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mercoledì 24 giugno 2015

Il governo taglia le detrazioni fiscali: quali rimangono e che cosa cambia

Riforma del fisco, verso il taglio delle detrazioni: quali rimangono e cosa cambia




La riforma del Fisco slitta a venerdì e potrebbe portare con sé una bruttissima sorpresa: il taglio alle detrazioni. La corsa è contro il tempo, visto che il 27 giugno scade la delega concessa dal Parlamento al governo per mettere a punto i decreti attuativi della riforma. Di sicuro, salta la revisione del catasto perché il rischio era di massacrare alcune categorie di proprietari immobiliari, facendo avvertire il tutto come "un aumento della tassa sulla casa", come ha spiegato lo stesso premier Matteo Renzi.

Il "micidiale corto circuito" - Il rinvio a venerdì, ha aggiunto, è dovuto alla necessità di "limare i testi" per evitare un secondo caso "salva-Berlusconi" (ricordate la legge sulle frodi fiscali depenalizzate sotto al 3% approvata all'insaputa di molti ministri e poi cancellata in fretta e furia?), ma secondo molte fonti giornalistiche dietro al pastrocchio si celerebbe, per dirla con le parole del Messaggero, "un micidiale corto circuito" tra i consulenti economici di Palazzo Chigi e il Ministero dell'Economia, con tanto di incomprensioni fin dentro al Ministero del Tesoro. Progetti distinti di riforma e nessun confronto tra le parti, con il risultato di un drammatico stallo. Tensione alle stelle anche tra il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan e il consigliere economico delegato alle questioni fiscali Vieri Ceriani, a cui Padoan avrebbe imputato una gestione troppo personalistica.

Le novità in arrivo - Tra le novità previste dal testo, salvo modifiche dell'ultim'ora, ci sarebbe una norma che introduce stabilmente nella legge di stabilità il monitoraggio sulle "tax expenditures", gli sconti fiscali concessi ai contribuenti: quelli in vigore da oltre 10 anni, se non espressamente confermati o ridotti dalla legge di Stabilità, saranno automaticamente cancellati. Le uniche detrazioni "salvate" dovrebbero essere quelle sul lavoro dipendente, le pensioni e i mutui per la prima casa. I soldi risparmiati con il taglio delle detrazioni, giurano dal governo, finiranno in un fondo per ridurre le tasse. Di fatto, dunque, le detrazioni dovranno essere riviste ogni anno, con il rischio che in caso di conti ballerini (ipotesi sempre molto, troppo probabile) ogni 12 mesi ne salti qualcuna.

Caivano (Na): Monopoli dice no alla nuova stazione dei rifiuti

Caivano (Na): Monopoli dice no alla nuova stazione dei rifiuti 



di Gaetano Daniele



Simone Monopoli
Sindaco di Caivano 

Il Sindaco di Caivano, Simone Monopoli, blocca l'area destinata, secondo una richiesta protocollata il giorno 17 Giugno scorso, due giorni dopo l'insediamento dello stesso, da una società privata di Casoria “Stiamo - spiega il sindaco Simone Monopoli in una nota - innanzitutto verificando se nell’area interessata esistano le condizioni legali per impiantare la stazione di stoccaggio. Comunque,  in attesa della Via (Valutazione Impatto Ambientale) che ci deve giungere dalla Regione Campania, siamo contrari all’installazione di ogni tipo di impianto che tratta spazzatura sul territorio, anche in ottemperanza alla moratoria ambientale votata dal consiglio comunale nel 2012, l’iter purtroppo è partito a dicembre, quanto non avevamo contezza di ciò”. La richiesta era stata avanzata appunto, da una società di Casoria, a raccogliere rifiuti nella Zona Asi di Pascarola. 

Intervista Esclusiva - La profezia del guru di Putin: Russia, Usa, Ue e il "disastro"

Russia, parla Dugin, il guru di Putin: "Isis strumento degli Usa, stiamo andando verso il disastro"


Intervista a cura di Sebastiano Caputo


Già professore all’Università di Mosca, Alexander Dugin è politologo e filosofo russo tra i più vicini al Cremlino. Lo abbiamo intervistato in occasione della presentazione svoltasi ieri a Milano del libro Rinascita di un Impero. La Russia di Vladimir Putin (Circolo Proudhon Edizioni) organizzata dal quotidiano online L’Intellettuale Dissidente e dall’Associazione Culturale Lombardia-Russia presidiata da Gianluca Savoini. 

In questo momento storico si parla molto di sanzioni alla Russia. Lei le vive sulla sua pelle perché ha delle difficoltà a viaggiare nei Paesi alleati degli Stati Uniti. Per quale motivo? 

«Le sanzioni contro di me sono in vigore negli Stati Uniti ma non ancora in Europa. Vedremo col passare dei mesi o degli anni cosa succederà. È importante perché io sono il primo uomo che è stato sanzionato dagli americani per le sue idee: per i miei pensieri, per le mie dichiarazioni. Io non faccio parte di nessun gruppo terroristico, sono un intellettuale. Questo è emblematico. La democrazia liberale arriva in un momento di contraddizione: nel nome della libertà di espressione si sanzionano le personalità che esprimono opinioni diverse dal Pensiero unico. L’Occidente condanna i totalitarismi, eccetto il terzo totalitarismo, che è quello liberale che censura nel nome della libertà di pensiero e di espressione. La nostra è una realtà orwelliana, o peggio, viviamo nel “migliore dei mondi” di Huxley: il nostro è un totalitarismo soft».  

Dall’altra parte, anche Vladimir Putin ha stilato una lista di personalità non gradite. Tra queste vi è anche un intellettuale, se così possiamo chiamarlo: Bernard-Henry Levy… 

«Si tratta di una provocazione. Bernard-Henri Levy è un mio nemico diretto. Ha fatto una lezione intera a Kiev contro il mio libro La quarta teoria politica. Ha criticato le mie idee, è a favore del governo golpista ucraino, appoggia il nazionalismo e il liberalismo russofobo. Le sanzioni non sono solo contro di lui, ma anche contro altri personaggi come il leader dei Verdi francesi Daniel Cohn Bendit. Putin ha quindi ricambiato, si tratta di una risposta alle sanzioni. In più i nomi nella lista non sono intellettuali ma vere e proprie spie...». 

Vladimir Putin è stato tagliato fuori dall’ultimo G7, ma in compenso Matteo Renzi lo ha accolto festosamente a Milano quando è venuto a visitare l’Expo. Non c’è una schizofrenia in questo atteggiamento?  

«La volontà di escludere la Russia dal G7 è stata puramente simbolica. Pensate che il summit divenne G8 dopo il crollo del muro di Berlino con la presa del potere di Boris Elstin, il quale ha tradito allora la Russia. Il suo invito è legato alla perdita di sovranità del nostro Paese. Quando la Russia con Putin ha riacquistato maggiore sovranità è stata tagliata fuori. Per i russi questa non è di un’umiliazione ma un premio».  

E riguardo alle sanzioni economiche europee che opinione si è fatto?  

«Credo i Paesi europei abbiano tutte le ragioni per continuare a cooperare con la Russia. Per motivi economici, energetici, finanziari, industriali e commerciali, le sanzioni non giovano ai loro interessi. Le società europee non possono comprendere il perché di queste sanzioni, non ci sono basi economiche. Eppure i vertici di Bruxelles, tutti i capi europei, sono schizofrenici. Da una parte hanno interesse a cooperare con i russi, dall’altro invece non sono liberi per colpa della volontà statunitense per cui c’è una situazione di equilibrismo. Il mondo unipolare diretto da Washington ci porta al disastro e Matteo Renzi è ostaggio di queste relazioni internazionali».  

Quali sono le conseguenze per noi italiani, un Paese storicamente legato alla Russia?  

