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domenica 11 ottobre 2015

Il ciclone Forza 2 arriva al Sud In Sicilia esondano i fiumi

Il maltempo investe il centro- sud. Danni in Sicilia, Sardegna e Calabria




Le isole maggiori dell'Italia  sono state investite da un ciclone mediterraneo. Temporali, piogge e vento forte. Sono state colpite anche le regioni del centro sud. Molti allagamenti, danni a strade, case evacuate. La situazione meteo rimarrà critica anche per oggi nel centro sud. Sono previsti nubifragi e temporali frequenti in Toscana, Lazio (allerta a Roma ), Marche, Abruzzo, Romagna, Campania, Calabria e Puglia. Domenica il maltempo continuerà a colpire Campania, Puglia, Calabria e Sicilia.

Sicilia - Fiumi esondati, auto travolte dal fango, alberi abbattuti dal vento, frane:questi i danni del maltempo sulla Sicilia orientale. A Barcellona Pozzo di Gotto è tracimato il fiume Mela che ha provocato allagamenti e trascinato via auto. Allagamenti anche a Milazzo. A Furci Siculo è esondato il Pagliara portando via diverse auto e camper. Frana ad Antilio; a Caltanissetta tromba d'aria. 

Calabria - Temporali forti, a tratti molto intensi, grandine, fulmini e raffiche di vento si registrano in Calabria soprattutto nella zona centro meridionale, nella zona della Presila, e a Reggio, in città e nella zona tirrenica. Ci sono stati allagamenti, tegole pericolanti, alberi caduti. Disagi per la circolazione stradale.

Sardegna - Notte di paura anche in Sardegna investita di nuovo dal maltempo. Questo ciclone mediterraneo, a differenza di quello dei primi di ottobre, non ha causato gravi danni sull'isola. Allerta massima in molte zone: Gallura, Nuorese, Cagliaritano e Campidano . Ci sono stati allagamenti a Orosei, Posada e Torpè e sulla strada provinciale 24. Alcune case erano state evacuate in via precauzionale.  A Olbia, i canali sono stati tenuti costantemente sotto controllo e nonostante la pioggia battente non sono tracimati. La situazione più pesante in Gallura si è registrata nel comune di Budoni, dove una settantina di persone sono state evacuate in via precauzionale. 

Conte e Italia, missione compiuta: 3-1 all'Azerbaijan, siamo agli Europei

Europei 2016, Italia qualificata: 3-1 in casa dell'Azerbaijan, Eder, El Shaarawy e Darmian fanno felice Antonio Conte





Nazionale agli Europei 2016. L'Italia del ct Antonio Conte compie la sua missione: vince 3-1 in casa dell'Azerbaijan (gol di Eder, El Shaarawy e Darmian) e conquista la matematica qualificazione alla fase finale in Francia, rendendo superflua l'ultima gara del gruppo H contro la Norvegia, martedì 13 ottobre all'Olimpico di Roma. La classifica ora recita: Italia 21 punti, Norvegia 19 e Croazia ormai impossibilitata a riprende gli azzurri.

Partenza sprint - Nell'avveneristico impianto di Baku, inaugurato per l'occasione e che ospiterà quattro partite dell'Europeo itinerante del 2020, gli azzurri cominciano bene e segnano all'11' con Eder, lanciato alla perfezione da Verratti. Molto distratta la difesa degli ex sovietici, che con il croato Prosinecki in panchina non hanno mai perso in 4 gare, ma anche quella italiana non scherza e al 31' Bonucci e Chiellini pasticciano e Nazarov può infilare l'1-1 a sorpresa. La reazione degli uomini di Conte però è buona: El Shaarawy prima tira alto da centroarea dopo un'uscita avventata di Aghayev poi al 43' sfrutta una ficcante azione in verticale e l'assist smarcante di Candreva, piattone a porta sguarnita e 2-1 facile facile. 

Darmian chiude - Nella ripresa l'Italia controlla e trova il tris con Darmian al 65', bravo a recuperare palla sulla trequarti e infilare con un potente destro dal limite che sorprende il portiere azero. Finale in scioltezza con il neoentrato Giovinco, star nel campionato americano, che sfiora il poker con la traversa su punizione dopo aver provocato l'espulsione di Huseynov.

Turchia, terrore al corteo: 97 morti Gli attacchi kamikaze: i boati

Turchia, attentato terroristico ad Ankara




Un'esplosione davanti alla stazione ferroviaria centrale ha sconvolto Ankara, capitale della Turchia, mentre era in corso una manifestazione sindacale per la pace. Il bilancio è di 97 morti e quasi 400 feriti. L'attentato è successo nel punto in cui doveva passare il corteo pacifista, organizzato per chiedere la fine del conflitto con i separatisti curdi del Pkk. Le vittime sono per lo più manifestanti.

La ricostruzione - Il governo turco ha confermato che si tratta di un attacco terroristico e ha parlato della possibile azione di un kamikaze. Non si esclude che si siano verificati due attentati suicidi coordinati tra loro.  Il prossimo 1 novembre in Turchia ci saranno le elezioni Politiche, un momento politico delicatissimo per il Paese. Per il presidente Recep Tayyip Erdogan saranno un momento decisivo per consolidare la sua permanenza al potere che dura ormai dal 2003 come premier.

La manifestazione - Dopo l'esplosione i manifestanti hanno assaltato un'auto della polizia. Gli agenti hanno reagito sparando lacrimogeni per disperdere la folla.  La manifestazione,che aveva raccolto migliaia di persone, era stata organizzata dai sindacati di sinistra Disk e Kesk, dal partito moderato curdo, dalle opposizioni e dagli ordini degli ingegneri e dei medici.

"Caro Alfio, non ti voterò mai" Chi ha pugnalato Marchini

Simona Marchini al cugino Alfio: "Non ti voto a sindaco"



Simona Marchini

Simona Marchini non ci pensa proprio a votare per fare diventare sindaco Alfio, suo cugino. "Se si candida con la destra, non lo voto. Non voglio mica che mio padre si rivolti nella tomba...", dice l'attrice al Giorno.  Simona, nota attrice e conduttrice, è figlia di Alvaro, già presidente della Roma negli anni Settanta e costruttore rosso, è seconda cugina dell' imprenditore romano che sogna il Campidoglio. "Non si capisca da che parte stia. Una volta pende a destra, una volta a sinistra. Mah".

Dice di Marino: "Io Marino l'ho votato. Sono molto amareggiata. Era indigesto alle lobby, gli mandavano una minaccia di morte al giorno. Ma invece di difenderlo hanno fatto di tutto per torturarlo. Ma che cosa saranno mai gli scontrini? Marino è onesto, mica ha rubato chissacché. E, poi, ha restituito tutto. Siamo alla frutta".

E se Alfio si candida a sindaco di Roma col centrodestra di Silvio Berlusconi, che cosa fa? "Non lo voto". D'altra parte la loro famiglia è sempre stata di sinistra: Alfio senior e suo padre Alvaro li chiamavano quelli di "calce e martello". Alla fine, però, Simona ha parole buone per suo cugino: "Gli faccio tanti auguri. Però lui è piacione, bello, d' impatto, intelligente... Roma potrebbe votarlo".

"Vini, scontrini e viaggi in Usa": vita (pagata) del giovane Renzi

Matteo Renzi e le spese di rappresentanza da presidente della Provincia di Firenze: quasi un milione di euro



Foto Benny (Libero)

Il giovane Matteo Renzi, da presidente della Provincia di Firenze, ha speso 70mila euro in trasferte negli Usa e 600mila euro al ristorante. Su queste spese di rappresentanza (in totale quasi un milione di euro) sostenute rigorosamente con la carta di credito istituzionale (come Ignazio Marino a Roma), hanno indagato Procura e Corte dei Conti, e sottolinea il Fatto quotidiano con un certo ritardo, aprendo un fascicolo solo nel 2012. L'inchiesta della Procura fiorentina si è chiusa con un nulla di fatto, perché quelle spese sono state considerate lecite in quanto "effettuate nel corso del suo mandato". La Corte dei Conti, invece, è intervenuta nel giugno 2014, quando Renzi era già a Palazzo Chigi, e i tecnici sono ancora all'opera. 

