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lunedì 30 marzo 2015

Forza Italia, ecco tutta la verità Che veleni tirano tra i big: chi dice cosa

Forza Italia e Berlusconi, tutti i veleni tra i big: cosa pensano Romani, Brunetta, Santanchè & co.





In Forza Italia si allarga il fronte degli scontenti. Adesso affiora anche il malessere di Paolo Romani, stanco di essere in un «partito diviso e litigioso». In realtà il dissenso del presidente dei senatori azzurri non è cosa nuova. Risale ai giorni del Quirinale, alla rottura del patto del Nazareno e alla rappresaglia forzista sulle riforme. Un testo a cui Romani ha contribuito e che Silvio Berlusconi alla fine ha archiviato come «deriva eversiva». Per non parlare di Renato Brunetta: «Oramai siamo riconosciuti solo per i litigi», si sfoga Romani parlando alla convention azzurra di Milano, «i peggiori di noi vanno in tv solo per dire stupidaggini, dalle intransigenze stile Brunetta alla melassa a cui appartengo...». Immediata la replica del capogruppo alla Camera: «Meglio intransigenti che inesistenti!».

Le parole di Romani levano il tappo. L'ex ministro dello Sviluppo economico ha da dire anche sulla classe dirigente («Ci vuole un criterio di selezione ragionevole e razionale») e sugli alleati: «Salvini dice cose terrificanti, Alfano è il servo sciocco di Renzi». Bisogna darsi una mossa e lui prova a scuotere il partito: «Non va bene nulla» e da questa consapevolezza «bisogna ripartire». Romani incassa l'applauso di Osvaldo Napoli: «Forza Italia non può andare avanti contando da un lato gli inchini e dall' altro le risse. Mi chiedo se un partito possa affidare le proprie speranze di futuro a un manipolo di funzionari del tutto estranei alla politica». Nella polemica si butta ovviamente anche Raffaele Fitto: «Le parole di Romani sono realisticamente pessimiste, e mi chiedo: si aprirà una riflessione davvero libera in Forza Italia?». Non solo lo sfogo del presidente dei senatori azzurri. C'è anche Mariastella Gelmini che propone le primarie per la scelta del sindaco di Milano. «Un tema», ricorda Fitto, «che mi ha procurato attacchi inauditi. Spero», conclude, «che non si farà finta di nulla e non si prosegua con epurazione, esclusioni e commissariamenti».

Bene «la presa di coscienza che in Forza Italia ci sono dei problemi», dichiara Daniela Santanchè, «fare gli struzzi, mettere la testa sotto la sabbia, significa solo non volerne prendere atto, dunque non volerli risolvere». Il partito deve «tornare compatto», cosa che può succedere «se si apre un dibattito franco». La presa d' atto che le cose non vanno potrebbe facilitare una mediazione con i fittiani, dice Altero Matteoli. Il quale nega di aver litigato al telefono con Berlusconi: «Gli ho solo detto che non condividevo la circolare della senatrice Rossi», quella che impone un limite ai mandati dei consiglieri regionali. Berlusconi? Dopo giorni di silenzio, Silvio si manifesta telefonicamente alla convention milanese di Forza Italia. Annuncia che il riscatto del centrodestra partirà proprio da lì, dalle elezioni per il sindaco: «Ricordiamoci che a Milano, in Lombardia e in Italia noi siamo la maggioranza vera, naturale. Il 50% degli italiani che dichiara di non voler andare a votare non è di sinistra, è composto da moderati come noi che sono disgustati da questa politica e da questi politici». Il Cavaliere attacca Renzi («Purtroppo ha dimostrato che mira soltanto ad occupare il potere, la sinistra cambia faccia ma non la sua sostanza»), ma poi glissa sulle polemiche interne a Forza Italia. Preferisce parlare alla base del partito. Invita i militanti a essere «capillari», parlando ovunque, «a casa, nei posti di lavoro, al bar, in parrocchia», per spiegare «i nostri programmi e la necessità assoluta che i moderati tornino a fare sentire la loro voce». Berlusconi rimane in Brianza. Poca comprensione per i tormenti dei suoi dirigenti, zero voglia di affrontare le questioni di partito, ancor meno di correre dietro agli alleati per chiudere la trattativa in vista delle Regionali. In queste ore avrebbe dovuto incontrare Matteo Salvini: «Si sono sentiti al telefono», informa Giovanni Toti. Circostanza smentita dal segretario leghista: «Anche se tutti dicono che siamo sempre lì per incontrarci...».

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