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venerdì 4 settembre 2015

COMI (FI): ROMA E BERNA, giù le mani dai soldi dei Frontalieri

COMI (FI): ROMA E BERNA, giù le mani dai soldi dei Frontalieri 


di Gaetano Daniele 




"Dopo l'incontro tenuto a Bellinzona tra rappresentanti del Canton Ticino e del Governo federale sulla fiscalità dei lavoratori frontalieri, dico chiaramente che qualsiasi decisione non potrà essere a scapito dei lavoratori italiani. Così l'On. Lara Comi, ai nostri microfoni, e nota: I frontalieri rischiano di trovarsi nella tenaglia della contesa tra Italia e Svizzera e pagare di tasca loro i provvedimenti che saranno presi. 

Le tasse - Ammontano a circa 60 milioni di euro le tasse dei lavoratori italiani girate ogni anno dal Canton Ticino al di qua della frontiera. Il sistema dei ristorni cambierà. Si parla di tassare i frontalieri non più al 100% con aliquota svizzera, come avviene oggi (girando poi circa il 40% del gettito all'Italia), ma al 60 per cento con aliquota elvetica e al 40 con aliquota italiana, che come si sa è assai più elevata. Insomma i lavoratori si troverebbero a pagare più tasse. L'ultima tegola era stata la richiesta del casellario giudiziale, iniziativa alla quale - conclude L'europarlamentare Comi -  mi ero opposta pubblicamente. Adesso si prevede una batosta fiscale. Regione Lombardia monitori attentamente, i lavoratori italiani non siano lasciati soli."

Il primo trapianto di un rene da sveglio Bisturi e sangue, lui segue tutto. Ma...

Torino: primo trapianto di rene con paziente sveglio. Ride e scherza con i medici




Era tranquillo e scherzava con il dottore che intanto gli trapiantava un nuovo rene. Un uomo napoletano di 38 anni è stato il primo paziente a rimanere sveglio durante un difficile trapianto di rene. Come è stato possibile? Grazie al'abilità dei medici e degli anestesisti dell'ospedale Molinette di Torino, secondo quanto riportato dal Messaggero.

Due anestesie - L'equipe medica ha studiato un sistema per cui, con due anestesie combinate, la peridurale e la spinale, il paziente potesse rimanere cosciente dato che il suo fisico non avrebbe mai retto a un'anestesia totale. L'uomo infatti aveva una capacità respiratoria molto compromessa dopo che, 6 mesi fa, era stato operato per un sarcoma all'emitorace. Da quell'intervento erano subentrate diverse complicazioni tra cui anche una nefrite che gli aveva compromesso un rene. 

L'operazione - Il dottor Fabio Gobbi, responsabile dell'intervento, ha detto che il paziente era tranquillo e che ha scherzato con lui per tutte le 4 ore trascorse in sala operatoria. "Ha seguito in diretta il trapianto, voleva sapere cosa stessero facendo i chirurghi", ha spiegato il dottore. Il tutto mentre si scriveva una nuova pagina della storia della medicina, senza far sentire nessun male al paziente. "Ero tranquillo. Sapevo che ero in mani sicure, di medici eccezionali", ha commentato l'uomo dal suo letto d'ospedale. 

Una nuova vita - Da oggi per il napoletano, con un nuovo rene, inizia anche una nuova vita. Era a Forte dei Marmi con la fidanzata, a fine agosto, in attesa di un donatore quando è arrivata la fatidica chiamata. A donare il rene è stato un uomo di 41 anni, morto per un grave trauma cervicale.

Feltri sputtana Grillo e i 5 Stelle: "Vi dico a chi mi fanno pensare..."

Feltri: "I 5 Stelle mi fanno pensare alla Lega di 20 anni fa"




"Roma sarà anche infetta, sporca e un po' mignotta, ma in fondo dispiace abbandonarla: ci si affeziona". Vittorio Feltri parte da questo assunto per analizzare, con la consueta lucidità e "cattiveria", il cambio di mentalità dei parlamentari grillini a ormai due anni e mezzo dallo sbarco nei palazzi della politica. "Qualunque rivoluzionario, una volta conquistato il potere, diventa conservatore, altrimenti lo perde, e questo sarebbe molto seccante. Quindi c'è poco da scandalizzarsi se anche i grillini si adattano alle peggiori abitudini del mondo: dopo aver esordito nella disprezzata politica come incendiari, non essendo riusciti ad aprire il Parlamento quale scatola di tonno, ma avendovi trovato comoda sistemazione, si sono trasformati in attivissimi pompieri. (...) Infatti stanno già pensando al modo di correggere alcuni punti del loro codice di comportamento (imposto a suo tempo da Casaleggio), tra cui quello che impone ai deputati e ai senatori di non superare due mandati.

Non basta: "I pentastellati, che pure avevano accettato di tenere per sé soltanto tremila euro della ricca indennità spettante ai parlamentari, hanno cominciato a capire che una somma tanto esigua non basta per campare nella capitale, e chiedono di intascare l'intero ammontare dell' assegno". (...) Ultima novità. Essi stanno meditando di darsi un sistema più efficace per selezionare i candidati ai posti di lusso, quelli di parlamentari, considerato che affidare la scelta alla rete è un rischio: reclutare gente sconosciuta e magari poco raccomandabile. Se passerà anche questo ritocco, il M5S sarà un partito come gli altri dal punto di vista organizzativo. Viene in mente la Lega di vent' anni orsono. La quale si trasferì in massa nella Città eterna al grido di: «Roma ladrona!», e nel giro di alcuni mesi si sprofondò nelle mollezze capitoline, scoprendo che la sera, in determinate discoteche, era piacevole smaltire le fatiche diurne - si fa per dire - dell' aula. C' est la vie".

Via libera a Mig e carri armati Lo "zar" Putin inizia la sua guerra

Mig e carri armati russi in Ucraina


di Carlo Panella



Militari russi combattono in Siria: la notizia clamorosa è riportata dal "Times" e dal "Telegraph" che citano la televisione di Stato Siriana. Nel corso del telegiornale infatti, l' emittente di Assad ha trasmesso un servizio di tre minuti che mostra un blindato armato per il trasporto delle truppe tra i più avanzati di Mosca: un BTR-82A APC. Ha otto ruote motrici, è dotato di una torretta con sistemi di visione notturna ed armato con un cannone da 30 mm e con una mitragliatrice da 7,62 mm.

Nel video inoltre si sentono voci parlare in russo. Non basta, nel servizio si afferma che le immagini si riferiscono a combattimenti in corso sulle montagne che circondano Latakia, "capitale" della regione abitata dagli alauiti. Le alture che circondano Latakia sono in larga parte controllate dai miliziani dell' Isis che lanciano razzi e missili sul centro abitato e che mercoledì hanno portato a segno nel centro della città un attentato con autobomba che ha fatto 10 morti. Nel servizio si afferma inoltre che il villaggio di Slunfeh sarebbe controllato dai soldati russi. Il tutto, dopo che il Mossad ha rivelato nei giorni scorsi che 6 modernissimi Mig-32 russi con equipaggio russo sono stati forniti alla Siria e che il Fronte al Nusra (al Qaida) ha pubblicato su Internet immagini di droni russi che operano (manovrati da personale russo) sulla zona di Idlib.

La notizia è doppiamente clamorosa: rivela che Vladimir Putin ha deciso di impegnare direttamente le sue forze armate per impedire il crollo verticale del regime di Assad e per garantire che la roccaforte degli alauiti e quindi di Assad, non cada mai nelle mani dei ribelli. Ma è ancora più indicativo che Assad renda pubblico questo impegno militare russo su suolo siriano attraverso la sua televisione ufficiale. Un segno di debolezza, perché certifica che ormai non è più sufficiente l' impegno militare al suo fianco dei pasdaran iraniani e degli Hezbollah libanesi ed è indispensabile che sia la Russia in prima persona a garantirgli una possibilità di arrocco, di fuga nella sua Latakia nel caso anche Damasco sia perduta.