I ristoranti di Matteo - Spulciando quegli scontrini, il Fatto sottolinea i 17mila euro spesi in pranzi nei tre mesi compresi tra maggio e luglio 2007, fuori da impegni elettorali. Nel 2008, a ridosso delle primarie Pd, i costi a tavola si alzano a 50mila euro: il 5 luglio alla Taverna Bronzino conto da 1.855 euro, alla trattoria I due G in via Cennini il 29 aprile 2008 vengono ordinate una bottiglia di Brunello di Montalcino da 50 euro e una fiorentina da un chilo e otto etti. Il 13 giugno, alla Buca dell'Orafo in via dei Girolami vino da 60 euro per due commensali. E ancora: al ristorante Lino pranzo da 1.050 euro, al Cibreo altri 1.213 euro, 1.300 euro alla pasticceria Mignon. 

Avventura americana - A differenza di qualche ristoratore romano, molto loquace quando si è trattato di descrivere le serate di Marino, nessuno ricorda ulteriori dettagli sulle tavolate renziane. E nessuno, alla Provincia, aveva l'obbligo di indicare giustificativi per pasti così costosi. Unico inconveniente, ricorda ancora il Fatto con un po' di malizia: nell'ottobre 2007 Renzi è negli Stati Uniti in viaggio istituzionale e la carta Visa della Provincia viene bloccata. L'allora presidente è costretto così a saldare il conto dell'hotel con la propria carta personale: 4mila dollari, ossia 2.823 euro, all'hotel Fairmont di San Josè, in California. Nessun problema: tornato all'Italia, la Provincia gli rimborsa la spesa senza giustificativi. 

sabato 10 ottobre 2015

MARINO II, LA VENDETTA Siluri a Fazio, al Pd e a Renzi: che cosa sta tramando...

Roma, Ignazio Marino annulla intervista da Fazio e prepara il colpo: giunta-bis contro Renzi e Pd




Il sindaco di Roma, Ignazio Marino, ha deciso di annullare l'intervista prevista per questa sera alla trasmissione Che tempo che fa di Fabio Fazio su Raitre. È quanto si apprende da fonti del Campidoglio che non chiariscono perché il primo cittadino della Capitale abbia voluto cancellare la sua prima uscita televisiva dopo le dimissioni già annunciate ma rinviate a lunedì. Marino avrebbe dovuto collegarsi in diretta con la trasmissione condotta da Fazio dai suoi uffici in Campidoglio. Il chirurgo, travolto dall'ultimo scandalo delle cene private pagate con la carta di credito istituzionale, dopo le 17 dovrebbe incontrare in Campidoglio i presidenti di municipio. Fonti vicine al sindaco riferiscono di un tentativo di mettere in piedi una "giunta bis", con l'appoggio di Sel, per sfidare il Pd e il premier Matteo Renzi.

Orfini: "Vicende inquietanti" - Nel frattempo, è sempre più evidente la frattura tra l'ex sindaco e il Pd. "In questi mesi ho fatto di tutto per aiutare l'ex sindaco Marino", ma questo non è bastato "perché una infinita serie di errori hanno definitivamente compromesso autorevolezza e credibilità del sindaco verso la città", scrive il segretario democratico a Roma Matteo Orfini in un post su Facebook. "E perché le ultime inquietanti vicende, a cui ancora oggi non è stata data una spiegazione, e scaricare la responsabilità sui propri collaboratori evidentemente non lo è, hanno finito per incrinare la fiducia nei suoi confronti", sottolinea ancora aggiungendo: "Vicende che non possono essere sminuite se un uomo della legalità come Alfonso Sabella ha ritenuto di dover far sapere che avrebbero impedito la sua permanenza in giunta qualora il sindaco non si fosse dimesso. Spero prima o poi arrivino risposte chiare".

Nazionale choc, Conte verso l'addio. Dal Psg al Bayern (e due nostri club), ecco chi lo vuole

Nazionale, Antonio Conte pensa all'addio dopo l'Europeo. Milan, Psg e Bayern Monaco lo vogliono




Antonio Conte pensa al suo futuro e la nostalgia della vita in un club si fa sentire, ma Carlo Tavecchio lo vuole sulla panchina azzurra fino al 2018. Il contratto del ct termina nel 2016, ma il presidente della Federcalcio lo sta pressando perché rinnovi il l'impegno per altri due anni e guidi la nazionale al mondiale 2018. 

I club alla finestra - Per Conte l'obiettivo è l'Europeo di Francia. Il ct sembra essere stufo delle continue beghe con i club e vorrebbe tornare al lavoro quotidiano sul campo. Le offerte non mancano e sembra che Conte abbia sentito i procuratori delle squadre più importanti per capire le eventuali alternative alla panchina azzurra. In molti club italiani ed europei ci sono allenatori in difficoltà che rischiano di saltare o che potrebbero lasciare, per vari motivi. Occhio allora a grandi come Manchester City, Chelsea e Arsenal in Gran Bretagna, ma soprattutto il Bayern Monaco in Germania e il Psg in Francia. Ovviamente, però è l'Italia il mercato più attento: Milan e Roma, che già in passato hanno avuto contatti con l'ex tecnico della Juventus, torneranno alla carica visto il rendimento altalenante o non soddisfacente dei loro attuali allenatori, Sinisa Mihajlovic e Rudi Garcia.

Spuntano nuovi segreti sul prete gay: "In quali locali girava e il flirt col vip..."

Il prete gay, spunta uno scandalo del passato: un noto attore tra i suoi ex




Dopo aver fatto coming out, l'ex sacerdote Krzysztof Charamsa è un personaggio molto popolare e super chiacchierato. L'ultima indiscrezione su di lui è del sito Dagospia, che lo chiama affettuosamente "Cris". "L’alto prelato che ha fatto coming-out non solo, come MilanoSpia ha anticipato, frequentava da tempo alcune saune gay di Barcellona, ma è notizia di ora che ha bazzicato, pare, in tutti i luoghi frocioni più porcini della capitale".

E spunta anche l'amore famoso: "Pare anche che sia stato molto intimo di un noto attore meridionale che finge di essere eterosessuale…". Chi sarà costui?

IL RETROSCENA SUI MARÒ C'è un legame con il riscatto (pagato) per Greta e Venessa Le tre soluzioni estreme

Marò, il legame tra il riscatto per Greta e Vanessa e la prigionia di Latorre e Girone: l'ipotesi dei blitz




C'è un legame che collega la vicenda del pagamento di 12 milioni di euro ai terroristi siriani per la liberazione delle cooperanti Greta Ramelli e Vanessa Marzullo e la prigionia dei due marò. Che il governo avesse pagato il riscatto delle due italiane è stato ribadito da un'inchiesta approfondita e documentata di Al Jazeera, ma l'ipotesi che quella scelta fosse legata al caso dei marò è stata per la prima volta sollevata da Luigi Bisignani, durante un talk show. Secondo il giornalista, sarebbe stata: "una mossa del governo per abbassare la tensione mediatica dopo tutto quello che non si è fatto per i marò". Il Tempo aggiunge che questo tipo di legame sarebbe smentito da più fonti governative e militari, ma lo stesso ha fatto finora la Farnesina a proposito dei pagamenti dei riscatti degli italiani rapiti nel mondo: "La realtà - ha detto Toni Capuozzo, autore del libro "Il segreto dei Marò" - è che che l'Italia ha sempre pagato i riscatti, senza bisogno di alcuna brutta figura. L'ostaggio italiano è appetibile perché noi paghiamo. Abbiamo creato un vero e proprio mercato".

Tre fallimenti - In fondo anche dopo l'esplosione della vicenda indiana, il governo italiano ha provato a pagare offrendo denaro alle famiglie delle vittime, uno dei tanti errori commessi sul caso, secondo Capuozzo: "Idea funesta, perché suonava come un'ammissione di colpa". Fallita la soluzione "risarcitoria", la via diplomatica fallita in partenza, con la strada giudiziaria indiana sempre più in salita, tra i corridoi del governo italiano qualcuno avrebbe pensato e progettato diversi tentativi per liberare manu militari i due fucilieri. Il primo tentativo sarebbe stato quello degli incursori della Marina, seguito in parallelo da un altro portato avanti dai servizi segreti, entrambi falliti. Il Tempo parla poi di un terzo tentativo, rimasto sulla carta e chiuso in un fascicolo segreto.