«È il Nord dell’Italia che paga soprattutto questa politica delle sanzioni. Di meno, invece, la Russia che ha rapporti commerciali anche con il mercato asiatico. Penso all’export italiano legato all’agricoltura, all’artigianato, ai prodotti industriali».  

Parliamo di politica internazionale. Lei sembra convinto che ci sia un collegamento tra gli Stati Uniti e l’Isis. 

«È evidente che il fondamentalismo islamico è stato manipolato fin dall’inizio dagli americani. Inizialmente è stato lo strumento per la lotta ai movimenti islamici filo-sovietici, poi è stato il pretesto e il nemico perfetto per le battaglie degli Stati Uniti in Medio Oriente, così dalla guerra in Afghanistan in poi. Credo che l’Isis non sia una realtà omogenea, all’interno ci sono diverse correnti, e una di queste è legata a doppio filo con gli Stati Uniti, ci sono documenti che lo dimostrano tra questi anche quelli di Edward Snowden. La politica estera americana tradizionalmente governa attraverso il caos e l’Isis fomenta questo caos».  

Il fondamentalismo islamico è stato affrontato dal governo russo negli anni della guerra in Cecenia. In che modo? Come possiamo noi europei sconfiggere l’Isis?  

«La Russia ha utilizzato una strategia delle divisioni tra un Islam tradizionale, euroasiatico, un islam politico, artificiale e antitradizionale, antisufista. Facendo questa divisione noi siamo riusciti a separare due rappresentazioni appoggiando l’islam tradizionale, garantendo molte libertà ai capi tradizionali. Detto ciò, i musulmani tradizionali hanno ricevuto più di quello che immaginassero. Anche il potere, la libertà di introdurre le leggi islamiche nella società, come nella Cecenia; ma il prezzo era quello di lasciare l’islam radicale, politico, atlantista. Questa è la doppia anima dell’islam, esistono correnti tradizionalisti e correnti pro-americane e pro-saudite che sono pericolose».  

Nel Caucaso fa presa l’Isis sui musulmani? 

«Al Nord del Caucaso ci sono piccoli gruppi legati all’Isis, ma non i numero tale da mettere in pericolo la nostra sicurezza. L’Islam tradizionale riconosciuto in Russia fa la guerra a queste frange».

Recentemente nei Paesi Baltici c’è un dispiegamento delle forze militari della Nato. Sempre al Nord dell’Europa, nei Paesi Scandinavi, la Russia ha ammonito il governo svedese qualora dovesse entrare nella Nato. Cosa sta succedendo da quelle parti? 

«Gli americani spingono l’Europa alla guerra con la Russia. Giocano sui rancori e i risentimenti storici tra il nostro Paese e i Paesi dell’Est europeo. La Russia non ha interesse in questo conflitto e vuole evitarlo a tutti i costi». 

Da Palazzo Chigi alla poltrona dell'Unità "L'uomo-frana" nuovo direttore

Erasmo D'Angelis sarà il nuovo direttore del quotidiano l'Unità




Il segretario del Partito democratico, Matteo Renzi, ha deciso di mettere un suo uomo di fiducia alla guida del quotidiano L'Unità che dal prossimo 30 giugno tornerà in edicola. La scelta è caduta letteralmente su Erasmo D'Angelis, già in forze a Palazzo Chigi ma con un ruolo decisamente lontano dal giornalismo, ma forse le competenze finora maturate lo hanno preparato alla nuova missione. Il nuovo direttore del giornale fondato da Antonio Gramsci finora si è occupato di frane e smottamenti come Capo dell'Unità di missione del governo contro il dissesto idrogeologico. Renzi aveva provato a mollare la direzione del quotidiano al senatore della sinistra Pd Gianni Cuperlo, che si era guardato bene dall'accettare. Tramata anche l'ipotesi comunque più gradita alla sinistra Dem di scegliere l'ex vicedirettore del giornale, Vladimiro Frulletti, anche in segno di continuità con la passata gestione. Giornalista professionista, D'Angelis è ritenuto figura chiave molto vicina all'ex sindaco di Firenze. Prima delle frane, D'Angelis si è occupato di tubi e acqua come presidente dell'azienda pubblica toscana Publiacqua.

Divorziati, conviventi e coppie gay Papa Francesco prepara la rivoluzione

Sinodo della Famiglia verso apertura ai divorziati, ai conviventi e alle coppie gay




Il Sinodo d'autunno sulla famiglia riserverà molte novità per divorziati, conviventi e coppie omosessuali. L'Instrumentum laboris, il testo base per il sinodo d'autunno sulla famiglia, a proposito dei "divorziati risposati civilmente che si trovano in condizione di convivenza irreversibile", afferma che "c'è un comune accordo sulla ipotesi di un itinerario di riconciliazione o via penitenziale, sotto l'autorità del vescovo".  Nel testo base che sarà usato come base per la discussione dei vescovi si legge che:  "L'eventuale accesso ai sacramenti dovrebbe essere preceduto da un cammino penitenziale sotto la responsabilità del vescovo diocesano", e "va ancor approfondita la questione, tenendo ben presente la distinzione tra situazione oggettiva di peccato e circostante attenuanti, dato che 'l'imputabilità e la responsabilità di un'azione possono essere sminuite o annullate' da diversi 'fattori psichici oppure sociali'". 

Divorziati - Il Sinodo non mette in discussione il concetto dell'unicità del matrimonio, ma intende occuparsi dei divorziati e dei  "divorziati risposati civilmente che si trovano in condizione di convivenza irreversibile". Potrebbe essere permesso loro di fare da padrini e madrine di battesimo e testimoni di nozze. Si discute anche della possibilità che accedano alla comunione.

Omosessuali - Per "le famiglie in cui vivono persone con tendenza omosessuale" e per le famiglie "di persone con tendenza omosessuale", "sarebbe auspicabile che i progetti pastorali diocesani riservassero una speciale attenzione" al loro "accompagnamento. E' del tutto inaccettabile che i pastori della Chiesa subiscano pressioni in questa materia e gli organismi internazionali condizionino aiuti finanziari ai paesi poveri all'introduzione di leggi che istituiscano il 'matrimonio' fra persone dello stesso sesso".

Conviventi e sposati civilmente  - A chi sceglie di non sposarsi in chiesa oppure di convivere è dedicata una parte della riflessione dei vescovi. La Chiesa dovrebbe accompagnare queste coppie, verso «"a pienezza del sacramento del matrimonio".  l’Instrumentum, scrive che "la decisione di vivere insieme è segno di una relazione che vuole strutturarsi e aprirsi ad una prospettiva di pienezza".

No alle nozze gay -  Sia chiaro: nessuna apertura sulle nozze: "Non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia". Tuttavia dal testo emerge come una persona, indipendentemente dalla propria tendenza sessuale va rispettata nella sua dignità e accolta con sensibilità e delicatezza, sia nella Chiesa che nella società. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione. Per quanto riguarda le adozioni, la Chiesa ricorda che i figli non sono "un prolungamento dei propri desideri".

100mila assunti e concorso a dicembre Scuola e prof, la mossa del governo

Scuola, maxiemendamento al ddl: 100mila assunzioni, concorso slitta a dicembre. I criteri per la valutazione dei prof




Centomila professori assunti, mentre il concorso per l'assunzione a tempo indeterminato di 60mila professori precari slitterà da ottobre a dicembre 2015. Sono due dei punti più importanti contenuti nel maxiemendamento al ddl "La buona scuola" in Commissione Istruzione al Senato, che precisa come "la copertura di tutti i posti vacanti e disponibili" nell'organico "avverrà nei limiti delle risorse finanziarie disponibili". Il testo andrà in aula domani pomeriggio senza che però si possa concludere l'esame e giovedì, ci sarà il voto di fiducia, a cui il CdM ha dato il via libera. Il testo della riforma dovrà poi passare alla Camera per l'ultimo esame.