Ma anche un segnale forte alla platea internazionale: l' impegno militare russo impedirà qualsiasi tracollo del regime baathista e obbligherà sempre e comunque a una soluzione concordata in cui Putin farà la parte del leone. C'è poi una terza notizia rivelatrice: il portavoce di Putin non ha assolutamente smentito l' impiego militare su suolo siriano e si è limitato a un giro di frase: «Sapete che c' è una interazione tra la Russia e la Siria. La cooperazione è stata mantenuta, è un processo permanente. Non vorrei darvi dettagli più specifici».

A fronte di questa gravissima escalation della crisi siriana, suona sempre più allucinante e inquietante il silenzio della Amministrazione Usa e quello di Barack Obama. Atteggiamento che ha una sola ragione: se Washington denunciasse questa ingerenza militare russa in Siria a difesa di Assad, salterebbe tutta l' impalcatura geopolitica su cui si regge l' accordo sul nucleare con l' Iran che sarà bocciato nei prossimi giorni dal Senato Usa (ma rimarrà in vigore perché Obama opporrà il suo veto alla bocciatura). L' Iran, infatti, non può tollerare di perdere l' indispensabile alleato siriano (che da due anni difende manu militari) e un eventuale presa di posizione ufficiale di Obama contro l' impegno russo a favore di Assad darebbe voce agli oltranzisti iraniani (tra i quali spiccano il potente ayatollah Mesbah Yazdi, che presiede il Consiglio che nominerà il successore di Khamenei e il comandante dei Pasdaran, Ali Jaafari).

In questo contesto, Obama riceverà oggi il re saudita Salman che gli farà - secondo quanto riporta la stampa araba - una proposta spiazzante: i sauditi appoggeranno l' accordo con l' Iran a patto che Obama dia loro via libera per intervenire massicciamente in Siria, accelerando la caduta di Assad. Proposta saggia, che Obama però rifiuterà, perché è prigioniero della sua caparbia illusione di passare alla storia per la pace con un Iran che invece continua, spietatamente, a seminare guerre il Medio Oriente, a iniziare da una Siria da cui sono fuggiti 4 milioni di abitanti che forniscono la massa preponderante dei clandestini in fuga verso l' Italia e l' Europa.

Fatale incidente per la bionda top model: la vacanza a Ischia diventa una tragedia, ora è in ospedale in prognosi riservata. Cosa è successo

Ischia, la modella di Victoria's Secret Yfke Sturm cade sugli scogli, è gravissima




Doveva essere una vacanza in una delle isole più belle d'Italia, Ischia, quella per l'angelo di Victoria's Secret Yfke Sturm. E invece la bellissima top model olandese è ora ricoverata al Secondo Policlinico di Napoli nel reparto di rianimazione in prognosi riservata. Come riporta Leggo, la modella con tutta probabilità è scivolata sugli scogli e ha battuto la testa. Decisive le prossime ore per stabilire quanto sono gravi le sue condizioni. La Sturm ha posato e sfilato per tutte le più grandi case di moda, da Ralph Lauren a Calvin Klein fino ad approdare sulla passerella di Victoria's Secret nel 2005. 

Pensioni anticipate, che mazzate: come cambia (in peggio) l'assegno

Pensioni, tagli crescenti per chi lascia il lavoro in anticipo




Finora chi parlava di flessibilità in tema di pensioni si riferiva  alla vecchia proposta di Cesare Damiano e Pier Paolo Baretta, Pd. Dice quel testo che la pensione deve subire un taglio del 2% per ogni anno di anticipo rispetto alla pensione «normale», oggi fissata a 66 anni.

L' idea che si sta invece facendo largo ora nel governo è che il taglio non sia più fisso, sempre il 2% per ogni anno di anticipo. Ma cresca progressivamente con il numero degli anni di anticipo. Un esempio per capire: per chi esce un anno prima il taglio sarebbe del 2%, per chi esce due anni prima del 5%, per chi anticipa di tre anni dell' 8%. E così via. I numeri cambieranno ma il principio del taglio progressivo sembra fin da ora un punto fermo. La soluzione avrebbe il vantaggio di ridurre i costi e quindi il volume delle coperture che il governo dovrà trovare nella legge di Stabilità.

L'Italia vince ma fa fatica contro Malta Salvata da Pellé è prima nel girone

Europei, Italia Malta finisce 1 a 0 grazie a Pellé




Il braccio di Pellè salva l’Italia contro Malta. A Firenze gli azzurri giocano in modo lento e prevedibile e non vanno oltre un sofferto uno a zero davanti alla cenerentola del girone di qualificazione agli Europei 2016. Finisce come all’andata, con l’attaccante del Southampton che segna il gol decisivo. La rete arriva solo al 69’: cross di Candreva dalla destra, uscita a vuoto del portiere maltese e Pellè che mette in rete con l’aiuto del gomito. Gol contestato e prezioso: l’Italia ora è al primo posto nel girone con un punto in più della Croazia, incapace di vincere in Azerbaigian. Al terzo posto c’è la Norvegia, vittoriosa in Bulgaria: proprio i bulgari saranno gli avversari degli azzurri domenica a Palermo, mentre i croati affronteranno i norvegesi. Nel confronto contro i compatti maltesi, il migliore in campo è stato il laziale Candreva, subentrato nell’ultima mezz’ora a Gabbiadini, infortunato. L’attaccante del Napoli era stato protagonista dell’azione più pericolosa prima del gol con un bel sinistro da fuori area finito sulla traversa. Bottino magro ma prima vittoria del 2015 per gli uomini di Conte che sperano nel bis in Sicilia.

Le vite rovinate dalla Fornero Una impressionante ricerca: leggi le cifre (e le malattie)

La riforma Fornero nuoce alla salute. Attacchi di panico e ansia per gli "esodati"




Attacchi di panico, depressione, ansia e tremori. Questi sono solo alcuni degli effetti che, secondo uno studio condotto dall'Univesrità di Chieti-Pescara, la legge Fornero ha prodotto sui cosiddetti "esodati", cioè su quelle migliaia di persone che hanno visto andare in fumo il loro sogno di pensionamento anticipato.

Lo studio - Come riporta Panorama, l'autore dello studio, condotto da settembre 2013 ad aprile 2014, è Lorenzo Argione. Il ricercatore ha selezionato un campione di 100 persone, metà composto da uomini e metà da donne, con un età media di 58 anni. Poi li ha raggiunti nelle loro case viaggiando dalla Campania al Veneto per vedere come le loro vite, dopo la legge Fornero, siano cambiate, e in peggio.

I sintomi - Agli "esodati" manca la fiducia verso la vita, ma in compenso nelle loro giornate ci sono attacchi di panico accompagnati da sudori freddi e tremori. "La prima volta che mi è capitato sono andata al pronto soccorso - racconta una donna - Mi hanno fatto tutti i controlli e alla fine mi hanno suggerito di andare da uno psichiatra". Al panico, sempre secondo lo studio, si affiancano insonnia e sbalzi d'umore nonché paura nei confronti degli altri. Un banale imprevisto, per gli "esodati", diventa una preoccupazione enorme, un cambiamento radicale della loro routine quotidiana. A soffrire maggiormente della situazione sono le donne che, secondo Argione:"Hanno un quadro clinico più severo con punteggi più elevati in tutte le scale di valori".

Ancora ricerca - Considerando che la riforma Fornero ha coinvolto diecimila persone e che il campione di Argione si riduce a 100, è necessario approfondire il fenomeno per avere un quadro più completo. Lo sostiene Mario Fulcheri, direttore del dipartimento di Scienze Psicologiche della salute dell'Università che ha condotto lo studio. Ma, per quello che si è scoperto fino ad ora, di certo la legge Fornero bene alla salute non fa.