I sospetti - L'ex ministro della Difesa ai tempi del governo di Enrico Letta, Mario Mauro, chiede: "una commissione d'inchiesta, se si vuole una ricostruzione autorevole di tutta quella vicenda. Finora - ha detto Mauro - non lo si è fatto d'accordo con tutte le forze politiche per non mettere a repentaglio i nostri marò". Certo dei blitz l'ex ministro sostiene di non saperne niente. Nel suo breve periodo da ministro, la linea è stata sempre quella della diplomazia, ma poi insinua: "Se durante il governo Monti ci sono state invece queste cose, io non glielo so dire, ne sono completamente all'oscuro", di certo ogni Paese prevede un piano di emergenza in queste situazioni: "Stiamo parlando di cose che tutti gli stati maggiori avranno nel cassetto". Sull'ipotesi dei due blitz falliti, è scettico Capuozzo: "C'era una via limpida e trasparente per riportare a casa Girone e Latorre e non era certo quella dei blitz. Queste ricostruzioni mi fanno sorridere. Perché devi fare di notte quello che puoi fare a mezzogiorno in piena luce. Se così fosse, mi sembrano iniziative di riciclaggio delle coscienze".

CONTI CORRENTI IN BANCA Su quali non fanno controlli

Conti correnti in banca, su quali non fanno i controlli


di Francesco Specchia



Alla faccia delle voluntary disclosures d’ogni dove, in Italia, i maghi dell’evasione sono i cinesi (in second’ordine, i preti di provincia con annesso miracolo periodico di moltiplicazione nei conti correnti; terzo posto per i manager abituati a usare tv al plasma e frigoriferi al posto dei contanti).  La scena è sempre la stessa. Il commerciante cinese s’infila in banca, legge i moduli antiriciclaggio come fossero il libretto rosso di Mao, si qualifica con i soliti nomi -Wang. Zhou, Xian- e documenti sospetti; svuota sul tavolo sacchi di plastica gonfi di mazzi di banconote dai 50mila euro in su. I funzionari impallidiscono, parte l’allarme ma si spegne presto, e il tasso d’evasione locale si gonfia fino al 98%. I comportamenti delle banche colluse attorno a frotte di grossi riciclatori impuniti viene descritto in modo spietato dall’ex dirigente di banca Vincenzo Imperatore nel libro Io vi accuso- così le banche soffocano le famiglie e salvano il sistema (pp 152, euro 14, prefazione di Gigi Paragone).

I cinesi sono la categoria di imprenditori più illegalmente protetta d’Italia. Imperatore fa il caso emblematico della Chinatown di San Giovanni a Teduccio, quartiere della periferia est di Napoli (9300 imprese individuali gran parte riconducibili a cinesi tramite prestanome, che non pagano le tasse): «In un anno abbiamo fatto 6000 senalazioni sospette all’antiriciclaggio. Queste vengono scremate dall’ufficio centrale della banca e poi confluiscono all’Uif -ufficio italiano finanziario- che decide di far partire le indagini e far bloccare i conti. Sa quanti blocchi su 6000 avvisi, in un anno? Zero. La lobby cinese è talmente forte che ferma le procedure, ma non si capisce a che livello...». I cinesi ridono sempre. E, sulle carte d’indentità, sembrano tutti clonati. Per aggirare la legge antiriciclaggio dei 1000 euro portabili si producono, quotidianamente, in migliaia di miniversamenti da 999,99 euro. Ma quando chiedi loro conto degli scontrini, ti restituiscono un pezzo di carta sbiadito da calcolatrice elettronica, neanche fossero nel bar di Cetto Laqualunque. «A Prato, su campione di 100 dichiarazioni di confezionisti tessili cinesi, per il 2010, è emerso che a fronte di 200mila euro da pagare, l’Agenzia delle Entrate non ha riscosso nulla», scrive Imperatore. Vero.

Nella retata alla Bank of China milanese (297 persone coinvolte, alcuni sportelli abusivi in normali appartamenti) si pensa che sia sparito quasi 1 miliardo di euro. I cinesi non sono gli unici riciclatori sistemici. Ci sono anche i preti, dicevamo. «Una Chiesa povera per i poveri»; per Imperatore l’afflato francescano di Papa Bergoglio, viene rispettato scorrendo la colonna a destra del bonifico che la Curia fa al suo grazioso parroco, sempre napoletano, Don Alfonso R. «922,05 euro per conto dell’Istituto di sostentamento del clero» più «111,55 di celebrazione messe». E sta bene. La perplessità si ha, però, quando, nella colonna sinistra del bonifico transitano cifre da «50mila euro per sottoscrizione di titoli e fondi comuni» o «20mila euro per acqusito titoli». Un pretuncolo di Pianura, Don Piero G. cugino di un discusso vescovo di Napoli, disponeva di un conto corrente «con saldo 520mila euro in data aprile 2008». Il funzionario che cercò di vendergli un prodotto finanziario spazzatura sfiorò il licenziamento. Poi ci sono i bankers che al posto dei fidi (margine di guadagno netto all’8%, rischio altissimo) vendono tv, telefonini, palestre, tapis roulant; rendono il 20% del prezzo al correntista con zero rischi. Personaggi oscuri. «Preti, commercianti cinesi speculatori immobiliari, Questi hanno la priorità rispetto ai “normali” correntisti. A loro è permesso tutto, anche aggirare le norme antiriciclaggio, nascondere i proventi dell’evasione fiscale, compiere operazioni finanziraie spericolate, perfino pretendere il licenziamento di funzionari...». È il sistema, bellezza. E mentre i commercianti sono trattati da paria alla richiesta di un piccolo prestito; gli artigiani vengono garrotati nella stretta del credito; e i piccoli imprenditori subiscono il marchio d’infamia da segnalazioni antiriciclaggio per versamenti di poche centinaia di euro (per venire poi torchiati, per questo, dalla Guardia di Finanza). Ps al quarto posto degli impunti ci sono i giornalisti...

venerdì 9 ottobre 2015

Il pilota sviene e perde il controllo, atterraggio d'emergenza a Venezia

Pilota sviene durante un volo Easy Jet Londra - Creta, atterraggio d'emergenza al Marco Polo




Sono stati attimi di terrore quelli che hanno vissuto i passeggeri del volo Easy Jet proveniente da Londra, e diretto a Creta, il 9 ottobre. Alle 10,20 di mattina, il comandante è svenuto all'improvviso e il copilota ha dovuto richiedere un atterraggio di emergenza all'aeroporto più vicino, il Marco Polo di Venezia. Mentre il pilota era ancora svenuto, il suo vice ha preso il controllo dell'aereo e ha iniziato le manovre di discesa. A Venezia il personale del Marco Polo si è subito attivato ed è riuscito a far atterrare l'aereo senza incidenti. Tutti i 170 passeggeri che erano a bordo stanno bene.

Allarme meteo, arriva il ciclone Forza 2: alluvioni e devastazioni in sei Regioni

Meteo, in arrivo un ciclone: le regioni che saranno colpite





Ci aspettano giorni duri da un punto di vista climatico. Un ciclone si sta avvicinando alla Sardegna e porterà un peggioramento sull'isola e, da domani, su tutto il centro Sud. La redazione web de IlMeteo.it rende noto che oggi il tempo peggiora pesantemente sulla Sardegna con precipitazioni via via più diffuse ed intense, addirittura con temporali forti e possibili nubifragi su Medio Campidano, Iglesiente, Cagliaritano e nella notte anche su Ogliastra, Nuorese, Olbia Tempio. Domani il ciclone, classificato forza 2 da ilmeteo.it, si troverà sul Mar Tirreno centrale e il maltempo colpirà parecchie regioni. Le precipitazioni potranno risultare abbondanti e con possibili nubifragi o alluvioni lampo, su Lazio, specie Viterbese e Romano, Campania, Puglia, Marche, Abruzzo e Toscana, specie Grossetano e Senese. Migliora in Sardegna nel pomeriggio. Temporali anche in Sicilia e locali sulla Calabria, ma sempre molto forti. Le piogge raggiungeranno anche l’Emilia Romagna.

La previsione - Antonio Sanò, direttore e fondatore del sitowww.iLMeteo.it comunica che domenica 11 ottobre il tempo continuerà a rimanere instabile e ancora con temporali su Campania, Puglia e Calabria. Piogge deboli sulle regioni adriatiche e Friuli Venezia Giulia, più soleggiato altrove.  Dopo il ciclone lunedì il tempo sarà soleggiato un po’ ovunque, ma martedì una nuova bassa pressione raggiungerà in nostri mari, colpendo principalmente la Toscana, il Nordest e poi Lazio e Campania.

