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mercoledì 12 aprile 2017

Sì alla manovra, "no a nuove tasse". Ma c'è il trucco: come ci frega Gentiloni

Def 2017, via alla manovra: niente aumenti di tasse col trucco del rialzo del Pil



Via libera alla manovra finanziaria dal Consiglio dei ministri e al rialzo delle stime sul Pil per il 2017. Il governo è riuscito ad approvare il Documento di economia e finanza con il Programma nazionale delle riforme, oltre che la manovrina da 3,4 miliardi come richiesto da Bruxelles. Nella nuova stima di crescita, l'esecutivo prevede che il Pil cresca dell'1,1% contro l'1% stimato finora.

Per i dipendenti statali il governo ha stanziato 2,8 miliardi ai contratti con un aumento in busta paga di 85 euro. Cifra da considerarsi al lordo e che andrà poi a ridursi a 35,9. Per centrare l'obiettivo degli 85 euro e dunque attivare risorse per 2,8 miliardi si calcola che 1,6 miliardi verranno per l'impiego pubblico del settore "Stato", mentre altri 1,2 miliardi invece sarebbero diretti al settore "Non Stato" ovvero per utti i bilanci locali e degli enti.

Ottimista il ministro dell'E Padoan sul Def afferma: "L'Italia si trova in una fase di transizione verso una crescita più solida, sostenibile e inclusiva, la stiamo inseguendo: è necessario rafforzare questa fase, capitalizzare la strategia di benefici delle riforme recenti che sta continuando e in cui il governo è pienamente impegnato". "Assieme al Def - ha detto il premier Paolo Gentiloni - il Cdm ha approvato anche un altro provvedimento, che si suddivide sostanzialmente in 4 capitoli: la correzione dei conti dello 0,2%, le misure per gli enti locali, le misure per il terremoto e altre misure per la crescita. Contestualmente abbiamo condiviso il piano di investimenti pari a 47,5 miliardi da qua al 2032: l’insieme delle decisioni" assunte oggi dal governo "è la migliore risposta a chi voleva presentare questa operazione come ’depressivà, invece prosegue un percorso di risanamento e rilancio".

Padoan ha poi provato a prevenire le polemiche sulle stime del 2018 e 2019 con una revisione per la crescita del Pil. Nel 2018 secondo Padoan la crescita scenderà dall'1,3% all'1% e nel 2019 dall'1,2% all'1%. La prossima vera impennata secondo il ministro ci sarà solo nel 2020.

Dortmund, trovato il "messaggio dell'orrore" Attacco al pullman, l'incubo diventa realtà?

Attacco al pullman del Borussia Dortmund, la polizia: "Esaminiamo un messaggio trovato sul posto". Una rivendicazione?



Terrore a Dortmund prima del match di ottavi di Champions League tra il Borussia e il Monaco: a meno di due ore dal calcio d'inizio, tre ordigni sono esplosi in prossimità del pullman della squadra tedesca, diretta verso lo stadio. Forse bombe carta, forse ordigni contenuti in tubi di metallo. "Un attacco mirato", per la polizia. Un attacco che solo per miracolo non ha avuto conseguenze peggiori: un ferito, il difensore spagnolo Marc Bartra, operato al polso nella notte. Non è grave. Partita rimandata a oggi, mercoledì 12 aprile, alle 18.30.

Fin qui i fatti, noti. Poi, però, fioriscono sospetti e considerazioni. In primis il fatto che si è trattato di un attacco mirato, opera di professionisti: gli ordigni erano già piazzati lungo il percorso e sono stati fatti esplodere in coincidenza del passaggio del bus. Forse sono stati azionati con un cellulare. Circostanza che fa pensare a gente molto preparata. Forse, al terrorismo. E il timore di attacchi terroristici, ora attanaglia la Germania. Ma non solo. Nella notte la polizia ha affermato di tendere ad escludere la responsabilità dei tifosi del Monaco, noti per non essere violenti. Inoltre si tratterebbe di un attacco ultrà senza precedenti.

Ma non solo. Sempre la polizia tedesca, molto riservata, ha affermato di stare "esaminando un messaggio scritto" lasciato sul luogo della deflagrazione. Forse, la rivendicazione di quello che sempre più assomiglia sinistramente a un attentato. Un attacco che, se confermato, non avrebbe precedenti.