INDAGATO IL SINDACO MARINO Leggi le parole che lo incastrano

Ignazio Marino indagato per diffamazione per la frase sulla destra nelle fogne




Cosa c’è di peggio che dover tornare a Roma dopo avere trascorso le peggiori vacanze della propria vita che sono costate faccia, credibilità e probabilmente carriera politica? Trovare un avviso di garanzia che ti aspetta sulla scaletta dell’aereo. E’ quello che è successo ieri a Ignazio Marino, atterrato a Fiumicino dopo i famigerati 20 giorni di ferie durante i quali ci sono stati i funerali show del boss dei Casamonica e il Consiglio dei Ministri che lo ha di fatto commissariato, affiancandogli il prefetto di Roma Franco Gabrielli, che, «tra un’immersione e l’altra» del primo cittadino, lo teneva informato al telefono di cosa stava accadendo nella città eterna. (...)

Come spiega Roberta Catania, Ignazio Marino è indagato. L'accusa è di diffamazione: nel giugno scorso aveva invitato i politici di destra a tornare nelle fogne. La frase per cui è nel mirino è la seguente: "Queste sono le rovine che ci ha lasciato questa destra. Perché non tornano dalle fogne da cui sono venuti?".

giovedì 3 settembre 2015

Di Pietro massacrato da "Libero" querela, per lui finisce malissimo

Antonio Di Pietro perde la causa con Libero: niente soldi e dovrà pagare le spese legali




Richiesta di risarcimento danni respinta. E condanna a pagare le spese di giudizio. Libero batte Di Pietro 2-0. Così la sentenza del Tribunale di Roma (giudice Filomena Albano) ha deciso sulle pretese dell’ex pm che aveva ritenuto diffamante l’articolo pubblicato il 4 febbraio del 2012 a pagina 3, «Italia dei doppi valori. Tonino contro i rimborsi elettorale (che prende dal 1988)», a firma Filippo Facci.  Tanto per fare un esempio. L’ex leader dell’Italia dei Valori riteneva che alcuni stralci fossero lesivi della sua onorabilità.

«Si dice che non c’è più vergogna anche se nel suo caso non c'è mai stata», si legge nell’articolo. «È sempre la stessa storia: da una vita Di Pietro si batte ufficialmente contro i soldi della politica - anche quelli regolari - e poi ufficiosamente li incassa, come ha sempre fatto con la trasparenza di una notte antartica...Quando battezzò la prima versione dell’Italia dei Valori, il 20 marzo 1988, in Senato si stava discutendo una nuova legge sul famigerato finanziamento pubblico ai partiti e lui prese la parola...Una settimana dopo Di Pietro incassò senza problemi 164 milioni e 348.215 lire per le spese elettorali sostenute al Mugello...».

Richiesta? Duecentomila euro come risarcimento danni e 50 mila euro a titolo di pena pecuniaria in conseguenza della portata diffamatoria di alcune affermazioni. Ma il giudice ha respinto la domanda. «L’articolo - si legge nella sentenza - si pone, senza dubbio, con un taglio di critica nei confronti di Antonio Di Pietro, coerentemente con la linea editoriale del quotidiano, mettendo in discussione la coerenza politica e la credibilità dell’attore. Ma sotto questo profilo l’articolo in questione è scriminato dall’esercizio del diritto di critica politica, trattandosi di un caso di libera manifestazione del pensiero. Come tale il diritto di critica non si concreta, come quello di cronaca, nella narrazione dei fatti, ma si esprime in un giudizio o un’opinione, che, come tale non può essere rigorosamente obiettiva (Cassazioen 13.6.2006 n. 13646)».

Così alla fine Antonio Di Pietro è stato condannato anche alla «rifusione in favore dei convenuti delle spese di lite, liquidate in euro 4.500 per compensi, oltre spese generali e accessori di legge».

Maradona, clamorosa richiesta al Papa (e l'ancor più clamorosa risposta...)

Diego Maradona chiede a Papa Francesco di sposarlo: il Pontefice avrebbe detto "sì"




Per le sue seconde nozze il mito del calcio Diego Armando Maradona ha deciso di strafare. Per il grande giorno, che si terrà il prossimo 13 dicembre a Roma, e che lo vedrà unirsi a Rocio Oliva, di 30 anni più giovane, Maradona avrebbe chiesto al Papa in persona di celebrare la cerimonia. Proprio lui, Papa Francesco.

Il sì del Papa - L'indiscrezione arriva dal quotidiano Muy, che ha riportato la notizia il 2 settembre. Ma c'è di più, sempre secondo Muy, Maradona avrebbe già strappato una mezza promessa a Papa Francesco durante la sua ultima visita in Vaticano lo scorso aprile. Al momento non è arrivata nessuna comunicazione dal Pontefice sulla vicenda, anche se sono molti i tifosi che sperano in un "sì" ufficiale. 

Liti - Il fatto che proprio il Papa potrebbe celebrare il matrimonio del Pibe de Oro ha alimentato il tam-tam mediatico che si era creato intorno a Maradona negli ultimi giorni. Il calciatore era apparso più volte in televisione per mettere fine alla lite a distanza tra la sua ex moglie Veronica Ojeda, da cui si è separato nel 2004 dopo 15 anni, e la sua nuova fiamma e futura moglie con cui sta da due anni. Per difendere la sua nuova compagna Maradona ha anche usato parole molto dure e volgari nei confronti dell'ex moglie. Ma si sa, al campione piacciono gli scoop e le vicende tormentate, tant'è che anche nella sua nuova relazione con Rocio sono stati tantissimi i tira e molla. Ora i due viaggiano verso l'altare. A sposarli sarà davvero Francesco?

A sorpresa, l'uomo nuovo del Cav: chi spunta al vertice coi fedelissimi

Silvio Berlusconi a caccia di volti nuovi anche in Sardegna: la scelta del sindaco Giuseppe Fasolino




La caccia ai volti nuovi di Silvio Berlusconi, intenzionato a spazzare via da Forza Italia buona parte delle vecchie facce viste finora in tv a rappresentare Forza Italia, non si è fermata neanche durante le sue vacanze estive. Già con l'inizio della stagione estiva, il Cav aveva lanciato nei talk superstiti dalle ferie alcuni giovani azzurri, frutto della selezione che da mesi sta portando avanti il sempre più fidato Andrea Ruggieri, responsabile tv di Forza Italia. Il nipote di Bruno Vespa ha lavorato a stretto contatto con l'ex premier anche in pieno agosto, lo si è visto al suo fianco durante la festa allo Smaila's o paparazzato in alcune visite alla villa in Sardegna del Cav. Gli esperimenti a livello nazionale proseguiranno anche in autunno, almeno per contenere la presenza straripante dei leghisti che, a partire da Salvini, stanno monopolizzando i dibattiti televisivi, rischiando di tagliare fuori ogni voce "moderata" di centrodestra.

L'uomo nuovo - La ricerca del Cav però non si sta concentrando solo sulle prossime elezioni politiche. A Berlusconi è rimasto vivo il ricordo della sconfitta alla regionali in Sardegna, quando il suo candidato, Ugo Cappellacci, ha dovuto lasciare il posto al candidato del centrosinistra Francesco Pigliaru. L'idea del Cav, scrive Italia Oggi, è di rifondare la classe dirigente sarda e una delle fondamenta potrebbe essere il sindaco di Golfo Aranci al secondo mandato e consigliere regionale, Giuseppe Fasolino. Proprio lui è schizzato sulla bocca di tutti, soprattutto dopo la diffusione sui social di una foto che lo ritrae mentre stringe la mano all'ex premier e un abbraccio con Giovanni Toti. Per la stampa locale, come ha riportato La Nuova Sardegna, è apparsa come una sorta di investitura a capo della ricostruzione sarda: Fasolino poi era l'unico politico dell'isola presente a un vertice azzurro, consumatosi a pranzo con Maria Rosaria Rossi, Toti e naturalmente i padroni di casa Berlusconi e Francesca Pascale. Lui si schernisce e minimizza quell'incontro che sarebbe stato soltanto un pranzo, difficile immaginare però che a tavola la conversazione non sia caduta sulla politica.