Multe, costi e incidenti al volante: Rc Auto, ecco che cosa cambia

Liberalizzazioni, cosa cambia su RcAuto, avvocati e fondi pensione


di Tommaso Montesano



Le abitudini dei consumatori italiani stanno per cambiare. Con 269 voti favorevoli, 168 contrari e 23 astenuti (i deputati di Scelta civica, che imputano al governo «poco coraggio»), l’Aula di Montecitorio ieri ha approvato il disegno di legge «per il mercato e la concorrenza», presentato il 3 aprile scorso. Il testo, che nel corso dell’esame alla Camera è cresciuto fino a superare i 40 articoli, passa ora all’esame del Senato. Nulla di fatto sui farmaci di fascia C, che continueranno ad essere venduti solo nelle farmacie. 

Il pacchetto delle misure soddisfa a metà Giovanni Pitruzzella, presidente dell’Antitrust: «Resta ancora molto lavoro da fare sul terreno delle liberalizzazioni». «Mi auguro», aggiunge il garante di Concorrenza e Mercato, «che nel secondo passaggio parlamentare, al Senato, il testo definitivo possa tener conto delle esigenze e delle aspettative dei consumatori in modo ancora più completo ed efficace». Federica Guidi, ministro dello Sviluppo economico, pur augurandosi miglioramenti, chiede «l’approvazione finale del provvedimento entro la fine dell’anno». Ecco come cambierà, in ogni caso, la vita del consumatore con le norme fresche di approvazione.

Gas ed energia - Entro il 2018 terminerà il mercato di maggior tutela per gli utenti di energia e gas. Stop, quindi, ai prezzi regolamentati in nome della liberalizzazione totale del settore. Per aiutare i consumatori nella scelta del futuro gestore, è prevista la creazione di un portale per la raccolta e la pubblicazione delle offerte. I soggetti abilitati alla vendita di energia elettrica dovranno iscriversi all’elenco che sarà operativo dal 2016 allo Sviluppo economico. 

Costi di telefonia - Nei contratti per i servizi di telefonia, televisivi e di comunicazione elettronica, le spese e gli oneri di recesso e trasferimento dell’utenza ad altro operatore dovranno essere noti, commisurati al valore del contratto e comunicati al consumatore. Le procedure per la migrazione dei clienti tra operatori di telefonia mobile saranno semplificate.

Multe e poste - Poste italiane conserverà per un anno in più l’esclusiva sull’invio della notifica di atti giudiziari e multe. Lo stop slitta dal 10 giugno 2016 (data prevista nella versione originale del testo) al 10 giugno 2017.

Banche nel mirino - Sono previste sanzioni fino a 10mila euro per gli istituti di credito e le società di carte di credito che impongono ai propri clienti, per i servizi di assistenza, tariffe telefoniche superiori a quelle urbane.

Sconti alberghi - Gli hotel potranno vendere, sui propri siti internet, le camere ad un prezzo inferiore rispetto a quello offerto dalle piattaforme web di intermediazione turistica (ad esempio Booking o Expedia). Merito di un emendamento approvato dall’Aula lo scorso 6 ottobre a larghissima maggioranza: 434 voti favorevoli, 4 contrari e 3 astenuti. 

Pacchetto RcAuto - Per gli automobilisti che non assicurano il proprio veicolo, sono in arrivo sanzioni più pesanti. Stretta anche, in caso di sinistro, sull’utilizzo dei testimoni identificati in un momento successivo. Ci saranno, però, sconti obbligatori per chi deciderà di installare la scatola nera, i cui costi di installazione, disinstallazione, sostituzione e portabilità saranno a carico della compagnia assicurativa. Novità per gli automobilisti del Mezzogiorno: per loro ci saranno tariffe speciali se accetteranno di istallare la scatola nera e non avranno avuto incidenti da almeno 5 anni. In arrivo anche la tabella unica nazionale per i risarcimenti dei danni biologici. 

Benzinai a rischio - I nuovi impianti dovranno avere più tipologie di carburante. D’ora in avanti i benzinai titolari di nuovi impianti saranno obbligati ad iscriversi a una specifica anagrafe del ministero dello Sviluppo economico. Se la pompa di loro gestione risulterà irregolare, dovranno autodenunciarsi. I gestori, in caso di irregolarità, avranno un anno di tempo per regolarizzare la posizione, altrimenti rischiano una multa fino a 15mila euro per ogni mese di ritardo e la sospensione della licenza. 

Aumentano i notai - Attualmente c’è un notaio ogni 7mila abitanti. Il disegno di legge del governo abbassa la soglia a 5mila abitanti. Questo potrebbe portare il numero complessivo dei notai a raggiungere quota 12mila. La tenuta del registro delle successioni passa al Consiglio nazionale del notariato.

Regole per i rimborsi - Sarà definita una carta unica dei servizi a tutela dei viaggiatori, nella quale saranno stabilite le regole per accedere a rimborsi e indennizzi per i passeggeri su ferro e gomma. 

Ticket al telefono - I biglietti di mostre, concerti ed eventi sportivi potranno essere acquistati attraverso i telefoni cellulari, utilizzando il credito telefonico residuo. Il pagamento delle telefonate ai numeri 899 scatterà solo al momento della risposta dell’operatore.

Avvocati in società - Via libera all’esercizio della professione forense da parte di società di persone, capitali e cooperative, purchè costituite per almeno due terzi da professionisti, anche non avvocati. Porte sbarrate, invece, alla partecipazione al capitale attraverso società fiduciarie, trust o per interposta persona. E niente da fare per la norma che avrebbe consentito agli avvocati di autenticare le compravendita di immobili destinati all’uso non abitativo (cantine, box, locali commerciali) purché di valore catastale non superiore ai 100mila euro. 

Fondi pensione - Rispetto al testo licenziato dal consiglio dei ministri, in sede referente (nelle commissioni Attività produttive e Finanze) è stata soppressa la facoltà, per chi è titolare di forme pensionistiche complementari, di trasferire la propria posizione ad un fondo pensione di un’altra categoria professionale: niente portabilità. Entro trenta giorni dall’approvazione definitiva del provvedimento, in ogni caso, al ministero dello Sviluppo economico si aprirà un tavolo per la riforma del settore.

Caivano (Na): Il Caso L'ex Assessore Salvatore Fusco richiama l'ex candidato di Forza Italia Nino Navas

Caivano (Na): Il Caso L'ex Assessore Salvatore Fusco richiama l'ex candidato di Forza Italia Nino Navas 


di Angela Bechis


Salvatore Fusco
ex Assessore Comune di Caivano



Da qualche giorno sulla sua pagina Facebook, un certo Nino Navas (pare che sia lo stesso che voleva candidarsi a Sindaco di Caivano e poi, candidatosi a consigliere comunale in Forza Italia, è arrivato "quinto non eletto" nonostante il suo partito abbia avuto ben 6 consiglieri!). Si vanta di aver firmato un protocollo di intesa con il Garante dell'Infanzia e dell'adolescenza in rappresentanza del Comune di Caivano. Qualcuno gli ha chiesto se fosse possibile che un cittadino qualsiasi, peraltro pare nemmeno caivanese, possa rappresentare la comunità caivanese. Nino Navas, con molta sufficienza ha risposto di avere una delega del sindaco e, secondo lui, tutto era regolare. Tra i commenti spiccavano quelli di Salvatore Fusco, che affermava: “ASSOLUTAMENTE NON E' CONSENTITA LA DELEGA AD UN NAVAS QUALSIASI. Con tutto il dovuto rispetto Navas (che invito a leggersi lo statuto) NON HA ALCUN TITOLO per rappresentare il Sindaco in quella sede”.