Caivano (Na): BOOM Salta il Consiglio comunale Qui viene giù tutto

BOOM Monopoli rischia di andare a casa nonostante la stampa amica 


di Giuseppe Falco



Salta il consiglio comunale per mancanza di numero legale che rischia anche lo scioglimento se entro pochissimi giorni non viene approvato il documento di risposta delle richieste avanzate dal ministero sul Bilancio. Ad apertura dei lavori erano assenti tutti i consiglieri di Forza Italia (Frezza, Mellone, Ponticelli e Buonfiglio), tranne Teresa Fusco, da indiscrezioni molto vicina all'ex addetto stampa del Sindaco Monopoli. Alla base del forfait le forti tensioni appunto tra il Sindaco, accusato di essere troppo accentratore, ed il suo partito di riferimento, Forza Italia. Da chiarire anche l'aspetto di alcuni consiglieri comunali che nonostante partecipano a riunioni di maggioranza si dichiarano all'opposizione. Forse per non assumersi la responsabilità di votare un bilancio poco chiaro?. E a proposito di stampa amica, dove sono finiti quei web leader che fino a 2 mesi fa urlavano a squarciagola contro l'amministrazione Monopoli? Non una sola parola sul mancato numero legale?, non una sola parola su chi fino a poco tempo fa definivano il loro avversario politico. Craig Brown diceva: "il giornalismo può essere descritto come la possibilità di trasformare il proprio nemico in guadagno".

martedì 11 aprile 2017

"Siamo islamici, vi ammazziamo tutti"  La letterina al Papa: roba terrificante

L'Isis smentisce il Papa: "Vi vogliamo tutti morti in nome di Allah"



Secondo i saccenti nostrani in materia, cioè i progressisti, solitamente atei, quando un musulmano si mette ad ammazzare civili occidentali gridando «Allah Akbar» questo non è «terrorismo islamico». Non c'entra «la religione della pace» - ci spiegano - con comportamenti di questo genere e dire il contrario è islamofobia, causata da ignoranza e razzismo. Ovviamente, tante gente normalmente «infedele» all'islam - come me ad esempio, come la maggioranza, scommetto - non è per niente d'accordo. Ma non lo sono neppure i terroristi islamici stessi.

Anzi. Sono arrabbiatissimi con la macchina del fango occidentale che vuole spiegare il loro terrorismo in tanti modi (pazzia, povertà, perversione, ecc.) ma evitando a tutti costi un nesso con la religione islamica. E ce l' hanno anche col Papa che sta per visitare l'Egitto fra poco per lo stesso motivo. A febbraio ha detto: «Non esiste il terrorismo islamico». Nella rivista online dell' Isis - Dabiq - c'è un editoriale lunghissimo scritto in inglese ed intitolato «Break the Cross» (Spaccate la Croce) sul tema dell'ignoranza occidentale del terrorismo jihadista praticato in nome di Allah.

L'oggettivo dell'editoriale è di «correggere la falsa narrazione» sull'islam e spiegare chiaro e tondo «perché noi odiamo voi e perché noi combattiamo contro di voi». L'Isis, cioè Islamic State in Iraq and Syria, elenca in bianco e nero le motivazioni del suo terrorismo. Innanzitutto, noi occidentali dobbiamo morire perché non ci siamo convertiti all'islam e il Cristianesimo è blasfemia e offesa ad Allah punibile con la morte. Si legge: «Noi vi odiamo, prima e principalmente perché siete miscredenti; rifiutate l'unicità di Allah - anche se non ve ne rendete conto - voi siete colpevoli della blasfemia contro di Lui, pretendendo che Lui ha un figlio, voi fabbricate delle bugie contro i Suoi profeti e messaggeri, e commettete delle pratiche diaboliche di ogni tipo.

