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mercoledì 24 giugno 2015

Divorziati, conviventi e coppie gay Papa Francesco prepara la rivoluzione

Sinodo della Famiglia verso apertura ai divorziati, ai conviventi e alle coppie gay




Il Sinodo d'autunno sulla famiglia riserverà molte novità per divorziati, conviventi e coppie omosessuali. L'Instrumentum laboris, il testo base per il sinodo d'autunno sulla famiglia, a proposito dei "divorziati risposati civilmente che si trovano in condizione di convivenza irreversibile", afferma che "c'è un comune accordo sulla ipotesi di un itinerario di riconciliazione o via penitenziale, sotto l'autorità del vescovo".  Nel testo base che sarà usato come base per la discussione dei vescovi si legge che:  "L'eventuale accesso ai sacramenti dovrebbe essere preceduto da un cammino penitenziale sotto la responsabilità del vescovo diocesano", e "va ancor approfondita la questione, tenendo ben presente la distinzione tra situazione oggettiva di peccato e circostante attenuanti, dato che 'l'imputabilità e la responsabilità di un'azione possono essere sminuite o annullate' da diversi 'fattori psichici oppure sociali'". 

Divorziati - Il Sinodo non mette in discussione il concetto dell'unicità del matrimonio, ma intende occuparsi dei divorziati e dei  "divorziati risposati civilmente che si trovano in condizione di convivenza irreversibile". Potrebbe essere permesso loro di fare da padrini e madrine di battesimo e testimoni di nozze. Si discute anche della possibilità che accedano alla comunione.

Omosessuali - Per "le famiglie in cui vivono persone con tendenza omosessuale" e per le famiglie "di persone con tendenza omosessuale", "sarebbe auspicabile che i progetti pastorali diocesani riservassero una speciale attenzione" al loro "accompagnamento. E' del tutto inaccettabile che i pastori della Chiesa subiscano pressioni in questa materia e gli organismi internazionali condizionino aiuti finanziari ai paesi poveri all'introduzione di leggi che istituiscano il 'matrimonio' fra persone dello stesso sesso".

Conviventi e sposati civilmente  - A chi sceglie di non sposarsi in chiesa oppure di convivere è dedicata una parte della riflessione dei vescovi. La Chiesa dovrebbe accompagnare queste coppie, verso «"a pienezza del sacramento del matrimonio".  l’Instrumentum, scrive che "la decisione di vivere insieme è segno di una relazione che vuole strutturarsi e aprirsi ad una prospettiva di pienezza".

No alle nozze gay -  Sia chiaro: nessuna apertura sulle nozze: "Non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia". Tuttavia dal testo emerge come una persona, indipendentemente dalla propria tendenza sessuale va rispettata nella sua dignità e accolta con sensibilità e delicatezza, sia nella Chiesa che nella società. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione. Per quanto riguarda le adozioni, la Chiesa ricorda che i figli non sono "un prolungamento dei propri desideri".

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