Centomila insegnanti assunti - "E' causa dei 5.000 emendamenti della Camera e i 3.000 del Senato, se oggi con l'emendamento dei relatori e la calendarizzazione in aula del testo sulla Scuola, abbiamo dovuto accelerare - spiega Francesca Puglisi, responsabile Scuola, Università e Ricerca del Pd -. Abbiamo la responsabilità di portare in porto un disegno di legge che, dopo molti anni di tagli, finalmente torna a investire nella scuola 3 miliardi di euro e assume nel prossimo anno scolastico oltre 100mila insegnanti che da troppi anni vivono in condizione di precarietà. Gli assunti sono i 100.701 previsti. Inoltre entro il 2015 verrà bandito il grande concorso per insegnanti abilitati di 60.000 posti. Non è prevista alcuna quota di riserva come è circolato nelle indiscrezioni delle scorse ore, ma un punteggio aggiuntivo come riconoscimento di titoli e servizio svolto".

Il membro esterno - Il maxiemendamento dei relatori al Ddl scuola precisa anche che ci sarà "un componente esterno individuato dall'Ufficio scolastico regionale tra docenti, dirigenti scolastici e dirigenti tecnici". "Il comitato ha durata di tre anni scolastici, è presieduto dal dirigente scolastico ed è costituito" da tre docenti dell'istituzione scolastica, di cui due scelti dal collegio dei docenti e uno dal consiglio di istituto, due rappresentanti dei genitori, per la scuola dell'infanzia e per il primo ciclo di istruzione; un rappresentante degli studenti e un rappresentante dei genitori, per il secondo ciclo di istruzione, scelti dal consiglio di istituto.

Come si valutano i prof - Il maxiemendamento presentato dai relatori del ddl scuola in Commissione Istruzione al Senato stabilisce anche i criteri per la valutazione dei dirigenti scolastici. Nell'individuazione degli indicatori per la valutazione del dirigente scolastico si tiene conto del contributo del dirigente al perseguimento dei risultati per il miglioramento del servizio scolastico previsti nel rapporto di autovalutazione e dei seguenti criteri generali: competenze gestionali ed organizzative finalizzate al raggiungimento dei risultati, correttezza, trasparenza, efficienza ed efficacia dell'azione dirigenziale, in relazione agli obiettivi assegnati nell'incarico triennale; valorizzazione dell'impegno e dei meriti professionali del personale dell'istituto, sotto il profilo individuale e negli ambiti collegiali. E ancora, apprezzamento del proprio operato all'interno della comunità professionale e sociale; contributo al miglioramento del successo formativo e scolastico degli studenti e dei processi organizzativi e didattici, nell'ambito dei sistemi di autovalutazione, valutazione e rendicontazione sociale; direzione unitaria della scuola, promozione della partecipazione e della collaborazione tra le diverse componenti della comunità scolastica, dei rapporti con il contesto sociale e nella rete di scuole.

martedì 23 giugno 2015

Caivano (Na): Immondizia Zona Asi-Pascarola, L'ex Sindaco Pippo Papaccioli chiede gli atti al Comune

Caivano (Na): Immondizia Zona Asi-Pascarola, L'ex Sindaco Pippo Papaccioli chiede gli atti al Comune 



Nella foto Giuseppe Papaccioli e il Senatore Volpi
seguito dalla scorta nelle vie di Caivano (Na)

No ad altri rifiuti a Caivano. Ho chiesto gli atti al Comune perchè sarebbe vergognosa una inerzia colpevole. Così l'ex Sindaco di Caivano, Pippo Papaccioli che, stamattina ha protocollato a nome di "Noi insieme con Salvini", una richiesta di accesso agli atti della Società di Casoria che, due giorni dopo l'insediamento del Neo-Sindaco Monopoli, ha protocollato appunto, una richiesta di insediamento nella Zona Asi di Pascarola, per la raccolta di nuovi rifiuti di tutto l''Hinterland a nord di Napoli. L'azienda tratta carta e cartoni. Nessuna voce al momento dai corridoi del Castello. Come si esprimerà il neo-Sindaco Monopoli che, ha basato principalmente la sua campagna elettorale sui rifiuti zero, e sulla rimozione immediata delle Eco-Balle?.

Aversa, Comunicare la famiglia: Mons. Spinillo incontra i giornalisti

Aversa, Comunicare la famiglia: Mons. Spinillo incontra i giornalisti


di Don Carlo Villano
per il Notiziario sul web



Mons. Angelo Spinillo
Vescovo di Aversa 

Sabato 27 giugno, la diocesi di Aversa ospita la tavola rotonda con gli operatori del mondo dell’informazione sul tema scelto dal Papa per la 49ma Giornata delle Comunicazioni Sociali

“Comunicare la famiglia: ambiente privilegiato dell’incontro nella gratuità dell’amore” è il tema che quest’anno Papa Francesco ha voluto porre al centro della 49esima Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali. Il messaggio del Santo Padre sarà anche argomento della tradizionale tavola rotonda con i giornalisti promossa dalla diocesi di Aversa, che si terrà sabato prossimo, 27 giugno 2015 alle ore 11:00, nel Salone della Curia Vescovile di Aversa (in Via Santa Maria a Piazza, 49)

“In ogni epoca della storia l’umanità ha sentito vivo il desiderio di comunicare”, dichiara il vescovo di Aversa, Mons. Angelo Spinillo, nel presentare il confronto con gli operatori del mondo dell’informazione e della comunicazione. “Potremmo riconoscere che l’uomo, attraverso la possibilità di entrare in relazione con altri esseri umani, ha potuto sviluppare conoscenze ed attività, maturare competenze, elaborare pensieri e sentimenti. Attraverso il comunicare è venuto ogni progresso. Infatti lo sviluppo delle possibilità di vita è andato sempre di pari passo con l’evoluzione delle tecniche di comunicazione, ed oggi siamo in grado di partecipare di potenzialità forse non immaginabili in altri tempi ed in contesti passati, sicuramente cresciute grazie ad una comunicazione sempre più efficace negli strumenti e nei linguaggi. Ecco il motivo del nostro incontrarci. E per questo ringrazio tutti coloro che hanno accolto questo invito”.

La famiglia, ci ricorda Papa Francesco, è il primo luogo dove impariamo a comunicare e ancora oggi può essere una “scuola di comunicazione come benedizione”, in un mondo in cui i media più moderni possono sia ostacolare che aiutare la comunicazione in famiglia e tra famiglie. Il Santo Padre annuncia che oggi la sfida è “reimparare a raccontare, non semplicemente a produrre e consumare informazione”.

“Incontrarci per riflettere e dialogare sul tema della comunicazione, e della comunicazione su un aspetto specifico e delicato come quello della famiglia, in questo nostro tempo, ci chiama a riconoscere il rapporto che esiste tra il progredire dell’efficienza dei mezzi di comunicazione e l’elaborazione di esperienze e di realtà del vissuto dell’umanità. Ma questo – osserva Mons. Spinillo – ci chiama anche a riconoscere di quanta consapevolezza necessita oggi l’uso degli strumenti della comunicazione, e della loro velocità ed efficienza, nel parlare all’umanità di ciò che tocca la sua vita nelle realtà più coinvolgenti, come appunto la famiglia”.

‘Comunicare la famiglia’, conclude il Vescovo, rimane “una dimensione essenziale del nostro essere Chiesa, del nostro essere popolo riunito nella luce dell’amore dell’Unico Padre e chiamato a camminare insieme, seguendo il Cristo, il Figlio di Dio, per fecondare di bene la storia dell’umanità. Comunicare questo, che Giovanni Paolo II definiva il “Vangelo della famiglia”, all’uomo del nostro tempo è chiamare l’umanità a condividere un valore grande, una sapienza che illumina di senso e di speranza ogni sua giornata”.