Non solo: la vostra miscredenza è la prima ragione per cui noi vi combattiamo; è la nostra fede che ci ordina di combattere i miscredenti finché non si sottomettono all'autorità dell' islam. Le penne dell'Isis si sentono in particolare offese da Papa Francesco perché ha detto più di una volta (più recentemente a febbraio) che non esiste «terrorismo musulmano» e che i jihadisti non sono motivati dalla religione e che i musulmani vogliono la pace e che il terrorismo commesso da musulmano è motivato dalla povertà. La loro unica motivazione invece, scrivono, è la religione come richede Allah nel Corano.

«Questa è una guerra divinamente giustificata fra le nazioni musulmane e le nazioni della miscredenza».Ce l'hanno col Papa forse ancora più che con i progressisti probabilmente perché ha più peso spirituale.

Non è vero, dicono, che l'islam autentico secondo il Corano è contro la guerra e la violenza come sostiene il Papa che si nasconde dietro «un velo di buona volontà». Il messaggio dell'editoriale è chiarissimo: il dovere di ogni musulmano è di prender in mano la spada in nome del «più grande obbligo» di ogni musulmano genuino, cioè, la Guerra santa.

Nel frattempo gli attentati contro i cristiani in quelle chiese in Egitto domenica delle Palme vengono definiti - dal governo egiziano per esempio - assalti «contro gli egiziani» - cioè tutti - e dunque non contro solo cristiani. Mi dispiace: ma per capire il terrorismo islamico - ed islamico lo è - mi fido più dei terroristi stessi piuttosto che la sinistra progressista ed atea e persino del Papa.

Siamo sull'orlo dell'Apocalisse atomica Trump contro Kim: basta questa mossa

Corea del Nord: "Se Usa attaccano, catastrofiche conseguenze"



"Adotteremo le più dure reazioni contro i provocatori, per difenderci da potenti forze armate e mantenere il percorso da noi stessi scelto". E' questa la reazione di Pyongyang alla decisione degli Stati Uniti di inviare la portaerei nucleare Carl Vinson e altre unità navali nei pressi della penisola nordcoreana. Le navi, partite l'altroieri da Singapore, arriveranno nella zona nei prossimi giorni. Ma la tensione tra Stati Uniti e Nord Corea è già altissima. Già dopo l'attacco missilistico lanciato contro la Siria dagli Usa, Pyongyang aveva detto che "l'aggressione, da sola, meriterebbe una azione con l'impiego di ordigni nucleari".

Uno scenario da incubo, soprattutto per la Corea del Sud. I test missilistici realizzati in questi anni dal regime comunista di Kim Jong Un hanno dimostrato che Pyongyang può colpire bersagli a centinaia di chilometri di dustanza anche con testate nucleari. E la capitale del Sud, Seul, potrebbe essere colpita in pochi minuti. C'è poi il timore che lo scontro possa coinvolgere altri attori, in primis la Cina che è storico alleato del Nord. Il segretario di Stato americano Tillerson è stato chiaro: "L'opzione militare è sul tavolo, la politica della pazienza strategica è finita: se Pyongyang continuerà ad elevare òa sua minaccia militare non esiteremo ad attaccare".

"TRAVAGLIO IN TRAPPOLA" Papà Renzi e il carabiniere, c'è un'accusa devastante

Consip, Renzi e i falsi del carabinieri: l'accusa devastante a Travaglio




Il caso Consip scoppia in mano ai carabinieri e ai manettari. "La verità adesso inizia a venire fuori", gongola Matteo Renzi fingendo prudenza. E dal Pd renziano partono già all'attacco: "Ora fuori i mandanti". Troppo grave la svolta nell'inchiesta che vede indagati Luca Lotti e il padre dell'ex premier, Tiziano Renzi, oltre all'imprenditore napoletano Alfredo Romeo: il capitano dei carabinieri Gianpaolo Scafarto è accusato di aver prodotto due falsi per incastrare proprio Tiziano Renzi. Una "manipolazione macroscopica", secondo Repubblica, che rischia di mandare a ramengo tutta l'inchiesta. Secondo il Fatto quotidiano, che quell'inchiesta invece ha anticipato grazie ad alcuni pizzini dalle Procure e cavalcato, rimane l'impianto accusatorio. Difficile, però, che una così grande ombra non offuschi tutto il resto.
Repubblica però va oltre, e lancia una pesantissima accusa all'ufficiale dei carabinieri finito nei guai per aver attribuito una intercettazione a Romeo e non come sarebbe stato corretto al suo consulente Italo Bocchino, come invece scritto accuratamente nei brogliacci. Scafarto avrebbe agito con tre obiettivi precisi, scrive Carlo Bonini. Il primo: "costruire una sequenza indiziaria in grado di annodare logicamente e temporalmente la responsabilità politica dell'ex Presidente del Consiglio Renzi a quella penale del padre Tiziano", portando di fatto l'inchiesta dai rapporti tra Romeo e Consip a Palazzo Chigi. Il secondo obiettivo, non a caso, sarebbe stato quello di offrire (forse fabbricare da zero) la "prova regina di un rapporto diretto tra lo stesso Romeo e Renzi padre". E la terza, e qui Repubblica tira in ballo il Fatto stesso, "alimentare una campagna di stampa" "con perfetta sincronia e sapiente fuga di notizie" per far sì che i pm romani fossero di fatto costretti a dare il via libera all'inchiesta per, scrive Bonini, "non incorrere nell'accusa di insabbiatori per conto del Pd di Renzi".

