delle entrate non ha effettuato sopralluoghi, dunque i funzionari hanno valutato case e terreni senza vederli. In alcuni casi, sui documenti ufficiali, hanno persino sbagliato gli indirizzi. Come hanno fatto a stabilirne il prezzo, allora? Semplice, hanno paragonato i terreni e gli immobili ad altri con un valore di mercato più alto. La sensazione, espressa da alcuni degli intervistati da Striscia, è che il Fisco abbia volutamente sopravvalutato locali e terreni per poter emettere una sanzione, contando sul fatto che - per non avere guai - i cittadini avrebbero pagato. «Poiché ho protestato», ha spiegato uno dei poveretti, «ho avuto la sensazione che mi facessero uno sconto».

Di fronte a tutte queste testimonianze raccolte da Striscia, il «Fisco amico» della Orlandi che fa? Manda un comunicato in cui ventila azioni legali. Alla faccia della collaborazione. Peccato che, ieri sera, il tg satirico abbia mandato in onda una testimonianza eloquente. Un funzionario dell' Agenzia delle entrate, a volto coperto, ha rilasciato un' intervista all' inviato Trombetta. «Ho visto i vostri servizi e mi sono reso conto che state dicendo la verità», ha detto. Poi ha spiegato come funziona il sistema: «Noi facciamo delle ricerche di mercato esclusivamente puntate ad aumentare il valore che viene dichiarato nell' atto di compravendita», ha raccontato. «Ci viene imposto dal dirigente. Il dirigente si sente forte del suo operato, perché dice che opera nell' interesse dello Stato. Non rischia nulla, anzi, addirittura prende un premio a fine anno». Inoltre, il funzionario ha confermato il mercanteggiamento sulle multe da pagare: «Quando l' Agenzia convoca il cittadino e gli propone di pagare una cifra di molto inferiore (rispetto alla perizia), il cittadino preferisce pagare per non avere problemi. In questo modo l' Agenzia fa una bella figura e recupera una somma, diciamo, ingiusta». Capito? Il Fisco sovrastima le case e i terreni acquistati dagli italiani, e propone una sanzione pesante. Poi, quando il cittadino si presenta, la abbassa, mostrandosi «collaborativo», e convicendo i più ad aprire il portafogli e a pagare una multa che non si meritano. A questo punto, dopo il pagamento dell' ingiusta sanzione, l' Agenzia potrebbe consegnare ai cittadini una bella ricevuta con scritto: «Benvenuti nel lato oscuro». Se proprio bisogna prendere in giro la gente, lo si faccia fino in fondo.

Sette milioni di buste arancioni Inps Pensioni, la verità: quanto si prende

Dopo Pasqua 7 milioni di buste arancioni con la nostra pensione



C'era chi diceva che non sarebbero mai arrivate,perchè al leggere quanto riporto nelle lettere sarebbe scoppiata la guerra civile. Era per questo che le famose buste arancioni dell'Inps, più volte annunciate, alla fine non arrivavano mai. E invece, dopo Pasqua gli italiani sapranno tutta la verità. Il numero uno dell'Istituto di previdenza sociale, Tito Boeri, ha infatti annunciato che tra una decina di giorni inizieranno ad arrivare a sette milioni di italiani le suddette buste, nelle quali sta scritto quanto effettivamante prenderemo una volta che andremo in pensione al termine dell'attività lavorativa. A riceverle, nel corso del 2016, saranno i lavoratori privati, che potranno visionare da subito il loro estratto conto contributivo e una simulazione di base della loro pensione futura. Il progetto punta ad estendere in futuro l’invio della busta arancione anche a circa 1,5 milioni di dipendenti pubblici, che riceveranno le informazioni sulla propria pensione insieme al cedolino dello stipendio.

