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lunedì 22 giugno 2015

Multe e bollo: così non paghi Ecco i furbetti delle targhe

Il trucco per non pagare più multe e bollo auto: i furbetti della targa bulgara




In Italia ogni anno ci sono circa 15 mila multe non pagate dagli automobilisti. E il trucchetto dei furbetti molto spesso sfrutta il fatto che gli elenchi delle immatricolazioni tra uno Stato e l'altro non sono accessibili facilmente da parte delle forze di polizia. Basterebbe infatti registrare una targa in un paese straniero per riuscire a sfuggire alle grinfie delle contravvenzioni e del fisco, evitando così non solo di pagare le multe per eccesso di velocità, ma anche l'annosa imposta del bollo. Come riporta il Resto del Carlino, le difficoltà a reperire i proprietari di un veicolo con targa stranierta aumentano quando le stesse autorità estere si dimostrano poco disponibili a diffondere i dati in loro possesso. Un sempre maggior numero di italiani sta scoprendo l'opportunità di scampare alle multe con questo sistema, attratti anche dalle tariffe assicurative meno costose e le tasse praticamente inesistenti.

Dove - Il paese più gettonato tra gli evasori quasi totali delle auto è la Bulgaria. Lo dimostrano anche i diversi annunci sui diversi siti di compravendita auto e la quantità di annunci dove si specifica che l'immatricolazione è bulgara. Il bollo a Sofia costa un decimo rispetto a quanto chiesto in Italia e l'assicurazione all'anno può arrivare a costare meno di 200 euro.

Il trucco - Dall'Italia il meccanismo parte con l'immatricolazione regolare delle auto, poi radiate per essere esportate all'estero. A questo punto vengono immatricolate di nuovo in Bulgaria e tornano in Italia per essere cedute in locazione. Nel corso dei vari passaggi però la polizia italiana sta cercando di intervenire e il rischio per i targati esteri è altissimo perché verrebbero accusati di truffa aggravata alla pubblica amministrazione e insolvenza fraudolenta. Soprattutto in Romagna, c'è chi ancora riesce a sfuggire ai controlli non immatricolando l'auto entro un anno dall'arrivo in Italia, anche perché il veicolo rimane intestato a un parente (o un amico) ancora residente all'estero.

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