Brennero, "muro" anti-immigrati: e ora Bolzano si stacca dall'Italia

Immigrati, il governo italiano: "Maggiori controlli al Brennero", stretta su Schengen




Il governo italiano si è detto disponibile a ripristinare i controlli al confine del Brennero e a sospendere temporaneamente gli accordi di Schengen, analogamente a quanto avvenuto in occasione del G7. Lo fa sapere la provincia di Bolzano, in una nota in cui spiega che, "attraverso l'Alto Adige, l'Italia interviene a sostegno della Germania nell'accoglienza temporanea dei profughi". 

La precisazione - La richiesta tedesca di reintroduzione dei controlli alla frontiera del Brennero "non è una sospensione della libera circolazione stabilita da Schengen, ma un applicazione degli accordi di Dublino, che peraltro stiamo cercando di mettere in discussione". Lo afferma, conversando con l'Adnkronos, il sottosegretario all'Interno Domenico Manzione, che ha la delega all'immigrazione. Quella tedesca, specifica Manzione, è "una richiesta di controllo di carattere più generale, legata non solo agli accordi di Dublino ma a tutto ciò che aumenta la sicurezza al'interno dello spazio Schengen".

Proposta del miliardario arabo all'Italia: "Datemi un'isola e porto là gli immigrati"

Ecco la soluzione del miliardario egiziano: "Vendetemi un' isola italiana o greca"




Il miliardario egiziano Naguib Sawiris ha trovato la soluzione al problema dell'immigrazione che l'Europa non riesce a gestire. Chiede che gli sia venduta un' isola dell'Italia o della Grecia, dove lui accoglierà tutti i migranti dando loro un lavoro. "Dichiarerei questa isola indipendente e fonderei un nuovo paese" ha scritto su Twitter il miliardario egiziano, che poi ha puntualizzato:"Pazza idea, ma forse potrebbe essere una soluzione temporanea fino al loro ritorno nei loro paesi".

Pensioni, cala la mannaia dell'Inps: chi dice addio alla quattordicesima

Pensioni, addio quattordicesima per 50mila anziani: cala la mannaia dell'Inps




Una pessima "sorpresa" di fine estate per 50mila pensionati: addio alla quattordicesima, perché non ne hanno più diritto. Un agosto nero, dunque, per le migliaia di anziani che ormai da otto anni ricevevano la mensilità extra. L'Inps infatti, dopo un primo rinvio a luglio, ha deciso di sospendere gli assegni poiché da una verifica "non risultano avere i requisiti reddituali per accedere al beneficio".

La storia - La vicenda affonda le sue radici nel 2007, quando il governo istituì la quattordicesima mensilità per alcuni pensionati. L'assegno riguardava una esigua minoranza, si trattava di una integrazione per chi ha un reddito basso, inferiore ai 9,786 euro, e almeno 64 anni di età. La mensilità andava dai 300 ai 500 euro. Ma come detto, a luglio 2015, la brutta sorpresa: circa 80mila pensionati non hanno ricevuto l'assegno. Si parlò di motivi tecnici. L'Inps, si è poi letto, avrebbe avuto problemi al sistema informatico, e gli aventi diritto avrebbero dovuto produrre di nuovo la documentazione.

Le segnalazioni - Si arriva dunque agli ultimi giorni, quando giornali e sindacati hanno ricevuto la segnalazione di anziani che hanno compilato il modulo richiesto ai Caf, senza però, comunque, ricevere l'assegno. Secondo l'Inps si tratta di una minoranza. L'istituto ha riconosciuto che a luglio erano già state erogate 1,9 milioni di quattordicesime, contro le 2,2 milioni del 2014. La differenza si spiega con "l'assenza di reddito dichiarato dal 2012 in poi". Si trattava di 183mila pensioni, escluse per mancanza di dati, e poi esaminate in luglio. A settembre l'assegno è arrivato a 104mila pensionati, per i quali "erano presenti le dichiarazioni reddituali del 2012 o 2013, ma non erano ancora elaborate". Si trattava, dunque, delle vittime dell'errore.

I rimanenti "50mila" - La vicenda prosegue. Gli 80mila rimasti senza assegno sono stati invitati a presentare il modello Red alla sede Inps locale. Di questi, fino a poche ore fa, circa 26.300 hanno passato l'esame e riceveranno l'assegno". Ma "le rimanenti 50mila posizioni - spiega l'Inps -, non risultano avere i requisiti reddituali per accedere al beneficio". Niente più assegno, dunque, per 50mila persone, salvo errori nel delineare la platea interessata. L'Inps, da par suo, si dice disponibile a valutare ogni possibile "caso isolato di mancata riscostruzione" del reddito.

mercoledì 2 settembre 2015

Caivano (Na): Al Parco Verde "abbandonato da tutti" cadono alberi per la scarsa manutenzione

Caivano (Na): Al Parco Verde "abbandonato da tutti" cadono alberi per la scarsa manutenzione




L'altra faccia di Caivano, quella scura, il volto nero, ma non solo per lo spaccio di droga che ha ridotto il Parco Verde ai minimi storici, ad essere appunto, emarginato da tutti nonostante all'interno del Rione vi sia tantissima gente perbene, tantissimi lavoratori onesti che la mattina escono per portarsi la campata a casa. Parco Verde, Terra di nessuno, ad ogni tornata elettorale, sfila la solita passerella di politici che promettono promettono e promettono e che puntualmente non riescono mai a mantenere. C'è chi promette campi di calcetto, chi promette associazioni benefiche, visibilità e responsabilità, chi invece promette più controlli e più sicurezza, e ancora chi promette più manutenzione e più pulizia. Difatti, questa volta, il problema è proprio la villetta comunale (mai finita), diventata un vero e proprio bosco a cielo aperto, alberi cresciuti a dismisura e senza nessun controllo, altro che promesse di politici allo sbaraglio che non riescono neanche a garantire l'ordinaria amministrazione, figurarsi la manutenzione delle periferie. Per sfortuna, uno di questi alberi altissimi è caduto proprio nello spazio dell'Oratorio della Parrocchia San Paolo Apostolo, la fortuna invece, è stata che, nello spazio spesso frequentato da bambini, era vuoto. Dopo rubato fecero le porte di ferro, ora si attende l'intervento del Comune. 

Toti, Rossi, Bergamini, Santanchè Chi sale e chi scende in Forza Italia

Forza Italia, il borsino di chi sale e chi scende




Sono giorni di montagne russe all'interno di Forza Italia. In questi ultimi giorni Silvio Berlusconi ha ricevuto molti big nella sua villa Certosa in sardegna e continua a lavorare al progetto di un nuovo contenitore politico. Gli equilibri, all'interno del partito, non sono mai stati così fluidi da anni a questa parte. E anche quelli che fino a poco fa erano "intoccabili" non lo sono forse più altrettanto.