Verdini condannato: è caos nel Pd L'accusa feroce a Renzi: "Adesso parla"

Verdini condannato a due anni: caos nel Pd. L'accusa feroce a Renzi: "Adesso parla"



La spaccatura all'interno del Partito democratico tra sinistra Dem e maggioranza renziana si sta facendo sempre più marcato. L'ultima bomba esplosa nel partito di Renzi è stata la condanna di Denis Verdini a due anni, con pena sospesa, per concorso in corruzione nel processo stralcio legato all'appalto per i lavori nella scuola Marescialli di Firenze. Non che mancassero gli argomenti tra i piddini per darsele di santa ragione, visto che già nel pomeriggio infuriava la polemica sulla posizione che avrebbero dovuto avere al referendum sulle trivellazioni mare del 17 aprile. Ovviamente nel Pd ci sono ancora mille distinguo e posizioni diverse, considerando che a promuovere il referendum sono stati presidenti di regione del Pd contro un provvedimento di un governo (del Pd). Qualcuno come Roberto Speranza si è sentito in un tranello quando ha scoperto dal sito dell'Agcom: "che il Pd avrebbe assunto la posizione dell'astensione. Spero che ciò non sia vero".

Denis - Trivelle a parte, è sulla condanna di Verdini che la sinistra Pd prova a tornare alla carica con il classico: "Ve lo avevamo detto". Il dem Federico Fornaro non molla: "Ora si vede che non evocavamo fantasmi, ma rischi reali". A difendere il governo ci deve pensare il responsabile giustizia del Pd, David Ermini, e il capogruppo Ettore Rosato: "Noi non governiamo con Verdini" cercano di spiegare, miminizzando il voto di fiducia dell'ex Forza Italia al governo Renzi. Ermini prova ad arrampicarsi sugli specchi: "Nessun favoritismo, nessuno sconto - ha tuonato - Se Verdini sarà condannato in via definitiva, pagherà come tutti, come è giusto. E nel caso si applicherà anche a lui la Severino".

ADDIO BONUS 80 EURO Così rivogliono i vostri soldi: chi deve pagare e perché

Addio bonus 80 euro. Il Fisco si riprende i soldi: ecco chi paga e perché



Con una mano il governo di Matteo Renzi ha infilato 80 euro in busta paga a diversi lavoratori italiani, con un'altra l'Agenzia delle Entrate ha intenzione di sfilarle via per alcuni errori nel famigerato 730 precompilato. La colpa però non sarebbe dei contribuenti che hanno compilato male il modulo, ma del modello stesso che conterrebbe una serie di sviste sfuggite all'Agenzia. Il caso è stato sollevato alla Camera dal vicepresidente Simone Baldelli che ha fatto un'interrogazione al ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan per sapere "quanti siano i beneficiari del bonus di 80 euro e quanti di questi, a causa degli innumerevoli errori dovuti alla compilazione della dichiarazione semplificata dei contribuenti, siano stati costretti a restituire tale bonus".

L'ammissione - A confessare il pasticcio è stato il viceministro Enrico Zanetti, confermando che il Fisco aveva calcolato in modo errato il numero di giornate lavorate e quindi il relativo calcolo del reddito complessivo. In attesa che il governo fornisca il numero di contribuenti colpiti, è noto almeno che a usufruire del bonus finora sono stati 10 milioni di italiani, che dal 15 aprile 2015 hanno avuto a disposizione il 730 precompilato per presentare la dichiarazione dei redditi. Uno degli elementi critici del modulo riguarderebbe la parte relativa alle detrazioni che, sostiene Baldelli: "non le contempla e, se le prevede, non garantisce un corretto inserimento, che ovviamente è a svantaggio del contribuente e a vantaggio del fisco". Il cul de sac va tutto a scapito di chi usa il precompilato: "Se con deduzioni e detrazioni è possibile beneficiare del bonus degli 80 euro - continua Baldelli - senza di esse c'è il rischio di finire fuori dai parametri e di doverlo restituire". Da questa strana "svista" il governo avrebbe raccolto circa dicei miliardi di tasse in più, anche se il governo non ha ancora fornito un dato certo.

