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venerdì 9 ottobre 2015

Gli affari (d'oro) del monsignore omosex Che cosa "combina" dopo il coming-out

Krzysztof Charamsa: libri, festival e servizi fotografici. Il business del sacerdote gay


di Alessandra Menzani



Sicuramente  Krzysztof Charamsa ha deciso di fare coming out per un autentico orgoglio gay e per la necessità di vivere liberamente la sua identità sessuale insieme al bel fidanzato. Ne siamo certi. Siamo altrettanto sicuri che da quando è gay (ufficialmente gay), il coraggioso teologo polacco sosia di Paolo Bonolis è più ricco di quando era solo un prete. Contratti per libri, inviti al Gay Village, lussuosi orologi mostrati in un servizio posato su Chi, offerte a go go. 

Tutto molto bello. "Col passare dei giorni quello di Charamsa si sta rivelando un coming out mediatico studiato a tavolino", scrive Selvaggia Lucarelli oggi sul Fatto Quotidiano. Viene definito "un gran paraculo". In effetti... La Lucarelli fa notare che su Chi di questa settimana cattura l'attenzione  un servizio fotografico patinato fatto comodamente prima del clamoroso coming out in cui il religioso indossa un appariscente cronografo, è abbellito da una buona dose di Photoshop e ha l'aria sexy  e convinta alla George Clooney in abito telare. Mah.

Così Charamasa si posiziona come testimonial cool dell'orgoglio gay nella Chiesa. E non è difficile notare che, ancora prima di uscire allo scoperto, ha un contratto per un libro-verità, immancabile, e prima ancora un sito personale (http://cris-charamsa.blogspot.it/). E oggi anche un invito di Vladimir Luxuria per fare da testimonial al Gay Village. Poi? Mancano solo la conduzione di Sanremo e la parte in un Cinepanettone e poi è ufficialmente un prezzemolino.

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