La tavola rotonda con gli operatori del mondo dell’informazione e della comunicazione sarà moderata da Ermanno Corsi, giornalista e scrittore italiano, e oltre a Mons. Angelo Spinillo vedrà anche la partecipazione di Mons. Salvatore Coviello, Vicario Episcopale diocesano per la Pastorale della Famiglia, e di don Carlo Villano, direttore dell’Ufficio Comunicazioni Sociali della diocesi di Aversa.

Mons. Coviello sottolinea che “la Chiesa deve rispondere e ‘intercettare’ i cambiamenti che interessano la famiglia nella società contemporanea e deve sostenere le famiglie nel percorso formativo, specie in questo tempo particolare in cui si vuole proporre un modello di uomo basato sull’emozione e non sulla verità che parta dal dato biologico della natura umana. ‘Comunicare la famiglia: ambiente privilegiato dell’incontro nella gratuità dell’amore’ è al centro del cammino educativo e formativo su cui è impegnata tutta l’azione dell’ufficio diocesano di pastorale familiare, in sintonia con il Santo Padre e con il nostro Vescovo”. 

A Vicenza il Comune assolda i cacciatori per fare la guardia ai campi nomadi

Vicenza, il Comune assolda i cacciatori per fare la guardia ai campi nomadi




Le ronde padane ritornano. Questa volta sotto forma di doppiette. A Schio, in provincia di Vicenza, il Comune si è messo d’accordo con i cacciatori che ora affiancheranno le forze di polizia locale durante il controllo del territorio. Compresa la sorveglianza dei campi nomadi. Secondo alcuni quotidiani locali sono circa una trentina di volontari hanno aderito al progetto, che sarà praticamente a costo zero. Le associazioni riceveranno un rimborso spese di 5000 euro e i cacciatori dovranno indossare degli appositi cartellini identificativi e frequentare un corso di addestramento preventivo.

Euro-flop sugli immigrati: come sarà la nuova missione

Immigrazione, la missione Ue è già un flop: parole, pochi mezzi e zero aiuti. E senza l'Onu, gli scafisti ridono




Quarantamila migranti "in evidente bisogno di protezione" redistribuiti da Italia e Grecia verso gli Stati Ue, la creazione di centri di identificazione "strutturati" nei Paesi in prima linea, una assistenza finanziaria rafforzata per i Paesi punto d'approdo, Italia in testa. Sono alcune delle novità, che potrebbero essere varate nel vertice europeo in programma a Bruxelles giovedì e venerdì, contenute nella ultima bozza delle conclusioni messe a punto dagli sherpa in vista del summit. E sono il tentativo, si legge, di "rafforzare la solidarietà e responsabilità" europea sul tema immigrazione.

Emergenza continua - Intanto un'unità libica ha sparato contro un gommone carico di immigrati. Uno di loro è rimasto ucciso. Un altro, ferito, è stato trasferito in elicottero a Lampedusa. Gli altri passeggeri sono stati prelevati da una nave militare italiana che si è diretta verso Pozzallo (Ragusa). In attesa del vertice dei capi di Stato e di governo, l'Unione Europea ha ufficialmente lanciato la missione navale contro il traffico di migranti nel Mediterraneo. Lo hanno deciso i ministri degli Esteri, a Lussemburgo: la missione avrà nella sua prima fase compiti di intelligence e vigilanza rafforzata con il pattugliamento in alto mare per individuare i trafficanti; ma nel lungo termine l’obiettivo potrebbe essere la distruzione dei barconi di migranti. L'obiettivo, come ha spiegato l'alto rappresentante per la politica estera Ue Federica Mgherini, "non sono i migranti, ma quelli che fanno soldi sulle loro vite". 

Serve il sì dell'Onu - I ministri degli Esteri dell'Ue hanno dato il via libera all'operazione senza dibattito perché la misura è stata già concordata dagli ambasciatori la scorsa settimana. Battezzata EuBavfor Med e composta da un migliaio di uomini, l'operazione sarà guidata dall'ammiraglio italiano, Enrico Credendino, con sede a Roma. La piattaforma di comando e coordinamento sarà la portaerei Cavour che avrà anche la funzione di un ospedale navigante per soccorrere i migranti. Una dozzina di Paesi si sono già impegnati a fornire uomini e mezzi: in tutto, sono già stati messi a disposizione 5 navi da guerra, 2 sottomarini, 3 aerei, 2 droni e 3 elicotteri. La missione sarà operativa dalla prima settimana di luglio ma bisognerà attendere il 20, quando i ministri degli Esteri torneranno a riunirsi in Consiglio, perché l'ammiraglio Credendino presenti ai Ventotto i primi elementi sull'avvio dell'operazione. In quella occasione, secondo quanto ha riferito un responsabile della Difesa Ue, si potrà valutare una possibile evoluzione della missione, e prendere in considerazione il passaggio alla seconda fase più attiva, quella per distruggere i barconi degli scafisti. Ma per questo servirà il sostegno dell'Onu attraverso una risoluzione del Consiglio di Sicurezza o almeno un accordo per un governo unitario in Libia, dove invece che al momento la situazione è ancora in alto mare.

Caivano (Na): Feste, canti, balli e triccheballacche, ora però si pensi al futuro del Paese

Caivano (Na): Feste, canti, balli e triccheballacche, ora però si pensi al futuro del Paese



di Gaetano Daniele 





Una settimana esatta dopo il risultato elettorale che ha consegnato a Simone Monopoli e alla destra locale la vittoria delle amministrative di Caivano, la formazione della nuova Giunta rappresenta il vero nodo da sciogliere per il neo-sindaco Monopoli, considerata l'entrata in maggioranza all'ultimo minuto dei Socialisti di Giamante Alibrico, le nomine, slittano quindi, da indiscrezioni, al primo consiglio comunale. Nel frattempo, a consolare l'elettorato di destra, è stata la festa che ieri 21 giungo, il neo-sindaco ha indetto in piazza 1° Maggio. Canti, Balli e tanto altro ancora. Ora però si pensi a governare il Paese. Insomma, un popolo condannato a respirare aria infetta. Un popolo destinato a vedere sotto i propri occhi colonne di Camion carichi di spazzatura diretti nel'ex C.D.R, questo almeno fino a qualche anno fa, quando Cesaro era presidente della Provincia di Napoli.

Simone Monopoli
Sindaco di Caivano 
Preoccupazioni - A  terrorizzare i cittadini di Caivano, già "scottati" in questi ultimi giorni è la richiesta da parte di una ditta privata, di stoccare nuovi rifiuti nella zona industriale di Caivano, oltre al danno anche la beffa, guarda caso la richiesta arriva il 17 giugno, una coincidenza, la notizia appresa dal blog del giornalista storico di Caivano Press, Francesco Celiento, sempre attento e presente ai problemi locali, ed è per questo che ci auguriamo che il neo sindaco Monopoli, possa affidare allo stesso Celiento, l'incarico di Addetto Stampa del Comune. Premiare appunto le eccellenze locali e non andare a pescare fuori Paese, come hanno fatto e sbagliato i predecessori di Monopoli. Intanto il 17 giungo è stata protocollata al Comune di Caivano, una richiesta di una ditta di Casoria con protocollo numero 10019, per un progetto di un impianto di stoccaggio provvisorio e trattamento di rifiuti non pericolosi presso la zona Asi di Pascarola. L'ente comunale dal 17 giugno ad oggi non ha ancora risposto alla ditta privata, e, se non lo farà entro il 17 Agosto, periodo in cui la gente è distratta per occuparsi delle vacanza estive, verrà la regola del silenzio-assenso. Cosa farà in merito, oggi, il neo-sindaco Monopoli?.

lunedì 22 giugno 2015

Caivano (Na): Altri rifiuti in arrivo a Pascarola?