giovedì 17 marzo 2016

XXII Anniversario dell’uccisione di Don Peppe Diana

XXII Anniversario dell’uccisione di Don Peppe Diana
Il ricordo del sacerdote coincide quest’anno con il Giubileo dei Giovani: il 19 marzo sarà ancora una volta una giornata fitta di eventi e carica di significati

a cura di Gaetano Daniele


Sabato 19 marzo 2016 cade il 22° anniversario dell'uccisione di don Peppe Diana per mano della camorra. Una ricorrenza che anche quest’anno “diventa occasione per esprimere la nostra gratitudine ad un sacerdote che ha reso vera e totale la testimonianza di fede della sua chiesa aversana”. L’osservazione è di Mons. Franco Picone, Vicario Generale della diocesi di Aversa e parroco della Chiesa di San Nicola di Bari a Casal di Principe. “Tutte le manifestazioni in programma, promosse dalla diocesi di Aversa in collaborazione con il Comune di Casal di Principe, l’Associazione Libera e il Comitato don Diana ed inserite nel contesto dell'Anno della Misericordia, intendono spingere ognuno di noi ad una maggiore consapevolezza di quelle fragilità che hanno fortemente segnato le nostre terre, ma anche ad un ritorno al Signore, auspicando una nuova primavera di responsabilità e amore, interpretando ancora oggi il grido di un popolo che, mentre si libera dalla schiavitù della camorra, desidera opportunità concrete per poter vivere il cambiamento”.

Si comincia alle ore 7.30 con la Santa Messa presieduta dal Vescovo di Aversa Mons. Angelo Spinillo nella Parrocchia San Nicola, dove lo stesso don Diana fu assassinato 22 anni fa. Alle 9:00 la deposizione di fiori sulla tomba del sacerdote con la presenza dello stesso Vescovo Spinillo e del sindaco di Casal di Principe, Renato Natale. Alle 9.30, dall’Istituto Tecnico Commerciale "Guido Carli" muoverà il corteo verso “Casa don Diana”, in Via Urano, con arrivo previsto intorno alle ore 11:00. Qui verrà inaugurata la mostra fotografica “Non – Invano” e presentato il progetto del “Museo della resistenza” alla presenza di don Luigi Ciotti e di PIF (Pierfrancesco Diliberto), entrambi vincitore nel 2015 del “Premio Nazionale don Diana”. L’attore e regista palermitano presenterà poi l’app “NOma - Museo urbano NOmafia», ideata per custodire la memoria dei luoghi e delle persone che hanno combattuto la mafia fino a sacrificare le proprie vite.

Nel solco del ricordo di don Peppe Diana si pone anche il Giubileo dei Giovani “Gesù cammina con noi”: l’evento diocesano, organizzato dalla Pastorale Giovanile in preparazione alla “Giornata Mondiale della Gioventù”, si terrà sempre sabato 19 marzo a  partire dalle 18:00, quando i giovani si ritroveranno sempre presso la Parrocchia San Nicola di Casal di Principe per recarsi in pellegrinaggio a piedi fino alla Porta della Misericordia della Cattedrale di Aversa. Per Don Francesco Riccio, responsabile della Pastorale Giovanile della diocesi di Aversa, la scelta dell’itinerario è carica di significato: “Partire da un luogo simbolo della nostra Chiesa diocesana qual è la Parrocchia di Don Peppe Diana, nel giorno dell'anniversario del suo martirio, per poi arrivare in Cattedrale e attraversare la Porta Santa ci permette di essere protagonisti in questo tempo storico e imprimere le nostre orme su questo territorio a noi affidato. Attraverseremo vari comuni e incontreremo molte persone, sarà il nostro modo per dire che i giovani di Gesù ci sono e camminano con lui nella vita”

Latte contaminato per il Grana Padano: la mappa della paura, tutti i sequestri

Latte contaminato per fare il Grana Padano: la mappa della paura, tutti i sequestri



Cinque caseifici avrebbero usato latte con aflatossinautilizzato i per preparare forme di formaggio che dovrebbero ricevere il marchio Grana Padano a giugno. Stefano Berni, che dagli uffici di San Martino della Battaglia (Desenzano del Garda) ripete, come scrive il Corriere della Sera che "ogni forma di Grana oggi in commercio è totalmente sicura e che il formaggio prodotto con il latte incriminato è tutto stoccato nei magazzini, in attesa di subire rigorosi controlli sanitari". Ma intanto è già panico. Sono state già sequestrate 7mila forme di Grana Padano e i numeri potrebbero ancora crescere. Il latte "incriminato" è stato munto in una trentina di stalle (nel Bresciano, nel Cremonese e nel Mantovano). Le vacche che hanno prodotto questo latte hanno mangiato mais locale contaminato da cangerogena aflatossina B1, fungo sprigionatosi per colpa dell’estate arida e caldissima