Salvatore Fusco riportava, a supporto di quanto affermava, alcuni estratti  dallo statuto: “Statuto Comunale approvato con Delibera di C.C. n. 26 del 06/05/2004, esecutiva a norma di Legge. Art. 41 comma 1: Il Sindaco rappresenta l’ente ed è l’organo responsabile dell’amministrazione. Comma 15: Il Sindaco sceglie tra gli assessori, il vicesindaco che lo sostituisce in tutte le sue funzioni in caso di assenza o impedimento. Comma 16: il Sindaco può delegare agli assessori, al presidente del consiglio di circoscrizione. Può altresì delegare ai Funzionari Dirigenti il compimento di atti e attività che non abbiano contenuto politico (Di Navas nessuna traccia)”. E concludeva con il commento: “Navas, col suo post, dimostra di essere un ignorante! (dal verbo ignorare)”. Tra i commenti c’era anche quello di del Giornalista Sossio Barra, che sosteneva che comunque Il Sig. Navas aveva raggiunto un obiettivo positivo. A tale commento, Salvatore Fusco, precisava: “Caro Sossio, io ho solo precisato che Navas non ha alcuna leggittimità’ a firmare protocolli di intesa a nome del Comune di Caivano. Il sindaco non può delegare a firmare questo tipo di atti. Ho precisato questo - continua Salvatore Fusco - solo perché Navas ha liquidato un commentatore che gli chiedeva se fosse possibile che lui firmasse atti non avendo cariche istituzionali. Io credo - conclude Fusco - che in un Paese Civile e Democratico vadano rispettate REGOLE, NORME, RUOLI e LEGGI!

Secondo chicchessia, il Sindaco potrebbe stipulare contratti milionari con ditte pur efficientissime, senza gare e procedure previste da Leggi? CERTAMENTE NO! Se lo facesse, cosa succederebbe? qualcuno lo difenderebbe dicendo: “ha fatto bene perché la ditta risolve i problemi?” CERTAMENTE NO! In Democrazia, purtroppo, per i vari Navas, NON E’ CONSENTITO agire fuori dalle regole”.

Navas, che se in buona fede avrebbe potuto e DOVUTO contrastare i discorsi di Fusco cosa ha fatto? Ha cancellato TUTTI i commenti di Fusco e lo ha “bloccato” impedendolo di scrivere sulla sua pagina! L'ex assessore Salvatore Fusco, affida a il Notiziario sul web la risposta all'ex candidato al consiglio comunale di Caivano, Nino Navas: Caro Navas, se Lei non è d’accordo ad avere un CONFRONTO DEMOCRATICO e vuole solo commenti benevoli perché non si fa un bel gruppo chiuso con pochi intimi in modo che possiate cantarvele e suonarvele da soli?

La critica e il dibattito sono il sale della democrazia (democrazia, Navas! Le dice niente questa parola????). Se Lei non era CAPACE DI RISPONDERE perché IGNORANTE (sempre dal verbo ignorare) poteva farsi consigliare da chi E’ MENO IGNORANTE di Lei (ce ne sono tanti, glielo assicuro.) Forse CHI NON IGNORA ha dato ragione a me? e allora ??????  Era molto più onorevole rispondermi in qualunque modo ritenuto opportuno. Cancellandomi e bloccandomi, SOTTRAENDOSI IN MODO MISEREVOLE AL CONFRONTO potrebbe farla passare per un vile e buffone. (potrebbe!)

Insomma, Salvatore Fusco non le manda di certo a dire, e, legittimamente, a nome dei cittadini di Caivano, raggiunge piena solidarietà per la mancanza di rispetto subita, legittimamente o illegittimamente, da un praticante esponente di Forza Italia. 

VOGLIONO ARRESTARE LEO MESSI Quel (grossissimo) guaio della Pulce

Leo Messi, evasione fiscale: chiesti 22 mesi di carcere




Il procuratore di Stato spagnolo ha chiesto 22 mesi di carcere per Lionel Messi, il fuoriclasse del Barcellona, accusato frode fiscale. Secondo la magistratura inquirente, il calciatore avrebbe frodato insieme al padre, Jorge Horacio, oltre 4 milioni di euro.

Il caso - Il fuoriclasse argentino deve rispondere di tre reati contro l’Agenzia delle Entrate commessi fra il 2007 e il 2009. Chiesta anche una multa di 4,1 milioni di euro, ovvero l’ammontare della frode ai danni del fisco. Secondo il quotidiano El Pais, l’Avvocatura di Stato, pur riconoscendo che Messi è "profano" in tema tributario, ritiene che "non si può ignorare" che buona parte delle sue entrate relative allo sfruttamento dei diritti d’immagine arrivavano attraverso società registrate in paradisi fiscali come Uruguay e Belize. Il pubblico ministero, invece, aveva chiesto l’archiviazione per il giocatore ritenendo il padre Jorge Horacio unico responsabile della frode fiscale. Il tribunale di prima istanza di Gavà ha così deciso il rinvio a giudizio di entrambi davanti al giudice penale di Vilanova i la Geltrú (Barcellona).

Gli affari (d'oro) del monsignore omosex Che cosa "combina" dopo il coming-out

Krzysztof Charamsa: libri, festival e servizi fotografici. Il business del sacerdote gay


di Alessandra Menzani



Sicuramente  Krzysztof Charamsa ha deciso di fare coming out per un autentico orgoglio gay e per la necessità di vivere liberamente la sua identità sessuale insieme al bel fidanzato. Ne siamo certi. Siamo altrettanto sicuri che da quando è gay (ufficialmente gay), il coraggioso teologo polacco sosia di Paolo Bonolis è più ricco di quando era solo un prete. Contratti per libri, inviti al Gay Village, lussuosi orologi mostrati in un servizio posato su Chi, offerte a go go. 

Tutto molto bello. "Col passare dei giorni quello di Charamsa si sta rivelando un coming out mediatico studiato a tavolino", scrive Selvaggia Lucarelli oggi sul Fatto Quotidiano. Viene definito "un gran paraculo". In effetti... La Lucarelli fa notare che su Chi di questa settimana cattura l'attenzione  un servizio fotografico patinato fatto comodamente prima del clamoroso coming out in cui il religioso indossa un appariscente cronografo, è abbellito da una buona dose di Photoshop e ha l'aria sexy  e convinta alla George Clooney in abito telare. Mah.

Così Charamasa si posiziona come testimonial cool dell'orgoglio gay nella Chiesa. E non è difficile notare che, ancora prima di uscire allo scoperto, ha un contratto per un libro-verità, immancabile, e prima ancora un sito personale (http://cris-charamsa.blogspot.it/). E oggi anche un invito di Vladimir Luxuria per fare da testimonial al Gay Village. Poi? Mancano solo la conduzione di Sanremo e la parte in un Cinepanettone e poi è ufficialmente un prezzemolino.

Il prodotto con un batterio mortale Panico alla Coop: cosa devi evitare

Coop, ritirato il "Girellone farcito": batterio potenzialmente mortale




La Coop ritira dai suoi supermercati un prodotto alimentare che potrebbe contenere un pericoloso batterio. Il prodotto incriminato è il Girellone farcito con le olive, della marca Il Forteto. La cooperativa ha annunciato il ritiro dagli scaffali del prodotto gastronomico perché in esso potrebbe essere presente la Listeria Monocytogens, un pericoloso batterio che vive e prolifera in una fascia di temperature molto ampia: tra i 3 e i 45°C. Questa caratteristica lo rende un potenziale contaminante di alimenti, anche se conservati in frigorifero. La Listeria Monocytogens provoca la listeriosi: malattia che nei neonati può essere anche mortale. Per gli adulti invece i sintomi sono quelli di un'influenza, ma può provocare setticemia, meningite purulenta e l'aborto nelle donne in gravidanza.

La distribuzione - Il lotto interessato è il 40115 con scadenza il 14/10/2015, venduto nel Lazio, in Toscana, Umbria e Campania. Nel caso in cui qualcuno avesse in casa il prodotto deve riconsegnarlo al supermercato dove l'ha acquistato. Per informazion
i è possibile chiamare il numero 0555370574.

De Girolamo, veleno sugli alfaniani Le pagelle, i voti (e i loro segreti)

Nunzia De Girolamo, le pagelle sugli ex amici del Nuovo Centrodestra




Nunzia De Girolamo, recentemente rientrata in Forza Italia, ha analizzato uno a uno i suoi ex compagni di Ncd. La deputata, intervistata da Panorama, ha detto di aver capito che la sua felicità politica l'aveva già trovata in Fi ed ora se ne è resa conto. La De Girolamo aveva lasciato il partito di Berlusconi per seguire Angelino Alfano nell'avventura di Ncd. Era stata ministro del governo Letta, fu costretta a dimettersi per una vicenda legata a nomine nella sanità locale, benché non fosse indagata. E Ora è rientrata in Fi dopo un contrasto con Alfano e il suo partito, che accusa di aver virato troppo a sinistra per seguire Matteo Renzi.