Secondo il sito di news e gossip dagospia.com, a soffrire di un certo ridimensionamento del suo ruolo sarebbe in questa fase di fine estate persino Giovanni Toti, assunto dal Cav come consigliere politico e poi assunto al soglio di governatore della Liguria nella scorsa primavera. Pare infatti che Toti non goda più del potere di un tempo e che anche due delle “anime” del “cerchio magico” lo abbiano abbandonato. L’unica con la quale ha ancora un rapporto di stretta complicità sarebbe Maria Rosaria Rossi che continua, a sua volta, ad intrattenere rapporti assai altalenanti con il Cavaliere e “dintorni”…

Fase difficile anche per la comunicatrice Deborah Bergamini, che sarebbe ormai invisa a Lady Pascale. Pare che Berlusconi intenda preferirle il nipote di Bruno Vespa, nonché compagno dell’attrice Anna Falchi, Andrea Ruggeri. Possibile a breve, sempre secondo dagospia, la sua nomina a Responsabile della Comunicazione della nascente “L’Altra Italia”. Il dito di Dago punta anche su Santanchè e Romani, che non si vedrebbero esattamente di buon occhio. Che sia perchè entrambi ambiscono alla stessa poltrona?

Bella vita americana per la Boldrini: volo in prima classe, il povero Grasso...

Laura Boldrini, volo a New York in business. Piero Grasso invece va in economy




Laura Boldrini e Pietro Grasso. Una in prima classe, l'altro in seconda. La presidente della Camera e quello del Senato italiani, entrambi invitati alla quarta Conferenza mondiale dei presidenti di Parlamento, in programma da lunedì scorso a New York, come racconta Il Giornale, hanno due stili di vita diversi. Per andare all'appuntamento diplomatico in Usa, Grasso ha scelto un aereo di linea, classe economica per tutti quelli del suo staff: portavoce e un paio d'accompagnatori. Decisamente più lussuosa la scelta della Boldrini: lei ha volato in business, con partenza il 28 agosto, nonostante il programma ufficiale della manifestazione prevedesse un suo impegno in qualità di presidente coordinatore dei lavori solo nella plenaria di lunedì pomeriggio. Per giustificare il largo anticipo con cui è partita, la Boldrini ha diramato un comunicato: "La presidente della Camera sarà a New York da domani a mercoledì per partecipare a due importanti appuntamenti istituzionali delle Nazioni unite...".

LO STATO IMBAVAGLIA LA MELONI Lettera di richiamo: cosa c'è scritto

Immigrazione, l'Ufficio anti-discriminazioni di Palazzo Chigi richiama Giorgia Meloni: "Modera i toni"




Bavaglio di Stato a Giorgia Meloni. La sua colpa? Dire no alla "immigrazione selvaggia" e aver suggerito di accogliere solo migranti da "paesi non violenti", lontani dall'integralismo islamico. L'Ufficio nazionale anti-discriminazione razziale, nato nel luglio del 2003 e costola della presidenza del Consiglio dei ministri, ha inviato alla leader di Fratelli d'Italia una lettera di richiamo, pubblicata dal Giornale. "Esaminando con attenzione il contenuto delle affermazioni attribuite a lei, quest' Ufficio (...) ritiene che una comunicazione basata su generalizzazioni e stereotipi non favorisca un sollecito ed adeguato processo di integrazione e coesione sociale". "Si coglie l'occasione per chiedere - si legge - di voler considerare per il futuro l'opportunità di trasmettere alla collettività messaggi di diverso tenore". 

IMMIGRATI CRIMINALI Belpietro: "Perché stiamo con la povera Mercedes"

Belpietro: "Il governo è complice degli immigrati assassini"


di Maurizio Belpietro



Rosita Solano non è una militante leghista. È la figlia dei coniugi massacrati a Palagonia, 36 chilometri da Catania, 20 da Caltagirone, 13 da Mineo, il paese che ospita il più grande centro di accoglienza per immigrati. Uno di questi «profughi», ossia uno degli stranieri che dovremmo accogliere a braccia aperte secondo Matteo Renzi e il suo governo ma anche secondo Papa Bergoglio e i suoi vescovi, l’altra sera si è introdotto nella villetta di proprietà dei coniugi Solano, due settantenni che dopo una vita di lavoro da emigrati in Germania erano tornati a godersi il riposo in Sicilia. Mamadou Kamara, questo il nome dell’extracomunitario, ha sgozzato Vincenzo Solano e gettato dal balcone la moglie, così, come una cosa di cui liberarsi senza troppi riguardi.

«Renzi venga qui e mi spieghi, mi dia delle risposte», ha detto ai microfoni delle tv Rosita Solano, la figlia. «Delle sue scuse non so che farmene: se i miei genitori sono morti è anche colpa dello Stato». Sì, proprio così ha detto. Le stesse parole che poi nel pomeriggio ha ripetuto Matteo Salvini. La colpa è dello Stato. Ma se al leader leghista e alla segretaria di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni hanno risposto un paio di deputati del Pd, accusando il capo del Carroccio e quello della destra di essere sciacalli che sfruttano il dolore, alla figlia dei coniugi uccisi in Sicilia non ha risposto nessuno. Difficile dire anche a lei che strumentalizza le tragedie. Impossibile metterla a tacere con il repertorio usato quando si parla di immigrati e cioè accusando chi critica l’immigrazione senza freni di razzismo, xenofobia, intolleranza. Rosita non è leghista, non è nemmeno veneta o lombarda: è siciliana. Ma nonostante questo dice le stesse cose che dice Salvini: «Il governo italiano, il popolo italiano è in balìa di tutta questa gente, perché non fanno altro ma non si accoglie per accogliere. Vengono qui a rubare, ad ammazzare. Il governo, i ministri, chi lo sa, prendono soldi in cambio di questi esseri umani che poi rimangono in Italia. A fare cosa? Ad essere accolti dai centri di accoglienza dove sputano sul piatto che gli viene dato? Vengono a maltrattare le persone che li ospitano?».

Rosita non è Joe Formaggio, il sindaco di Albettone. Con un nome così, che sembra uscito da un fumetto di Geronimo Stilton, al primo cittadino del Comune vicentino la bocca gliela si può tappare sghignazzando appena la apre. Quello guida cinquemila abitanti e sembra fatto apposta per essere mandato in tv e far credere alla gente che chi si oppone all’invasione degli extracomunitari è una caricatura. No, Rosita è una signora che fino all’altro ieri aveva due genitori presso cui sognava di trasferirsi e adesso, invece che al trasloco, deve pensare al funerale. Oh, certo, non tutti i profughi sono Mamadou Kamara, il 18enne ivoriano che ha brutalmente ucciso Vincenzo e Mercedes Ibanez e di assassini ce ne sono tanti anche fra i nativi. Ma proprio per questo, proprio perché abbiamo già i nostri delinquenti, che bisogno c’è di importarne altri? Da anni si sa che tra gli stranieri il tasso di criminalità è superiore a quello degli italiani. Sarà perché vengono da Paesi dove la vita non vale un soldo, sarà perché molti di loro non avendo altra via per sopravvivere finiscono nel giro della delinquenza, sta di fatto che le patrie galere sono piene di extracomunitari. Su una popolazione carceraria composta da 52mila detenuti, a luglio quasi 17mila non erano italiani. Un terzo di chi sta dietro le sbarre è straniero, ma gli stranieri in Italia non sono un terzo, bensì meno di un decimo.

Che cosa significa? Semplice. Che tra tante brave persone che vengono qui in fuga dalla guerra e dalla miseria e hanno solo voglia di una vita tranquilla, rispettosa delle nostre leggi, stiamo importando criminali. Gente che spaccia, scippa, rapina e uccide. Di fronte ai dati sui reati, sulla provenienza di chi li commette, sull’allarme che essi suscitano, un Paese normale, non condizionato dai pregiudizi e dall’ideologia, di sinistra o cattolica che sia, affronterebbe il problema per quello che è, restringendo le maglie che consentono l’ingresso di gente che non va in cerca di una vita migliore, ma solo di soldi facili, fatti in fretta e a scapito di chi ce li ha. Invece no. Noi accogliamo tutti e non espelliamo nessuno, neppure quelli che sarebbe facile espellere. Così spalanchiamo le porte a un’invasione indiscriminata che farà saltare ogni equilibrio, ogni sistema sociale.

