Def 2017, via alla manovra: niente aumenti di tasse col trucco del rialzo del Pil
Via libera alla manovra finanziaria dal Consiglio dei ministri e al rialzo delle stime sul Pil per il 2017. Il governo è riuscito ad approvare il Documento di economia e finanza con il Programma nazionale delle riforme, oltre che la manovrina da 3,4 miliardi come richiesto da Bruxelles. Nella nuova stima di crescita, l'esecutivo prevede che il Pil cresca dell'1,1% contro l'1% stimato finora.
Per i dipendenti statali il governo ha stanziato 2,8 miliardi ai contratti con un aumento in busta paga di 85 euro. Cifra da considerarsi al lordo e che andrà poi a ridursi a 35,9. Per centrare l'obiettivo degli 85 euro e dunque attivare risorse per 2,8 miliardi si calcola che 1,6 miliardi verranno per l'impiego pubblico del settore "Stato", mentre altri 1,2 miliardi invece sarebbero diretti al settore "Non Stato" ovvero per utti i bilanci locali e degli enti.
Ottimista il ministro dell'E Padoan sul Def afferma: "L'Italia si trova in una fase di transizione verso una crescita più solida, sostenibile e inclusiva, la stiamo inseguendo: è necessario rafforzare questa fase, capitalizzare la strategia di benefici delle riforme recenti che sta continuando e in cui il governo è pienamente impegnato". "Assieme al Def - ha detto il premier Paolo Gentiloni - il Cdm ha approvato anche un altro provvedimento, che si suddivide sostanzialmente in 4 capitoli: la correzione dei conti dello 0,2%, le misure per gli enti locali, le misure per il terremoto e altre misure per la crescita. Contestualmente abbiamo condiviso il piano di investimenti pari a 47,5 miliardi da qua al 2032: l’insieme delle decisioni" assunte oggi dal governo "è la migliore risposta a chi voleva presentare questa operazione come ’depressivà, invece prosegue un percorso di risanamento e rilancio".
Padoan ha poi provato a prevenire le polemiche sulle stime del 2018 e 2019 con una revisione per la crescita del Pil. Nel 2018 secondo Padoan la crescita scenderà dall'1,3% all'1% e nel 2019 dall'1,2% all'1%. La prossima vera impennata secondo il ministro ci sarà solo nel 2020.
Nessun commento:
Posta un commento