I conti segretissimi delle toghe: cosa ci nascondono
Il Csm non vuol far conoscere i suoi conti segreti. Da mesi la Corte dei Conti del Lazio gli chiede il rendiconto delle spese dal 2010 in poi. Ma ogni volta la risposta è sempre la stessa: no. La motivazione? L’obbligo di far conoscere i conti non riguarda gli organi di rilevanza costituzionale. Ma la questione si è complicata in quanto lo scorso 21 febbraio – come ha riferito Il Tempo il presidente Ivan De Musso ha dato 120 giorni di tempo al Csm per presentare il rendiconto ma palazzo dei Marescialli ha deciso di investire della questione la Corte Costituzionale. La Corte dei Conti ha definito un “peccato di superbia, mosso dall’insofferenza istituzionale di essere sottoposto al controllo di un altro organo dello Stato di cui non riconosce l’autorità” ha detto il presidente De Musso. Sulla vicenda interverrà la Consulta.
Stipendi faraonici - L’ultimo rendiconto del Csm risale al 2013 e quantifica in 35 milioni la dotazione annuale fornita dal ministero dell’economia per le spese di funzionamento e gli emolumenti dei componenti del Consigli. I consiglieri togati e quelli laici godono di stipendi da favola e fringe benefit (come auto blu, treni, aerei e alberghi pagati, più 220 euro di diaria). Il Tempo fa notare inoltre che a palazzo dei Marescialli si lavora tre settimane al mese, per un massimo di 15 giorni, dal lunedì al giovedì, Ma stranamente nel bilancio c’erano la bellezza di 630mila euro per straordinari. Perché adesso il magistrati del Csm non vogliono farci conoscere i loro conti?
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