L’altra sera, in tv, a un Roberto Formigoni che sosteneva che chiudere le frontiere è da irresponsabili ho chiesto se considera il premier inglese David Cameron un irresponsabile. La Gran Bretagna è il Paese della Magna Charta, il primo documento fondamentale per il riconoscimento universale dei diritti dei cittadini. Difficile sostenere che Londra sia divenuta la capitale di uno Stato irresponsabile. Difficile accreditare l’idea che la città europea più cosmopolita sia una succursale della Padania. Eppure Cameron fa arrestare i clandestini, ne sequestra i conti, minaccia di sbattere in prigione chi li ospita e soprattutto è intenzionato a fermare l’invasione. David Cameron è un irresponsabile oppure un leader che ha il coraggio di dire le cose come stanno e di fare l’interesse di chi lo ha eletto? Da Formigoni aspetto ancora una risposta. Come penso che una risposta, da Renzi e da tutti i Formigoni d’Italia, l’aspetti anche Rosita Solano.

LA GUERRA FREDDA DELLA CINA SuperJet, missili e 500mila soldati: il 3 settembre parte l'asse con Putin

Cina, l'imbarazzo mondiale per la parata militare del 3 settembre: gli Usa temono nuovo asse Mosca-Pechino




L'imbarazzo è palpabile nella diplomazia internazionale in vista della parata militare del prossimo 3 settembre a Pechino. Il governo cinese per la prima volta da 70 anni ha deciso di celebrare "la vittoria nella guerra di resistenza contro l'aggressione giapponese e nelle guerra mondiale contro il fascismo". L'iniziativa di Pechino sta riuscendo a spaccare in due il Mondo più di quanto era riuscito a fare il V-Day dello scorso 9 maggio a Mosca, quando le cancellerie occidentali avevano usato la crisi tra Russia e Ucraina per disertare la sfilata di Vladimir Putin o per partecipare con rappresentanti di minor peso. Stavolta il cliente è più scomodo, visto che mantiene rapporti commerciali un po' con tutti e scontentarlo del tutto esporrebbe la tenuta delle ricche commesse in piedi con la Cina. L'imbarazzo dei Paesi occidentali poi non si attenua se si considera che parata cinese punta più a celebrare la vittoria contro l'invasore giapponese, oggi fortissimo alleato di buona parte dell'Occidente, Stati Uniti in testa. Il timore diplomatico quindi è che si rinsaldi come un tempo l'asse Russi-Cina.

Le defezioni - I Paesi che ruotano nell'orbita di Washington diserteranno la sfilata militare, dal blocco Ue partiranno al massimo i ministri degli Esteri, come ad esempio per l'Italia dove è previsto l'arrivo di Paolo Gentiloni. Inghilterra e Germania manderanno inviati speciali, al peggio gli ambasciatori già presenti a Pechino. Mancherà la presidente sudcoreana Park Geun-hye, scontenta per le scuse a metà di Tokyo sulle invasioni portate avanti nel corso del '900. Ci sarà invece, come già fatto a Mosca, un altro sudcoreano, il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon, il che ha già fatto saltare la mosca al naso del Giappone, ancora in tensione con Pechino per diatribe territoriali nelle acque del Pacifico. Mentre tutta l'Ue sceglie la linea di apparente distaccco dalla sfilata, si è defilato il premier cieco Milos Zeman, anche lui sugli spalti la scorsa primavera alla corte di Putin.

Rinascita comunista - L'iniziativa di Pechino ha tutto l'interesse di far capire al Mondo quanto sia tornata temibile la forza militare cinese. La stampa del Partito comunista nazionale spiega senza giri di parole quanto la parata serva a: "far risorgere la patria dalle ceneri della guerra". Ricorda Repubblica come da mesi la propaganda cinese è tornata ad esaltare gli "eroi del maoismo" resistenti vittoriosi contro l'occupazione giapponese e i comunisti come vittime della guerra. Poi c'è l'esaltazione del Partito-Stato, come erede della vittoria del fascismo. Principi che rimarcano un sottotesto storico: l'alleanza Mosca-Pechino è stata determinante per sconfiggere Hitler e l'avanzata del nazionalismo nazista.

La posizione ufficiale - Il governo cinese si è affrettato a chiarire che la parata non vuol essere una risposta al riarmo giapponese, all'offensiva degli Stati Uniti sempre più influenti in Asia e alle frizioni con i Paesi del Sudest asiatico. Il presidente cinese Xi Jinping, da più parti definito il "nuovo Mao", fatica però a nascondere la natura nazionalistica che la sfilata vorrebbe avere, considerando anche l'istituzione della festa nazionale al 3 settembre, proprio il giorno della sconfitta del Giappone. Senza trascurare il bombardamento mediatico della tv di Stato che trasmettono a ripetizione film patriottici e interviste ai parenti dei "30 milioni di assassinati dagli invasori giapponesi".

La parata - Il 3 settembre saranno impegnati per la prevenzione antiterrorismo circa 500 mila uomini, tra poliziotti, soldati e "volontari". Gli aeroporti saranno bloccati per due ore, con massiccio impiego di aquile e scimmie che dovranno tenere lontani gli uccelli dalle esibizioni dei jet. In sfilata passeranno in piazza Tienanmen 12 mila soldati scelti dell'Armata di liberazione del Popolo; 500 pezzi di artiglieria, cannoni, lanciamissili e carri armati; 10 formazioni di elicotteri e altre decine di armi che per buona parte finora non erano mai state mostrate in pubblico.

Ai bancomat italiani solo 10, 20 e 50 euro Ma non le banconote da 5. Ecco perchè

Dai bancomat italiani solo banconote da 10,20 e 50 euro. Ecco perchè




Provate a prelevare 5 euro dal Bancomat. Impossibile. Le Atm (Automated Teller Machine, come l e chiamano gli addetti ai lavori) in Italia non distribuiscono il taglio minimo degli euro. I tagli più frequenti sono quelli da 20 e da 50 euro. Talvolta, ma non sempre, è disponibile anche quello da 10 euro. In altri Paesi europei come la Germania, invece, il taglio da 5 euro viene distribuito. Perché? Perchè là i Bancomat, come spiega oggi il Corriere della Sera, sono più "evoluti" e hanno macchine con quattro cassetti.

La questione "tecnica", scrive sempre il quotidiano di via Solferino, ha risvolti anche «psicologici": chi "spezza» una banconota da 10 o da 20 euro è destinato a spendere presto anche le monete che gli ballano in tasca, che sarebbero meno se cambiasse un pezzo da 5 euro. Da noi la propensione all' utilizzo del contante è la più alta a livello europeo e li italiani sono un popolo di "forti prelevatori". Secondo i dati del Consorzio Bancomat, ogni anno fanno 845 milioni di prelievi. Il sistema bancario si è attrezzato: con 53 mila Atm installati, quello italiano è uno dei network più grandi. L a media del prelievo è di 170 euro.

L'Europa stoppa le sparate di Renzi "L'Imu sulla casa non si può toccare"

L'Europa a Renzi: no ai tagli delle tasse sulla casa




Gli osservatori lo avevano detto subito: l'Europa si metterà di traverso riguardo al taglio delle tasse sulla casa annunciato e strombazzato per il prossimo anno dal premier Matteo Renzi. E così è stato. Secondo Strasburgo, le tasse sulla casa non si devono toccare, è preferibile un intervento di riduzione della fiscalità su lavoro e capitali. La proposta di ridurre le tasse sulla casa, secondo fonti europee, è contraria alle raccomandazioni Ue. "Abbiamo letto i recenti annunci sulle tasse in Italia, ma non avendo dettagli sui piani non possiamo fare commenti" spiegano le fonti comunitarie, "però è ben noto che il Consiglio ha raccomandato che l'Italia sposti sugli immobili ed i consumi il carico fiscale che grava su lavoro e capitali".