Una brutta storia, a cui il Fatto avrebbe prestato il fianco secondo le accuse di Bonini. A cominciare da un articolo celebrativo dedicato proprio al 43enne Scafarto, presentato come "allievo di Ultimo", l'ex ufficiale del Ros che catturò Totò Riina ed ex capo del Noe, il reparto del capitano sotto accusa. Visto che stanno emergendo dettagli clamorosi su "falsi 007" e "false ingerenze" da parte della politica sul Noe, è la domanda inquietante di Repubblica, chi ha prodotto e consegnato la "polpetta avvelenata" alle due procure e al Fatto? "È tutta farina del Carneade Scafarto?".

"Così Igor è uscito prima dal carcere" Stupri e omicidi, ecco di chi è colpa

Igor il russo, lo stupro, le rapine e il carcere: "Perché è uscito un anno prima"



Fuggito dalla ex Jugoslavia per un'accusa di stupro, arrivato in Italia per dedicarsi alle rapine nelle campagne tra Bologna e Ferrara. Igor Vaclavic, meglio noto come Igor il Russo accusato di aver ucciso un barista di Budrio e sospettato di aver ammazzato un guardiapesca e ferito una guardia giurata, è ancora in fuga ma soprattutto è una vecchia conoscenza della giustizia italiana: arrestato nel 2007 dopo una tentata rapina in un casolare nel Polesine, finita a bastonate in testa.

Condannato a 2 anni di carcere a Ferrara. Esce il 13 settembre 2010, diventa rapinatore seriale e per 3 mesi semina il panico nella zona, a colpi di ascia e arco e frecce. Viene visto come un "pazzo", lo condannano ancora a 5 anni, nel maggio del 2011. Torna in carcere e qui incontra il cappellano Don Antonio Bentivoglio, con cui si scatta anche una foto che finirà sul suo beffardo profilo Facebook, a nome Ezechiele Feher. Per il cappellano, intervistato dal Corriere della Sera, Igor è stato un "detenuto modello" che puliva in chiesa, cantava nel coro, cucinava per tutti e faceva il chierichetto. "Ovviamente sapevo del suo passato - spiega Don Antonio -, ma sembrava sulla buona strada. Non mi sembrava sincero fino in fondo. Ma ammetto di non aver mai pensato a lui come a un potenziale omicida. Nutrivo speranze sul suo conto". La pena dovrebbe finire l'11 marzo 2016, ma Igor esce un anno prima per buona condotta.

Certo, resta in ballo il decreto di espulsione che lo fa portare al Cie di Bari, per essere "compiutamente identificato". Ma proprio come per il terrorista Anis Amri, il problema è che manca il passaporto. La Russia e l'Uzbekistan non lo riconoscono loro cittadino e così dopo 15 giorni esce. Libero di delinquere, tornare nella "sua tana", rubare, torturare anziani, uccidere. Un suo complice, condannato per l'ergastolo di un pensionato ucciso nel suo casolare, ha riassunto in poche righe l'indole di Igor: "Lui conosceva i posti buoni e tranquilli. Lui voleva fare qualcosa di più grosso come rapine".