La Bruzzone porta in tribunale l'ex Ris Guerra totale (per un affare di cuore)

Bruzzone porta in tribunale l'ex ris Garofano. E' guerra totale (per un affare di cuore)


di Giordano Tedoldi



Da quando la criminologia è uscita da laboratori e aule universitarie per diventare un genere affine al "Processo del Lunedì" - con la sola differenza che nel salotto tv criminologico si dibatte se la macchie di sangue possano ricondursi all' imputato o siano solo succo di lampone - anche il criminologo, figura solitamente composta, taciturna, anche un poco sinistra, è diventato un personaggio del gossip pubblico e dello scazzo ipersensibile, insomma, siamo ufficialmente al volo degli stracci criminologici. E come ogni bella commedia prevede, c' è un protagonista maschile e uno femminile, l' un contro l' altra armati.

Lei è, va da sé, Roberta Bruzzone, psicologa forense e "dark lady" dell' opinione televisiva a cadavere ancora caldo, spesso chiamata in trasmissione anche quando è più raffreddato. La dottoressa Bruzzone, che ha un caratterino in tono con la sua avvenenza diciamo così fiera, ne ha dette di cotte e di crude al suo pari grado - non in termini militari, perché quello è generale dei carabinieri benché in congedo, ma in termini di valore televisivo - vale a dire all' ex comandante del Ris Luciano Garofano, anche lui con un debole per le poltrone dei talk show, il quale ha reagito con una denuncia per diffamazione. L' antefatto era ricostruito ieri sul Secolo XIX da Marco Grasso, e, come per le persone comuni, dietro alla lite e alla convocazione davanti al giudice il prossimo 7 aprile, c' è un affare di cuore.

Scrive il Secolo: «Per alcuni anni la consulente di Finale è legata sentimentalmente a un collega, Marco Strano, psicologo della polizia e presidente della International Crime Analysis Association, di cui Bruzzone è stata segretaria. Quando si lasciano volano gli stracci. Lui l' accusa di aver taroccato i titoli; lei a sua volta mette in discussione gli studi dell' uomo e lo denuncia per stalking, per le persecuzioni subite dopo la fine della relazione».

Vabbè, fin qui ordinaria amministrazione di relazioni sentimentali che si sfasciano. Ma il comandante Garofano, incautamente, si schiera pubblicamente a difesa dell' ex compagno della Bruzzone. E si becca dalla collega criminologa una denuncia per diffamazione, con allegata lettera aperta al vetriolo in cui l' esordio è tutto un programma: «Dottor Garofano, porti pazienza ma mi risulta impossibile chiamarla Generale per via del profondo rispetto che nutro nei confronti dell' Arma dei Carabinieri, a cui lei, per mio sommo sollievo, non appartiene più da diversi anni (ed entrambi sappiamo bene il perché)».

Ora, a onor del vero pare che il regolamento dei conti tra i due, più che sulla reputazione di un collega, verta sulla loro rivalità per il titolo di numero uno della criminologia televisiva. In questo i duellanti sono l' una il riflesso dell' altro: così alla denuncia della Bruzzone è partita quella opposta e simmetrica di Garofano per la velenosa epistola citata. E anche lui ha condito la denuncia per diffamazione con apprezzamenti alla collega: «Leggo nel suo post che invita tutti a organizzarsi per portare avanti la diffamazione nei miei confronti. Quando penso a casi come Garlasco, via Poma o al caso Sarah Scazzi (in cui il suo intervento è stato così determinante da non essere mai considerato nel processo), faccio fatica a ritenere possibile che un soggetto come lei sia ancora in circolazione».

A commento di questa sapida commedia, un antico adagio latino: "simul stabunt vel simul cadent", "insieme staranno o insieme cadranno". Così passa la gloria criminologica edificata su una sequela di massacri: con un volo di stracci.

Troppi selfie? La ricerca choc: si rischiano danni gravissimi

Troppi selfie? Attenzione, ecco cosa si rischia. Danni gravissimi



Troppi selfie? Fa male alla pelle e ne favorisce l'invecchiamento. L'ha scoperto, suo malgrado, la blogger britannica Mehreen Baig, che era arrivata ad oltre 50 autoscatti al giorno. Preoccupata per alcuni difetti che si erano palesati sul suo viso aveva deciso di effettuare una visita dal dermatologo. Simon Zokaie, dopo aver effettuato gli esami, ha riscontrato sintomi derivanti dall'esposizione alla luce HEV, prodotta dai dispositivi elettronici come smartphone e computer, che riduce le capacità della pelle di proteggersi e rinnovarsi. 