Aereo vecchio, poi lo spavento notturno Il volo da incubo con la "nuova Alitalia"

Alitalia, volo "spaventoso" sulla Miami-Roma




Nuova Alitalia, vecchi problemi. Almeno, stando alla lettera firmata che il signor Michele Annesi ha scritto al quotidiano "La Repubblica", nella quale riferisce di un suo recente viaggio da Miami a Roma con la compagnia tricolore. Un viaggio notturno, come tutti (o quasi) quelli tra il Nordamerica e l'Europa. Scrive il signor Annesi di aver notato "appena imbarcati che l'aeromobile era molto vecchio: niente schermi personali, niente prese elettriche per il pc, e addirittura i portacenere sui poggioli, che da anni non vedevo". Non basta: diverse luci di lettura non funzionavano e dopo il decollo "il responsabile di cabina ha annunciato che il sistema di intrattenimento era guasto".

Ma il meglio, sulla Miami-Roma dello scorso 27 agosto, è arrivato proprio nel cuore della notte, mentre il velivolo si trovava in mezzo all'oceano Atlantico: "Un lieve fruscio... un clac metallico e vedo le maschere dell'ossigeno dei due posti di fronte a me aperte e calate sui passeggeri. Spavento iniziale, per fortuna di un secondo, ed un assistente di volo 'armato' di scotch le ha rifissate bonariamente alla struttura. (...) Ho chiesto notizie e mi è stato spiegato che l'aeromobile era stato dismesso da Etihad e passato ad Alitalia". C'è da sperare che Etihad non intenda usare la nostra compagnia di bandiera per scaricargli i suoi ferrivecchi...

Guerra tra Sky e Mediaset: come cambia il telecomando

Guerra tra Sky e Mediaset: cosi cambia il telecomando




Entro il 7 settembre, forse dalla sera stessa del 7, Mediaset cripterà i suoi canali che dunque diventeranno invisibili per gli abbonati di Sky. Certo, Sky non potrà permettere che i suoi abbonati, nel digitare il numero 104, 105 e 106 del telecomando, prossimi orfani di Retequattro, Canale 5 e Italia 1, si imbattano in uno schermo nero. E così l'emittente di Rupert Murdoch ha preso le ssue contromisure:  il canale Rai4 andrà sul tasto 104 del telecomando di Sky, il canale Sky Uno sul canale 105 (dove quindi vedremo XFactor e tutto il resto) e un altro canale generalista di Sky sul tasto 106.

Lo sbarco di Rai4 sul canale 104 ha un enorme valenza industriale. Il nuovo direttore generale di Viale Mazzini, Campo Dall'Orto, che ha avuto questa intuizione, vuole allungare l'offerta di Viale Mazzini dal tasto 101 fino al 104 sottraendo al diretto concorrente Mediaset una postazione di eccellenza (il tasto 104, appunto) guadagnandone in termini di ascolti e pubblicità.

Nella partita del telecomando non entrerà, almeno per il momento, il gruppo Discovery che avrebbe contenuti d'eccellenza per occupare il canale 106 del decoder di Sky, ma per ora non vuole rompere i rapporti di buon vicinato e di scambio commerciale che ha con Mediaset.

martedì 1 settembre 2015

Caivano (Na): Puzze nauseabonde Terra dei fuochi? No, Terra di nessuno!

Caivano (Na): Puzze nauseabonde Terra dei fuochi? No, Terra di nessuno!




Una puzza nauseabonda sta infestando l'aria dalle periferie al centro città, ormai da diverse settimane: molte segnalazioni anche da parte di ex consiglieri comunali, oltre ai passanti che, inorriditi, basiti, lanciano l'allarme. 

Dalle periferie al centro città, sono molte appunto, le segnalazioni dei cittadini che ormai da diversi giorni, si sono barricati in casa o che escono anche nel quotidiano tappandosi il naso. L'amministrazione a guida Monopoli, sembra non aver prodotto nulla di buono in questi ultimi 3 mesi di consiliatura. Oltre alla puzza nauseabonda, causa della mancata raccolta della spazzatura, si aggiunge anche il mancato controllo per numero di personale per i numerosissimi roghi che quotidianamente prendono fuoco un giorno si e pure l'altro, nonostante appunto, il grandissimo impegno dei Vigili e delle forze dell'ordine presenti sul territorio.

Un problema interminabile. Il Sindaco Monopoli, non riesce a sciogliere questo nodo. Da Luglio oltre ad aver rinviato il problema della spazzatura a settembre non è riuscito a fare, quindi, non è riuscito neanche a coordinare un'azione incisiva in tal senso. Oggi è il primo del mese, settembre è iniziato, che tempi ci vogliono per vedere nuovamente il servizio di raccolta rifiuti funzionante a pieno regime? queste le domande, ma soprattutto le preoccupazioni dei tantissimi cittadini di Caivano che temono per la salute dei propri figli. 

UN MISSILE CHE ARRIVA A ROMA Così Kim prepara la guerra mondiale

Corea del nord, agenzie di intelligence in allarme: Kim Jong-Un ha missili con gittata da 12 mila km




Nei giorni scorsi nella capitale di un Paese asiatico c'è stata una riunione riservata tra responsabili dell'intelligence di diversi Paesi, molti dei quali occidentali. Come riferisce l'Adnkronos, basandosi su qualificate fonti militari internazionali, all'ordine del giorno del vertice segreto c'è stata la Corea del nord e l'ultima concreta minaccia missiolistica agitata dal dittatore Kim Jong-Un.

L'arma - Il governo nordcoreano ha portato avanti il suo programma missilistico Kn-08, sistema che ha sviluppato un'arma a lunga gittata in grado di colpire obiettivi in un raggio di 12 mila chilometri, quindi sarebbero alla portata anche Roma o New York. Le agenzie di intelligence di mezzo mondo sono in uno stato di tensione crescente con l'avvicinarsi del 10 ottobre, quando la Nord Corea festeggerà il 70mo anniversario del Partito Coreano dei lavoratori. Per quell'occasione, gli esperti prevedono non solo una cerimonia sfarzosa, ma anche una prova muscolare di Jung-Un. Solo nel 2012, durante una parata militare, vennero mostrate le immagini di un missile di 20 metri montato su una piattaforma mobile. Lo scorso maggio, il governo di Pyongyang ha diffuso un video di un apparente lancio di un missile partito da un sommergibile.

Il programma - La penisola coreana stava raffreddando proprio nell'ultimo periodo quelle tensioni tra le due Coree che si erano accentuate lungo il confine. Gli analisti però hanno osservato come il programma missilistico nordcoreano ha subito un'accelerata anomala. I tecnici di Pyongyang hanno bruciato i tempi, nonostante il Paese sia sotto la pressione di pesanti sanzioni internazionali. I sospetti dei responsabili delle intelligence occidentali si stanno concentrando su una ipotetica "pista cinese", grazie alla quale Pyongyang riceve materiali e tecnologie.

Valle D'Aosta: Allarme mercurio al supermercato Ritirate partite di tonno pinna gialla

Valle D'Aosta, torna l'allarme mercurio: ritirato un lotto di tonno




Torna l'allarme mercurio in Italia. Il ritiro dai supermercati di un lotto di tonno pinne gialle decongelato sta terrorizzando la Valle D'Aosta per il suo livello esagerato di istamina. Sempre per la presenza elevata di mercurio, è stata ritirata anche una confezione di carpaccio di pesce spada in distribuzione sul mercato UE. La segnalazione per i due alimenti giudicati pericolosi per la presenza eccessiva dei metalli pesanti giunge dal sistema di allerta rapida RAFF della Regione autonoma Valle d'Aosta. Il tonno non commestibile proviene dall'Oceano Pacifico Centrale- Orientale ed era stato importato dall'azienda New Sea con sede in via Santa Teresa a Rosolina, in provincia di Rovigo. Il Sistema di allerta rapido ha pubblicato online un elenco dei punti vendita interessati dal ritiro e al momento risulta coinvolto un supermercato Conad valdostano che ha ritirato dal mercato il lotto sospetto. L'elevata presenza di istamina rappresenta un rischio per la salute dei consumatori poiché provoca reazioni allergiche inaspettate e soprattutto non rispetta i limiti stabiliti dalla legge.