Ncd - "Il Nuovo centro destra è ormai una costola, anzi una costoletta dal Pd - ha detto De Girolamo - Il progetto è fallito. Sia chiaro, mi ci metto anche io tra quelli che hanno sbagliato qualcosa. Però un appiattimento così supino su Renzi era inimmaginabile alla vigilia".

Alfano - Quindi la deputata inizia a dipingere i membri di Ncd con aggettivi ed episodi che li connotano: "Alfano ha il difetto della vanità. Il problema è tutto lì. Pur di non spegnere il riflettore sul Viminale, ha indotto il partito a farsi renziano."

Gaetano Quagliarello - "Un individualista. Anche per questo non può più sopportare mortificazioni. Si appresta a uscire da Ncd."

Beatrice Lorenzin - "Coerente, ha il coraggio di dire apertamente che è renziana. Ed è l'unica che si salverà, rimane la più furba".

Maurizio Lupi - "Come Alfano ha scelto l'io e non il noi. Eletto europarlamentare, doveva dimettersi da ministro e prendere in mano il partito. Ma invece di sfidare Angelino ha preferito rimanere alle infrastrutture..."

Renato Schifani - "Lo vedo infelice. Non credo finirà la sua carriera politica nel Pd". 

Fabrizio Cicchitto - "Il suo approdo è ideologico. Da ex socialista vede in Renzi la rivalsa sui comunisti che distrussero il Psi e Bettino Craxi. Così lui fa pace con la sua storia".

Barbara Saltamartini - Lei è un'amica, spero possa tornare con noi, prima o poi".

Quella voce sulla Meloni: al voto, Giorgia in campo? Roma, tutti i nomi in gioco

Ignazio Marino si è dimesso, toto-nomi a Roma: chi si candiderà a sindaco




Ignazio Marino si è dimesso. Roma tira un sospiro di sollievo. Ma guarda anche al futuro, tanto che sono già iniziate le indiscrezioni e le ipotesi su chi potrebbe occupare la poltrona lasciata vuota al Campidoglio (indiscrezioni e ipotesi che, in verità, proseguivano da tempo, da prima che Marino ufficializzasse il suo ineludibile destino: andarsene). Ciò che ora accadrà a Roma è chiaro: si va alle urne, probabilmente nella primavera del 2016 e, va da sé, si fanno i nomi dei possibili candidati alla poltrona di sindaco capitolino.

Sinistra - Si parte dal Pd, dove si fanno i nomi del prefetto Franco Gabrielli (commissario de facto di Marino), di Francesco Rutelli (per un clamoroso e improbabile bis) e anche di Walter Veltroni, che al pari di Rutelli è già stato sulla poltrona più alta del Campidoglio. Ma i democratici potrebbero puntare anche su Matteo Orfini, commissario per Roma e assai gradito a Matteo Renzi, o Roberto Giacchetti, altrettanto gradito al premier.

Grillini - Ma ora come ora, i grandi favoriti per la corsa al Campidoglio, potrebbero essere i grillini, in grado di "godere" dei disastri di Marino e della disgregazione della destra, che dopo Gianni Alemanno (anche lui assai criticato e ben poco popolare) non è riuscita ad esprimere un candidato valido. Per i pentastellati si parla di Alessandro Di Battista, candidato ideale e molto "gradito". Lui tempo fa aveva smentito l'ipotesi, ma la "manina" di Beppe Grillo potrebbe spingerlo in corsa: suo il nome adatto per raccogliere il "seminato" delle disastrose precedenti amministrazioni. 

L'outsider - Il nome più caldo per la prossima tornata elettorale, insieme a quello di "Dibba", è infine quello di Alfio Marchini, che nel 2013 si candidò da indipendente ed ottenne un significativo 10 per cento. Marchini, si dice, potrebbe essere interessato anche al palcoscenico della politica nazionale, ma dopo il crollo di Marino avvenuto prima del previsto potrebbe anche tornare sui propri passi e ritentare la corsa capitolina, dove con buona probabilità potrebbe essere appoggiato anche dal centrodestra. Infine, una suggestione, sempre a destra: Giorgia Meloni. Romana e popolarissima, potrebbe anche farsi ingolosire dalla corsa al Campidoglio, dove con l'appoggio del centrodestra avrebbe grosse, grossissime, possibilità di spuntarla.

giovedì 8 ottobre 2015

"MI DIMETTO...O FORSE NO" Ignazio Marino, l'ultima pagliacciata

Ignazio Marino si è dimesso da sindaco di Roma: "Ma potrei ripensarci entro 20 giorni"




Assediato, Ignazio Marino cede. O forse no: il sindaco di Roma, travolto in ultimo dallo scandalo rimborsi, fa l'atteso passo indietro. Definitivo? Mistero. Perché l'allegro chirurgo ci regala l'ultimo colpo di teatro: "Presento le mie dimissioni - spiega -, sapendo che queste possono per legge essere ritirate entro venti giorni". Così nella lettera con cui annuncia il passo indietro (a metà): "Non è un'astuzia la mia - aggiunge -, è la ricerca di una verifica seria, se è ancora possibile ricostruire queste condizioni politiche".

Pioggia di dimissioni - Schiacciato dalle cene (private) pagate con la carda di credito del Comune, il sindaco, all'angolo, stupisce ancora (in negativo). Dopo un'infinita sequela di disastri - dalla Panda rossa fino alle smentite papali, roba da record - Marino cede sotto al peso dell'accusa di aver portato al ristorante moglie, parenti e amici, spacciando il banchetto come pranzo di lavoro. Ci ha provato, fino all'ultimo, a coprire lo scandalo. Si è offerto di restituire 20mila euro (restituire?). Ma niente, niente da fare. Il Campidoglio lo ha "espulso", il premier Matteo Renzi (e il Pd) lo hanno scaricato. Nelle ultime ore, il diluvio: prima le dimissioni di Stefano Esposito, poi quelle di Marco Causi, dunque quelle di Luigina Di Liegro. Quindi la nota, ambigua, in linea con il personaggio. Dimissioni che assomigliano un po' a un "ricatto" al Pd, che resta nel limbo: davvero, Marino, avrà l'ardore di ritirarle? Difficile. Eppure vuole dare "fastidio" fino a quando gli sarà possibile farlo.

Una "aggressione" - Nella nota, Marino, prosegue: "Non nascondo di nutrire un serio timore che immediatamente tornino a governare le logiche del passato, quelle della speculazione, degli illeciti interessi privati, del consociativismo e del meccanismo corruttivo-mafioso che purtroppo ha toccato anche parti del Pd e che senza di me avrebbe travolto non solo l’intero Partito democratico ma tutto il Campidoglio". E ancora, l'ex sindaco aggiunge: "Tutto il mio impegno ha suscitato una furiosa reazione. Sin dall’inizio c’è stato un lavorio rumoroso nel tentativo di sovvertire il voto democratico dei romani. Questo ha avuto spettatori poco attenti anche tra chi questa esperienza avrebbe dovuto sostenerla. Oggi quest’aggressione arriva al suo culmine. Ho tutta l’intenzione di battere questo attacco e sono convinto che Roma debba andare avanti nel suo cambiamento".

Caivano (Na): Intervista al Consigliere comunale di Liberi Cittadini Francesco Emione

Caivano (Na): Emione boccia l'amministrazione a guida Simone Monopoli 


a cura di Gaetano Daniele



Architetto Francesco Emione
Consigliere comunale "Liberi Cittadini"

Architetto Emione,Caivano è sommersa dai rifiuti, perchè?

Perché i dipendenti sono in agitazione, avanzano legittime rivendicazioni alle quali bisognerà dare una risposta. Non è colpa della ditta come si vuole far credere, il solito scaricabarile politico. La stessa ditta c’era anche quando governava il Commissario, ma la città era più pulita. Diciamo al verità: la questione rifiuti è stata presa sottogamba dall’amministrazione Monopoli, tant’è che il sindaco ha dato la responsabilità di settore ad un funzionario bibliotecario incompetente (cioè non esperto) e soprattutto conflittuale. Sotto il profilo squisitamente politico, manca l’autorevolezza dei membri della giunta rispetto alle scelte gestionali. Stanno sbagliando tutto, in pratica non ne azzeccano una. Vanno rivisti i ruoli. Azzerata la giunta soprattutto per ciò che riguarda le deleghe più delicate. In altri tempi sarebbero fioccate revoche e dimissioni. Ma hanno puntato tutto sull’allettante appalto dei rifiuti  di 30 milioni di euro, stanno sperperando soldi pubblici, purtroppo non sono in grado nemmeno di far raccogliere i rifiuti. Siamo al collasso igienico sanitario e sta per arrivare il saldo Tari 2015. Oltre al danno al beffa. 