Meno tasse per chi lavora di più Chi ( e come) può approfittarne

Meno tasse per chi lavora di più: chi ( e come) può approfittarne



E' in dirittura d'arrivo il decreto interministeriale a firma dei ministri del Lavoro, Giuliano Poletti, e dell'Economia, Pier Carlo Padoan, per la riduzione delle tasse legate ai premi di produttività. Il decreto, attuativo della legge di Stabilità, stabilisce una tassazione agevolata al 10% (invece di quella ordinaria che attualmente parte dal 23%) dei premi di risultato entro 2 mila euro lordi, legati a incrementi di produttività, redditività, qualità, efficienza e innovazione. Ne potranno beneficiare i lavoratori dipendenti con reddito non superiore a 50.000 euro.

Il premio detassato potrà salire fino a 2.500 euro nelle imprese che sottoscriveranno accordi con i sindacati con il coinvolgimento dei lavoratori nell'organizzazione del lavoro. I premi di produttività sono commisurati a una serie di risultati obiettivo stabiliti dalle aziende.

Tra le novità che il decreto introduce, c'è la detassazione totale dei premi erogati in forme di voucher, in alternativa al premio retributivo, per servizi di welfare, dalla retta per l'asilo al pagamento della baby sitter. Il lavoratore potrà destinare il premio anche alla previdenza integrativa o alla sanità complementare. Per la contrattazione di produttività la Stabilità ha preventivato 433 milioni di euro di minori entrate per il 2016, 589 per il 2017 e 584 per il 2018.

JUVE, BEFFA ATROCE Partita "quasi" perfetta ma è Champions Bayern

Juve, la beffa è atroce: domina il Bayern ma perde 4-2 ai supplementari, addio Champions



Il sogno della Juventus si spegne al 90'. All'Allianz Arena va in scena la partita "quasi perfetta", con i bianconeri che perdono 4-2 ai supplementari contro il Bayern Monaco, dopo aver chiuso in vantaggio 2-0 il primo tempo, e vengono eliminati dalla Champions League quando i quarti di finale sembravano a un passo. Il 2-2 che impatta l'andata a Torino arriva al 91', dopo un'ora abbondante di dominio italiano. Non nel possesso palla ma nella tattica e nella tecnica, con la Juve strepitosa nell'ingabbiare i tedeschi e ripartire in contropiede. Allegri ha messo la museruola a Guardiola (il 4-3-3 agile con Cuadrado e Alex Sandro ha funzionato a lungo), ma alla fine hanno prevalso l'esperienza, la personalità, la condizione fisica e soprattutto la profondità di panchina del Bayern. Troppo hanno pesato le assenze di Dybala, Marchisio e Chiellini e la scarsa autonomia di troppi uomini-chiave, da Khedira a Mandzukic.

Juve padrona per un'ora - L'inizio è uno choc, ma per i tedeschi: al 6' Alaba pasticcia una chiusura su Lichtsteiner, palla al centro per Pogba che insacca a porta vuota. Il terzino austriaco è insieme a Kimmich il peggiore della retroguardia bavarese, formato groviera. E anche Neuer ci mette del suo quando sbaglia un rinvio e sul rimpallo la palla finisce a Morata, che insacca con un pallonetto. L'arbitro fischia fuorigioco, molto molto dubbio. Il Bayern è lento, impreciso, impaurito mentre la Juve gioca compattissima dietro, recupera palla e colpisce. E fa malissimo: alla mezz'ora capolavoro di Morata, coast to coast con tre dribbling e scarico al limite dell'area per Cuadrado, il colombiano finta il tiro e poi conclude per il 2-0. Manuale del calcio, altro che tiki taka. Tutti si aspettano una reazione dei padroni di casa, ma arriva il clamoroso palo ancora di Cuadrado (gol mangiato). 