La Juve prende Hernanes per 11 milioni All'Inter Felipe Melo e Ljajic. Flop Milan

Calciomercato, l'Inter prende Felipe Melo, la Juve Hernanes




Si è chiuso il calciomercato estivo 2015.  Tra le grandi, l'Inter può festeggiare perché è riuscita a concludere l'affare Felipe Melo. Sarà accompagnato da un altro suo compagno di squadra brasiliano: il difensore Alex Telles. Ma il colpo grosso dell'ultima giornata di mercato nerazzurro è quello di Ljajic dalla Roma. 

Juventus -  Tutto fatto anche per Hernanes alla Juventus. Milano e Torino hanno trovato l'accordo per il centrocampista ex Lazio. Il brasiliano è stato ceduto definitivamente ai bianconeri per 11 milioni. E' stata una trattativa lampo  in meno di 24 ore. Sbloccat
a subito dopo l'ora di pranzo quando l'Inter ha ottenuto il sì definitivo per Felipe Melo.

Milan - Il Diavolo voleva Roberto Soriano della Sampdoria che però è finito al Napoli. Sembrava fatta per Witsel ma l'affare è svanito nel nulla e i rossoneri sono rimasti a bocca ascitta nel loro disperato tentativo di dare più sostanza al centrocampo. Il giovanissimo talento Hachim Mastour saluta e va al Malaga con un prestito biennale e diritto di riscatto a 5 milioni di euro.

LINEA DURA BERLUSCONI "Renzi è in crisi, non lo aiutiamo. Salvini? No al ticket, perché lui..."

Forza Italia, Silvio Berlusconi: "Renzi è in crisi, non lo aiutiamo. Salvini? No al ticket, vuole Milano"




Linea dura, contro Renzi e pure contro Salvini. Silvio Berlusconi ha intenzione di combattere due battaglie in un colpo solo, quella con il governo e quella con la Lega Nord, con l'obiettivo comune di riprendere in mano il centrodestra. Le voci dei fedelissimi che ritraggono il Cavaliere determinato e volitivo sono confermate anche dalle nuove indiscrezioni sulla linea politica di Forza Italia. 

Niente sconti a Renzi - "Tra il caos immigrazione e la campagna acquisti di gente improbabile in Senato, Renzi sta per entrare in difficoltà sul serio", spiega Berlusconi secondo quanto riferisce il Corriere della Sera. Anche perché, è il ragionamento, stanno per arrivare le elezioni amministrative e "l'opinione pubblica sta voltando le spalle al governo", quindi "non conviene per nulla dargli una mano". Niente soccorso azzurro a Renzi, nemmeno su una materia costituzionale come la riforma del Senato dove la maggioranza potrebbe non essere più tale. "Trattiamo solo se si riapre sulla legge elettorale", è il diktat di Berlusconi.

"No al ticket, Salvini vuole Milano" - Forza Italia nettamente all'opposizione, senza sconti al governo. Quello che chiedeva Matteo Salvini, disposto anche fare un passo indietro (e lasciare spazio a Berlusconi, quindi) e accantonare l'idea dell'ormai famoso ticket. "Con lui dialogo su tutto - avrebbe detto l'ex premier - tranne che su una cosa. Al blocco dell'Italia di tre giorni Forza Italia non aderirà mai e poi mai". C'è anche un'altra inquietudine. Secondo Repubblica, infatti, Berlusconi vedrebbe nelle proposte di alleanza politica con la Lega una manovra elettorale: "Niente ticket, lui vuole Milano ma Milano spetta a noi". 

Prendono i rimborsi senza verifiche Tutti i trucchi contabili dei partiti

Il condono dei bilanci dei partiti: ecco come i partiti intascheranno i rimborsi senza controlli




Al rientro dalla ferie agostane, la prima urgenza che impegnerà il Parlamento italiano non sarà la riforma del Senato, ma la soluzione a un problema ben più urgente, per i partiti: evitare che la rata di rimborso pubblico destinato alle forza politiche rimanga bloccato. La nuova norma, infatti, prevedeva che prima di elargire gli ultimi finanziamenti (nel 2017 saranno completamente azzerati), i bilanci dei partiti avrebbero dovuto superare la verifica di una specifica Commissione. Ma come riporta Il Tempo, la Commissione ha comunicato lo scorso 30 giugno di non aver mai potuto svolgere una seduta per mancanza di "mezzi strumentali e personale". Pronto il soccorso del Pd che ha preparato una proposta di legge, grazie alla quale i fondi potranno essere distribuiti ai partiti senza alcuna verifica dei bilanci. Un vero e proprio: "condono al bilancio dei partiti" ha denunciato il deputato M5S Riccardo Fraccaro, sicuro che la proposta di legge troverà i voti delle forza politiche in Parlamento: "I partiti così riceveranno la rata del 2014 senza il controllo dei relativi bilanci. Autocondonandosi qualsiasi irregolarità compiuta nel 2014 senza il controllo dei relativi bilanci".

L'incasso - Stando al calcolo fatto del Tempo, dal 1992 al 2002 i partiti hanno incassato circa 2 miliardi e 200 milioni di euro, pur avendo speso soltanto 579 milioni di euro, secondo la documentazione presentata negli anni dai tesorieri. Eppure dal 1993 i partiti non avrebbero dovuto beccare una sola lira dai bilanci statali, se non ci fossero state poi delle modifiche alla legge passata da finanziamento a rimborso elettorale. Contributo riconosciuto a tutti i partiti che avessero superato l'1% delle preferenze alle Politiche o che avessero eletto almeno un rappresentante alle elezioni regionali o europee. Il rimborso prevedeva 5 euro per ogni voto, cifra aumentata nel tempo visto che prima del 2002 il rimborso ammontava a 4 mila lire. Entro il 2017 la legge prevede l'azzeramento di fatto di ogni tipo di contributo pubblico. Ma in fondo c'è tutto il tempo per modificare anche le scadenze previste per legge.

Classifica supermarket, tutte le catene: dalla più conveniente a quella più cara

La classifica dei supermercati: catena per catena dal più conveniente al più caro




Alcuni sono nomi conosciuti. Altri meno, o pochissimo conosciuti. A metterli insieme tutti è stata l'associazione di consumatori "Altroconsumo", che per un anno ha monitorato oltre un milione di prezzi per 105 categorie di prodotti in 885 punti vendita di 68 città, disegnando così la mappa della convenienza dei supermercati italiani.

L'indagine, riportata oggi dal quotidiano "La Repubblica", evidenzia anche come i risparmi maggiori si abbiano al Centro Italia mentre il Sud sia maglia nera. Ma, al di là delle differenze regionali, l'aspetto più interessante della ricerca è quello che riguarda la convenienza delle diverse catene di supermercati. Altroconsumo ha fissato a 100 la soglia della massima convenienza, che ha riscontrato nei supermercati Emisfero (non proprio tra i più conosciuti e diffusi d'Italia). A quota 101 ci sono i Famila Superstore e a 102 un marchio conosciuto e diffuso quale è Esselunga. A 104 troviamo Bennet e Auchan; a 105 Ipercoop; a 106 Iper, Panorama, Coop, Conad Ipermercato e A&O; a 107Il Gigante e Pam; a 108Dok, Carrefour, Crai, Simply e Sigma; a 109 Eurospar; a 110 Conad, Pim, Sidis, Isa; a 112 Sisa e Carrefour Market; a 113 (cioè il più caro) Tigre.