Caivano (Na): Altri rifiuti in arrivo a Pascarola?


di Francesco Celiento 
(ilgiornaledicaivano.it)


CAIVANO – Richiesta da parte di un privato di stoccare rifiuti a Caivano, almeno 10 tonnellate al giorno. Una ditta di Casoria impegnata nel recupero di cartoni, almeno come si evince dal sito internet dell’azienda stessa, infatti, ha chiesto ufficialmente il 17 giugno scorso al Comune di Caivano (protocollo numero 10019), l’autorizzazione per un progetto di un “impianto di stoccaggio provvisorio e trattamento di rifiuti non pericolosi” presso la zona Asi di Pascarola. L’ente locale finora non ha risposto e, se non lo farà entro il 17 agosto, varrà la regola del silenzio-assenso.

Subito fuori dall'euro e tasse al 15% Ecco la ricetta leghista anticrisi

Lega, la ricetta dell'economista della Lega Claudio Borghi Aquilini: "Flat tax e fuori dall'euro: siamo in guerra"




Dal palco della festa di Pontida è stato uno dei più scatenati. La passione all'esperto economico della Lega, Claudio Borghi Aquilini, di certo non manca, soprattutto dopo il risultato sorprendente incassato in Toscana, dove ha superato il 20% da candidato presidente della Regione in una delle zone d'Italia più rosse che si possa immaginare. Se oggi Matteo Salvini dovesse guidare un governo, chiamerebbe lui a fare il ministro dell'economia, ma classificarlo di destra o di sinistra sarebbe complicato, perché lui dice che starebbe: "dalla parte del buon senso. Nel nostro programma - dice in un'intervista al Corriere della sera - ci sono ingredienti di destra come la flat tax che piace ai Repubblicani Usa, e altri di sinistra, come la piena occupazione in Costituzione e un certo interventismo statale".

La ricetta - Borghi non ha dubbi sul clima che il Paese sta attraversando: "Qui è come se fossimo stati in guerra: bisogna ricostruire". Il primo passo non può che essere l'uscita dall'Euro dell'Italia: "Inevitabile è la parola - dice Borghi - Ma la premessa è il recupero della sovranità". L'esempio è l'Ungheria che con la propria moneta: "e nessuno può imporgli niente. É libero". I rischi sollevati da più parti non ci sarebbero: "se non per le speculazioni nel giorno di cambio della moneta. Non possiamo farci fermare da una technicality".

Fisco e tasse - In campagna elettorale aveva minacciato di organizzare uno sciopero fiscale: "se Renzi non si fosse dimesso dopo la mia vittoria". L'idea ora è solo rinviata al prossimo eventuale ballottaggio previsto dall'Italicum. A chi gli critica la volontà di insistere sulla Flat tax al 15% sostenendola insufficiente per il fabbisogno dello Stato, Borghi la sbriga breve: "L'aliquota è l'ultimo dei problemi: può variare modificando le esenzioni, che sono l'aspetto che garantisce la progressività della tassa. Ma è come disquisire se mentre si precipita sia meglio il paracadute rotondo oppure ellittico.

Debito - L'unico modo per l'economista della Lega di riparagare i debiti e uscire dallo stato di crisi dell'economia europea, e italiana, deve essere opposto all'austerità: "E non con questa moneta. I debiti - dice Borghi - si ripagano lavorando". I prodotti italiani sono tra i più richiesti all'estero, fuori dall'Euro secondo Borghi avremmo: "una posizione privilegiata. Guardi l'Islanda - insiste - esporta solo merluzzi e muschio e non vuole nè euro, nè Europa. Noi possiamo esportare Chianina e Sassicaia".

Multe e bollo: così non paghi Ecco i furbetti delle targhe

Il trucco per non pagare più multe e bollo auto: i furbetti della targa bulgara




In Italia ogni anno ci sono circa 15 mila multe non pagate dagli automobilisti. E il trucchetto dei furbetti molto spesso sfrutta il fatto che gli elenchi delle immatricolazioni tra uno Stato e l'altro non sono accessibili facilmente da parte delle forze di polizia. Basterebbe infatti registrare una targa in un paese straniero per riuscire a sfuggire alle grinfie delle contravvenzioni e del fisco, evitando così non solo di pagare le multe per eccesso di velocità, ma anche l'annosa imposta del bollo. Come riporta il Resto del Carlino, le difficoltà a reperire i proprietari di un veicolo con targa stranierta aumentano quando le stesse autorità estere si dimostrano poco disponibili a diffondere i dati in loro possesso. Un sempre maggior numero di italiani sta scoprendo l'opportunità di scampare alle multe con questo sistema, attratti anche dalle tariffe assicurative meno costose e le tasse praticamente inesistenti.

Dove - Il paese più gettonato tra gli evasori quasi totali delle auto è la Bulgaria. Lo dimostrano anche i diversi annunci sui diversi siti di compravendita auto e la quantità di annunci dove si specifica che l'immatricolazione è bulgara. Il bollo a Sofia costa un decimo rispetto a quanto chiesto in Italia e l'assicurazione all'anno può arrivare a costare meno di 200 euro.

Il trucco - Dall'Italia il meccanismo parte con l'immatricolazione regolare delle auto, poi radiate per essere esportate all'estero. A questo punto vengono immatricolate di nuovo in Bulgaria e tornano in Italia per essere cedute in locazione. Nel corso dei vari passaggi però la polizia italiana sta cercando di intervenire e il rischio per i targati esteri è altissimo perché verrebbero accusati di truffa aggravata alla pubblica amministrazione e insolvenza fraudolenta. Soprattutto in Romagna, c'è chi ancora riesce a sfuggire ai controlli non immatricolando l'auto entro un anno dall'arrivo in Italia, anche perché il veicolo rimane intestato a un parente (o un amico) ancora residente all'estero.

Pontida, la prima volta del Sud Le reazioni dei leghisti. Le voci

Pontida 2015, la prima volta dei leghisti del Sud al raduno della Lega


di Matteo Pandini 


Il popolo di Pontida non contesta la svolta a Sud di Matteo Salvini, se non altro perché preferisce aggrapparsi alle parole d’ordine contro l’immigrazione e la sinistra o ai nuovi simboli come la ruspa. Ma certamente la strada per miscelare istinti indipendentisti e ambizioni nazionali è in salita. Anche se ai cori per la secessione, i militanti che hanno invaso il prato bergamasco hanno preferito quelli contro Renzi. Bersagliato da vaffa. Roberto Calderoli, l’Azzeccagarbugli che conosce a menadito leggine e regolamenti, chiarisce che l’articolo uno dello statuto leghista resta «l’indipendenza della Padania». E ripete che anche il simbolo è sempre il solito, con il Sole delle Alpi accanto al guerriero, e quindi niente Lega italiana: «Piuttosto mi taglio la mano!». Per non farsi mancare nulla, ricorda che suo nonno era un indipendentista bergamasco che diceva: «Bergamo nazione, tutto il resto è Meridione». Ancora più esplicito, prima di lui, il rappresentante dei Giovani padani Andrea Crippa che urla la voglia di indipendenza incassando applausi.

Insomma, se Salvini volesse davvero modificare il Dna del partito, rendendolo più digeribile anche al Sud, avrebbe molto da lavorare. Se non altro perché rischierebbe di raffreddare molti dei suoi sostenitori che vivono a Pontida e dintorni. E che ieri sono rimasti un po’ spiazzati, sentendo un paio di interventi con marcato accento meridionale. «Anche Bossi ci ha provato più volte a prendere consensi sotto Roma, ma è sempre andata male…» osserva un militante lombardo di lungo corso. Nel pratone sono spuntate parecchie bandiere di Noi con Salvini. Tra questi vessili, ecco uno striscione che invoca il segretario del Carroccio per «riscrivere l’unità d’Italia». A poche centinaia di metri, alcune camicie verdi srotolano un lenzuolo contro il tricolore. Quanti saranno i meridionali? «Impossibile saperlo» spiega un ragazzo dell’organizzazione.