Beffa al 90' - La ripresa segue lo stesso copione del primo tempo: per il Bayern sterile possesso palla (e che di spettacolare, a differenza dell'andata, non ha nulla) e brividi dietro. Progressivamente, però, la Juve cala fisicamente e anche i cambi di Allegri (Sturaro per Khedira, un pessimo Pereyra per Cuadrado e Mandzukic per Morata) non aiutano. Il Bayern non fa molto, ma la butta sul fisico e l'intensità e inizia a spedire palle in are e al 73' arriva il golletto di Lewandoski, di testa nell'area piccola. Comincia un'altra partita, fatta di tensione ed errori, da una parte e dall'altra. Buffon è quasi inoperoso, e per questo al 91' il pareggio è ancora più beffardo. Evra non allontana, Vidal recupera, allarga a Coman (due ex juventini) cross e il solito, implacabile Mueller segna sempre di testa il 2-2. Lui, sgraziato e letale, come nella tradizione teutonica, perfetto simbolo di questo Bayern assai poco guardioliano. 

Decidono i cambi - I supplementari proseguono praticamente senza sussulti fino al 3' del secondo extra-time: Juve sulle gambe, triangolo in area tra Mueller e Thiago Alcantara, dentro per Ribery da pochi minuti, e destro rasoterra chirurgico dell'ex Barcellona. Partita finita, anche perché passa qualche secondo e Coman, ancora lui, s'inventa lo strepitoso 4-2 che restituisce, con gli interessi, il maltolto di Torino. E la doppia clamorosa occasione fallita da Mandzukic e Sturaro spegne le ultime speranze e aggiunge amarezza al verdetto finale.

Canone Rai, a luglio la stangata E adesso spunta pure la "cresta"

Canone Rai, adesso le compagnie elettriche vogliono farci la "cresta"



Canone Rai, siamo alla stretta finale. Ieri, come riporta il quotidiano "Italia Oggi", c'è stato un incontro tra ministero dell'Economia, ministero dello Sviluppo economico e gestori elettrici nel corso del quale sono stati illustrati i contenuti del decreto di attuazione delle norme contenute nella legge di Stabilità 2016. Ebbene, è stato confermato che il pagamento del canone per la tv pubblica avverrà su base annua con dieci rate mensili inserite nella bolletta elettrica da gennaio a ottobre. E dato che l'importo complessivo del balzello televisivo è di circa 100 euro annui, ogni rata sarà di circa dieci euro. Un modo sicuramente "indolore" per far mandare giù la pillola agli italiani. Più doloroso sarà però il primo pagamento, quello che si dovrà fare il prossimo luglio: in quella bolletta, infatti, ci troveremo gli importi mensili da gennaio a quel mese. Ovvero sette rate tutte insieme, per un ammontare di circa settanta euro. Il contribuente, qualora resti indietro con una o più delle rate tv in bolletta (la priorità del pagamento è data alla componente elettrica della stessa, avrà un anno di tempo per saldare gli arretrati: le azioni di recupero delle somme non corrisposte, unitamente a sanzioni e interessi, saranno effettuate dall'Agenzia delle Entrate. Nel provvedimento è comunque scritto neo su bianco che "in nessun caso il mancato pagamento del canone comporta l'interruzione della fornitura elettrica", sempre che la componente elettrica della bolletta sia regolarmente pagata.

Nel frattempo, quando mancano ormai appena quattro mesi al via dell'operazione, emerge un nuovo, spinoso, problema. Quello dei rimborsi dovuti agli utenti che abbiano pagato con la bolletta anche il canone tv, pur non essendo abbonati rai o non possedendo un televisore. L'articolo 6 della bozza di decreto messa a punto dal minsitero si dice che debbano essere in questo caso le compagnie elettriche, e non il fisco attraverso l'Agenzia delle Entrate, a rimborsare gli utenti. Ma le compagnie non ci stanno, perchè l'operazione costa in termini di denaro e di sforzo organizzativo. Anche perchè nella fase di avvio, gli errori potrebbero essere molti. Ecco allora spuntare la richiesta, da parte delle compagnie elettriche, di un "rimborso spese" da parte dello Stato. Sul quale ci sarebbe stata un'apertura da parte del governo. La soluzione individuata sarebbe quella di utilizzare un fondo a disposizione dell'Agenzia delle Entrate proprio per la gestiuon dei contenziosi sul canone.

mercoledì 16 marzo 2016

Berlusconi, sfida totale a Lega e FdI: "Leghisti? Fascisti e sulla Meloni..."