Architetto Emione, lei ha denunciato un conflitto di interessi tra Ente e Politica, ci può spiegare meglio di cosa si tratta?

Rispondo con un antico brocardo “Come la moglie di Cesare, il politico non solo deve essere onesto, ma anche sembrarlo”. Invece, gli appalti - rigorosamente senza gara -  vengono dati a ditte suggerite dai consiglieri o peggio di stretti congiunti. Il paradosso è che i beneficiati  che , grazie  alla politica, hanno superato i concorrenti hanno pure l’ardire di replicare alle critiche. Siamo al decadimento culturale oltreché politico. S’immagini cosa sarebbe accaduto se un assessore della giunta Falco avesse dato l’incarico al fratello: sarebbe accaduto il finimondo e Monopoli avrebbe gridato allo scandalo. E’ indecoroso quanto sta succedendo con gli appalti e gli incarichi”. 

Il Sindaco Monopoli pare sia partito senza cognizione di causa, prima si fa ritrarre in bella posa con gli esponenti di Casa Pound, poi il consigliere comunale, Castelli, lascia Forza Italia, in più il funzionario Vito Coppola interviene in dibattiti di competenza politica, ma questa, secondo lei, che amministrazione è?

“E’ un fallimento amministrativo (ambiente, manutenzioni, istruzione, mensa, servizi sociali, contenzioso) su tutti i fronti perché non c’è alla base il collante politico. Sono dilettanti allo sbaraglio che si sono trovati li perché hanno cavalcato il malumore dell’elettorato. Ma la prossima volta, almeno il 50% dei consiglieri di maggioranza non sarà rieletto. Anche i partiti famiglia gestiti da cognati e fratelli saranno spazzati via. Hanno creato tante aspettative, ma hanno portato il paese allo sfascio. Su Casapound non mi meraviglio visto che il sindaco non fa mistero delle sue simpatie per la destra estremista, salvo poi votare i partiti che gli garantiscono potere. Su Coppola ribadisco tutto ciò che ho già espresso. E’ il responsabile dei settori ecologia e pubblica istruzione per capirci: rifiuti e mensa. Non credo di debba aggiungere altro”. 

Architetto Emione, mi faccia capire, dopo quanto portato avanti da questa amministrazione, lei andrebbe a trattare per dare una mano a risollevare Caivano?

“ No, se si tratta si patti consociativi. Si, se vogliono aprire il dialogo sulle proposte. Ma nessuno faccia il furbo: la minoranza è una, quindi se abbandonassero i toni da campagna elettorale e capissero che stanno danneggiando il Paese, dovrebbero aprire il confronto con tutti, architetto Sirico in testa. Dubito che abbiano questa umiltà”.

Architetto Emione, noi de il Notiziario sul web crediamo che le priorità per Caivano siano: Ambiente, rilancio commerciale, scuola, secondo lei?

“Rifiuti, fasce sociali più deboli (mensa, famiglie monoreddito, quartieri a rischio, bambini ed adolescenti) lavoro, piano urbanistico in cui certamente è compreso il ragionamento commerciale. Ma nelle istituzioni, a parte il cicaleccio di bassa lega in un volgare clima da circolo, non si sta parlando di nulla: solo di appalti senza gara e somme urgenze. Altro che discontinuità” 

Architetto Emione, lei è stato il politico più votato a Caivano (800 preferenze circa), quindi rappresenta una bella fetta di elettorato, cosa si sente di dire ai caivanesi in questo momento triste?

“ Che non devono abbandonare la fiducia nelle istituzioni, nonostante certe volte mi sconforti anch’io. Che devono ponderare le scelte elettorali perché l’onda di protesta non produce mai buoni risultati. Che c’è una sola classe dirigente politica a Caivano e c’è sempre stata, ma non è rappresentata da questa maggioranza che mostra un raro dilettantismo. Che stiamo costruendo una valida seria e competente alternativa e presto la proporremo agli elettori. Ai giovani validi e competenti che quelli in maggioranza, non sono esempi da seguire. Che il merito alla lunga paga” .

Rapimento Moro e strage di Bologna Documento segreto: chi c'era dietro

Rapimento Moro e strage alla stazione di Bologna, un documento rivela l'esistenza di un accordo coi terroristi palestinesi




Il Lodo Moro è esistito, lo rivela un documento da poco desecretato. L'accordo, stipulato negli anni '70, prevedeva che i palestinesi potessero trasportare armi nel nostro Paese in cambio dell'immunità dagli attentati. Il Giorno rivela l'esistenza di un messaggio cifrato inviato dal colonnello Stefano Giovannone il 17 febbraio 1978 dal Libano ai suoi superiori in Italia. Al termine di un incontro con George Habbash, leader del Fronte popolare per la liberazione della Palestina, Giovannone parla di un'imminente "operazione terroristica di notevole portata programmata asseritamente da terroristi europei, che potrebbe coinvolgere il nostro Paese - continua il colonnello - a mie reiterate insistenze per avere maggiori dettagli, Habbash mi ha assicurato che l'Fplp opererà in attuazione confermati impegni miranti escludere nostro Paese da piani terroristici". Questi "confermati impegni" per "escludere il nostro Paese da piani terroristici". È un caso se un mese dopo Aldo Moro verrà rapito e successivamente ucciso?

La scoperta, effettuata da Enzo Raisi, ex deputato bolognese di An-Fli, riapre l'ipotesi della pista palestinese per la strage alla stazione di Bologna, per la quale sono già stati condannati in via definitiva tre neofascisti. Ora però sembra meno improbabile leggere l'attentato come una ritorsione contro l'Italia, che poco prima aveva arrestato Abu Saleh, uno dei capi del fronte.

LA NOVITÀ CONTANTI, (RI)CAMBIA TUTTO Ecco quando scatterà il nuovo limite

Il Governo studia la modifica della soglia per i pagamenti in contanti: nuovo limite a 3mila euro




Con la prossima legge di Stabilità il Governo potrebbe modificare il tetto imposto per i pagamenti in contanti oggi fissato a mille euro. Per ora dal Governo dicono che "è possibile" che la soglia possa essere rivista al rialzo, dopo che nel 2011 il governo Monti aveva imposto la soglia storicamente più bassa, riducendola dai 12.500 euro in vigore nel 2008. Secondo l'indiscrezione anticipata da Repubblica, le pressioni sul ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan e il premier Matteo Renzi starebbero arrivando dai centristi della maggioranza, che già nei mesi scorsi avevano fatto approvare una mozione parlamentare sull'aumento della soglia, votata da ben 288 deputati contro 83. Nell'oceano di annunci e proclami renziani si ritrova traccia già nello scorso febbraio dell'intenzione di riformare la soglia, anzi sembrava dovesse essere una misura imminente. Al tutto si aggiunge la proposta di Forza Italia degli scorsi giorni, presentata sotto forma di progetto di legge.

Le novità - Il Governo potrebbe portare la soglia dai 1000 euro attuali ai 3mila euro. L'Italia rimarrebbe tra i pochi Paesi europei a imporre dei limiti sull'uso dei contati. Ben undici, tra cui Germania e Olanda, non prevedono nessuna soglia per i pagamenti con banconote. In altri Paesi, come Spagna e Francia, i limiti vanno dal 2500 ai 3mila euro.

Gli ostacoli - Le scuse perché il Governo rinvii l'aumento della soglia sui contanti sono ormai ridotte al lumicino. Commercianti e albergatori continuano a fare pressione, soprattutto in vista del Giubileo, per permettere a pellegrini e turisti di fare le proprie spese con maggiore facilità. Con la situazione già critica a Roma per i guai del sindaco Ignazio Marino, per Renzi un flop economico dall'arrivo dei pellegrini potrebbe essere un problema in più da digerire. Resterebbero da convincere gli ultimi pezzi di maggioranza ancora contrari, allarmati dal potenziale aumento dell'evasione fiscale, contro la quale il governo Monti aveva introdotto il limite dei 1000 euro. Le coperture per i mancati introiti fiscali però sarebbero facilmente assorbibili, stando alle buone notizie che ha illustrato la direttrice dell'Agenzia delle entrate Orlandi nel corso dell'audizione alla Camera. Soprattutto dal rientro di capitali dall'estero, la voluntary disclosure, arrivano i segni più confortanti con le 70mila richieste e i 3 miliardi di entrate per lo Stato ormai alla portata.