Il Matteo milanese ha provato ad accontentare tutti, suggerendo gemellaggi tra militanti sparsi in tutta la Penisola. E gridando che solo un patto sancito dalla Padania fino al Salento potrà cacciare Renzi. In passato, Umberto Bossi aveva provato alcune strade per sfondare sotto il Po. Prima, la creazione di una Lega Centro e di una Lega Sud. Poi alcune alleanze, come quella con Raffaele Lombardo e il Movimento per l’autonomia. Esperimenti falliti. Pure Angela Maraventano, ex vicesindaco di Lampedusa, era sì arrivata in Senato grazie alla Lega. Ma era stata candidata in Emilia Romagna.

A dire la verità, c’è solo un leghista che ha dimostrato - soprattutto nell’ultimo anno - di saper trasformare il suo secessionismo entusiasta in un nuovo patriottismo di destra, assai apprezzato soprattutto a Roma. Parliamo di Mario Borghezio, eletto all’europarlamento anche con i consensi dei nazionalisti di CasaPound. Ieri non ha parlato. Ma negli ultimi mesi ha spesso definito la Lega una sorta di realtà patriottica a difesa degli italiani da Nord a Sud. Ma per farlo, ha dovuto nascondere la Padania con nuove parole d’ordine. Tutela del made in Italy, feroce eurocritica, opposizione durissima all’immigrazione. Visto dalla Pontida 2015, il Sud è sembrato un po’ meno lontano. Ma non ancora abbastanza vicino.

domenica 21 giugno 2015

Gp Austria, dominio di Nico Rosberg Ferrari al buio: Kimi ko, Vettel quarto

F1, Nico Rosberg vince al Gp d'Austria davanti al compagno di squadra Lewis Hamilton. Quarta la Ferrari con Vettel




Si conferma il re a Zeltweg Nico Rosberg che con la sua Mercedes vince il Gp d’Austria lasciandosi alle spalle il compagno di scuderia, Lewis Hamilton. Per il pilota tedesco, 11esima vittoria in carriera, si tratta del terzo successo stagionale, sesta doppietta su otto gare per le Frecce d’Argento. Terzo gradino del podio per la Williams di Felipe Massa che vince il duello con la Ferrari di Sebastian Vettel penalizzata da alcuni problemi nel pit stop che ha costretto la ’rossà ai box per 13 secondi. Ancora una giornata no per Kimi Raikkonen, nel primo giro il ferrarista è protagonista di un pauroso incidente con la McLaren di Fernando Alonso.

Caivano (Na): Randagismo, aggredito da branco di cani in località Omo Morto Finisce in ospedale per accertamenti e cure

Caivano (Na): Randagismo, aggredito da branco di cani in località Omo Morto Finisce in ospedale per accertamenti e cure 





E' stato aggredito stamattina da un branco di cani impazziti, mentre faceva footing, in località Omo Morto, Salvatore De Luca, 35 anni, originario di Caivano. Il ragazzo prova a difendersi, ma invano. Soccorso subito da alcuni amici che percorrevano la stessa strada, il ragazzo da lì a poco viene trasportato al pronto soccorso per cure medica. 

Maturità, terza prova con soffiata: "Le materie? 2 studenti su 5 le sanno già"

Maturità, il sondaggio: il 40% degli studenti conosce in anticipo le materie della terza prova. Le spie? "Sono i professori"




Quattro maturandi su 10 che lunedì 22 giugno affronteranno la terza prova, hanno ammesso di sapere già quali saranno le materie del "quizzone multidisciplinare". Chi gliel'ha detto? I professori. Lo rivela un sondaggio del sito "specializzato" Skuola.net, e la spiegazione è semplice: a differenza delle prime due prove, messe a punto dal Ministero dell'Istruzione, la terza prova è preparata dalle singole commissioni di esame, ed è prevedibile dunque un alto tasso di "spionaggio interno". Anzi, di "spintarelle".

Tari, spunta la lista della vergogna: i ministri e i banchieri che la evadono

Tari, Ministeri, banche ed Agenzia delle entrate evadono 28 milioni di euro





Tra gli evasori della Tari ci sono anche Presidenza del Consiglio, Ministeri vari, sedi di banche e pure dell'Agenzia delle Entrate, per un totale di 28 milioni di euro non pagati all'Ama (la partecipata che gestisce i rifiuti a Roma) e dunque allo Stato (l'evasione totale secondo l'Ama sale a circa 100 milioni). E' il risvolto imbarazzante della tassa sui rifiuti. Nella lista delle utenze non domestiche non in regola con il versamento è del 30 aprile e comprende il Ministero dell'Interno (3,459  milioni non pagati), quello delle Infrastrutture (2,2 milioni), la presidenza del Consiglio (616mila euro), il Tribunale amministrativo regionale del Lazio (244mila euro) e anche chi le tasse le riscuote, l'Agenzia delle Entrate (416mila euro). 

Chi ha sollevato il caso - Lo scandalo è scoppiato grazie all'interrogazione parlamentare del senatore di Ncd Andrea Augello: "Emerge l'incredibile cifra di 28.660.301 milioni di euro non pagati da tutti i ministeri, dal dipartimento della Pubblica Sicurezza, dal Comando generale dei Carabinieri, dal Tar del Lazio, dall'Archivio di Stato, dalla Camera dei Deputati e persino dall'Agenzia delle Entrate, che ha oltre 418.000 euro di arretrati; il problema non è nuovo ed è già emerso alcuni anni fa, senza che le varie amministrazioni vi abbiano posto rimedio". Secondo Augello "il Comune (di Roma, ndr) non ha finora assunto alcuna seria iniziativa per risolvere il problema, salvo procedere agli adempimenti di rito per l'iscrizione a ruolo degli importi dovuti; non sorprende l'indifferenza dell'amministrazione comunale, che non riesce a riscuotere il tributo neppure dal 40% degli inquilini del patrimonio capitolino e consente persino a banche ed istituti finanziari di accumulare morosità per oltre 5 milioni di euro". Nell'elenco dell'Ama ci sono anche molte banche (alcune con quasi un milioni di euro evaso), bar e ristoranti (secondo l'Ama almeno il 30% degli esercizi evade la Tari).

Niente multe con l'autovelox "Così ho battuto lo Stato"

Autovelox e multe, l'uomo della svolta: "Così ho battuto lo Stato"




L'uomo che ha sconfitto le multe degli autovelox ha passato dieci anni di ricorsi e di lotta contro lo Stato. Lui è Massimo Tribolo, avvocato, e ha incominciato la battaglia per colpa di 143 euro di multa appioppati alla moglie Simona Carbone per eccesso di velocità (con 2 punti in meno sulla patente) a Mondovì, nel Cuneese, sulla Torino-Savona. 

Dieci anni di battaglie legali - E' il 2005, l'auto è di Tribolo ma lui è sul sedile passeggero, a guidare è la moglie. Come ricostruisce la Stampa, il limite orario è 110 e secondo l'autovelox l'auto viaggia a 143 km/h. Multa contro cui i coniugi ricorrono scrivendo al prefetto facendo appello alla "inaffidabilità degli autovelox non tarati". Il prefetto respinge il ricorso ma la coppia (tosta) non molla rivolgendosi al giudice di pace di Mondovì. Si passerà poi in Appello a Torino in Cassazione, nel 2008. Nel 2014 la Corte rimette tutto alla Corte Costituzionale, per far valutare i profili di costituzionalità dell'articolo 45 comma 6. 