Clamoroso Berlusconi a Belpietro: massacra Salvini, la frase sulla Meloni



"Su Bertolaso non arretro, vincerà con la sua lista civica". Silvio Berlusconi va avanti per la sua strada in vista delle elezioni comunali di Roma. Intervenuto alla trasmissione di Maurizio Belpietro "La Telefonata" attacca i leghisti: "Sono tutti ex fascisti". Definisce la gravidanza di Giorgia Meloni "una strumentalizzazione perché sa benissimo che non ha nessuna possibilità di diventare sindaco".  Ribadisce il suo pensiero già espresso nei giorni scorsi: "Una mamma non può fare il sindaco" aveva detto proprio Berlusconi a Radio Anch’io, e questa mattina a Belpietro ha precisato che "la frase è stata strumentalizzata in modo meschino. Meloni sa benissimo che dovrà affrontare una campagna faticosa e che non ha nessuna possibilità di fare il sindaco di Roma. Questa cosa che non può fare il sindaco è una stupidaggine del teatrino della politica, che disastro questa politica. Giorgia la ascolterò, ma sono vecchio e ormai con l’esperienza so benissimo che le donne fanno sempre quello che dicono loro". 

Candidatura giusta - Non ha dubbi sulla candidatura di Bertolaso. Berlusconi infatti va avanti per la sua strada e dice: "Bertolaso vincerà con la sua lista civica cui si affiancherà una lista di Fi e con la sua squadra della giunta, fatta da romani capaci, che verrà presentata entro fine mese, vincerà al primo turno. I politici di professione che non si sono mai impegnati nella trincea del lavoro a differenza di Bertolaso non sono abituati a gestire i problemi concreti". 

A Bossetti scappa un insulto in aula: tremenda accusa al papà di Yara

Al processo Bossetti insulta il papà di Yara: "Non è normale"



Colpo di scena al processo in corso a Bergamo per l'omicidio di Yara Gambirasio. L'unico imputato per la morte della 13enne di Brembate, Massimo Bossetti, mai prima aveva rivolto parole al riguardo dei genitori della ragazzina. Ma, come riporta il settimanale di cronaca "Giallo", il muratore nel corso dell'ultima udienza ha usato parole durissime contro Fulvio Gambirasio, il padre della vittima: "Mi sono meravigliato - ha detto Bossetti ai giudici in aula - di averlo visto là al lavoro mentre tutti cercavano sua figlia, e ho pensato che non è un papà normale uno che fa così. Del lavoro cosa importa in questi casi!". E ancora, a rincarare la dose: "Io al suo posto mi sarei comportato diversamente da lui, sarei andato in giro coi carabinieri a cercare mia figlia. Mia figlia è mia figlia, al diavolo il lavoro. Ho pensato 'questo non è un papà normale".

Caivano (Na): Appartamenti venduti a prezzo di favore? Chi sono gli acquirenti?

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di Gaetano Daniele



Tre domande che vogliamo fare al Sindaco di Caivano dott. Simone Monopoli: E' vero che lei detiene proprietà di immobili nello stabile di cui si parla in questa denuncia pubblica online della signora Carmela Nocera su Facebook, di cui non fa però, riferimenti a persone? 

E' vero che successivamente sono state fatte altre acquisizioni a prezzo di favore le cui attestazioni e certificazioni sono state fatte durante l'assenza del dirigente titolare dell'ufficio preposto?

E' vero che i Carabinieri hanno attenzionato quest'area? 

Come risponde alle richieste del Consigliere De Lucia, in consiglio comunale? 

L'architetto Sirico, persona competente, e capo dell'opposizione puo' rispondere alle stesse domande? 

Il Consigliere Angelo Marzano, in questi giorni conduce battaglie di trasparenza in consiglio comunale, anch'egli tecnico che non fa parte della Giunta di Altro Profilo, può rispondere alle stesse domande?

I Consiglieri della maggioranza, che non fanno parte della Giunta di Alto Profilo, non ne sanno nulla? 

Il Paese attende risposte!