Il Pd umilia Alfano sulle unioni civili Ncd in rivolta, cosa rischia il governo

Unioni civili, il Pd accelera: ddl Cirinnà arriva in Senato. Ncd: "Inaccettabile forzatura"




Il Pd accelera sulle unioni civili e Ncd fa tremare il governo. Giovedì nell'Aula del Senato dovrebbe essere annunciato il nuovo testo sulle unioni civili da depositare in ufficio di presidenza. Nessuna novità per quanto riguarda il contenuto: il ddl dovrebbe recepire la discussione portata avanti in Commissione e servire come stratagemma per superare l'ostacolo degli emendamenti. L'obiettivo dei democratici è quello di incardinarlo tra il 13 e il 15 ottobre con la richiesta di Luigi Zanda nella prossima capigruppo. Una richiesta avallata anche dal Movimento 5 stelle. C'è anche la tentazione di approvarlo subito, ma al momento resta confermato il via libera al pacchetto costituzionale per la data prefissata e quindi sembra improbabile che si possa aprire uno spazio per il sì prima di fine mese. "Dipende dai lavori d’Aula - spiega una fonte dem -, se ci sono due o tre giorni a disposizione si potrebbe anche tentare...". 

Il balletto sui tempi - Sulle unioni civili però, al di là delle pressioni di Alleanza Popolare, si registra una prima divisione anche dentro il Pd. Sono dodici i cattolici del partito del Nazareno ad opporsi a qualsiasi accelerazione, nella convinzione che se si riesce a superare la "finestra" prima della sessione di Bilancio il provvedimento non dovrebbe vedere la luce prima della fine dell'anno. Molti di questi senatori sono renziani della prima ora. Una delegazione dei cattolici del Pd - tra questi Lepri, Vittorini, Del Barba, Collina - si è presentata in blocco in commissione Giustizia dove è in discussione il provvedimento proprio per evitare che si possa arrivare all'incardinamento in Aula delle unioni civili dopo il voto sulle riforme. I vertici del partito, tuttavia, appaiono sicuri: "È normale - viene spiegato - che in un partito come il nostro ci sia qualche distinguo su temi così delicati. Siamo però sicuri di poter fare sintesi e di arrivare all'approvazione della legge entro la fine dell’anno".

Ncd nel frattempo resta sulle barricate: in una conferenza stampa a Palazzo Madama, Maurizio Sacconi, Carlo Giovanardi ed Eugenia Roccella di Ap hanno chiesto, d'intesa con Forza Italia, di introdurre il reato di "surrogazione di maternità" e "utilizzo di gameti". Tensioni che si sono riversate anche sulle votazioni sul ddl Boschi, visto che dei 7-9 voti mancati alla maggioranza alcuni vengono "addebitati" proprio al Nuovo centrodestra. D'altronde, dentro il Nuovo Centrodestra, i toni nei confronti del Pd sono aspri. L'ex ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi ha definito la mossa dei dem sulle unioni civili "una inaccettabile forzatura di cui non comprendo il senso. Introdurre tensioni nella maggioranza continuando ad alzare asticelle divisive non è un buon servizio né al governo né al Paese". Anche per Renato Schifani si tratta di "una inopportuna quanto intempestiva accelerazione, soprattutto in un momento in cui il Senato e le forze parlamentari, specie quella della maggioranza, sono impegnate nel trovare un equilibrio ed una unità per portare a compimento la riforma della Costituzione". Di "trucchetto gattopardesco" parla la Roccella: "Il nuovo ddl Cirinnà è sostanzialmente identico al vecchio: serve soltanto a troncare il dibattito sugli emendamenti in commissione. Un  trucchetto che umilia il Parlamento. È evidente che il Pd non è interessato a cercare un accordo con l'alleato di governo".

Ercolano (Na): Gioielliere spara e uccide due rapinatori Il Pm lo indaga per eccesso di difesa

Ercolano, indagato per omicidio il gioielliere che si è difeso durante una rapina: uccisi due malviventi




Indagato per omicidio colposo per eccesso di difesa dopo essersi difeso durante una rapina nel proprio negozio. L'incriminazione per un gioielliere di Ercolano, in provincia di Napoli, è arrivata alla fine dell'interrogatorio del Pm che ora accusa il commerciante per la morte dei rapinatori Bruno Petrone, 53 anni, e Luigi Tedeschi, di 51 anni, avvenuta ieri mattina.

La rapina - Il gioielliere aveva da poco prelevato in banca diverse migliaia di euro ed era stato seguito dai due rapinatori. Davanti a un negozio di bibite e detersivi, i due lo hanno minacciato con un'arma sequestrata dai Carabinieri, rivelatasi poi caricata a salve. I rapinatori hanno sfilato 5 mila euro dalla tasca del gioielliere che ha quindi reagito estraendo la sua Beretta cal. 9x21, regolarmente detenuta, e freddandoli. Gli inquirenti non escludono che i rapinatori si fossero serviti di un complice all'interno della banca, che avesse segnalato una preda possibile e l'avesse marchiata con un filo di cotone colorato.

Pensione anticipata, novità amara La fregatura: quanti soldi perderai

Pensioni, prestito per anticipare l'assegno: paga l'azienda, poi rimborso a rate




Lo chiamano "Apa", Assegno pensionistico anticipato: l'ultima fregatura per chi vuole un po' prima il suo assegno. Il metodo, in breve: si tratta di una versione riveduta e corretta del prestito pensionistico, ipotizzato anni fa dall'allora ministro Giovannini, con una fondamentale differenza, ovvero che nella formula in discussione a pagare il trattamento di circa 750-850 euro mensili (con annessi contributi) sarebbe quasi esclusivamente l'azienda. La stessa azienda, però, in prospettiva dovrebbe ottenere indietro una quota del costo contenuto. E' questa l'ipotesi più gettonata a Palazzo Chigi per introdurre nella legge di stabilità qualche forma di flessibilità in uscita, riservata in particolare ai lavoratori senior o a rischio disoccupazione. La formula, però, sarebbe utilizzabile anche nei casi di pensionamento a 63 anni con penalizzazioni del 3-4 per cento per ogni anno mancante ai 66 e 7 mesi. Oppure, soltanto per le donne, è prevista un'analoga misura ma con requisiti più elevati degli attuali.

I dubbi - Nel dettaglio, il meccansismo prevede che i lavoratori dipendenti del settore privato, dopo un accordo con l'azienda, possano percepire un assegno temporaneo fino al perfezionamento del diritto alla pensione di vecchiaia, con successiva restituzione da parte del pensionato della somma percepita complessivamente. In particolare, l'interessato dovrebbe aver raggiunto queste soglie minime: l'ipotesi prevede 63 anni e tre o sette mesi di età e anzianità contributiva di 36 anni, oppure 62 anni e tre o sette mesi di età e anzianità di 37 anni. Si discute anche sull'importo della pensione già maturata alla data della domanda: resta da capire se deve essere almeno pari a due volte l'importo del trattamento minimo Inps, poco più di mille euro nel 2014. In buona sostanza, l'anticipo della pensione sarebbe di tre o quattro anni. L'assegno anticipato avrebbe un importo tra i 750 e gli 800 euro mensili, per tredici mensilità. Al raggiungimento dei requisiti standard, diventerebbe automatica l'ordinaria pensione di vecchiaia, calcolata secondo le regole generali ma diminuita di una quota misurata convertendo in rendita la somma degli assegni erogati.

I calcoli - Parola alle cifre: la trattenuta sulla pensione piena, dunque, potrebbe aggirarsi tra i 50 e i 70 euro mensili, con una incidenza percentuale sulla rendita compresa che oscillerebbe tra il 2 e il 4 per cento. Come detto, il metodo verrebbe finanziato in primis dalle imprese, sia versando un contributo una tantum pari a 18-24 mensilità dell'importo dell'assegno anticipato, sia pagando i contributi per gli anni mancanti all'età normale. Come detto, però, le stesse imprese potrebbero ripagarsi il costo dell'operazione ricevendo indietro dall'Inps una quota di quanto erogato a mano a mano che il lavoratore rimborsa il prestito.