"Così ho vinto contro lo Stato" - Tribolo ha definito quell'articolo "irragionevole": "E' la legge metrica - spiega alla Stampa -. Se io vado al mercato mi aspetto che le bilance siano perfettamente tarate per farmi pagare il giusto. Perché lo stesso principio non va applicato alla velocità?". Ora Tribolo ha vinto, e rischia di dare la stura a migliaia di ricorsi. Il momento più duro è stato quando in Appello è stato condannato a pagare 2.500 euro di spese processuali. Stava per mollare, ma "ho avuto la fortuna di rappresentare me stesso. Ho gettato alle ortiche sì un mare di tempo, ma alla fine ho sostenuto spese legali minime. Un cittadino non lo avrebbe fatto. Avrebbe pagato, arrendendosi, o sarebbe stato bastonato dal sistema". Non è ancora finita, però: "Ora la Corte di Cassazione dovrà esprimersi. Annullando la multa e risarcendoci delle spese sostenute. Infine restituendo i due punti sulla patente a mia moglie. E stiano certi: andremo fino in fondo".

sabato 20 giugno 2015

NUOVO NAZARENO? Silvio chiama Renzi Ma dà tre condizioni

Berlusconi dialoga con Renzi, 3 condizioni per il Nazareno bis: "Cambiare l'Italicum, Senato elettivo e premio alla coalizione"




Il patto del Nazareno, quella tanto discussa alleanza tra Forza Italia e il Partito democratico, è ormai morta da tempo. Le circostanze e le scelte di Silvio Berlusconi e Matteo Renzi hanno fatto in modo che l’idillio fra la coppia terminasse in un divorzio. Ma adesso, stando a quanto scrive Francesco Verderami su Il Corriere della sera, potrebbe esserci un riavvicinamento. Per conto del Cavaliere, infatti, l’azzurro Paolo Romani si sarebbe incontrato con il capogruppo democratico Luigi Zanda per ridiscutere i termini di un futuribile nuovo accordo. Lo scetticismo fra le parti rimane, è inutile negarlo, e i rapporti certo sarebbero più freddi rispetto al passato. Ma un tentativo andava pur fatto.

Le condizioni - Berlusconi sarebbe quindi pronto ad alzare di nuovo il telefono per mettersi d’accordo con Renzi, ma a certe condizioni. Che non sarà facile superare. Anzitutto una modifica dell’Italicum, che è stata fra i principali motivi della rottura. Quindi un ritorno al Senato elettivo e un premio di maggioranza non più alle liste ma alle coalizioni, in modo da superare l’obbligo di fondare un partito unico per avere qualche speranza alle elezioni politiche. Per il premier, però, “Berlusconi si è reso conto di aver commesso un grave errore” a lasciarlo e questo lo starebbe spingendo al ritorno. La convinzione non c’è tutta, insomma, e tra l’altro sarà oggettivamente difficile che il Governo sia disposto a modificare proprio i tre punti principali del suo programma. Quelli su cui più si sta battendo con avversari interni ed esterni.

L’avanzata delle liste - Dall’altro lato Berlusconi non vede molte alternative per il presidente del Consiglio, se davvero vuole salvare il suo esecutivo: “Renzi è odiato all’interno del suo partito, dove ho l’impressione che stiano lavorando per farlo cadere”. È anche vero, però, che Forza Italia è uscita indebolita dall’ultima tornata elettorale. A vincere infatti non è stato il tanto famoso simbolo berlusconiano, ma delle anonime e moderate liste civiche. Tanto che a Venezia il neo sindaco Salvatore Merlo ha dichiarato, in un’intervista a Il Foglio: “Sono debitore della generosità di Forza Italia, che si è fatta un po’ da parte”. Non ha quindi tutti i torti Renzi quando dice che un Nazareno bis converrebbe più al Cavaliere che a lui.

Da Facebook a Twitter e WhatsApp: ecco dove vi spiano più facilmente

Internet, WhatsApp non protegge la privacy degli utenti contro governi e agenzie. Apple, Twitter, Facebook più sicuri




Colossi come Apple, Adobe, Yahoo!, Google, Microsoft e Twitter proteggono la privacy dei loro utenti. Bocciato su tutta la linea, invece, WhatsApp, la più popolare tra le applicazioni di messaggistica via smartphone e iPhone utilizzata da un miliardo di persone nel mondo. E' il risultato di una ricerca della Electronic Frontier Foundation, ripresa da Repubblica, sul rapporto fra le grandi compagnie del web e le richieste di dati da parte di governi, amministrazioni e autorità delle informazioni. Il software, controllato da Facebook, lascerebbe eccessiva (se non totale) possibilità ai governi e agenzie di sicurezza di controllare conversazioni, video e foto condivise dagli utenti. Dietro le app e i social network più "ermetici", ci sono quelli a sicurezza media come Pinterest, Reddit, Snapchat, Tumblr, Linkedin e Amazon. 

"I no global a Ventimiglia coi profughi" La polizia si prepara a un'altra Genova

Immigrazione, l'allarme del Viminale: pericolo antagonisti e No Tav sull'emergenza di Ventimiglia




Non bastava lo stato di emergenza a Ventimiglia con i profughi accampati sugli scogli in attesa da giorni di entrare in Francia e i francesi convinti a rimbalzarli senza condizioni. La polizia italiana si è ritrovata a rispedire in Francia anche persone non sbarcate in Italia che i gendarmi d'Oltralpe hanno provato a spedire sperando non se ne accorgesse nessuno. Ora i problemi per il ministero dell'Interno di Angelino Alfano potrebbero aumentare e non poco. Il prossiom 25 e 26 giugno si riunirà il Consiglio europeo per cercare un accordo sulle controverse quote di profughi da redistribuire tra i Paesi membri. E nel frattempo si affaccia sul luogo simbolico della frontiera di Ventimiglia lo spettro dei movimenti antagonisti e relativi disordini organizzati. Come riporta Il Messaggero, al Viminale c'è la preoccupazione concreta che sulla frontiera italo-francese possano concentrarsi le attenzioni di anarchici, antagonisti, oltre che i movimenti No Tav e Terzo valico. E sul web qualcuno lancia anche qualche suggerimento utile per aggirare i controlli della polizia. L'ex no global Francesco Caruso, oggi docente universitario, forte dell'esperienza sul campo durante il G8 di Genova del 2001, ha voluto condividere su Facebook qualche trucchetto imparato in gioventù, quando attraverso stradine e sentieri alternativi, arrivarono per devastare Genova centinaia di criminali. Anzi Caruso fa di più e si propone di organizzare con mezzi propri il trasporto alternativo per dare l'opportunità ai profughi di varcare il confine. Il fu giovane leone però al momento non si è ancora visto sugli scogli liguri



Francesco Caruso
Works at Università della Calabria · 46 Mutual Friends · June 17 at 5:28pm · 
ma secondo voi tutti i valichi con la francia sono presidiati? io ricordo che per aggirare il blocco della polizia a ventimiglia per il controvertice di Nizza, ci inerpicammo per una stradina di campagna e in 20 minuti arrivammo in Francia. Se è così, domani diserto il convegno a Bologna, affitto un furgone 9 posti e faccio una decina di viaggi su e giù. ‪#‎SpalloniAntirazzisti‬

GUERRA ATOMICA IN EUROPA Putin, missili contro un Paese Ue

Russia, Vladimir Putin minaccia la Svezia: "Se aderite alla Nato punteremo i missili nucleari su di voi"




Svezia e Russia non si sono mai amate ma solo mal tollerate, tanto da aver combattuto ben 11 guerre tra il 1321 e il 1809. Negli ultimi anni però i rapporti fra i due Paesi si erano sempre mantenuti stabili grazie a un delicato equilibrismo e a una lunga serie di incidenti sempre evitati. Ma ora Mosca avverte Stoccolma senza mezzi termini: “se dovesse decidere di aderire alla Nato, dovrà essere consapevole dei rischi cui si espone”. A dirlo è stato l’ambasciatore russo in Svezia Viktor Tatarinstev che, ricorrendo a toni tutt’altro che diplomatici, ha avvertito che Vladimir Putin “ha annunciato che ci saranno conseguenze e che la Russia sarà costretta a rispondere militarmente riorientando le nostre truppe e puntando i nostri missili balistici armati di testate atomiche”.

Consigli “amichevoli” - In un'intervista ad un quotidiano svedese, l’ambasciatore russo ha consigliato alla Svezia di riflettere bene sulle conseguenze di un’eventuale adesione all’Alleanza Atlantica alla quale né la Svezia né la ancora più vicina Finlandia hanno mai aderito. Questo proprio per non irritare l’ingombrantissimo e minaccioso vicino, una volta imperiale zarista, poi sovietico ed ora russo. I regimi a Mosca e San Pietroburgo sono cambiati nel corso dei secoli ma non il loro atteggiamento con i vicini.

Segnali preoccupanti - Negli ultimi mesi gli incidenti sfiorati tra le forze armate russe e quelle svedesi sono stati frequenti. Più volte il jet di Stoccolma, come di altri Paesi vicini, si sono dovuti alzare in volo per intercettare i giganteschi e antiquati, ma ancora minacciosi, bombardieri strategici russi Tu- 95 Bear. Il 5 ottobre venne invece pubblicata la foto di un caccia russo Su-27 che sfiorava di pochi metri un aereo da ricognizione svedese, e due settimane dopo un sottomarino russo si è spinto fino alle acque costiere svedesi dando il via a giorni di caccia da parte della marina di Stoccolma proprio nelle acque antistanti la capitale. Detto ciò, anche se è cresciuta dal 17% del 2012 al 31% del 2015, la voglia degli svedesi di aderire la Nato non sembra tale da spingere il governo a compiere il passo. In ogni caso, Mosca preferisce non correre rischi e stroncare sul nascere qualsiasi velleità ostile del vicino.

GRECIA, LE BANCHE SI SVUOTANO Folle corsa ai bancomat, è quasi-crac

Grexit, in un giorno ritirato dalle banche un miliardo di euro




Il ricordo non è proprio fresco, ma è rimasto negli occhi e nella mente dei risparmiatori di tutto il mondo. E' quello legato alle immagini che qualche anno fa arrivavano dall'Argentina, un tempo Paese felix e poi piombata nella crisi nera. Mostravano, quelle immagini, lunghe file di correntisti in coda davanti agli sportelli bancari. Ma le banche avevano chiuso i rubinetti e a centinaia di migliaia, in Argentina, non videro più i loro soldi. Così, oggi, il timore della Grexit sta spingendo i risparmiatori greci a ritirare in massa i deposti bancari. Nella sola giornata di ieri è stato ritirato oltre un miliardo di euro. Secondo diverse fonti bancarie, in nei quattro primi giorni di questa settimana sono usciti dalle banche greci ben 3 miliardi di euro ritirati dai depositanti, il 2,2% del totale dei depositi bancari del Paese.

Il vaffa ad Alfano dal capo Sinti e Rom: "Se mi regalano una villa, non ci vado"

Campi rom, parla Davide Casadio, presidente dei sinti e rom: "Se mi regalano una villa, non la accetto"




La proposta di Angelino Alfano di abbattere i campi rom e trasferirne gli abitanti in case stabili ha sollevato critiche nel mondo della politica. Soprattutto in casa Lega nord, come c’era da aspettarsi. Ma, sorprendentemente, sono anche i nomadi stessi a rifiutare questa offerta. Davide Casadio, sinto italiano di 45 anni, è il presidente della Federazione nazione rom e sinti e, in un’intervista concessa a Il Giorno, ha spiegato il suo punto di vista. “Non tutti i sinti – ha dichiarato – vogliono andare a vivere in una casa. Io, per esempio, vivo in una casa mobile e se mi regalano una villa, non la accetto”.

Questione di abitudine - “Un sinto che per 40 anni ha vissuto in un certo habitat - ribadisce Casadio - poi viene mandato in una casa. Sarebbe spaventato, non riuscirebbe a pagare le spese, come la mantiene? Noi sinti viviamo giorno per giorno e non possiamo avere spese in più”. Nessuna spesa quindi, ma un graduale processo di trasferimento “dai mega campi alle micro aree, poi ai terreni privati e, infine, alle case. Non serve un taglio netto come pensa il Governo”.

Controfferta - Il problema secondo Casadio sta alla base, nell’integrazione fra i popoli che non c’è mai stata. Quello che servirebbe, ad esempio, è “un sussidio alle minoranze rom e sinti, riconosciute vittime dell' Olocausto”. Come accade in Francia o in Germania, ad esempio. Non solo, gli stessi comuni dovrebbero aiutare i nomadi nella ricerca del lavoro: “fanno fatica gli italiani a trovarlo e noi a ogni colloquio siamo mal visti. Se ogni Comune 'adotta' una famiglia di sinti, il problema è risolto”.

Sondaggio-mazzata per il governo Sorpresa: chi sale e chi perde / I dati

Sondaggio Ixè: in una settimana il Pd perde due punti. Su Lega e Movimento 5 Stelle




Non si arresta la frana di voti che sta dissestando il Pd. Nei giorni caldi dell'emergenza immigrazione, il sondaggio Ixè realizzato per Agorà su Raitre mostra che rispetto alla rilevazione di una settimana prima il partito di Matteo Renzi ha lasciato sul terreno quasi due punti percentuali, scendendo dal 35,6 al 33,8%. In un anno, cioè dall'eccezionaale risultato delle Europee 2014, il Pd ha perso la bellezza di sette punti percentuali. Di contro, Movimento 5 Stelle e Lega Nord ne guadagnano quasi uno. Nel dettaglio, il partito di Grillo in una settimana passa dal 20,8 al 21,7% mentre il Carroccio va da 15,1 a 15,9%. male ancora Forza Italia  che per la prima volta nella sua storia scende sotto il 10% (a 9,9%).

Giù anche la fiducia in Matteo Renzi e nel suo governo. Il premier passa dal 34% al 33%, mentre il governo si attesta al 27%, perdendo altri 2 punti. Cioè, solo un italiano su 44 ha fiducia nel suo operato. Al comando, nella fiducia degli italiani, rimane saldamente il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, con il 62%.

Visto il fronte caldo che è la città di Roma, il sondaggio Ixè si occcupa anche delle intenzioni di voto nella Capitale, rilevando che se si votasse oggi per il sindaco, il candidato del Pd (qualunque fosse, Ignazio Marino o un altro) raccoglierebbe il 26% dei voti. Mentre lo sfidante del Movimento 5 Stelle otterrebbe il 16%, meglio del candidato del centrodestra (13%).

venerdì 19 giugno 2015

Caivano (Na): Monopoli come Fassino, hanno usato la fascia Tricolore al contrario

Caivano (Na): Monopoli come Fassino, hanno usato la fascia Tricolore al contrario 


Piero Fassino
Sindaco di Torino 

Simone Monopoli
Sindaco di Caivano (Na)

Distrazioni, inesperienza, Monopoli come il Sindaco di Torino Piero Fassino. Ecco gli scatti che ritraggono il neo-sindaco di Caivano, Simone Monopoli, con la fascia Tricolore al contrario. Insomma, momenti emozionanti per Monopoli, con tanto di distrazione, difatti indossa la fascia Tricolore sulla spalla sinistra anzichè sulla destra. Risultato? Anche il Tricolore si è capovolto.